Traduzione
Maria Benedetta ARTIOLI
ED IZIO N I EDIZION I
SAN CLEM EN TE STUDIO DOMENICANO
ROMA BOLOGNA
2008
INTRODUZIONE*
IL MANOSCRITTO
DI STRASBURGO
NATURA
DEL MANOSCRITTO F
Seguivano quindi:
(VI) Versi della Sibilla Eritrea·, si trattava evidentemente, in
base al titolo, di qualche estratto dagli Oracoli Sibillini, che gli
autori cristiani amavano attribuire particolarmente alla più cele
bre tra le Sibille, quella di Eritrea in Ionia.21 H. Estienne ne
aveva preso una copia, come ci riferisce una nota che ha messo
sul manoscritto st, di seguito al testo del nostro A Diogneto·.
sequitur in altera pagina quae est in altera parte
Σιβύλλης- Ερυθραίας lepeias Απόλλωνος
quae scripsi alibi 22
5
LO STATO DEL TESTO
6
LE EDIZIONI
117 Una editto minor aveva raggiunto, nel 1920, la sesta tiratura.
118 Si tratta dell’edizione in un volume che ha ripreso, su un piano più
modesto (con traduzione inglese, ma senza commento), e portato a
termine l’opera lasciata incompiuta da Lightfoot: J.-B. LlGHTFOOT
- J . - R Harmer, The apostolic fathers, London 1891, pp. 487-489
(introduzione), 490-500 (testo'greco), 503-511 (traduzione).
119 Cf. KlRSOPP Lake, The apostolic fathers, with an English transla-
tion, t. II, LCL.
120 Cf. E. B uonaiuti, Lettera a Diogneto, testo, traduzione e note
{Scrittori cristiani Antichi, 1) Roma 1921.
121 Cf. U. VON W ilam o totz-M oellen d orf, Griechisches Lesebuch, 2.
Halbband, introduzione e testo (capp. I-X), pp. 363-367, note,
pp. 225-227.
122 Der B rief an Diognetos herausgegeben von J. G effc k en
(coll. Kommentierte griechische und lateinische Texte, 4), Heidelberg
1928.
123 Cf. S. COLOMBO, SS. Patrum apostolicorum opera Graece,
pp. 268-297; esiste anche un’edizione con traduzione latina:
SS. P. A. op., Graece et Latine.
124 Cf. P. E verts , De Brief aan Diognetus (coll. Selecta).
125 Cf. G. Bosio, I padri apostolici, t. II, pp. 287-333 (coll. CP series
graeca, 14).
126 The Epistle to Diognetus by E. H. BLAKENEY (Society for promo-
ting christian knowledge).
36 INTRODUZIONE
127 The epistle to Diognetus, thè Greek text, with introduction, tran-
slation and notes, tesi di Manchester.
128 Va ricordata un’altra edizione parziale (capp. V-VII), in
G. R auschen , Florilegium Patristicum, I, Monumenta Aevi
Apostolici, pp. 74-79, Bonn 1904.
37
7
LA PRESENTE EDIZIONE
130 Solo una volta abbiamo osato propome una nuova: si tratta di un
passo particolarmente difficile (III, 2) sul quale i nostri prede
cessori hanno molto esitato. In base al principio posto, l’appa
rato critico ignorerà sistematicamente le correzioni proposte per
tutti i passi nei quali ci è parso di poter conservare il testo di F.
131 Si ricordi del caso così notevole rilevato sopra (p. 25, n. 88): se
non disponessimo, per i versi citati dal De Monarchia, di altri
testimoni, chi avrebbe indovinato la lacuna celata nel testo di F?
39
LE TRADUZIONI
* *
BIBLIOGRAFIA
E troppo abbondante perché sia possibile farne qui un elenco.
Se ne troveranno gli elementi in J. C. Th. VON OTTO, Epistula ad
Diognetum, lustini philosophi et martyris nomen prae se ferens (tesi di
Jena 1845), 2a edizione, Leipzig 1852 (bibliografia dal 1592 al 1852).
Dello stesso, Corpus apologetarum christianorum saeculi secundi, voi.
IH, lustini philosophi et martyris opera, t. Π, 3a edizione, Jena 1879,
pp. XL-XLIV, LIV-LVII, LXI-LXm (bibliografia dal 1853 al 1877;
cf. parallelamente: O. De G ebhardt, Patrum apostolicorum opera, 1.1,
fase. 2 ,2a-3a edizione, Leipzig 1878, bibliografia dal 1825 al 1877).
Si spigolerà qualche informazione supplementare nelle note di
F. X. FUNK, Patres apostolici, t. I, 2a edizione, Tubingen 1901,
pp. CXIII-CXVII (fino al 1900); E. M olland, Die literatur-und dog-
mengeschichtliche Stellung des Diognetbriefes, in ZNTW 33, 1934,
pp. 289-312 (fino al 1932).
Infine si troverà una «select bibliography» in H. G. Mee CHAM,
The epistle to Diognetus, Manchester 1949, pp. 69-73.
Completo le indicazioni che precedono dando una lista di lavori
recenti (Μ. B. A.: recenti all’epoca in cui ha lavorato il curatore fran
cese, ovviamente: lo studioso moderno dovrà necessariamente
aggiungere la consultazione di materiale più recente). Si tratta so
prattutto di lavori italiani, troppo spesso e molto ingiustamente tra
scurati dalle bibliografie tedesche o britanniche: M. FERMI, L ’apolo-
gia di Aristide e la lettera a Diogneto, in Ricerche religiose 1, 1925,
pp. 541-547; P. ROASENDA, In epistulae ad Diognetum XI-XII capita
adnotatio, in Aevum 9,1935, pp. 248-253; dello stesso, Il pensiero pao-
lino nell’epistola a Diogneto, ibid., pp. 468-473. P. PANTALEO, Dogma e
disciplina (seti, in Giustino e nella Lettera a Diogneto), in Religio 9
(della serie iniziata dalle Ricerche religiose), 1935, pp. 231-238;
A. C a sa m a ssa , I Padri apostolici, Roma 1938, pp. 217-232;
F. OGARA, Aristidis et epistolae ad Diognetum cum Theophilo Antio
cheno cognatio, in Gregorianum 25, 1944, pp. 74-102 (e la nota criti
ca di Dom B. Botte, in Bulletin de théologie ancienne et médiévale 5,
1947, n. 383); P. A ndriessen , L ’apologie de Quadratus conservée sous
le titre d’Épìtre à Diognète, in RTAM 13,1946, pp. 5-39; dello stesso,
Id., II, Les données de l’histoire sur Quadratus et son apologie, ibid.,
pp. 125-149; dello stesso, ID., III, Les données de l’histoire sur
l’empereur Hadrien, ibid., pp. 237-260; dello stesso, L ’épilogue de
l’épitre à Diognète, ibid. 14, 1947, pp. 121-156; dello stesso, Quadra
tus a-t-il été en Asie Mineure? in Sacris erudiri, Jaaboek voor
44 BIBLIOGRAFIA
* •k ★
ABBREVIAZIONI
1. M anoscritti
F: Strasburgo, Biblioteca municipale, Codex graecus IX, distrutto (ricostrui
to in base alle collazioni e commenti di Cunitz e di Reuss, in Otto).
