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30 del 25-05-2016
E’ una struttura una volta iperstatica perché abbiamo un unico elemento con in A un incastro e in B
un carrello esterno. Teoricamente la struttura la si potrebbe risolvere anche con il metodo delle
“quattro integrazioni”, tuttavia esistono metodi più sbrigativi quali il “metodo delle forze”.
Quando abbiamo uno sbalzo la prima cosa da fare, siccome è un elemento isostatico, è sostituire
l’effetto di quello sbalzo come coppie e forze di estremità in B. Infatti, indipendentemente da quello
che c’è sulla campata A-B, se vado a sezionare in B e guardo a destra, il taglio in B e il momento in
B sono già noti a prescindere dalle reazioni (iperstatiche).
Ridisegniamo la struttura eliminando lo sbalzo, mettendo al posto dello sbalzo una forza F* e una
coppia M* di cui non conosciamo ancora il verso. Dove F* è la risultante dei carichi verticali che si
trovano sul tratto BD, in tal caso è semplicemente:
F * q2 l2 100kN
Per quanto riguarda la coppia M*, questa dovrà tenere conto del trasporto. In particolare “m” posso
trasportarla in B tranquillamente perché è già una coppia.
l
M * m q2 l2 2 l2 80 50 2 3 220kN m
2
Il segno è negativo, questo vuol dire che la coppia non è antioraria come “m” che ho considerato
positiva ma è una coppia oraria. La struttura staticamente equivalente diventa:
METODO DELLE FORZE: devo rendere la struttura isostatica. Come faccio questa sconnessione?
Devo fare in modo da ricondurmi sempre a travi semplici appoggiate-appoggiate (o
indifferentemente a travi incernierate-incernierate avendo una struttura a carichi verticali e a tratti
ad asse rettilineo orizzontali). In B non devo sconnettere nulla, vado a sconnettere in A.
Allora la mia Struttura Isostatica Equivalente sarà:
S.I.E.
In A faccio la sconnessione e ci metto l’incognita iperstatica XA. Altrimenti non avrei una struttura
equivalente perché, avendo messo una cerniera, devo sostituire l’effetto che avevo prima, cioè la
coppia incognita.
Questa struttura ha ∞i configurazioni equilibrate (dove “i” è il grado di iperstaticità che in tal caso
vale 1, quindi ∞1), perché teoricamente XA può variare da -∞ a +∞.
La condizione equilibrata la troverò sempre. Il valore di XA reale è quello che oltre all’equilibrio mi
soddisfi la congruenza, cioè che la rotazione in A sia nulla.
Quindi applicando il metodo delle forze trovo tra le infinite soluzioni staticamente equilibrate
l’unica che è anche congruente.
Applico quindi l’equazione di congruenza che mi dice che: A 0 .
Ma questa A la posso vedere come somma di più contributi, uno dovuto all’incognita iperstatica
XA, uno dovuto al carico esterno q1 e uno dovuto alla coppia esterna M*. F* non genera una
deformata sulla struttura perché è applicata direttamente sul carrello.
A XA A qA1 M
A
*
X A l1 q1 l1 M * l1
3
+ A 0
3EI 24EI 6EI
Abbiamo una equazione in un’unica incognita XA
q l 2 M *
X A 1 1 31,87KN m
8 2
Vuol dire che il verso che ho scelto è giusto. Questa coppia tende le fibre inferiori infatti questo
q1 l12
Eq.B: RAy l1 RAm M* 0 RAy 12,13kN ;
2
q1 l12
Eq.A: RBy l1 M * RAm F * l1 0 RBy 212,9kN ;
2
TAGLIO
TA RAy 12,13kN ;
TBsx RAy q1 l1 12,13 125 112,8kN ;
TBdx q2 l2 100kN ;
TC 100kN ;
TD 0kN ;
Il taglio tra A e B ha un punto di nullo. Fissata un’ ascissa curvilinea, quindi una variabile x tra A e
B, calcoliamo il taglio ad una generica x
T( x ) AB R Ay q1 x
E’ importante calcolare questo valore di ascissa perché rappresenta il punto di massimo del
momento.
