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Riassunto
Augusto Fraschetti, Indice analitico della Consolatio ad Liviam Augustam de morte Drusi Neronis filii eius qui in Germania de
morbo periit, p. 191-239.
La Consolatio ad Liviam sive epicedium de morte Drusi filii eius un poemetto discusso per quanto riguarda chi lo compose e
l'epoca in cui fu redatto ormai da pi di un secolo. Se ne approntato per la prima volta un indice analitico allo scopo da un lato
di dimostrare infondata l'ipotesi del poeta-falsario che ne sarebbe l'autore, d'altro lato per precisare meglio l'epoca in cui la
Consolatio fu scritta. A proposito dell'autore, l'indice permette di non dover avanzare alcun dubbio sulle sue caratteristiche di
cavaliere romano, presente agli avvenimenti che espone e di cui si dichiara testimone. Quanto alla datazione, sia episodi cruciali,
come quello della morte, inerenti alla vita della stessa Livia, sia l'accenno da parte del cavaliere a
(v. retro) una rapidissima sottomissione della libera Germania - sottomissione di fatto mai avvenuta - costituiscono indubitabili
prove di una redazione della Consolatio al 9 a.C, l'anno stesso della morte di Druso, figliastro di Augusto, figlio di Livia e fratello
di Tiberio.
VARIA
AUGUSTO FRASCHETTI
Perch un indice?
Nel lavoro preparatorio per una nuova edizione e soprattutto un nuovo
commento del poemetto comunemente noto come Consolatio ad Liviam,
mi ero proposto di stendere, accanto agli altri indici, un indice analitico
che desse conto di quegli usus altamente apprezzati da Giuseppe Giusto
Scaligero, uno dei primi e pi insigni editori della Consolatio, e da N. Heinsius allievo prediletto in Olanda di Scaligero : un apprezzamento che aveva
indotto N. Heinsius a definire il complesso di quei versi insignis thesaurus :
un insignis thesaurus di usus soprattutto e di antiquitates1. Tuttavia, a part
ire da un famosissimo contributo di M. Haupt, che accusava l'anonimo ca999 II titolo quello che si legge con varianti di dettaglio in L M; al riguardo ved.
E. Skutsch, RE IV 1, 1900, col. 934; in seguito con ampia discussione Schoonhoven,
p. 65-9. Abbreviazioni bibliografiche :
Fraschetti = A. Fraschetti, Roma e il principe, Roma-Bari, 1991;
Lenz = F.W. Lenz, P. Ovidii Nasonis Halieutica, Fragmenta, Nux; Incerti Consol
atioad Liviam, 2 ed. Torino, 1956;
Schoonhoven = H. Schoonhoven, The Pseudo-Ovidian Ad Liviam de morte Drusi
(Consolatio ad Liviam, Epicedium Drusi). A Critical Text with introduction and com
mentary
edited by, Groningen, 1992;
Vollmer = Poetae Latini Minores II 2, Ovidii Nux, Consolatio ad Liviam, Priapea,
Lipsia, 1923.
Witlox = A. Witlox, Consolatio ad Liviam Prolegomenis, Commentario exegetico,
Indice instructa, Groningen, 1934.
1 Ved. N. Heinsius, C. Pedonis Albinovani elegiae III, Amsterdam, 1773, p. **4,
che naturalmente seguiva l'attribuzione della Consolatio a C. Pedo Albinovanus sulla
scia di Jo. Scaligerus, Publii Virgilii Maronis Appendix cum supplemento multorum
antehac nunquam excussorum Poematum veterum Poetarum... in eandem Appendicem Commentarii et castigationes , Leida, 1573, p. 528, il quale lo identificava a sua
volta con il poeta delle Elegiae in Maecenatem. Su Heinsius allievo prediletto dello
Scaligero in Olanda R. Pfeiffer, History of Classical Scholarship from 1300 to 1850,
Oxford 1976, p. 119 con p. 129.
MEFRA - 108 - 1996 1, p. 191-239.
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AUGUSTO
- Cesare (figlio) :
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CAESARIS... DOMUS
- assimilata a un templum :
401-4. Iuppiter ante dedit fati mala signa cruenti,
flammifera petiit cum sua templa manu :
Iunonisque gravis nocte impavidaeque Minervae
sanctaque et immensi Caesaris icta domus.
Per l'impossibilit di identificare la santa casa del potentissimo Cesa
recon il tempio di Giove Capitolino, ved. sotto, p. 202 sg., Divinit, Iuno.
Del resto, a facilitare l'assimilazione della casa di Augusto sul Palatino a un
tempio contribuivano evidentemente non solo la presenza al suo interno
del tempio di Apollo Palatino (e in un settore a parte di una statua di Vesta;
cfr. Ovidio, Met. XV 865-6), ma anche l'assimilazione di Augusto stesso a
un dio (ved. sopra, p. 199, Augusto, e Giove) soprattutto a opera dei poeti
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COMITES DI DRUSO
295-6. At comitum squalent immissis ora capillis
infelix, Druso sed pia turba suo.
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DIVINIT
Castori :
283-4. Adice Ledaeos, concordici sidera fratres,
templaque Romano conspicienda Foro.
Ved. sotto, p. 237, Topografa romana, tempio dei-.
dei :
24. Et quoscumque coli est iusque piumque deos...
130. Iam dubito magnos an rear esse deos...
132. Quos ego non potui demeruisse deos?
I due interrogativi (il diretto e l'indiretto) debbono intendersi attri
buiti naturalmente a Livia.
187 sgg. Dique latent templis neque iniqua ad funera vultus...
Ved. sotto, p. 213 sg. Druso, luctus publicus.
211-2. Te letum optasti, dis aversantibus omen,
par ubi, si sinerent te tua fata mor.
Cfr. Suetonio, Claud. 1,10 : et defunctum ita pro condone hudaverit, ut
deos precatus sit similes ei Caesares suos facerent sihique tarn honestum
quandoque exitum dorent quam Uli ddissent.
415. Eventura precor : deus excusare priora...
440. mutarunt avidi trista iura dei.
deus :
466.... lacrimas elicuique dea.
II riferimento evidentemente ad Augusto; su Augusto all'evenienza
definito deus dai poeti contemporanei ved. sopra, p. 199, Augusto, e Giove;
p. 199 sg., Caesaris...domus, assimilata a un templum.
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Fortuna :
51-6. Nempe per hos etiam Fortunae iniuria mores
rgnt et incerta est hic quoque nixa rota;
hic quoque sentitur : ne quid non improba carpai
saevit et iniustum ius sibi ubique facit.
Scilicet immunis si luctus una fuisset,
Livia, Fortunae regna minora forent.
