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Capitolo 1
La bilancia dei pagamenti
1.1. Introduzione.
La bilancia dei pagamenti di un paese una registrazione sistematica di tutte le
transazioni economiche effettuate in un dato periodo di tempo (un anno) fra i
residenti del paese che compie la rilevazione e i residenti degli altri paesi, indicati
per brevit stranieri o non residenti. Registra cio tutti gli esborsi fatti e gli introiti
ottenuti da un paese nei rapporti con gli altri paesi.
Ogni transazione che si traduce in un pagamento fatto a uno straniero viene
considerato nella bilancia dei pagamenti come un debito (e viene indicato con il
segno ); ogni transazione che si traduce invece in un introito dallestero viene
considerato un credito (e indicato con il segno +). Ciascuna transazione tra un
residente e un non residente viene registrata due volte nella bilancia dei
pagamenti: infatti se un residente di un Paese vende allestero una merce, ci sar
un operatore estero che lacquista e la paga. Considerando il paese nel suo
complesso (come insieme dei suoi operatori), quando viene venduta una merce,
viene ricevuto anche un corrispettivo monetario dallestero: vi cio un doppio
flusso (in partita doppia), uno in uscita (la merce) e uno in entrata (la valuta o
altre forme di pagamento). La stessa cosa avviene per i movimenti di capitale.
Si deve notare per che la bilancia dei pagamenti solo da un punto di vista
contabile sempre in equilibrio.
Per quanto riguarda il concetto di residente, esso non coincide con quello di
nazionalit n con quello di residenza anagrafica. Ai fini della bilancia dei
pagamenti sono infatti considerati residenti di un paese coloro che hanno il loro
centro di interessi nel paese in questione, ossia vi svolgono la loro principale e
stabile attivit.
La bilancia dei pagamenti comprende
a) il conto corrente
b) il conto capitale e finanziario
Vale la seguente regola:
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Bilancia dei pagamenti: surplus del conto corrente + surplus del conto capitale e
finanziario = 0
Vedremo tra poco cosa implica questa regola. Ora per soffermiamoci sugli
aspetti che caratterizzano le diverse componenti della bilancia dei pagamenti.
Conto corrente:
esportazione di merci importazioni di merci (bilancia commerciale)
+
esportazione di servizi importazioni di servizi (bilancia dei servizi)
+
Redditi
+
Trasferimenti (netti)
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1) Assicurazioni.
Esempio: se unassicurazione viene fatta presso unagenzia straniera
(Lloyd di Londra), il premio pagato va registrato come importazione del
servizio assicurativo. Per la Gran Bretagna quel premio invece registrato
come unesportazione di servizio.
2) Noli e trasporti.
Le merci devono essere trasportate. Il servizio di spedizione e trasporto se
richiesto ad unimpresa straniera sar registrato nella bilancia dei
pagamenti quale importazione di servizio.
3) Turismo.
Il pernottamento pagato da un turista americano in un albergo di Roma
un'esportazione dell'Italia verso gli Stati Uniti. Lo stesso si dica per il
pranzo che egli paga in una trattoria di Trastevere. ovviamente
impossibile registrare tutti questi movimenti import-export: la regola
seguita quindi quella di registrare nel complesso l'entit di valuta che
viene cambiata a scopi turistici.
4) Altri servizi.
Tra questi troviamo prestazioni professionali, royalties su brevetti,
consulenze, intermediazioni, spese diplomatiche, diritti d'autore etc.
C) Redditi
Si distinguono in
a) Redditi da capitale.
Si tratta degli interessi e dei dividendi che derivano dai crediti e debiti finanziari o
dal possesso di titoli azionari o di propriet. Se un cittadino italiano possiede un
titolo azionario di unimpresa tedesca e ne percepisce i dividendi, questi vengono
registrati nei conti italiani come reddito da investimento. Il reddito proveniente
da un investimento effettuato allestero entra nel conto capitale perch gli
interessi (o i dividendi) sono considerati compensi per i servizi forniti
dallinvestimento in questione.
b) Redditi da lavoro.
Si tratta quindi dei redditi di pertinenza di emigranti/immigranti.
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D) Trasferimenti.
Riguardano pagamenti senza contropartite (trasferimenti unilaterali) tra paesi.
Essi riguardano:
1) aiuti e doni pubblici (umanitari, militari, allo sviluppo, in natura e in valuta,
ecc.); aiuti e doni privati;
2) pagamenti di quote agli organismi internazionali, quali le quote di finanziamento
del bilancio dellUnione Europea, le quote di partecipazione a progetti
multilaterali di aiuto, quote di pertinenza del Paese per il funzionamento di
istituzioni internazionali quali la Banca Mondiale, lUnesco, ecc;
Conto Corrente
Valori Valori
parziali totali
BILANCIA COMMERCIALE
Esportazione (di merci) + 30
Importazione (di merci) 50
Saldo parziale 20
BILANCIA DEI SERVIZI
Esportazione (di servizi) + 10
Importazione (di servizi) 40
Saldo parziale 30
REDDITI
Redditi da capitale
Interessi e dividendi su titoli nazionali detenuti da + 12
residenti
Interessi e dividendi su titoli nazionali detenuti da 2
stranieri
Saldo parziale + 10
Redditi da lavoro
Lavoratori nazionali operanti allestero +8
Lavoratori stranieri operanti in Italia 11
Saldo parziale 3
TRASFERIMENTI
Pagamenti quote organismi internazionali 8
Aiuti Umanitari 2
Saldo parziale 10
Saldo di conto corrente 53
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Il saldo di conto corrente presenta un disavanzo pari a 53 milioni di euro. Il
disavanzo indica che i pagamenti correnti effettuati sono maggiori delle entrate
correnti e che i cittadini residenti hanno utilizzato un ammontare di ricchezza
superiore a quello da loro prodotto. Siccome vale la regola che abbiamo visto
sopra (surplus del conto corrente + surplus del conto capitale e finanziario = 0) a
questo disavanzo deve corrispondere un avanzo di pari importo nellaltra parte
della bilancia dei pagamenti. Vediamo in dettaglio il conto capitale e finanziario.
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attivit finanziari. Sono registrato cio i flussi che nascono dalla gestione di
portafoglio dei residenti del Paese in questione e quindi le attivit e le passivit
che contraggono (a lungo termine) verso residenti esteri. Tali transazioni possono
riguardare:
a) azioni (incluse le quote di fondi comuni)
b) obbligazioni
c) altri strumenti finanziari
3) Altri investimenti. In questa sezione vengono registrati gli investimenti di
portafoglio e altri movimenti di capitale a breve termine. I principali tipi di
transazioni finanziarie a breve termine che riguardino il settore privato non
bancario sono:
1) Investimenti in titoli a breve (buoni del tesoro, accettazioni
bancarie, note commerciali, titoli a lunga in scadenza nell'anno,
certificati di deposito ecc)
2) Crediti commerciali (come ad esempio una dilazione data nel
pagamento da parte dellazienda venditrice)
3) Depositi all'estero di residenti
4) Operazioni pronti contro termine1
5) Altro
4) Attivit di riserva. Rispecchia principalmente le interazioni finanziarie del
governo con il resto del mondo, in particolare con altri governi.
Le Riserve ufficiali del Paese si distinguono in:
a) Riserve in valuta estera (titoli di stato esteri, depositi nel sistema
bancario nazionale di altri paesi, altri titoli esteri)
b) Oro
c) Posizione attiva verso il Fondo Monetario Internazionale
d) Linee di credito concesse a altre Autorit Ufficiali e da queste
utilizzate
1
Si
tratta
di
operazioni
che
consistono
in
una
doppia
compravendita
di
titoli,
ossia
in
una
vendita
(o
acquisto)
a
pronti
contro
un
acquisto
(o
vendita)
a
termine
a
prezzo
prefissato.
La
durata
di
tali
operazione
normalmente
breve.
Le
operazioni
pronti
contro
termine
possono
essere
effettuate
da
qualsiasi
operatore
(banche,
privati,
intermediari
finanziari).
Le
pi
importanti
per
sono
quelle
che
coinvolgono
una
Banca
Centrale
con
le
altre
banche
(operazioni
di
mercato
aperto).
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Tabella 2. Conto Capitale e finanziario per il paese A per lanno 2011.