b: note di J. J. Beurer, perdute (secondo le informazioni fomite da
Estienne, pp. 98-104, e Sylburg, pp. 432a-433a).
h: Copia di B. Haus, Tubinga, Biblioteca universitaria, M. b. 27, in
base alla recensione di Funk.1
st: Copia di H. Estienne, Leyden, Biblioteca accademica, Codex Graecus
Vossianus 4° 30, in base alla recensione di J. Geel,2 in Otto.
2. E dizio n i e st u d i c r it ic i
3. S ig le
Π Ρ Ο Σ Δ ΙΟ ΓΝ Η Τ Ο Ν
1 Melitone di Sardi aveva posto all’inizio delle sue Έκλογαί una let-
tera-dedica che si apre con un esordio (conservato da EUSEBIO,
Htst. eccles., IV, 26, 13) caratterizzato da un movimento analogo:
Επειδή πολλάκι? ήξίωσα?, σπουδή ..., «Melitone a suo fratello
Onesimo, salute. Π tuo zelo per la dottrina ti ha fatto desiderare
di avere degli estratti della Legge e dei Profeti...; vorresti anche
sapere con precisione quali sono, ecc.».
A DIOGNETO
Le dom ande di D io g n e t o
P r e p a r a z io n e s p ir it u a l e
C o n tr o l ’ id o l a t r ia
16 Cf. Sai 113B (LXX), 4-8 = Sai 134,15-18; v. anche Sap 15,15.
17 Cf. Bar 6,17.
18 Ελέγχω, qui e sotto (II, 9), può significare tanto «rimproverare,
svergognare» come «confutare, dimostrare».
19 Sempre il P. ΝΑΙΓΠΝ, Lettres..., p. 174, propone un’altra correzio
ne, questa volta indispensabile (la nostra traduzione la supponeva
già attuata); si tratta di leggere αναισθησίαν anziché
αίσθησιν alla fine di questo § II, 9.
20 E questo un punto particolarmente difficile per il quale sono già stati
proposti quattordici tentativi di ricostruzione. Noi d siamo azzardati a
suggerirne un quindicesimo (supponendo, come già Sylburg, che
A DIO GN ETO 57
C o n tr o i s a c r if ic i c r u e n t i
C o n tr o i s a c r if ic i d e i g iu d e i
ρείας, καί εις θεόν (να <πιστεύειν καί τούτον > των πάντων
σέβειν [καί] δεσπότην, άξιοϋσι <φρονίμως> * et Sì τοΐς
προειρημένοις όμοιοτρόπως τήν θρησκείαν προσάγουσιν
αύτψ ταύτην, διαμαρτάνουσιν. 8 *Α γάρ τοΐς άναισθήτοις
χαΐ κωφοΐς προσφέροντες al 'Ελληνες άφροσύνης δείγμα
παρέχουσι, ταϋθ’ οδτοι, καθάπερ προσδεομένφ τφ θεφ
λογιζόμενοι παρέχειν, μωρίαν εΐκός μάλλον ήγοΐντ’ £ν, ού
θεοσέβειαν. 4 Ό γάρ ποιήσας τάν ούρανόν καί -Λ|ν
γην καί πάντα τά έν αύτοΐς καί πάσιν ήμΐν χορηγών,
ών προσδεόμεθα, ούδενύς άν αύτός προσδέοιτο τούτων ών
τοΐς οίομένοις διδόναι παρέχει αυτός. 5 ΟΙ δέ γε θυσίας
αύτφ δι’ αΐματος καί κνίσης καί Ολοκαυτωμάτων έπιτελεΐν
οΐόμενοι καί ταύταις ταΐς τιμαϊς αύτόν γεραίρειν, ούδέν
μοι δοκοΟσι διαφέρειν των εις τά κωφά τήν αυτήν <&νδεικ-
νυμένων > φιλοτιμίαν, <τά> μή <δυνάμενα> της τιμής
μεταλαμβάνειν. Τό δέ δοκεΐν τινά παρέχειν τφ μηδενός
προσδεομένφ < * * * >
C o n tr o i l r it u a l is m o g iu d a ic o
Il m is t e r o c r is t ia n o
L ’ a n im a d e l mondo
48 Cf. Mt 5 ,4 4 ; Le 6,27.
49 Cf. PLATONE, Fedro, 62 b (situazione dell’anima nel mondo); Ps.-
PLATONE, Axiochos, 365 e; C ic e ro n e , T usc., 1 ,30 (situazione del
l’anima nel corpo). L ’immagine della «prigione» del mondo si
ritrova in T e r t u lli a n o , Ad Martyres, Π, 1-2.
50 Cf. 2 Pt 1,13; 2 Cor. 5 ,1 .
51 Cf. 1 Cor 15,50.
52 Oppure «crescono» (cioè in santità, piuttosto che in numero); ma
questo senso è meno verosimile.
53 Al V, 3.
54 Cf. ancora Gal 1,12; il termine επίγειον viene da Gc 3,15.
55 Cf., per l’accostamento dei termini «dispensazione» e «mistero»,
Ef 3 ,9 ; 1 Cor 4,1; per «dispensazione» e «affidare», cf. 1 Cor 9,17.
56 Παντοκράτωρ: 2 Cor 6,18; Ap 1,8, ecc.
