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Il Liuto

Rivista della Societ1 del Liuto

Numero 22, maggio 2021


In copertina: MATTHAEUS REYMANN, Noctes Musicae, Saxon, 1598, incisione tratta dal frontespizio.
Il Liuto
Rivista della Societ1 del Liuto Indice
Numero 22, maggio 2021

ISSN 2280-9392
Un ricordo di Luca Manassero
di Massimo Lonardi
p. 3

«Ergo Nostra giovent: comparisce»


Silvius Leopold Weiss verso la corte di
Dresda
di Luca Manassero
p. 4

Sede legale:
Le opere di Pierre Gaultier.
via A. Aleardi 64
Trasposizione per accordatura in re
30172 Venezia Mestre (VE)
minore. IV
di Peter Steur
Presidente: Alessandro Grilli
p. 26
Vicepresidente: Franco Fois

Segretario e Tesoriere: Matteo Simone

Consiglieri: Tiziano Bagnati, Roberto Cascio Copia di un liuto a 12 ordini di Raphael


M*st, Padova 1633
di Antonio Dattis
p. 46

Redazione: Enrico Bardellini, Andrea Benucci, Il Contrappunto sopra Vestiva i colli dai
Cristiano Cei, Franco Fois
manoscritti Albani
Impaginazione: Franco Fois
di Andrea Damiani
p. 57

www.societadelliuto.it Note di segreteria


presidente@societadelliuto.it
p. 68
segretario@societadelliuto.it
redazione@societadelliuto.it
Un ricordo di Luca Manassero

di Massimo Lonardi

Il 10 novembre scorso1 è improvvisa- sì la sua approfondita ricerca intorno


mente mancato il mio ex-allievo ed ami- all’evoluzione degli strumenti della fa-
co Luca Manassero. Nulla lasciava pre- miglia del liuto.
sagire la tragica notizia, che ha sconvolto Dopo aver studiato molti anni, aven-
tutti quelli che gli volevano bene e che do me come suo maestro, presso la
conoscevano la sua grande energia, “Scuola di Musica Antica” di Venezia, e
un'energia travolgente, quasi eccessiva, avendo frequentato per dodici anni con-
il suo slancio vitale e l' entusiasmo per la secutivi l’internazionale SommerAkademie
musica e per le cose belle. a Neuburg an der Donau (Gemania), sot-
Dopo il liceo classico, Luca aveva stu- to la guida di Jakob Lindberg, si era
diato con l'Ordine dei Predicatori (Do- iscritto all' Istituto Superiore di Studi
menicani) a Torino e a Friburgo in Sviz- Musicali “Franco Vittadini” di Pavia,
zera, laureandosi in Filosofia presso la dove si è laureato nel 2020, durante il
Pontificia Università “S.Tommaso mio ultimo anno di insegnamento, redi-
d'Aquino” in Roma. Aveva poi frequen- gendo una tesi dedicata alla figura di
tato un “Executive MBA” della Harvard Sylvius Leopold Weiss. Penso che il con-
Business School in USA e lavorava in seguimento di questa laurea, basata sul
Europa nell’ambito più avanzato della liuto barocco e su uno degli autori predi-
Information Technology. Pur svolgendo letti, sia stata una delle grandi soddisfa-
questa impegnativa professione, Luca zioni nella vita di Luca, che desiderava
coltivava la sua prima e fondamentale potersi considerare un vero liutista, oltre
passione, quella per la musica, dedican- che un ‘dilettante veneto’. Lo studio che
dosi al liuto che amava immensamente. presentiamo è tratto da questo suo ulti-
Sin dal 2007 aveva creato un blog intito- mo lavoro.
lato Leuto. Appassionata relazione di viag-
gio di un liutista per diletto (https://leu-
to.wordpress.com/) attestando anche co-

1 Il riferimento è al novembre del 2021, che qui


risulta cronologicamente incoerente con la
datazione della Rivista a causa dei cronici ritardi
accumulati nel tempo. [n. d. e.]
«Ergo Nostra gioventù comparisce»
Silvius Leopold Weiss verso la corte di Dresda

di Luca Manassero

È il luglio del 1718; l’ormai famoso Il passaggio di Weiss da Neuburg an


liutista Silvius Leopold Weiss si è recato der Donau si inserisce inoltre al termine
a Neuburg an der Donau, una piccola di una gioventù segnata da viaggi im-
città più o meno al centro della Baviera, portanti, sia per distanza che per durata,
nei dintorni della quale il suo mecenate e e all’inizio di una prospera stabilità, fe-
datore di lavoro Karl Philipp del Palati- conda dal punto di vista artistico e fami-
nato1 ha stabilito l’accampamento della liare.
propria corte durante il suo viaggio ver- Fino circa al 2000 la ricerca storico-
so Heidelberg, sua prossima residenza. musicologica riteneva pressoché indiscu-
Il momento segna uno spartiacque di tibile che Silvius Leopold Weiss fosse
estrema rilevanza nella vita dell’ultimo nato a Breslau in Slesia.3 Solo la data di
grande liutista tedesco: da questa breve nascita del liutista lasciava ancora aperte
visita infatti dipende la possibilità per lui numerose discussioni.
di dimettersi dal servizio a Karl Philipp Il cartiglio sottostante l’incisione ese-
ed entrare ufficialmente in quello di Au- guita da Bartolomeo Folin nel 1765 e
gusto II il Forte, re di Sassonia, Boemia e tratta dal suo unico ritratto noto (oggi
Polonia, stabilendosi così a Dresda, dove
trascorrerà il resto della propria vita sen- Cfr. C. WOLFF, Johann Sebastian Bach. La scienza
za più trasferirsi e soprattutto frequen- della musica, Milano, Bompiani, 2003, pp. 432-433.
3 La Slesia (o Silesia), oggi appartenente alla
tando una delle corti più significative Polonia, era la regione più orientale della
d’Europa dal punto di vista musicale.2 Prussia. Viene ricordata dai liutisti non solo per
la nascita di Silvius Leopold Weiss, ma anche
perché sempre in Slesia ufficiali dell‘esercito
1 Il conte Karl Philipp del Palatinato viene tedesco a partire dall’estate del 1941 nascosero
indicato nella documentazione tedesca come una quantità estremamente rilevante di
‘Pfalzgraf Karl Philipp’ o ‘Graf Karl Philipp von documenti musicali a stampa e manoscritti
Pfalz’. Per comodità del lettore italiano le due provenienti dalla Preussische Staatsbibliothek, nella
diciture sono sempre state tradotte come ‘Karl convinzione – rivelatasi poi errata – che il nemico
Philipp del Palatinato’. che avrebbe potuto attaccare Berlino non vi
2 Lo stesso Johann Sebastian Bach tenterà ad sarebbe entrato da est. Con l’invasione di Berlino
esempio, quasi nello stesso periodo e per i da parte dell’Armata Rossa tali documenti (tra
successivi vent’anni circa, di ottenere un incarico cui molti afferenti al repertorio liutistico) furono
ufficiale alla corte di Augusto II il Forte, considerati perduti per circa 30 anni. Per
riuscendo infine a raggiungere la nomina di maggiori dettagli cfr. P. J. P. WHITEHEAD, The lost
‘Compositore della Cappella della Corte Reale’ Berlin Manuscripts in «Notes», 33, 1976-77, pp. 7 –
solo nel novembre del 1736, priva però – a 15 e The Berlin manuscripts recovered in «Notes»,
differenza di Weiss – di alcun incarico ufficiale. 36, 1979-80, pp. 773 – 776.
perduto, dipinto da Balthasar Denner), Adelgunde Victorie Kulmus, figlia del
indicava infatti proprio Breslau, infor- medico di corte del re di Polonia, la qua-
mazione supportata inoltre dal fatto che le era stata – come traspare da documen-
la famiglia Weiss risultava documentata ti coevi – un’ottima liutista e una cara al-
a Breslau dal 1690. (Fig. 1) lieva dello stesso Weiss. Con lei il mae-
stro aveva mantenuto un contatto perso-
nale ed epistolare, inviandole inoltre una
sonata espressamente a lei dedicata in
una lettera datata 28 Settembre 1741.
Fu proprio Luise Gottsched a compi-
lare, oltre a numerose altre indicate con
un asterisco, la voce dedicata a Weiss
nell’Handlexicon del marito. In tale arti-
colo Luise Gottsched si premurò di indi-
care che «[Silvius Leopold Weiss] era
nato a Grottkau, una piccola cittadina
della Slesia, nel 1687».5

