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Per le reazioni vincolari fissato q e la lunghezza 2a, la risultante sarà uguale a 2qa, quindi la
reazione verticale che è posta ad una distanza a e l-a, ricordando che la reazione è direttamente
proporzionale alla lunghezza dell'altro
lato (possibile ricavare tramite calcolo),
otteniamo i 2 valori delle 2 reazioni
verticali. Quindi una reazione sarà uguale
ad una forza per l'altro lato diviso l e
viceversa. Se la forza risultante fosse stata
al centro le 2 reazioni sarebbero state
uguali. Le 2 reazioni verticali sono l'una
più piccola dell'altra com'è possibile notare dal disegno.
In definitiva per studiare il diagramma del taglio (che avrà sicuramente pendenza non nulla
dato che ho un carico) ho 3 metodi:
1) considero l'ultimo salto che chiude a zero e va verso l'alto e quindi la retta deve andare
sotto;
2) da un punto di vista matematico, studio il segno della derivata;
3) faccio il disegno del concio e mi rendo conto che l'ultimo taglio è negativo.
Se il carico avesse interessato tutta la trave avremmo avuto un'unica linea con una forma tipo a
“farfalla”.
Studiamo ora la funzione momento. Orientiamo il momento positivo verso il basso ( anche se
più avanti considereremo il diagramma del momento dal lato delle fibre tese ).
N.B: Si considera il diagramma del momento dal lato delle fibre tese perché esistono materiali
che hanno bassa resistenza a trazione come muratura e calcestruzzo ai quali occorre aggiungere
un’armatura per migliorare la loro resistenza a trazione e quindi guardare dove sono le fibre
tese aiuta a capire quali sono i punti e le parti più critiche.
Ritorniamo al diagramma del momento per la figura assegnata. Individuiamo dei tratti (vedi
figura sopra). Nella prima zona posso ipotizzare che il diagramma del momento è continuo nel
senso che è definito da una sola funzione. In genere conviene prendere il punto iniziale e il
punto finale (ammesso che lo conosca) e la pendenza (o le pendenze) che hanno. In questo
caso le cose note sono sostanzialmente 2. Quanto vale il momento sull'appoggio A? Vale zero
perché ho una cerniera ossia un vincolo che non è in grado di esercitare nessuna coppia, quindi
il momento parte da zero. Inoltre so che non c'è il carico e, quando il carico è nullo, il taglio è
costante mentre il momento è lineare (se non vi è carico il momento non ha curvatura, sarà
lineare) . Ma avrà pendenza positiva o negativa? Posso fare 2 ragionamenti:
1) da un punto di vista matematico, so che la derivata del momento è il taglio (in questo
caso taglio positivo quindi momento che cresce, di conseguenza andrà verso il basso
dato che il momento è orientato verso il basso);
𝒅𝑴
=M’ = T
𝒅𝒙
𝒅𝑻
= T’ = - q
𝒅𝒙
2) oppure, in maniera molto più diretta, considero il concio nel punto B e mi chiedo quali
sono le fibre tese? Sicuramente quelle di
sotto e di conseguenza il grafico andrà
verso il basso.
A questo punto posso calcolare quanto
vale il primo momento che risulterà pari
alla pendenza per la distanza e cioè
2𝑞𝑎
∗ (𝑙 − 2𝑎). Tale valore calcolato non
𝑙
sarà quello massimo.
Passo, poi, allo studio del momento dell'altro tratto. Posso dire di avere una funzione continua
perché ho solo un carico, non ho variazioni del momento flettente. Di questo tratto conosco il
punto iniziale e finale. Perché di questo tratto conosco il punto iniziale? Perché, se considero il
concio (punto B), mi accorgo che, se da un lato ho una certa coppia, dall'altro avrò la stessa
coppia, inoltre avrò un salto nel momento solo se sopra ci metto una coppia. Non avendo una
coppia il momento da sinistra a destra resta uguale e quindi non ho salti. Come sarà la funzione
in questo tratto? Avendo un carico sarà parabolica (taglio lineare e quindi momento
parabolico). Conosco punto iniziale e punto finale, la funzione partirà con la stessa pendenza
però man mano che vado avanti sarà più piccola. Inoltre la funzione taglio passa per uno zero e
quindi avrò il momento massimo relativo e poi la funzione taglio cambia segno per arrivare con
una pendenza che è più grande di quella a sinistra ma di segno opposto. Quanto vale il
momento nel punto di massimo relativo? Lo conosco dove il taglio si annulla. Devo quindi
calcolarmi la quantità . Lo faccio considerando il triangolo nel diagramma del taglio.
