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DEFINIZIONI ECONOMIA INTERNAZIONALE

Che cosa è e di cosa si occupa l’economia internazionale?


L’economia internazionale si occupa delle interazioni economiche che avvengono tra nazioni indipendenti,
si occupa delle relazioni/transazioni tra più paesi.

I vantaggi derivanti dallo scambio


Due paesi possono commerciale tra loro in modo reciprocamente vantaggioso anche quando uno dei due è
più efficiente dell’altro nella produzione di tutti i beni e i produttori del paese meno efficiente possono
competere solo pagando salari più bassi. Il commercio internazionale permette ai paesi di specializzarsi
nella produzione di un insieme di beni più limitato, raggiungendo una maggiore efficienza grazie alla più
ampia scelta di produzione. Le migrazioni e i prestiti internazionali rappresentano altre forme di scambio
mutuamente convenienti. Lo scambio internazionale di attività finanziarie rischiose, come azioni e
obbligazioni, può portare benefici a ciascun paese, permettendogli di diversificare la propria ricchezza e di
ridurre la volatilità del proprio reddito. Il commercio internazionale può avere effetti rilevanti sulla
distribuzione del reddito. Esso può influenzare negativamente i proprietari delle risorse specifiche dei
settori che competono con le importazioni, cioè delle risorse che non possono trovare impieghi alternativi
in altre industrie.

Contabilità nazionale
Registra tutte le voci di spesa che contribuiscono a determinare il reddito e la produzione di un paese.
La grandezza di riferimento della produzione di un paese è il Prodotto nazionale lordo (PNL): “Il valore di
tutti i beni ed i servizi finali prodotti dai fattori produttivi di un paese e venduti sul mercato, in un certo
periodo di tempo”
Esso si compone di quattro aggregati fondamentali (a seconda di chi effettua l’acquisto):
1. il consumo (dei privati residenti nel paese)
2. l’investimento (delle imprese private per nuovi impianti e nuove attrezzature)
3. la spesa pubblica (acquisti dal settore pubblico)
4. il saldo del conto corrente (acquisti netti di beni e servizi nazionali da parte di operatori esteri
esportazioni nette)

PNL = viene prodotto con fattori nazionali indipendentemente dalla localizzazione.


PIL = viene prodotto entro i confini nazionali, sul territorio nazionale.

In economia chiusa il risparmio nazionale finanzia gli investimenti, il consumo stimola gli investimenti. Nel
lungo periodo la propensione al consumo alta provoca propensione agli investimenti bassa. La propensione
al consumo serve a migliorare la produzione e a garantire la sostenibilità nel lungo periodo.
In economia aperta gli investimenti possono essere finanziati prendendo prestiti da operatori esteri.
Cioè il risparmio nazionale, in economia aperta, può essere utilizzato per finanziare l’aumento delle
capacità produttive domestiche o per investire all’estero. Un paese può quindi attingere le risorse per
aumentare il proprio stock di capitale sia dal risparmio interno o, attraverso un disavanzo delle partite
correnti, indebitandosi con l’estero.

Bilancia dei pagamenti


Registra variazioni nella posizione debitoria di un paese verso l’estero e permette di valutare l’andamento
dei settori produttivi domestici che competono sui mercati internazionali.
Si compone di due conti fondamentali:
1. conto corrente: registrano tutti i pagamenti da e verso il resto del mondo: import (-), export (+),
redditi da investimenti ricevuti (+) e pagati (-), trasferimenti netti (aiuti, doni all’estero);
2. conto finanziario (afflussi e deflussi di capitale); include anche transazioni in riserve ufficiali delle
banche centrali. Specifica come avviene la copertura del disavanzo delle partite correnti. Aumento

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di attività estere detenute da cittadini del paese (-); Aumento di attività del paese detenute da
cittadini esteri (+)

Tasso di cambio
È quanto costa acquistare valuta di un prezzo diverso, è il prezzo di un'altra valuta in termini di un’altra.
Un tasso di cambio può essere espresso in due modi (es. punto di vista UE):
- Direttamente (incerto per certo): prezzo di una unità di valuta estera in termini di valuta nazionale
(0.94 € = 1 $)
- Indirettamente (certo per incerto, utilizzato in EU): prezzo di una unità di valuta nazionale in termini
di valuta estera (1 € = 1.06 $)
Esistono due tipi di variazioni del tasso di cambio:
– deprezzamento della valuta domestica: diminuzione del prezzo della valuta domestica in termini di
valuta estera: se 1 € = 1,10 $, se 1 € = 1,05 $ l’euro si è deprezzato.
Il deprezzamento della valuta di un paese: Favorisce le sue esportazioni e Rende più costose le sue
importazioni
– apprezzamento della valuta domestica: aumento del prezzo della valuta domestica in termini di
valuta estera se 1 € =1,10 $, l’euro si apprezza se 1€ = 1,20 $
L’apprezzamento della valuta di un paese: Danneggia le sue esportazioni e Favorisce le (abbassa il
prezzo delle) sue importazioni
I tassi di cambio sono determinati sul mercato valutario (mercato in cui avvengono gli scambi di valuta)
Se il tasso di cambio varia a causa del mercato deprezzamento / apprezzamento
Se il tasso di cambio varia a causa della politica monetaria della BC svalutazione / rivalutazione

