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Economia dell’innovazione

3. Fonti ed indicatori di innovazione

marco.amendola2@univaq.it

Economia dell'innovazione 2021/2022 - Marco Amendola


Introduzione

Seguendo il contributo schumpeteriano, abbiamo capito che innovare è un atto


imprenditoriale dettato da motivazioni economiche: ottenere un extra-profitto…

Abbiamo visto come il grado (atteso) di appropriabilità dell’innovazione abbia un ruolo


fondamentale da questo punto di vista

Tuttavia questo non appare sufficiente per «comprendere» in maniera soddisfacente


l’innovazione. In qualche modo, l’incentivo spiega il «perché» ma non il «come» (o il
«quando») dell’innovazione

Da dove arriva questa innovazione introdotta dalle imprese? In altri termini quali sono le
fonti dell’innovazione?

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Introduzione

Infatti:

“Innovation is controlled by two distinct sets of forces…. On the one hand are the market forces that combine to
produce continual changes in commercial opportunities for specific categories of innovation. On the other hand, the
forces of progress at the technological and scientific frontiers often suggest possibilities for fashioning new
products, or improving the performance of old ones, or producing those products at lower cost. Successful outcomes
in innovation thus require the running of two gauntlets: the commercial and the technological” (Kline e Rosenberg,
1986)

Innovazione dipende da:

o Opportunità commerciali: incentivo economico (il tema di S.)


o Possibilità scientifiche/tecnologiche: il punto carente in S.

Il punto è che in S. manca una vera analisi dettagliata dei legami tra scienza, tecnologia
ed innovazione

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Outline

In questo blocco di slide cercheremo di indagare le fonti dell’innovazione utilizzando i


modelli STI, che sono modelli logico-concettuali che legano scienza (S), tecnologia (T) ed
innovazione (I). Ne vedremo due:

➢ Il modello lineare
➢ Il modello a catena

Questi modelli sono pensati per l’innovazione tecnologica: innovazioni di prodotto/processo.


Non sono utili per altri tipi di innovazione (esempio: organizzativa). Inoltre, l’analisi riguarda
l’innovazione new to the market (interessa origine dell’innovazione, no imitazione/diffusione)

Questa analisi ci consentirà poi di capire meglio come viene misurata l’innovazione, dal
punto di vista empirico, e parlare di indicatori di innovazione

Diversi indicatori di innovazione relativi all’Italia saranno, infine, mostrati per analizzare la
performance innovativa italiana

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Le fonti dell’innovazione: i modelli STI

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Scienza vs tecnologia

Distinzione per contenuto:

▪ La scienza sviluppa conoscenza astratta e a-finalizzata

▪ La tecnologia è la finalizzazione del sapere scientifico per fini utili ed obiettivi specifici

Distinzione per incentivi/regole del gioco:

▪ Gli scienziati hanno come obiettivo la fama e la notorietà scientifica. Per ottenerla sono
incentivati (o costretti dalle regole del gioco) a rendere pubblici i risultati delle loro
ricerche (esempio articoli scientifici, partecipazione a conferenze…)

▪ I tecnologi sono motivati dal profitto o dall’aumento delle quote di mercato dell’impresa.
A tale fine, la segretezza dei risultati tecnologici è fondamentale per proteggere
l’appropriabilità

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Focus: ma allora perché alcune imprese pubblicano?

Ma allora, se è vero quanto detto, perché nella realtà alcune imprese pubblicano i risultati
delle loro ricerche?

Non si mette a rischio l’appropriabilità in questo modo?