𝑹𝑽𝑩
* q = 𝑹𝑽𝑩 =
𝒒
Calcolo il momento in un punto appartenente al tratto BC e mi
chiedo chi mi da momento in quel punto (guardo tutto a
destra).
(𝐥−𝐱)
𝑴(𝒙) =+𝑹𝑽𝑩 (l - x) - q(l - x)
𝟐
𝑹𝑽
𝒒(𝒍− 𝑩 )𝟐
𝑹𝑽𝑩 𝒒
MMAX = 𝑹𝑽𝑩 (l - )- = M ( x ) = M [ x : T ( x ) = 0]
𝒒 𝟐
Finora abbiamo considerato che nella formula 3t-v, t era uguale a uno, quindi un oggetto con 3
gradi di libertà.
Cosa accade se mettiamo insieme 2 oggetti?
Consideriamo 2 travi. Ognuna avrà 3 gradi di libertà. Quindi: 3t=6.
3t – v = l - i
Come faccio ad avere una struttura quantomeno non labile? La prima opzione è avere almeno
v=6. Se metto v<6 la struttura potrebbe essere labile ma in equilibrio per una particolare
condizione di carico (la struttura sarà in equilibrio solo per alcuni carichi, non tutti). Devo quindi
mettere 6 vincoli semplici. Potrei mettere 2 incastri ai lati e quindi mettere 3 e 3 vincoli esterni.
Tuttavia potrei mettere anche un incastro interno, in questo caso ottengo un corpo continuo
( blocco 3 vincoli con un vincolo esterno e gli altri 3 con uno interno).
Quindi i vincoli possono essere interni o esterni. Vincolo interno significa una qualsiasi
porzione di struttura continua, e quella continuità è un incastro interno. Posso abbattere un
vincolo di quell'incastro e sostituirlo con un vincolo di diversa natura.
Figura a
Per un corpo semplice del tipo:
mi ponevo la domanda: esiste un centro intorno a cui può ruotare questo sistema?
1) Se no struttura isostatica;
Una struttura fatta da più corpi sarà labile se i centri si allineano. L'esempio più importante è
l'arco a 3 cerniere. Quest'arco potrebbe diventare
allineato ma ciò accade se si verificano grandi
spostamenti, cosa che non accade mai in questo
campo.
Di conseguenza per piccoli spostamenti l'arco sarà
non labile mentre la struttura allineata risulterà
labile.
Consideriamo la struttura allineata. Il primo vincolo ha uno spostamento nullo poichè fisso a
terra. Allo stesso modo anche il vincolo di destra dato che
sta a terra.
Tuttavia avrei potuto immaginare di avere una struttura unica per poi arrivare alla struttura
considerata. Considero la seguente struttura isostatica (2 vincoli la cerniera e 1 vincolo il
pendolo):
3t – v = 0
Avrei potuto considerare anche un'altra struttura come quella al lato (Figura b).
Il pattino e la cerniera ai lati abbattono 2 vincoli
ciascuno, di conseguenza ne ho bisogno di altri 2.
Risolvo il problema inserendo una cerniera interna
che mi blocca gli altri 2 vincoli. In questo modo
ottengo che i gradi di vincolo sono 6.
Appena il pendolo s'inclina anche di un grado non vi è più intersezione. Quindi questa struttura
è diventata isostatica cioè ha 3 gradi di libertà bloccati. Dire che la struttura è diventata
isostatica, nella nostra logica tutto sommato
posso pensare che nel punto rosso indicato in
figura al lato ci metto un vincolo ( definito come
qualunque cosa che genera impedimento al
moto tramite una forza). Questo simbolo
indicato tuttavia può risultare ambiguo, in
quanto mi indica che in quel punto posso metterci qualunque forza orizzontale o verticale che
tanto questa struttura è in grado di esercitarla ( essendo la struttura a sinistra isostatica esiste
sempre una distribuzione di reazioni vincolari in grado di equilibrarla).
N.B: Sono in grado di trovare reazioni che mi equilibrino la forza che ci metto. In seguito verifico
se realmente la struttura regge.