57 Παντοκτίστη?: questo termine pare sia un hapax, il solo che d sia
da segnalare neU’j4 Diogneto. Probabilmente l’autore l’ha costrui
to sul modello del termine precedente, rifacendosi all’espressione
biblica ό πάντων κτίστη? (2 Mac 1,24; cf. Sir 24, 8).
A DIOGN ETO 67
Il c r is t ia n e s im o c o m e r iv e l a z io n e
Il V e r b o sa lv a to r e
58 Cf. Gv 14,6.
59 Cf. Ap 3 ,7 .
60 La menzione dell’«Angelo» ricorda Is 63,9.
61 Cf. i due medesimi titoli, accostati allo stesso modo, ma applicati
a Dio, in Eb 11, 10. Π complemento τών δλων aggiunge una sfu
matura alla menzione dell’Artefice e Demiurgo: v. gli accostamen
ti con Filone, gli gnostici e Clemente d’Alessandria segnalati da
C. T ibiletti , Osservazioni lessicali sull’ad Diognetum, in Atti della
Accademia delle Scienze di Torino 97 (1962-1963), pp. 224-226.
68 A ΔΙΟΓΝΕΤΟ
62 Cf. Sai 103, 9; Pr 8, 27-29; Gb 26, 10; 38, 8-11; I Clem., 33, 3.
63 «Gerarchia» vuole tradurre ύποτέτακται, letteralmente «(lui, dal
quale) tutto è stato sottomesso»: ma «sottomesso» a chi? Al Verbo
stesso, pensava H. Estienne (cf. in questo senso 1 Cor 15, 27, fonte
del nostro passo); agli uomini, propone Otto (cf. sotto, X , 2):
rispettiamo l’ambiguità e la genericità dell’espressione.
64 I due termini sono spesso associati, per esempio: 2 Cor 10, 1;
I Clem., 30, 8; allo stesso modo in Plutarco o Filone.
65 Allusione alla parabola dei vignaioli omicidi (Mt 21,37 par)?
66 Cf. IRENEO, Adv. haer., V, 1, 1, Harvey: «... secundum suadelam
quemadmodum decebat Deum suadentem et non vim inferentem»;
[Origene], Selecta in Ps., PG 12,1133 B.
A DIO GN ETO 69
La pr o v a data d a i m a r t ir i
Im p o t e n z a d e l l a f il o s o f ia
VOI, 1. E infatti, chi mai tra gli uomini ha saputo chi sia
Dio, prima che egli stesso venisse? 2. Vuoi forse accettare i
vuoti e futili discorsi di certi filosofi tanto degni di fede?72 Gli
uni73 hanno detto che Dio era il fuoco - e se ne andranno a
questo fuoco che chiamano Dio74 altri75 hanno detto che era
l’acqua, o qualche altro degli elementi creati da Dio: 3. Se qual
cuno di questi discorsi fosse da accettare, ciascuna delle altre
realtà create potrebbe allo stesso modo essere dichiarata Dio!
4. Ma si tratta solo di storie inverosimili e di imbrogli di ciarla
tani. 5. Nessuno tra gli uomini l’ha visto o conosciuto:76 è inve
ce lui stesso che si è manifestato.77 6. Ma egli si è manifestato
tramite la fede, alla quale soltanto è concesso di vedere Dio.78
L ’ e c o n o m ia d ell a sa lv ezza
Perch é c o s ì t a r d i?
M is t e r o d e l l a r e d e n z io n e
R ic h ia m o a l l a c o n v e r s io n e
A n t r o p o c e n t r i s m o COSMICO
D ia l e t t ic a d e l l a c a r it à
έθέλει, <δς & > παρά του θεού λαβών Ιχει, ταϋτα τοΐς
έπιδεομένοις χορηγών, θε&ς γίνεται των λαμβανόντων,
οδτος μιμητής έβη θεοΰ. 7 T ire θεάση τυγχάνων έπΐ
γης βτι θεός έν ούρανοΐς πολιτεύεται, τότε μυστήρια θβοϋ
λαλεΐν £ρζη, τότ* τούς κολαζομένους έπΐ τφ μή θέλειν
άρνήσασθαι Θεόν καί άγαπήσεις χαί θαυμάσεις, τότε της
άπάτης του κόσμου καί της πλάνης καταγνώση, 6ταν τό
άληθώς έν ούρανφ ζην <έπιγνφς>, ίταν τοϋ δοκοϋντος
ένθάδε θανάτου καταφρονήσης, δταν τύν ίντως θάνατον
φοβηθης, δς φυλάσσεται τοΐς κατακριθησομίνοις- ε(ς τό
πϋρ τό αΙώνιον, 6 τούς παραδοθέντας αύτφ μέχρι τέλους
κολάσει. 8 Τότε τούς ύπομένοντας υπέρ δικαιοσύνης τύ
πϋρ <τοϋτο > θαυμάσεις καί μακαρίσεις, 5ταν έκεϊνο τό πϋρ
έπιγνφς. ........................................................................... ..
R ic a p it o l a z io n e
La r iv e l a z io n e d e l V erbo
Il Verbo, manifestandosi, lo ha loro manifestato, parlando
apertamente:122 non venne compreso dagli increduli, ma si
spiegò ai discepoli,123 da lui ritenuti credenti, e questi da lui
conobbero i misteri del Padre.124 3. Per questo [il Padre] ha
inviato il Verbo, perché si manifestasse al mondo: ed egli, diso
norato dal popolo, fu annunciato dagli apostoli e creduto dalle
genti.125 4. Egli era dal principio,126 si è manifestato nuovo, è
stato trovato antico127 e nasce sempre giovane nel cuore dei
santi. 5. Egli, che sempre è, è oggi riconosciuto come Figlio.128
La v it a d e l l a C h ie s a
Per mezzo di lui si arricchisce la Chiesa; la grazia, dispie
gandosi, aumenta nei santi, donando intelligenza, manifestan
do misteri, annunciando i tempi;129 essa si rallegra nei creden
ti, si dona a chi la cerca, con i quali non infrange le regole
della fede, né sposta i confini messi dai Padri.130
6. Ed ecco che vien cantato il timore della Legge, è ricon
sciuta la grazia dei profeti, è confermata la fede nei vangeli, è
custodita la tradizione degli apostoli, e la grazia della Chiesa
balza di gioia. 7. E se non contristi questa grazia, conoscerai
ciò "che il Verbo predica tramite chi vuole, quando vuole.