349. Imposuit te (se. Liviam) alto Fortuna locumque tuen...
371 sgg. Fortuna arbitriis tempus dispenst iniquis :
illa rapit iuvenes, sustinet illa senes...
Giove :
21. Solvere vota Iovi fatorum ignara tuorum.
la stessa Livia che in seguito (a 131-3), appresa la morte di Druso,
mostrer addirittura di volersi ribellare contro gli dei ingiusti.
28. et tumulus Drusum pro Iovis arce manet.
Ved. sotto, p. 210, Druso, sepolto nel Mausoleo.
213-4. Sed tibi debetur caelum, te fulmine pollens
accipiet cupidi regia magna Iovis.
Il cavaliere romano allude evidentemente alla prevedibile consecratio
di Augusto dopo la morte, su cui ved. sotto, p. 204-5, Divinit, Venere.
303-4. Femina tu princeps, tu flia Caesaris UH
nee minor es magni coniuge visa Iovis.
Su 303-4 ved. sopra, p. 195 sg., Antonia, e la domus Augusta.
379-80. nata quod alte es quodque es fetibus aueta duobus,
quodque etiam magno consociata Iovi. . .
401. Iuppiter ante dedit fati mala signa cruenti...
Su 401 ved. sotto, p. 202 sg., Iuno.
Iuno :
401-4. Iuppiter ante dedit fati mala signa cruenti,
flammifera petiit cum sua templa manu :
Iunonisque gravis node impavidaeque Minervae
sanctaque et immensi Caesaris icta domus.
403-4, dove si fa cenno alle dimore della severa Giunone e di Minerva
impavida, sono volti a indicare nel suo complesso il tempio della triade
Capitolina. Mi sembra da escludere infatti che a 404 la santa casa del potentissimo Cesare possa essere identificata con il tempio di Giove Capitol
ino,correggendo a 404 Caesaris, unanimemente tradito, in numinis nel
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poteosi, come Marte stesso dichiara, stata concessa in passato solo a Romolo il fondatore; quindi di recente, grazie all'intervento di Venere, a Cesa
re
padre dopo il suo assassinio, con l'avvertenza che essa in futuro sar
concessa anche a Cesare figlio dopo la sua morte, da intendersi natura
lmente come il pi possibile procrastinata nel tempo. Anche questo un
elemento ulteriore che contribuisce a datare la Consolatio nel periodo in
cui essa si dichiara scritta, nonostante i tentativi vani di E. Bickel, De consolatione ad Liviam cit., p. 194 sgg., volti a ricondurre una simile problemat
ica
alla pi tarda et di Claudio (ved. sopra, p. 198). Marte vicinus et ac
cola Campi poich il suo tempio sorgeva appunto in Campo Marzio, vicino
dunque al luogo dove fu approntato Yustrinum di Druso; ved. anche sotto,
p. 238, Topografia romana, tempio di Marte.
Minerva :
22. ... et armiferae solvere vota deae...
403-4. ... impavidaeque Minervae
domus.
Ved. sopra, p. 202 sg., Iuno.
Parcae :
73-4. Chudite iam, Parcae, nimium reserata sepulcra,
claudite : plus iusto iam domus ista patet.
164. Hanc lucem cleri turbine Parca neat.
Tiberinus pater :
221 sgg. Ipse pater flavis Tiberinus adhorruit undis,
sustulit et medio nubilus amne caput...
247-8. Sic cecinere deae : nec tu, Tiberine, repugna,
irrite nec flammas amne morare tuo...
Sul ruolo di Tiberinus pater nel corso dei funerali di Druso, ved. sopra,
p. 203 sg., Marte.
Venere :
245. Hic tibi, mox Veneri Caesar promissus uterque...
Venere, in quanto si situa alle origini della gens Iulia, pu coerentemente ottenere per i due suoi discendenti pi illustri (i due Cesari, padre e
figlio) di essere compresi, dopo la morte, nel novero dei divi : indizio ulte
riore, se mai ce ne fosse bisogno, della datazione del poemetto in epoca augustea. Emblematicamente sempre Venere che in Ovidio, Met. XV 745
sgg., scende dal cielo, plana nella curia di Pompeo e, strappata l'anima dal
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corpo di Cesare, la solleva fino in cielo, poich egli sia ascritto tra gli dei;
significativamente lo stesso ruolo nella futura apoteosi di Augusto attr
ibuito sempre a Venere da Eleg. in Maec. II 33-4 : Tu deus in terris, divis insignis avitis : / Te Venus in proprio collocet ipsa sinu. Cfr. inoltre Ovidio, Fast.
Ili 896 sgg., dove per a proposito dell'apoteosi di Cesare una simile fun
zione attribuita a Vesta, dea anch'essa eminentemente connessa, dopo la
nomina di Augusto al pontificato massimo, al principe e alla sua casa (Fraschetti, p. 345 sgg. ; A. Barchiesi, // poeta e il principe. Ovidio e il discorso
augusteo, Roma-Bari 1994, p. 114-9).
DRUSO
- ai Campi Elisi :
329-32. Ille pio, si non temere haec creduntur, in arvo
inter honoratos excipietur avos,
magnaque maternis maioribus, aequa paternis
gloria quadriiugis aureus ibit equis...
Gli antenati materni e paterni sono evidentemente gli esponenti di
spicco della gens Livia (in cui il padre di Livia, M. Livius Drusus Claudianus, era entrato dopo la sua adozione da parte di M. Livius Drusus, trib. pi
91 a.C. : Fr. Mnzer, RE, XIII 1, 1926, coli. 881-2) e della gens Claudia del
ramo naturalmente dei Claudii Nerones. Ved. anche sotto, p. 226, Nerones,
avo di Druso.
Cfr. 469. Haec sentit Drusus, si quid modo sentit in umbra...
Anche Ettore dopo la sua morte avrebbe abitato i Campi Elisi come an
ticipando
da parte sua il triste destino di Druso (429-32). Sul confronto, ev
identemente
parallelo, delle sventure patite da Andromaca e da Antonia ved.
315-20. Si osservi l'implicita e foltissima contraddizione sulla dimora di
Druso dopo la sua scomparsa che sarebbe inevitabilmente presente a 445-6
qualora fosse accolta l'inserzione di in tra nebolosum e Htus (come propone
Schoonhoven, p. 197-8) : se Druso infatti non si immaginasse tornato (alme
no
momentaneamente) dall'Averno, evidentemente non potrebbe pronunc
iare
il suo lungo discorso (447-68), comunicando cos le proprie riflessioni,
sagge e meditate, al mondo dei vivi. Ved. ultimamente in questo senso anche
la trad, di T. Gonzalez Roln e P. Saquero (Edicin critica, traduccin y no
tas de), Consolatio ad Liviam de morte Drusi Neronis, Madrid, 1993, p. 141.