5 La notizia è parzialmente riportata in F. LEGL,


Zwischen Grottkau und Neuburg. Neues zur
Biographie von Silvius Leopold Weiss in «Die Laute,
Jahrbuch der Deutschen Lautengesellschaft», IV,
2000, p. 2.
Ecco la voce completa come compare in
Handlexicon, col. 1644F: «Weiß, (Sylvio Leopold)
ein großer Lautenist, ward zu Grötkau, einem
Fig. 1: B. FOLIN, incisione raffigurante S. L. Weiss, kleinen Orte in Schlesien, 1687 gebohren. Sein
erster Lehrmeister war sein eigener Vater: der
1765. Traduzione del cartiglio: ihn mit seinem vortrefflichen Naturelle auch so
«Sylvius Leopold Weiss weit brachte, daß er bereits in seinem siebenten
Jahre vor dem Kaiser Leopold gespielet hat. Im
Nato a Breslau il 12 Ottobre 1686 1710 Jahre gieng er nach Rom, nachdem er sich
Morto a Dresda il 15 Ottobre 1750 vorher in Deutschland umgesehen, und sich eine
allgemeine Verwunderung zugezogen. Im 1718
Solo Sylvius deve suonare il liuto» Jahre ward er vom Könige August dem Zweiten
nach Dresden berufen. Man kann diesen großen
Künstler einigermaßen den Vater der Laute
La ricerca più recente tuttavia fa rife- nennen: denn sie hat unter ihm eine ganz andere
rimento all’Handlexicon oder kurzgefasstes Gestalt gewonnen. Er hat sie nicht nur von eilf
Chören auf dreyzehn gesetzet; sondern da er
Wörterbuch der schönen Wissenschaften und auch ihren Hals gerade gemachet oder
freyen Künste4 pubblicato a Lipsia nel theorbiret, sie in den Stand gesetzet, daß sie
nunmehr in den größten Concerten mit spielen
1760 da Johann Christoph Gottsched. kann. Am meisten aber thun sich seine
L’autore aveva infatti sposato Luise Compositionen vor allen anderen, die man
kennet, hervor. Sie werden zwar von einigen
schwer genennet, aber nur von denen, die zu
4 Lessico o dizionario abbreviato delle belle scienze e flüchtig, oder zu alt sind; oder sonst eine
libere arti (quando non indicato diversamente, la Neigung zu einem andern Instrumente haben:
traduzione italiana è mia). wiewohl sie auch sehr schwer zu bekommen
Tra le numerose motivazioni riportate Legl6 a supporto della credibilità di
dallo storico e studioso di Weiss Frank quanto riferito da Luise Gottsched, è ri-
levante inoltre ricordare che Grottkau è
un villaggio di minima importanza, cer-
sind, indem der selige Mann sehr schwierig war, tamente assai meno noto di Breslau (si
sie aus den Händen zu lassen. Wer also eine tratterebbe dunque di una tipica lectio
starke Sammlung davon besitzet, muß diesselbe
als einen Schatz ansehen und hochhalten. Sein difficilior),7 e che la documentazione par-
Anschlag war sehr sanft; man hörete ihn, und rocchiale della città di Dresda in una
wußte nicht, wo die Töne herkamen. Im
Fantasieren war er unvergleichlich; das Piano nota pubblicata il 19 Ottobre 1750 indica
und Forte hatte er vollkommen in seiner Gewalt. che Silvius Leopold Weiss sarebbe morto
Kurz er war Herr seines Instruments, und
konnte damit alles machen, was er wollte. Seine nel suo «sessantaquattresimo anno [di
Aufsätze bestehen in Solo, Trio, großen età]». Dato che il succitato ritratto indica
Concerten, Tombeaux; worunter das auf den
Grafen Lochi unverbesserlich ist; und einigen come data della morte il 15 Ottobre
kleinen, aber wenigen Galanteriestückchen. Er 1750,8 un rapido calcolo confermerebbe
starb 1750, und die Welt verlohr an ihm den
größten Lautenisten, den Europa jemals gehöret l’anno di nascita indicato da Luise Gott-
und bewundert hatte.» «Weiss, grande liutista, sched e non quanto indicato nel cartiglio
nacque a Gröttkau, un piccolo paese della Slesia,
nel 1687. Il suo primo maestro fu suo padre: con dell’incisione stessa.
il suo ottimo temperamento lo portò così lontano Proseguendo nell’analisi delle infor-
che già al settimo anno suonava per l'imperatore
Leopoldo. Nel 1710 si recò a Roma, dopo aver mazioni riportate da Luise Gottsched
preventivamente viaggiato per la Germania, nella suindicata voce dell’Handlexicon
suscitando lo stupore generale. Nel 1718 fu
chiamato a Dresda dal re Augusto II. Si può in Weiss avrebbe «già nel suo settimo anno
qualche modo chiamare questo grande artista il di età suonato per il Kaiser Leopoldo». 9
padre del liuto: poiché sotto di lui ha assunto
una forma completamente diversa. Non solo è Si tratta evidentemente dell’imperatore
aumentato da 11 a 13 cori, ma poiché egli ha reso
il suo manico diritto o tiorbato, ha perciò reso
possibile suonarlo nei più grandi Concerti. Ma 6 LEGL, Zwischen Grottkau und Neuburg, cit., p.
soprattutto le sue composizioni si distinguono da 3ss.
tutte le altre che si conoscono. Sono definite 7 «L'espressione latina lectio difficilior potior (che
difficili da alcuni, ma solo da coloro che sono alla lettera significa "la lezione più difficile è la
troppo superficiali o troppo vecchi; o piuttosto più forte") è la formulazione di un principio
hanno inclinazione per un altro strumento: di critica testuale, che fornisce un
sebbene siano anche molto difficili da ottenere, criterio filologico di valutazione delle difformità
poiché il defunto aveva grande difficoltà a di lezione offerte dai diversi testimoni di una
lasciarsele strappare dalle mani. Quindi chi ne ha medesima tradizione di un testo.» Cfr.
una numerosa collezione deve considerarla un https://it.wikipedia.org/wiki/Lectio_difficilior_
tesoro e tenerla nella massima importanza. Il suo potior
tocco era molto gentile; potevi sentirlo e non 8 Numerose testimonianze di archivio, emerse
sapere da dove provenissero le note. Era recentemente sempre grazie alla ricerca dello
impareggiabile a improvvisare; aveva il piano e studioso Frank Legl, tra le quali i registri dei
il forte completamente sotto il suo controllo. In decessi e la lettera di Johann Georg Pisendel a
breve, era il signore del suo strumento e poteva Georg Philipp Telemann, informano che la data
farci quello che voleva. I suoi brani consistono in della morte fu il 16 Ottobre 1750, e non il 15 delle
assoli, trio, grandi concerti e tombeaux; tra cui stesso mese. Cfr. F. LEGL, Kleinere neue Funde zur
impareggiabile quello dedicato al conte Lochi Biographie von Silvius Leopold Weiss in «Die Laute.
(sic); e alcuni piccoli ma pochi brani in stile Jahrbuch der Deutschen Lautengesellschaft»,
galante. Morì nel 1750, e con lui il mondo perse il VIII, 2009, pp. 78 – 79.
più grande liutista che l'Europa avesse mai 9 «bereits in seinem siebentem Jahr vor dem
ascoltato e ammirato.» Kaiser Leopold gespielet», ibid., p. 4.
Leopoldo I d’Asburgo, che regnò dal era fermato fino alla maggior parte del
1658 al 1705 e fu un noto appassionato di Febbraio 1706. Weiss deve avere incon-
musica. L’evento deve dunque essersi trato Friedrich von Hessen-Kassel nella
verificato nel 1694. stessa Berlino, dato che nel registro delle
A fianco di queste scarne note biogra- fatture degli anni 1705-06 troviamo alcu-
fiche non risulta finora altra documenta- ne righe a lui riferite. La rubrica lo men-
zione sugli anni dell’infanzia di Weiss, ziona sotto le voci riguardanti il viaggio
fatta salva la brevissima ma interessante a Berlino e la permanenza a Kassel nella
descrizione dell’intera famiglia inserita settimana dal 22 al 28 Febbraio 1706, in-
da Ernst Gottlieb Baron nel suo trattato dicando che Friedrich di Hessen-Kassel
Esame dello strumento del liuto, pubblicato avrebbe condotto Weiss con sé nel ritor-
a Norimberga nel 1727: no a Kassel, trattenendolo almeno fino
Il padre [Johann Jacob] di questi figli alla settimana dal 1° al 7 Marzo, dato che
tuttora viventi è stato un profondo musi- nella settimana successiva non risultano
co, liutista e tiorbista. Entrambi i Signori
altri emolumenti.
Figli, il signor Sylvius Leopold e il signor
Sigismund Weiß, come la loro sorella, la Da altri documenti d’archivio risulta
quale è ora sposata con un sacerdote nel poi che Friedrich si sarebbe successiva-
Palatinato, hanno portato questo strumen- mente recato a Kleve dove Weiss lo
to al massimo grado di pienezza.10 avrebbe accompagnato, separandosi poi
da lui il 30 Marzo dello stesso anno e ri-
La sorella citata, Juliana Margaretha
cevendo 30 Reichstaler per il suo viaggio
Weiss, fu battezzata il 21 Settembre 1690
di ritorno a Breslau.
a Breslau e, come risulta dalla menzione
Il liutista tuttavia non rientrò imme-
di Baron, fu certamente un’ottima liuti-
diatamente a Breslau: si recò invece a
sta.11
Düsseldorf alla corte del principe eletto-
Il nome di Silvius Leopold emerge
re Johann Wilhelm, Elettore del Palatina-
fortunatamente anche dall’esame di al-
to e fratello di Karl Philipp, dove si trat-
cuni documenti nell’archivio di Marburg
tenne oltre un mese esibendosi evidente-
riguardanti il principe ereditario Friedri-
mente in numerosi concerti. Tale infor-
ch von Hessen-Kassel, il quale il 25 Gen-
mazione risulta da una lettera datata 5
naio 1706 (il nostro liutista aveva perciò
Maggio 1706 che Johann Wilhelm spedì
18 anni) aveva raggiunto Berlino e vi si
al fratello Karl Philipp a Breslau. In
quell’occasione Johann Wilhelm ringra-
10 E. G. BARON, Untersuchung des Instruments der ziava il proprio fratello perché avrebbe
Lauten, Nürnberg, 1727, p. 77.
11 Per ulteriori informazioni su Juliana
permesso al «liutista Weiss» di offrire un
Margaretha Weiss si veda ad esempio R. concerto alla corte di Düsseldorf. Il prin-
THOMAS-FÜRST, …mit einem Priester in der Pfalz
verheyratet. Zur Biographie der Juliana Margaretha
cipe elettore ne era rimasto molto positi-
und zu einem unbekannten Zweig der vamente impressionato, al punto da scri-
Lautenistenfamilie Weiss in «Die Laute. Jahrbuch
der Deutschen Lautengesellschaft», IV, 2000, pp.
vere che «questo virtuoso si è esibito in
41 – 47.
Fig. 2: SILVIUS LEOPOLD WEISS, Mus. 2841-V-1 (manoscritto di Dresda), Staatliche Bibliothek Dresden, fasc.
5, p. 8. Si noti la scritta a matita nel margine superiore della pagina: «Von año 6 in Düsseldorf. Ergo Nostra
gioventù comparisce».

tal modo durante la sua presenza, che io Londra (conservato presso la “London
a buon mercato ne ho tratto ampio piace- British Library” alla segnatura Ms. Add.
re e contentezza».12 30387).
Di questa breve permanenza a Düssel- I due manoscritti contengono la mag-
dorf resta un’importante traccia musica- gior parte delle opere di Silvius Leopold
le in una delle due fonti principali Weiss giunte fino a noi: vi appaiono 60
dell’opera di Weiss, solitamente indicate delle circa 100 Sonate (12 delle quali
dagli interpreti e dagli studiosi come rientrano in entrambe le fonti) e oltre
Manoscritto di Dresda (suddiviso in sei fa- una trentina di altri brani. In totale si
scicoli alla segnatura Mus. 2841-V-1 tratta di circa 400 movimenti individuali,
presso la “Sächsische Landesbibliothek” dei quali circa 90 compaiono in entrambi
– oggi SLUB – di Dresda) e Manoscritto di i manoscritti.13

12 «sich diser virtuos solcher gstalten wehrender 13 Per un’introduzione dettagliata allo stato delle
seiner anwesenheith aufgeführet, daß ich darab opere di Weiss nel Manoscritto di Dresda e in
sattsames Vergnüegen und Contento billich quello di Londra cfr. T. CRAWFORD, Silvius
Verspüret», citato in LEGL, Zwischen Grottkau und Leopold Weiss and the London and Dresden
Neuburg, cit., p. 8. Manuscripts of his music in «Journal of Lute
cccccccccccccccccccccccccccccccccc

Si noti inoltre che la maggior parte di Weiss, traccia che richiede inoltre un no-
queste sonate non sono presenti in altre tevole sforzo interpretativo e di cui avre-
raccolte manoscritte. mo ancora occasione di parlare.
Il fascicolo V del Manoscritto di Dre- Il liutista si trova infatti menzionato in
sda14 dunque, nell’intestazione che prece- un catalogo contemporaneo di musicisti
de una “Allemande” (con ogni probabili- significativi per la storia di Innsbruck: la
tà manoscritta dallo stesso Weiss), ripor- sua presenza in una tale raccolta sembre-
ta a matita il commento «Dell’anno 6 a rebbe aggiungere solidità all’ipotesi che
Düsseldorf. Ergo Nostra gioventù com- Weiss vi avesse soggiornato – sempre
parisce»15 offrendo un prezioso elemento naturalmente al servizio di Karl Philipp
di datazione dell’intera sonata. (Fig. 2) – potenzialmente già nel periodo com-
Purtroppo non risulta alcuna docu- preso tra il suo rientro da Düsseldorf e la
mentazione sul rientro di Weiss a Bre- sua partenza per la prossima tappa: l’Ita-
slau: con ogni probabilità tra la fine di lia.
aprile e l’inizio di maggio dello stesso Per valutare adeguatamente la parten-
anno. za di Silvius Leopold Weiss per l’Italia,
Quasi contemporaneamente la ricerca al servizio di un membro della decaduta
biografica sul nostro liutista si trova di famiglia reale di Polonia, si rende neces-
fronte a un altro problema, anch’esso do- sario esaminare brevemente alcuni fatti
vuto all’assenza di fonti ulteriori: se Sil- che la riguardano.
vius Leopold Weiss rientrò a Breslau Quando il liutista si trovava nella sua
verso la fine dell’aprile 1706 e fu da allo- primissima infanzia, nel 1691, Jakub, il
ra effettivamente al servizio del conte figlio maggiore della regina di Polonia
Karl Philipp del Palatinato dovette aver Maria Casimira, aveva sposato Hedwig
l’impressione di trovarsi in una situazio- Elisabeth von Neuburg di Düsseldorf. 16
ne di relativa instabilità rispetto alla pro- La casa imperiale di Vienna (gli Asbur-
pria posizione professionale: Karl Phi- go) aveva sicuramente influenzato la re-
lipp era stato infatti nominato Governa- lazione, dato che una delle tre sorelle di
tore imperiale del Tirolo già dal 1705, e Hedwig Elisabeth aveva sposato l’impe-
nel 1707 avrebbe abbandonato definiti- ratore Leopoldo I.17 La nuova coppia ri-
vamente la Slesia per stabilirsi a partire cevette come dono di nozze il piccolo
dall’agosto del medesimo anno a Inn- ducato di Ohlau, appartenente agli
sbruck, dove emerge solo una flebile Asburgo e parte della Slesia. Il fatto che
traccia di un potenziale passaggio di il ducato di Ohlau si trovasse all’interno