8. Infatti, di tutto ciò che il comando del Verbo ci induce a
esporre con zelo,131 noi facciamo partecipi voi, per amore di
quanto ci è stato rivelato.
La v e r a g n o si
E s o r t a z io n e f in a l e
144 Cioè «il Cristo Salvatore» (cf. 1 Cor 5, 7), come osserva giusta
mente P. NAUTIN, Lettres... pp. 171-172; questa menzione non
basta a collegare il nostro scritto alla festa di Pasqua, come qual
cuno ha pensato (cf. sotto, p. 217, n. 37; si aggiunga M eecham ,
p. 142).
145 Altro locus disperatus: i «ceri» di F (conservati da Otto) si direbbe
ro un anacronismo; si resta esitanti davanti alle congetture di
Maran (i «cori celesti degli angeli e dei beati»?), di Lachmann
(«gli storpi sono raddrizzati») o di Bunsen: P. NAUTIN, Lettres...,
pp. 168-170, difende quest’ultima e intende: «gli ordini dei chierici
si riuniscono in sinassi» - ma, preso in assoluto, κλήροι può sugge
rire questo senso? Noi manteniamo la lezione di Sylburg, inten
dendo καιροί non come una «allusione ai diversi elementi che
devono essere riuniti nella data di Pasqua» (NAUTIN, p. 169), ma
nella prospettiva della teologia della storia: i «momenti», nel senso
paolino del termine, «si riuniscono» conformemente al piano divi
no deU’oiKOiA^ia.
146 D singolare άρμόζεται sorprende: Sylburg si è chiesto se non vi
fosse qui una lacuna. Molti editori correggono con άρμό£οι/ται
sulla scorta di Beurer. P. NAUTIN, loc. cit., conserva il singolare, ma
A D IO G N ETO 87
COMMENTO
I n t r o d u z io n e
Il t it o l o
C a ra tteri g en era li
u n d G e s c h i c h t e d e s J u d e n t u m s , Tiibingen 1949, e A u s f r i i h c h r i s t l i -
a confusione.
20 Per i suoi due libri C o n t r o i p a g a n i , scritti poco prima del 323,
cf. P. Th. C am elot, SC 18, pp. 15 s. (volume riprodotto anche
nel 2006).
21 In particolare con la sua D i m o s t r a z i o n e p e r i g i u d e i e i g r e c i c h e i l
C r i s t o è D i o , PG 48,813-838.
C o n ten uto e p ia n o
28 Cf. J. N. REAGAN, T h e P r e a c h i n g o f P e t e r , t h è b e g i n n i n g o f
C h r i s t i a n a p o l o g e t i c , tesi di Chicago 1923, pp. 51-59.
C apitolo 1
APOLOGIA
CONTRO I PAGANI E I GIUDEI
(CAPP. I-IV)
Le dom ande di D io g n e t o ( 1 , 1)
E p i t t e t o , IV, 7, 6 ; LUCIANO, P e r e g r . , 11 s.
10 G iu stin o, I I A p o i. , 12,1.
11 Si veda ancora la raccolta di R ein ach , T e x t e s . . . , cit., indice, al ter
mine E m p i e t à ; GIUSEPPE, C. A p i o n , II, 7; 14; I, 34; PLINIO, H i s t .
N a t . , XIII, 46.
Leipzig 1905.
13 Per la storia di questa polemica, si veda M. SlMON, V e r u s I s r a e l . . . ,
cit., pp. 165-213.
100 COMMENTO
o p . à t . , p. 169, n. 2.
P r e p a r a z io n e s p ir it u a l e ( 1 , 2 -Π , 1)
C o n tr o l ’ id o l a t r ia (Π , 1 -7 )
40 Cf. i testi citati sopra, pp. 105 ss, note, di Minucio Felice
(«...mures, hirundines, milui non sentire eos sciunt... araneae uero
faciem eius intexerunt, et de ipso capite sua fila suspendunt...»),
di Tertulliano («statuas... quas milui et mures et aranei intelli-
gunt»), oppure Clemente.
41 G iustino , lApol., 9 ,2 ; cf. Atanasio , C. Gentes, 1 , 13, c. 28 C.
42 Cf. Framm. 5, DlELS, Fragmente der Vorsokratiker*, § 22 (12):
questo frammento proviene dalla Theosophia del ms. F.
43 Cf. II, 172 (aneddoto dell’usurpatore Amasis che trasforma in sta
tua divina un catino usato per lavare i piedi: è stato ripreso da
Atenagora , Suppl., 26).
44 Cf. O razio, Sat., I, 8; L uciano, Jup. conf., 8; Jup. trag., 7; Somn., 24;
Si veda anche TERTULLIANO, Apoi. 12, 6 (Senecam... de uestra super-
stitione perorantem)·, su questa tradizione, cf. P. T h . CAMELOT,
trad. di Atanasio, C. Gentes, SC 18, p. 136, η. 1, e i libri classici di
P. DECHARME, La critique des traditions religieuses chez les Grecs,
Paris 1904, B. VON BORRIES, Quid veteres philosophi de idolatria
senserint, diss. Gòttingen, 1918.
45 In ORIGENE, C. Cels., VII, 62, pp. 211 s. Koetschau.
108 COMMENTO
C o n tr o i s a c r if ic i (Π, 8-10)
Un interesse più reale offre la seconda parte del capitolo II
dove l’ironia dell’autore, sempre così aggressiva, se la prende
con la pratica pagana del sacrificio cruento: come è possibile
pretendere di onorare gli dèi con questa carne macellata e
questi odori di graticola! Ciò che importa sottolineare qui non
è tanto il rifiuto dei sacrifici come indegni di Dio, altro luogo
C o n tro i s a c r if ic i d e i g iu d e i (III, 1 -5 )
C o n t r o i l r i t u a l i s m o g i u d a ic o (IV , 1- 5)
calendario (IV, 5). Quanto alle idee, qui troviamo solo l’elabo
razione banale di un altro tema costante nella letteratura anti
giudaica: anche qui, se c’è un apporto proprio e, se si vuole, un
pregio da riconoscere al nostro autore, va cercato nella forma.