Caesaris...opus :
39. Caesaris illud opus, voti pars altera vestri
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cenotafo di - in Germania :
169-72. Quippe ducetti arsuris exercitus omnis in armis,
inter quae perit, ponere certus erat :
abstulit invitis corpus venerabile frater
et Drusum patriae quod licuitve dedit.
Cfr. Tacito, Ann. II 7,2-3 : Tumulum tarnen nuper VaranL legionibus
structum et veterem aram Druso sitam disiecerant. Restituii aram honorique
patris princeps ipse cum legionibus decucurrit; tumulum iterare haud visum.
Si osservi che molto significativamente nel 16 d. C. il figlio Germanico,
mentre non provvide a ripristinare il tumulus gi da lui innalzato a sepol
turadelle legioni di P. Quinctilius Varus, volle invece che fosse ripristinato
antico altare innalzato in quello stesso luogo, subito dopo la morte, al
padre Druso, i cui Mani evidentemente vi ricevevano onori almeno eroi
ci,sul tipo di quelli riservati dopo la sua scomparsa allo stesso Germanico
(al riguardo p. es. W. Seston, Germanicus hros fondateur, in Pdp, 5, 1951,
p. 171 sgg. = Scripta varia, Roma, 1980, p. 141 sgg.)
Quanto al cenotafio di Druso in Germania cfr. ora A, 1984, n. 508 (t
abula Siarensis Frag. I 11. 26-34) : Tertius Ianus vel m\pnumentum feret
apud ripam Rheni circa eum tumulum] / quem Druso, fratri Ti(ber) Caesaris
Aug(usti) p\rincipis nostri, exercitus p(opuli) R(omani) excitasset ci]tus,
deinde permissu Divi Aug(usti) per\fecisset, itemque honorarus tumulus
Germanici Cae]/saris constitueretur accipienti[s eas supplicationes ab Ger
manis etpraecipue ab Gal]llis Germanisque qui citra Rhenium incolant quo
rum civitates iussae essent ab divo] I Aug(usto) rem divinam ad tumulu[rn
Drusi facere, atque darent memoriae eius sollemne et
]lle sacrificium parentant\es quodannis in eo die quo Germanicus Caesar defunctus est] (come
da parte mia proporrei di integrare al posto di esset dell'ed. a cura di J.
Gonzalez-F. Fernandez, Tabula Siarensis, in Iura, 32, 1981, p. 7; poi in
quella di J. Gonzalez, Tabula Siarensis, Fortunales Siarenses et municipia
civium Romanorum, ZPE 55, 1984, p. 60; quindi in A, 1984 n. 508,
p. 138). Inoltre CIL VI 911 = 31199, 1. 12; Cassio Dione LV 2,3; Suetonio,
Claud. 1,3, nel senso proposto da A. Donati, Alpibus bellis patefactis, in Ge
rold Walser zum 70. Geburtstag dargebracht, Stoccarda, 1989, p. 23; discus
sioneora in S. Panciera, // corredo epigrafico del Mausoleo di Augusto cit.,
p. 76. In questo caso la circostanza che il monumentum Drusi patris, cui a
l udeva
Suetonio, fosse un monumento onorario urbano in onore di Druso
mi sembra garantito dal tipo stesso di presagi riportati da Suetonio. Come
la comparsa della cometa annunciava a Claudio la sua futura apoteosi, cos
il fulmine che colp il monumento onorario dello scomparso Druso, suo pa
dre, presagiva allo stesso Claudio la morte prossima, in modo analogo a
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- e la domus Augusta :
453. Hoc domus ista docet, per te mea, Caesaris alti...
Gi a 39 Druso stato definito Caesaris... opus : creatura di Cesa
re(sopra, p. 205 sg., Druso, Caesaris... opus), cos come a 209 lo stesso
Druso potr anche essere chiamato alumnus di Cesare figlio, in quanto
allevato dopo la morte del padre appunto nella casa di Augusto, che ne
era vitrcus; ved. Cassio Dione, XLVIII 44, 4-5; cfr. Orazio, Carni. IV 4,
26-8.
- morto pro republica :
15-6.
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funerale di 75-6.
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(cfr. Tacito, Ann. I 3,3, quanto alle morti di Lucio e Gaio Cesare; ivi 10,5 :
gravis in rem publicam mater, gravis domai Caesarum noverca).
- spes publica :
365. Maximus Me quidem iuvenum spes publica vixit...
Cfr. Tacito, Ann. I 33,2 in rapporto alle speranze suscitate in seguito
dal figlio Germanico : Quippe Drusi magna apud populum Romanum me
moria,
credebaturque, si rerum poti<t>us foret, libertatem redditurus; unde
in Germanicum favor et spes eadem. Nom iuveni civile ingenium, mira comitas et diversa a Tiberii sermone vultu, adrogantibus et bscuris. Ved. inoltre
ivi II 41,3 : Sed suberat occulta formido, reputantibus haud prosprant in
Druso patre eius favorem vulgi, avunculum eiusdem Marcellum flagrantibus
plebis studiis intra iuventam ereptum, breves et infaustos populi Romani
amores. Le speranze di molti in Druso dovevano evidentemente essere con
divise anche dal cavaliere della Consolatio : sono speranze che circolavano
a Roma e che si inseriscono bene nell'ambito delle considerazioni pi gener
alisvolte da M. Pani, Tendenze politiche della successione al principato di
Augusto, Bari, 1979.
statua onoraria di - in rostrs :
269-70. Stabis et in rostrs tituli speciosus honore,
causaque dicemur nos tibi, Druse, necis.
Cfr. 455-6. Nec mentis quicquam illustrt magis : adfuit Ulis,
mater, honos; titulis nomina piena vides.
A 269 titulus deve intendersi propriamente come l'iscrizione che orna
va
la (base di) statua appunto di Druso e che Livia dunque potr contemp
lare
agevolmente con compiaciuto orgoglio. Cfr. Schoonhoven, p. 153. Si
osservi tuttavia che il titlus di Druso non avr contenuto solo memoria
della causa della sua morte, ma ne avr elencato anche le imprese, come in
effetti avverr pi tardi dopo la morte del figlio Germanico, quando l'iscr
izione del Ianus marmoreus, da dedicare a Germanico a Roma in circo Flaminio, dovr contenere su esplicita indicazione del senatoconsulto un elen
cocomplessivo delle imprese compiute dallo stesso Germanico ex auctorltate Ti(berii) Caesars Aug(usti)...] (A, 1984, n. 508).