16 Per approfondire ulteriormente le relazioni tra


Society of America», XXXIX 2006, pp. 1 – 64. la famiglia reale Sobieski e la presenza in Italia di
14 Cfr. Handschrift Mus. 2841-V-1,5 der Silvius Leopold Weiss cfr. J. ZAK, The Sobieskis in
Sächsischen Landesbibliothek (SLUB), Dresden, Silesia and in Rome in «Journal of Lute Society of
p. 8. America», XXXIII, 2000, pp. 1 – 12.
15 «Von an[n]o 6 in Düsseldorf. Ergo nostra 17 Cfr. supra quanto detto a proposito
gioventù comparisce». dell’imperatore Leopoldo I.
dei domini imperiali degli Asburgo fornì veste di magnifica mecenate e promotri-
considerevoli vantaggi in diverse dispu- ce di musica».18
te successive a proposito della regione. Al termine di un viaggio durato alcu-
Si può supporre che la famiglia Sobie- ni mesi, Maria Casimira Sobieski rag-
ski avesse peccato di ingenuità nel sotto- giunse dunque Roma nel marzo del
scrivere il contratto di matrimonio tra Ja- 1699, apparentemente con «una corte
kub e Hedwig Elisabeth, in ogni caso il consistente in 259 persone, 30 carri, circa
re di Polonia Jan III, considerato l’eroico 500 cavalli e persino un paio di cammelli
salvatore di Vienna dall’assedio delle con selle da trasporto».19
forze turche nel 1683, morì nel 1696 e Ja- Se da un lato l’ex-regina di Polonia si
kub – che felicemente risiedeva ormai a attendeva che la vedova di un salvatore
Ohlau – non risultò un candidato inte- della ‘Christianitas’20 avesse diritto a pri-
ressante per la successione al trono di vilegi e onori speciali da parte della Sede
Polonia. Al suo posto la nobiltà polacca Apostolica, d’altro canto il suo soggiorno
elesse invece Augusto II il Forte e – a se- a Roma la vide orgogliosamente parteci-
guito dell’elezione – il castello di Ohlau, pe, con il suo secondo e terzogenito, del-
e perciò la corte di Jakub e Hedwig Eli- la vita culturale e musicale della città.
sabeth, divennero proprietà dello stesso L’ex-regina fu infatti ammessa fin dal
Augusto. principio nell’Accademia degli Arcadi,
Dal 1691 e fino al 1732, quando Carlo nella quale anche il secondogenito Ale-
VI si annetté il piccolo ducato, Ohlau fu xander, particolarmente significativo
la residenza dei tre principi figli di Jan nella vita di Weiss, fu accolto con il
III – Jakub, Alexander e Kostanty – e un nome di Armonte Calidio nel 1709.21
luogo con il quale essi vennero identifi- Nella già citata opera Esame dello stru-
cati dalla nobiltà della Slesia e social- mento del liuto22 Ernst Gottlieb Baron in-
mente assorbiti nella élite aristocratica di forma il lettore che «All’incirca nel 1708
Breslau. [Weiss] si recò con il principe Alexander
Maria Casimira, vedova di Jan III, che Sobieski in Italia, dove trascorse lungo
da parte sua aveva con ogni probabilità tempo a Roma e stupì tutti gli Italiani.
ormai perso ogni speranza di vedere uno Dopo che il principe fu andato per la via
dei suoi figli sul trono, decise perciò di
trasferirsi a Roma, spinta a lasciare la Po-
18 A. ZILLI, Cristina di Svezia regina della musica a
lonia non solo dalla scomoda posizione Roma, Roma, Aracne, 2013, p. 19.
di ex-regina, ma forse influenzata anche 19 ZAK, The Sobieskis in Silesia and in Rome, cit., p.
4.
dall’esempio di Cristina di Svezia, che si 20 Jan III Sobieski aveva guidato tra l’11 e il 12
era stabilita a Roma dal 1655 al 1689 «in settembre 1683 3.000 Ussari Alati di Polonia
contro le truppe ottomane, liberando così Vienna
dall’assedio e impedendo l’entrata in Europa
dell’esercito turco ottomano.
21 ZAK, The Sobieskis in Silesia and in Rome, cit. p.
5.
22 Cfr. supra, nota 8.
di ogni carne, Monsieur Weiss ritornò a si preoccupava, come d’abitudine in tali
Breslau.»23 documenti parrocchiali, di segnalare
Gli elementi principali a sostegno del- l’avvenuta distribuzione della Comunio-
la presenza di Silvius Leopold Weiss ne, lasciando supporre dunque che il liu-
sono ormai ben documentati grazie al la- tista si fosse precedentemente convertito
voro di ricerca svolto da Francesca Vac- alla confessione cattolica, rispetto a quel-
ca.24 la luterana di provenienza.
Grazie a tale lavoro sappiamo ad Il dato non è di poca importanza, dato
esempio che Weiss visse non lontano da il legame di Weiss con la ex-famiglia rea-
Palazzo Zuccari tra la Quaresima del le polacca, di ovvia confessione cattolica,
1712 e quella del 1713: gli stati d’anime25 e il suo successivo matrimonio a Dresda
della parrocchia di S. Andrea delle Fratte – nel 1720 – con Maria Elisabeth. Esclu-
riportano infatti l’indicazione della visita dendo dunque qualsiasi forma di divor-
a casa da parte del parroco e la conse- zio (invece possibile nelle comunità cri-
guente distribuzione della Comunione a stiane di confessione luterana) rimane
«Silvio Leopoldo Veis» e «Maria Angela aperta la domanda sull’origine e il desti-
moglie». no della moglie Maria Angela negli anni
Non si può evitare di notare in questa successivi al 1713.
sede la presenza di Maria Angela, espli- Se la ricerca ha finora concordato con
citamente indicata come «moglie» di Baron nell’affermare che Weiss si trovas-
Weiss, che non solo non compare in al- se in Italia a partire dal 1708, non è però
cuna altra fonte storiografica o musicale, presente alcuna evidenza che il liutista
ma non verrà mai più menzionata in al- tedesco giungesse a Roma già a partire
cun ulteriore documento noto. da quella data: l’appartamento abitato
Eventuali atti che documentino il ma- da lui e dalla moglie Maria Angela tra il
trimonio tra i due non sono emersi dalle 1712 e il 1713 risulta sui medesimi stati
ricerche di archivio svolte a Roma: tale d’anime avere altri inquilini tra il 1708 e il
elemento potrebbe risultare di stimolo a 1711, e soprattutto lo stesso principe Ale-
successive indagini centrate magari su xander Sobieski risulta essere stato pre-
altre città italiane attraverso le quali sente a Roma solo sporadicamente negli
Weiss potrebbe essere passato durante il anni tra il 1708 e il 1710.26
suo viaggio verso Roma. Sembra invece assai più semplice defi-
Nell’indicare inoltre i nomi di entram- nire quando Weiss abbia lasciato Roma:
bi i coniugi negli stati d’anime il parroco la ex-regina Maria Casimira Sobieski si
allontanò infatti definitivamente da
Roma nel giugno del 1714, «portando
23 BARON, Untersuchung, cit., cap. VI.
24 F. VACCA, Weiss in Rome (1712-13): First
seco tutta la sua Corte»,27 ma «lasciando
archival findings in «Journal of the Lute Society of in Roma guardato, abbigliato, e aperto il
America», XXXIII, 2000, pp. 13 – 31.
25 Oggi li definiremmo piuttosto i registri
parrocchiali. 26 VACCA, Weiss in Rome, cit., p. 23.
suo Palazzo [Zuccari], con Corte e servi- quentata in quegli anni anche da Ales-
zio sufficiente per il Serenissimo Princi- sandro Scarlatti (fino al 1708 al servizio
pe Alessandro».28 di Maria Casimira Sobieski) e da Arcan-
Purtroppo il principe morì il 19 No- gelo Corelli.
vembre 1714 e la stessa documentazione La regina vedova aveva inoltre otte-
ci informa che fino all’ultimo fu assistito nuto nel 1704 dal Papa l’autorizzazione
dai suo domestici, tra i quali è facile im- di allestire spettacoli teatrali all’interno
maginare fosse presente anche Silvius della propria residenza, e non aveva per-
Leopold Weiss, che non risulta avesse ciò perso le numerose occasioni – gene-
accompagnato la ex-regina Maria Casi- ralmente in coincidenza con il Carnevale
mira nel suo viaggio di rientro da Roma – di far eseguire cantate (Il tebro fatidico
nel giugno 1714. nel 1704, L’amicitia di Ercole e Teseo nel
Lo storico Douglas Alton Smith 29 ritie- 1707 e Il figlio delle Selve, su libretto di
ne che la permanenza in Italia (o forse il Carlo Sigismondo Capece e musica di
“Viaggio in Italia”, per parafrasare Goe- Alessandro Scarlatti, per il Carnevale del
the) sia stata una fondamentale esperien- 1709).
za formativa per l’ancora giovane Weiss Nello stesso anno Alessandro Scarlatti
– che nel 1708 ha 21 anni – e ricorda che lasciò al figlio Domenico l’incarico di
negli stessi anni sono presenti a Roma Maestro di Cappella a Palazzo Zuccari,
anche Georg Friedrich Händel e Johann dove le cronache coeve ci informano che
David Heinichen,30 che successivamente almeno un’opera all’anno veniva allesti-
ingaggiato dal principe ereditario di Sas- ta nel “piccolo teatro” all’interno del Pa-
sonia sarà stabilmente collega di Weiss lazzo: ad esempio Tolomeo et Alessandro
alla corte di Dresda. overo la Corona Disprezzata nel 1711 su li-
Come ricordato precedentemente il bretto di Capece e musica di Domenico
principe Alexander Sobieski era stato ac- Scarlatti con le scene di Filippo Juvarra,
colto nell’Accademia degli Arcadi, fre- Orlando, overo la gelosa pazzia ancora nel
1711, sempre su libretto di Capece e mu-
27 Roma, Biblioteca Vaticana, Avvisi di Roma,
sica di Domenico Scarlatti.
Barb-Lat 6430, f. 323r, citato in VACCA, Weiss in Un piccolo giornale locale riportò
Rome, cit., p. 23.
28 Ibidem.
l’esecuzione della cantata Applauso devoto
29 Cfr. D. A. SMITH, Silvius Leopold Weiss in al nome di Maria Santissima (ancora su li-
«Early Music», January 1980, p. 48.
30 Johann David Heinichen (Krössulri,
bretto di Capece e musica di Domenico
Weißenfels, Turingia, 17 Aprile 1683 - Dresda, 16 Scarlatti) nel 1712,31 due opere nel 1713
Luglio 1729) «ebbe modo di soggiornare per
qualche anno in Italia, terra in cui conobbe
Antonio Vivaldi a Venezia, componendo qui due 31 «Continuano ad andare in Scena l’Opere che
opere. Fu anche a Roma e Firenze, poi, nel 1716, si rappresentano nel Teatro del Cardinal
tornò in patria e si stabilì a Dresda, che non Ottoboni, ed in quello di Capranica, che fanno a
abbandonò sino alla morte ricoprendo l’incarico gara per riportare l’applauso, mà essendo
di maestro di cappella e compositore.» (cfr. comparsa quella fa rappresentare questa Regina
http://www.haendel.it/compositori/heinichen. di Polonia nel suo Teatro Domestico hà tirato a
htm). se tutta l’attenzione, mentre per la consonanza, &
ovvero Ifigenia in Aulide e Ifigenia in Tau- 1711 per prendere parte alle prove
ride con le scenografie di Filippo Juvarra, dell’opera.
e infine Amor d’un ombra e gelosia d’un Per meglio approfondire queste poche
aura nel 1714. Con quest’ultima si con- tracce è di notevole interesse il mano-
cludeva la tradizione teatrale a Palazzo scritto conservato a Parigi presso la Bi-
Zuccari a pochissimi mesi dalla partenza bliothèque Nationale de France, Dépar-
di Maria Casimira di Polonia da Roma. tement de la Musique, alla segnatura
Inoltre i frequenti prestiti a Maria Ca- Rés. Vmc. Ms. 61. Tale manoscritto non è
simira di Polonia, da parte del cardinale stato finora oggetto di studi approfondi-
Pietro Ottoboni,32 di Filippo Juvarra, fi- ti, né risulta disponibile un’edizione in
gura assolutamente centrale della via facsimile accompagnata da un commen-
teatrale romana di quegli anni, possono to critico. Alcuni approfondimenti sono
far supporre che Weiss abbia avuto occa- però possibili esaminando la copia forni-
sione di partecipare non solo alle opere ta dalla stessa Bibliothèque Nationale de
eseguite direttamente a Palazzo Zuccari, France, come pure considerando le indi-
ma a molte altre occasioni romane legate cazioni e le suggestive ipotesi tratte da
a entrambi i mecenati. un recente articolo del musicologo polac-
Con la prima esecuzione a Palazzo co Grzegorz Joachimiak.33
Zuccari dell’opera Tolomeo et Alessandro Il manoscritto contiene 129 brani per
overo la corona disprezzata di Domenico liuto, di cui 41 attribuiti direttamente a
Scarlatti su libretto di Carlo Sigismondo Silvius Leopold Weiss: 18 unica e 23 con-
Capece, andata in scena il 19 gennaio cordanti con altre fonti manoscritte, ma
1711, si apre proprio l’importante que- ciò che lo rende particolarmente signifi-
stione della partecipazione di Weiss alle cativo è la datazione scritta da mano
esecuzioni musicali presso gli eventi ignota sul f. 1: «Venetijs. 7. 7br. 1712.» (in
prodotti dalla famiglia reale Sobieski. Venezia, 7 settembre 1712).
L’aria di Elisa dal titolo Voglio Amore Il Ms. 61 fece parte della collezione
nell’Atto III, scena II contiene sezioni in- del critico musicale polacco e giornalista
dicate come ‘Adagio’ e accompagnate da Aleksander Policski (1845–1916), ma
‘Traversiero’ e ‘Leuto solo’. Altre parti scomparve poi per un periodo e ricom-
per liuto obbligato sembrano indicare in- parve nella collezione della musicologa
direttamente la presenza di Weiss francese Geneviève Thibault de Cham-
nell’esecuzione, ma anche far supporre bure (1902–75), dopo la morte della qua-
che il liutista dovesse dunque aver rag- le venne legato al governo di Francia in-
giunto Roma ben prima del gennaio