Valori in milioni di euro
Valori Valori
parziali totali
CONTO CAPITALE
Estinzione debito PVS 6
Saldo parziale 6
CONTO FINANZIARIO
Investimenti Diretti Esteri
Investimenti Diretti Esteri (nel paese in questione) + 10
Investimenti Diretti Esteri (da parte del paese in 4
questione)
Saldo parziale +6
Investimenti di Portafoglio
Investimenti effettuati (acquisto attivit allestero) 12
Investimenti ricevuti (vendita di attivit allestero) +2
Saldo parziale 10
Altri investimenti
Investimenti effettuati (acquisto titoli a breve) 8
Investimenti ricevuti (vendita titoli a breve) + 32
Saldo parziale +24
ATTIVIT DI RISERVA
Prestiti da altri governi e agenzie multilaterali +7
Arrivati a questo punto possiamo osservare che la parte del Conto Capitale e
Finanziario presenta un avanzo pari a 21 milioni di euro. Tuttavia, dato che deve
essere: surplus del conto corrente + surplus del conto capitale e finanziario = 0, ci
troviamo in una grave situazione di disavanzo della bilancia dei pagamenti.
Infatti abbiamo:
Bilancia dei pagamenti
Conto Corrente 53 ml
Conto Capitale e Finanziario + 21 ml
Saldo bilancia pagamenti 32 ml
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Come colmare il disavanzo e rispettare la regola su esposta? Come far cio il
paese in questione a onorare gli impegni di pagamento con scadenza 2011?
Ci sono solo alcune possibilit
1) Adottare politiche economiche volte a sanare gli squilibri sorti (si veda
il capitolo 2)
Se questo non possibile allora vi sono queste tre altre alternative:
2) il paese riesce ad ottenere nuovi prestiti dallestero (FMI o altri paesi,
esempio Italia con Cina); nellesempio numerico qui utilizzato il paese in
questione ha per gi fatto ricorso al prestito (si veda tabella 2)
3) il paese vende attivit finanziarie (ma deve riuscire a farlo: si vedano i
successivi capitoli);
4) il paese attinge dalle riserve di valuta eventualmente detenute.
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Capitolo 2
Tassi di cambio e Politiche economiche
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Esempio. Poniamo che una tazza di caff costi 200 yen in Giappone e un
euro in Italia e che il tasso di cambio sia di 100 yen contro 1 euro.
Possiamo cambiare un euro con 100 yen ma a Tokyo 100 yen acquistano
solo mezza tazza di caff. Quindi il tasso di cambio reale per il caff pari
a 0,5: i nostri euro sono in grado di acquistare in Giappone solo la met di
quanto sono in grado di acquistare in Italia. Se torniamo da una vacanza
in Giappone e diciamo che stata costosa diciamo essenzialmente che il
tasso di cambio reale yen contro euro basso: in Italia i beni costano
relativamente meno che in Giappone.
Il tasso di cambio reale non riguarda una sola merce; rispecchia tutti i beni che
acquistiamo in un dato paese.
Il tasso di cambio reale si calcola nel seguente modo:
tasso di cambio nominale x livello dei prezzi interni/ livello dei prezzi
esteri
Il tasso di cambio reale rispecchia e la competitivit di un paese: pi alto il tasso
di cambio reale pi costose sono le sue merci per i residenti allestero. Con un
tasso di cambio reale alto il livello delle esportazioni di un paese sar pi basso e
quello delle importazioni sar elevato perch le merci estere risultano meno
costose. Quindi pi alto il tasso di cambio reale pi basso il livello di
esportazioni nette e pi alto il deficit del conto corrente.
Esempio. Supponiamo che una birra costi 3 euro in Germania, 6 pesos in
Argentina e che il tasso di cambio nominale sia 1 = 2P
In questo caso abbiamo
Tasso di cambio reale: 2 (tasso di cambio nominale) x [3 euro (prezzo interno) /6
pesos (prezzo estero) = 1
Il tasso di cambio reale in questo caso pari a 1: significa che in ciascuno dei due
paesi considerati 3 euro (o lequivalente di 3 euro) acquistano una birra.
Se invece una birra costasse tre euro in Germania ma 2 pesos in Argentina
avremo:
Tasso di cambio reale: 2 (tasso di cambio nominale) x [3 euro (prezzo interno) /2
pesos (prezzo estero) = 3
In Argentina con tre euro si acquistano tre birre, mentre in Germania solo una.
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2.2. Il mercato dei cambi
Le transazioni internazionali richiedono un mercato in cui le valute nazionali
possono essere scambiate tra loro: il mercato dei cambi. Su questo mercato si
determinano i tassi di cambio, prezzi ai quali si scambiano le valute.
I movimenti dei tassi di cambio (apprezzamento, deprezzamento) influenzano i
prezzi relativi di beni, servizi e attivit patrimoniali in paesi diversi.
Esempio. Supponiamo che il prezzo di una camera sia di 100 dollari a
notte negli USA e 100 euro in Italia. Se il tasso di cambio 1 dollaro = 1
euro, le due stanze hanno di fatto lo stesso prezzo.
Se invece il tasso di cambio 1 dollaro = 2 euro, per un turista americano
passare una notte in albergo in Italia costa meno che negli USA per un
turista italiano; se il tasso di cambio diviene 1 dollaro = 0,50 euro sar pi
costoso passare una notte in albergo in Italia che negli USA.
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dollari. Se ad esempio occorrono 1,10 dollari per acquistare un euro allora
leuro si apprezzato del 10%. Se invece occorrono 0,90 dollari per
acquistare un euro leuro si deprezzato del 10%.
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o dare segnali su misure di politica economica
Esempio: Lintervento della BCE di fronte a una forte pressione sulleuro e rischio
di deprezzamento: si veda qui sotto 2.3).
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circolazione, cio sta riducendo lofferta di moneta nel sistema economico
(politica monetaria restrittiva). E lo fa anche se in linea di principio o per le
esigenze non lo dovrebbe fare (si veda il capitolo sulle crisi).
Si ha infatti che quando una banca centrale si impegna a mantenere un tasso di
cambio fisso, essa perde il controllo dellofferta di moneta. Viceversa, quando il
cambio flessibile, la banca centrale riesce a controllare lofferta di moneta.
Nella realt storica non sono esistiti (e non esistono) soltanto regimi di cambi
flessibili e regimi di cambi fissi, ma anche regimi intermedi, a volte definiti regimi
di cambi amministrati .
Esempio. Rientra nel caso dei cambi amministrati lo SME (Sistema
Monetario Europeo).
In base a quellaccordo, infatti, come vedremo pi in dettaglio nel capitolo
sullintegrazione monetaria europea, si definivano dapprima delle parit
(per esempio: 1 marco tedesco = 1000 lire), dopodich si lasciava libero il
cambio di fluttuare entro margini stabiliti (per esempio: + o 2,25%).
Cos, se le libere interazioni di mercato avessero provocato un
deprezzamento della lira del 2% rispetto al marco (1 marco = 1020 lire),
allora le banche centrali, proprio come in regime di cambi flessibili, non
avrebbero fatto nulla. Se invece il deprezzamento fosse stato del 2.50% (1
marco = 1025 lire), allora la Banca dItalia e la Bundesbank avrebbero
operato un intervento congiunto a sostegno della lira, domandando
attivit denominate in lire ed eventualmente offrendo attivit denominate
in marchi.
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2.4 Vantaggi e svantaggi dei cambi fissi e cambi flessibili
Nel corso del tempo molto si discusso sulle qualit e sui difetti dei due regimi
principali di tassi di cambio. Vediamo pi da vicino alcune delle argomentazioni
chiamate a favore o contro o due regimi di cambio.
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B) Argomenti in favore dei tassi di cambio fissi.
a) La disciplina monetaria.
I vincoli dati da un regime di cambi fissi impedirebbero le conseguenze pericolose
di alcuni strumenti di politica economica, come ad esempio i possibili pericoli
innescati da una politica monetaria espansiva (rischio di inflazione e imposta da
inflazione).
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importazioni) e del reddito. Eventuali problemi collegati (livello di occupazione).
3) Politiche pro competitive: riduzione dei prezzi interni; riduzione del tasso di
cambio, applicazione di dazi o altre forme di barriere non tariffarie
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Capitolo 3
Il Sistema Monetario Internazionale
3.1. Introduzione
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, si distingue tra tassi di cambio fissi
e tassi di cambio flessibili.