- summa gloria domus :
365-6. Maximus Me quidem iuvenum spes publica vixit
et qua natus erat gloria summa domus...
Se domus qui deve intendersi come la domus dei Claudii Nerones, cui
Druso apparteneva per nascita (a meno di non voler supporre che si alluda
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alla sua nascita vera e propria nella casa di Augusto sul Palatino), per
quanto riguarda le personali preferenze dell'anonimo poeta-cavaliere
(all'evenienza eventualmente tutte da approfondire) limitiamoci semplice
mente
a mettere in rilievo fin da ora come Druso nell'ambito della domus
dei Claudii Nerones possa essere ritenuto summa gloria anche rispetto al
fratello maggiore Tiberio. Per maximus usato sempre in riferimento a Dru
soved. anche 15 (sopra, p. 215, Druso, spes publica).
trionfo di 19-20. ignotumque tibi meruit, Romane, trumphum,
protulit in terras imperiwnque novas.
il trionfo programmato per il ritorno di Druso a Roma nel 9 a.C, ma
non celebrato a causa della sua morte. Il trionfo di Druso, trasformatosi in
funerale (bench un funerale con connotazioni trionfali), un nucleo t
ematico
che torna spesso nella Consolatio : gi subito dopo, a 21-6, in rifer
imento alle aspettative di Livia tradite dalla morte improvvisa del figlio. Su
ignotumque... trumphum a 19 cfr. E. Pianezzola, Au-del des frontires du
monde : un topos rhtorique pour un rtablissement du texte d'Abinovanus
Pdo (p. 116 Mor. = 148 Buechn. v. 19), in REL, 62 1984, p. 198-9. A 20 le ter
me... novae sono naturalmente i tenitori della libera Germania fino ad allo
raignoti ai Romani, cos che Druso ne ha potuto riportare un trionfo an
ch'esso
fino ad allora sconosciuto, da cui trasse (perch se ne fregiassero
purtroppo solo i suoi discendenti) appunto il cognomen di Germanicus
(337-8). Quanto a protulit... imperum di 20 si osservi come il poeta-cavalie
re
della Consolatio mostri di conoscere bene il rapporto solidale tra acqui
sizione di nuovi tenitori all'impenum dei Romani e conseguente celebra
zionedel trionfo da parte di chi ne era stato l'artefice; su questo punto ba
sti ora il rinvio a A. Giardina, Seneca, Claudio e il pomerio, in Alla
Signorina. Mlanges offerts Nolle de la Blanchardire, Roma, 1995,
p. 123 sgg.
25-8. maternaque sacros agitabas mente triumphos,
forsitan et curae iam tibi currus erat.
funera pro sacris tibi sunt ducendo, trumphis
et tumulus Drusum pro IovL arce manet.
Quanto a funera... manet a 27-8, deve ritenersi un tema forte all'i
nterno della Consolatio quello della madre che si apprestava a curare amo
revolmente
i preparativi per il trionfo del figlio e che al contrario in mes
to corteggio dovr condurne il funerale; che invece di accompagnare
Druso fino al tempio di Giove Capitolino per deporre l'alloro dei vincitori
nel grembo della statua del dio, lo scorter invece fino al Mausoleo di Au-
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stesso eminentemente arbitrario, talvolta arreca (ved. 371 : Fortuna arbitriis. . . iniquis).
151. ultima contigimus : ius matris habemus ab uno,...
In tal caso ius matris (ved. anche 454) non pu intendersi come the
code or system of rights and duties which is recognized in some form of
human relationship (Schoonhoven, p. 125), ma specificamente come il
ius (metaforico : debbo questa definizione alla competente amicizia di
Yan Thomas) che lega Tiberio e Livia, tanto pi poich questo ius ormai
deriverebbe a Livia dal solo Tiberio (ab uno). Ved. anche sotto, p. 221 sg.,
Livia, ius matris di-.
424. hic adhibet blandas, nee sine iure, preces.
185. Iura silent mutaeque tacent sine vindice leges...
Ved. al riguardo sopra, p. 213 sg., Druso, luctus publions.
439-40.
...sec nee Thetis ipsa neque omnes
mutarunt avidi tristia iura dei.
443. Sed rgidum ius est et inevitabile Mortis...
439-40 e 443 si riferiscono rispettivamente ai tristia iura del dio dell'Averno e a quello rgidum della Morte stessa.
LIVIA
Druso gloria di - :
121-2. Nate, brevis fruetus, duplicis sors altera partus,
gloria conspectae, nate, parentis, ubi es?...
A 122 seguo con Vollmer, Witlox, Lenz, Schoonhoven, ad II. , la lezione
conspectae di , non confectae di . Seguo questa lezione (non l'altra, da ren
dersi all'evenienza : ormai anziana) soprattutto poich la Consolatio ama
confrontare spesso, fin dal suo esordio, la felicit piena di Livia prima della
morte del figlio e la sua situazione di ora, dopo che ne ha subito la perdita.
141-4. Quos primum vidi fasces, in funere vidi,
et vidi eversos indiciumque mali.
Quis credat? matri lux haec carissima venit,
qua natum in summo vidit honore suum?
Ved. sopra, p. 211 sg., Druso, funerale di -.
- e Augusto :
41-2. Quid ubi nunc mores prosunt actumque pudice
omne aevom et tanto tam placuisse viro?
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Cfr. Seneca, Cons, ad Mare. 3,2 : Non licuerat mairi ultima flii oscula
gratumque extremi sermonem oris haurre. L'insistere della Consolatio sul
l'assenza
di Livia dal letto di morte di Druso stata interpretata in genere
(fin da Haupt, Epicedion cit., p. 333-4, che definiva il poeta obliviosus)
come prova di una contraddizione forte da parte dell'autore, capace di
dimenticare a 393 sgg. la circostanza che Livia non aveva assistito alla
morte del figlio. Qui ci limiteremo piuttosto a mettere in rilievo come
l'enfasi sull'assenza di Livia vada piuttosto inserita nel suo contesto speci
fico; dunque, come sia molto improbabile anzi da escludere che il poe
taabbia semplicemente dimenticato in seguito (a 393 sgg.) quanto da lui
affermato in precedenza (a 95 sgg.). In modo molto pi sottile da parte
del poeta-cavaliere che lamenta la sorte di Livia, a 95 sgg. viene aggiunto
al suo dolore gi grande la circostanza che la stessa Livia non pot nep
pure assistere alla morte del figlio; al contrario, cercando di consolare la
donna, a 393 il motivo dell'assenza viene inquadrato in una serie di motiv
i
appunto pi propriamente consolatoli. Del resto, non a caso Witlox,
Esteve-Forriol, Newmyer, Richmond, Hardie, comprendono 393 sgg. nel
settore consolatorio del poemetto, mentre con varie sfumature 95 sgg.
sono fatti rientrare nel settore relativo alla descrizione delle circostanze
della morte di Druso. Ved. a questo proposito l'utile schema riassuntivo
dei vari temi presenti nella Consolatio approntato da Schoonhoven, p. 1
(col bibl. ivi cit.).