esquisitezza di tutte le cose che la compongono, 33 G. JOACHIMIAK, From the collection of the Polish
ha riportato Universale sodisfazione.» in Foglio di musicologist Aleksander PoliBski: on the provenance
Foligno, n. 4 (22 gennaio 1712), cit. in VACCA, of two lute tablature manuscripts held in the
Weiss in Rome, cit., p. 30. bibliothCque nationale in Paris in «Muzyka.»,
32 Cfr. VACCA, Weiss in Rome, cit., p. 31. 2019/3.
Fig. 3: Aria dell’opera della Regina di Polonia, Bibliothèque Nationale de France, Rés. Vmc. Ms. 61, f. 41r.

sieme a gran parte della collezione di che porta il titolo Fantaisies et Préludes
Madame Thibault.34 composées par Mr. Weiss à Rome.
Va inoltre segnalato che alla medesi- Secondo quanto segnalato già da Tim
ma collezione di Aleksander Polínski ap- Crawford nell’introduzione alle opere di
partenne con ogni probabilità anche un Silvius Leopold Weiss,35 sarebbe però il
secondo manoscritto, passato poi nelle Ms. 61 a contenere i più antichi lavori
mani di Geneviève Thibault de Chambu- del liutista.
re e infine approdato anch’esso alla Bi- Il contrasto tra l’etichetta del Ms. 1213
bliothèque Nationale de France con la e il contenuto di molto antecedente nel
segnatura Rés. Vma. Ms. 1213. Ms. 61 porta Grzegorz Joachimiak a ipo-
Quest’ultimo venne rilegato in modo tizzare che – anche a causa del contenuto
assolutamente simile al Ms. 61 (pelle per musicale di entrambi – si sia potuto veri-
le copertine anteriore e posteriore, e do- ficare un banale scambio nelle copertine
ratura), ma con l’aggiunta di un’etichetta
35 Silvius Leopold Weiss, SHmtliche Werke für
Laute. Complete works for lute, vol. 10, Works from
miscellaneous manuscripts. Transcription, eds. Tim
34 JOACHIMIAK, From the collection of Aleksander Crawford and Dieter Kirsch, Kassel 2011, pp. VII,
Polínski, cit., p. 24. XI.
al momento della rilegatura, così che il menti più lenti nell’Op. 5 Parte I e forni-
Ms. 61 – cioè quello datato ‘Venezia, scono alcuni buoni esempi per i liutisti
moderni che desiderano arricchire di ab-
1712’ – sia invece quello cui l’etichetta
bellimenti le sarabande dell’epoca.38
della copertina farebbe riferimento.36 Si
noti infine che il Ms. 1213, che contiene Come già indicato in precedenza, non
opere databili a partire dal 1740 (cioè di è finora emersa documentazione che in-
circa 30 anni successive al periodo roma- dichi la presenza di Weiss in altre città
no di Weiss), fu inoltre compilato con italiane, ma è lecito immaginare che – se
tutta evidenza dalla mano di Luise Adel- Weiss avesse seguito il suo mecenate
gunde Gottsched37, escludendo dunque Karl Philipp del Palatinato nel suo viag-
evidentemente una compilazione databi- gio verso Innsbruck conclusosi nell’ago-
le al secondo decennio del XVIII secolo. sto 1707 e avesse poi effettivamente ac-
Di fondamentale importanza per la cettato l’offerta del principe Alexander
datazione del Ms. 61 è anche la presenza Sobieski di partire per un viaggio in Ita-
della versione intavolata per liuto, e po- lia alla volta di Roma a partire dal 1708
tenzialmente trascritta dallo stesso (come ci ricorda E. G. Baron) – quasi ine-
Weiss, del coro conclusivo (Lieto Giorno) vitabilmente sarebbe transitato per alcu-
dell’opera Tolomeo et Alessandro. Questa ne delle principali città del nord Italia,
versione, intitolata Aria dell’opera della sicuramente luoghi di estremo interesse
Regina di Polonia, (Fig. 3) permetterebbe per un giovane musicista.
inoltre non solo di supporre che Weiss Christian Wolff nella sua già citata
abbia direttamente partecipato all’esecu- biografia bachiana riporta un semplice
zione dell’opera, ma anche di interrogar- quanto esemplare itinerario quando ri-
si sulla presenza di una sua intavolatura, corda che il principe Leopold di Anhalt-
forse scritta di sua mano, in una raccolta Cöthen «dopo aver visitato Venezia e
esplicitamente datata a Venezia nel 1712. aver trascorso tre mesi a Roma nella pri-
Inoltre, come osserva il liutista e do- mavera del 1712, […] tornò a casa
cente Terrell Stone: nell’aprile dell’anno seguente passando
Al f. 43 del quaderno troviamo una Sa- per Firenze, Venezia, Vienna, Praga,
rabande del S. Corelli. Questo brano si rivela
Dresda e Lipsia».39
essere la Sarabanda – Largo composta da
Corelli e tratta dall’ Op. 5, Parte 2, Sonata Terrell Stone nota a sua volta che un
VII pubblicata a Roma, dedicata a Sophia viaggiatore in analoghe condizioni «sa-
Charlotte, principessa di Hannover, e da- rebbe quasi certamente passato da Vene-
tata 1° Gennaio 1700. È interessante notare zia e l’ipotesi di una eventuale tappa ve-
le che le “grazie” impiegate nella versione
liutistica non sono molto dissimili da alcu-
ni esempi che Corelli presenta nei movi-

