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Macroeconomia; PRIMA LEZIONE; 27/09/2021

Introduzione al corso e cenni di Contabilità' Nazionale.


L'economia politica (che è formata dalla macro e microeconomia) deriva si può dire dalla
Filosofia morale: il saggio pubblicato nel 1776 da Adam Smith affermava che:
'dall'ordine dei singoli operatori economici ognuno dei quali guidato dalla massimizzazione
dell'unità e/o del profitto deriva il massimo benessere collettivo.'
BASTA LASCIARE AGIRE I SINGOLI PER RAGGIUNGERE IL BENESSERE COLLETTIVO.
Smith anticipa il liberismo economico ed è noto per aver introdotto la metafora della ''Mano
Invisibile' :dall'agire dei singoli deriva l'ottimo sociale, come se ci fosse una mano
invisibile che dall'alto ordina il tutto. Guida l'agire dei singoli verso l'ottimo.
Ricordiamo anche il principio del "Laissez-Faire"( Nasce dal mercante Colbert che chiese
a Legendre "che cosa posso fare per aiutare? Egli rispose:"lascia fare" ).
L'economia studia l'ottima allocazione delle risorse scarse utilizzabili per fini alternativi
(Robbins).

L'EQUILIBRIO MACROECONOMICO COME NORMA.


Dal punto di vista macroeconomico bisogna considerare le situazioni di equilibrio
(tra domanda ed offerta aggregata) e di disequilibrio.
L'equilibrio macroeconomico deve essere la norma.
L'equilibrio esiste per definizione, è unico ed è stabile (se il sistema si trova fuori dalla
situazione di equilibrio ci sono delle forze endogene di mercato (es: flessibilità dei prezzi)
per la quale il mercato si autoregola.) Ed è ottimo (di piena occupazione per tutti i fattori di
produzione).
Quando il mercato non raggiunge l'ottimo(l'equilibrio) è colpa di qualcuno che impedisce la
funzionalità del mercato secondo il principio del leissez-faire

NEUTRALITA' RISPETTO AI FINI.


Secondo alcuni l'economia deve essere neutrale secondo/rispetto ai fini, es: Robbins
sosteneva che l'economia deve essere neutrale. Da una parte c'è l'allocazione delle
risorse (economia) e dall'altra i fini (etica). I fini non devono toccare o turbare le allocazioni
delle risorse.

CRITICHE:
Keynes critica il laissez faire dicendo che il mercato raggiunge sempre l'equilibrio, l'ottimo
ed è un'idea che va analizzata criticamente.
L'equilibrio può esserci, ma non è detto che sia stabile (in tutti i settori) o ottimo. Afferma
che il capitalismo ha dei difetti e li accetta.
Stiglitz critica la mano invisibile, perchè è invisibile quindi non c'è. Il mercato lasciato a se
stesso non è in grado di raggiungere sempre l'ottimo sociale (in contrapposizione
ai sostenitori del laissez-faire), l'equilibrio non è la norma ma l'eccezione.
Keynes(by accident (per caso) or by design(se c'è qualcuno che aiuta))
MAI DA SOLO RAGGIUNGE L'EQUILIBRIO.
A.Sen sostiene che sia impossibile separare economia dall'etica, sostiene che non ci
possa essere neutralità rispetto ai fini, quando si fa una scelta di bilancio è ovvio che ci sia
un fine. Es: scelta tra produzione di beni militari e beni per uso civile. Le scelte in ambito
macroeconomico non possono essere neutrali rispetto ai fini.

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prima lezione

CAPITOLO1. CONTABILITA' NAZIONALE


Flusso Circolare: tutti i settori macroeconomici (privato, pubblico, monetario finanziario
ed estero). L'analisi macroeconomica sarà svolta sulla base del flusso circolare(di tutti i
suoi settori che sono Interdipednenti tra loro anche se interagiscono l'uni con gli altri.)

PIL (prodotto interno lordo) in macroeconomia si intende il valore di tutti i beni e servizi
finali prodotti all'interno di un dato paese (prezzo per una quantità).
Es: se si considera il settore che produce le auto si considera il prodotto allo stadio finale. I
beni intermedi non sono inclusi nel PIL(es pneumatici).
PIL:indice di benessere 'quando sale si ste meglio e viceversa'.
Es: lezione di economia entra nel PIL perchè è un servizio. Gli studenti rappresentano la
domanda, il professore pagato rappresenta l'offerta. Tutto ciò che non ha prezzo di
mercato non entra nel PIL. (ES: volontariato)

VALORE AGGIUNTO= è il valore della produzione allo stadio finale meno il valore dei
beni intermedi utilizzati.
(es: chi produce pane, valore della farina-prezzo del grano = otterrai il valore aggiunto del
pane) il grano sarà il valore intermedio.

Critica al PIL: è un indice utile MA imperfetto, la qualità della vita non è subito rispecchiata
guardando il dato numerico del PIL.
BES: (benessere equo e sostenibile) distribuzione del reddito all'interno di un paese. Il
BES è un'alternativa al PIL, perchè il Pil è una misura di benessere relativa e NON
assoluta.

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Macroeconomia; SECONDA LEZIONE; 28/09/21

Il PIL comprende sia beni e servizi positivi che negativi(es: costruzione di bombe) per
questo è definito un indice di benessere imperfetto. La società deve stare attenta quando
produce perchè potrebbe aumentare il PIL ma allo stesso tempo rischia di danneggiare
l'ambiente e la società.

PIN (Prodotto interno Netto) è l'ammortamento relativo al deprezzamento dei beni capitali.
(I beni si dividono in beni capitali (impianti di produzione) e beni di comsumo.)

REDDITO NAZIONALE considera anche i beni e servizi prodotti da cittadini italiani


trasfontieri che lavorano all'estero.=L'italino che lavora all'estero (NON entra nel PIL) ma
portando i suoi guadagni in Italia viene conteggiato nel Reddito Nazionale. Mentre il PIL
comprende i beni e servizi prodotti all'interno del Paese. Il PIL si differenzia anche perchè
parte del RN viene conseguito all'estero.

Nel PIL i beni e i servizi possono essere valutati ai prezzi di mercato


(al lordo delle imposte indirette (iva))
oppure al costo dei fattori (al netto delle imposte indirette (irpef irpeg)(stipendio)).
Fattori di Produzione: (Lavoro fisico o intellettuale (L), capitale (K), Terra (T)).

PIL NOMINALE(a prezzi correnti) se considero il PIL 2020 e guardo i beni e servizi
prodotti nel 2020 e li valorizzo in quell'anno. Tengo conto della variazione dei prezzi
correnti.

n(numero dei beni) i(prezzi beni) i


Sommatoria p X q
i(prezzi dei beni) t(tempo corrente) t

PIL REALE(a prezzi costanti) prendo i prezzi del 2016(anno base) e li applico al 2020.
Per vedere quant'è stata effettivamente la variazione.

n(numero dei beni) i(prezzi beni) i T=0(ANNO BASE)


Sommatoria p X q
i(prezzi dei beni) 0(anno base) t(tempo corrente)

DEFLAZIONE DEL PIL:Dà un'informazione sulla variazione dei prezzi intercorsa tra l'anno
base e l'anno corrente e si ottiene facendo il rapporto tra il PIL NOMINALE E il PIL
REALE(indice Paasche)

DEFLAZIONE DEL PIL=PILnominale/PILreale (chiamato anche indice di Paasche)

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seconda lezione

PRODUZIONE E COMPONENTI DELLA DOMANDA AGGRAGATA:


(dove va quello che è stato prodotto?)
Il livello di produzione possiamo assumere sia pari al
RedditoNazionale(Y=output)=(aggregato di un paese nell'anno di riferimento, cioè ciò che
otteniamo da tutte le imprese del paese).
Input(K,L,T)

DOMANDA AGGREGATA è costituita da 4 componenti:


1.Spresa per beni di consumo 'C' (immediati:cibo, durevole:moto, lusso e volutuari)
2.Spesa per beni di investimento 'I' (impianti di produzione, espansione dell'impianto)
3. Spesa pubblica 'G'(sia nazionali che provinciali e locali: regione che potenzia le
Università o aggiusta un ponte)
4.Esportazioni al netto delle importazioni (X-M)(esportazioni-importazioni)

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Macroeconomia; TERZA LEZIONE; 29/09/21;

SALDO DEL BILANCIO PUBBLICO (SBG):


è la differenza tra le entrate del bilancio pubblico(le tasse) e il reddito prodotto.
Quindi abbiamo che SBG=TA-(G+TR) dove
TA=tY
TA:(tutte le pressioni fiscali(tasse e imposte) ovvero entrate blinancio pubblico);
t:aliquota(Percentuale del reddito, del patrimonio o del valore imponibile,
in base alla quale si determina l'imposta dovuta);
y:reddito prodotto.

La formula del SALDO DEL BILANCIO PUBBLICO è: SBG=TA-(G+TR) dove:


TA è uguale alla aliquota(t) per il reddito(Y). TA=tY
G:spesa pubblica; TR:trasferimenti:sussidi alla produzione.

SALDO DEL BILANCIO COMMERCIALE (SBC):


è la differenza tra esportazioni e importazioni.
Quindi abbiamo che SBC=(X-M) dove X sta per le esportazioni e M per le importazioni.
se X-M>0 abbiamo un surplus;
se M-X>0 abbiamo un deficit;
se X-M=0 abbiamo un pareggio.

SALDO DEL BILANCIO DEI PAGAMENTI (SBP):


E' la somma del saldo del bilancio commeriale più i movimenti capitali.
Quindi abbiamo che SBP=(X-M)+MC dove
(X-M) equivale al saldo del bilancio commerciale e MC comprende i movimenti capitali.
Differisce dal SBC perchè include i movimenti capitali: afflussi e deflussi dei capitali.
I capitali possono comprendere i MOVIMENTI DI PORTAFOGLIO (non finanziari) e i
DIRETTI ESTERI (nuova società aperta all'estero).
Gli MC sommati al Saldo del Bilancio Commerciale comprendono sia i movimenti di
portafoglio che i diretti esteri(IDE).

ANALISI MACROECONOMICA
Condizione di equilibrio : Y=D dove:
'Y' (l'output) oppure 'O' equivalgono all'Offerta.
mentre 'D' è la domanda aggregata. Quindi abbiamo che la condizione di equilibrio si
ottiene quando l'offerta è uguale alla domanda.
La domanda aggregata (D) sappiamo che è costituita da 4 componenti:
1. Spesa per i beni di consumo (C)
2. Spesa per i beni di investimento (I)
3. Spesa pubblica (G)
4. Esportazioni al netto delle importazioni (X-M).
Quindi algebricamente D è la somma di tutte le componenti che la compongono:

D=C+I+G+(X-M)

5
terza lezione

FUNZIONE DEL CONSUMO AGGREGATO (C) E DEL REDDITO CORRENTE (Y)


La funzione del consumo aggregato 'C= Co+cY' è la somma della spesa in consumo di
tutte le famiglie e imprese appartenenti a un sistema economico
(somma della spesa in beni e servizi di tutti gli agenti economici in un sistema).
In modelli macroeconomici il consumo aggregato è misurato con la funzione di consumo.
LA FUNZIONE KEYNESIANA del consumo è la somma del consumo autonomo (Co)
(es: studente non lavoratore che non ha un'entrata ma consuma ugualmente mantenuto
dalla famiglia) non dipendente dal reddito(Y) + la propensione marginale al consumo(c)
per il reddito disponibile (Y).
Per cui abbiamo la formula algebrica: C= Co+cY dove:
Co è il consumo autonomo;
c propensione marginale del consumo;
Y è il reddito disponibile.