- optima mater :
341-2. Haec ipsum sublime ferent, haec, optima mater,
debuerint luctus attenuare tuos.
345-6. Quid deceat Drusi matrem matremque Neronis
aspice, quo surgas, aspice mane toro.
Quanto alla caratteristica di optima mater in rapporto a Livia basti il
confronto con il signum dato da Nerone al tribuno della guardia pri
mo... impeni die : appunto optima mater (come precisava Suetonio, Ner.
9,3) con riferimento evidentemente ad Agrippina.
-prnceps :
355-6. An melius per te virtutum exempla petemus,
quam si Romanae principis edis opus?
Cfr. anche a 303 Femina tu prnceps..., dove l'appellativo riferito ad
Antonia.
Cfr. 343-4. Femina digna Ulis quos aurea condidit aetas,
principibus natis, principis digna viro...
224
AUGUSTO FRASCHETTI
MARCELLO
- sepolto nel Mausoleo :
65-66. Vidimus erepta maerentem stirpe sororis :
luetus, ut in Druso, publicus Me fuit...
Ved. anche Cassio Dione, LUI 30,5, per il rapporto solidale che si stabi
lisce allora per la prima volta, appunto in seguito alla morte di Marcello,
tra apertura del Mausoleo di Augusto e proclamazione in citt di lutti pubb
lici : un precedente ripetuto quindi alla scomparsa del genero del principe
Agrippa (ved. sopra, p. 193 sg., Agrippa, sepolto nel Mausoleo); della so
rella
Ottavia, madre di Marcello e suocera di Druso, che come genero prov
vide anche a pronunciarne la laudatio (Cassio Dione, LIV 35,4-5; ved. inol
tresotto, p. 232, Ottavia, sepolta nel Mausoleo); infine dello stesso Druso.
NERONES
- atavi . . . proavi.
451-2. Hoc atavi monuere mei proavique Nerones
(fregerunt ambo Punica bella duces)...
Molto poco economica, anzi addirittura inutile, la correzione a
451 in tui, al posto del tradito mei, proposta da Schoonhoven, p. 199-201
225
15
226
AUGUSTO FRASCHETTI
227
trario Ovidio a essersi ispirato al poeta della Consolatio. Ved. anche sotto,
p. 229, Pannonii, Pontus.
Armenius :
389. Armeniusquefugax...
Sulla missione di Tiberio in Armenia nel 20 a.C. ved. da ultimo M.-L.
Chaumont, L'Armnie entre Rome et l'Iran. I. De l'avnement d'Auguste l'
avnement
de Diocttien, in ANRW, II 9,1, 1976, p. 74. Quanto alla datazione
della Conslatio, basti osservare che se a 389 l'Armeno veniva definito fugax, lo stesso Augusto invece in un contesto poco pi tardo, dopo aver r
icordato
la precedente missione di Tiberio, poteva alludere all'Armenia co
me d[esc]iscentem et rebettantem, finch in seguito non fu domata (domit[d]m) da Gaio Cesare (AG 27,2 con il commento di Th. Mommsen, Res
Gestae divi Augusti, 2 ed. Berlino, 1883, p. 110 sgg.). Per le missioni di Tibe
rioe Gaio Cesare in Armenia ved. soprattutto M. Pani, Roma e i re d'Oriente
da Augusto a Tiberio, Bari, 1972, p. 17 sgg.
4. Ausoniae :
204. Ausoniae maires Ausonaeque nurus.
Dacius :
Ved. Apulus a 387-8.
Dalmata :
389. ...et tandem Dalmata supplex...
Sulle campagne di Druso in Illirico, dove raggiunse Tiberio nel 15 a.C,
basti il rinvio a JJ. Wilkes, Dalmatia, Londra, 1969, p. 59.
Germania :
271 sgg. At tibi ius veniae superest, Germania, nullum :
postmodo tu poenas, barbare, morte dabis...
335 sgg. Accipient iuvenem Germanica signa ferentem
consults imperio conspicuumque decus...
391.
et modo Germanus Romanis cognitus orbis :
Su 335 sgg., in rapporto alla datazione della Conslatio, mi sono
soffermato lungamente in Sulla datazione della Consofotio ad Liviam
cit.
228
AUGUSTO FRASCHETTI
Isargus :
386. decolor infecta testis Isargus aqua...
Suirisarcus ved. Philipp, RE IX 2, 1916, col. 2054; Hopfner, RE
Supplb. Ili 1918, coli. 1243-1244; cfr. anche E. Pais, Ricerche storche e geo
grafiche
sull'Italia antica, Torino, 1908, p. 513 sgg. A 386 leggo Isargus non
Isarcus (cos, p. es., Vollmer e Schoonhoven, ad IL), poich la tradizione
manoscritta, sebbene corrotta (isurgus M : itargus : it Argus ) rinvia
preferibilmente a questa forma. Ved. in tal senso del resto gi M. Haupt,
Epicedion cit., p. 356.
Pannonii :
390. summaque dispersi per iuga Pannonii...
Sulle campagne di Tiberio nei Balcani a partire dal 15 a.C, p. es.,
R. Syme, Danubian Papers, Bucarest, 1971, p. 13 sgg.; A. Mcsy, Pannonia und Upper Moesia, Londra-Boston, 1974, p. 34 sgg.; ultimamente
p. es. J. Fitz, Die Eroberung Pannoniens, in ANRW, II 6, 1977,
p. 543 sgg.
Pontus :
388. ...(huic hosti perbreve Pontus iter)...
A 388 deve escludersi la correzione di huic, unanimemente tradito e
accolto da Vollmer, Witlox e Lenz, in hinc, proposta originariamente da
J. Mycillus e ora ripresa da Schoonhoven, p. 181, poich una simile corre
zione altera (o anzi rende incomprensibile) il senso del passo, dove si allu
deevidentemente a scorrerie dei Daci verso la provincia romana del Ponto,
e non a scorrerie dal Ponto verso la Dacia (cos, ma senza apportare alcuna
documentazione, gi E. Bickel, De consolatione ad Liviam cit., p. 194-5). In
effetti, se il Ponto una strada brevissima per questo nemico (il Dace
Apulo), il testo va inteso come allusione alle frequenti scorrerie che dalla
riva sinistra del Danubio muovevano verso la provincia romana del Ponto,
vicinissima a questo nemico e dunque facile da raggiungere, come gi in
passato avevano subito scorrerie le colonie greche della costa; ved. p. es.