Tasso di cambio reale


È il rapporto tra prezzo dei beni domestici (espresso in moneta estera) e prezzo dei beni esteri:
e = E P / P*
dove E è il tasso di cambio nominale, P e P* sono i livelli dei prezzi interni e esteri

Fattori rilevanti del commercio


1. Le dimensioni di un economia sono una variabile importante perché i paesi più grandi tendono ad
avere flussi più grandi. Le dimensioni di una economia sono direttamente legate al suo volume di
importazioni ed esportazioni. Economie più grandi producono più beni e servizi e tendono quindi
ad essere più presenti sui mercati di esportazione. Economie più grandi generano maggiori redditi
dalla vendita di beni e servizi ed esercitano quindi una maggiore domanda di beni e servizi
importati.
2. La distanza tra i mercati influenza i costi di trasporto e quindi i costi delle importazioni e delle
esportazioni. La distanza influenza inoltre i contatti personali e le comunicazioni, che possono
influire sugli scambi.
3. L’affinità culturale: se due paesi hanno legami culturali forti probabilmente avranno forti legami
economici.
4. Geografia: grandi porti e assenza di ostacoli naturali (catene montuose) rendono i trasporti e il
commercio più agevoli.
5. Multinazionali: le imprese multinazionali si localizzano in diversi paesi e generano flussi di beni e
servizi intermedi e finali
6. Confini: l’attraversamento dei confini implica espletare formalismi, consumo di tempo e spesso la
presenza di costi monetari (tariffe) e rischi di cambio

Formula del modello gravitazionale con spiegazione delle variabili della formula.
Tij = A x Yi x Yj/Dij
Tij è il valore del commercio tra il paese i e il paese y
A è un parametro costante
Yi è il reddito del paese i

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Yj è il reddito del paese j
Dij è la distanza tra il paese i e il paese j
Tale formula predice il volume di commercio tra qualsiasi coppia di paesi. Il valore del commercio tra due
paesi è proporzionale al prodotto dei PIL dei due paesi e diminuisce al crescere della distanza fra questi. Il
modello gravitazionale aiuta a scoprire le anomalie nel commercio internazionale mettendo in relazione il
commercio tra due paesi e la dimensione delle loro economie. Esso consente di rilevare il forte effetto che
la distanza e i confini internazionali giocano nello scoraggiare il commercio.

Effetti del modello gravitazionale.


Il modello gravitazionale riesce a predire in maniera significativa i flussi commerciali tra paesi.
L’effetto della distanza è significativo ma si è anche ridotto nel corso del tempo grazie ai moderni sistemi di
trasporto e comunicazione. Molte delle principali innovazioni tecnologiche hanno aumentato il commercio
ad es. la ruota, la ferrovia, le fibre ottiche… ma nonostante ciò la distanza geografica ancora ostacola il
commercio poiché è associata all’incertezza / non familiarità con i mercati di esportazione, che generano
sunk (fixed) costs; e ai Costi di trasporto che ancora non sono trascurabili.
Il modello gravitazionale funziona perché economie grandi importano molto perché hanno redditi elevati,
esse tendono ad adattare quote elevate di spesa da altri paesi perché producono una vasta gamma di beni.
Quindi i flussi commerciali fra due paesi sono tanto maggiori quanto più grande è ciascun paese.
Quando un servizio in precedenza realizzato all’interno di un paese viene spostato in una località estera,
questo trasferimento è noto come offshoring (delocalizzazione) di servizi (o outsourcing). Inoltre i
produttori devono decidere se preferiscono installare una sussidiaria estera per fornire quei servizi o
esternalizzarli.

Vantaggio comparato e assoluto. Definizione e distinzione.


Un paese ha un VANTAGGIO COMPARATO nella produzione di un bene quando il costo opportunità della
produzione di quel bene in termini di altri beni è minore rispetto agli altri paesi. Il vantaggio comparato è la
relazione tra costi opportunità di due produttori. Per costo opportunità si intende la misura di ciò a cui si
deve rinunciare per ottenere un determinato bene (es. il costo opportunità di 1 ora di lavoro è il sacrificio di
1 ora di riposo).
Un paese ha un VANTAGGIO ASSOLUTO quando riesce a produrre un bene usando una minore quantità di
fattori di produzione rispetto a un altro produttore. Ad esempio: se consideriamo come fattore produttivo il
tempo, un paese gode di un vantaggio assoluto su un altro se un ora spesa nell’assolvimento di un compito
gli frutti più di quanto frutti all’altro paese un ora impiegata nella medesima attività.