PCMPropensione marginale del consumo:


misura la variazione del consumo aggregato al variare di un'unità di reddito.
In algebra è la derivata di C(consumo) rispetto al reddito (Y).

Il consumo cresce al crescere del reddito ma meno che proporzionalmente 0<c<1

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Macroeconomia; QUARTA LEZIONE; 04-10-21:

IL CONSUMO cresce al crescere DEL REDDITO ma meno che proporzionalmente.


Se uno stato ha un'iniqua (distribuzione del reddito(- riccchi, + poveri)
questo avrà effetti sui consumi.
Chi ha redditi elevati consuma meno( nel senso che chi ha uno stipendio di 500 euro
consuma quasi tutto proporzionalmente)(chi ne guadagna 50.000 ha un risparmio
maggiore ovvero consuma meno).
Proporzione marginale al consumo bassa.
L'EQUAZIONE DEL CONSUMO AGGREGATO C=Co+cY
può essere paragonata all'equazione della retta: y=mx+q dove:
Co(consumo autonomo)
è l'intercetta all'origine(geometricamente) e il termine noto(algebra)
c(propensione marginale al consumo)
è la pendenza della retta (geometricamente) coefficente angolare (algebra).
Quindi abbiamo che il Consumo Aggregato è dato dal :
consumo autonomo(Co) +
la variazione del consumo aggregato al variare di un'unità di reddito:
c (propensione marginale al consumo) per
il reddito (Y).
vedi grafico: poniamo sulle ascisse il reddito(Y) e sulle ordinate il Consumo aggregato(C),
dal nostro punto (Co) facciamo partire la nostra retta(crescente) che cresce
linearmente al crescere del reddito.

Avendo un reddito Y e consumando C avrà un risparmio R.


La Funzione del Risparmio Aggregato non fa parte della domanda aggregata.

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quarta lezione

FUNZIONE DEL RISPARMIO AGGREGATO S


la definiamo come il complemento(opposto) del consumo.
Quello che non consumo andrà in risparmio.
S = Y-C = Y- (Co+cY) = -Co+(1-c)Y
(Anche in questo caso abbiamo l'equazione di una retta)

Il risparmio(S) è dato dal reddito (Y) meno il Consumo Aggregato (C).


Scambiamo il Consumo aggregato con la funzione che ci da il suo risultato (Co+cY) e
infine raccogliamo Y con raccoglimento parziale e otteniamo:
S= -Co+(1-c)Y.
-Co: il termine noto cambiato di segno perchè chi consuma e non ha reddito
ha un risparmio negativo.
Graficamente intercetta il quadrante negativo : -Co
(1-c): la propensione marginale al risparmio e cresce al crescere del reddito.
Graficamente coefficente angolare: pendenza della retta

LA FUNZIONE KEYNESIANA dell'INVESTIMENTO AGGREGATO(medio-lungo termine)


comprende la domanda di beni capitali e riguarda la variazione dello stock del capitale
I = Io - b * i
L'investimento aggregato è dato dall'investimento autonomo meno la
'sensibilità'(elasaticità) dell'investimento per il tasso d'interesse.
Io = investimento autonomo;
che non dipende dal tasso di interesse 'i' ma dipende dalle aspettative di profitto.
Come diceva Keynes dipende principalmente dagli 'animal spirit'
cioè dagli <slanci vitali> degli imprenditori
(chi investe tiene conto delle aspettative di profitto future).
b = sensibilità, elasticità dell'investimento al tasso 'i' (costo del capitale).
Come varia l'investimento al cambiare del costo del capitale. Se il costo del capitale
scende il tasso di interesse sale e viceversa.
i= tasso d'interesse.
Costo che l'imprenditore deve sostenere, in più per prendere in prestito il denaro
necessario ad effettuare un investimento.

8
quarta lezione

Il tasso 'i' può essere esplicito (il tasso che si ha dalla banca)
o implicito (costo ombra): se ad esempio investi tutti i tuoi risparmi (no prestito) poi non
puoi più investire in altro.

(Guarda grafici della funzione d'investimento, nel primo (grafico a sinistra)è mediamente
inclinata, nel secondo caso(grafico a destra) sono presenti due rette:
nel caso (A) c'è più elasticita ovvero la nostra 'b' sarà più elevata
e nel caso (B) abbiamo più rigidità con una 'b' più bassa.

LA SPESA PUBBLICA(E LE TASSE):

La definiamo con (G) ed è decisa adl governo,


quindi è ESOGENA: G=Go;
Si divide in spesa pubblica corrente (assunzione di nuovi medici, insegnanti, funzionari
amministrativi ecc) oppure
spesa pubblica in infrastrutture (ponti, strade, rete ferroviaria ecc )
A fronte della spesa pubblica vi sarà la pressione fiscale
(tutte le imposte dirette IRPEF e indirette IVA) definiamo
Gettito Fiscale(insieme delle entrate di un governo provenienti dai cittadini) TA=ty dove
l'aliquota fiscale 't' sara proporzionale al reddito: 0<t<1.
In presenza di tasse il reddito disponibile sarà: Yd=Y-TA

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Macroeconomia; QUINTA LEZIONE; 05/10/21;

LE COMPONETI DELLA DOMANDA AGGREGATA (D)


in un sistema economico chiuso agli scambi con l'estero non considerando X e M e senza
tasse sono:

D=C+I+G=(Co+cY)+(Io+bi)+Go;

possiamo definire con A la somma delle componenti autonome Co,Io e Go quindi avremo:

A=Co+Io+Go
(Go :esogena: non dipende dal livello del reddito ma dipende dal governo)

quindi andando a sostituire le spese autonome con A avremo:

D=(A-bi)+cY
deve essere uguale a 0;

sapendo che O=Y(pagina5) ovvero l'offerta è uguale al reddito prodotto, in condizione di


equilibrio avremo che il reddito(Y) sia uguala alla domanda aggregata(D):
Y=D (condizione di equilibrio), sostituendo D con la sua formula avremo:

Y =(A-bi)+cY
che di seguito risolveremo portando al primo membro cY ovviamente cambiato di segno:

Y-cY=(A-bi)
proseguiamo raccogliendo al primo mambro la componente Y:

Y(1-c)=(A-bi)
dopo aver raccolto, per trovare l'equazione di Y, eliminiamo (1-c) dal primo membro,
dividendo entrambi i membri per (1-c), avrò quindi:

Y=(1/1-c)(A-bi).
Possiamo affermare ora, che (1/1-c) = α e chiameremo
α MOLTIPLICATORE DEL REDDITO; mentre
(1-c)=s = PROPENSIONE MARGINALE AL RISPARMIO.

Riscriviamo quindi : Y= α(A-bi).

Analisi del Moltiplicatore del reddito (1/(1-c) :


Sappiamo che 'c' è sempre minore di uno c<1 (pag6).
Al denominatore abbiamo quindi 1-c, dove ricordiamo che c sia un numero minore di 1:
quindi 1-un numero minore di 1 fa un numero sempre minore di 1.
Poichè (1-c) è al denominatore,
abbiamo 1/(un numero minore di uno)= un numero sempre maggiore di uno.
Possiamo affermare quindi che il moltiplicatore del reddito è sempre maggiore di 1. Quindi:

c<1 : allora 1/(1-c) >1: cioè α >1.

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quinta lezione

Ne deriva che variazioni della spesa autonoma A


(per esempio un aumento di I, di C o di G)
provocheranno aumenti più che proporzionali del Y.
Poichè avendo la formula Y= α(A-bi) se aumenta A ovviamente aumentera anche Y, in che
modo? Più che proporzionalmente.

N.B per semplicità abbiamo considerato fin'ora, il caso in cui TA=tY=0. (senza tasse)
Nel caso dovessimo considerare anche le tasse (TA) il MOLTIPLICATORE sarà invece:
α=1/(1-c)(1-t); anche in questo caso comunque α>1.
es calcolo del moltiplicatore :
Avendo la propensione marginale al consumo c=0.8
il moltiplicatore α=(1/(1-c) sarà 1/1-0.8 = 1/0.2 = 5
(0.2 è la propensione marginale al risparmio pmr=s=(1-c) = 5(moltiplicatore del reddito>1)
1-0.8 ovvero (1-c) sarà la propensione marginale al risparmio=s.oh
Se lo stato aumentasse Go di 100 (aumenterebbe anche A(somma delle spese
autonome)) e ponendo α=2 il mio reddito Y sarà pari ad = α =200.'

Cosa ci dice dunque, dal punto di vista macroeconomico, il moltiplicatore α?


Ci dice che tutte le volte che aumenta una delle componenti della domanda aumenterà più
che proporzionalmente il reddito Y-(offerta).
Per esempio se: α=2 e la spesa autonoma aumentasse di 100 il reddito varierebbe di:
∆Y= α100=200 !
Tutte le variazioni, gli incrementi della spesa autonoma creano un aumento se il
moltiplicatore α è maggiore di 2. Se varia la domanda, il reddito varia.
'Se aumenta, A fa salire α volte A il reddito'.
Questi esempi ci dicono che una elevata propensione marginale al consumo 'c'
favorisce l'aumento del reddito, il contrario nel caso opposto.
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PARADOSSO DEL RISPARMIO
ci dice però che se s/pmr=(1-c) è troppo alta questo NON favorisce
il livello di reddito 'Y' raggiunto dal Paese, e viceversa.
Ci fa intendere che macroeconomicamente
il tanto risparmio del singolo non fa aumentare il reddito.
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Legge di Say afferma che sia l'offerta a determinare la domanda


(SUPPLY SIDE ECONOMICS) O-->D
ma Keynes nella Teoria Generale dell'Occupazione, dell'Interesse e della Moneta (1936)
capovolge la cosiddetta legge di Say secondo la quale l'offerta determina la domanda.
Secondo l'approccio Keynesiano quello che conta sono i profitti
quindi produci su richiesta per fare profitto D-->D.
Analizzando Say, capiamo, che se tu offri ma nessuno non ne fa domanda tu sicuramente
hai investito capitale e quindi hai perso soldi.

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Macroeconomia; SESTA LEZIONE; 06/10/21;

Ripasso: L'EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI (EQUILIBRIO REALE)


1. D=(A-bi)+cY TA=0 per semplicità
2. O=Y offerta è pari all'output aggregato (Y)
3. D=Y condizione di equilibrio Y=(A-bi)+cY
Risolvendo l'equilibrio tra D e O troviamo il moltiplicatore α
la propensione al risparmio è il complemento a 1 della propensione marginale al consumo;
complemento a uno = 1-l'altro; s=1-c;
il moltiplicatore 1/1-c è il reciproco della propensione marginale al risparmio;
reciproco= 1/qualcosa; qualcosa=1-c che è¨ la propensione marginale al risparmio;
La variazione DeltaA ha un effetto più che proporzionale (senza tasse).