Si, ma è anche vero che pubblicando le imprese:

i) ottengono reputazione nella comunità scientifica/tecnologica. Questo può facilitare


futura acquisizione di conoscenza (di tipo tacito) e ottenimento di finanziamenti dal
settore finanziario

ii) riescono ad attirare ricercatori di talento, promettendo loro la fama scientifica. Questo
può essere cruciale per ottenere le competenze necessarie per future innovazioni

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Il modello lineare

Il modello lineare pone S, T e I in un ordine logico successivo e ben definito:

Scienza → Tecnologia → Innovazione

L’innovazione è dunque il frutto di un processo lineare che trasforma le scoperte sviluppate


a monte grazie alla ricerca di base (S), in applicazioni tecnologiche frutto di ricerca
applicata e sviluppo (T) e, in un stadio successivo, in innovazioni tramite processi di
produzione e marketing (I)

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Il modello lineare

Questo modello si dice lineare perché le relazioni sono unidirezionali e ben definite. Viene
comunemente fatto risalire al rapporto di Vannevar Bush del 1945 (anche se si potrebbe
discutere su questo punto)

Il modello viene anche definito «science push» o «technology push» in quanto


l’innovazione deriva logicamente dall’avanzamento della componente scientifico-
tecnologica S-T, che è il frutto di attività di ricerca e sviluppo (R&S). In particolare:

► Ricerca di base: è finalizzata all’ampliamento della conoscenza scientifica, senza un


obiettivo preciso e definito in termini di processo o prodotto produttivo

► Ricerca applicata: utilizza conoscenze scientifiche o genera nuove conoscenze


tecnologiche per la creazione di nuovi prodotti e processi produttivi

► Sviluppo: è la fase più a valle della ricerca e consiste nella effettiva realizzazione del
prodotto/processo

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Focus: R&S secondo il manuale di frascati

L’attività di R&S può essere definita tale secondo il «Manuale di Frascati» se è:


• Novel: aimed at new findings (new knowledge)
• Creative: based on original, not obvious, concepts and hypotheses
• Uncertain: uncertain about the final outcome
• Systematic: conducted in a planned way, with records of process followed and outcome

Basic research is experimental or theoretical work undertaken primarily to acquire new knowledge
of the underlying foundations of phenomena and observable facts, without any particular application
or use in view

Applied research is original investigation undertaken in order to acquire new knowledge. It is,
however, directed primarily towards a specific, practical aim or objective

Experimental development is systematic work, drawing on knowledge gained from research and
practical experience and producing additional knowledge, which is directed to producing new
products or processes or to improving existing products or processes
Link Manuale di Frascati: https://www.oecd.org/sti/inno/frascati-manual.htm
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Il modello lineare

1) La ricerca di base traccia il corso per l’applicazione pratica, fornendo la base


conoscitiva ed eliminando i percorsi morti
2) La ricerca applicata elabora e applica ciò che è conosciuto in teoria, mirando a
convertire il possibile nell’effettivo
3) Lo sviluppo trasforma le scoperte della ricerca in materiali, dispositivi, sistemi e
processi
4) La produzione e infine la commercializzazione del nuovo prodotto o l’introduzione del
nuovo processo produttivo completa il ciclo innovativo

Il modello lineare fornisce dunque un ruolo primario alla ricerca ed ai luoghi in cui si fa
ricerca, soprattutto di base (università, centri di ricerca pubblici…)

E’ stato e rimane un modello concettuale di rifermento per le politiche dell’innovazione e di


supporto della ricerca

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Il modello lineare

Università e centri di ricerca pubblici: ricerca di base («Scienza»)


Imprese private: ricerca applicata e sviluppo («Tecnologia»)

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Il modello lineare: alcune critiche

Il modello lineare è stato oggetto di molte critiche. La critica di fondo è: il modello assume
una catena di rapporti causa/effetto che vale solo per una minoranza di innovazioni

Kline e Rosenberg (1986):


“Models that depict innovation as a smooth, well-behaved linear process badly misspecify the nature and direction of
the causal factors at work. Innovation is complex, uncertain, somewhat disorderly, and subject to changes”

“The two main components of science that affect innovation are the current totality of stored human knowledge
about nature and the processes by which we correct and add to that knowledge. The new additions and corrections
to science each year that constitute current research are but a small part of the whole. And it is the whole of our
knowledge about nature that we bring to bear, insofar as we can, when we confront a problem in innovation. Most
innovation is done with the available knowledge already in the heads of the people in the organization doing the
work, and, to a lesser extent, with other information readily accessible to them. It is only when those sources of
information fall short of solving the problem that there is a need for research in order to complete a given
innovation… ….Do I know a current device that will do the job?" The answer initially is, "No!" Next, you ask
knowledgeable colleagues. Then you look in the literature and again find no suitable answer. Finally, you go to experts
in the field and discuss what is known and what might be done. If the experts also fail to provide an answer, then and
only then should you initiate research or development work to solve the problem.”

