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Esempio di risoluzione di struttura iperstatica col metodo misto

Complemento alla lezione 46/50: Il metodo misto

La struttura in figura è soggetta ad un carico distribuito uniforme pari a q. Il telaio ha


sezione con momento d’inerzia I e materiale di modulo di Young E. Calcolare i
diagrammi delle caratteristiche della sollecitazione interna, la curva delle pressioni e
la configurazione deformata (qualitativamente).

l l
C

q
q
l

B D

A E

Prima di svolgere l’esercizio proposto, si osservi che il carico così disposto può descrivere l’effetto
del vento sulla copertura di un edificio, essendo le due falde soggette rispettivamente ad una
pressione (falda di sinistra, lato da cui spira il vento) ed una depressione (falda di destra, lato
sottovento).

La struttura è costituita da un unico corpo (g = 3) ed è vincolata da 2 incastri (v = 3 + 3). Dunque g


– v = –3: la struttura è 3 volte iperstatica.

La risoluzione può essere resa meno onerosa osservando che, rispetto ad un asse verticale passante
per C, la struttura è simmetrica e caricata antisimmetricamente. Come evidenziato nella video-
lezione 39, i diagrammi di momento e sforzo normale saranno dunque antisimmetrici (o dispari)
mentre il diagramma di taglio sarà simmetrico (o pari).

Da un punto di vista operativo si può procedere in due modi. Un primo modo consiste nel
considerare tutta la struttura, inserendo cerniere in tutti i nodi-incastro (5) ed evidenziando i
momenti incogniti in modo da rispettare l’antisimmetria. I momenti incogniti risultano essere così
solo due, dovendo essere per l’antisimmetria nullo il momento in C. Inoltre la reticolare associata è
due volte labile, ma dei due cinematismi possibili va considerato solo quello antisimmetrico:
dunque vi è un’unica incognita cinematica. Le due incognite statiche e l’unica cinematica vengono
dunque determinate attraverso un sistema di 3 equazioni, di cui 2 di congruenza ed 1 di equilibrio
attraverso l’applicazione del PLV all’unico cinematismo ammissibile.

Un secondo modo di procedere, che però porta alle medesime 3 equazioni risolventi, consiste nel
considerare solo metà struttura (ad esempio quella di sinistra). I diagrammi completi vengono poi
ottenuti in base alle considerazioni di parità/disparità sopra riportate. Per decidere che vincolo porre
in mezzeria è necessario considerare l’equilibrio del nodo C (intersezione della struttura con l’asse
di simmetria):

C
H H
V V
M M

Le sollecitazioni interne (H, V, M) sono poste arbitrariamente sulla sinistra del concio; per
antisimmetria si determinano i versi di quelle agenti sulla destra. È evidente che per l’equilibrio alla
traslazione orizzontale ed alla rotazione H = M = 0, mentre l’equilibrio alla traslazione verticale è
sempre soddisfatto e V rimane indeterminata. Queste considerazioni portano a concludere che è
possibile studiare solo metà struttura a patto di inserire un carrello a scorrimento orizzontale nel
punto intersezione tra l’asse del telaio e l’asse di simmetria:

l
C

q
l

Si noti infine che nel caso di struttura simmetrica caricata simmetricamente il vincolo da porre in
mezzeria era un doppio pendolo con bielle ad asse orizzontale (vedi video-lezione 43).

Si scelga ora questa seconda via per la soluzione del telaio. È necessario allora procedere col
conteggio dei gradi di libertà/vincolo della nuova struttura che, essendo piana e composta da un
unico corpo, ha tre gradi di libertà (g = 3). La struttura è vincolata esternamente tramite 1 incastro
(vincolo triplo) e un carrello esterno (vincolo semplice). Dunque v = 3 + 1= 4 e g − v = 3 − 4 = −1 .
Non essendoci maldisposizione vincolare, ne segue che la struttura è 1 volta iperstatica : le
considerazioni sulla simmetria/antisimmetria hanno dunque permesso di semplificare il problema.
Si proceda ora alla risoluzione tramite il metodo misto. Si inseriscono due cerniere, rispettivamente
nell’ incastro esterno A e nel nodo incastro B, in modo da ottenere la cosiddetta struttura reticolare
associata. Se si effettua il conteggio dei gradi di libertà/vincolo risulta g = 3 × 2 = 6 (2 corpi nel
piano) e v = 2 + 2 + 1 = 5 (1 cerniera esterna, 1 cerniera interna, 1 carrello esterno) e quindi
g − v = 6 − 5 = 1 , cioè la reticolare associata risulta essere una volta labile (ovvero una catena
cinematica). La struttura in esame è conseguentemente a nodi spostabili (o mobili).