38 STONE, Italy and the transformation of Weiss’s


36 JOACHIMIAK, From the collection of Aleksander solo lute style in «Journal of the Lute Society of
Polínski, cit., p. 31. America», XXXIX, 2006, p. 69.
37 Cfr. supra. 39 C. WOLFF, Johann Sebastian Bach, cit., p. 228.
neziana [di Weiss] deve essere presa in lia e dunque forse anteriormente alla si-
considerazione.»40 stemazione romana.
Non solo le tappe intermedie avrebbe- Si deve inoltre tenere in considerazio-
ro permesso al suo nobile mecenate e a ne che Weiss rimase per tutta la vita
Weiss di realizzare una sorta di Grand molto legato alla sorte manoscritta delle
Tour41 attraverso le più importanti città sue molte opere,42 che risultano presenti
culturalmente ben note al di là delle – talora ricopiate da lui stesso o contro-
Alpi, ma motiverebbe le ragioni della firmate – su manoscritti affidati ad ari-
presenza di Weiss a Roma non prima stocratici musicofili a lui legati 43 o ad
della fine del 1710. amici di vecchia data, come nel caso del-
In assenza di prove ulteriori sul viag- la lettera scritta a Luise Gottsched.44
gio intrapreso dal principe Alexander e Anche per questo risulta più difficile
dai suoi domestici (tra i quali appunto immaginare che la versione intavolata
Weiss) supporre un percorso analogo è per liuto sul manoscritto datato a Vene-
un’ipotesi azzardata, ma non inverosimi- zia vi si trovi per caso o che il quaderno
le. appartenesse a un qualsiasi ignoto liuti-
Possiamo inoltre spingerci a ipotizza- sta, per quanto variamente collegato a
re che l’assenza a Roma di documenti in- Weiss.
dicanti il matrimonio di Silvius Leopold Alternativamente possiamo immagi-
Weiss con Maria Angela – dal nome così nare un breve viaggio dello stesso Sil-
evidentemente italiano – possa far sup- vius Leopold Weiss a Venezia tra la qua-
porre un incontro e un successivo matri- resima 1712 e l’inizio del 1713 – così da
monio avvenuti durante il viaggio in Ita- salvaguardare le prove delle due opere
successivamente andate in scena a Palaz-
40 T. STONE, Italy and the transformation of Weiss’s zo Zuccari – magari in compagnia della
solo lute style, cit., p. 66. moglie Maria Angela.
41 Il Grand Tour era all’origine un viaggio di
formazione che i giovani uomini – spesso per
ovvi motivi di disponibilità economica – dell’alta
aristocrazia compivano allo scopo di
perfezionare la propria educazione soprattutto
attraverso l’Italia, visitandone le città più
significative e le collezioni d’arte più note. Tale
lungo viaggio poteva durare più anni e 42 Oltre 800, se si contano non solo i manoscritti
richiedere permanenze più o meno protratte nei noti a oggi e le sporadicissime edizioni a stampa,
diversi centri artistici. La moda si affermò verso ma anche le opere presenti in altri cataloghi e
la metà del secolo XVI e si protrasse fino a tutto il considerate oggi perdute.
XVIII e parte del XIX secolo. Tra gli ultimi anche 43 Oggi sappiamo – ad esempio – che il
Johann Wolfgang (von) Goethe (1749 – 1832), Manoscritto di Londra citato alla nota n. 30
nonostante i suoi mezzi economici fossero ben appartenne a Johann Christian Anthoni von
più limitati di quelli di un giovane aristocratico, Adlersfeld e che – proprio a caso del succitato
ebbe il suo Grand Tour italiano (1786 – 88), Tombeau – fu compilato dopo il 1721. Per ulteriori
descritto nel suo diario Viaggio in Italia – Et in informazioni cfr. C. MADL, Johann Christian
Arcadia Ego. Per ulteriori informazioni sulla Anthoni von Adlersfeld: the original owner of the
storia del Grand Tour si veda P. CHESSEX, Grand Weiss London Manuscript in «Journal of the Lute
Tour in Dictionnaire européen des LumiCres, Paris, Society of America», XXXIII, 2000, pp. 33 – 46.
PUF, 1997, p. 518-521. 44 Cfr. supra.
Se da un lato Weiss nel 1713 a Roma Come proposto in precedenza sembra
non ha che 26 anni e sta ancora costruen- ragionevole ritenere che Weiss si sia fer-
do la propria carriera e dunque la pro- mato a Roma fino alla morte del principe
pria notorietà, è interessante rilevare che Alexander Sobieski, vale a dire fino al
il noto critico e trattatista musicale di Novembre 1714, e si sia successivamente
Amburgo Johann Mattheson (1681 – rimesso in viaggio alla volta di Inn-
1764), quasi en passant, aveva già occa- sbruck, dove il suo mecenate Karl Phi-
sione di menzionarlo. lipp del Palatinato si era stabilito come
Nel 1713 infatti venne stampata ad Governatore Imperiale del Tirolo. Anche
Amburgo l’opera di Mattheson Das Neu- in questo caso purtroppo si nota la delu-
Eröffnete Orchestre (it. L’orchestra nuova- dente assenza di documenti coevi atte-
mente pubblicata) e nel capitolo 3, dedica- stanti la presenza del liutista alla corte di
to interamente a suoi commenti e indica- Innsbruck, ma un altro elemento potreb-
zioni sugli strumenti musicali, mentre il be almeno parzialmente compensare
critico definiva il liuto uno strumento questa lacuna.
che «ha veramente nel mondo più parti- Presso il Museo Regionale “Ferdinan-
giani di quanti ne merita», al termine del deum” del Tirolo a Innsbruck si trova
paragrafo aggiungeva: «si dice di un cer- un volume dal titolo Bibliotheca Tirolen-
to Weiss che sia un musico perfetto».45 sis, compilato da Andrea Alois Barone di
Johann Mattheson sembra aver utiliz- Pauli von Treuheim (1761 – 1839). Uno
zato molto raramente un apprezzamento dei volumi della Bibliotheca Tirolensis
di lode tanto diretto, che appare ancora contiene tra gli altri manoscritti uno dal
più significativo se applicato a un musi- titolo Authores Musici Tirolenses che alla
cista che – da quanto egli stesso dichiara- voce ‘Musici Authores’ unisce un Indice
va esplicitamente – non aveva ancora che include una trascrizione letterale di
avuto occasione di ascoltare personal- 21 articoli riguardanti vari musicisti, ri-
mente. portati anche dal Musikalisches Lexikon
Data la diffusione dei lavori di Mat- compilato da Johann Gottfried Walther
theson, la menzione porta a pensare che nel 1732. Ai foll. 124v – 125r compare
– forse grazie anche ai propri nobili me- l’articolo su Silvius Leopold Weiss.46
cenati – si stesse già preparando per L’evidente intenzione dell’autore
Weiss la carriera che avrebbe percorso sembra essere stata quella di raccogliere
negli anni di Dresda (1718 – 1750). un indice con le relative note biografiche
di tutti i musicisti significativi per la sto-
ria del Tirolo, citando informazioni da
varie fonti, tra cui il succitato Lexicon.
45 «Die smeichlenden Lauten haben würklich in
der Welt mehr Partisans als Sie meritiren [...] sagt
man von einem Weißen Lautenisten, daß er ein
Perfecter Musicus sei», cfr. J. MATTHESON, Das 46 Per ulteriori dettagli sui risultati di questa
neu=eröffnete Orchestre, Hamburg 1713, pp. 274 – ricerca cfr. LEGL, Zwischen Grottkau und Neuburg,
277. cit. pp.15 – 16.
Non sembra trattarsi unicamente di mu- anteriore al 1717,48 e che potrebbe colle-
sicisti nati in Tirolo, come si nota per al- garsi facilmente al periodo immediata-
tri nomi menzionati tra le note biografi- mente precedente o successivo al viaggio
che, quanto piuttosto di autori noti in Italia.
all’epoca della compilazione dell’indice e La voce dell’ Handlexicon già citata
che avessero trascorso un periodo della all’inizio di questo articolo e dedicata a
propria vita in Tirolo. Silvius Leopold Weiss dalla sua amica e
Se dunque purtroppo la documenta- allieva Luise Gottsched ricorda che
zione degli emolumenti pagati per i Weiss fu:
membri delle corte di Karl Philipp del in un certo senso il padre del liuto per-
Palatinato non sembra essersi conserva- ché grazie a lui esso ha assunto una forma
ta,47 la presenza di Silvius Leopold Weiss completamente diversa. Non solo è au-
mentato da 11 a 13 cori, ma poiché egli ha
tra gli Authores Musici Tirolenses andreb-
reso il suo manico diritto o tiorbato, ha
be a suggerire una sua presenza in Tirolo perciò reso possibile suonarlo nei più
che necessariamente non può che essere grandi Concerti.49

In effetti non esiste musica per liuto


composta prima del 1718 che richieda
l’uso del XII e XIII coro: il liuto in area
tedesca si era infatti stabilizzato sullo
strumento a 11 cori. Inoltre al liutaio pra-
ghese Thomas Edlinger e a suo figlio Jo-
seph Joachim viene attribuito un signifi-
cativo numero di strumenti della fami-
glia del liuto (ancora esistenti, databili
agli anni tra il 1720 il 1730) che mostrano
un secondo cavigliere – con una lun-
ghezza vibrante superiore di circa 4 / 6

48 Alla morte del fratello Johann Wilhelm nel


giugno 1716, il conte Karl Philipp ereditò il titolo
di Elettore del Palatinato. Dopo circa un anno si
mise in viaggio alla volta di Neuburg an der
Donau nell’attuale Baviera dove si fermò con la
sua corte, come già ricordato, almeno fino al
luglio 1718.
49 «Man kann diesen großen Künstler
einigermaßen den Vater der Laute nennen: denn
sie hat unter ihm eine ganz andere Gestalt
Fig. 4: THOMAS EDLINGER, Liuto a 13 cori, Praga,
gewonnen. Er hat sie nicht nur von eilf Chören
1722, Grassi Museum, Leipzig, n° 497.
auf dreyzehn gesetzet; sondern da er auch ihren
Hals gerade gemachet oder theorbiret, sie in den
Stand gesetzet, daß sie nunmehr in den größten
47 LEGL, Zwischen Grottkau und Neuburg, cit., p. Concerten mit spielen kann.» in GOTTSCHED, op.
28. cit., coll. 1644ss.
cm – aggiunto proprio allo scopo di per- Inoltre il primo brano che documenta
mettere l’aggiunta del XII e XIII coro. l’uso dei 13 cori compare nello stesso
(Fig. 4) Alcuni di questi strumenti appar- Manoscritto di Londra che – come ricorda-
tennero al principe Philipp Hyacinth von to in precedenza – appartenne alla fami-
Lobkovitz e a sua moglie, entrambi liuti- glia Hartig di Praga: si tratta appunto
sti noti come mecenati di Weiss e con re- del Tombeau sur la Mort de M. Cajetan Ba-
sidenze a Praga e area viciniore. ron d’Hartig, datato Marzo 1719.51
Credo valga la pena di segnalare che
l’aggiunta al liuto di due ulteriori cori
bassi metteva a disposizione del musici-
sta e compositore un’intera ottava diato-
nica nel registro grave, invece della sola
quinta (o sesta, se si considera anche
l’ultimo coro abitualmente tastato, il VI),
rendendone l’estensione simile se non Fig. 5: SILVIUS LEOPOLD WEISS, GB-Lbl Ms. Add.
30387, British Library, p. 3.
uguale all’arciliuto italiano che Weiss
aveva sicuramente incontrato – e poten-
zialmente suonato – durante la sua per- Se supponiamo la presenza in Tirolo
manenza in Italia. di Silvius Leopold Weiss a partire dal
L’informazione riportata da Louise suo ritorno dall’Italia nell’inverno 1714 –
Gottsched e la presenza di numerosi liuti 1715, non risulta difficile immaginare
a 13 cori costruiti o modificati a Praga una visita al noto liutaio Thomas Edlin-
nella bottega di Thomas Edlinger 50 con- ger di Praga.
cordano in modo interessante con la te- Solo circa dieci anni dopo – con il fat-
stimonianza manoscritta che emerge dal- tivo aiuto di un altrettanto noto liutaio,
la Sonata 1 contenuta nel Manoscritto di Sebastian Schelle di Norimberga – Weiss
Londra, dove in conclusione della Alle- sperimenterà la successiva e definitiva
mande la mano di Weiss, dopo aver fir- modifica alla struttura del liuto.52 Il ma-
mato la composizione, aggiunge la frase nico rettilineo dello strumento con otto
«original fait à Prague 1717». (Fig. 5) cori tastati e cinque cori non tastati (in
rari casi sei, come testimoniato dallo
strumento di Johann Christian Hoff-
mann esposto al Museo Grassi di Lipsia
e datato 1732) supportava infatti un vo-
50 La bottega del liutaio Thomas Edlinger esiste
ancora, anche se trasformata in un caffè, in
Nerudova Ul. 12. L’edificio riporta ancora la sua 51 Cfr. D. A. SMITH, A biography of Silvius Leopold
insegna scolpita sull’architrave: tre violini Weiss in «Journal of the Lute Society of
incrociati. Cfr. R. LUNDBERG, Weiss’s lute: the America», XXXI, 1998, pp. 1 – 48.
origin of the 13-course German baroque lute in 52 Cfr. K. MARTIUS, Sebastian Schelle and the swan-
«Journal of the Lute Society of America», XXXII, necked lute in «Journal of the Lute Society of
1999 (2004), p. 38, Fig. 1. America», XXXV, 2002, pp. 23 – 50.
lume di suono che – come ricordato da tanti gioielli delle collezioni d’arte della
Luise Gottsched – permetteva al liuto di città di Dresda.
essere usato efficacemente anche nella Se nel 1717 Weiss si trova a Praga, è
musica d’insieme. possibile ipotizzare che abbia proseguito
Non sappiamo con esattezza quando il suo viaggio per raggiungere la corte
Weiss sia partito alla volta della Dresda che era diventata così rilevante tra i mu-
di Augusto il Forte. sicisti d’Europa.
Il principe elettore Augusto II di Sas- Christoph Wolff ricorda che «nel 1717,
sonia (1670, regnante 1694 – 1733) si inte- alla fine di settembre, il principe elettore
ressò in modo straordinario non solo alla Friedrich August era tornato dal suo
politica, al commercio e alla scienza mili- soggiorno di un anno a Venezia con una
tare, ma anche alle scienze e alle arti. Di- troupe d’opera italiana al completo, di-
venne non solo «il più grande mecenate retta da Antonio Lotti, il nuovo maestro
nella storia culturale della Germania, un di cappella di Dresda, e dal suo vice, Jo-
promotore significativo di scienza, com- hann David Heinechen – l’unico musici-
mercio e industria, ma anche grazie sta tedesco ingaggiato dal principe elet-
all’unione di Sassonia e Polonia riuscì a tore a Venezia.»54
mutare la struttura del potere d’Euro- Durante la sua temporanea visita
pa.»53
Weiss ebbe occasione di suonare ben due
Nel 1701 Augusto II aveva ad esem- volte per la corte e ne ricevette un com-
pio garantito asilo all’alchimista Johann penso di 100 ducati, come figura nel re-
Friedrich Böttger che nel 1708 si occupò gistro degli stipendi della Hofkapelle,
tra l’altro delle note lasciate dal defunto dove «der Lautenist Weiss» compare nel
Ehrenfried Wather von Tschirnhaus e 1718.
per la prima volta in Europa riuscì a Come ricorda lo studioso di Weiss
completare il processo di produzione Douglas Alton Smith, «è altamente im-
della porcellana dura. Böttger raffinò poi probabile che Weiss fosse attivo alla cor-
ulteriormente il processo produttivo e te di Dresda durante l’estate del 1717,
nel 1710 ottenne dal re di trasferire i pro- poiché la madre dell’elettore Augusto
pri laboratori allo Schloß Albrechtsburg era morta e l’Elettore aveva dichiarato
vicino a Meissen. La cittadina divenne un periodo di lutto, così che per tre mesi
così famosa per il proprio ‘oro bianco’ e nulla venne eseguito a corte». 55 Lo stesso
diede allo stato un monopolio assai lu- musicista Johann Joachim Quantz (1697
crativo sulla porcellana. Il re fu un gran- – 1773), che si trovava anch’egli in visita
de estimatore della scultura in porcella- alla corte di Dresda, lasciò la città e deci-
na e la sua collezione è tuttora uno dei se di ritornare nel mese di ottobre.