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Il modello lineare: alcune critiche
“Even more important, from the viewpoint of understanding innovation, is the recognition that when the science is
inadequate, or even totally lacking, we still can, do, and often have created important innovations, and
innumerable smaller, but cumulatively important evolutionary changes. Recently, a member of the National Academy
of Engineering, highly versed in dynamics and control, attempted to analyze the stability of an ordinary bicycle with a
rider-and failed. No acceptable analysis is known. But this lack of theory did not prevent the invention of the bicycle a
century ago…. Had the idea been true that science is the initiating step in innovation, we would never have
invented the bicycle”

“In addition to these shortcomings, the linear model shortchanges the importance of the process innovations that play
a crucial role via learning during continued production. Many examples have been cited in this chapter that illustrate
the reality of this process of learning through cumulated experience in production of a stable product”

“Innovation is controlled by two distinct sets of forces that interact with one another in subtle and unpredictable
ways. On the one hand are the market forces that combine to produce continual changes in commercial
opportunities for specific categories of innovation. On the other hand, the forces of progress at the technological and
scientific frontiers often suggest possibilities for fashioning new products, or improving the performance of old ones,
or producing those products at lower cost. Successful outcomes in innovation thus require the running of two
gauntlets: the commercial and the technological”

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Il modello lineare: alcune critiche

I principali punti sollevati dunque sono:

➢ L’innovazione non può essere un processo lineare: feedback e retroazioni tra S, T e I

➢ Viene trascurato il ruolo del mercato. Le imprese innovano influenzate da stimoli di


domanda (attuale o attesa): innovazione e ricerca hanno componente «demand pull»

➢ Molte innovazioni sono ricombinazione intelligente di conoscenze già disponibili e


non necessitano di una vera attività di ricerca. Si investe in ricerca se le conoscenze
disponibili non sono sufficienti

➢ La tecnologia può anticipare la scienza: innovare è sapere come fare (know how) che
è diverso da sapere cosa o perché (esempio bicicletta)

➢ Il modello lineare trascura i meccanismi di apprendimento (learning), che sono cruciali


nel processo innovativo

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Il modello a catena

Sulla base di queste critiche, Kline e Rosenberg (1986) propongono un modello alternativo
del processo innovativo che tiene conto di questi aspetti : il modello a catena

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Il modello a catena

Il modello a catena è caratterizzato dalla centralità del mercato potenziale (incentivo


economico) e del design analitico, che è una analisi sulla possibilità di ricombinazione
delle conoscenze esistenti al fine di ottenere processi e prodotti nuovi. Si investe in ricerca
se tali conoscenze non sono sufficienti

Esistono una serie di feedback tra le fasi a valle e quelle a monte del processo innovativo e
una serie di interazioni orizzontali e verticali esterne con le altre imprese dell'industria, con i
produttori di componenti e di beni strumentali e con gli utilizzatori finali

L’innovazione può iniziare anche dalla componente scientifico/tecnologica, come nel


modello lineare

Il legame tra conoscenze scientifiche e tecnologiche ed innovazione tuttavia è più


complesso in quanto si distribuisce lungo tutto il processo innovativo, ed è bidirezionale

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Il modello a catena

Gli sviluppi scientifici per esempio sono utili sia nella fase di design che nella fase di test e
produzione. Il tipo di conoscenze scientifiche (generali oppure più specifiche) può variare
lungo la catena innovativa

Questi legami corrono anche dall'innovazione tecnologica alla scienza sotto forma di nuovi
strumenti scientifici o prodotti tecnologicamente avanzati, che consentono notevoli sviluppi
alla ricerca scientifica (esempio microscopio → conoscenza medica; telescopio →
conoscenza astronomica)