DOMANDA EFFETTIVA E REDDITO DI EQUILIBRIO:

Studiando il grafico avremo sulle asse delle ordinate la Domanda Aggregata (D) e
sull'asse delle ascisse il reddito (Y).
Volendo rappresentare l'equilibrio tra la domanda e offerta avremo
una bisettrice con funzione Y=D passante per l'origine di 45 che sarà il luogo in cui tutti i
punti dell'ascissa e quelli dell'ordinata si incontrano formando tutti gli infiniti punti di
equilibrio. Il cui rapporto è uguale a uno.

Andiamo adesso a rappresentare la domanda aggregata


sull'asse delle ordinate (D) in equilibrio con funzione: Y=(A-bi)+cY
(b è l'elasticità di investimento),
(A-bi) graficamente rappresenta l'intercetta;
intercetta: distanza tra l'origine e il punto d'intersezione con l'asse delle ordinate;
cY graficamente rappresenta il coefficente angolare: inclinazione della retta;

Il punto in ascissa(Y) in intersezione con l'ordinata(D) facendo parte di un punto degli


infiniti della bisettrice Y=D prende il nome di Y*=LIVELLO DI REDDITO DI EQUILIBRIO.
Posizioniamo poi, un pò più distante da Y* sull'asse delle ascisse(Y)
Yfe(ottimo, pieno impiego).

12
sesta lezione

Avendo l'occupazione: Y*=400 con il 20%dei disoccupati;


avendo che il pieno impiego Yfe=600
per arrivarci devo fare più assunzioni.La differenza=200 quindi il possibile aumento di
occupazione ci farà spostare l'intercetta(ho più occupati) cercando di avvicinarmi a Yfe
(sposto l'equilibrio).

In questo o grafico avremo quindi l'intercetta (A'-bi) spostata dal moltiplicatore di reddito.
con Y** più lontano da Y* ma più vicino a Yfe.

DOMANDA EFFETTIVA E REDDITO DI EQUILIBRIO: effetti di un aumento di G


Dato che (Y*<Yfe) abbiamo avuto un intervento di politica economica «design»,
ad es: aumento di G (politica fiscale espansiva del Governo);
La retta che esprime la D si sposta in alto (perchè aumenta G) facendo aumentare Y
(Y**>Y*) tendo verso Yfe!

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Micoreconomia; SETTIMA LEZIONE; 11/10/21;

CONSUMO: fondamenti di Microeconomia


''Il consumo aggregato C=Co+cY riguarda la Macroeconomia.''

Il Consumo che viene studiato, dalla Microeconomia studia


il consumo del 'singolo individuo'.
Prendendo quindi in considerazione un solo cittadino e il suo reddito,
quale sarà il suo comportamento razionale al consumo?
Essere 'razionale' in microeconomia vuol dire confrontare i prezzi con i benefici.
Si è fatta una scelta razionale quando i benefici sono maggiori dei costi.
I costi possono essere
TOTALI: intraprendere o no un'attività?(es:decidere di andare all'università o meno)
oppure MARGINALI:fino a che punto portarla avanti?(es:seguire le lezioni).
Il singolo non avrà obblighi, ma dovrà fare delle scelte per trarre un beneficio,
qui entrerà in gioco il
COSTO OPPORTUNITA':valore migliore all'alternativa disponibile
' investire i propri soldi in qualcosa vuol dire perdere l'opportunità di investirli in altro.'
Nel modello economico abbiamo: dei consumatori che domandano beni e servizi e dei
produttori che producono e vendono.
Il loro incontro sul mercato determina quanto si scambia e a che prezzo.
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Analizziamo prima il problema della scelta del consumatore. Bisogna definire l'insieme
delle sue possibilità ossia, che cosa può acquistare.
(dotazione da spendere che è esogena erappresenta anche un vincolo) e
le sue preferenze ossia cosa gli piace consumare. Combinando cosa può acquistare con
cosa gli piace consumare, possiamo determinare cosa potrà scegliere
ovvero abbiamo risolto il problema di scelta del consumatore.

Prendendo ad esempio il salmone come bene, lo andiamo a rappresentare con una


funzione che ha sulle ascisse il bene salmone e sulle
ordinate la sua UNITA' TOTALE.

Al crescere della quantità di salmone crescerà anche l' Utilità totale che è un indice di
benessere, ma crescerà meno che proporzionalmente.
Dopo un po' di tempo, anche se il salmone gli piace, il nostro consumatore si stuferà e la
crescita meno che proporzionale dell'utilità totale darà posto
all' UTILITA' MARGINALE che al crescere della quantità salmone decresce la sua utilità.

14
settima lezione

Un singolo individuo, consuma 'n' beni ma per rappresentare le sue scelte graficamente
scegliamo di usare solo due beni, usando un piano cartesiano bidimensionale.
Bisognando scegliere tra due beni(dvd e libri), e impostando una dotazione massima a
disposizione, ovvero un reddito(es: buono-spesa),
e sapendo che quest'ultimo ha una scadenza e non si possono quindi,
risparmiare i soldi possiamo usare un grafico, ponendo il primo bene sulle ascisse e il
secondo sulle ordinate per trovare l'insieme delle alternative disponibili:

VINCOLO DI BILANCIO : R= Q(dvd)*P(dvd)+Q(libri)*P(libri);


#reddito=quantità(bene1)*prezzo(bene1)+quantità(bene2)*prezzo(bene2)

Dato il reddito e dati i prezzi dei beni, le combinazioni dei beni tra cui il consumatore può
scegliere sono una retta di equazione :

Q(libri)= (R/pl)-Qd(pd/pl) dove:


#abbiamo portato in questo caso la quantità del bene 2 al primo membro come incognita
per trovare tutti i punti della retta.

(R/pl) è l'intercetta e (pd/pl) è il prezzo relativo e graficamente è il coefficiente


angolare(pendenza negativa). Avendo un vincolo di bilancio, ovvero il reddito massimo
che abbiamo : in questo caso 144 euro e sapendo che il prezzo di ciascun dvd è di 24
euro e il prezzo di ciascun libro è 18 euro, quanto possiamo comprare?

Comprando 0 libri possiamo trovare che possiamo acquistare 6 dvd (144/24= 6dvd).
QD =R/pD
Comprando invece 0 dvd possiamo avere un massimo invece di 8 libri(144/18=8libri.)

QL =R/pL
I punti di intersezioni dati dall'asse delle ascisse e delle ordinate sono le
combinazioni lungo e sotto la retta possibili.
Sopra il vincolo dovrei indebitarmi, sotto il vincolo risparmierei ma non massimizzo e
comunque in questo caso perderei i soldi.

PREZZO RELATIVO= Pdvd/Plibri =


pendenza della retta del vincolo di bilancio.
Se aumentasse il prezzo del dvd da 24 a 36 cosa succederebbe alla retta?
L'inclinazione si sposterebbe verso il basso.
Se aumentasse il reddito il soggetto potrà usufruire di più beni.

VARIAZIONE DEL PREZZO RELATIVO: cambia l'inclinazione del vincolo;


VARIAZIONE DE REDDITO: la retta del vincolo si sposta salendo o scendendo.

CURVE DI INDIFFERENZA: luogo dei punti in cui le quantità di due beni danno lo stesso
livello di utilità al consumatore.

15
settima lezione

SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE(SMS) : curve convesse rispetto all'origine


degli assi.
Quando diminuisco un bene devo aumentare l'altro per non alterare il grado di utilità.
Il consumatore è disposto a rinunciare a dosi del bene 1(es: dvd) se e solo se la quantità
del bene 2(libri) aumenta più che proporzionalmente (e viceversa). Infatti lungo la curva di
indifferenza il
grado di soddisfazione(utilità) deve essere lo stesso. Curve più elevate danno livelli di
utilità superiore a curve più prossime all'origine degli assi. (il consumatore desidera infatti
consumare sempre di più di entrambi i beni).

Per trovare l'OTTIMO del consumatore dobbiamo combinare il vincolo del bilancio con le
curve di indifferenza (tutte le coppie di possibilità che arrecano al soggetto lo stesso livello
di
soddisfazione). Abbiamo infinite combinazioni (MAPPE DI UTILITA') di curve di
indifferenza per massimizzare l'utilità. Più sono verso l'alto più l'individuo è soddisfatto.
Più sono vicini all'origine più è scontento.

16
Micoreconomia; OTTAVA LEZIONE; 12/10/21;

Ripasso lezione precedente:


Prendiamo un ipotetico individuo rappresentativo, che deve scegliere tra 2 beni tenendo
conto che ha un VINCOLO DI BILANCIO.
Ricordiamo che il vincolo di bilancio R=q(1)*p(1)+q(2)*p(2)
(ovvero il reddito dell'individuo)
è il vincolo per la quale il prodotto della quantità del primo bene per il suo prezzo più il
prodotto della quantità delsecondo bene per il suo prezzo
non può superare il reddito fissato, però possiamo trovare coppie di relazione tra il primo
bene(q*p) e il secondo bene che massimizzano la sua soddisfazione.
Risolviamo allora il vincolo del bilancio
portando al primo membro il bene posizionato in ordinata(libri in questo caso)
QL =(R/pL)-QD(pD/pL) che è l'equazione di una retta decrescente.

Vincolo del Bilancio

La posizione del vincolo varia in base al reddito.


-L'inclinazione della retta dipende dal rapporto dei prezzi relativi.(pD/pL)

Ci servono poi, le curve di indifferenza(coppie di punti dei due beni)


che mantengono il grado di soddisfazione inalterato.
Le mappe di indifferenza sono, l'insieme delle possibili curve d'indifferenza
corrispondenti, ciascuna, a un diverso livello di utilità.

Curve di Indifferenza

17
ottava lezione

Combinando, curve e vincoli siamo in grado di trovare il punto di


OTTIMO DEL CONSUMATORE:
massimo punto TANGENTE della curva di indifferenza con il vincolo di bilancio.
Non deve essere una retta secante perché non essendo massima non sarebbe una scelta
razionale poiché, spenderebbe tutto ma senza massimizzare.
Fare una scelta OTTIMA: Trovare la curva di indifferenza più alta
compatibile con il vincolo. Dal punto di vista matematico la tangenza della curva di
indifferenza con il vincolo di bilancio equivale a dire che nel PUNTO DI OTTIMO devono
avere la medesima pendenza.

Il saggio marginale di sostituzione è la quantità di un bene che il consumatore è


disposto a rinunciare per avere una unità addizionale di un altro bene.
In un diagramma cartesiano il saggio marginale di sostituzione è individuato dalla
pendenza della curva di indifferenza ossia dalla retta tangente in ogni punto di una curva
d'indifferenza.
Il saggio marginale di sostituzione varia in ogni punto della curva di indifferenza poiché
mutano le quantità dei beni a disposizione del consumatore.
Dal punto di vista formale-matematico il saggio marginale di sostituzione tra due beni è
dato dal rapporto tra la variazione della quantità consumata del bene 1
con la variazione della quantità consumata del bene 2.
SMS:Δx/ Δy

18
ottava lezione

Scelte individuali e benessere collettivo: Ogni persona ha bisogni diversi e risorse diverse.
I diritti di proprietà e commercio possono consentire di organizzarsi in modo vantaggioso
per tutti.
Gli esseri umani possono fare: scambi convenienti, specializzarsi,
sfruttare vantaggi comparati.
Bisogna capire come funziona il sistema economico (economia positiva) e
valutarne il suo funzionamento (economia normativa):
Cercare di migliorarlo, con la politica economica.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Criterio importante:
EFFICIENZA- OTTIMO PARETIANO "impossibile far star meglio qualcuno senza far star
peggio qualcun altro". Conta quanto si consuma in totale e in media, ma anche come si
distribuisce il benessere: Uguaglianza favorisce la pace, l' armonia sociale e anche la
crescita economica
Economia di mercato: interazioni di molte scelte.
Problema: scarsità Soluzione: prezzo più alto.
Economia pianificata: autorità centrale sceglie tutto.
Economia mista: Aiutare il mercato a combinare bene le scelte individuali, con leggi,
regole, imposte (anche per redistribuire risorse).