MOMENTO
M A RAm 31,87kN m
Tende le fibre inferiori, è positivo.
M B M * 220kN m
Tende le fibre superiori
q l 2
M Csx 2 2 m 20kN m
2
Guardando da destra m tende le fibre inferiori, è positiva.
q2 l2 2
M Cdx 100kN m
2
Passando da Csx a Cdx, guardando a destra la coppia non la vedo. Se avessi guardato a sinistra avrei
l
avuto: M Cdx RAm RAy (l1 l2 ) q1 l1 1 l2 RBy l2 m 100kN m
2
Il salto tra Csx e Cdx è proprio la coppia m.
MD 0 ;
Il momento in corrispondenza del punto di nullo del taglio, ossia il momento massimo, sezionando
in x’, vale:
x '2
M MAX RAm RAy x ' q1 34,82kN m ;
2
N.B. Il taglio ci dice come varia la tangente sul diagramma del momento, quindi in A la tangente
non può essere orizzontale. Il taglio decresce quindi la pendenza deve diminuire e l’andamento del
momento tra A e B è sicuramente quello. Il taglio poi cambia segno e infatti l’andamento del
diagramma è differente. Tra B e C ho un taglio costante quindi il momento sarà lineare. In C
pendenza a sinistra e a destra deve essere la stessa. In D il taglio arriva a zero quindi il momento
arriva a pendenza orizzontale.
A sinistra e a destra di B il taglio cambia segno e infatti la pendenza una volta è antioraria e una
volta è oraria.
ABBASSAMENTO IN X’
Supponiamo di voler calcolare quanto vale l’abbassamento nella sezione S, sezione in cui il taglio è
nullo.
Siccome la struttura l’ho già risolta, non mi conviene applicare il metodo delle quattro integrazioni
ma applico direttamente una doppia integrazione, quindi integrando due volte il momento.
Dalla funzione momento capisco che ho 3 discontinuità (ma devo vlautare anche discontinuità in
rotazione e abbassamento, che però coincidono con quelle del momento in questo particolare caso),
quindi se lo volessi fare su tutta la struttura avrei 6 incognite (6 costanti di integrazione). Tuttavia,
ragionando, capisco che non mi conviene farlo sull’intera struttura perché, se considero solo la
funzione tra A e B e metto il sistema di riferimento come in figura, noto che le due condizioni al
contorno in A, abbassamento e rotazione pari a zero, mi permettono di risolvere il problema.
Devo scrivere la funzione momento, ponendomi ad una generica x e valuto la funzione:
q1 x 2
M ( x ) BA R Am R Ay x ;
2
d M
Essendo , posso integrare e ottenere la funzione
dx EI
R Am x q1 x 3 R Ay x
2
(x)
B
A C1 , come integrale della funzione curvatura
EI 6EI 2EI
(cioè momento diviso EI).
C.C. ( x 0) BA 0 C1 0;
d
Se voglio la funzione V(x) valutata lungo A-B devo integrare la funzione rotazione, infatti V;
dx
Integrando, ottengo:
R Am x 2 q1 x 4 R Ay x
3
V( x )
B
A C2 ;
2EI 24EI 6EI
Anche in questo caso la costante d’integrazione risulta essere nulla infatti, utilizzando la condizione
al contorno di abbassamento nullo in A, otteniamo:
C.C. V( x 0) BA 0 C 2 0;
0,3 0,653
I 0,0069 m 4 ;
12
N kN
Voglio ragionare in KiloNewton e metri: E 30 '000 MPa 30 '000 2
30 106 2 ;
mm m
In definitiva:
25 52
M A q1 78,12kN m;
8
M B q1 0kN m;
m
M A m1 40kN m;
2
M B m1 m 80kN m;
Effetto carico ripartito q2 (anche in tal caso sostituisco l’effetto del carico come coppie e
forze di estremità):
MB
M A m1 150kN m;
2
l
M B m1 q2 l2 2 l3 300kN m; (la coppia di trasporto tiene conto solo del carico, perché
2
sto considerando solo quello, “m” non c’è)
Non abbiamo applicato un vero e proprio criterio di fascia, essendo un schema notevole. Se
abbiamo una trave continua facciamo variare la rigidezza dei nodi interni. Ma avendo uno
schema semplice, facendo la somma dei diagrammi otteniamo esattamente quello che abbiamo
trovato precedentemente, ovviamente solo per il tratto A-B. Lo sbalzo lo potevamo conoscere a
prescindere (perché è una mensola isostica). Il criterio di fascia qui degenera nel semplice
principio di sovrapposizione degli effetti.