Gli argomenti avanzati appaiono molto sbiaditi di fronte al
fiume di ingiurie che li scorta. Il lessico è di una tale ricchezza
che mette in difficoltà i traduttori: IV, 1: scrupolosa paura
(ψοφοδεές), superstiziosa religiosità (δεισιδαιμονία), vanto
(άλα£ονεία), affettata osservanza (ειρωνεία), cose ridicole
(καταγέλαστα); IV, 2: come può essere lecito (πώς θέμι?...);
IV, 3: empio (ασεβές); IV, 4: menar vanto (άλα£ονεύεσθαι),
degno di riso (χλεύης άξιον); IV, 5 di nuovo (cf. Ili, 3): stol
tezza (αφροσύνη) e non pietà... Questo è il quadro senza sfu
mature tratteggiato dal nostro testo.
In queste condizioni, il suo interesse intrinseco resta debole:
il suo solo valore sta nell’essere un testimone della separazio
ne definitiva che, agli occhi dell’autore, è ormai compiuta tra
la Sinagoga65 e la Chiesa, dell’animosità, se non addirittura,
purtroppo, dell’odio66 che questa separazione aveva portato
con sé. Diciamo di più, un testimone eccezionalmente elo
quente: negli archivi dell’«antisemitismo cristiano» ci sono
pochi testi che raggiungono questo tono uniformemente
sprezzante e questa violenza nell’insulto.67
Si è cercato di spingersi oltre e, leggendo fra le righe, qu
che commentatore è arrivato a chiedersi se, in questa condan
na senza appello della Legge giudaica, non si manifestasse
qualche infiltrazione gnostica, qualche eco, diretto o indiretto,
del rifiuto radicale dell’Antico Testamento e del Dio malvagio
che l’avrebbe ispirato.68 Seguendo questa strada si è giunti
G o f f a g g in e d e l l ’ a p o l o g e t ic a
C apitolo 2
T rad izio n e le t t e r a r ia
che ciò valga anche per il tema del ruolo cosmico dei cristiani,
che sarebbe così stato fissato, come tanti altri, dal venerabile
iniziatore della tradizione apologetica. Ma, in mancanza di
qualche frammento conservato, questa è solo un’ipotesi.9
Bisogna inoltre tener conto di un altro ordine di cose: non
possiamo conoscere tutti i modelli che 1’A Diogneto può avere
imitato, in quanto siamo ben lungi dal possedere per intero la
letteratura apologetica dei primi secoli, perché ci sono molte
altre opere, oltre alla Predicazione di Pietro, che sono andate
perdute. O ra, è possibile provare che almeno una delle
Apologie scomparse presentava notevoli analogie con i nostri
capitoli V-VI. Abbiamo incontrato, nel corso della nostra
Introduzione,10 gli Atti del martirio di sant’Eustrazio e dei suoi
compagni, per il quale le versioni più anticamente attestate ci
portano almeno agli anni 870-875. L ’autore, un monaco,
E usebio di Sebaste in A rm enia,11 m ette sulla b o cca di
sant’Eustrazio, quando compare davanti al governatore paga
no Agricola, un lungo discorso che, per il suo contenuto, è
visibilmente affine alla tradizione apologetica antica.12 Per chi
abbia presenti i procedimenti redazionali cari agli agiografi
bizantini, non c’è dubbio che qui si ha a che fare, come nel
romanzo di Barlaam, come negli Atti di santa Caterina o in
quelli di san Filippo di Eraclea, con una riutilizzazione,
testuale o elaborata con nuovi apporti, di materiali provenien
ti da qualche Apologia perduta.
Dopo aver invocato e utilizzato per i suoi fini la testimo
nianza del Timeo, poi quella di Esiodo, Eustrazio espone l’e
conomia cristiana della salvezza, il che lo porta a contrapporre
la vita dei cristiani a quella dei pagani, e lo fa in un modo che,
a tratti, ricorda moltissimo quello dell’yl Diogneto. La morale
che trae, il contesto, il concatenarsi delle idee sono tuttavia
molto diversi. Si tratta di due tradizioni parallele, e non si può
pensare a una reciproca dipendenza:
Q u a lit à d e l l o st il e
R ic c h e z z a d e l p e n s ie r o
S it u a z io n e d e i c r is t ia n i
L ’ a n im a d e l mondo
n. 1 .
44 Cf. R. ALLERS, M i c r o c o s m u s f r o m A n a x i m a n d r o s t o P a r a c e l s u s , in
T r a d i t i o , t. II, 1944, pp. 318-407, e, su questo problema dell’ origi
48 Cf. G. VERBEKE, L ’é v o l u t i o n d e l a d o c t r i n e d u P n e u m a , d u s t o t c i s m e
àS . A u g u s t i n , Paris-Louvain 1945, pp. 34-37; 55, 6 8 , ecc. E dello
zione generale (VI, 5); per non parlare del tratto finale: la proi
bizione del suicidio, assimilato a una diserzione (VI, IO).58
Non c’è in questo nulla di sorprendente. Il cristianesimo,
fin dalle origini, si è sempre presentato come una religione di
santità, che implica un alto ideale di moralità personale e
sociale,59 e l’antica apologetica, com’è naturale, non aveva
mancato di trarne delle argomentazioni.60 Ma siamo soltanto
alla scorza: è ben evidente che nel pensiero dell’autore il ruolo
dei cristiani non si limita a questa fecondità indiretta e in
qualche modo subordinata.
58 Certo l’idea non era affatto estranea al pensiero pagano: gli stessi
termini di cui si serve qui l’autore ci rimandano a un celebre testo
di Platone ( A p o i . , 29 a); ma, di fatto, questo era proprio uno dei
punti nei quali l’ideale morale dei cristiani superava i costumi e la
mentalità comune nei primi secoli della nostra era. Tuttavia a ra
gione G. L a z z a ti ( A d D i o g n e t u m V I , 1 0 : P r o i b i z i o n e d e l s u i c i d i o ?
in S t u d i a P a t r i s t i c a ΠΙ, TU 79, Berlin 1961) ci ha rimproverato di
ridurre alla proibizione del suicidio la formula molto più com
prensiva «non è loro lecito disertare il posto, τάξις, che Dio ha
loro assegnato»; essa va infatti presa in tutta la sua generalità:
C. TlBILETTI, O s s e r v a z i o n i . . . cit., pp. 240-242, sottolinea la com
ponente dottrinale (mantenere la posizione ortodossa di fronte
all’eresia) del termine, ma non va ridotto a questo, perché evoca
nella sua complessità «la posizione paradossale che i cristiani
occupano - nel senso quasi militare del termine - nel mondo».