FONDAMENTI DI MICRO: seconda parte: CLASSIFICAZIONE DEI BENI


Beni normali:
se aumenta R(reddito disponibile) aumenta la domanda di consumo direttamente
proporzionali
Beni inferiori;
se aumenta R diminuisce la domanda di consumo,si domandano solo quando c'è una
relativa povertà
(ES patate e castagne) inversamente proporzionali

-Perfetti sostituti (birra chiara/birra scura)


-Perfetti complementi (attacchi sci, scarpe, guanti..)
Imperfetti sostituti (carne e pesce)
Imperfetti complementi (zucchero, caffè¨)

LEGGE DELLA DOMANDA: per beni ordinari o normali:


Prezzo più alto, quantità domandata più bassa; Prezzo più basso, quantità domandata più
alta.

Vero per tutti i beni normali.


NON VERO
se è un bene di GIFFEN(il suo prezzo fa povertà, non rispetta la legge di domanda).
Abbiamo una relazione inversa tra P e Q domandata
dei beni di consumo. Se diminuisce il P diminuisce la Q.

19
ottava lezione

SURPLUS DEL CONSUMATORE:Differenza tra il prezzo che si sarebbe disposti a pagare


e quello che si paga: Graficamente abbiamo il prezzo sulle ordinate e la quantità del
prodotto sulle ascisse. Una retta parallela
alle ascisse equivale a quanto si paga il
prodotto e l'area sottesa alla curva di
domanda è invece quanto saremmo
disposti a pagare. Ciò che va
sotto alla retta del pagamento è ciò che
non compriamo.
La differenza tra quanto il consumatore
sarebbe disposto a pagare per ottenere
una certa quantità di un bene è
proporzionale all'utilità marginale.
Quanto deve effettivamente pagare:
prezzo di mercato.
= beneficio ottenuto partecipando al mercato. (Comprare non è un obbligo. È una
scelta.)

Concetto di ELASTICITA' RISPETTO AL REDDITO:

è la variazione della quantità domandata rispetto alla variazione del reddito. (ΔQ/Q)/
(ΔR/R)

Se questo rapporto sarà > 0 il bene in considerazione sarà un bene normale


Se questo rapporto sarà < 0 il bene in considerazione sarà un bene inferiore

Variazioni del reddito possono essere più che proporzionali e meno che proporzionali:

Se questo rapporto sarà >1 la quantità domandata sarà


ELASTICA rispetto al Reddito (crescita più che proporzionale)
Se questo rapporto sarà <1 la quantità domandata sarà
ANELASTICA rispetto al Reddito (crescita meno che proporzionale)

20
Macroeconomia; NONA LEZIONE 13/10/21;

Ripasso: la quantità domanda è inversamente proporzionale al prezzo.


La quantità domandata è direttamente proporzionale al reddito.
Dietro la domanda ci sta la curva di utilità. Ma man mano che aumenterà la domanda
l'utilità diventerà marginale e sarà decrescente.
Quanto più è alto il prezzo del bene, tanto più è bassa la quantità domandata dello stesso,
e viceversa (legge della domanda).
La quantità offerta di un bene (offerta) è, invece, in relazione diretta con le variazioni di
prezzo. Quanto più aumenta il prezzo di un bene, tanto più aumenta la quantità offerta del
bene stesso, e viceversa. La legge della domanda non vale per i beni di Giffen.

ELASTICITA' RISPETTO AL PREZZO: (ΔQ/Q)/(ΔP/P)


Elasticità della domanda di un bene di consumo al variare del suo prezzo
(in valore assoluto e in percentuale)
La domanda può essere Elastica al prezzo se il rapporto è >1
(Es: il prezzo sale del 20% e la quantità diminuisce del 30%): (30%/20%)=1.5>1)
viceversa
la domanda può essere Anaelastica rispetto al prezzo se il rapporto è <1
(ES: il prezzo aumenta del 10% ma la quantità domandata diminuisce del 5%):
(5%/10%)=0.5<1)

ELASTICITA' INCROCIATA: (ΔQ1/Q1)/(ΔP2/P2)


Misura come varia la quantità domandata del bene1 al variare del prezzo del bene2 cioè:
Se il valore dell' Elasticità incrociata>0 i beni 1 e 2 sono tra loro sostituti
(es: se sale il prezzo della carne(bene 2) aumenta la Q domandata di pesce(bene1)
(sostituisco il pesce alla carne).
Se il valore dell'Elasticità incrociata<0 i beni sono tra loro complementari
(per es: se sale il prezzo dello zucchero (bene 1) diminuisce la Q domandata di caffè
(bene 2).

Vista la domanda del consumatore, passiamo


all’offerta del PRODUTTORE/IMPRENDITORE:
la produzione di un singolo si basa sui seguenti fattori di produzione:
risorse natutali, capitale e lavoro e vengono considerate lnput. Questi fattori insieme alla
Tecnologia dovranno ottenere un prodotto, dando così origine all'Output nel breve
periodo 'K'(stock di capitale).
Il fattore produttivo lavoro(L) è sempre variabile mentre il capitale(K) è sempre fisso nel
breve periodo.
La funzione di produzione a due variabili q(L,K) esprime quantità di output 'q' che si può
ottenere utilizzando un ammontare L di lavoroe un ammontare K di capitale
. (q dipende solo da L ).

21
nona lezione

Aumentando le ore di lavoro e il capitale salirà anche la produzione:

Aumentando la produzione, umenterà anche l'Output.


Ci da l'idea che cresce l'Output ma cresce meno che proporzionalmente.
(concavità verso il basso).
Sulle ascisse abbiamo i baristi che devono produrre i pasti che sono posti sulle ordinate. Il
grafico ci dice che 1 solo barista può produrre 200 pasti. 2 baristi possono produrre il
doppio dei pasti, ma aggiungendo un 3 barista i pasti aumenteranno solo di 100 e non del
doppio e così via. Questo perchè continuando ad aggiungere personale i rendimenti
saranno decrescenti.

La produttività marginale in funzione del lavoro PMG = Δq(L)/ΔL: quanto in più


ottengo al variare dell'input. Quanta produzione ho in più assumendo più lavoratori.
In geometria misura la pendenza della tangente della funzione di produzione.

22
nona lezione

Nel breve periodo, per dato capitale,


Produttività Totale q=q(L) :
quantità prodotta utilizzando una certa quantità di lavoro
Produttività Media PME=q(L)/L:
quantità prodotta per unità di lavoro impiegata
Produttività Marginale PMG=Δq(L)/ΔL:
quantità prodotta in più se si impiega un’unità in più
Produttività media (PME) di un input è la pendenza della retta che unisce l’origine con
la funzione di produzione. Al crescere dell’input può essere inizialmente crescente (i baristi
si aiutano) poi decrescente (si intralciano)

Produttività marginale (PMG) di un input: pendenza della retta tangente alla funzione di
produzione.
Può essere inizialmente crescente, poi decrescente, e addirittura diventare negativa
(aggiungere baristi impedisce ai clienti di entrare nel bar!)
“Legge” della produttività marginale decrescente:
Dati fattori fissi, da un certo punto in poi ogni unità in più del fattore produttivo variabile
produce meno output in più dell’unità precedente.

ANALISI DEI COSTI DI PRODUZIONE


-COSTI FISSI (CF) NON VARIANO AL VARIARE DELLA Q PRODOTTA
(es. canone di affitto dello stabile in cui si produce)
-COSTI VARIABILI (CV) VARIANO AL VARIARE DELLA Q PRODOTTA
(es. costo materie prime impiegate, salari pagati ai dipendenti ecc..)
-COSTI TOTALI (CT): CF+CV
I costi fissi (CF) al crescere della produzione q tende a 0;
i costi variabili (CV) non è detto che diminuisceperchè dipende da q;
-COSTI MEDI TOTALI: CT/q
La funzione dei costi medi totali è prima decrescente e poi crescente a 'U'
- COSTI MARGINALI: ΔCT/ Δq
-ANDAMENTO DEI COSTI TOTALI MEDI E DEI COSTI MARGINALI (RELAZIONE TRA
GRANDEZZE MEDIE E MARGINALI)
La produttività deve dare ricavi magiori dei costi= profitti!!
ANALISI DEI RICAVI
-RICAVI TOTALI: RT= P x q; prezzo moltiplicato per la quantità prodotta e venduta
-RICAVI MEDI: RMe : RT/q
-RICAVI MARGINALI: ΔRT/ Δq
PROFITTO (∏)= RT-CT= (Pxq)- (CV(q)+CF)

23
Macroeconomia; DECIMA LEZIONE; 18/10/21;

Analisi dell'equilibrio di mercato


Andiamo ad analizzare ora la curva di offerta(concorrenza perfetta).
L'impresa massimizza quando il prezzo è uguale al ricavo marginale: se dovesse salire il
costo marginale salirà anche il prezzo. Output e Input crescente.
La curva di offerta perciò sarà crescente al crescere del prezzo.
L'offerta è crescente

Per un prezzo minore di pA l'impresa andrà in perdita;


Data la capacità e il capitale, non posso produrre più di QB paia.
Abbiamo 3 casi generali da individuare sul grafico:
dall'origine(punto 0) fino a pA l'impresa non guadagna: è in perdita;
dal punto pA(A) fino al punto (B) la curva di offerta è crescente;
dal punto (B) diventa verticale;
Ciò che dobbiamo capire però, è che l'offerta cresce al crescere del prezzo:
L'impresa produce e offre di più se c'è più domanda'
Se cresce l'output i prezzi devono salire cosichè le imprese possono produrre di più.
Rami della forbice: EQUILIBRIO TRA DOMANDA E OFFEERTA

24
decima lezione
Nel grafico precedente abbiamo le rette sia dell'offerta, che della domanda:
Nel punto d'intersezione (E) troviamo l'equilibrio: Qe=Pe :
la quantità offerta sarà uguale alla quantità domandata.
Abbiamo perciò il Prezzo Market Cleaning: nessun eccesso di domanda e di offerta.
I venditori e i consumatorin sono accordati a vendere e acqistare per un dato prezzo
(Price Takers)

DISEQUILIBRIO

Avendo p1>pE abbiamo allora che Qd<QE


ovvero se il prezzo p1 è superiore al prezzo di equilibrio,
allora la quantità domandata sarà minore della quantità di equilibrio (Eccedenza).

Es: fissato il prezzo p1 delle scarpe di un'impresa a 80 euro


se poi, una seconda impresa aumentasse il prezzo di p1 a 90 euro
avremmo un eccesso di offerta. Sarà un'eccedenza temporanea.