D.M. Pippidi, / Greci nel basso Danubio, trad. it. Milano, 1971, p. 154 sgg.
Per gli echi di queste stesse scorrerie nell'esule Ovidio ultimamente A. Videau-Delibes, Les Tristes d'Ovide et l'lgie romaine, Parigi, 1991, p. 145
sgg.; cfr. inoltre J. Vinogradov-S. Kryzickij, Obia. Eine altgriechische Stadt
im Nordwestlichen Schwarzmeerraum, Leida-New-York-Colonia, 1995,
p. 143-4.
229
Raeti :
175. Per quae deletis Raetorum venerai armis;
Sulle campagne di Druso e di Tiberio contro i Raeti nel 15 a.C. ved.
Cassio Dione, LIV 22,1-3; cfr. B. Overbeck, Raetien zur Prnzipatszeit, in
ANRW, II 5,2, 1976, p. 668 sgg.; pi in genere, N. Roymans, Romanisation and the Transformation of a Martial Elite-Ideology in a Frontier Pro
vince,
in Frontires d'Empire, in Actes de la Table Ronde Internationale de
Nemours, 1992, in Mmoires du Muse de Prhistoire d'Ile-de-France, 5,
1993, p. 37-8.
Rhenus :
385. Rhenus et...
Sicambri :
17. ... indomitosque Sicambros...
311. nee tibi deletos potent narrare Sicambros...
Cos corne nella Consolatio a 386 si parla del fiume Isargus (non Isarcus), a proposito del popolo ricordato a 17 e 311 compare la forma Sicamb
ri,
non Sycambri, come p. es. nello stesso Ovidio; per i Sycambri in Ovidio R. Syme, History in Ovid. cit., p. 3-5. Sulle varie forme del nome Schnf
eld,
RE IV A 1, 1931, col. 662.
Suevi :
17. Hie genus Suevos acre...
312. ... et Suevos terga dedisse suis...
Suevi e Sicambri compaiono insieme a 17 e a 311-2. Su di essi ved. ult
imamente
H. Bernhard, Die rmische Geschichte in Rheinland-Pfalz, in Die
Rmer in Rheinland-Pfalz, Stoccarda, 1990, p. 39 sgg. Anche Augusto, sotto
i cui auspici queste campagne erano condotte, ne dava conseguente notizia
in RG 26, 2.
I popoli e i tenitori ricordati a partire a 385-392 si riferiscono alle
campagne compiute negli anni 15-9 a.C. appunto dai due Nerones, Tiberio
e Druso, che spes implerunt matemaque vota (383). Si osservi dunque come
anche il loro elenco contribuisca a datare la Consolatio nel 9 a.C. Infatti,
dopo il trionfo di Tiberio su Pannonii e Dalmatae del 12 d.C, non si sareb
be
mai fatto cenno a summa... dispersi per iuga Pannonii, n dopo il 9 a.C,
successivamente alle campagne germaniche di Tiberio del 4-6 d.C, ci si sa
rebbe
potuti riferire al mondo dei Germani come a un mondo che i Ro-
230
AUGUSTO FRASCHETTI
mani conobbero solo ora (391 : et modo Germanus Romanis cognitus orbis). Alla luce di questi elementi, appaiono molto deboli i tentativi di
Schoonhoven, p. 207-11 volti a individuare anche in questo elenco di popoli
e di campagne tracce di una composizione della Consolatio posteriore al 9
a.C. (sulla base di presunte, ma discutibilissime, influenze di Ovidio e di Li
vio).
Quanto al ricordo della missione giovanile di Tiberio in Armenia,
esso trova posto molto adeguato appunto nell'ambito della datazione del
poemetto al 9 a.C. Osserveremo piuttosto come la Consolatio ritenga Druso
il vero protagonista delle campagne geimaniche svolte congiuntamente da
Tiberio e dallo stesso Druso a partire dal 15 a.C. Nella documentazione pa
rallela
il solo Druso ricordato da Orazio, Carni. IV 4,17-18 (in rapporto a
Raeti e Vindelici); da Fioro, II 22,4 (in rapporto a Breuni, Ucenni e Vindelici); Orosio, VI 21,12 sgg. (ma ved. anche il brevissimo cenno a entrambi i
fratelli a VII 32,12); Claudiano, de cons. Stil. I 193 (dove, quanto alla Ger
mania,
si fa menzione di Druso accanto a Traiano); cfr. de IV cons. Hon.
455 (veteres... Drusos : Druso il Vecchio e Druso Cesare). Druso e Tiberio
sono ricordati insieme da per. 138; Orazio, Carni. IV 14, 9 sgg.; Strabone, IV
9 (206 C); Velleio, II 95, 1, dove Druso qualificato significativamente dal
cortigiano Velleio adiutor operis del fratello; Cassio Dione, LIV 22. na
turale
che Tiberio compaia da solo in Suetonio, Tib. 9,2-3, nell'elenco delle
guerre da lui condotte per incarico di Augusto.
ORDINE EQUESTRE
202. funeris exequiis adswnus omnis eques...
la testimonianza fondamentale apportata dal poeta stesso sia sulla
sua caratteristica di testimone oculare (adsumus), sia sulla sua apparte
nenzaal secondo ordine : un'appartenenza che molto difficile mettere
in discussione dopo la consistente lista di poeti cavalieri redatta da S. Demougin, L'ordre equestre cit., p. 756 (cui deve aggiungersi naturalmente an
che l'anonimo della Conslati).
463. et quo me officio portaverit illa iuventus...
La iuventus, che a 463 detta prestare il suo officium durante le ese
quie di Druso fino al luogo della pira, evidentemente la iuventus del-
231
l'ordine equestre. Sul ruolo dell'ordine equestre nel corso dei jFunerali non
solo del principe, ma anche di membri eminenti della sua domus ved. in
genere S. Demougin, Vordre questre cit., p. 264 sgg.
OTTAVIA
- e il lutto per Marcello :
441-4. Prisca quid hue repeto? Marcellum Octavia flevit
et flevit popolo Caesar utrumque pafom.
Sed rigidum ius est et inevitabile MortL,
stani rata non ulta fila tenenda manu.