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Il modello a catena

Il modello non sostiene che la ricerca è poco importante per l’innovazione. La ricerca è
fondamentale per creare lo stock di conoscenze utile all’innovazione e spesso ricerca
aggiuntiva e specifica è necessaria per completare il processo innovativo:

“The two main components of science that affect innovation are the current totality of stored human knowledge
about nature and the processes by which we correct and add to that knowledge. The new additions and corrections to
science each year that constitute current research ….
the use of the accumulated knowledge called modem science is essential to modern innovation; it is a necessary and
often crucial part of technical innovation, but it is not usually the initiating step. It is rather employed at all points
along the central-chain-of-innovation, as needed. It is only when this knowledge fails, from all known sources, that we
resort to the much more costly and time-consuming process of mission-oriented research to solve the problems of a
specific development task. It is also important to note that the type of science that is typically needed is different at
various stages in the central-chain-of-innovation. The science needed at the first stage (design or invention) is often
pure, long-range science that is indistinguishable from pure academic science in the relevant discipline. The research
generated in the development stage is more often of a systems nature and concerns analysis of how the components
of the system interact and of the "holistic" or system properties that are generated when the components of the
product envisaged are hooked together to obtain the complete function needed. The research that is spawned in the
production stage is more often process research: studies of how particular components can be manufactured and how
the cost of manufacture can be reduced by improved special machinery or processes or by use of improved or less
expensive materials” (Kline e Rosenberg, 1986)
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Modello lineare vs a catena: una sintesi

Il modello lineare, considerando la tecnologia come stadio successivo di un avanzamento


scientifico, senza tenere conto delle influenze che provengono dal mercato, degli
avanzamenti della tecnologia su sé stessa, delle retroazioni dalle applicazioni alla ricerca di
base, è chiaramente una concezione unilaterale e semplicistica del processo innovativo

Tuttavia, occorre evitare di dare una visione caricaturale del modello lineare:

“The linear model would not imply that science is the only engine of innovation nor that scientific research
immediately generates technological change. Rather, it would state simply – and more humbly – that scientific
advance in many cases is a major source of innovation, recognizing long temporal and cognitive lags, and fully
acknowledging that scientific advances are neither necessary (think of the bicycle) nor sufficient (think of the many
problems that require resolution before a marketable product is achieved) for innovation to take place” (Balconi,
Brusoni e Orsenigo, 2010)

Inoltre, riconoscere le complessità dei percorsi innovativi, non vuol dire escludere che ci
siano settori e situazioni in cui l’innovazione possa seguire percorsi simili a quelli descritti
dal modello lineare (esempio biotecnologie..)

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Modello lineare vs a catena: una sintesi

Drug Discovery and Development Process:

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

Dunque, quali sono le fonti dell’innovazione?

Come suggerito dal modello a catena, l’innovazione è un processo complesso, non lineare
con feedback e retroazioni ma che, sostanzialmente, si basa sulla conoscenza:
“It is unthinkable for successful technical innovations to be created today without utilizing significant inputs from
the stored technical knowledge in science and other forms of though. Even inventors who decry science will have
absorbed some of the modem views toward mechanics and other subjects that permeate modern thinking” (Kline e
Rosenberg, 1986)

Dal Manuale di Oslo 2005:

“Innovation involves the utilisation of new knowledge or a new use or combination of existing knowledge. New
knowledge may either be generated by the innovating firm in the course of its innovation activities (i.e. through
intramural R&D) or acquired externally through various channels (e.g. purchase of new technology). The use of new
knowledge or the combination of existing knowledge requires innovative efforts that can be distinguished from
standardised routines”

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

Dunque, la fonte principale dell’innovazione tecnologica è la conoscenza (nuova o


accumulata)

Sintetizzando, si può dire che l’innovazione (new to the market) derivi (in larga parte) da:

▪ Ricombinazione o nuovo uso di conoscenza esistente


▪ Uso di nuova conoscenza creata:
✓ In maniera diretta/intenzionale: R&S
✓ In maniera indiretta (come by-product di altre attività): meccanismi di learning

Alcune osservazioni:
Innovazione new to me, volendo, può essere ottenuta aggiungendo una terza voce: «imitazione di conoscenza»
Innovazione di processo legata ad introduzione di nuovi macchinari può rientrare nella categoria «nuovo uso di
conoscenza esistente»

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

Se è vero che la fonte (l’input) principale del processo innovativo è la conoscenza, è anche
vero che l’innovazione genera nuova conoscenza

In particolare, l’innovazione genera nuova conoscenza sia nel processo (R&S, learning) sia
come output del processo, ovvero l’innovazione:

“innovation represents, by definition, something new and therefore adds to existing knowledge” (Lundvall, 2016)

Da questo punto di vista, dunque, l’innovazione è qualcosa di molto particolare in quanto:

➢ usa la conoscenza come input del «processo innovativo»


➢ genera nuova conoscenza durante il processo innovativo e come output del
processo stesso

Innovazione: usa e genera conoscenza!

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

Particolarmente utile per capire il ruolo della conoscenza nell’innovazione è la


classificazione fornita da Lundvall (2016) in merito allo «scopo della conoscenza», che può
essere diretta a conoscere:

▪ Know- what:
refers to knowledge about ‘facts’. How many people live in New York, what the ingredients in
pancakes are, and when the battle of Waterloo took place are examples of this kind of
knowledge. Here knowledge is close to what is normally called information; it can be broken down
into bits and communicated as data

▪ Know- why:
refers to knowledge about principles and laws of motion in nature, in the human mind and in
society. This kind of knowledge has been extremely important for technological development in
certain science- based areas such as the chemical and electric/ electronic industries. Access to
this kind of knowledge will often make advances in technology more rapid and reduce the
frequency of errors in procedures involving trial and error

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

▪ Know- how:
refers to skills, i.e., the ability to do something. It may be related to the skills of artisans and
production workers, but actually it plays a key role in all important economic activities. The
businessmen judging the market prospects for a new product or the personnel managers
selecting and training staff use their know- how

▪ Know- who:
refers to specific and selective social relations. It is not a question of knowing that person A is the
director of firm B – this we would include in know- what – but to know who knows what and can
do what and to have social relations to those who know relevant things. The rather peculiar know
who form of knowledge is introduced here because innovation is basically an interactive
process… Know- who becomes increasingly important in an economy that combines a complex
knowledge base and a highly developed, rapidly changing specialization

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

Esiste una connessione tra questa classificazione della conoscenza e la sua natura
codificata o tacita

Infatti:

“Knowledge about the state of the world can, to a certain extent, be made explicit. Know- what can be entered into
databases and know- why can be made explicit in theorems. Skills embodied in persons and competencies embodied
in organizations can only be documented to a much more limited degree. There are ‘natural’ limits to how far it is
possible to make ‘know- how’ explicit; only approximations are possible. This is why outstanding experts whose
activities are based on their unique know- how and firms whose activities are based on unique competencies and
permanent innovation may earn extra rents for long periods” (Lundvall, 2016)

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

Il principale meccanismo diretto di creazione di nuova conoscenza è la R&S

La R&S è fondamentale quando lo scopo della conoscenza è conoscere il what o il why.


Ad ogni modo, più ci si sposta dalla ricerca di base verso quella applicata e soprattutto
verso lo sviluppo, più la componente how della conoscenza può divenire l’oggetto
dell’attività di ricerca

I meccanismi di learning sono invece meccanismi indiretti di creazione di conoscenza e


sono principalmente utili per espandere la componente how e who della conoscenza,
ovvero quella parte spesso tacita della conoscenza

Esistono diversi meccanismi di learning evidenziati in letteratura. I principali sono:

o Learning by doing: legati ad attività di produzione dell’impresa


o Learning by using: legati ad attività di utilizzo di macchinari da parte dell’impresa
o Learning by interacting: legati ad interazione con fornitori, clienti o altre imprese