Se invece avessimo p2<pe avremo allora che Qd>QE


ovvero se il prezzo p2 è minore del prezzo di equilibrio,
allora la quantità domandata sarà maggiore della quantità di equilibrio (Penuria)

Es: con p2=70 euro avremmo un eccesso di domanda sull'offerta


però poi il prezzo salirà come se il punto 'E' fosse un'attrattore.
'Se c'è disequilibrio ci sarà qualcuno che impedisce di raggiungere l'equilibrio.'

La tendenza verso l’equilibrio nel mercato di un generico bene di consumo

Se il p non è quello di equilibrio, la flessibilità del prezzo ristabilirà l’equilibrio:


p < pE (penuria):
l’eccesso di domanda farà salire il prezzo, quindi la quantità domandata calerà e la
quantità offerta crescerà..tendo ad E.
p > pE (eccedenza):
l’eccesso di offerta farà scendere il prezzo quindi la quantità domandata crescerà, e la
quantità offerta calerà… tendo ad E.
25
decima lezione

Cenni alle FORME DI MERCATO


Concorrenza perfetta : con più produttori che producono in modo omogeneo dovrà
esserci un unico prezzo (Price Takers)
perchè altrimenti si andrà dal prezzo più basso.
quasi vero per compravendita di frutta e verdura (tutta uguale!) in una piazza:
quindi ho un prezzo solo.
Chi pratica prezzo più alto rispetto al prezzo di mercato non vende più nulla
, (domanda infinitamente elastica al prezzo)
Così facendo, si uscira dalla concorrenza perfetta entrando in quella imperfetta.

Poichè c'è diversità dei beni (es: diverse varietà di mele o patate)
ogni imprenditore può fissare il proprio prezzo. 'L'ibertà d'entrata'
Concorrenza imperfetta: i prodotti sono differenziati dal punto di vista merceologico
(esistono diverse marche, diverse spese pubblicitarie ecc..),
c’è perciò libertà di entrata nel mercato,
i produttori possono essere tanti ma di medie dimensioni e fissano il prezzo
(es. mark-up sul costo unitario di produzione) sono cioè Price-Makers.

P=(1+σ)(am+aw);
dove (1+ σ) è il mark-up
( il rapporto tra il prezzo di un bene o servizio e il suo costo calcolato
come differenza tra prezzo e costo ma rapportati al prezzo );
am= costo unitario materie prime;
aw=costo unitario del lavoro.

MERCATO DEL LAVORO


Come in tutti i mercati, anche in quello del lavoro troviamo sia la domanda che
l'offerta.L’OFFERTA del fattore lavoro è decisa dai potenziali lavoratori.
La DOMANDA del fattore lavoro viene invece decisa dalle imprese.
La funzione di produzione avrà, in questo caso, il lavoro come fattore variabile e il
capitale come fattore fisso:
Y=F(K,L)
(L'output Y è in funzione del lavoro e del capitale con K fisso, L variabile)
Cosa succede alla produttività del lavoro?
L’output crescerà al crescere dell’input variabile, ma meno che proporzionalmente
(dalla funzione di produzione ricaviamo la produzione del lavoro, che dobbiamo poi
confrontare con il prezzo(fisso) ovvero la relazione tra la quantità di fattori utilizzata per
produrre un bene e la quantità prodotta di quel bene)
(K e L sempre decrescenti )

26
decima lezione

L’impresa domanderà lavoro in modo da massimizzare il profitto cioè


uguaglierà al margine il costo del lavoro, (rappresentato dal salario W)
alla produttività (rendimento) del lavoro PMGL
DOMANDA DEL FATTORE LAVORO W=PMGL
(condizione di ottimo tra salario e produttività)
La domanda sarà decrescente rispetto al lavoro.

La curva di offerta O indica la quantità di un bene che i produttori sono disposti a vendere
per ogni livello di prezzo presente sul mercato. La curva è crescente perché più alto è il
prezzo, maggiore è la quantità che le imprese desiderano produrre e vendere.

27
Macroeconomia; UNDICESIMA LEZIONE; 19/10/21;

Ripasso lezione precedente:


Il mercato del lavoro è un modello semplice che analizza la domanda del lavoro. Come
tutti i mercati(quello dei beni ecc) anche per il lavoro abbiamo un'offerta fatta dai lavoratori
e una domanda fatta dagli imprenditori.
Al cresce dell'input, l'output crescerà ma meno che proporzionalmente.
L'impresa assume per massimizzare il profitto
La domanda del fattore lavoro: W=PMGL
La curva di domanda è decrescente: le imprese assumono più lavoratori se diminuisce il
salario. Abbiamo la funzione inversa rispetto al costo dei lavoratori.
Nella curva aggregata del lavoro, sommiamo tutte le domande di lavoro.

L'Offerta di Lavoro

Consideriamo un mercato del lavoro in concorrenza imperfetta dove cioè la


contrattazione circa il salario (w) e il numero di ore di lavoro viene deciso dal potenziale
lavoratore direttamente con il datore di lavoro (in assenza cioè di sindacati)
Immaginiamo che il colloquio avvenga faccia a faccia senza un contratto collettivo.
In concorrenza perfetta, bisogna autonomamente concordare orari lavorativi e stipendio.
Non abbiamo quindi, potere di mercato sull'offerta. Chi cerca lavoro, può stabilire un
orario, in base ai suoi interessi, tenendo conto che più lavora meno tempo avrà per il suo
tempo libero e che più sceglierà di lavorare più sarà stanco.(costo opportunita:se si
impega tempo a lavorare non si potrà spendere quel tempo in
altro). Il potenziale lavoratore potrà quindi offire liberamente un certo ammontare di
ore di lavoro (N) sapendo però che esiste un trade-off tra lavoro e tempo libero.
Più ore di lavoro offre, meno tempo libero gli rimane (!!).
Ma solo se lavora percepisce un salario (W) e quindi può consumare.
Il salario rappresenta quindi il costo opportunità al tempo libero.
Quindi essendo libero di scegliere, l’agente maxU (massimizzerà la sua utilità) quando il
SMS ((pag16)saggio marginale di sostituzione tra lavoro(N)e tempo libero (l)) uguaglierà la
sua remunerazione cioè il salario (W).
Si offriranno più ore se e solo se si otterranno più soldi.
Se il salario sarà perfettamente flessibile abbiamo l'equilibrio D=O;
La condizione SMS(l,N) = W rappresenterà quindi la sua offerta di lavoro,
che sarà crescente al crescere del salario.
Cioè il potenziale lavoratore sarà disposto ad offrire più ore di lavoro (cioè a rinunciare al
tempo libero) solo se cresce la remunerazione.

Aggregando tutte queste condizioni si ottiene la curva di offerta aggregata di lavoro (Ns)
(vedi grafico)

28
undicesima lezione

Posizioniamo sulle ascisse il salario W e sulle ordinata Nd(domanda del lavoro) e


Ns(offerta del lavoro). WE è il nostro salario di equilibrio che si interseca con il punto di
ascissa N che è il numero di lavoratori. Si incontreranno in un punto E=punto di equilibrio
che è anche il punto di intersezione delle due rette Ns e Nd.
Affianco a N troviamo Lf ovvero la forza lavoro(tutti quelli che possono offrire lavoro).
La forza lavoro è più alta del livello di occupazione di equilibrio: ho più disoccupati.
LF-N=disoccupati volontari.
Nei disoccupati volontari troviamo anche le donne che smettono di lavorare al secondo
figlio: non offrono lavoro perchè lo stato non le aiuta.
CONDIZIONE DI OTTIMO = SMS(I,N)=W
remunerazione=sacrificio al lavoro e dipende dal costo opportunità.

Vediamo ora un' importante distinzione:


1.Disoccupazione volontaria (Uv)
2.Disoccupazione involontaria (UI)
Dal punto di vista grafico la Uv (il livello della disoccupazione volontaria) sarà pari a:
(forza lavoro complessiva «labor force»)-(occupazione di equilibrio): LF-N.
Ricordo che in corrispondenza ad N in ascissa abbiamo:
Nd=Ns (domanda di lavoro=offerta di lavoro)

La disoccupazione volontaria(UV) è costituita da tutti coloro che sono volontariamente


disoccupati, nel senso che NON offrono lavoro al salario di equilibrio
(o perché non hanno bisogno di lavorare o perché considerano il salario di equilibrio
«troppo basso» per indurli ad offrire ore di lavoro).

N.B. In questo modello di mercato del lavoro, se il salario reale (w) fosse perfettamente
flessibile si potrebbe avere solo disoccupazione volontaria (Uv).

29
undicesima lezione

I disoccupati involontari (UI) che invece non trovano domanda: portano al disequilibrio.
Ad esempio quando le imprese non riescono ad offire una posizione lavorativa perchè
l'offerta del lavoratori ha un salario troppo alto.
Bisogna allora fare un taglio sui salari per ristabilire l'equilibrio.
Definiamo il tasso di disoccupazione : u=(LF-N)/LF=U/LF
il tasso di disoccupazione è dato dalla forza lavoro meno il numero di occupati
fratto la forza lavora che è uguale a U(disoccupati volontari + disoccupati involontari) fratto
la forza lavoro.

In questo grafico abbiamo W1 che può essere in questo caso fissato da accordi sindacali
che è più alto del salario di equilibrio. Ciò implica che i lavoratori non otterranno un lavoro
perchè le imprese non sono disposte a pagare uno stipendio così alto e quindi i futuri
lavoratori rimarranno disoccupati involontari.

Keyns ci dice che se tutte le imprese presentassero un aumento di disoccupati e


dovessero decidere di tagliare i salari:
in microeconomia questo non avrebbe grosse problematiche.
Ma a livello macroeconomico creerebbe più gente senza reddito che perciò non potrebbe
consumare sul mercato andando a discapito dei produttori con un abbassamento di
domanda sull'offerta prodotta.

30
Macroeconomia; DODICESIMA LEZIONE; 20/10/21;

Ripasso lezione precedente


Se i salari sono perfettamente flessibili abbiamo l'equilibrio.
N e WE si incontrano nel punto E (market cleaning).
Con la forza lavoro>del livello di occupati la disoccupazione è volontaria(tutti coloro che
al salario di equilibrio non offrono lavoro: mamma con 2 figli, ricchi di famiglia).
I disoccupati involontari: coloro che offrono lavoro ma non trovano la domanda da parte
delle aziende che li soddisfa. Troviamo quindi w1 salario imposto dai sindacati.
La differenza di w1-wE ci darà i disoccupati involontari.
I sindacati hanno voluto w1 più alto? Hanno creato disoccupazione, quindi bisogna
tagliare i salari.
La critica di Keys ci dice che siamo controproducenti a tagliare i salari.
Cosa fare allora? Bisogna sostenere la domanda.(con investiemnti publici)

La presenza del sindacato introduce potere di mercato dal lato dell’offerta di lavoro
(a parità di occupazione il salario in presenza di «contrattazione collettiva» sarà maggiore
rispetto al caso del salario «individuale»)
Ma i sindacati hanno solo la funzione di poter «spuntare» salari più alti??
Storicamente hanno avuto altri ruoli…tutela della salute dei lavoratori, dignità delle
condizioni di lavoro, regolamentazione dei contratti di lavoro. I salari reali sono quindi più
alti rispetto all’equilibrio standard solo in presenza di sindacato??
NO! Possono esserci altre cause… noi ne vedremo 2:
1. SALARI DI EFFICENZA;
2. DIFFERENZA TRA INSIDER E OUTSIDER.