Teorema di Ricardo.
In presenza di vantaggi comparati l’apertura degli scambi fa si che ciascun paese si specializzi nella
produzione del bene in cui gode del vantaggio comparato e scambiando questo bene con l’altro paese si
producono vantaggi reciprochi.

Effetto SS.
Il teorema di Stolper-Samuelson afferma che mantenendo fisse le dotazioni dei fattori di produzione, un
aumento nel prezzo relativo di un bene genera un aumento del rendimento reale del fattore utilizzato più
intensamente nella produzione del bene in questione, mentre riduce il rendimento reale dell'altro fattore.

Teorema di Ryzchi.
Afferma che se aumenta la dotazione di un fattore produttivo (T o L) allora, per dati prezzi dei beni,
aumenta (in misura più che proporzionale) l’offerta del bene che usa intensivamente quel fattore mentre si
riduce l’offerta dell’altro bene.

Teorema H-O.
Ogni paese esporterà il bene che usa intensivamente il fattore abbondante e importerà il bene che usa
intensivamente il fattore scarso. Trarrà vantaggio dalla specializzazione chi possiede il fattore abbondante

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cioè i lavoratori. Il modello consente di considerare gli effetti distributivi del commercio. Il commercio
internazionale avvantaggia alcuni gruppi (possessori del fattore abbondante) e ne danneggia altri
(possessori del fattore scarso). È un bene aprire al commercio internazionale perché i vantaggi di chi
guadagna sono maggiori di chi perde e quindi si può avere una distribuzione.

Effetti distributivi del commercio tra economie a due fattori


Il commercio internazionale genera la convergenza dei prezzi relativi dei beni provocando effetti rilevanti
sulla distribuzione del reddito. I proprietari dei fattori abbondanti nell’economia traggono beneficio dal
commercio internazionale, mentre coloro che possiedono i fattori scarsi sono svantaggiati. Tuttavia in
teoria, ci sono comunque guadagni dallo scambio nel senso che coloro che traggono vantaggio potrebbero
compensare coloro che ne vengono danneggiati e tutti starebbero meglio. Nella realtà però il
pareggiamento dei prezzi dei fattori non avviene a causa della presenza di importanti differenze nella
qualità delle risorse, di barriere commerciali e di differenze nelle tecnologie di cui i paesi dispongono.
Nell’esempio tra la Romani e gli USA variazioni nei prezzi relativi hanno effetti rilevanti nelle remunerazioni
relative del lavoro e della terra in entrambi i paesi:
– in Romania, dove il prezzo relativo dei manufatti aumenta: I lavoratori stanno meglio ed i
proprietari terrieri stanno peggio.
– in USA, dove il prezzo relativo dei manufatti si riduce, avviene il contrario: I lavoratori stanno peggio
ed i proprietari terrieri stanno meglio.
Quindi in ogni paese, i proprietari del fattore abbondante traggono beneficio dal commercio internazionale,
ma i proprietari del fattore scarso ne sono danneggiati.

Teorema del pareggiamento dei prezzi dei fattori


Afferma che, in presenza di tecnologie identiche caratterizzate da rendimenti di scala costanti, il libero
commercio dei beni porterà alla completa equalizzazione del prezzo relativo dei fattori di produzione, a
patto che i due paesi continuino a produrre entrambi i beni. Il teorema di pareggiamento del prezzo dei
fattori non afferma che il commercio internazionale elimina o riduce le differenze internazionali nei livelli di
reddito pro-capite.

Teorema pareggiamento costi dei fattori


Afferma che esportando x ed importando y, il paese A, indirettamente, esporta lavoro (fattore di cui è
abbondante) ed importa terra (fattore di cui è relativamente scarso); proprio perché l'apertura del
commercio in A fa aumentare il prezzo di x e fa diminuire il prezzo di y, aumenterà il prezzo del lavoro (in
quanto fattore più utilizzato per produrre x) e si ridurrà il prezzo della terra (in quanto fattore più utilizzato
per produrre y).