1) Regime di cambi flessibili:
Le autorit monetarie del paese che lo adotta non intervengono (quasi mai) nel
mercato dei cambi. Il tasso di cambio nei confronti di qualsiasi valuta estera
dunque lasciato fluttuare liberamente in qualsiasi misura e direzione in base alle
domande e offerte di valuta estera provenienti da tutti gli altri operatori.
2) Regime di cambio fissi
Le autorit monetarie si impegnano a mantenere un certo tasso di cambio fisso
con le altre valute. Si possono avere le seguenti tipologie di cambi fissi:
a) Il Gold Standard puro: in questo caso ogni moneta nazionale ha un dato
contenuto aureo. Il tasso di cambio fra due valute qualsiasi automaticamente e
rigidamente fissato dal rapporto fra il contenuto aureo delle valute stesse (parit
aurea)
b) Il Gold exchange standard: ciascun paese detiene nelle proprie riserve non
soltanto oro ma anche valute estere le quali siano pienamente e liberamente
convertibili in oro. La convertibilit in oro delle valute di riserva deve essere
libera e piena.
c) Il Gold exchange standard zoppo: quando la convertibilit limitata alle sole
Banche Centrali.
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unit di conto e riserva di valore. Ma il Gold Standard come istituto stato
introdotto, in Inghilterra, nel 1819 con il cosiddetto Resumption Act.
In seguito altri paesi come Germania e Giappone adottarono il Gold Standard.
Gli Stati Uniti adottarono il Gold Standard nel 1879 mentre il cosiddetto Gold
Standard Act del 1900 istituzionalizz il legame dollaro-oro.
Si deve notare che in questo periodo la Gran Bretagna ad avere il ruolo
principale nello scenario economico mondiale con Londra come centro
finanziario internazionale.
3.2.2. Effetti del Gold Standard
Con il regime del Gold Standard la responsabilit principale di una banca
centrale era di conservare la parit ufficiale tra la propria moneta e loro. Per
mantenere questo prezzo, la banca centrale necessitava di un adeguato livello di
riserve in oro.
Si noti per che tramite la fissazione del prezzo delle valute in termini di oro, il
Gold Standard tendeva a limitare la crescita monetaria nelleconomia mondiale e
ad assicurare la stabilit dei prezzi a livello mondiale.
Perch?
Perch se deve essere $ = G non ci pu essere pi $ di G.
N.B. Tuttavia vi sono stati risultati incerti del Gold Standard sul livello dei prezzi,
e questo rifletteva lesistenza di un problema, quello della variazione dei prezzi
relativi delloro e delle altre merci.
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programma che chiedeva un ritorno generalizzato al Gold Standard e alla
cooperazione tra le banche centrali per raggiungere gli obiettivi di equilibrio
interno ed esterno. Il modello scelto era per quello del Gold Exchange Standard.
Nel 1925 la Gran Bretagna torn al Gold Standard riportando il prezzo della
sterlina in oro al livello di prima della guerra (cosa fortemente voluta dal Primo
Ministro Winston Churchill). Tuttavia, il livello dei prezzi britannico nel 1925 era
ancora molto pi alto del livello del periodo Gold Standard prebellico.
Ci implicava che il valore della moneta fosse minore rispetto a prima cio
quando era pari a una certa quantit di oro. Se i prezzi erano aumentati, voleva
dire che era stata prodotta troppa sterlina (teoria quantitativa della moneta) e che
quindi ogni sterlina non poteva pi essere uguale a quel quantitativo di oro. Di
fatto, la sterlina era rivalutata. Per reggere la parit fu necessario adottare delle
politiche monetarie restrittive (operazioni di mercato aperto). Le politiche
monetarie restrittive contribuirono a provocare unelevata disoccupazione (cosa
prevista e fonte di pesanti di critiche da parte delleconomista J.M.Keynes in
The economic consequences of Mr Churchill).
La depressione che segu il ritorno al Gold Standard era stata prevista da Keynes
e da altri economisti ma fu senza precedenti. La stagnazione britannica degli
anni 20 acceler il declino di Londra come principale mercato finanziario
mondiale.
Come deciso alla Conferenza di Genova, molti paesi avevano riserve in sterline
ma la persistente stagnazione della Gran Bretagna non contribu a ispirare fiducia
nella sua capacit di far fronte alle proprie obbligazioni internazionali.
Il sovrapporsi della grande depressione del 1929 condusse a fallimenti bancari in
tutto il mondo e la Gran Bretagna fu costretta ad abbandonare loro nel 1931
quando parecchi detentori stranieri di sterline improvvisamente furono presi dal
panico e cominciarono a convertire le proprie sterline in oro.
Con la depressione degli anni 30 molti paesi rinunciarono al proprio impegno al
Gold Standard e permisero alle loro valute di fluttuare nel mercato
internazionale.
Gli USA abbandonarono il Gold Standard nel 1933 (ma vi tornarono nel 1934
dopo che il prezzo delloro era passato da 20,67 a 35 dollari per oncia, ossia dopo
la svalutazione del dollaro). Anche altri paesi tornarono a qualche forma di Gold
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Standard dopo una svalutazione. Queste svalutazioni competitive vennero
adottate da ogni paese nella speranza di rendere pi competitivi i propri prodotti
sul mercato internazionale e in gran parte si annullarono luna con laltra.
La turbolenza dei mercati mondiali continu sino allinizio della seconda guerra
mondiale.
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2) la sospensione della convertibilit in oro del dollaro in aperta violazione degli
accordi di Bretton Woods.
Al Gold Exchange Standard Zoppo si sostituisce un sistema di fluttuazione
spuria o sporca (manovrata).
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Ciascuno degli altri paesi partecipanti agli accordi garantiva la convertibilit della
sua moneta in dollari ad un tasso di cambio fisso. Senza dubbio questo sistema
era vicino almeno idealmente ad un sistema con ununica moneta mondiale.
Questo sistema ha arrecato grandi benefici fra cui quello di aver dato grande
stimolo alla crescita del commercio internazionale.
Perch per dur cos poco?
La risposta a questa domanda viene data facendo riferimento al cosiddetto
dilemma di Triffin: nel 1960 Robert Triffin (Gold and the Dollar Crisis: The future of
convertibility, Yale, 1960) sottolinea come il sistema di Bretton Woods potesse
celare dei gravi pericoli. Gi altri economisti avevano affermato che nel lungo
periodo il sistema di Bretton Woods avrebbe portato ad una minore quantit di
dollari in circolazione rispetto a quello che si sarebbe voluto, proprio a causa del
vincolo dollaro= oro. Secondo Triffin, invece, sarebbe accaduto lesatto
contrario. Se da un lato, infatti, gli Stati Uniti si erano impegnati a convertire i
dollari in oro, dallaltro non avrebbero potuto rinunciare a finanziare laumento
della proprio spesa pubblica e quindi a creare dollari in accesso. Cosa che si
regolarmente avverata, con anche il finanziamento della guerra del Vietnam.
Per altro in un mondo che cresce la domanda di moneta da usare nelle
transazioni internazionali cresce, il che si traduce, nel sistema ora descritto, in
una crescente domanda di dollari. Ci di per se non un problema perch gli
Stati Uniti possono fornire tutti i dollari desiderati incorrendo in deficit della
propria bilancia dei pagamenti.
Ma questo pone il problema della convertibilit del dollaro in oro. Dato che lo
stock di oro degli Stati Uniti non pu crescere di pari passo con la crescita dei
dollari nelle mani dei non residenti statunitensi, si verifica una perdita di fiducia
nella capacit degli USA di garantire la convertibilit dei dollari in oro.
Il cosiddetto dilemma di Triffin dice che: se gli Stati Uniti consentono
allaccrescimento della liquidit internazionale mediante deficit della loro bilancia
dei pagamenti, il sistema monetario internazionale destinato al collasso per
crollo di fiducia; se resistono alle richieste di aumento della liquidit
internazionale, il mondo condannato alla deflazione
Secondo Triffin per uscire da questo problema si sarebbero dovute creare aree
monetarie circoscritte in cui fosse pi facile giungere ad un accordo di
25
integrazione e stabilit monetaria. Quello che, come vedremo, accaduto in
Europa e in altre parti del mondo (ASEAN 13, Gulf Monetary Union, Banco do
Sur)
3
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD, European Bank for reconstruction
and development) stata creata nel 1991, a seguito dei cambiamenti politici ed economici che
hanno interessato in particolare lEuropa centrale e orientale in quel periodo (crollo del muro di
Berlino etc). Questa Banca stata creata allo scopo di favorire lo sviluppo di economie di mercato
in quei paesi interessati dal crollo del regime comunista.