Dal punto di vista cinematico non è vero che regge qualsiasi forza. Infatti se si applica una forza
in quel punto se ne può scendere (si può deformare). Infatti nella realtà quel vincolo
diventerebbe una cerniera su molle. La molla mi da informazioni sulla rigidezza della struttura.
In Figura c, il primo corpo quindi è come se fosse un'unica cerniera (cioè dietro quel vincolo
c’è qualcosa di più complicato). Dunque se ho una cerniera il vincolo che dovrò mettere a
destra sarà un pendolo (2 vincoli la cerniera +1 il pendolo). Tale pendolo potrà essere inclinato
in qualunque modo tranne quello orizzontale (ci sarebbe un'intersezione tra i centri di
rotazione e diventerebbe labile non l'intera struttura ma solo una sua porzione).
In definitiva, anche in questo caso, posso dire che se eliminassi il secondo pezzo, il primo non se
ne accorgerebbe, in quanto da solo è isostatico. Al contrario se eliminassi il primo pezzo, il
secondo se ne accorgerebbe in quanto da solo non riuscirebbe a mantenersi.
Come posso trattare questi vincoli interni? Consideriamo nuovamente le strutture in Figura a
ed in Figura b e vediamo quali sono le differenze tra le 2 cerniere interne. Nel caso della
struttura in Figura b, la cerniera
interna sta ad indicare che in
verticale lo spostamento relativo è
nullo ( vsx = vdx dove v è lo
spostamento verticale), in orizzontale è anch'esso nullo (usx = udx dove u è lo spostamento
orizzontale, cioè i 2 corpi si spostano in orizzontale della stessa quantità).
Nel caso della struttura in Figura a sto dicendo la stessa cosa, solo che, in questo caso, usx e vsx
sono = 0, dato che il vincolo a sinistra è fisso a terra. Quindi i 2 corpi continuano ad avere gli
stessi spostamenti rispetto al centro relativo, ma uno dei 2 è fermo.
Cosa vuol dire contrastare uno spostamento relativo verticale? Vuol dire che può trasferire un
taglio, cioè una forza verticale.
Cosa vuol dire che contrasta uno spostamento relativo orizzontale? Vuol dire che trasferisce
una forza orizzontale, cioè che è in grado di opporsi
ad una forza orizzontale. Quindi, posso sempre
togliere il vincolo e sostituirlo con le reazioni che
esso genera. Quali azioni genera? Genera le
seguenti azioni ( vedi figura al lato).
Per quanto riguarda la coppia: M = 0, perché? ϕsx è diverso da ϕdx, cioè non ho un controllo
sulle ϕ (non contrasta una ϕ relativa, non è in grado di opporsi). Visto che non è in grado di
opporsi, come era per la cerniera esterna, anche in questo caso, il momento sarà pari a zero
(sulla cerniera il momento è nullo, proprio perché l'elemento ruota come vuole e non c'è nulla
in grado di opporsi). Ovviamente se avessi una coppia proprio sopra la cerniera, ci sarebbe una
forza che si oppone e la variazione di coppia tra sinistra e destra risulterebbe proprio uguale ad
M, però se non ho coppie esterne la funzione passa per uno zero.
Allo stesso modo, se avessi una forza esterna verticale sopra la cerniera, la differenza dei tagli
dovrebbe equilibrare quella forza verticale (F).
Se avessi una forza orizzontale, gli sforzi normali a sinistra e a destra dovrebbero equilibrare
quella situazione.
TSX – TDX = F ≠ 0
Incastro Interno
Allora potrò vedere quella cerniera o qualsiasi altro vincolo interno come un declassamento
della seguente situazione:
Se sostituisco l'incastro interno con una cerniera interna ( sto quindi diminuendo il numero di
vincoli), libero il vincolo alle ϕ. Immaginando tale vincolo come un filtro, posso dire che passa
tutto tranne la coppia, che chiaramente si annulla perché in quel punto non è in grado di
assorbirla. L'unica cosa compatibile con tale situazione è che il momento in quel punto passi per
uno zero. Quindi un incastro interno sostituito con una cerniera interna trasferisce tutto tranne
la coppia.