-Nei salari di efficenza la propensione marginale al lavoro dipende dal salario.


La funzione di produzione diventa: Y=F(e(w)N) con e’(w)>O;
se il lavoratore è ben retribuito la sua produttività sarà maggiore
'e' sarà l'effort ovvero lo sforzo.
Elevati salari implicano la selezione di personale altamente qualificato, oppure personale
molto «efficiente» e quindi con elevata produttività.
Ne deriva che il salario di efficienza che sono disposte a pagare le imprese è più elevato
(wef) rispetto a quello in corrispondenza all’equilibrio standard (wE) ed è rigido vs. il
basso, cioè:
se: wef> wE → Nef < N

-La differenza tra insiders e ousiders


(cioè tra chi è già all’interno della imprese e chi è ancora in cerca di occupazione).

Gli insiders sono più produttivi degli outsiders, perchè lavorando nell'azienda sono più
formati. Ci sarebbero altrimenti dei costi di turnover per trasformare un outsiders in
insiders. Le imprese preferiscono far fare gli straordinari agli insiders e pagarli di più
piuttosto che sostenere costi eccessivi di turnover.

31
Macroeconomia; TREDICESIMA LEZIONE; 25/10/21;

Macroeconomia monetaria e finanziaria:


se le imprese non hanno capitale non si può attivare il processo produttivo.
Nell'economia monetaria il processo economico è incentrato sulla moneta che
appunto fa accedere al processo economico:

��
DENARO MERCE DENARO ��
Nella sua evoluzione la moneta si è distinta in:
-Moneta merce;
-Moneta metallo;
-Moneta cartacea 'gold standard'(convertibile)
-Moneta fiat money(non convertibile che ha potere liberatorio).
La moneta è una convenzione.
Esistono anche le Monete Virtuali come il bitcoin il sandex e la libra, che è una
moneta anonima, non tracciabile e non riconosciuta e controllata da nessuna
autorità.

Keynes, distingueva tra «real exchange economy» e «monetary economy» :


Con la Real Exchange Economy
abbiamo un processo di tipo: Merce-Denaro Merce ,
Con la Monetary economy il processo è del tipo Denaro-Merce-Denaro’ con D’>D
dove D’ è la quantità di danaro alla fine del processo produttivo mentre D è quello
all’inizio. Se non fosse maggiore saremmo in perdita
La produzione è quindi finalizzata alla realizzazione di un profitto in termini
monetari. Non si dà produzione di beni senza impiego di capitale finanziario
(proprio o preso a prestito), una volta ottenuti i beni saranno (aspettativa) venduti e
si realizzerà il profitto.
Dobbiamo avere quindi, potere d'acquisto: gente che lavora con reddito che può
consumare e favorire la domanda sui beni di produzione.

Non c'è dicotomia(separazione) tra sfera reale e sfera monetaria.Ovvero non posso
studiare la sfera monetaria senza studiare quella reale.
Nella sfera monetaria si crea il tasso d'interesse che appunto influisce la sfera
reale. Abbiamo interdipendenza tra le due e non abbiamo neanche neutralità.

FUNZIONI DELLA MONETA


-Mezzo di scambio;
-Riserva valore: scudo contro l'incertezza. Ovvero la liquidità. La metto da parte epr
quando potrà servirmi (risparmi).
-Unità di conto: denaro liquido, c/c;
-Mezzo di finanziamento: gli investimenti;

32
tredicesima lezione

FUNZIONE DOMANDA DI MONETA


Md = L( i, Y )

La domanda di moneta è uguale alla liquidità(L) in funzione di 'i' tasso di interesse e del
reddito 'Y'.
Questa funzione sarà direttamente proporzionale al reddito e inversamente proporzionale
al tasso di interesse.
Al crescere del reddito cresceranno anche gli scambi.
La domanda per le transazioni dipende quindi dallo scambio di moneta: dal reddito.
La domanda di moneta è invece inversamente proporzionale al tasso d'interesse poichè la
liquidità (L) non ha incentivi di tasso d'interesse. Anche perchè, se chiedo un presto
in banca e il tasso d'interesse è alto io chiederò meno liquidità.
(L'obligazione non è una liquidità)
Acquistare Obligazioni di un'azienda vuol dire finarziarla.
Acquistare Azioni di un'azienda vuol dire possedere una percentuale dell'azienda.

Y = spesa in termini reali, se è più alta è più utile detenere moneta


(per poter fare molti pagamenti nel periodo).
Se i è più alto, detenere moneta ha maggiore costo opportunità,
ed è meglio detenerne meno.
P = indice dei prezzi dato che ci dice che i prezzi non variano tutti i giorni
(nel breve i prezzi sono fissi o vischiosi. es: ci sono i menu costi).

Si dice anche che la 'moneta scotta' nel senso che quando la possiedo poi subito dopo,
me ne libero per comprare qualcosa.

Grafico Domanda di Moneta parametrica rispetto al reddito


(varia in base al variare del reddito)

Nel grafico della Domanda di moneta andiamo a mettere sulle ordinate il tasso d'interesse
'i' e sulle ascisse la domanda di moneta. La nostra funzione L(i,Y) sarà decrescente.
Guarda grafico, man mano che il tasso di interesse scende, la domanda di moneta
umenterà. Crescera al crescere del reddito.

33
tredicesima lezione

In questo grafico andiamo a notare come un Y2(reddito)>Y1 farà salire la domanda


e la sposterà verso l'alto.

La domanda di moneta Md è la domanda di uno stock che si usa per flussi di pagamento:
La moneta si sposta da compratore a venditore ma resta nel sistema, cioè circola,
non si consuma, non genera direttamente utilità.
Ha funzioni di mezzo di scambio, riserva di valore, unità di conto.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
OFFERTA DI MONETA NOMINALE (Ms)

Ms è offerta di moneta nominale;


(Ms/P è un'offerta di moneta reale)
P=menù costi;
L'offertà nominale è dara dall'offerta di moneta fratto i prezzi stabiliti di mercato.
Le banconote circolari e soprattutto depositi in conto corrente presso le banche
commerciali: sono liquidi, e sono passività delle banche.
Nell’attivo le banche hanno invece i prestiti, le obbligazioni, e anche le riserve :
banconote.
E' attivo chi da un prestito e passivo chi lo chiede e lo deve pagare.

34
Macroeconomia; QUATTORDICESIMA LEZIONE; 26-10-21;

Ripasso sfera monetaria: Utilizziamo un processo economico del tipo:


denaro-merce-denaro;
Le funzioni che il denaro può avere sono: denaro di scambio, di riserva valore, di unità di
conto e di mezzo di finanziamento.
La domanda di funzione di moneta dipende direttamente dal reddito e indirettamente dal
tasso di interesse che dipende dal costo opportunità.

La Domanda Monetaria può quindi essere :


Domanda Monetaria è Speculativa se dipende inversamente dal tasso di interesse;
Domanda Monetaria per Transazioni quando dipende direttamente dal reddito
(La moneta è riserva di valore);
Domanda Monetaria Precauzionale è detta 'Ombra' quando la moneta viene considerata
come scudo contro l'incertezza (riserva per il futuro)
Gli agenti possono avere più liquidità se hanno più incertezza.
Bisogna differenziare però l'incertezza
dal rischio(che può essere quantificato:es premio assicurazione)
Questa moneta scudo contro l'incertezza c'è ma non si vede perciò non possiamo scrivere
un'equazione. Esiste però, la preferenza di liquidità sull'incertezza sicura.

L'Offerta monetaria è decisa dalla banca centrale (è esogena) e può essere nominale Ms,
oppure reale Ms/p.
Per offerta monetaria s'intende la somma del circolante(cash)+depositi(c/c).

EQUILIBRIO NEL MERCATO MONETARIO

L'equilibrio nel mercato monetario è dato dal luogo dei punti dove Ms s'incontra con Md.
La funzione di Domanda Monetaria Md=L(i,Y)
è decrescente e dipende inversamente dal tasso d'interesse.
La funzione di Offerta Monetaria Ms
è esogena ed è rappresentata da una retta parallela all'asse delle ordinate poichè
essendo controllata dalla politica monetaria è perfetta.
IE è il tasso di interesse d'equilibrio(market cleaning): condizione di equilibrio.

35
quattordicesima lezione

Guarda grafico: Se il tasso d'interesse è più alto di iE(tasso d'interesse di equilibrio):


abbiamo un eccesso di offerta e il tasso scenderà.

Se il tasso d'interesse è più basso di iE(tasso d'interesse di equilibrio)


abbiamo un eccesso di domanda e il tasso salirà.
IE è il punto sull'ordinata dove la domanda monetaria=all'offerta monetaria.

VARIAZIONI DEL REDDITO CREANO VARIAZIONI DEL TASSO D'INTERESSE

Più aumenta il reddito, più posso fare domanda più il tasso d'interesse aumenta.
viceversa
Più diminuisce il reddito, meno domanda posso fare e perciò il tasso d'interesse scende.

La curva di domanda di moneta, dipende dall'incertezza.


Quindi la moneta precauzionale influisce.
Se l'effetto ombra sale, la curva avrà variazioni a parità di reddito.

Manovre di Politica Economica

La politica economica si divide in


politica economica fiscale, decisa dal governo(aumento della spesa publica);

e politica economica monetaria, decisa dalla banca centrale


(variazioni dello stock di moneta)

Le manovre di politica monetaria possono essere :


restrittive:aumento tassi d'interesse;
espansive:diminuzione di tassi d'interesse.

36
quattordicesima lezione

STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA

.Manovra del refi(tasso di rifinanziamento): Se le banche commerciali hanno bisogno di


un prestito si rivolgono alla Banca centrale. Quest'ultima però gli farà pagare un tasso
d'interesse sul prestito fatto. In questo caso, la banca centrale sarà attiva nei confronti
della banca commerciale. A sua volta se un imprenditore chiederà un prestito alla banca
commerciale dovrà tener conto del tasso di interesse. Le banche commerciali(che erano
passive nei confronti della banca centrale) diventeranno attive nei confronti
dell'imprenditore scaricheranno il tasso di interesse dato dalla banca centrale proprio sul
creditore.

.Operazioni sul mercato aperto (cenni al QE quantitative easing cf. M. Draghi):


sono costituite dall'acquisto o dalla vendita di titoli da parte della Banca Centrale.
Acquistando titoli di stato cederà moneta:
se acquista titoli di stato ritira moneta.
Il QE è uno strumento non convenzionale di politica monetaria espansiva utilizzato dalle
banche centrali. Viene messo in atto per stimolare la crescita economica, quella della
produzione, dell'occupazione. Facendo parte della politica monetaria espensiva porta ad
un abbassamento di tassi d'interesse.

.Manovra del coefficiente di riserva obbligatoria: le banche devono accantonare una


parte di depositi fatta dai propri clienti. Poichè se qualcuno vuole riscuotere parte del
deposito fatto le banche devono poter avere i soldi.
La banca centrale può agire sull'offerta di prestito delle banche: se la banca centrale
aumenta il coefficente di riserva obbligatorio riduce la possibilità di dare prestiti.