4
LUNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) stata fondata nel 1964
allo scopo di favorire lo sviluppo dei PVS; in particolare:
i) opera quale forum di discussione intergovernativa, con intervento di esperti
ii) conduce ricerche, analisi e raccolta di dati per i governi ed esperti
iii) fornisce assistenza tecnica i paesi in via di sviluppo e sotto-sviluppati.
5
La Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) stata fondata nel 1943 da
44 paesi. Il principale obiettivo quello di combattere la fame nel mondo, migliorare la
produttivit agricola soprattutto nei paesi in via di sviluppo e sotto-sviluppati, promuovere una
vita sana tra le varie popolazioni nel mondo. In particolare, la FAO sviluppa e diffonde
conoscenza attraverso un numeroso staff di agronomi, nutrizionisti, specialisti forestali, marini
economisti, statistici e cos via.
26
Giappone, Italia, Canada), G8 (G7 + Russia)
v) Club di Londra e Club di Parigi7
27
direttori (Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e USA ne hanno uno a
testa; gli altri rappresentano constituencies). Molte attivit vengono delegate dal
Board of Governors. Si riunisce almeno due volte la settimana per controllare gli
affari della Banca, approvare prestiti o garanzie, creare nuove politiche,
approvare il budget etc.
3) Il Presidente. Presiede gli incontri annuale del Board of Directors ed
responsabile della gestione globale della Banca. Per tradizione il presidente della
Banca mondiale americano ed nominato dagli Stati uniti, lazionista maggiore
della Banca. Il presidente eletto dal Board of Governors; la carica vale 5 anni ed
rinnovabile.
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acquistate da operatori sia pubblici che privati. La Banca Mondiale ha per anche
un capitale proprio costituito dalle quote dei paesi membri. Queste quote sono
costituite da due parti:
a) paid-in capital: la parte della quota cio che il paese membro deve versare
alla Banca Mondiale al momento della sottoscrizione;
b) callable capital: parte della quota che il paese non deve versare al
momento della sottoscrizione ma che pu essere richiesta dalla Banca in
caso di bisogno.
La Banca Mondiale come una grossa Cooperativa di cui i suoi 188 membri
sono soci con azioni di essa.
Il numero delle azioni detenuto da ciascun paese deciso in base alla
dimensione della sua economia. Gli Stati Uniti il pi grande azionista e
detengono il 15,50%) (lo scorso anno 16,48 %) dei voti; il Giappone il 9,13 % (lo
scorso anno 9,59%); la Germania il 4,57% (lo scorso anno 4,39%); la Gran
Bretagna il 4,08% (lo scorso anno 4,21%); la Francia il 4,08% (lo scorso anno
4,21%); Italia il 2,49% (lo scorso anno 2,72%); la Cina il 3,32% (lo scorso anno
2,72%).
Per un quadro completo su questo aspetto si consulti materiale 4.
29
commisurate al loro peso economico: le quote sono composte per il 25% di valuta
accettata internazionalmente; e per il 75% di valuta nazionale.
Le quote servono a vari scopi tra cui:
a) costituiscono le risorse di cui il Fondo si serve per fare prestiti ai paesi membri
in difficolt;
b) costituiscono la base per determinare quanto un membro pu prendere a
prestito dal Fondo;
c) determinano il potere di voto di ciascun paese membro, potere che
proporzionale alla sua quota.
Anche in questo caso, come per la Banca Mondiale, il potere di voto di ciascun
paese dipende dalla dimensione della sua economia. Gli Stati Uniti detengono il
16,75% (lo scorso anno era di 16,77 %) dei voti totali; il Giappone il 6,3% (lo
scorso anno era di 6,24%); la Germania il 5,81%; la Gran Bretagna il 4,29%; la
Francia il 4,29%; Italia 3,16%; la Cina il 3,81%.
Si deve notare limportanza politica di questi dati: alcune risoluzioni del FMI
richiedono infatti una percentuale molto alta del potere di voto totale (85%,
quelle relative alla sua struttura, come lammissione di altri paesi; ). Questo
significa che alcuni paesi hanno di fatto il diritto di veto.
30
Tra gli strumenti utilizzati dal FMI troviamo:
31
2) Consiglio generale (General Council): composto da tutti i paesi membri, esercita
le funzioni delle conferenza ministeriale; il Consiglio Generale si riunisce anche
tutte le volte che necessario per la risoluzione di controversie;
3) Consiglio per il commercio delle merci (Council for Trade in Goods): composto
di tutti i paesi membri.
A differenza di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, ognuno dei
157 paesi membri ha un voto e ogni voto ha lo stesso peso. Questo sulla carta;
tuttavia le decisioni della WTO vengono prese su consenso (il sistema di voto non
mai stato usato) ed il potere di mercato che fornisce il potere di negoziare. Il
vantaggio di decidere per consenso che vengono incoraggiati gli sforzi di
proporre soluzioni ampiamente accettate; lo svantaggio legato al lungo tempo
richiesto per arrivare ad un accordo finale.
La WTO nasce come trasformazione del GATT ma tra le due realt vi sono
importanti differenze. Innanzi tutto il GATT era solo un accordo, la WTO una
vera e propria organizzazione. Inoltre mentre il GATT regolava solo il
commercio tra beni, la WTO ha esteso la sua azione anche ad altri settori quali la
regolamentazione del commercio dei servizi e della propriet intellettuale dando
vita al GATS (General Agreement on Trade in Services) e al TRIPS (Trade
Related aspects of Intellectual Property Rights).
32
Tra il 1947 e il 2008 vi sono stati 8 round di negoziati con lo scopo di ridurre le
barriere al commercio abolendo i dazi doganali, i contingenti di importazione, le
imposte, i sussidi e tutto ci che poteva limitare il libero scambio. Vediamoli in
dettaglio:
Anni Luogo- Argomenti Paesi partecipanti
denominazione
1947 Ginevra Dazi 23
1949 Annecy Dazi 13
1951 Torquai Dazi 38
1956 Ginevra Dazi + 26
ammissione del
Giappone
1960-61 Dillon Round Dazi 26
1964-67 Kennedy Round Dazi e misure 62
antidumping
1973-79 Tokyo Round Dazi, Barriere non 102
tariffarie
1986-1994 Uruguay Round Dazi, barriere non 123
tariffarie, regole
servizi, propriet
intellettuali,
agricoltura, tessile
(Multifibre)
2001-? Doha Round (Doha Problemi dello 141
Development sviluppo (PVS);
Agenda) dazi, barriere non
tariffarie;
agricoltura;
standard di lavoro;
ambiente; etc.
La WTO ha poi diretto 60 diversi accordi che hanno validit legale a livello
33
internazionale. I paesi membri devono firmare e ratificare tutti gli accordi della
WTO. Tra questi troviamo:
1) Agreement on agriculture (AoA)
Sottoscritto nel 1995, segue tre principi fondamentali: assistenza nazionale;
accesso al mercato; e sussidi di esportazione.
2) General agreement on trade and services (GATS)
Creato nel 1995 con lo scopo di estendere il sistema di scambio multulaterale.
3) Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights Agreement (TRIPs)
Ha stabilito alcune regole per la protezione della propriet intellettuale.
Sottoscritto nel 1994.
4) Sanitary and Phyto-Sanitary (SPS) Agreement
Sottoscritto nel 1995 durante lUruguay Round, impone vincoli per salvaguardare
la qualit degli alimenti commerciati, piante e animali.
34
3.4.4. Le critiche alle IEI
Alle Istituzioni economiche internazionali, soprattutto FMI, BM e WTO sono
state fatte le seguenti critiche:
a) Il mondo cambiato dal 1944, ma le IEI no (es. fine del regime di
cambi fissi di Bretton Woods);
b) Lintervento troppo facile pu provocare deresponsabilizzazione
individuale (moral hazard);
c) Sono troppo costose e burocratiche;
d) Il cosiddetto Washington Consensus8.