Cerniera Interna
Se ho un incastro interno passa tutto ( le funzioni ci camminano sopra come se niente fosse),
nell'istante in cui abbatto un grado di vincolo gli sto togliendo la capacità di trasferire
quell'azione ( creo dunque un filtro cioè con una cerniera i momenti non passano, " il momento
di destra non parla con il momento di sinistra").
2) non impedisco la traslazione orizzontale relativa e quindi non sono in grado di esercitare
un'azione orizzontale;
3) non impedisco la rotazione interna relativa e quindi non sono in grado di esplicare una
coppia.
In definitiva, gli enti che non filtro camminano come se niente fosse. Inoltre i rispettivi
diagrammi non presentano nulla a meno che non metto una forza ( orizzontale verticale o
coppia) e in quel caso ci sarà un salto ( ma questo è vero sempre).
L'ultimo vincolo è l'incastro interno. Questo non verrà chiamato vincolo perché le strutture
hanno miliardi di vincoli incastro interno. Tuttavia, volendo estremizzare tale concetto, se su
tale vincolo applico una forza orizzontale, verticale, o una coppia, esso me le trasferisce perché
si oppone ai rispettivi movimenti (duali) relativi.
ESERCIZIO
Principio di Sezionamento: faccio dei sezionamenti e le parti che elimino le sostituisco con delle
forze.
Posso scrivere le equazioni di equilibrio solo se ho il corpo libero nell'aria, perché se è vincolato
da qualche parte ci sarebbero sempre delle forze provenienti da vincoli che non vedo e
quindi che non controllo (e non va bene).
Se volessi scrivere le equazioni cardinali della statica per questa struttura: posso sempre
scrivere 3 equazioni (equilibrio orizzontale,
verticale e a momento intorno ad un polo).
Tali equazioni le posso scrivere per tutto il
corpo (inteso come un blocco unico), in
pratica sto facendo dei tagli come mostrato
in figura.
Se non tagliassi tutte le parti (Taglio 1), non potrei mai scrivere un'equazione di equilibrio per
questo corpo, in quanto nel pendolo che è vincolato a terra ci sarebbero delle forze che non
so quanto valgono (e non vedo nelle equazioni).
1 Taglio 1
Devo quindi liberare anche questo vincolo, e solo quando “fluttua nell'aria” (Taglio 2) posso
scrivere le equazioni di equilibrio (devo fare sempre dei tagli affinché il corpo sia del tutto
libero).
2 Taglio 2
𝑹 𝑯𝑨 = 0
−𝑹𝑽𝑩 *2 l −𝑹𝑽𝑫 * 4 l + F l = 0
Dall'equazione di equilibrio orizzontale mi accorgo che anche se fosse stato un carrello avrebbe
funzionato non avendo altre forze orizzontali. Era labile ma in equilibrio per tutti i carichi
verticali (se la forza s'inclina diventa labile e non è più in equilibrio).
Nell'equazione di equilibrio del momento, RVA e RHA non hanno braccio (non sono presenti nel
sistema di equazioni). Inoltre, avendo scelto come verso positivo quello orario, RVB e RVD
avranno segno negativo ( perché rispetto al polo A formano una coppia antioraria, contraria al
verso orario scelto come positivo).
Abbiamo dunque scritto le equazioni cardinali della statica per il corpo nella sua interezza
(nonostante fossero 2 corpi, ho considerato la cerniera interna come un incastro che ho
declassato, e non strettamente come un vincolo. Esso c'è o non c'è, le sue azioni sono
comunque in equilibrio).
Se facessi il taglio sul vincolo interno ( ovviamente un attimo prima o un attimo dopo in
dipendenza da cosa voglio vedere),
sarebbe la scelta migliore, perché so che li quantomeno non c'è una coppia, ed è anche
più razionale perché significherebbe fare l'equilibrio del primo corpo.
Quindi faccio proprio questo, libero il primo corpo (deve essere un corpo libero- free body
diagram). Quindi sostituisco i vincoli con le reazioni, e se ci fosse stato un incastro, avrei avuto:
N.B: I versi delle forze vengono messi a caso. In seguito vengono verificati.
Dato che ho una cerniera non ci sarà una coppia (dato che la
cerniera non trasferisce una coppia). Ho, dunque, trovato
una nuova struttura su cui scrivere le equazioni cardinali
della statica (posso scrivere altre 3 equazioni).