Evidentemente a 441-4 viene riportata una tradizione che mostra di
ignorare quella confluita in Seneca, Cons, ad Mare. 2,4, a proposito della
pi totale inconsolabilit di Ottavia alla morte del figlio Marcello : Nullum finem per omne vitae suae tempus fienai gemendique fecit nee ullas admisit voces salutare aliquid adferentis; ne avocari quidem se passa est, inten
ta
in unam rem et toto animo adfxa. Talis per omnem vitam fuit quails in fu
nere,
non dico non ausa consurgere, sed adlevari rcusons, secundam
orbitatem iudicans lacrmas amittere; ivi 2,5 : A sollemnibus officiis sedueta
et ipsam magnitudinis fraternae nimis circumlucentem fortunam exosa defodit se et abdidit. Adsidentibus libers, nepotibus lugubrem vestem non deposuit, non sine contumelia omnium suorum, quibus salvL orba sibi videbatur. Questa diversit di tradizione si deduce agevolmente da 443, nell'impli
cito
riconoscimento attribuito dalla Consolatio anche a Ottavia, quando
mor il figlio, del rispetto del rigidum ius... et inevitabile MortL, un rispetto
che accomunerebbe Ottavia al fratello Augusto nella dolorosa sopportazio
ne
di quella perdita. La Consolatio dunque, quanto a Ottavia e Livia, ignora
non solo una loro diversit di attitudine nell'assunzione dei rispettivi lutti,
ma anche (naturalmente) ogni eventuale competizione tra le due donne
in merito al problema successorio, quando la scomparsa di Marcello pot
sollecitare in Livia almeno speranze per i suoi figli; ved. a questo proposito
A. Fraschetti, Livia la politica cit., p. 136, soprattutto per quanto riguarda
Cassio Dione, LUI 33,4, secondo il quale non pochi sospetti della morte di
Marcello sarebbero ricaduti sulla stessa Livia, convinta che il nipote di Au
gusto
fosse anteposto ai suoi figli. Sulla sorte analoga di Marcello e di
Druso, accomunati tanto da una scomparsa prematura molto sospetta,
232
AUGUSTO FRASCHETH
quanto da un identico amore del popolo nei loro confronti ved. Tacito,
Ann. II 41,5. Sulla follia di lutto di Ottavia alla morte del figlio (cui et
avunculus et socer incumbere coeperat secondo Seneca, Cons, ad Mare. 2,3)
ved. J. Maurin, Funus cit., p. 207-208.
POPOLO ROMANO
181.
Urbs gemit et vultum miserabilis induit unum...
191 sgg. Atque aliquis de plebe pius pro paupere nato
sustulerat timidas sidera ad alta manus,
iantque precaturus quid ego autem credulus inquit
suscipiam in nullos irrita vota deos?
Livia, non illos pro Druso Livia movit :
nos erimus magno maxima cura Iovi?.
Dixit et iratus vota insuscepta reliquit
duravitque animum destituitque preces.
Obvia turba ruit lacrimisque rgantibus ora
consults erepti publica damna referti.
Ved. anche 263 : Spes quoque multorum flammis uruntur in isdem...
Simili attitudini debbono essere confrontate con quelle scomposte manifes
tate
a Roma alla notizia della morte del figlio di Druso Germanico; ved.
Suetonio, Cai. 5,2 : Quo defunctus est die, lapidata sunt templa, subversae
deum arae, Lares a quibusdam familires in publicum abiecti, partus coniugum expositi. Diversamente da H. Versnel, Destruction, devotio and De
spair
in a Situation of Anomy : the Mourning for Germanicus in Triple Per
spective,
in Perennitas. Studi in onore di A. Brelich, Roma, 1980, p. 541 sgg.,
233
TIBERIO
- assiste alla morte di Druso :
89-96. Tu tarnen extremo moriturum tempore fratrem
vidisti, lacrmas vidit et ille tuas,
affgique suis morens tua pectora sensit
et tenuit vultu lumina fixa tuo,
lumina caerulea iam iamque natantia morte,
lumina fratemas iam subitura manus.
Per la presenza di Tiberio sul letto di morte di Druso ved. anche per.
142,4; Seneca, Cons, ad Polyb. 15,5; Cassio Dione, LV 2, 1; Valerio Massi
mo,
V 5,3.
- assister secondo il poeta alla morte di Livia :
155-8. Hic meus ecce fuit; iubet hic de fratre verer;
omnia iam. metuo : fortior ante fui.
Sospite te saltern moriar, Nero : tu mea condas
lumina et excipias hanc animam ore pio.
Sul voto del poeta, in realt al momento della morte di Livia mai rea
lizzatosi,
secondo cui Tiberio avrebbe assistito alla morte della madre (un
voto appunto in quanto mai effettivamente realizzatosi di importanza fon
damentale
per la datazione della Consolatio), ved. A. Fraschetti, Sulla data
zione della Consolatio ad Liviam cit.
- consola Livia :
423-6. Nee minor est nato servandae cura parentis :
hic adhibet blandas, non sine iure, preces.
Coniugis et nati mertum pervenit ad omnis;
coniugis et nati, Livia, sospes ope es.
234
AUGUSTO FRASCHETTI
235
animum ad frmitudinem, ut quondam divus lulius amissa unica filia, ut divus Augustus erepts nepotibus abstruserint tristitiam. Nil opus vetustioribus
exemplis, quotiens populus Romanus clades exercituum, interitum ducum,
funditus amissas nobiles familias constanter tulerit. Principes mortales, rem
publicam aeternam esse.
Quanto a 85 (Vidimus attonitwn fraterna morte Neronem...), la notazione su Tiberio (ved. anche 87 : issimilemque sui vultu profitente dolorem : come dobbiamo intendere, almeno in questo contesto, solo in occa
sione della morte del fratello, quando egli apparirebbe diverso da s) fa
emergere nella Consofotio l'immagine di un Tiberio schivo, uso a non far
trapelare i propri sentimenti, non evidentemente per animo simulatore e
malvagio, ma per propria natura e proprio carattere. Si osservi del resto
che sempre nella Consolatio Tiberio detto piangere, quando a 289 si chie
dea voce bassa (Saepe Nero inlacrimans summissa voce loquetur...) perch
mai dovr recarsi al tempio dei gemelli Castori senza suo fratello. Ved. in
senso analogo anche Velleio Patercolo, II 114,3 (a proposito del comporta
mento
di Tiberio durante le campagne in Germania e in Pannonia volto a
mantenere la disciplina dei soldati) : agebatque medium plurima dissimulantis, aliqua inhibentis. Com' chiaro, una simile tradizione si oppone a
quella, in seguito ampiamente egemone addirittura incontrastata, di un
Tiberio scaltro e accanito simulatore, fin dagli anni dell'esilio a Rodi; su
questa tradizione, condivisa da Suetonio, Tacito e Cassio Dione, ved. ult
imamente
M. A. Giua, Tiberio simufatore nella tradizione storica pretacitia
na,
in Athenaeum, 53 1975, p. 352 sgg. Inutilizzabile nel tentativo di chiari
re
questa stessa tradizione G. Zecchini, La tabula Siarensis e la dissimulatio di Tiberio, in ZPE, 66, 1986, p. 23 sgg.; infatti la Tabula Siarensis in
quel punto specifico (Frag. II col. b, 11. 11 sgg.) con la precisa indicazione
et ipse se velie non dissimulare eodem libello testatus I esset, se realmente ri
ferita
a Tiberio, nel contesto di un senatoconsulto romano, offrirebbe
un'immagine dello stesso Tiberio di segno evidentemente opposto a quella
pretacitiana del simulatore : un'immagine anzi da confrontarsi piutto
sto
con quella presente nella Consolatio.