8
Per Washington Consensus si intende un insieme di principi seguiti dagli Stati Uniti e dalle pi
importanti istituzioni internazionali, in particolare FMI e BM, che hanno sede a Washington (da
qui il termine Washington Consensus). Questi principi sono:
1) Disciplina fiscale (bilancio in pareggio);
2) Aggiustamento delle priorit di spesa pubblica verso ambiti che diano elevati rendimenti
economici e il potenziale per migliorare la distribuzione del reddito (istruzione, sanit,
infrastrutture);
3) Riforma della tassazione (con un abbassamento dellaliquota marginale e ampliamento della
base imponibile);
4) Liberalizzazione dei tassi di interesse;
5) Adozione di un tasso di cambio flessibile;
6) Liberalizzazione del commercio;
7) Liberalizzazione dei flussi di investimenti diretti esteri;
8) Privatizzazione;
9) Deregolamentazione;
10) Tutela propriet privata.
Per una breve storia del Washington Consensus si consulti materiale 5.
35
Appendice 2
36
lefficienza allocativa nell'uso delle risorse, ma la conditio sine qua non del rigore
analitico senza il quale leconomia vede minacciato il proprio status di scienza.
Questo era gi stato affermato da JOHN STUART MILL ma con i marginalisti che
tale funzione viene ad essere sistematicamente riconosciuta: la concorrenza
perfetta garantisce il funzionamento del sistema e la possibilit di analizzarlo.
Il raffinamento della nozione di concorrenza comincia con COURNOT. Partendo
dallanalisi del monopolio, egli introduce via via sempre pi venditori fino a
considerarne un numero illimitato, arrivando quindi al caso della concorrenza
dove la quantit prodotta da ogni produttore troppo piccola per influenzare il
prezzo. Il secondo passo verso il raffinamento del concetto viene fatto da JEVONS
con lintroduzione della Legge di Indifferenza [1965, pp.90-93]: viene stabilita la
regola che per un bene ci possa essere solo un singolo prezzo, escludendo cos
ogni politica di discriminazione dei prezzi e implicando lomogeneit dei
prodotti. Altri contributi rilevanti sono stati dati da EDGEWORTH [1881] e da
J.B.CLARK [1899] il quale ha dato il via allidentificazione della concorrenza con
lequilibrio stazionario - concetto gradatamente sviluppato dai contributi di
WALRAS [1874/1877], AUSPITZ E LIEBEN [1889], FISHER [1892] -, fino ad arrivare
alla lunga e accurata elencazione dei requisiti necessari ad assicurare l'esistenza di
un mercato perfettamente concorrenziale, compilata da Knight [1921, pp.76-86].
In via riassuntiva si pu cercare di mettere a fuoco le caratteristiche della
concorrenza che sono maggiormente significative. Seguendo HAYEK [1946],
KALDOR [1989] e KNIGHT [1921] si pu dire che la concorrenza perfetta
presuppone: un prodotto omogeneo offerto e domandato da un grande numero
di relativamente piccoli venditori e compratori, incapaci di influenzare il prezzo;
libera entrata nel mercato e assenza di ogni tipo di ostacolo al movimento dei
prezzi e delle risorse; completa conoscenza dei fattori importanti da parte di tutti
gli agenti sul mercato; perfetta allocazione delle risorse garantita dal principio di
sostituzione; piena razionalit degli individui intesi quali homo oeconomicus;
assenza di rendimenti di scala crescenti per garantire che ogni impresa produca
efficientemente a prescindere dalla scala di produzione; comportamento
atomistico e assenza di organizzazioni del lavoro e di conseguenza piena
occupazione.
37
Riassumendo quindi le ipotesi di concorrenza perfetta sono:
1) omogeneit dei beni
2) ampia numerosit degli operatori economici (con rendimenti costanti di
scala)
3) assenza di accordi o intese tra di essi
4) libert di entrata e uscita dal mercato
5) piena informazione
6) flessibilit dei prezzi
7) mobilit dei fattori.
Queste condizioni garantiscono che il mercato nel suo operare sia efficiente
(efficiente nel consumo, efficiente nella produzione e a livello generale: C = p)
Nella realt, per, i mercati non operano in regime di concorrenza e che essi non
sempre risultano essere efficienti.
Si parla di fallimenti del mercato per sottolineare la presenza di imperfezioni
che impediscono al mercato di funzionare cos come vorrebbe la teoria. Si
distingue tra Fallimenti microeconomici del mercato e fallimenti macroeconomici
del mercato.
1) Fallimenti macroeconomici:
a) disoccupazione
b) inflazione
c) altri fenomeni macro
2) Fallimenti microeconomici:
a) presenza di regimi non concorrenziali:
Esempio: il monopolio naturale: Si ha monopolio naturale quando la natura del
prodotto e lestensione del mercato possono essere tali da non consentire a pi
di unimpresa di beneficiare di economie di scala.
b) presenza di esternalit
Le esternalit possono essere positive o negative. Si parla di esternalit per
tutti i casi in cui le azioni di un individuo impongono un costo (esternalit
negativa) o un beneficio (esternalit positiva) ad altri individui.
Con la presenza di esternalit sia positive che negative lallocazione delle
38
risorse cui perviene il mercato non sar efficiente.
Esempi:
1) Inquinamento atmosferico da parte di una fabbrica (esternalit
negativa)
2) Frutteto vicino a un apicultore (esternalit positiva)
c) presenza di beni pubblici
I beni pubblici si distinguono dagli altri beni in quanto presentano la
caratteristica della non rivalit nelluso: laumento del consumo di un bene
pubblico da parte di un individuo non riduce la possibilit di utilizzarlo da
parte di un altro individuo. Esempi: la difesa nazionale, lilluminazione delle
strade etc. Questi beni sono speciali perch chi li produce causa un vantaggio
non solo a se stesso ma anche agli altri che possono usufruirne liberamente.
Manca quindi lincentivo per il singolo individuo a produrre questo tipo di
beni.
d) presenza di mercati incompleti
Si hanno mercati incompleti quando i mercati privati non offrono un bene o
un servizio che quindi viene usualmente offerto dallo stato. Esempi: assistenza
sanitaria; pensioni per gli anziani.
e) Carenza di informazione
I limiti alle informazioni e una conoscenza non perfetta. Lefficienza richiede
che linformazione sia diffusa gratuitamente o lo sia ad un prezzo pari al solo
costo effettivo di trasmissione dellinformazione stessa ma in realt bene
molto costoso da reperire (indicazione ingredienti, farmaci, etc)
39
La presenza di fallimenti del mercato fornisce la giustificazione per lintervento
dello stato in economia:
Regimi non concorrenziali politiche antitrust;
Beni pubblici illuminazione delle strade
Esternalit Pigou (o Carbon) tax
Mercati incompleti programmi di assicurazione e copertura (sanit)
Carenza di informazione norme di trasparenza (farmaci, ingredienti)
Altri motivi che spiegano lintervento dello stato:
1) La distribuzione del reddito: poich i mercati concorrenziali possono dare
luogo ad una distribuzione del reddito iniqua e potrebbe lasciare gli
individui senza risorse per vivere, lo stato interviene ridistribuendo il
reddito e garantendo a tutti il minimo per la sussistenza (pensioni).
2) I beni meritori: Lo stato pu intervenire a seguito della preoccupazione
che lindividuo possa compiere azioni che sono contrarie al suo interesse. I
beni che lo stato costringe a utilizzare si dicono beni meritori (caschi,
istruzione etc).
40
Capitolo 4
Lintegrazione Economica e Monetaria Europea
4.1. Introduzione
Il sistema di Bretton Woods, caduto nel 1971, fissava il tasso di cambio di ogni
paese membro rispetto il dollaro americano e di conseguenza fissava il tasso di
cambio fra ogni coppia di monete diverse dal dollaro. Laccordo di Kingston ha
stabilito invece un regime di cambi fluttuanti fra tutte le valute. Il crollo del
sistema di Bretton Woods preoccupava, e molto, i paesi europei soprattutto per i
problemi che un regime di tassi fluttuanti poteva creare per lUnione doganale,
decisa con la nascita della CEE nel 1957. Del resto la stessa unione doganale
aveva gi alcuni problemi legati soprattutto agli andamenti divergenti dei paesi
membri. Perdere la certezza del tasso di cambio e la fiducia nel ruolo degli Stati
Uniti, incuteva un senso di incertezza che spinse i paesi europei ad avviare una
pi stretta integrazione. Ma vediamo un po pi nel dettaglio i principali passaggi
di questo processo di integrazione.