𝑹𝑯𝑨 −𝑹𝑯𝑪 = 0
−𝑹𝑽𝑩 *2 l −𝑹𝑽𝑪 * 3 l + F l = 0
In questo caso dall'equilibrio orizzontale, non ottengo alcuna nuova informazione dato che,
sapendo che RHA = 0, necessariamente risulterà RHC = 0.
Nell'equilibrio del momento, avendo scelto A come polo, RHA non ha braccio.
Il sistema è invertibile perché la struttura è isostatica (se la struttura fosse stata labile il sistema
sarebbe stato non invertibile). Se ci fossero stati vincoli iperstatici (ma il sistema era sempre
6x6) voleva dire che uno era combinazione lineare dell’altro (non aggiungeva nulla in più), e, dal
punto di vista matematico, il sistema sarebbe stato comunque non invertibile.
La cosa più conveniente sarebbe stata considerare il secondo corpo, il quale era soggetto a
meno forze in quanto scarico (stesso taglio ma
guardo tutto a destra). Le reazioni sostituite al
vincolo interno non posso scriverle a caso, dato
che sono state già fissate per il primo corpo. Di
conseguenza dovrò prenderle di segno opposto
(dato che la cerniera è in equilibrio).
𝑹 𝑯𝑪 = 0
−𝑹𝑽𝑫 * l = 0
Nel sist.3, scegliendo come polo C per le equazioni di equilibrio del momento, ottengo che RBC
ed RHC non hanno braccio.
Per semplicità di calcolo, risolverò il seguente sistema:
SISTEMA 1 𝑹𝑽𝑩 = F/2
+
SISTEMA 3 𝑹𝑽𝑨 = F −𝑹𝑽𝑩 = F/2
SISTEMA 1
+
SISTEMA 2
E sarei arrivato alla stessa soluzione, con la differenza che avrei dovuto svolgere un sistema più
complicato.
N.B: Se ho N corpi potrò scrivere 3N equazioni di equilibrio per ogni corpo, più quella globale.
Inoltre se ho N corpi le incognite saranno 3 N. In realtà io posso scrivere 3 (N +1) equazioni e, di
queste, 3 saranno sempre in più in quanto combinazione lineare delle altre (es: 2 corpi, 6
incognite, 9 equazioni di cui 3 in più).
Dalla risoluzione del sistema finale ottengo che RVA e RVB sono positivi e quindi avevo scelto i
versi nel modo giusto.
N.B: Se avessi posizionato la forza sul corpo appoggiato, esso avrebbe fatto nascere delle azioni,
ma le avrebbe causate anche nell'altro.
Dal punto di vista fisico, se togliessi il secondo corpo, essendo il primo isostatico, si porterà i
suoi carichi e non avrà bisogno del corpo che su di lui si poggia. Viceversa, se la forza fosse sul
secondo corpo, esso avrebbe bisogno del primo sul quale si poggia e di conseguenza anche il
primo corpo si carica.
In definitiva, una struttura per reggersi deve scaricare. Essa potrà scaricare o a terra o su un
altro corpo (ed in questo caso considererò il corpo su cui si appoggia la struttura come un
vincolo, in modo da studiare solo la struttura che si appoggia).
In realtà anche se mi metto in qualunque posto a destra della cerniera, mi accorgo che a destra
non ho niente, perché la cerniera interna trasferisce il taglio ma non lo genera. Quindi
sicuramente in quel punto avrò 2 tagli uguali ed opposti ma che una volta passati era in
equilibrio prima e resta tale dopo.
Parte da zero ed ha una certa pendenza pari a F/2 ( la derivata del momento è il taglio, il taglio
è positivo quindi il momento deve aumentare). Il punto in cui arriva sarà dato dalla pendenza
F/2 per il tratto lungo cui si sviluppa cioè l. Poi, avendo un salto nel taglio, ho, nel momento, un
brusco cambio di segno della pendenza. Poi il diagramma va a zero ( a destra della cerniera M=0
dato che la cerniera non lascia passare il momento, e a sinistra per equilibrio col tratto di destra
sarà M=0).
N.B: I segni delle reazioni vincolari possono essere visti non solo dal diagramma del taglio, ma
anche da quello del momento flettente. Infatti, nel diagramma avendo delle cuspidi la forza
”punge” il diagramma.
e voglio calcolare solo la reazione vincolare relativa al pendolo, senza conoscere tutte le altre
reazioni,
Allora cancellerò solo il vincolo a cui sono interessato sostituendolo con una forza (RVB).