59 Cf. A. HARNACK, D i e M i s s i o n u n d A u s b r e i t u n g d e s C b r i s t e n t u m s 4,
1 .1, cit., libro Π, cap. V, «Die Religion des Geistes und der Kraft,
des sittlichen Emstes und der Heiligkeit».
60 Così G iu s tin o , I A p o i . , 12,1-4; T e r t u l l i a n o , A p o i . , 45; A d
S c a p u l., 2 ; ecc. Va osservata, come particolarmente affine all’argo
m e n ta z io n e d el n o s tro te s to (V, 10), la te s tim o n ia n z a di
CLEMENTE d’Aless., P r o t r e t t . , 10,108, 4-5., e quella di LATTANZIO,
D i v i n . i n s t . , VI, 23, 21: «unus quisque igitur quantum potest for-
D o t t r in a t r a d iz io n a l e
Il N u o v o T e s t a m e n t o
63 Mt 5,13-16.
64 È un accostamento suggerito dal testo, più o meno parallelo, di
Me 9,4 9 s.: «Poiché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa
è il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salere
te? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri»;
cf. anche Le 14,34 s.
65 Ripresa da Ez 43 , 24; cf 2 Re 2, 19-22: è con il sale che Eliseo
purifica le acque malsane di Gerico. Si vedano anche Nm 18,19 e
2 Cr 13, 5 [M.B.A.: In entrambi questi testi, sia l’ebraico che la
Settanta parlano di alleanza o patto di sale, là dove le nostre tra
duzioni usano l’aggettivo perenne o altri simili]; G irolamo , Epist.
120, Praef., commenta in questo senso Mt 5,13: «quia omne sacri-
ficium quod absque sale est, Domino non offertur...».
I CRISTIANI NEL MONDO 145
68 Così Fil 2,15 s.: «... figli di Dio immacolati in mezzo a una genera
zione perversa e degenere (cf. Dt 32, 5), nella quale dovete splen
dere come astri nel mondo...».
69 Commentati, nella prospettiva teologica che gli è propria, da
M. GOGUEL, L e c a r a c tè r e e t le r ó le d e l ’é l é m e n t c o s m o l o g i q u e d a n s
la s o té r io lo g ie in R e v u e d ’ H i s t . e t d e P h i l o s . r e l i g .
p a u lin ie n n e ,
P a r a l l e l i n eg li A pologisti
e più avanti:
99 Cf. ibid., 37, 6 ; 42,1-3 (a tratti molto vicino all’A Diogneto V, 1, 2,4:
«noi che viviamo con voi, che abbiamo lo stesso cibo, gli stessi
vestiti, lo stesso genere di vita, ecc.»).
100 Ibid., 3 2 ,1 ; cf. 39,2; 41, 5; AdScapul., 2, p. 541 Oehler.
101 1 Cor 16,22; Ap 22, 20.
102 I ppolito , In Daniel., IV , 5, 4.
156 COMMENTO
C lem en te e O r ig e n e
105 Quis dives salvetur, 36, 1-3, p. 183 Stahlin (GCS 17); la nozione
di «semente da raccogliere» proviene dagli gnostici valentiniani:
cf. C t .f m f .n t f . d’Alessandria, Excerpta ex Theodoto, 26, 3, pp. 112 s.,
[F. Sagnard] SC 23, Paris 2006.
106 Per i quali queste due metafore evangeliche designavano i
«pneumatici»: IRENEO, I, 1, 11, p. 52 Harvey. Teniamo anche
conto del pensiero filosofico pagano, che non era meno aristo
cratico: cf. l’importante testo di M assimo di Tiro, Diss., XI, fine,
citato da J. DANIÉLOU, Origine, p. 104 : «D bene non abbonda
tra gli uomini e, tuttavia, l’insieme è salvato da questo poco di
bene...».
158 COMMENTO
110 Origene, C. Cels., IV, 23, pp. 292 s. Koetschau (trad. frane, di
L. ROUGIER, Ceke ou le conflit de la civilisation antique et du chri-
stianisme primitif, Paris 1925, p. 377). Si potrebbe credere che la
critica di Celso attacchi molto precisamente la nostra tesi
(il mondo è fatto per i cristiani), ma la risposta di Origene (IV, 24 s.)
mostra che l’idea è più generale: Celso ha di mira l’antropocen-
trismo nel suo complesso.
160 COMMENTO
P e r s is t e n z a d e l l a t r a d iz io n e
121 Si ritrova in Origene: nel testo dell’/» Joh., VI, 59 (38) analizzato
sopra, egli distingue e oppone i (veri) discepoli di Cristo e i sem
plici fedeli («quelli che invocano il nome di Cristo»), dove i
primi sono la luce del «mondo» costituito dal secondo gruppo.
122 Fermo restando che tale trasposizione si delineava già molto
prima, come abbiamo visto, in Clemente e Origene.
123 E usebio di Cesarea, Detnonstr. evangel., I, 8, pp. 39 s. Heikel
(GCS 23).
166 COMMENTO
131 TAULERO, Sermons, traduits sur les plus anciens manuscrits alle-
mands par le RR. PP. Hugueney, Théry et A.L. Lorin, t. Π, p. 223,
1.1, pp. 202,343,296; t. Π, p. 247; cf. ancora ibid., p. 192,24,183.
132 N ew m an , Parochialplain sermons, t. IV, n. 10, pp. 177,180 s.
I CRISTIANI NEL MONDO 169
O r i g i n a l i t à d e l l ’A D io g n eto
A questo punto, non dovrebbero esserci dubbi sul fatto
che la tesi, a prima vista paradossale, dei nostri capitoli V e VI
sia autenticamente cristiana, profondamente radicata nella più
costante tradizione. Per giungere a «caratterizzare in quanto
padre della Chiesa» YAuctor ad Diognetum , bisognerebbe
poter situare con precisione il posto di anello che esso occupa
in questa stessa tradizione: di questa dottrina, egli è un testi
mone fra tanti altri, oppure, se non la fonte, almeno uno dei
primi elaboratori?135 Per rispondere sarebbe necessario poter
preliminarmente risolvere il problema di storia letteraria po
sto dal nostro testo e averlo collocato con precisione nel suo
tempo. Non sembra che la cosa sia realmente possibile. Af
fronteremo questo problema alla fine e proporremo un’ipote
si, ma i risultati della ricerca portata avanti con tanta pazienza
141 O rig e n e , D e P rin c ip ili, II, 1,3, p. 108 Koetschau (GCS 22).
142 Cf. AGOSTINO, S e r m o n e 267, 4 (4), PL 38, 1231: «Quod autem
est anima corpori hominis, hoc est Spiritus Sanctus corpori
Christi, quod est Ecclesia...».