41
Lussemburgo e Paesi Bassi i cosiddetti Trattati di Roma che istituiscono la CEE
(Comunit Economica Europea) per la creazione di un mercato comune
generalizzato e lEuratom (la Comunit Europea per lenergia atomica) per un
uso pacifico dellenergia atomica.
Lallargamento dei mercati dovuto alla Cee e lottimismo diffuso determinarono
un notevole boom economico che permise ai vari paesi europei di accantonare i
problemi irrisolti ed anche quelli emergenti nei primi anni della Cee. In
particolare: a) la crescita degli scambi rendeva urgente ladozione di misure per
trasformare il Mercato Comune in un vero e proprio mercato unico, con regole
condivise e labbattimento di tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci e
delle persone; b) il rischio di crollo del sistema di cambi fissi e dellintera
architettura monetaria internazionale, rendeva necessario iniziare a porsi il
problema di unintegrazione monetaria a livello continentale.
Per quanto riguarda la prima questione, gli anni Sessanta furono caratterizzati da
faticosi e poco fruttuosi tentativi di adottare regolamentazioni comuni e
standardizzate nei vari ambiti di applicazione dei Trattati (politiche commerciali,
norme di omogeneizzazione degli standard di sicurezza, etc).
Per affrontare il secondo problema, una volta uscito di scena il Generale De
Gaulle dalla politica francese, che aveva nel corso degli anni Cinquanta e
Sessanta posto freni importanti alle prospettive di crescente integrazione europea,
viene convocato nel 1969 allAia un Vertice dei Capi di Stato e di Governo che
delega ad un Comitato lo studio delle prospettive di integrazione economica e
monetaria dellEuropa. Il Rapporto, pubblicato pochi mesi dopo, poneva
lambizioso traguardo di una unione monetaria per tappe, da completarsi entro il
1980.
42
accordi di Bretton Woods.
Queste iniziative che sono continuate e si sono intensificate anche dopo il 1973
quando il tasso di cambio del dollaro ha iniziato a fluttuare, testimoniano
lesistenza di spinte economiche e politiche che spiegano anche il recente
processo di integrazione monetaria.
Nel 1969 gli stati della Comunit Europea si incontrano appunto allAia dove di
fatto si tenta per la prima volta (non essendo presente alcuna indicazione di
questa natura nei Trattati) di dare il via al processo di unificazione monetaria
europea. Il primo ministro e ministro delle finanze del Lussemburgo (Pierre
Werner) viene nominato presidente di un comitato che doveva sviluppare un
piano concreto per eliminare le fluttuazioni dei tassi di cambio allinterno
dellEuropa, centralizzando le decisione di politica monetaria per la CEE e
abbassando le barriere commerciali ancora esistenti in Europa.
Nel 1971 viene presentato il rapporto elaborato da Werner. Egli propone un
programma in tre fasi che una volta completato avrebbe comportato tassi di
cambio fissi tra i paesi europei e lintegrazione delle banche centrali nazionali o
un sistema federato europeo di banche.
Il rapporto Werner fissa per la prima volta le condizioni necessarie per definire
ununione monetaria:
1) le valute dei paesi aderenti devono essere pienamente e
irreversibilmente convertibili luna nellaltra;
2) i tassi di cambio devono essere irrevocabilmente fissi;
3) i margini di fluttuazione intorno a detti tassi di cambio debbono essere
eliminati;
4) i movimenti di capitali devono essere completamente liberi.
43
delle singole valute nazionali.
La proposta di Werner non viene accolta. La visione del comitato presieduto da
Werner era infatti troppo avanzata per i suoi tempi. Avendo a che fare con i
problemi economici causati dalle crisi del dollaro nel periodo 1971-73, molti
leader europei non volevano rinunciare completamente alla possibilit di gestire
la politica monetaria nazionale a favore di obiettivi interni.
9
Negli anni del crollo del regime di Bretton Woods, i paesi europei iniziarono a credere sempre
meno nella disponibilit degli USA a far fronte alle proprie responsabilit monetarie a livello
internazionale anteponendole ai propri interessi nazionali; e conseguentemente cercarono di
rafforzare i loro rapporti per tutelare meglio i loro interessi comuni.
10
Il trattato di Roma del 1957 aveva segnato la creazione della CEE ma a prescindere dallunione
commerciale cos fondata, rimanevano ancora significative barriere ai movimenti dei beni e dei
fattori allinterno dellEuropa. Un obiettivo importante dei membri CEE era quello di eliminare
tutte queste barriere e trasformare la CEE in un mercato completamente unificato; tuttavia per
fare ci si doveva annullare lincertezza del tasso di cambio che ancora rendeva difficile il
raggiungimento di un mercato comune.
11
La Politica agricola comune (PAC) garantiva agli agricoltori un prezzo minimo di sostegno ai
loro prodotti in termini di un paniere di monete europee definito dal 1979 (l ECU). Questo modo
di quotare i prezzi tuttavia poneva un problema: se avveniva un riallineamento dei tassi di cambio
allinterno della comunit, quel prezzo garantito rischiarava non solo di essere ben diverso da
paese a paese ma di creare soprattutto forti disuguaglianze. Se ad esempio, il prezzo garantito
dalla PAC 10 ECU per tonnellata di grano e un ECU valeva inizialmente 5 franchi francesi e 3
marchi tedeschi, per ogni tonnellata di grano il produttore di grano francese riceveva 50 franchi
quello tedesco 30 marchi. Se per avveniva un riallineamento valutario per cui la Francia doveva
svalutare la propria moneta a 8 franchi per ECU, mentre la Germania rivalutava il marco a 2
marchi per ECU si aveva un effetto anche sul prezzo per tonnellata percepito dagli agricoltori dei
due paesi considerati. In particolare lagricoltore francese ricever un prezzo minimo pari a 80
franchi, mentre quello tedesco ricever solo 20 marchi. Si vede come quindi un semplice
cambiamento del valore di scambio tra valute influenzava il prezzo reale percepito nei diversi
paesi (anche se il prezzo in ECU rimaneva lo stesso).
44
tentare di fornire un minimo di stabilit alle transazioni intra-europee fu deciso di
adottare il cosiddetto serpente monetario europeo, un meccanismo di
fissazione delle parit fra le valute che avrebbe dovuto incoraggiarle a mantenere i
rapporti di cambio allinterno di una banda di oscillazione limitata e prestabilita.
Sottoscritto a Basilea nel 1972 stato voluto dai paesi della CEE, ai quali si sono
in seguito aggiunti anche altre paesi. La partecipazione di Francia, Italia e Gran
Bretagna stata breve e sporadica. Lo scopo era la riduzione dei margini di
fluttuazione delle parit monetarie a +/2,5%. Lo scopo era quello di evitare gli
scompensi che aveva creato il crollo del sistema di Bretton Woods. La crisi
petrolifera del 1973 ne dett, per, il fallimento.
Il primo shock petrolifero nel 1973 rese immediatamente palese che un accordo di
questo tipo, in presenza di economie profondamente diverse nellesposizione ai
costi energetici e in mancanza di un impegno politico credibile per sostenere i
cambi, sarebbe stato destinato al fallimento. da questo insuccesso che, nel corso
della seconda met degli anni Settanta, prese avvio un nuovo esperimento,
orientato alla creazione (poi avvenuta effettivamente il 13 marzo 1979) del
Sistema Monetario Europeo (lo SME).
4.5. Lo SME
Nel 1978 si tiene a Brema il consiglio europeo presieduto dal Cancelliere tedesco
Helmut Schmidt in cui viene stabilita la nascita dello SME (Sistema monetario
12
Lovershooting (eccesso di rivalutazione o di svalutazione) colpiva le monete deboli ma
coinvolgeva anche quelle forti, in particolare il marco.