N.B: Non uso le equazioni cardinali della statica altrimenti dovrei risolvere il sistema con tutte le
incognite.
Di tutti gli infiniti valori di RVB, voglio conoscere l'unico che mi garantisce che lo spostamento sia
nullo:
Se esiste la forza e il suo spostamento deve essere nullo, il lavoro di questa forza deve essere
nullo.
L = 𝑹 𝑽𝑩 ∗ 𝜹𝑹𝑽 = 0
𝑩
Quindi, se δ è zero, il lavoro sarà nullo. In realtà, dato che nel punto B c'è un vincolo, lo
spostamento dovrebbe essere zero per definizione. Infatti, in questo caso, parliamo di
spostamento virtuale (se il vincolo non ci fosse si potrebbe spostare, con uno spostamento
compatibile con l'intera struttura e i suoi vincoli). Non solo il lavoro di RVB ma anche di F deve
essere nullo, perché nell'istante in cui le forze compiono un certo lavoro vuol dire che si sta
spostando qualcosa.
Quindi, se io prendo tutte le forze e il lavoro che esse compiono, sostanzialmente questo lavoro
deve essere pari a zero (banalmente possiamo dire che se il lavoro di tutte le forze é zero vuol
dire che sta tutto fermo). Dunque devo valutare il lavoro che compiono queste forze. Parlerò di
lavoro virtuale perché gli spostamenti sono virtuali, cioè virtualmente se ogni azione compisse
un lavoro, esso dovrebbe essere nullo.
Catena cinematica vuol dire individuare che spostamenti può avere questa struttura. Quindi se
ha degli spostamenti, vuol dire che esiste un centro. La prima cosa da fare è trovare il centro di
questa struttura. Prima che togliessi il vincolo, la struttura non aveva un centro di rotazione,
perché avevo un centro nella cerniera ed un'infinità lungo l'asse del pendolo e quindi non vi era
intersezione. Avendo tolto un vincolo abbiamo un unico centro virtuale nella cerniera (C 1), e
rispetto a questo punto la struttura può avere un suo moto. Essendo la struttura 1 volta labile
(una struttura isostatica che perde un vincolo sarà sempre una volta labile), vuol dire che esiste
un parametro cinematico libero che può descrivere tutto il moto. Questo parametro può essere
uno spostamento qualsiasi, ma prendo quello relativo al centro (sarebbe poco intelligente
prenderne uno qualsiasi, a caso). Cosa vuol dire che il moto è governato da quel parametro?
Significa dire che se fisso quel parametro tutti gli altri spostamenti saranno calcolabili (ci sarà un
solo parametro libero ma che una volta fissato determinerà anche gli altri).
N.B: La scelta del parametro sarà arbitraria, a fine calcolo si dovrà semplificare.
Sono interessato a conoscere coassialmente alla forza quanto vale lo spostamento. Non mi
interessa conoscere come si comporta la struttura nello spazio, in quanto le strutture non
hanno grandi spostamenti a differenza, ad esempio, delle macchine.
F ∗ 𝜹𝑭 −𝑹𝑽𝑩 ∗ 𝜹𝑹𝑽 = 0
𝑩
Il primo termine sarà positivo perché sia F che δF hanno lo stesso verso ( spostamento verso il
basso); il secondo termine ha segno negativo perché forza e spostamento hanno versi opposti.
Visto che ϕ è arbitrario, dire verso l'alto o verso il basso non interessa tanto alla fine si
semplificherà. Il lavoro di queste forze globalmente deve essere nullo. A questo punto mi ricavo
RVB:
𝐅 ∗𝜹𝑭
𝑹 𝑽𝑩 =
𝜹𝑹𝑽
𝑩
𝜹𝑹𝑽 = ϕ 𝒅𝑩
𝑩
𝐅 ∗𝜹𝑭 𝑭 𝝋 𝒅𝑭 𝒅𝑭
𝑹 𝑽𝑩 = = 𝑹 𝑽𝑩 = F
𝜹𝑹𝑽 𝛗 𝒅𝑩 𝒅𝑩
𝑩
Ho ottenuto che RVB è uguale ad F per la distanza della forza dall altro lato, diviso la luce della
trave.