Economie di scala
Le economie di scala si identificano in una curva di costo medio decrescente al crescere della quantità. Alla
loro origine ci possono essere:
- rendimenti di scala crescenti;
- economie di scala pecuniarie che si realizzano per via del potere contrattuale che hanno le imprese
grandi nei confronti delle imprese piccole. Più un impresa è grande e meno capacità di riserva deve
tenere in termini relativi. Se un impresa è piccola deve avere una capacità di riserva relativa che gli
garantisca la continuità.
- economie di capacità di riserva;
- effetti di costo fisso.
Le economie di scala in base al luogo dove si realizzano e alla dimensione del costo medio possono essere:
Interne si realizzano all’interno dell’impresa, diminuisce il costo medio, sono legate alla dimensione
dell’impresa.
- Il costo unitario dipende dalle dimensioni della singola impresa, ma non necessariamente da quelle
del settore nel suo complesso.

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- Le imprese grandi hanno un vantaggio di costo sulle imprese piccole e questo favorisce l’instaurarsi
di condizioni di mercato non concorrenziali.
Esterne si realizzano perché succede qualcosa intorno all’impresa (esternamente) ma all’interno del settore
produttivo es. se si opera all’interno di un distretto industriale è importante la dimensione del settore
produttivo.
- Il costo unitario dipende dalle dimensioni del settore, ma non necessariamente da quelle delle
singole imprese.
- Un settore consiste tipicamente di tante piccole imprese ed è compatibile con la concorrenza
perfetta.
Entrambi i tipi di economie di scala sono cause importanti di commercio internazionale.

Limiti del modello di concorrenza monopolistica


Due tipi di comportamento emergono nel contesto generale di un oligopolio e vengono esclusi dalle
assunzioni del modello di concorrenza monopolistica:
– comportamento collusivo: può incrementare i profitti di tutte le imprese a spese dei consumatori;
può essere gestito mediante accordi impliciti o strategie tacite di coordinamento
– comportamento strategico: viene adottato dalle imprese con lo scopo di influenzare nel modo
desiderato il comportamento delle rivali; rappresenta un deterrente all’ingresso di nuove imprese
nel settore.

Indice Grubel-Lloyd;
Il commercio internazionale è formato da due componenti:
1) commercio intra-industriale in cui si scambiano manufatti contro manufatti;
2) commercio inter-industriale in cui si scambiano manufatti contro beni alimentari.
Un modo per misurare l’importanza del commercio intra-industriale in un settore è attraverso l’indice di
Grubel-Lloyd:
I = 1 – ( |EXP – IMP |/ EXP + IMP )
Sulla base dei vantaggi comparati I = 0 (o solo import o solo export) non vi è alcun commercio intra-
industriale ma solo commercio inter-industriale.
Se importazioni = exportazioni, I = 1, massimo del commercio intra-settoriale
Il commercio intra-industriale gioca un ruolo particolarmente importante nel commercio di beni manufatti
tra paesi industrializzati, che rappresenta la componente predominante del commercio mondiale.

Dumping.
Il Dumping è in generale un pratica di prezzo predatoria. Nel commercio internazionale si concretizza
nell’azione di vendere sui mercati internazionali ad un prezzo inferiore a quello che si pratica sul mercato
interno o addirittura ad un prezzo inferiore al costo di produzione. Siamo in presenza di mercati che hanno
caratteristiche diverse (potere di mercato diverso), il livello di competizione interno è minore di quello
internazionale. Il Dumping può essere:
– Naturale: deriva da curve di domanda con elasticità diversa nei diversi mercati (più elastica nel caso
del mercato estero)
– Sporadico: i mercati sono segmentati “naturalmente” e l’impresa tenta di acquisire posizioni
concorrenziali sul mercato estero rinunciando a max i profitti o accettando perdite compensate da
extraprofitti sul mercato domestico (ad esempio perchè gode di posizione dominante).

Concetto di economie esterne e le varie tipologie.


Le economie esterne sono economie di scala che invece di riguardare una singola impresa riguardano un
intero settore e che apportano 3 vantaggi principali:
1. Fornitori specializzati: In molti settori, la produzione di beni e servizi e lo sviluppo di nuovi prodotti
richiedono l’impiego di macchinari e servizi specializzati. Un’impresa singola non costituisce un mercato
sufficientemente ampio da garantire la profittabilità di un fornitore specializzato; un gruppo localizzato di

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imprese può risolvere questo problema, creando un mercato sufficientemente ampio da incentivare la
presenza di una vasta gamma di fornitori specializzati.
2. Concentrazione del mercato del lavoro: Un distretto di imprese può generare una concentrazione del
mercato del lavoro specializzato. Ciò costituisce un vantaggio per:
– Produttori: corrono meno rischi di soffrire la carenza di manodopera
– Lavoratori: corrono meno rischi di rimanere disoccupati
1. Spillover di conoscenza: La conoscenza è uno dei fattori produttivi più rilevanti nei settori altamente
innovativi. La conoscenza specializzata, cruciale per il successo in settori innovativi, deriva da: Ricerca e
sviluppo; Studio e imitazione dei prodotti altrui; Scambio informale di informazioni e idee. La
concentrazione delle imprese in un luogo vicino fa in modo che la conoscenza sia socializzata
Una particolare forma di economie esterne sono le economie di agglomerazione. Se ne possono distinguere
tre diverse tipologie: economie relazionali di tipo transazionale; economie relazionali di tipo competitivo e
economie relazionali di tipo collaborativo.