53 M. GRETZSCHEL et al., August der Starke und 54 C. WOLFF, Johann Sebastian Bach, cit., p. 218.
seine Schlösser, Hamburg, Ellert und Richter, 55 Cfr. SMITH, A biography of Silvius Leopold Weiss,
1991, p. 6. cit., p. 9.
Per Weiss si rivelò un periodo partico- periodo evidentemente superiore a
larmente fortunato rivolto a verificare la quanto inizialmente previsto e si sentiva
possibilità di una propria stabile presen- quasi costretto a scusarsi per l’evidente
za a corte: il liutista sapeva infatti che il ritardo con cui il liutista rientrava presso
suo datore di lavoro, Karl Philipp del Pa- il suo nobile mecenate.
latinato, a causa della morte del fratello In effetti la morte del principe elettore
il principe elettore Johann Wilhelm, Johann Wilhelm richiese che il fratello
avrebbe ereditato la carica di Elettore, Karl Philipp del Palatinato si mettesse in
ma alla corte di Düsseldorf erano già po- viaggio per raccoglierne l’eredità. Sap-
sitivamente impiegati suo padre Johann piamo però anche che Karl Philipp rima-
Jacob e suo fratello Sigismund, dunque se ancora un anno nella propria residen-
solo molto difficilmente sarebbe stata za di Innsbruck, da cui si allontanò defi-
per sé una destinazione sostenibile in nitivamente solo il 19 Maggio 1717 per
termini economici. raggiungere la città d’origine della pro-
Viceversa l’Elettore di Sassonia da ol- pria famiglia, Neuburg an der Donau,
tre vent’anni si era impegnato attiva- nel giugno 1717.
mente al reclutamento di musicisti, in A Neuburg Karl Philipp si trattenne
massima parte italiani, per costruire un per oltre un anno e proprio qui, dove era
insieme che rappresentasse l’ambiziosa accampato con la propria corte,56 Silvius
grandezza della casata. Leopold Weiss dovette raggiungerlo e
La sua famiglia stava inoltre discuten- presentargli lo scritto che la cancelleria
do il matrimonio di una delle due giova- di Augusto II il Forte gli aveva conse-
ni arciduchesse della casa d’Asburgo con gnato in aprile.
il proprio erede, occasione che avrebbe Dato che Karl Philipp risulta essere
dato alle proprie mire musicali un palco- già a Schwetzingen il 13 agosto 1718 e
scenico di assoluta eccezionalità. Weiss iniziò ufficialmente sotto contratto
Douglas Alton Smith segnala che pro- il proprio nuovo incarico a Dresda il 23
prio lo stesso datore di lavoro di Weiss, dello stesso mese, siamo portati a sup-
Karl Philipp del Palatinato, avrebbe po- porre ragionevolmente che nel breve las-
tuto essere all’origine dell’organizzazio- so di tempo tra questi eventi l’incontro
ne della visita di Weiss alla corte di Dre- sia avvenuto e si sia concluso positiva-
sda, ma questa osservazione sembra ac- mente con le dimissioni di Weiss dalla
cordarsi solo parzialmente con la lettera corte di Karl Philipp, destinato poco
che la cancelleria del re di Sassonia e Po- dopo a raggiungere Heidelberg, poi
lonia consegnò allo stesso Weiss il 5 Mannheim.
Aprile 1718.
In tale lettera infatti il re ringraziava
Karl Philipp per avergli concesso la pre- 56 La lettera di Augusto il Forte datata 3 Aprile
1718 non parla di ‘corte’ (Hof), ma piuttosto dell’
senza di Silvius Leopold Weiss per un ‘accampamento della corte’ (Hofflaager). Cfr.
LEGL, Zwischen Grottkau und Neuburg, cit., p. 13.
Dall’agosto 1718 Silvius Leopold vita prima del successo riconosciuto, cre-
Weiss si sposterà poche volte per rag- do si possa infine rilevare come il carat-
giungere Vienna, Praga, Potsdam57 e teristico ‘cantabile’ delle opere weissiane
Leipzig (dove avrà modo di incontrare affondi le proprie radici anche nella lun-
più volte Johann Sebastian Bach): la lus- ga permanenza italiana, probabilmente,
suosa vita musicale di Dresda e la sua come abbiamo visto, non solo limitata ai
numerosa famiglia lo assorbiranno fino documentati due anni a Roma.
alla data della sua morte.58 Come il primo biografo bachiano For-
Concludendo questo excursus sulle kel ebbe modo di notare, lo stile musica-
esperienze che caratterizzarono la sua le di Weiss fu simile a quello di Bach, ma
nettamente meno contrappuntistico.
57 Molto delicato il racconto che Wilhelmine Weiss adottò molti elementi tratti dagli
Sophie, sorella di Federico II di Prussia, inserisce
nel proprio diario a proposito delle giornate autori francesi per liuto del XVII secolo
immediatamente successive al 29 Maggio 1728: «ma come Bach e altri suoi contempora-
«[…] le roi mon père, partit pour se rendre en
Prusse; il laissa mon frère à Potsdam, avec nei tedeschi studiò e assorbì lo stile ita-
permission de venir deux fois par semaine faire liano, più ritmicamente e armonicamen-
sa cour à la reine. Nous nous divertîmes
parfaitement bien pendant ce temps. La cour te dinamico. La maggior parte della sua
étoit brillante par la quantité d’étrangers qui y musica rappresenta un amalgama di
venoient. Outre cela le roi de Pologne envoya les
plus habiles de ses virtuoses à la reine, tels que questi diversi elementi in un idioma che
le fameux Weis, qui excelle si fort sur le luth, è serio, potente e spesso ricco di pa-
qu’il n’a jamais eu son pareil, et ceux qui
viendront après lui n’auront que la gloire de thos.»59
l’imiter; Bufardin, renommé pour sa belle Le modifiche via via introdotte al suo
embouchure sur la flûte traversière, et Quantz,
joueur du même instrument, grand strumento, le ultime prima che il XIX se-
compositeur, et dont le goût et l’art exquis ont colo facesse definitivamente uscire di
trouvé le moyen de mettre sa flûte de niveau des
plus belles voix.» «Il re mio padre partì per scena il liuto, potrebbero anch’esse af-
recarsi in Prussia; lasciò mio fratello a Potsdam fondare le proprie radici nell’arciliuto
con il permesso di venire due volte la settimana
a fare corte alla Regina. Noi ci divertimmo che a Roma era divenuto di fatto la prin-
perfettamente bene durante questo periodo. La cipale forma di liuto ancora in uso agli
corte era brillante per la qualità degli stranieri
che vi venivano. Oltre a ciò il re di Polonia inviò
inizi del XVIII secolo e possiamo fonda-
i più abili tra i suoi virtuosi alla regina, tali che il tamente immaginare che Weiss lo abbia
famoso Weis, che eccelle così tanto sul liuto, che
non ha mai avuto pari e coloro che verranno
incontrato, e suonato più di una volta,
dopo di lui non avranno che la gloria di durante i suoi anni italiani.
imitarlo; Bufardin noto per la sua bella
imboccatura sul flauto traverso, e Quantz,
musicista del medesimo strumento, grande
compositore, e il cui gusto e arte squisiti hanno
trovato il modo di mettere il suo flauto al livello
delle voci più belle». Cfr. Mémoires de Frédérique
Sophie Wilhelmine Margrave de Bayreuth soeur de
Frédéric le Grand depuis l’année 1706 jusqu’à 1742 59 Cfr. quanto citato da D. A. SMITH, “Foreword”
écrits de sa main, Paris, Mercure de France, 1967, in Silvius Leopold Weiss, SHmtliche Werke für
p.123. Laute, die Handschrift London, Band 1, British
58 Una tabella riassuntiva dei momenti citati in Library Add. 30387, C. F. Peters, Frankfurt 1999, p.
questo articolo è fornita alle pagg. 24-25. [n.d. e.] XVII.
SILVIUS LEOPOLD WEISS, Allemande, GB-Lbl Ms. Add. 30387, British Library
DATA EVENTO FONTE
12 ottobre 1686 tradizionale data di nascita a Breslau in Slesia cartiglio
dell'incisione di B.
Folin
1687 nascita a Grottkau, una piccola cittadina della voce
Slesia dell'Handlexicon
scritta da Luise
Gottsched, allieva
di Weiss
1694 all’età di 7 anni suona per Leopoldo I d’Asburgo idem
25 gennaio 1706 il principe ereditario Friedrich von Hessen- Registro fatture
Kassel raggiunge Berlino e vi si ferma fino a Hessen-Kassel anni
febbraio; in questo periodo probabilmente 1705-1706
incontra il diciottenne Weiss (tra il 22 e il 28
febbraio) e lo conduce con sé nel ritorno a Kassel
(trattenendolo almeno fino alla settimana dal 1°
al 7 Marzo)
30 marzo 1706 Weiss si separa da Friedrich von Hessen-Kassel Registro fatture,
dopo averlo accompagnato nel rientro a Kassel. oggi presso la
Riceve 30 Reichstaler per il suo viaggio di Landesbibliothek e
ritorno a Breslau Murhardschen
Bibliothek della
città di Kassel
aprile 1706 Weiss, invece che a Breslau, si reca a Düsseldorf, lettera datata 5
alla corte del principe Johann Wilhelm, Elettore Maggio 1706 di
del Palatinato e fratello di Karl Philipp, dove si Johann Wilhelm del
trattiene oltre un mese esibendosi probabilmente Palatinato al fratello
in numerosi concerti Karl Philipp a
Breslau
probabilmente in questo stesso periodo manoscritto di
compone la Sonata 7 Dresda, fascicolo 5,
p. 8
maggio 1706 Weiss forse rientra a Breslau al servizio del conte
Karl Philipp del Palatinato
1708 Weiss inizia il viaggio che lo porterà in Italia, E. G. Baron
alla corte del principe Alexander Sobieski
fine 1710 probabile inizio del soggiorno a Roma
19 gennaio 1711 prima esecuzione a Palazzo Zuccari dell’opera
Tolomeo et Alessandro overo la corona disprezzata di
Domenico Scarlatti. Weiss dovrebbe avervi
partecipato, essendo a Roma già da qualche
tempo. La sua versione per liuto dell'aria
compare nel quaderno datato ‘Venezia 7
settembre 1712’
7 settembre 1712 datazione iscritta a mano sul quaderno di Rés. Vmc. Ms. 61
provenienza veneziana
1712-1713 Il domicilio di Weiss a Roma viene stati d’anime della
documentato, non lontano da Palazzo Zuccari, parrocchia di S.
con la moglie Maria Angela (sposata forse prima Andrea delle Fratte,
dell’arrivo a Roma) Roma
1713 Weiss citato come ‘musico perfetto’ J. Mattheson
19 novembre 1714 morte del principe Alexander Sobieski presso il
quale Weiss prestava servizio; probabile la sua
partenza da Roma in seguito a questo evento
forse alla volta di Innsbruck, dove il suo
mecenate Karl Philipp del Palatinato si era
stabilito come Governatore Imperiale del Tirolo
inverno 1714-1715 ipotizzabile presenza di Weiss in Tirolo al suo
ritorno dall’Italia
1717 a Praga compone la Sonata 1; probabile visita al manoscritto di
liutaio Thomas Edlinger; successivamente è Londra
possibile che abbia proseguito verso la Corte di
Augusto il Forte a Dresda
1718 Weiss ha occasione di suonare ben due volte per registro degli
la corte di Dresda stipendi della
Hofkapelle
5 aprile 1718 viene consegnata a Weiss una lettera di Augusto
il Forte destinata a Karl Philipp del Palatinato in
cui il re ringrazia Karl Philipp per avergli
concesso la presenza di Silvius Leopold Weiss
per un periodo superiore a quanto inizialmente
previsto
luglio 1718 Weiss si reca a Neuburg an der Donau, piccola
città al centro della Baviera, nei dintorni della
quale il suo mecenate e datore di lavoro Karl
Philipp del Palatinato ha stabilito
l’accampamento della propria corte durante il
suo viaggio verso Heidelberg, sua prossima
residenza
23 agosto 1718 inizio ufficiale, sotto contratto, del nuovo
incarico a Dresda, dopo le dimissioni di Weiss
dalla corte di Karl Philipp
marzo 1719 composizione del Tombeau sur la Mort de M. manoscritto di
Cajetan Baron d’Hartig, primo brano che Londra
documenta l'uso di 13 cori
1720 matrimonio a Dresda con Maria Elisabeth
28 settembre 1741 lettera di Weiss all’allieva Luise Gottsched a cui
dedica una Sonata
15 ottobre 1750 morte a Dresda cartiglio
dell'incisione di B.
Folin
16 ottobre 1750 morte a Dresda testimonianze
d’archivio
analizzate da F. Legl
19 ottobre 1750 registrazione della morte documentazione
parrocchiale Dresda
Le opere di Pierre Gaultier.
Trasposizione per accordatura in re minore. IV