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La conoscenza come fonte dell’innovazione

Secondo Malerba (1992):


Curva di apprendimento:
• I meccanismi di learning by doing e by using
consentono di migliorare i processi produttivi, di
beni dati, attraverso l’esperienza (curve di
apprendimento) (processo)

• Anche le interazioni con i fornitori di macchinari


consentono miglioramenti nei processi produttivi
di beni dati (processo)

• Le interazioni con i clienti, invece, possono


stimolare la differenziazione di prodotto (prodotto)

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Le fonti della conoscenza per l’impresa: una classificazione

A livello di impresa, l’impresa può aumentare il suo stock di conoscenza generandola


dall’interno o assorbendola dall’esterno

Nel primo caso si parla di fonti interne di conoscenza. Nel secondo caso, si parla di fonti
esterne di conoscenza

Unendo questa distinzione, con la distinzione tra meccanismi diretti ed indiretti di


generazione di conoscenza, le fonti di ampliamento della conoscenza per la singola
impresa possono essere classificate in:

➢ Interne e dirette
➢ Esterne e dirette
➢ Interne e indirette
➢ Esterne e indirette

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Le fonti della conoscenza per l’impresa: una classificazione

A seconda del tipo di fonte, i meccanismi che può usare l’impresa per ottenere tale
conoscenza sono diversi. In particolare:

Fonte Indiretta Diretta


Interna Esperienza di produzione/uso R&S
Esterna Socializzazione/interazione Restare aggiornati

Meccanismi informali/indiretti, come socializzazione e interazione, sono cruciali per


accedere a fonti indirette ed esterne: sostanzialmente conoscenze tacite esterne all’impresa

L’insieme di questi meccanismi consentono all’impresa di aumentare il suo stock di


conoscenza nel tempo

L’innovazione può essere vista come il processo tramite cui l’impresa «trasforma» questo
stock di conoscenza in innovazione (generando in questo modo nuova conoscenza)
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Misurare l’innovazione: gli indicatori di innovazione

L’innovazione viene misurata ricorrendo ad indicatori di innovazione valutati a livello di


singola impresa, settore o area geografica (paese, regione ecc..). Gli indicatori
maggiormente usati sono di due tipi:

▪ Indicatori di input innovativo: sforzo innovativo (misurare le fonti dell’innovazione)


Spesa per R&S; Numero ricercatori…

Alcuni aspetti problematici:


❑ Questi indicatori catturano solo i processi innovativi che richiedono la generazione di nuova
conoscenza tramite attività di R&S. Abbiamo però visto che l’innovazione può avvenire anche
senza un’esplicita attività di ricerca. Questo indicatore cattura quindi solo una parte dello sforzo
innovativo delle imprese

❑ Sono indicatori di sforzo/input innovativo. Nulla ci assicura che l’investimento in R&S si tramuti
in innovazione e anche nel caso lo faccia, non sappiamo quando e che tipo di innovazione si
otterrà

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Misurare l’innovazione: gli indicatori di innovazione

▪ Indicatori di output innovativo: risultato innovativo (misurare l’innovazione)


Brevetti

Alcuni aspetti problematici:


❑ I brevetti catturano solo una parte del performance innovativa in quanto sappiamo che molte
innovazioni non vengono brevettate

❑ La propensione a brevettare dipende fortemente dal settore (come vedremo). Questo può
creare dei grossi problemi di comparabilità tra paesi che hanno specializzazioni produttive in
larga parte diverse
❑ Non è detto che ad un brevetto corrisponda una vera innovazione. Non tutti i brevetti si
traducono in applicazioni commerciali

Aspetti interessanti: i brevetti consentono di analizzare l’innovazione con una precisione nel
livello di disaggregazione tecnologica molto elevata

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Misurare l’innovazione: gli indicatori di innovazione