Infant industry.
L’industria nascente è la supposizione che le industrie nazionali emergenti hanno bisogno di protezione
dalla concorrenza internazionale, fino a diventare mature e stabili. In questo caso i costi decrescono con la
produzione cumulata nel tempo invece che con il livello corrente di produzione.

I risultati distributivi del modello outsourcing.


Lo spostamento delle fasi produttive all’estero (dove i salari sono più bassi), fa crescere la domanda relativa
e i salari del lavoro qualificato, in entrambi i paesi. I risultati del modello ci dicono che, per effetto
dell’outsourcing, i paesi si specializzano nelle fasi produttive in cui è più intensivo l’uso del fattore
relativamente abbondante (e in cui quindi il suo costo è minore). Questi risultati sono identici a quelli del
modello H-O.

Conseguenze dell'outsourcing sul paese di origine e di destinazione


Le conseguenze distributive dell’outsourcing sono profondamente diverse:
i. nel modello H-O, a seguito dell’apertura degli scambi, la remunerazione dei fattori (w/r) cresce nel
paese relativamente abbondante di L (arretrato) e diminuisce nel paese relativamente abbondante di
K (sviluppato). In termini distributivi la disuguaglianza decresce nel primo paese e cresce nel secondo
ii. Nel modello di outsourcing la disuguaglianza cresce in entrambi i paesi (visto che i salari relativi degli
skilled crescono in entrambi i paesi)
Le imprese multinazionali e le imprese che esternalizzano parti della produzione in paesi esteri traggono
vantaggio dalle differenze di costo tra localizzazioni della produzione. La situazione è simile a quella
descritta dai modelli di vantaggio comparato dove la produzione a livello di settore è determinata dalle
differenze nei costi relativi tra paesi. anche le conseguenze sul benessere sono simili: ci sono guadagni
aggregati dall’aumento della produzione multinazionale e dell’outsourcing, ma anche effetti sulla
distribuzione del reddito, generando una situazione peggiore per alcuni.

Effetti distributivi modello di outsourcing.


Il modello di outsourcing per il paese A comporta (effetti distributivi): un aumento dell’offerta di lavoro, una
diminuzione del salario in equilibrio, un aumento dell’impiego di lavoro in entrambi i settori. Nel paese B si
osserva la dinamica opposta: una diminuzione dell’offerta di lavoro, un aumento del salario di equilibrio,
una diminuzione dell’impiego di lavoro in entrambi i settori.

Investimenti esteri diretti e indiretti.


Gli IDE sono flussi internazionali di capitale attraverso cui un’impresa di un paese crea o espande una
propria filiale in un paese estero (ex novo – greenfield; tramite acquisizioni o fusioni - brownfield)
Comportano non soltanto un trasferimento di risorse (K), ma anche l’acquisizione di un controllo: La filiale
non ha semplicemente un obbligo finanziario nei confronti dell’impresa madre, ma è anche parte della
stessa struttura organizzativa e dipende dalle sue scelte

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Gran parte degli IDE è effettuata da imprese multinazionali. Un’impresa è multinazionale quando detiene
una quota significativa del capitale di un’impresa estera, normalmente il 50% (quindi se un’impresa estera
detiene più del 50% di un’impresa nazionale, questa è filiale di una multinazionale). Questo criterio non
esclude che un’impresa possa essere entrambe le cose.
Le imprese multinazionali sono un modo per concedere prestiti internazionali, ma questa non è la sola
ragione, altrimenti ci si limiterebbe a effettuare transazioni finanziarie.
Attraverso gli IDE le imprese cercano di estendere il loro controllo in altri paesi. Le motivazioni di queste
scelte sono fornite dalla teoria delle imprese multinazionali.
Gli effetti settoriali e distributivi degli IDE si possono modellizzare nel breve periodo con lo stesso approccio
usato per i movimenti di lavoro. Il capitale sarà attratto da rendimenti più elevati, che si avranno in paesi
con una scarsa dotazione di capitale e una elevata dotazione di lavoro (e quindi con bassi salari). L’ingresso
di nuovi capitali avvantaggia i lavoratori (la cui produttività marginale cresce grazie ad una maggiore
dotazione di K); svantaggia i capitalisti (perché la PM K decresce).