di Peter Steur

Con questa quarta uscita prosegue la precedenti nei nn. 15, 18 e 20 di questa
trasposizione per liuto barocco (con rivista. La tonalità dei pezzi qui
accordatura standard in re minore) dei contenuti è quella di DO maggiore per
brani di Pierre Gaultier raccolti cui i bassi saranno accordati in scala
nell'opera dedicata al Principe di discendente naturale.
Eggenberg. Ritroverete le tre sezioni

PIERRE GAULTIER, Les Oeuvres de Pierre Gaultier Orleanois dediees a Monseigneur le Duc de Crumau et
Prince d’Eggenberg, Ambassadeur extraordinaire pour Sa Maiesté Imperiale a Sa Saincteté Urban VIII, Roma,
[s.n.], p. 88.
P el de ( ag. 70)

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Allema de ( ag. 72)

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C a e ( ag. 73)

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C a e ( ag. 74)

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C a e ( ag. 75)

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Sa aba de ( ag. 76)

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Allema de ( ag. 77)

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C a e ( ag. 78)

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Sa aba de ( ag. 80)

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Allema de ( ag. 81)

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Ch c e ( ag. 82)

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16
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26
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31
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71
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P emie Balle ( ag. 84)

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Á À Â Ã Á Â Á Â Á Â Á Â
a a a c a c
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a c
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4 a 4

12
Á Â Á Â Á Â Á Â Á Â
a a c c g e g e g
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c e c
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15
Á Â Á Â Á Â
d e c e b c a c
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d
c a a a
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e d c d c d a

9
  Á  Á À
ig. /a

1
a a a a
d c c d c d a d d c d d
c c c
c
Za Za Za
d
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Sec d Balle ( ag. 85)

 à Á  Á Á  Á  Á Â
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Balle 3 ( ag. 86)

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Sa aba de Balle 4 ( ag. 86)

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C a e ( ag. 87)

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B a le de Village 1 ( ag. 88)

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B a le de Village 2 ( ag. 89)

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Ba le 3 ( ag. 90)

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Ba le 4 ( ag. 91)

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Copia di un liuto a 12 ordini di Raphael Mëst, Padova 1633

di Antonio Dattis

Alcuni anni addietro ho ricevuto da mera così da poter vedere la disposizio-


Mimmo Peruffo, a tutti noto come ricer- ne delle catene. Non è presente la catena
catore attivo e produttore nel settore del- dei bassi ma solo le due piccole catene al
le corde armoniche, l’incarico di ripro- cantino.
durre il liuto che fu della regina Cristina I materiali in origine usati sono i se-
di Svezia. guenti:
Lo strumento originale è stato da me - tasso bicolore per le 13 doghe del gu-
esaminato in data primo ottobre 2019 scio;
presso la Libreria Comunale di Linkö- - abete per la tavola armonica;
ping, Svezia, assistito dalla curatrice - tiglio per il manico (identificato da una
Dottoressa Stina Sigurdsson.1 piccola parte esposta sotto il capotasto
Ho potuto fotografare e misurare lo mancante);
strumento (Figg. 1 - 12) in tutte le sue - acero per i caviglieri;
parti e rilevare profili e dime. - pero per il ponticello.
Il retro del manico e i due caviglieri
Rilievi sono rivestiti in ebano e avorio con moti-
Diapason: vi a filetti alternati longitudinali, altre
- corde tastate, cm. 50 il cantino, cm. 50.3 parti dei caviglieri non rivestite di ebano
l’ottavo coro; sono tinte di nero.
- bordoni, cm. 55 – 59.2 – 64 – 70.7. I piroli sono in pruno tinti di nero.
Dall’esame ho potuto constatare il Altri elementi in avorio sono:
tipo di essenze usate per la sua costru- - due bottoni posti uno alla base del gu-
zione e gli spessori di tavola e guscio con scio e l’altro in prossimità dell’attaccatu-
l’utilizzo di uno strumento elettronico ra del manico;
non invasivo di nuova generazione. - una decorazione a punta alla base della
Ho potuto anche ispezionare lo stru- tavola;
mento all’interno con una micro-teleca- - due triangoli nella sommità del cavi-
gliere reclinato;
- due filetti sul ponticello;
1 Lo strumento è conservato con cura presso il
Cabinet of Curiosities del Diocesan and County - il filetto che incornicia la tavola accop-
Library, a Linköping, Svezia, ma attualmente non piato a un filetto in noce.
è esposto al pubblico. In precedenza son stati
realizzati da Gunnar Lorentzon e David Van
Edwardsi piani di costruzione. (Fig. 44)
Le 13 doghe che formano il guscio Questa proprietà conferisce un aspetto
sono rinforzate all’interno da strisce di gradevole se usato in modo appropriato,
carta longitudinali e trasversali visibil- vale a dire tagliato di quarto in modo da
mente ricavata da pagine già scritte con ottenere da un unico ceppo delle strisce
inchiostri nero e rosso. metà chiare e metà scure. Nella mia scor-
Il cartiglio recita: Raphael Mëst in Fies- ta di legni ho potuto selezionare delle
sen, Imperato del Misier Micheal Hartung in bellissime doghe con 35 anni di stagiona-
Padua me fecit, Anno 1633. tura, con caratteristiche molto simili allo
Sulla tavola vi è scritto con inchiostro: strumento originale, con una leggera dif-
Fitthort Drettning Cristina. ferenza, quella di avere una riga nera tra
alburno e durame, una rarità, molto ri-
Lo stato complessivo dello strumento cercata, prodotta dal fatto che in un dato
è molto buono, vi sono delle crepe nella periodo la pianta ha assorbito dal terre-
tavola armonica e nel guscio, mancano no dei minerali ferrosi. Questi sono i casi
alcuni piroli, i capotasti, parte del filetto in cui il liutaio deve prendere delle deci-
che incornicia la tavola e un piccolo pez- sioni, ho quindi deciso di usare queste
zo della rosetta. doghe anche se lo strumento originale
Sono ancora presenti sullo strumento: manca di questa caratteristica.
un legaccio doppio, frammenti di corde Per la tavola armonica ho usato abete
(attaccate al ponticello e sul pirolo del della Val di Fiemme con 15 anni di sta-
cantino) così come il cordino (legato da gionatura.
un bottone all’altro) che serviva a sorreg- Le parti in avorio sono state riprodot-
gere lo strumento. Questo cordino veni- te con avorio fossile di mammut, di libe-
va a sua volta agganciato a un bottone ra commercializzazione, non soggetto a
del panciotto o del vestito. tutela CITES in quanto la specie è ormai
estinta.
Costruzione della copia I capotasti sono in osso di bue.
La scelta del tasso bicolore per la rea- I piroli sono in legno di mandorlo tinti
lizzazione del guscio è stata impegnati- di nero. Il mandorlo fa parte della fami-
va. Di per se la reperibilità di questo ma- glia dei cosiddetti ‘pruni’ (come anche
teriale oggi non è facile, specialmente se prugni, albicocchi, susini ecc.) ed è uno
deve avere determinate caratteristiche, dei legni migliori per produrre piroli
come una fibra molto stretta e diritta e poiché ha una densità di fibra molto
un’ottima stagionatura. Il legno di tasso compatta, rimane stabile nel tempo e
ha la caratteristica di avere, come altri le- non grippa.
gni, il durame scuro e l’alburno chiaro. 2