45
Europeo), una zona di stabilit monetaria stretta almeno quanto il serpente
monetario. (Si consulti materiale 6 )
I principi base dello SME sono:
1) Meccanismo di cambio. Il tasso di cambio di ogni valuta legato
allECU e nei tassi di cambio bilaterali sono consentiti margini di
oscillazione del 2,25% (6% per lItalia). griglia delle parit bilaterali;
2) ECU (European Currency Unit). la valuta di riferimento: si tratta di
un paniere dato dalla media ponderata delle valute che lo compongono
(legata allimportanza economica di ciascun paese);
3) Cooperazione monetaria, il meccanismo del credito: ogni Stato
membro trasferisce a un fondo comune il 20% delle sue riserve.
I primi otto paesi partecipanti allo SME (Francia, Germania, Italia, Belgio,
Danimarca, Irlanda, Lussemburgo e Olanda) hanno iniziato costruendo una rete
formale di tassi di cambio bilaterali fissati nel marzo 1979.
Il nuovo shock petrolifero del 1979-80 mette subito in evidenza le difficolt di
mantenere limpegno di cambio tra i paesi europei e sono necessari, negli anni
successivi, una serie di aggiustamenti delle parit. Diventa sempre pi chiaro
insomma che il percorso verso la stabilizzazione del mercato delle valute europee
ha necessit di essere supportato da un percorso credibile di approfondimento
dellintegrazione europea nel suo complesso, a cominciare dal rafforzamento
democratico e di legittimit delle istituzioni.
Nel febbraio 1984 il Parlamento Europeo approva a larghissima maggioranza un
progetto di riforma della Comunit in senso federale, che tuttavia non riesce ad
ottenere la necessaria ratifica dei governi nazionali. da questo parziale
insuccesso che prende avvio il cammino verso un nuovo rafforzamento degli
impegni per lunione economica e monetaria europea.
Nel giugno 1985 lorgano esecutivo della CEE, la Commissione Europea,
pubblica un Libro Bianco con 300 proposte per completare il mercato interno
entro la fine del 1992.
E nel 1986, con lAtto Unico Europeo (vertice di Lussemburgo) i membri della
CEE muovono i passi cruciali per tradurre in realt il libro bianco. Latto unico
europeo si prefigge quale principale obiettivo il rilancio del processo di
46
costruzione europea al fine di portare a termine la realizzazione del mercato
interno.
Ci appariva tuttavia difficilmente realizzabile sulla base dei trattati in vigore, in
particolare per via del processo decisionale in seno al Consiglio che imponeva il
ricorso allunanimit per larmonizzazione delle legislazioni.
La conferenza intergovernativa che ha portato allAUE aveva quindi un duplice
mandato: da un lato, concludere un trattato in materia di politica estera e di
sicurezza comune e, dallaltro, introdurre un atto di modifica al trattato CEE.
47
apportare al Trattato per giungere allunione economica e monetaria integrale. I
lavori della conferenza intergovernativa e di quelli sullunione politica sfociarono
nel Trattato sullUnione europea, approvato formalmente dai capi di Stato e di
governo al Consiglio europeo di Maastricht, nel dicembre 1991, e firmato.
2) 2a fase 1994-6/98
Programmi di convergenza delle economie degli stati membri e preparare la
fase finale con controllo del deficit pubblico (3% del PIL) e del debito
pubblico (60% del PIL), costruzione dellIstituto Monetario Europeo (IME o
EMI) con lincarico di coordinare le politiche monetarie e di preparare la
strada al Sistema Europeo delle Banche centrali, obbligo dei paesi membri di
conformare ai principi dellIME le loro legislazioni interne concernenti le
rispettive banche centrali, eliminazione di ogni impegno automatico di aiuto
ai paesi membri in difficolt.
3) 3a fase 1999--,
Creazione del sistema europeo di banche centrali di cui fanno parte le
banche centrali dei vari paesi pi la BCE, con il compito di prendere tutte le
decisioni di politica monetaria, compreso il controllo dellofferta di moneta,
allo scopo di assicurare la stabilit dei prezzi, fissazione irrevocabile dei cambi
48
bilaterali come quelli nei confronti dellECU che doveva divenire una valuta a
pieno diritto e non una unit di conto, che doveva sostituire le monete
nazionali (nella riunione di Madrid del 1995 venne stabilito che la valuta si
sarebbe chiamata euro per sottolineare che si sarebbe trattato di una vera e
propria moneta e non una moneta paniere). La BCE subentra allIME e
diventa responsabile della politica monetaria dellUnione.
A Dublino nel 1996 venne poi adottato il patto di crescita e stabilit. In base a
questo patto il rapporto deficit/PIL del 3% da interpretarsi come un limite
superiore poich in circostanza normali i paesi ammessi alla fase tre dovrebbero
perseguire nel medio-lungo periodo un bilancio in pareggio se non addirittura in
surplus.
49
stato un tasso elevato di inflazione; oppure spingere in alto i tassi per far affluire i
capitali dallestero e rilanciare cos direttamente gli investimenti produttivi.
Poich per i criteri di Maastricht imponevano un percorso di convergenza a tutti
i paesi europei, soprattutto nei tassi di cambio che sono destinati a diventare
irrevocabilmente fissi, per mantenere inalterato il cambio (e per evitare deflussi
significativi di capitali) anche gli altri paesi europei sono costretti ad adeguarsi al
rialzo dei tassi. Tuttavia gli altri paesi europei si trovavano in una situazione di
difficolt economica e avrebbero dovuto semmai abbassare i tassi di interesse. Da
qui limpossibilit, agli occhi degli osservatori economici, che il sistema SME
potesse reggere.
Sotto tali attacchi, Italia e Gran Bretagna lasciano lo SME; mentre la banda di
oscillazione passa a +/ 15% (quindi 30%).
La scelta di ampliare la banda di oscillazione dal 2.25% (4.50) al 15% (30) stato
per ci che ha permesso ai paesi dello SME dallscire dagli attacchi speculativi.
Da un lato infatti, con una banda cos larga, si rendevano i tassi di cambio
flessibili, facendo venire meno i motivi della speculazione, dallaltro si affermava
per comunque la volont politica di andare avanti con lidea dellintegrazione
monetaria. Questo spiega quindi, perch, nonostante le molte opinioni critiche e
perplessit (leconomista Krugman, ad esempio, nel 1994, afferma:
lapplicazione del piano di unificazione monetaria entro la fine del secolo
sembra avere perso sempre pi i contatti con la realt della politica economica
dello SME. () Trattato di Maastricht o meno, il clima politico ed economico in
Europa a met degli anni 90 ha reso molto improbabile che la Moneta Unica
veda la luce in questo secolo) il processo verso la moneta unica continuato fino
alla sua realizzazione.
50
Francoforte ed stata modellata sulla Bundesbank (Banca Centrale) tedesca.
Per aderire allarea delleuro i 15 paesi hanno dovuto soddisfare i cosiddetti criteri
di convergenza, fissati nel Trattato che istituisce la Comunit Europea (si veda
materiale 7). Questi sono:
1) Stabilit dei prezzi: secondo il trattato Il raggiungimento di un alto
grado di stabilit dei prezzi [...] risulter da un tasso dinflazione prossimo
a quello dei tre Stati membri, al massimo, che hanno conseguito i migliori
risultati in termini di stabilit dei prezzi.
2) Finanza pubblica: Il trattato stabilisce che: La sostenibilit della
situazione della finanza pubblica [...] risulter dal conseguimento di una
situazione di bilancio pubblico non caratterizzata da un disavanzo
eccessivo[] (parametri di Maastricht).
3) Tasso di Cambio: Il Trattato prevede il rispetto dei margini normali di
fluttuazione previsti dal meccanismo di cambio del Sistema monetario
europeo per almeno due anni, senza svalutazioni nei confronti della
moneta di qualsiasi altro Stato membro;
4) I tassi di interesse a lungo termine. Il trattato prevede che i livelli dei
tassi di interesse a lungo termine [...] riflettano la stabilit della
convergenza raggiunta dallo Stato membro, calcolati sulla base dei tre
Stati membri che hanno ottenuto I migliori risultati.
Per poter partecipare alla terza fase dell'Unione economica e monetaria (UEM)
ciascuno Stato deve rispettare questi criteri. Nel corso dei negoziati, la
Danimarca e lInghilterra hanno ottenuto clausole di esenzione per quanto
riguarda la loro partecipazione alla terza fase.
Il sistema europeo delle banche centrali consiste della Banca centrale europea
(BCE) e delle banche centrali nazionali dei paesi membri dellarea delleuro.