I costi di trasporto
I costi di trasporto possono essere misurati in molti modi, che vanno da una misurazione diretta fino alla
stima dei tempi di trasporto Il modo più semplice di stimarli nel commercio internazionale è quello di
confrontare le quotazioni CIF (cost, insurance and freight) e FOB (Free on Board):
- FOB misura il valore di un bene, inclusivo di tutti i costi, al “porto” (punto di uscita) del paese di
esportazione;
- CIF misura il valore dello stesso bene al punto di entrata di un paese ed include il costo di
movimentazione, l’assicurazione e il noleggio
La differenza (o il rapporto) tra questi due valori è una stima del costo di trasferire una merce da un paese
all’altro. Naturalmente si tratta di una sottostima, perchè non considera i costi dal sito produttivo fino al
porto di uscita e dal porto di uscita alla destinazione finale

Prezzi cif e fob.


Il CIF price (cost, insurance and freight price) è il prezzo di un bene consegnato alla frontiera del paese
importatore, comprese le eventuali spese di trasporto e di assicurazione sostenute a quel punto, o il prezzo
di un servizio prestato a un residente, prima del pagamento di tutti i dazi doganali o altre tasse sulle
importazioni o dei margini commerciali o di trasporto all’interno del paese.
Il FOB price (free on board price) delle esportazioni e importazioni di beni è il valore di mercato della merce
al momento della sua valutazione (alla frontiera doganale dell’economia da cui sono esportate). È uguale al
CIF price al netto dei costi di trasporto e di assicurazione, tra la frontiera doganale del paese esportatore e
quello del paese importatore.

Ide orizzontale e verticale.


Gli IDE orizzontali hanno come obbiettivo principale la penetrazione nei mercati (market seeking).
Conseguono alla scelta di produrre in loco all’estero piuttosto che esportare a causa di elevati costi
commerciali o di barriere alle importazioni (protezionismo). Conducono sostanzialmente alla duplicazione
all’estero delle attività di produzione come svolte nella casa madre.
Gli IDE verticali hanno come obbiettivo principale la limitazione dei costi di produzione (cost-saving).
Conseguono alla scelta di operare una frammentazione del processo produttivo, piuttosto che svolgere una
produzione integrata nel paese d’origine. Sono favoriti dal diverso costo dei fattori produttivi (lavoro,
capitale) nei diversi paesi e dalla diversa intensità dei fattori nelle varie fasi produttive; sono sfavoriti
dall’esistenza di alti costi commerciali. Conducono alla frammentazione del processo produttivo in più fasi
svolte in paesi differenti e alla commercializzazione internazionale dei prodotti semilavorati.

Concetto di internalizzazione nelle multinazionali.


Una multinazionale è una impresa che controlla (attraverso la proprietà o un controllo “di fatto”) attività
che creano valore aggiunto in più di un Paese
La multinazionale ha due caratteristiche distintive:
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- ha accesso, organizza e coordina diverse attività a valore aggiunto in Paesi diversi
- internalizza almeno alcune delle transazioni sui prodotti (intermedi) che derivano da queste attività
La modalità principale attraverso cui una impresa espande il proprio controllo su attività a valore aggiunto
al di fuori dei confini nazionali sono gli investimenti diretti esteri (IDE).

Natural resource seekers (vertical FDI)


Acquisizione di risorse particolari e specifiche di migliore qualità ad un costo reale minore rispetto al
paese di origine, con l’obiettivo di rendere più profittevole e competitiva l’impresa
Ricerca di risorse fisiche
- Produttori primari e imprese manifatturiere (sia di paesi sviluppati che in via di sviluppo) che si
impegnano in FDI per perseguire minimizzazione dei costi e sicurezza degli approvvigionamenti
delle materie prime (agricole, fossili, naturali)
- Prevalentemente in PVS arretrati
- Implica spesso notevole impiego di capitale ed è location-bound (perché la risorsa è location
bound)
Ricerca di lavoro a basso costo e motivato, unskilled or semi-skilled
- Realizzato da imprese manifatturiere e di servizi di paesi con alto costo del lavoro, per la
produzione di prodotti intermedi o finiti labour intensive
- Parte significativa di questi FDI nei PVS più avanzati industrialmente
- Esempio dei call centers in India
Ricerca di capacità tecnologica, capacità di management o marketing, capacità organizzative: Es.
collaborazioni /alleanze tra imprese per trasferimento tecnologia, R&D