A questi due indicatori principali, R&S e brevetti, si aggiungono molti altri indicatori possibili
quali: pubblicazioni scientifiche, occupati e bilancia commerciale nei settori medium e
high tech, crescita della produttività (TFP)…

Negli anni recenti, a livello comunitario, è stato creato un indicatore composito che tiene
conto di molti indicatori primari per creare un indicatore sintetico della capacità innovativa di
un paese o regione: European Innovation Scoreboard

Inoltre, dal 1992, a livello UE, ogni due anni, viene elaborata un’indagine specifica in cui
viene chiesto direttamente alle imprese di indicare la loro performance innovativa attraverso
dei questionari: Community Innovation Survey (CIS)

Link questionario CIS 2018:


https://circabc.europa.eu/ui/group/47133480-29c1-4c23-9199-72a631f4fd96/library/52d0a42c-dd22-4d86-acb1-
aa72465c3dbf/details

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La performance innovativa italiana: R&S

In Europa, in percentuale
al PIL, la spesa media per
R&S è decisamente
inferiore a quella degli
Stati Uniti e del Giappone.
Nello specifico, l'Europa
destina ogni anno una
quota inferiore
rispettivamente dello
0,8 % e dell'1,5 % a quella
destinata a tale scopo
dagli Stati Uniti e dal
Giappone.

Grande differenze tra


stati. In molti stati
europei il rapporto
R&S/PIL è ancora molto
lontano dall’obiettivo del
3% fissato per il 2020 da
Europa 2020

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La performance innovativa italiana: R&S

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La performance innovativa italiana: R&S

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La performance innovativa italiana: R&S

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La performance innovativa italiana: R&S

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La performance innovativa italiana: R&S

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La performance innovativa italiana: R&S

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La performance innovativa italiana: R&S

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La performance innovativa italiana: ricercatori

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La performance innovativa italiana: ricercatori

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La performance innovativa italiana: brevetti

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La performance innovativa italiana: brevetti

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La performance innovativa italiana: brevetti

Brevetti per
milione abitanti

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La performance innovativa italiana: brevetti

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La performance innovativa italiana: pubblicazioni

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La performance innovativa italiana: pubblicazioni

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La performance innovativa italiana: pubblicazioni

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La performance innovativa italiana: occupati high tech

Percentuale di
occupati nei
settori high tech

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La performance innovativa italiana: Community innovation
survey
Impresa innovativa in CIS:

An innovation is a new or improved product


or process (or combination thereof) that
differs significantly from the unit’s previous
products or processes and that has been made
available to potential users (product) or
brought into use by the unit (process).
The minimum requirement for an innovation
to occur is that the product or process
(marketing or organizational) method must
be new or significantly improved to the
firm. This includes not only products,
processes and methods that firms are the
first to develop but also those that have
been adopted from other firms or
organisations (innovazione new to me:
imitatori sono compresi tra innovatori)

Link database CIS: https://ec.europa.eu/eurostat/web/science-technology-innovation/data/database


Dati italiani: http://dati.istat.it/Index.aspx (Cliccare su voce “Imprese”)

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La performance innovativa italiana: Community innovation
survey

Economia dell'innovazione 2021/2022 - Marco Amendola


La performance innovativa italiana: European innovation
scoreboard

Redatto a livello UE ogni anno.


Comprende 32 indicatori di
innovazione, appartenenti a
quattro macro-aree. Questi
indicatori vengono poi
aggregati per ottenere un
indicatore di sintesi della
performance innovativa di un
paese / regione.

Link: https://ec.europa.eu/growth/industry/policy/innovation/scoreboards_en
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La performance innovativa italiana: European innovation
scoreboard

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La performance innovativa italiana: European innovation
scoreboard

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La performance innovativa italiana: European innovation
scoreboard

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La performance innovativa italiana: European innovation
scoreboard

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Riferimenti

Economia dell’innovazione, Malerba: 1.3.2, 1.3.7 – 1.6


Economia dell’innovazione, Malerba: 5.3

Letture facoltative:

Kline e Rosemberg (1986), An overview of innovation


CNR (2018), Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia: 1, 3, 4

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