APPLICAZIONE STRUTTURA ISOSTATICA AD ASSE
SPEZZATO
E’ una struttura isostatica. Abbiamo due corpi e strutture non solo ad asse orizzontale, quindi
dobbiamo considerare 3 gradi di libertà per ogni corpo. Quanti vincoli abbiamo? Abbiamo un
appoggio in A e una cerniera in C. Capiamo già che il primo tratto è isostatico perché abbiamo
una cerniera e un carrello: i 3 gradi di libertà sono bloccati e non essendoci allineamento dei
centri è isostatico.
Sul secondo tratto abbiamo un carrello esterno e un doppio pendolo interno che ce ne blocca
altri 2.
Scriviamo le reazioni ipotizzando un verso. Internamente se non sconnetto non vedo nulla.
Mi conviene ragionare sul secondo corpo:
Notiamo che per la traslazione verticale RGy dovrebbe equilibrare eventuali forze verticali che
non ci sono, quindi è pari a zero.
Per lo stesso discorso REx dovrebbe equilibrare eventuali reazioni orizzontali quindi è anch’esso
nullo.
Ne deriva che REm è pari proprio a m e vale REm m 50kN m .
Il verso che ho scelto è quello giusto perché deve equilibrare “m”.
Potrei ora ragionare indifferentemente sul I corpo o sull’intera struttura. Scegliendo quest’ultima
strada, faccio un equilibrio alle rotazioni intorno a C:
q l2 q l2
2 2
Eq.C: R Ay (l1 l 2 ) m 0;
2 2
Da cui ottengo che RAy=-10kN;
E’ negativo quindi il verso scelto è sbagliato, RAy è rivolta verso il basso.
Abbiamo considerato il contributo del carico metà in un verso e metà nel verso opposto, quindi
globalmente è un contributo nullo.
TA 10kN ;
TB 10kN ;
TCsx 10 q l2 50kN ;
TCdx RAy q l2 RCy 40kN ;
TD 0kN ;
MOMENTO
M A 0kN m ;
M B 10 3 30kN m ;
Tende le fibre superiori quindi è negativo ed è lineare.
q l2 2
M C RAy (l1 l2 ) 90kN m
2
Per arrivare a -90 la pendenza deve crescere perché il taglio cresce, quindi l’andamento è quello in
figura. Non necessariamente parto a tangente orizzontale, questa volta parto a tangente negativa.
M D 50kN m
Infatti se taglio in D e guardo a destra avrò solamente il valore della reazione REm.
Lungo il tratto EH il momento è sempre -50, perché in qualsiasi direzione mi metta e guardo a
destra ho sempre e solo “m”.
Ci troviamo anche con il diagramma del taglio, che è nullo, quindi il momento deve essere
orizzontale.
Sul tratto MH: il momento in M è zero e resta zero sopra la coppia. Sotto “m” il momento è uguale
alla coppia e vale -50 kNm.
Supponiamo di voler trovare la posizione del carico che massimizzi la reazione in G, supponendo
che ci sia solo il carico.
Applico il P.L.V.
R Gy q l q 0 ;
Ovvero R Gy q l q .
Noto che la reazione verticale è indipendente dalla posizione, infatti, quando all’inizio abbiamo
scomposto il secondo corpo, quella reazione era l’unica in grado di equilibrare il carico.
Per esercizio: linea di influenza che massimizzi la reazione verticale in A e la reazione verticale in
C, separatamente sia per l’effetto del carico che per l’effetto della coppia.