Market seekers
Investimento in particolari paesi o regioni per offrire beni o servizi nei mercati di questi paesi/regioni o in
quelli vicini. Normalmente sono mercati nei quali prima l’impresa esportava ed in cui questa forma di
internazionalizzazione non è più ottimale (ad esempio per l’introduzione di tariffe o di altre barriere cost-
raising; oppure perché la dimensione del mercato giustifica la produzione in loco). Oltre a questioni legate
alla dimensione del mercato (e alla sua crescita) investimenti market seeking posso essere motivati da:
- Necessità di seguire i clienti o i fornitori all’estero, se questi si sono spostati (esempio: assemblatori
di componenti auto giapponesi che si sono spostati in US per servire le imprese Jap che si erano
mosse in USA; accounting, law, auditing services che seguono gli FDI dei clienti)
- Necessità di adattare i prodotti a gusti, tradizioni e culture locali: Importanza di familiarizzare con
lingua locale, modalità di business, requisiti giuridici e pratiche di marketing, per superare lo
svantaggio con le imprese indigene
- Riduzione dei costi (ad esempio trasporto o di transazione) rispetto a rifornire questi mercati a
distanza
- Necessità di presenza fisica nei leading markets dove sono presenti i competitori leader – contesti
oligopolistici (esempio della Cina, dove gli FDI sono trainati dagli FDI delle imprese leader)
- L’azione dei governi per attrarre questi investimenti (e.g. tariffe, incentivi fiscali alla localizzazione,
etc.)

Efficiency seekers
MNE di questo tipo hanno l’obiettivo di razionalizzare la struttura di FDI resource-based o market-seeking
esistenti, in modo che chi realizza l’investimento può trarre vantaggio dalla governance comune di attività
disperse geograficamente Sono essenzialmente finalizzati a conseguire economie di scala e di scopo e a
diversificare il rischio. Derivano da specializzazione cross-border di prodotto o di processo, da opportunità
di arbitraggi (su costi e prezzi) negli scambi.
L’obiettivo delle MNE efficiency-seeking è di sfruttare le differenze di dotazioni fattoriali tra paesi, di
cultura, assetti istituzionali, pattern di domanda, politiche economiche e strutture di mercato,
concentrando la produzione in un numero limitato di locations, per rifornire più mercati
Sono essenzialmente di due tipi:
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- finalizzati a sfruttare le differenze di dotazione dei fattori (spiega la divisione del lavoro, within
MNE, tra PVS e PS)
- finalizzati a conseguire economie di scala e di scopo (divisione del lavoro within MNE, tra paesi
simili). Qui le differenze istituzionali, di cultura, di domanda, giocano il ruolo cruciale.

Strategic asset seekers


Sono finalizzati a promuovere gli interessi strategici di l.p. – in particolare sostenere o incrementare la
competitività globale dell’impresa. Il motivo è meno legato alla ricerca di vantaggi di costo o di marketing
del prodotto, e più finalizzato ad accrescere il portafoglio globale di assets fisici e competenze umane che
possano rafforzare il loro vantaggio o erodere quello delle concorrenti. L’aspettativa è che l’investimento
portera’ benefici al resto dell’organizzazione di cui si è parte: Ad esempio aprendo un nuovo mercato,
creando sinergie di R&D, acquisendo maggiore potere di mercato, abbassando i costi di transazione,
avendo accesso a nuove skills organizzative, diluendo costi amministrativi, incrementando la flessibilità e
diversificano il rischio.

Paradigma OLI
Il paradigma OLI afferma come un'impresa possa godere di specifici vantaggi dal possesso o dall'apertura di
una filiale estera ( O ownership advantages); questi vantaggi sono strettamente legati col territorio dunque
difficilmente trasferibili (L location advantages) e l'impresa trae maggiormente profitto da questi vantaggi
con l'utilizzo diretto, anziché con la cessione ad altre imprese (I internalization advantages).

Effetti delle multinazionali nei paesi di origine


• Perdita di posti di lavoro (spesso poco e per niente specializzati) e mantenimento delle posizioni
manageriali o di certe fasi. In assenza di delocalizzazione, che sarebbe accaduto per effetto della
concorrenza estera?
• La delocalizzazione può trasferire anche tecnologie, avvantaggiando il paese di destinazione e
impoverendo quello di origine
• Abbassamento del gettito fiscale del paese di origine