Esempio politica espansiva

Esempi di politica monetaria espansiva sono: 1. acquisto di titoli di stato da parte della BC,
2. abbassamento del refi, 3. abbassamento del coefficiente di riserva obbligatoria:

1.acquisto di titoli da parte della BC (acquista titoli e cede moneta: Ms aumenta):


avremo quindi M1>M0 perciò i1<i0 (n. b. il contrario avverrebbe con la vendita di titoli,
trattandosi di una misura restrittiva anziché espansiva cioè M1<M0)

37
Macroeconomia; QUINDICESIMA LEZIONE; 27-10-21;

Variazione del tasso di interesse 'i'

La variazione nel tasso di interesse i, influenzerà anche la sfera reale,


infatti la domanda effettiva e quindi il reddito di equilibrio dipendono
anche dalla posizione della curva la cui intercetta è proprio A-bi.
Quindi se i1 < i0 la curva di domanda aggregata si sposterà verso l’alto facendo salire il
reddito (Y): Y**>Y*

Bisogna capire perchè c'è l'assenza di dicotomia tra sfera reale e sfera monetaria. Il tasso
d'interesse 'i', nasce nella sfera monetaria ma finisce per condizionare anche la sfera
reale, influenzando le variazioni di stock di capitale appartenenti proprio alla sfera reale.

In che modo invece la sfera reale influenza la sfera monetaria?


La domanda di moneta dipende direttamente dal reddito. Il reddito Y nasce dalla domanda
dei beni che fa parte proprio della sfera reale. Quindi, nel mercado dei beni dobbiamo
considerare anche il tasso di interesse che nasce nel mercato monetario. Prendiamo la
formula della domanda aggregata(sfera reale) D=(A-bi)+cY e teniamo fisso A per vedere le
variazioni di i. Considerando una manovra di politica espansiva(diminuizione di tassi di
interesse) avremo un aumento della domanda aggregata. Quindi:
i1>i0. Perciò possiamo affermare che una riduzione di i inciderà anche sulla sfera reale.
(più investimenti, più reddito, + lavoratori)

38
quindicesima lezione

Analizzando il gradico ci accorgiamo che è il grafico della domanda effettiva e del reddito
di equilibrio. Troviamo, la bisettrice Y=D che parte dall'origine, più tre rette che partono
dalle ordinale. Prima retta verde, avrà l'intercetta (A-bi), quella nera, (A-bi1) e quella rossa
(A-bi3). Il tasso d'interesse i2<i3 e questo provocherà un aumento della domanda
aggregata spostandola verso sopra.
Più il tasso di interesse scende più il reddito sale e viceversa.
Se l'incertezza(domanda monetaria precauzionale, shadow) aumenta, la domanda e
quindi il tasso di interesse aumeterà.

Modello AD-AS: Possibilità di variazione dei prezzi


Andiamo ad analizzare la domanda aggregata(AD) e l'offerta aggregata(AS) ma a
differenza di come le abbiamo già analizzate(a prezzi fissi),
li consideriamo a prezzi variabili.
Noi sappiamo, che in concorrenza imperfetta, i prezzi sono più alti dei costi di produzione.
Il prezzo finale è un Mark-up sul costo unitario del lavoro.

In un contesto di concorrenza imperfetta:


P= (1+σ)(am+aw)
dove: (1+σ) mark-up;
am: costo unitario delle materie prime;
aw: costo unitario del lavoro.
Se i Prezzi possono variare allora dovremo considerare le grandezze in termini reali
anziché nominali. Introducendo nel lungo periodo i prezzi che variano avremo che
l'Offerta Monetaria Nominale Ms (a prezzo fissi), diventerà
l'Offerta Monetaria Reale Ms/P (a prezzi variabili);
Graficamente essa sarà perciò parametrica rispetto al livello dei prezzi (P) oltre che, come
già visto nelle lezioni precedenti, rispetto allo stock M.

39
Macroeconomia; SEDICESIMA LEZIONE; 02-11-21;

La riduzione nell’offerta reale di moneta farà aumentare il tasso di interesse ' i '

Con l'introduzione dei prezzi variabili andiamo a rendere l'offerta Nominale Ms


in reale: dividendo per i prezzi Ms/P. Guarda grafico: se P1>P0 avremo che il rapporto
(M/P1) < (M/P0) e quindi possiamo affermare che i1>i0; la riduzione nell’offerta reale di
moneta farà aumentare il tasso di interesse ' i '.Se ci troviamo nel punto A e i prezzi
saliranno, l'offerta di moneta reale scenderà e il tasso aumenterà. La variazione che ci
sarà tra i0 e i1 avrà effetti sugli investimenti. Più salirà il tasso d'investimento, meno
investimenti si faranno e con un abbassamento del reddito. Quando i prezzi e quindi gli
interessi salgono investimenti e reddito scendono: Rapporto inversamente proporzionale.

Domanda Aggregata con Prezzi Flessibili

Il grafico che rappresenta la domanda aggregata è descrescente : se il prezzo P sale,


Ms/P, diminuisce, quindi 'i' sale, caleranno così gli investimenti e quindi il reddito (output).
Abbiamo sull'asse delle ascisse il reddito e su quello delle ordinate i prezzi.
L'inclinazione di AD dipende ta tanti fattori con un bum di investimenti, la domanda
aggregata salirà spostandosi verso l'alto. Con un aumento della spesa pubblica ancora si
sposterà verso l'alto e viceversa. E anche con un taglio delle tasse si posterà verso l'alto e
viceversa.

40
sedicesima lezione

Offerta Aggregata con Prezzi Flessibili

Per offerta affregata, s'intende l'output di tutte le imprese ed è crescente al crescere dei
prezzi finché Y<Ymax (Ymax pieno utilizzo della capacità produttiva, costo materie prime)
Analizziamo il grafico abbiamo sulle ordinate i prezzi e sulle ascisse il reddito. La funzione,
crescendo, arriverà in un punto a diventare vesticale: ciò avviene, quando le imprese
hanno utilizzato tutto, ovvero si dice che l'output è massimo. L'inclinazione di AS dipende
da tanti fattori: se aumentasse il costo del lavoro (aw) o il costo delle materie prime(am) si
pensi agli shock petroliferi, oppure alle rivendicazioni salariali ecc… tutto ciò, farà spostare
la curva verso l’alto (n.b. ciò significa che l’offerta aggregata si riduce!);
Oppure, al contrario, riduzioni del costo del lavoro, del costo delle materie prime, fanno
spostare la AS verso il basso (aumento della AS!)

Esempio grafico dello spostamento della Domanda Aggregata:

Il grafico ci dimostra, come un boom nei consumi o negli investimenti, un aumento


persistente della spesa pubblica, ecc… ci farà spostare la domanda aggregata
(AD,..AD’, AD’’): la curva di domanda aggregata (AD) si sposterà verso l’alto: e
aumenteranno sia il Y che i P.

41
sedicesima lezione

Esempio grafico dello spostamento dell' Offerta Aggregata:

Il grafico ci dimostra come aumentando il costo del lavoro o il costo delle materie prime;
l’offerta aggregata si riduce, diminuirà il reddito-output- Y- e aumenteranno i P. Infatti,
diminuendo il reddito e aumentando i prezzi, graficamente, la retta si sposterà verso l'alto.

INFLAZIONE
In economia, per inflazione si indica l'aumento prolungato del livello medio generale dei
prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione
del potere d'acquisto della moneta.

∆P/P=(Pt-Pt-1)/(Pt-1)
La formula ci dice, che l'inflazione è data dalla variazione del prezzo fratto il prezzo.
Per variazione del prezzo intendiamo 'il prezzo al tempoUno(es 2021) Pt' meno 'il prezzo
al tempoUno-1(es 2021)Pt-1' fratto il prezzo al tempoUno-1(es 2021)Pt-1.
Consiste in una variazione del livello di prezzo.

Inflazione da costi: L'aumento dei prezzi, provoca un aumento dei costi di produzione.
Es. inflazione da costi: un aumento del prezzo del petrolio farà salire il prezzo delle
materie prime (am) poiché:
P=(1+µ) (aw+am)
allora se am sale avremo un aumento di P e poiché l'inflazione=ΔP/P avremo un aumento
dell’inflazione. Se poi i salari, w, si adeguano alla inflazione per mantenere inalterato il
potere di acquisto dei lavoratori, questo potrebbe far salire ulteriormente i prezzi e quindi
l’inflazione (spirale inflazionistica da costi). Nel grafico sottostante possiamo notare
l'aumento dell'offerta aggregata a fronte dell'inflazione da costi che è dovuta a tutti i fattori
sopra spiegati.

42
sedicesima lezione

Es. inflazione da costi:

Nel seguente grafico possiamo notare quindi, gli spostamenti che subisce AS a causa
dell'inflazione da costi.
Inflazione da domanda: L’inflazione da domanda, o inflazione da eccesso di domanda, si
verifica quando la domanda globale è troppo alta rispetto alla produzione. Le imprese a
quel punto sono disposte soddisfare l’aumentata domanda da parte dei consumatori solo
in cambio di un incremento dei prezzi.

Nel grafico, notiamo come un eccesso di domanda, farà salire i prezzi e quindi anche la
retta AD salità in corrispondezza all'aumento del prezzo.

43
sedicesima lezione

DEFLAZIONE
La deflazione è, in macroeconomia, una diminuzione del livello generale dei prezzi, che
genera un incremento del potere d'acquisto della moneta.
Il fenomeno opposto si definisce inflazione. La deflazione non è più un aumento generale
dei prezzi, ma un crollo. E' molto più dannosa dell'inflazione, perchè porta alla depressione
economia.

L'Inflazione ci dice:
Se salgono i prezzi, chi è creditore ha una riduzione di potere d'acquisto.
Chi ha un debito invece, cede meno potere d'acquisto:
infatti diminuisce l’onere del debito in termini reali e riduce il tasso di interesse reale.
E’ distorsiva sui prezzi dei beni e quindi sull’allocazione delle risorse.
Possiamo dire quindi, che favorisce i debitori.