143 C f. M a ssim o i l C o n f e s s o r e , A m b i g u a , PG 91, 1097 B:
προωρίσθημεν προ τών αιώνων έν αύτψ είναι ω ς μέλη του
σώματος αύτου, ψυχή? τρόπον προ? σώμα, έν πνεύματι συν-
αρμολογουντος· έαυτω. Il seguito, col. 1100 AB, descrive detta
gliatamente l’azione dell’anima nel corpo, ma non esplicita l’ap
plicazione fatta a Dio e agli uomini; cf. più sopra, col. 1092 C, a
proposito della risurrezione: i legami dell’anima con il corpo
diverranno indissolubili «affinché l’anima sia per il corpo ciò che
Dio è per l’anima».
172 COMMENTO
C apitolo 3
INIZIAZIONE
ALLA FEDE CRISTIANA
(CAPP. VII-IX)
L a la c u n a di V ili, 6 -7
3 Non può trattarsi, come voleva H. KlHN (Der Ursprung des Briefes
an Diognet, cit., pp. 46 s.), di uno spazio vuoto che si sarebbe già
trovato nel modello Φ, perché allora non si spiegherebbe come F
lo attribuisca al fatto che Φ «era molto vecchio»: cf. ANDRIESSEN,
art. cit., pp. 20 s.
4 Giuste osservazioni a questo proposito da parte di Dom
P. Andriessen , Ibid., pp. 9-11.
5 Ispirandosi a Giustino, Trifone, 110, proponeva: και ταύτην δε την
π α ρ ο υ σ ία ν α υ το υ α ve ν δ ο ια 'σ τω ? π ρ οσ δο κ ώ ν τ α ?
τούς κατά πάσαν την γην έπ’ αύτόν πεπι,στευκότα? ούδεν το πα-
ράπαν έστί το έκφοβείν ή δουλαγωγειν δυνάμενον. Οΰχ ópàs γάρ
πολλαχοΰ κεφαλοτομουμένους τε καί σταυρομενου? καί παρα
βαλλόμενου? κ.τ,λ. (cf. Otto3, ρ. 188, η. 20).
6 Der Ursprung..., cit., ρ. 162, η. 1: οί γάρ άδικοι κατακριθήσονται,
οί δε πιστεύοντε? εί? αύτόν τεύξονται ζωή?. Διά τοΰτο οί χρι
στιανοί τοΰ θανάτου καταφρνοΰσιν.Άλλ’ ούχ όράς παραβαλ
λόμενου? κ.τ.λ.
7 Ibid., ρρ. 45-48.
178 COMMENTO
Il c r is t ia n e s im o c o m e r iv e l a z io n e
1947).
21 Per Ghotino, I A p o i . , 46, 3, quello stesso Eraclito che l ’A D i o
g n e to (Vili, 2) vota così allegramente al fuoco eterno è uno di
quei sapienti che, «avendo vissuto con il Verbo», sono stati cri
stiani senza saperlo.
22 Faccio mia un’ingegnosa analisi di L. ALFONSI, nel suo eccellente li
bretto E r n i a f i l o s o f o , Brescia 1947 (coll. S c r i t t o r i G r e c i ) , pp. 46 s.; 118;
cf. 36; 84.
INIZIAZIONE ALLA FED E CRISTIANA 183
T e o l o g ia : il Pa d r e e il F ig lio
i h r e G e s c h i c h t e in d e r a l t e n K i r c h e ,nelle S i t z u n g s b r i c h t e
dell’Accademia delle Scienze di Berlino, 1926, 28, pp. 212-238.
Vedere infine O. CULLMANN, J é s u s , s e r v i t e u r d e D i e u , in D i e u
v i v a n t , fase. 16,1950, pp. 19-34.
N É MODALISMO NÉ SUBORDINAZIONISMO
75 Cf. ancora B arb el, pp. 192 s. Tutto ciò che precede ci lascia fuori
dalle difficoltà sollevate da F. C a v a lle r a (contro Harnack) in
RecSR 2,1911, pp. 57-59.
INIZIAZIONE ALLA FED E CRISTIANA 195
L ’ e c o n o m ia d e l l a sa lv ezza
P e r c h é c o s ì t a r d i ? ( X , 1 -6 )
92 Si veda, tra gli altri testi, G ll^ N O , I Apoi., 44, 8 s.; T aziano, 31;
T eo filo di Antiochia, Ad Autol., 1 ,14; II, 37 s.; ΠΙ, 16 s.
INIZIAZIONE ALLA FED E CRISTIANA 201
C apitolo 4
L’ESORTAZIONE FINALE
(CAPP. X E XI-XII)
D ia let t ic a d e l l a co n v ersio n e ( X , 1 -4 )
A ntropocentrism o COSMICO ( X , 2 )
G iustino, I I A p o i . 5, 2; T r i f o n e , 41, 1; T e o h lo , A d A u t o l . , 1, 6;
L a ttan zio , D i v . i n s t . , VE, 5, 3 ecc. E già i giudei: A p o c . d i B a r u c ,
14,18-19; I V E s d r a , 6, 55; 59. Si veda E. H. Blakeney, A n o t e o n
e p i s t l e t o D i o g n e t u s X, 1, in JThS 42, a r t . c i t . , pp. 193-195 (oppure,
th è
l ’i m i t a t i o n d u C h r i s t . . . c h e z I g n a c e d ‘A n t i o c h e , in R e v u e d ’h i s t . e t
d e l l a A c c a d e m i a d e l l e S c i e n z e d i T o r i n o , 97 (1962-1963), p. 106.
20 Cf. G. W. B u t t e r w o r t h , T h e d e i f i c a t i o n o f m a n i n C l e m e n t o f
A l e x a n d r i a , in JThS, 17,1915-1916, pp. 157-169; M. LOT-BORODBME,
L a d o t t r i n e d e l a d é i f i c a t i o n d a n s l ’É g l i s e g r e c q u e , in RHR 105,1932,
Paris 1938.