La BCE governata da un consiglio direttivo e da un comitato esecutivo. Al
consiglio direttivo partecipano con uguale diritto di voto, i governatori delle
banche centrali dei paesi membri ed i membri del comitato esecutivo questultimo
composto da un presidente, vicepresidente e 4 altri membri. I componenti del
comitato esecutivo sono nominati dai Capi di Stato e di Governo per un periodo
non rinnovabile di otto anni.
51
La BCE decide in autonomia ossia senza ricevere alcuna istruzione dai governi
nazionali o da altre istituzioni della comunit.
Una delle funzioni principali della BCE e del SEBC (Sistema Europeo delle
banche Centrali) mantenere la stabilit dei prezzi (come scritto nellatto
costitutivo: si consulti materiale 8) nellarea delleuro, per garantire che il
potere dacquisto delleuro non sia eroso dallinflazione. Obiettivo della BCE
garantire che la progressione annuale dei prezzi al consumo sia inferiore, ma
vicina, al 2% a medio termine.
Due sono le modalit di attuazione:
1) in primo luogo, controllando la massa monetaria. Linflazione risulta
infatti da un eccesso di massa monetaria rispetto allofferta di beni e
servizi;
2) in secondo luogo, monitorando le tendenze dei prezzi e valutando il
rischio che ne pu derivare in rapporto alla stabilit dei prezzi nellarea
delleuro.
Tenere sotto controllo la massa monetaria comporta, tra laltro, fissare i tassi
dinteresse in tutta larea delleuro.
Vedremo le conseguenze di questa politica della BCE in tempo di crisi e
recessione.
4.10. Leuro
Il primo gennaio 1999 vi ladozione delleuro da parte di Austria, Belgio,
Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi,
Portogallo e Spagna, seguiti dalla Grecia il 1 gennaio 2001. Dal primo gennaio
2002 leuro entra in circolazione.
Abbiamo gi visto i criteri di convergenza imposti per poter adottare la valuta
comune. Vediamo ora brevemente i principali effetti dellintroduzione della
moneta unica:
1) Interdipendenza economica tra i paesi aderenti;
2) Aumento del commercio tra paesi membri;
3) Stabilit di prezzi;
4) Maggiore competitivit euro-dollaro con possibile euro come nuova
valuta di riserva.
52
53
Capitolo 5
Le crisi finanziarie internazionali
5.1. Introduzione
Il termine crisi finanziaria un termine che viene usato per una grande variet di
situazioni in cui alcune istituzioni o attivit finanziarie perdono improvvisamente
gran parte del loro valore.
Nel XIX e XX secolo, vi sono state molte crisi finanziarie che hanno avuto la
forma di: 1) panico bancario (la corsa agli sportelli); 2) crolli dei mercati azionari,
esplosione di bolle finanziarie; 3) crisi valutarie; 4) inadempienza dei governi. In
realt molte crisi si sono caratterizzate per pi di uno di questi aspetti, come si
pu vedere qui di seguito.
5.2. Le crisi
54
5.2.2. Crollo dei mercati azionari e bolle finanziarie
Si ha il crollo di un mercato azionario quando si verifica un declino dei prezzi
delle azioni. I crolli sono causati dal panico ma anche da altri fattori economici e
non. Spesso sono conseguenza di bolle speculative sul mercato azionario (quando
gli scambi vengono fatti a prezzi che sono considerevolmente diversi dal valore
intrinseco delle attivit).
Si parla di bolla finanziaria quando il prezzo di unattivit (come unazione) eccede
il valore del futuro rendimento che viene ricevuto. Se gran parte della gente
compra attivit nella speranza di rivenderle successivamente ad un prezzo
maggiore, invece di comprarle per il reddito che generano, pu essere segno che
c una bolla. Se c una bolla c anche il rischio di un crollo nel prezzo: i
partecipanti al mercato andranno avanti a comprare solo fino a quando si
aspettano che altri comprano. Quando molti decidono di vendere il prezzo
scende.
Esempi
1) Crollo di Wall Street (1929)
2) La bolla Giapponese (anni 80-90).
3) La bolla immobiliare USA (2007).
55
insolvenza gli investitori richiedono che le obbligazioni siano emesse con un pi
alto rendimento. Questo rende il debito pi costoso, aumentando il rischio di
insolvenza. In caso di insolvenza una nazione non pu andare in bancarotta.
Cosa succede allora?
Di solito successo che la nazione insolvente abbia presentato unofferta di
scambio ai detentori delle obbligazioni nello sforzo di ristrutturare il debito
sovrano.
Esempi
1) Crisi dellArgentina (2001)
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5.3. Modelli teorici nellanalisi delle crisi
I modelli utilizzati (finora) per studiare le crisi economiche finanziarie
internazionali sono tre:
1) Modelli di prima generazione
2) Modelli di seconda generazione
3) Modelli di terza generazione
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3) Modelli di terza generazione.
Nel 1997 le economie in rapida crescita del Sudest asiatico subirono una crisi
valutaria. Il problema si origin in Tailandia ma si diffuse presto in Indonesia,
Malaysia, Corea del Sud, Filippine.
Questa crisi mescolava aspetti dei modelli di prima e di seconda generazione ma
aveva anche caratteristiche addizionali soprattutto i problemi di interruzione
improvvisa del finanziamento esterno e il modo in cui i sistemi finanziari interni
sono influenzati negativamente dalla crisi.
Perfomances economiche dei paesi prima della crisi
Indicazioni del FMI: il Washington Consensus:
- Lasciare spazio al mercato,
- liberalizzazioni,
- assenza di sussidi a imprese e settori industriali e cos via.
Allinizio degli anni 1990 molte economie asiatiche liberalizzano i loro conti
capitali per consentire il libero afflusso e deflusso di capitali nelleconomia; dopo
decenni di crescita queste economie ricevettero grandi afflussi di capitali.
Come avviene la crisi?
Tappe della crisi
A) met di Giugno del 1997: forti attacchi speculativi da parte di fondi di
investimento internazionali al bath Tailandese;
Nella caso della Tailandia vi erano tre elementi che si potevano considerare
indicatori della possibilit che vi fosse una crisi valutaria:
1) un deficit di parte corrente pari a circa l8% del PIL
2) un tasso di cambio sostanzialmente ancorato al dollaro che aveva portato ad
un apprezzamento del tasso di cambio reale con conseguente perdita di
competitivit e conseguenti rischi di peggioramento del deficit di parte corrente
3) un elevato debito estero e soprattutto un rapporto fra riserve valutarie e debiti
esteri a breve molto elevato
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il contagio perch gli operatori economici, soprattutto gli investitori sui mercati
finanziari, vedono somiglianze significative fra due economie ma soprattutto
patologie simili.
Il contagio si manifesta abbastanza rapidamente, su altre tre valute: il ringitt della
Malesia, il peso delle Filippine e la rupia indonesiana.
Nellestate del 1997 la crisi sembra ancora limitati ai quattro paesi dellASEAN e
anche le sue dimensioni sembrano inferiori a quelle della crisi messicana.
Nellautunno del 1997 si succedono due eventi che danno la misura di un
cambiamento sia nelle dimensioni della crisi che nella sua natura:
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NB Queste misure non solo possono avere pesanti effetti sociali, ma
addirittura possono portare ad ulteriori situazioni di insolvenza di istituzioni
finanziarie e di banche
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In particolare hanno iniziato a concedere nuovi tipi di mutuo, i cosiddetti
subprime, che venivano concessi a persone con poco credito e scarsa
documentazione di reddito.
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La crisi, dagli Stati Uniti, si presto diffusa in altri paesi con il cosiddetto effetto
contagio. Vediamo in sintesi alcuni motivi per la veloce e diffusa
contaminazione.
Per quanto riguarda lEuropa, troviamo innanzi tutto una debolezza strutturale
ben prima della crisi (si veda allegato 4) con stagnazione economica e
indebitamento crescente. Parte della responsabilit per questa situazione
appartiene allintroduzione della valuta comune, non alleuro in s, ma ai modi in
cui essa stata introdotta. Ma la maggiore responsabilit appartiene alla BCE e al
SEBC con ladozione di una politica monetaria restrittiva (volta a ridurre
linflazione) e senza prestare attenzione alle diverse condizioni dei diversi paesi.
(Sulle ragioni della crisi si vedano gli allegati 5, 6, 7, 8.)
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