- e Livia :
Ved. sopra, p. 220 sg., Livia e Tiberio.
- pars altera di Cesare :
39. Caesaris illud opus, voti pars altera vestii...
Ved. sopra, p. 214 Druso, pars ... voti di Cesare.
236
AUGUSTO FRASCHETTI
TOPOGRAFIA ROMANA
Campus :
49. Nec vires errasse tuas Campoque Foroque...
Ved. sopra, p. 219, Livia e Augusto.
231. sed Mavors, tempio vicinus et accola Campi...
Sul tempio di Marte in Campo Marzio ved. sotto, p. 237, tempio dei
Castori.
Foro :
49. Nec vires... errasse tuas... Foroque...
Ved. sopra, p. 219, Livia e Augusto
186. aspicitur toto purpura nulla Foro.
Sull'abbandono della porpora da parte dei senatori come segno di lut
to pubblico nell'et di Augusto e di Tiberio ved. soprattutto J. Scheid,
Contraria facere cit., p. 126. In et imperiale avanzata - p. es., ai funerali
di Pertinace - con uno slittamento significativo i senatori indossano la pulla vestis (Erodiano, IV 2,3; ved. J. Arce, Funus imperatorum cit., p. 174), co
me gi avevano fatto Tiberio e il figlio Druso nella prima seduta del senato
dopo la morte di Augusto, mentre i senatori in segno di lutto indossavano
la veste dei cavalieri e i magistrati da parte loro l'abito senatorio privo tut
tavia
della porpora (Cassio Dione, LVI 31,2-3).
Mausoleo :
67 sgg. Condidit te Agrippam quo te, Marcelle, sepulcro...
Sul Mausoleo di Augusto e le ceneri dei membri della casa del principe
che vi furono deposte ved. rispettivamente sopra, p. 193, 197, 210, Agrippa,
Antonia, Druso, (sono) sepolt(i) nel Mausoleo.
tempio :
- dei Castori :
283-4. Adice Ledaeos, concordia sidera, fratres
templaque Romano conspicienda Foro.
287-8. Nec sua conspiciet, miserum me!, munera Drusus
nec sua prae templi nomina fronte leget.
J. Richmond, Doubtful Works, p. 2774-5, ritiene 287-8 the most comp
elling
argument within the poem itself contro la sua datazione al 9 a. C.
237
238
AUGUSTO FRASCHETTI
Perch un falso?
La composizione di questo indice analitico permette di valutare la fortissima coerenza interna di un poemetto come la Consocio e allo stesso
tempo, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non offre alcun elemento,
sulla base di circostanze sicuramente accertabili e non esse stesse oggetto
di discussione, tale da dover imporre come necessaria una datazione del
poemetto stesso posteriore al 9 a.C. Al contrario, gli assertori del falso e di
una conseguente datazione successiva, comunque proposta, dovranno dar
conto almeno di due circostanze.
1) Perch il poeta si mostrerebbe sicuro che sarebbe stato Tiberio a
chiudere gli occhi della madre dopo la sua morte (157-8), se questa aspet
tativa non gli fosse apparsa assolutamente naturale, ignaro delle successi
ve
attitudini di quel figlio snaturato al momento della scomparsa di Livia? Una simile circostanza esclude evidentemente ogni datazione della
Consolatio successiva al 31 d.C, quando Tiberio provoc grande scandalo
non abbandonando Capri neppure per prendere parte ai funerali della mad
re, come testimoniano concordemente Suetonio, Tib. 51, 5; Tacito, Ann. V
2,1; Cassio Dione, LVIII 2,1.
2) II cavaliere romano, che redasse la Consofotio, nel suo orgoglioso
patriottismo crede prossima la sottomissione della Germania, cos che
in breve tempo i Romani potranno vendicare la morte di Druso av
venuta
pro republica, anche se in conseguenza di una caduta da cavallo,
appunto nella lontana Germania4. Tra le supposte profezie ex eventu
che si creduto di rinvenire nel poemetto, nessuno ha mai preso in
considerazione l'effettivo realizzarsi del voto espresso a 271-6. Il motivo
molto semplice : dopo la sconfita di Teutoburgo subita da Quintilio
Varo nel 9 d.C. nessuno, e soprattutto mai un falsario, avrebbe potuto
sostenere con baldanzosa sicurezza che la morte di Druso in seguito
4 Cons. 271-6 : At tibi ius veniae superest, Germania, nullwn : /postmodo tu poenas, barbare, morte dabis. / Aspiciam regum liventia cotta catenis / duraque per saevas
vinctda nexa manus / et tandem trepidos vultus inque Ma ferocum / invitis lacrimas de
cidere
ora genis.
239
5 Sul trionfo di Tiberio dell'll d.C. ved. Suetonio, 20,2.; al riguardo, p. es., . Lewick, Tiberius the Politician, Londra, 1976, p. 61-2. Sul problema germanico in epoca
augustea ved. D. Timpe, Zur Geschichte der Rheingrenze zwischen Caesar und August
us,
in Monumentum Chiloniense. Festschrift E. Burck, Amsterdam, 1975, p. 124
sgg.; K. Christ, Zur Augusteischen Germanienpolitik, in Chiron, VII 1977, p. 149 sgg.;
inoltre ultimamente R. Syme, The Augustan Aristocracy, Oxford, 1986, p. 324 sgg.
(con ulteriore letteratura ivi cit.).
6 Tacito, Ann. I 33,2 : Drusi magna apud populum Romanum memoria, credebaturque, si rerum poti<t>us foret, libertatem redditurus; Suetonio, Claud. 1,4 : nec
dissimulasse umquam pristinum se rei publicae statum, quandoque posset, restiturum.