La deflazione invece,
penalizza i debitori e aiuta i creditori.
Con la deflazione avremo anche, che la PMC(propensione al consumo e all’investimento)
dei debitori è maggiore di quella dei creditori, quindi se ci si trova in deflazione i 'C' e gli 'I'
crollano perché è aumentato l’onere del debito in termini reali per le famiglie e per le
imprese. In più, se poi l’aumento nell’onere del debito in termini reali porta al fallimento dei
debitori, anche i creditori (comprese le banche) saranno penalizzati (non essendo in grado
di recuperare tutto il loro credito), con effetti negativi e persistenti sul Y e sulla N.Sarà un
circolo vizioso, la PCM scende, allora vuol dire che anche il reddito è sceso e anche i
consumi. Nel momento in cui falliscono tante imprese tutte si rivolgeranno alla banca ma
non riusciranno ad ottenere il denaro, perchè anche la banca avrà serie problematiche da
gestire. Entra in gioco perciò, la banca rotta. Più le imprese abbassano i prezzi dei prodotti
per far fronte al debito e più stanno contribuendo alla deflazione

44
Macroeconomia; DICIASSETTESIMA LEZIONE; 03-11-21;

IL MODELLO MACROECONOMICO IN UN SISTEMA APERTO


AGLI SCAMBI CON L’ESTERO

Consideriamo 3 «settori/aree» della macroeconomia:

A) Offerta e domanda di beni e servizi;


B) Offerta e domanda di moneta;
C) Scambi con l’estero di beni, di servizi e di capitali (investimenti di portafoglio);

Questo ci consente di poter scrivere 3 equazioni (modello macro in economia aperta):

1.Y= C(Yd) + I(i) + G + (X(IC,Y*) - M(IC,Y));


(esportazioni nette)NX=(saldo bialancio commerciale)SBC=(X-M)[pag5.];
Yd=Y-TA[ pag9];
IC=Indice di competitività

2. M=L(Y,i)

3. SBP=(X(IC,Y*)-M(IC,Y))+MC;
MC=Ek-Uk;
Ek=afflusso; Uk=deflusso
Y=reddito interno «domestico»
Y*=reddito estero
Analizziamo la prima equazione: condizione di equlibrio in economia aperta

1. Y= C(Yd) + I(i) + G + (X(IC,Y*) - M(IC,Y));


L'offerta/output 'Y' sarà uguale al consumo 'C' che sarà dipendente
da Yd(reddito disponibile: Yd=Y-TA: il reddito – le tasse TA) più
l'investimento ' I ' in funzione dal tasso di interesse ' i '
(che rappresenta implicitamente la formula dell'investimento I=io-bi) più
la spesa pubblica G che è esogena più
le esportazioni ' X ' in funzione di IC: indice di competitività e di Y*: reddito estero meno
le importazioni ' M ' in funzione sempre di IC: indice di competitività e di Y: reddito interno.
Se migliora la competitività espertermo di più.
Se sale il Pil del paese B(Y*) il paese A(Y) esporterà di più.
Se il consumo C migliora si esporta di più e si imoprta di meno.
Il consumo C dipende direttamente dal reddito Yd.
Gli investimenti ' I ' dipendono inversamente dal tasso di interesse ' i '
Le sportazioni 'X' dipendono inversamente dall'indice di competitività IC: se peggiora
esporto di più, le migliora esporto di meno e direttamente dal reddito estero Y*: se cresce
esporto di più, se diminuisce esporto di meno.
Le importazioni 'M' dipendono inversamente dal tasso di competitività IC: se peggiora
importo di più, se migliora importo di meno e direttamente dal reddito domestivo Y: se
aumenta importo di più e viceversa.

45
diciassettesima lezione

Analizziamo la seconda equazione: Equilibrio domanda moneta


2. M=L(Y,i)[pag33]
Se il tasso di interesse ' i ' aumenta tendo ad avere più liquidità.

Analizziamo la terza equazione: Saldo bilancia dei pagamenti


3. SBP= (X(IC,Y*) - M(IC,Y)) +MC
Il sando della bilancia dei pagamenti è uguale alle esportazioni X in funzione di IC(indice di
competitività) e da Y* (reddito estero) meno le importazioni M in funzione sempre di
IC(indice di competitività) e questa volta di Y (reddito domestico) più
MC(movimenti capitali).
MC=afflussi(entrate:america compra titoli in euro) - deflussi(uscite: compro titoli esteri).
Afflussi= EK;
Deflussi= UK

TASSO CAMBIO NOMINALE


Con ' E ' che sta per Exchange intendiamo il prezzo della valuta estera:quanti euro
devo dare per avere un dollaro? Ci vogliono 0.80 € per 1 $. Se vogliamo invece usare la
conversione da dollaro a euro dobbiamo usare il reciproco ovvero 1/E.
Se oggi ci vogliono 0.80 € per 1 $ e domani ci vorranno 0.70 per 1 $ vuol dire che p salito
il prezzo della valuta estera: l'euro si è svalutato. Se l’euro si apprezza invece, rispetto al
$, significa che il $ si deprezza rispetto all’euro.

Domanda e offerta di valuta estera e tasso di cambio nominale di equilibrio

La domanda di valuta estera DV viene effettuata da chi importa dagli Stati Uniti;
l'offerta di valuta estera OV viene effettuata dagli italiani che esportano.
Possiamo quindi affermare:

Dv=f(M,Uk)
La Domanda di valuta estera Dv è in funzione delle importazioni M e
dai deflussi(uscite) Uk.

Ov=f(X,Ek)
L'Offerta di valuta estera Ov è in funzione delle esportazioni X e degli afflussi(entrate) Ek
Il tasso di equilibrio sarà determinato dalla condizione Dv=Ov
'E' (exchange rate) varia continuamente al variare di Dv e Ov.

Es: se Dv sale, a parità di Ov, 'E ' salirà :cioè l’euro si deprezza: devo dare più euro per
avere 1 $.

46
diciassettesima lezione

Tasso di cambio di equilibrio: E*

Costruendo il grafico, poniamo la domanda di valuta estera Dv e l'offerta di valuta estera


Ov sulle ascisse e il tasso di cambio nominale E sulle ordinate. Aggiungendo poi le curve
di Dv(decrescente ) e Ov (crescente al crescere della valuta estera) troviamo un punto di
incontro che sulle ascisse sarà dato da Dv=Ov(punto di equilibrio). Lo stesso punto sulle
ordinate ci farà trovare E* (tasso di cambio in equilibrio che ci darà il market cleaning).

Trovandoci in equilibrio sul mercato delle valuta estera cosa succederebbe se


aumentassero le esportazioni? Avremo un aumento dell'Offerta di valuta e avendo un
aumento dell'offerta avremo perciò una diminuizione del prezzo.

47
Macroeconomia; DICIOTTESIMA LEZIONE; 08-11-21;

Breve riassunto: in un mercato asperto con gli scambi dobbiamo considerare le


esportazioni, le importazioni e i movimenti capitali.

SBC=(X-M):
il saldo della bilancia commerciale è dato dalle esportazioni al netto delle imoprtazioni.

SBP=(X-M)+MC;
il saldo della bilancia dei pagamenti è dato dalla esportazioni al netto delle importazioni più
i movimenti capitali MC(intesi come movimenti di portafoglio:attività finanziarie).

MC=Ek-Uk;
Movimenti capitali= afflussi – deflussi;

Se crescerà il Pil americano esporteremo di più e viceversa.


Il Tasso di cambio Nomiale E ci dice quanti euro ci vogliono per 1 $.
Se il numero di euro per 1 $ salirà, vuol dire che l'euro verrà deprezzato.
Se il numero di euro per 1 $ scenderà, vuol dire che l'euro verrà apprezzato.
Il cambio dipenderà da domanda e dall'offerta di valuta estera.
Domanda Dollari: chi importa es palloni da basket dall'america;
(poichè anche se noi italiani paghiamo in euro, acquistando da un sito americano in realtà
stiamo pagando in dollari, per questo veniamo considerati come chi domanda dollari)
Offrirà Dollari: chi esporterà es americani che richiedono il vino italiano.
(offriranno dollari gli americani che richiederanno es vito italiano. Anche se noi riceveremo
il pagamento in euro, loro staranno offrendo dollari che verranno poi convertiti in euro).

Anche gli afflussi e i deflussi contribuiranno ad un aumento della domanda e


dell'offerta di valuta estera:

I deflussi Uk ovvero le uscite sono caratterizzati dai cittadini italiani che comprano titoli
americani ci daranno un'aumento di domanda di dollari.
Gli afflussi Ek invece, ovvero le entrate sono date dagli americani che comprano
obbligazioni italiani ci daranno un'aumento dell'offerta di dollari.
Quindi, ricapitolando :

DV dipende da M(importazioni) e da Uk(deflussi-uscite);

OV dipende da X(esportazioni) e da Ek(Afflussi-entrate).

48
diciottesima lezione

Un aumento delle importazioni M o dei deflussi Uk, aumenteranno Dv,


avremo quindi un deprezzamento della valuta nazionale(euro)

Considerando di essere in equilibrio con un tasso di cambio E=0.80 per 1 $:


cosa succederà al tasso di cambio se aumenteranno le importazioni o ci sarà un aumento
delle uscite di capitale(deflussi)? Aumenterà la domanda di valuta estera, ovvero
aumenterà la domanda di dollari. (lasciando l'offerta di valuta fissa)La curva di domanda si
sposterà verso l'alto. Guarda grafico:

Come possiamo notare dal grafico, posizionando in ascissa la domanda e l'offerta di


valuta estera e sulle ordinate il tasso di cambio E, riusciamo a trovare il punto di equilibrio
di tasso E*. Aumentando le importazioni avremo una crescita della domanda di valuta che
si sposterà più a destra sulle ascisse di Dv=Ov; questo comporterà un punto in ordinata
E**>E*. La curva di domanda di valuta da Dv si sposterà verso l'alto diventando DV'.
Ci fa capire che se prima avevamo fissato E* a 0.80€ per avere 1$, adesso il nostro E**
sarà ad esempio 0.90€ per avere 1$. Ciò vuol dire che dobbiamo dare più euro per avere
un dollaro ovvero: l'euro viene deprezzato.
Se viceversa, caleranno le importazioni, il tasso diminuirà e la curva di domanda si
sposterà verso il basso. Avremo in questo caso un apprezzamento dell'euro.
Se sale il prezzo del tasso di valuta estera, bisognerà dare più euro.

49
diciottesima lezione

Un aumento delle esprtazioni X o degli afflussi Ek, aumenteranno Ov:


avremo quindi, un apprezzamento della valuta nazionale.

In situazione di equilibrio, con un aumento delle esportazioni il cambio euro-dollaro


scenderà. Avremo quindi un aumento dell'offerta tenendo fissa la domanda di valuta
estera.

Possiamo notare nel grafico, che avendo un aumento delle esportazioni, l'offerta
aumenterà spostandosi verso destra e il tasso di cambio diminuirà E**<E*.

MC: movimenti capitali

I movimenti capitali sono la differenza tra gli afflussi e i deflussi.


Possiamo scrivere: MC=f(i-i*)
ovvero: i movimenti capitali sono in funzione del tasso di interesse i (domestico) -
il tasso di interesse i* (estero)
Gli MC sono influenzati da molti fattori, ma consideriamo solo il fattore principale :
il Gap nei tassi di interesse:
se i>i* gli afflussi Ek cresceranno,

se i<i* i deflussi Uk cresceranno.

50
diciottesima lezione

Considerando una situazione dove c'è la possibilità di variazione dei prezzi,


il tasso di cambio Nominale diventerà Reale;

TASSO DI CAMBIO REALE COME INDICE DI COMPETITIVITA’

Il tasso di cambio reale che andremo a definire, può essere concepito come un
indice di competitività(IC, che abbiamo trovato nelle equazioni di pag45).
Fondamentalmente, l'indice di competitività ci dice che ci produce a prezzi + bassi è più
competitivo.

Indichiamo il Tasso di cambio Reale con ɛ


ɛ=EP*/P
(Prezzi esteri espressi in valuta nazionale / Prezzi interni)

dove P*=indice dei prezzi esteri;


P= indice dei prezzi interni.
E' il rapporto tra ciò che pago in dollari e ciò che pagherei in eu ro.
Se ɛ aumenta il paese è più competitivo;
se ɛ diminuisce il paese è meno competitivo: i prezzi interni sono più alti.
Es: se il prezzo delle Tshirt in USA è di 10 $, facendo il cambio euro/dollaro avrò che
0.85=(1/1.17$). Il prezzo in euro risulterebbe pari a 8,5 Euro.

Se il prezzo in Euro delle Tshirt in Italia fosse, per es, 8Euro<8.5 , l’Italia risulterebbe più
competitiva rispetto agli USA nella produzione di Tshirt.

Se fosse invece 9Euro, l’Italia risulterebbe meno competitiva.

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