2 Il durame o legno propriamente detto è la parte


più interna del tronco, l’alburno invece è la parte
più esterna, quella più vicina alla corteccia ed è di un anello il tronco. Dopo 5 – 10 anni si
la parte nuova del legno che ogni anno accresce trasforma in durame.
Le tinteggiature in nero sono state fat- Il guscio è stato verniciato con vernice
te con nerofumo incorporato in olio di ad alcol in uno strato molto sottile, a
lino cotto. base di gomma mastice, dammar e gom-
Per tutti gli incollaggi è stata usata malacca decerata. Il resto dello strumen-
colla di coniglio. to non è verniciato. (Figg. 13 – 43)

Fig. 1: Fronte dello strumento

Fig. 2: Il guscio in tasso bicolore


Fig.3: Guscio a sezione semicircolare Fig. 4: Bottone in avorio con cordicella dell’epoca

Fig. 6: Particolare interno del cavigliere reclinato

Fig. 5: I due caviglieri Fig. 7: Scritta ad inchiostro sulla tavola


Fig. 8: Particolare delle corde basse filate Fig. 9: Ponticello con frammenti di corde dell’epoca

Fig. 11: Cartiglio

Fig. 10: Interno dello strumento

Fig. 12: Rosetta


Fig. 13: Costruzione del guscio

Fig. 14: Rasatura delle doghe

Fig. 15: Interno del guscio


Fig. 16: Attaccatura del manico

Fig. 17: Guscio completato Fig. 18: Fase di intaglio della rosetta
Fig. 20: Rosetta completata

Fig. 19: Intaglio della rosetta

Fig. 22: Tavola armonica

Fig. 21: Fase di lavoro, manico e cavigliere

Fig. 23: Fase di lavoro,


cavigliere reclinato Fig. 24: Fase di rivestimento del manico
Fig. 25: Dorso del manico rivestito a filetti

Fig. 26: Particolare dell’intaglio del cavigliere reclinato

Fig. 27: I due caviglieri

Fig. 28: Inchiodatura


del manico
Fig. 29: Incollaggio delle catene Fig. 30: Interno della tavola con incatenatura

Fig. 31: Strumento pronto per l’assemblaggio


Fig.32: Ponticello Fig. 33: Dettaglio ponticello

Fig. 34: Piroli in fase di lavoro

Fig. 35: Particolare dei piroli

Fig. 37: Preparazione dei baffi

Fig. 36: Caviglieri con piroli


Fig. 38: Bottoni per la Fig. 39 Posizionamento Fig. 40: Preparazione Fig. 41: Particolare del guscio
cordicella del bottone di fondo del capotasto in osso verniciato

Fig. 42: Fronte dello strumento senza corde

Fig. 43: Incordatura


dello strumento

Fig. 44: Piani di costruzione


Il Contrappunto sopra Vestiva i colli dai manoscritti Albani

di Andrea Damiani

Le intavolature manoscritte apparte- scrittura contrappuntistica e in quelli che


nute a Orazio e Filippo Albani, recente- mostrano quell’incipiente stile toccatisti-
mente ritrovate grazie al lavoro di Fran- co che sta per traghettare il liuto
co Pavan,1 rappresentano una scoperta nell’epoca barocca.
di grande importanza per lo studio della Un’altra figura che potrebbe esservi
letteratura del liuto e della tiorba a ca- nascosta è quella del liutista Stefano de
vallo tra Cinque e Seicento. Si tratta di Ferrari: liutista al servizio di Guidubaldo
ventiquattro manoscritti che, se pur di II della Rovere fin dagli anni Cinquanta
differente spessore tecnico e musicale, ci del Cinquecento e ancora attivo come in-
offrono uno spaccato straordinario della segnante ad Urbino alla fine del secolo,
pratica liutistica di quell’epoca. all’epoca dunque degli studi di Orazio
L’ambiente in cui hanno visto la luce è Albani. Purtroppo di lui si conserva solo
senza dubbio quello romano, sia per le un brano nel Novus Partus di Besard, in-
vicende della famiglia Albani, sia per lo titolato Ricercar del Signor Stefano da Pesa-
stile e i pochi nomi presenti nelle intavo- ro già musico del Serenissimo Duca d’Urbi-
lature: essenzialmente il Cavaliere del no, troppo poco per una seria indagine
liuto (Vincenzo Pinti) e Lorenzo Tracetti, stilistica.
mentre la maggior parte dei brani è ade- Appare dunque difficile tentare di
spota. Tuttavia, l’ombra dei due sopran- dare una paternità ai brani, tutti anoni-
nominati numi tutelari del liuto romano mi, che appartengono al genere che qui
del tardo Cinquecento aleggia tra le pa- ci interessa: oltre al repertorio classico
gine, soprattutto nei brani dalla densa dell’epoca, i manoscritti Albani ci hanno
tramandato una grande quantità di brani
1 Alcuni dei manoscritti sono consultabili online monodici che possono essere definiti
sul sito www.archivioalbani.it grazie alla
digitalizzazione curata dalla Dott.ssa Brunella
come contrappunti ‘alla bastarda’ sopra
Paolini della Biblioteca Oliveriana di Pesaro. bassi ostinati, arie, chanson e madrigali.
Sono descritti in: F. PAVAN, L’archivio dei suoni: le
Non che questo genere manchi nel resto
intavolature per liuto, chitarrone, cetra e chitarrino
della collezione Albani, In: Studia Oliveriana, del repertorio liutistico dell’epoca ma in
Quarta serie, voll. V-VI, 2019-2020, a cura
questo caso ci troviamo davanti ad un
dell’Ente Olivieri Biblioteca e Musei Oliveriani,
pp. 167-225. Si ringrazia la direzione della corpus singolare sia per varietà e quanti-
Biblioteca Oliveriana per l'autorizzazione alla
tà ma anche per l’originalità della scrit-
pubblicazione del facsimile del brano.
tura e il notevole impegno tecnico richie- punto: tante battute a destra (contrap-
sto. Si tratta infatti di brani molto estesi, punto) altrettante a sinistra (madrigale)
spesso suddivisi in sezioni ben indivi- anche a costo di lasciare uno spazio vuo-
duate da obblighi contrappuntistici che to sul rigo. Purtroppo questa disposizio-
corrispondono anche a formule tecniche; ne così rigorosa si frantuma nell’ultima
molti di essi si sviluppano in variazioni coppia di pagine, dove alla fine la fretta
via via più rapide e difficili, con la fre- e il poco spazio rimasto sulla pagina
quente presenza di groppi di biscrome. sembrano avere avuto il sopravvento
Brani che non esiterei a definire ‘studi’ sulla scrupolosità, tanto da dimenticare
che abbracciano sia l’idea della tecnica sei battute di contrappunto che ho dovu-
sia quella dell’ornamentazione e delle to ricostruire cercando di imitare questo
sue regole. Purtroppo oggi questo tipo di stile di diminuzioni che spazia nei regi-
studio è ancora, che io sappia, poco svi- stri del liuto: si tratta delle battute 45, 48-
luppato: ma credo sia necessario affron- 50 e 52-53. Per maggiore chiarezza ho ri-
tarlo. Posso anche testimoniare che la portato per intero la parte finale origina-
pratica di questo genere di brani produ- le nelle note editoriali.
ce ‘tecnica’, volendo usare un’immagine Nel madrigale di Palestrina le battute
moderna che tuttavia non doveva essere 1-41 si ripetono due volte, seguite da una
sconosciuta all’epoca: studio del suono coda (bb. 42-53); in questo caso il brano è
nei vari registri, economia e coordinazio- scritto senza ripetizione, tuttavia nella
ne dei movimenti delle mani per ottene- parte del madrigale intavolato a b. 40 si
re la velocità, controllo di ritmi difficili, intravede una corona e tra 40 e 41 quello
capacità di rimanere nel tactus, sono tut- che sembra un segno di ritornello, in
ti gli aspetti che la pratica di questo ge- modo da eseguire due volte la prima
nere di brani può offrire. Se ben studiati parte per poi terminare con la coda. La
il beneficio tecnico e musicale sarà certo. corona di b. 40 corrisponde al groppo di
Il brano che ho scelto per questo nu- biscrome del contrappunto e sembra
mero è una delle varie versioni che si chiedere all’esecutore di dare un po’ di
trovano nei manoscritti del madrigale respiro al compagno impegnato in un
Vestiva i colli di Palestrina. Si trova nel passaggio proibitivo se fatto a tempo.
ms. 2.33 al f. 30v e ha una peculiarità Non ne sono certo, ma potrebbe essere la
molto rara, che io sappia, anche al di prima corona della storia della musica
fuori di questo corpus: l’intavolatura del messa per indicare all’accompagnatore
madrigale si trova sul verso della pagina di aspettare la cadenza del solista.
mentre il contrappunto sta a fronte, in Il brano è scritto per un liuto a otto
modo da rendere possibile la lettura a cori in cui il settimo è intonato in Re e
due. Inoltre, la disposizione delle battute l’ottavo in Do; il Do basso in effetti com-
del madrigale è perfettamente corrispon- pare una volta sola, alla b. 34. L’utilizzo
dente, rigo per rigo, a quella del contrap- dei bordoni all’interno dei manoscritti
Albani fotografa una situazione in movi- se a suggerire un bordone volante ag-
mento, tipica della fine del secolo, in cui giunto da poco? Visto che l’incordatura
il numero di essi non si è ancora stabiliz- Re-Do oggi non è molto usata, suggerirei
zato: quasi sempre troviamo il settimo l’alternativa, indicata tra parentesi qua-
coro in Re, ma anche in Fa, queste diffe- dre, di spostare all’ottava superiore il
renze probabilmente dovute anche alla passaggio della b. 34 in cui compare il
diversa provenienza dei brani; a volte la Do basso.
confusione regna sovrana, tanto che in Ho riportato fedelmente i puntini
alcuni casi accade di trovare il settimo in dell’indice della mano destra, che arriva-
Re e in Fa all’interno dello stesso brano. no fino al settimo coro e che a mio avvi-
Quanto all’ottavo in Do, compare molto so implicano una posizione della mano
raramente, quasi sempre una volta sola destra ancora all’antica, col pollice inter-
all’interno di un pezzo e mai tastato, for- no.

aNote editoriali

- b.7 contrappunto:

- b.15 contrappunto: spostata la biscroma sull’ultimo quarto;

- battute mancanti e ricostruite: 45, 48-50, 52-53;

- parte finale incompleta così com’è nell’originale, da b. 40:


Contrappunto a due liuti sopra ‘Vestiva i colli’ Ms. Albani 2.33 f. 30v

Contrapunto

Vestiva i colli

12
15 . .

18

21

25
29 . .

33
[
]

36 . .

39
41

45 .

48

51
Contrappunto a due liuti sopra ‘Vestiva i colli’ Ms. Albani 2.33 f. 30v

Contrapunto

14 .

17 .

20

24
29 . .

33
[
]

36 . .

39

42 .

47

50
Contrappunto a due liuti sopra ‘Vestiva i colli’ Ms. Albani 2.33 f. 30v

Vestiva i colli

14

23

30

37

45
Vestiva i Colli di Palestrina col suo contrappunto, Albani ms. 2.33, f. 30v e seguenti
ote di egreteria

er diventare membri della Societ del er i nuovi iscritti alla Societ del iuto
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I N: I 058 5661 1100 15 1 6 81
er i rinnovi suf ciente versare la uota
I : I 2 0 1
annuale entro il 1 gennaio dell anno di ri
anca opolare dell lto dige iliale 1
ferimento.
20 2
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ISSN 2280-9392

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