Vediamola ora come una LINEA DI INFLUENZA ( dei carichi viaggianti), cioè mi chiedo:"su
questa struttura, la reazione vincolare in B quando è che sta meglio e quando peggio?". Poiché
RVB dipende da:
F ∗ 𝜹𝑭 −𝑹𝑽𝑩 ∗ 𝜹𝑹𝑽 = 0
𝑩
possiamo dire che più lavoro compiono le forze, più lavoro compirà RVB per compensarle (per
un bilancio).
↑ F ∗ 𝜹𝑭 ↑ 𝑹𝑽𝑩
Se ora, come parametro cinematico, non prendo più ϕ, ma 𝛿𝑅𝑉𝐵 e lo fisso pari a 1 (non governo
𝐅 ∗𝜹𝑭
fisso: 𝜹𝑹𝑽𝑩 = 𝟏 𝑹 𝑽𝑩 = = 𝐅 ∗ 𝜹𝑭
𝜹𝑹𝑽
𝑩
In questo modo scopro che maggiore è il lavoro compiuto dalla forza, maggiore diventa R VB.
Se voglio massimizzare RVB, dove devo posizionare la F? Poiché la forza ha un modulo fisso,
posso far variare solo δF, e ovviamente lo metterò dove il δF é più grande.
Scopro, quindi, che questo diagramma mi da
proprio la gradazione della reazione verticale
in funzione di dove posiziono la forza (cioè la
RVB sarà pari ad F per una quantità che
leggerò da quest'ultimo grafico in scala).
N.B: Queste azioni più compiono lavoro, più la reazione diventa grande. Ovviamente il lavoro lo
compiono rispetto ad una catena che fa lavorare solo quell'azione, perché io non so nulla a
proposito di RVA. Per saperlo avrei dovuto fare la catena rispetto ad RVA.
Quindi questa che abbiamo appena calcolato prende il nome di linea di influenza.
PRIMO MODO
Posso prendere la componente verticale ed orizzontale ( cioè scompongo la forza nelle sue 2
componenti), considero una seconda fondamentale, e considero il fatto che la componente
verticale compie lavoro per lo spostamento verticale mentre la componente orizzontale compie
lavoro per uno spostamento orizzontale. Come posso agire? Considero la fondamentale e mi
proietto il centro sulla nuova fondamentale. Avendo scelto un atto di moto ϕ positivo sulla
fondamentale orizzontale, prenderò un altro atto di moto positivo sulla nuova fondamentale
(cioè metto la stessa ϕ anche sulla nuova fondamentale). Ottengo quindi un altro diagramma
per gli spostamenti orizzontali della struttura. In questo caso la struttura starà solo nel punto
evidenziato della fondamentale verticale. In questo modo scopro che lo spostamento
orizzontale di questa struttura è nullo. Scrivo il lavoro delle forze:
E quindi:
𝑭𝒚 ∗𝜹𝑭𝒚 𝑭𝒚 𝒅 𝑭 𝝋 𝑭𝒚 𝒅 𝑭
𝑹 𝑽𝑩 = = =
𝜹𝑹𝑽 𝝋 𝒅𝑩 𝒅𝑩
𝑩
SECONDO MODO
Considero la forza e quindi la sua retta di azione, traccio una fondamentale ortogonale a tale
retta, proietto il centro e applico lo stesso atto di moto ϕ orario. In questo modo non ragiono
per componenti ma considero la forza intera e calcolo lo spostamento di F lungo questa nuova
fondamentale.
L = −𝑹𝑽𝑩 ∗ 𝜹𝑹𝑽 + F ∗ 𝜹𝑭 = 0
𝑩
E quindi:
𝑭𝒚 ∗𝜹𝑭𝒚 𝑭𝝋𝒂 𝑭𝒂
𝑹 𝑽𝑩 = = =
𝜹𝑹𝑽 𝝋 𝒅𝑩 𝒅𝑩
𝑩
𝑭 𝒚 ∗ 𝜹𝑭𝒚 = 𝑭 ∗ 𝒂
cioè o prendo la forza intera per il suo braccio vero rispetto al centro intorno a cui ruota,
oppure prendo la componente verticale per la componente del braccio (dF).
PER CONCLUDERE
Il principio dei lavori virtuali come si applica?
Se avessi avuto una coppia, essa avrebbe compiuto lavoro per una rotazione ϕ (mentre una
forza compie lavoro per uno spostamento).