Effetti dalle multinazionali nei paesi ospitanti


• Le imprese multinazionali sono solitamente più grandi di quelle locali e quindi creano risorse (capitale,
conoscenza, etc.), ma hanno anche molto potere contrattuale sulle altre imprese locali e sulle autorità
locali
• Le MN sono di solito più efficienti e innovative delle imprese locali e quindi, a seconda del contesto
locale, possono spiazzare le imprese locali o aiutare il sistema a crescere in efficienza e competitività
(spillover di conoscenza, informazione, manageriali, etc.)
• Le MN stimolano la creazione di infrastrutture pubbliche o la concentrazione di fornitori specializzati
che possono rappresentare economie esterne anche per le imprese locali
• Le multinazionali sono accusate di assumere posizioni di dominio, drenando risorse fisiche, finanziarie,
imprenditoriali, risorse per R & S, che potrebbero costituire la base per lo sviluppo di industrie
nazionali
Sono in particolare accusate di sfruttamento del lavoro in luoghi in cui detengono un potere contrattuale
molto forte. In realtà l’evidenza empirica mostra che le MN pagano salari non inferiori alle imprese locali,
sia per attrarre lavoratori bravi e trattenerli, sia per costruirsi una reputazione, sia per mantenere
relativamente omogenei gli standard. A seconda del motivo dell’insediamento possono domandare lavoro
non qualificato o lavoro qualificato. Nel secondo caso possono sottrarlo alle imprese locali, ma possono
anche incentivare politiche di formazione. Le imprese MN sono “footloose”: quando cessano i motivi del
vantaggio competitivo, li vanno a cercare altrove. Questi fattori possono degenerare in profonde
depressioni, forte volatilità dell’occupazione.

Dazio ottimo.

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È il dazio che massimizza il benessere nazionale. È sempre positivo, ma inferiore al dazio proibitivo che
eliminerebbe ogni importazione. È nullo nel caso di un paese piccolo che non è in grado di influenzare il
prezzo internazionale.

Rendita di contingentamento.
Sono i profitti realizzati dai titolari delle licenze o da chi detiene il diritto di vendere i prodotti sul mercato di
un paesi che ha quote di import.

Restrizione volontaria alle esportazioni (VER)


Una restrizione volontaria alle esportazioni (VER) è un contingentamento alle esportazioni amministrato
dal paese esportatore. Le VER sono imposte dietro richiesta del paese importatore e accordate
dall’esportatore per evitare altre restrizioni agli scambi. Una VER equivale ad un contingentamento in cui le
licenze siano assegnate ai governi esteri, pertanto è molto costosa per il paese importatore. Una VER è
sempre più costosa per il paese importatore di un dazio che limiti le importazioni dello stesso ammontare.

Requisiti di contenuto minimo della produzione


Un requisito di contenuto minimo della produzione è una norma che richiede che una frazione
predeterminata di bene finale (specificata in termini di unità fisiche o di valore) sia prodotta localmente.
Leggi sui requisiti minimi di contenuto nazionale sono largamente impiegate dai paesi in via di sviluppo nel
tentativo di indirizzare la propria struttura industriale dall’assemblaggio verso la produzione di beni
intermedi. Le leggi sui requisiti minimi di contenuto nazionale non generano né un gettito né una rendita
da contingentamento.

Altri strumenti di politica commerciale


• Crediti agevolati all’esportazione: Forma di prestito agevolato concessa agli acquirenti; Hanno gli
stessi effetti di un normale sussidio all’esportazione.
• Politica delle commesse pubbliche: Gli acquisti da parte del governo (o di imprese soggette a
specifici regolamenti) possono essere indirizzati a beni di produzione locale, nonostante siano più
cari di quelli importati.
• Regolamenti: Talvolta i governi frappongono barriere sostanziali agli scambi attraverso procedure
doganali e l’imposizione di determinati standard sanitari o di sicurezza.

Principi GATT-WTO
COMMERCIO SENZA DISCRIMINAZIONI:
- Principio di non discriminazione: se si applicano condizioni favorevoli di tassazione su un prodotto
proveniente da una delle parti contraenti (così si chiamano gli Stati che hanno firmato il Gatt) , tali
condizioni vanno estese a tutti i Paesi firmatari del Gatt (Principio del trattamento generalizzato della
nazione più favorita, MFN)
- Principio del trattamento nazionale: un prodotto estero una volta importato deve avere condizioni di
vendita pari a quella di un prodotto simile di origine locale (tasse, tributi, norme, trasporti, etc.).
- Clausola di salvaguardia: I paesi membri possono invocare un’azione di salvaguardia (restrizione
temporanea all’import) per proteggere una specifica industria nazionale da un incremento di
importazioni di ogni prodotto che causa, o minaccia di causare, seri danni all’industria. Le misure di
salvaguardia possono essere applicate solo dopo un’accurata verifica condotta dalle autorità
competenti e seguendo ben definite procedure (trasparenza – pubblicazione della procedure – e
coinvolgimento delle parti). Nel determinare se la “serious injury” è presente, le autorità devono
valutare tutti i fattori rilevanti sulle condizioni dell’industria. I fattori che devono essere analizzati sono
l’ammontare assoluto e relativo dell’aumento delle importazioni, la quota di mercato conquistata
dall’aumento delle importazioni, i cambiamenti del livello di vendite, produzione, produttività,
capacità, utilizzazione, profitti, perdite, occupazione, dell’industria nazionale. Possono concretizzarsi in
misure temporanee max 4 anni (innalzamento dei dazi all’import, quote di importazione).

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