X2
B
X2

X1
A

Le incognite del problema saranno allora i due momenti X1 e X2 applicati in corrispondenza delle
cerniere introdotte e la coordinata generalizzata che definisce la configurazione deformata rigida
della reticolare associata. D’altro canto, le equazioni risolventi saranno conseguentemente 3, due di
congruenza angolare nei nodi A e B e una di equilibrio in quanto la reticolare associata labile, deve
risultare in equilibrio per la particolare configurazione di carico, cioè sotto l’ azione del carico
distribuito esterno e dei due momenti iperstatici X1 e X2. Il modo più efficiente per la scrittura
dell’equazione di equilibrio consiste nell’applicare il PLV, assumendo come sistema di forze quello
reale e come sistema di spostamenti virtuale il cinematismo della reticolare associata:

ϕl

X2
B
X2

X1
A
Un’accurata analisi della catena cinematica attraverso i teoremi delle catene cinematiche permette
di osservare che se l’asta AB ruota attorno ad A di un angolo arbitrario ϕ, l’asta BC trasla
orizzontalmente di ϕl. Al fine di scrivere il lavoro virtuale delle forze esterne conviene calcolare la
risultante del carico distribuito (ql √2) e scomporla nelle componenti verticale ed orizzontale
(ambedue pari a ql): compirà lavoro (positivo) solo la componente orizzontale:

Lve = 0 ⇒ − X1ϕ + X 2ϕ + qlϕl = 0 , ∀ϕ

Affinché il lavoro virtuale sia nullo per qualsiasi spostamento virtuale, deve dunque essere:

− X 1 + X 2 + ql 2 = 0

Le equazioni di congruenza invece impongono l’annullamento della rotazione nell’incastro A e


della rotazione relativa in B delle due travi concorrenti AB e BC:

ϕA = 0
ϕBA = ϕBC

Le rotazioni sono costituite da un contributo rigido, letto sul cinematismo (si noti che in questo caso
φ è reale), e da un contributo elastico, dovuto alla deformabilità delle travi, che va letto sulla
reticolare a nodi bloccati:

X2
B
X2

X1
A

Ricorrendo al formulario delle rotazioni notevoli di travi doppiamente appoggiate (allegato alla
video-lezione 36), possiamo esplicitare le equazioni di congruenza:

X1l X 2l
+ −ϕ=0
3EI 6 EI
Xl X l X 2l q 2l
− 1 − 2 −ϕ = 2 −
( )3
6 EI 3EI 3EI 24 EI

che, accoppiate all’equazione di equilibrio, forniscono il sistema risolvente:


⎧ X1l X 2l
⎪ 3EI + 6 EI − ϕ = 0

⎪⎪ X l X l
⎨−
1 − 2 −ϕ =
X2 2 l q 2 l

( )
3

⎪ 6 EI 3EI 3EI 24 EI
⎪− X + X + ql 2 = 0
⎪ 1 2
⎪⎩

La soluzione del sistema è la seguente:

8+9 2 2
X1 = ql ≅ 0.7403ql 2
28
8+9 2 2
X2 = ql ≅ − 0 . 2597 ql 2
28
27 2 − 4 ql 3 ql 3
ϕ= ≅ 0.2035
168 EI EI

Poiché l’ incognita X2 risulta essere negativa, in realtà, in corrispondenza del nodo B, sono tese le
fibre interne. Noti i momenti nei nodi A e B, è immediato tracciare il diagramma di momento sul
tratto AB, poiché questo ha un andamento lineare; il diagramma sul tratto inclinato AB, ove il
carico è distribuito, si ottiene per sovrapposizione degli effetti sommando graficamente il
diagramma lineare dovuto al momento in B con quello parabolico dovuto al carico distribuito.

Il diagramma di taglio si costruisce considerando gli schemi di equilibrio delle singole travi,
sollecitate dai momenti nodali e dal carico distribuito. Noto che sia il taglio, il diagramma di sforzo
normale (costante sui due tratti) viene determinato imponendo l’equilibrio alla traslazione del nodo
B:
NBC

B TBC

TAB NAB

Nella pagina a fronte vengono riportati i tre diagrammi delle sollecitazioni relativi all’intera
struttura, tenendo conto che, per l’antisimmetria del carico, i diagrammi di momento e di sforzo
normale devono risultare globalmente antisimmetrici, mentre quello di taglio simmetrico.
C

0.2597 ql2
B 2 D
0.2597 ql M

0.7403 ql2 A 0.7403 ql2 E

C
0.8908 ql

0.5235 ql 0.5235 ql
+ +
B D
T

+ +

A E
ql ql

+ −

0.8908 ql + 0.8908 ql
B D
N

+ −

0.2597 ql A E 0.2597 ql
La deformata del telaio viene costruita anzitutto sapendo che, dallo schema di spostamento rigido,
tanto il nodo B quanto il suo simmetrico D e il nodo di mezzeria C traslano orizzontalmente verso
destra della quantità ϕl. La deformata, inoltre, deve presentare rotazione nulla negli incastri A ed E
e soddisfare la congruenza angolare nei nodi B, C, D; la concavità/convessità è data dal diagramma
delle curvature, proporzionale a quello di momento. In corrispondenza dei punti in cui si annulla il
momento la deformata presenta dei flessi.

C
q
q

D
B

A E

Infine la curva delle pressioni sul piedritto AB è rappresentata dalla retta d’azione a della reazione
vincolare risultante in A. Sul tratto inclinato BC è invece la parabola p avente asse parallelo al
carico distribuito, tangente alla retta a in corrispondenza del nodo B e alla retta verticale c passante
per C. Sull’ altra metà della struttura la curva delle pressioni risulta essere simmetrica.

p p’
B D

a’
a

A E

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