21 Cf. Teofilo, A d A u t o l . , II, 27.
22 Così si legge altrove, nello stesso passo dei P h i l o s o p h o u m e n a , X,
34, p. 125 Nautin: «Perché tu sarai divenuto un dio... Dio promet
te di accordarti tutti gli attributi divini quando sarai divinizzato e
divenuto immortale».
23 Quando 0€Ó9 è applicato in questo modo all’uomo, non bisogna tra
durlo con «Dio», e neppure con «dio», ma preferibilmente con «un
dio» (cf. le giuste osservazioni di BUTTERWORTnH, a r t . c i t . , p. 169).
24 Si vedano i testi raccolti da BUTTERWORTH, i b i d . , pp. 161 s., e
MEECHAM, T h e E p i s t l e t o D i o g n e t u s , cit., nota B, pp. 143-145.
25 O r . , 14,26-27, PG 35, 892 C.
26 Cf. HARNACK, D o g m e n g e s c h i c h t e ì , t. Ili, pp. 138 s., η. 1; A. D.
NOCK, N o t e s o n r u l e r - c u l t , II, in J o u r n a l o f H e l l e n i c s t u d i e s 48,
1928, pp. 31-33, e in particolare i testi citati n. 51.
L ’ESORTAZIONE FINALE 213
LA LACUNA TRA X , 8 E X I , 1
L ’ a u t e n t ic it à d e i c a p it o l i XI-XII
Mentre le discussioni sollevate a proposito della lacuna in
VII, 7-8 si sono concentrate soltanto sulle cause e sull’esten
sione del guasto, e mai nessuno ha sospettato dell’autenticità
dei capitoli V II, 8-X, l’appartenenza al resto dell’^4 Diogneto
dei due ultimi capitoli, dell’«epilogo», è stata molto ampia
mente contestata: a partire dai primi editori, Estienne e
Sylburg, seguiti d’altronde da Tillemont, fino ai più recenti,
Geffcken, Blakeney, Meecham, passando per Otto, Funk e
Gebhardt-Hamack, la grandissima maggioranza degli studiosi
che si sono occupati del nostro testo ha ritenuto che questi
capitoli X I-X II non facessero parte originariamente della stes
sa opera come i dieci precedenti, e non si presentassero
attualmente come l’epilogo dell’Apologia, se non come conse
guenza dell’incidente materiale che, mutilando Φ, ha privato il
copista di F dell’autentica conclusione dell’^4 Diogneto e del
titolo e dell’inizio di questa Appendice,33 che viene general
mente assegnata34 a una data posteriore e a un diverso autore:
a questo proposito si è fatto spesso il nome di Ippolito.35
33 P. ROASENDA, I n E p i s t u l a e a d D i o g n e t u m X I - X I I c a p i t a A d n o t a t i o ,
in A e v u m 9, 1935, pp. 248-253, ha formulato un’ipotesi un po’
diversa: l’epilogo sarebbe stato aggiunto ai capitoli I-X da una
mano diversa che li avrebbe composti per aggiungere una conclu
sione conveniente alla «Lettera» propriamente detta.
34 J. Q u arry , in H e r m a t h e n a , t. IX, 1896, pp. 318-357 (v. p. 320), e
R H. CONNOLLY, in JThS 37,1936, pp. 2-15; 36,1935, pp. 347-353,
sono inclini ad attribuire I-X e XI-XII a uno stesso autore, cioè
Ippolito, fermo restando che questi due frammenti appartenevano
originariamente a due opere distinte. Cf. A. HARNACK, G e s c h i c h t e
d e r a l t c h r i s t l i c h e n L i t e r a t u r , t. Π, C h r o n o h g i e , t. Π, cit. p. 233.
A m p l if ic a z io n e d e l l ’ e s o r t a z io n e
C o m plem en ti a l l a t e o l o g ia d e l V erbo (X I, 2 -5 )
62 Nel suo libro Contra Noetum (Hippolyte, Contre les bérésies, frag-
ment ... cit., pp. 198 s.) il P. Nautin proponeva precisamente
tutt’altra interpretazione delle formule di Ippolito: esse non
riguarderebbero più un divenire interiore al Verbo, ma soltanto
l’insegnamento relativo «a Gesù nato dalla Vergine che è di fatto
l’oggetto immediato proposto all’intelligenza cristiana». Interpre
tazione ortodossa, che in fondo si ricollega a quella che, sulla scor
ta di Andriessen, intendiamo adottare noi per il passo XI, 5; ma,
in questo caso, la convergenza tra questi due autori non ha più la
stessa valenza, perché non si tratta, alla fine, che di una dottrina
normale, direttamente proveniente dall’insegnamento evangelico e
dalla tradizione ecclesiastica.
63 Cf. P. A ndriessen , art. cit., in RTAM, 14,1947, pp. 135 s.
64 Cf. GlUSTINO, Trifone, 88, 8 (si parla del battesimo di Gesù e
della voce che proclama dall’alto dei cieli: «Tu sei il mio Figlio
diletto, oggi ti ho generato»): «Π Padre dichiarava che egli veniva
generato per gli uomini al momento in cui si doveva cominciare a
conoscerlo».
65 Cf. METODIO, Symposion, V ili, 9, e in particolare: «Colei che par
torisce e ha partorito il Logos nel cuore dei credenti... è la Chiesa
nostra madre». Suppongo sia questo accostamento che ha suggeri
to ad Hamack di attribuire i nostri capitoli ΧΙ-ΧΠ o a Metodio
stesso o alla sua cerchia: Geschichte der altchristlichen Literatur, I,
Oberlieferung, cit., p. 758; Π, Chronologie, cit.,1, p. 515.
228 COMMENTO
U na g n o si o r t o d o s s a (XII, 1-7)
Nell’immagine che abbozza di questo stato, il nostro auto
re mette l’accento esclusivamente sull’aspetto della conoscen
za. Ciò che il Verbo conferisce ai suoi santi con la grazia è l’in
telligenza dei misteri divini, i segreti dell’economia della sal
vezza69 (XI, 2; 5; 7). Allo stesso modo, come ricorderemo, ciò
che ora viene particolarmente messo in luce è l’aspetto di
«rivelazione» della missione di Cristo. Veramente il concetto
di scienza, di Gnosi, domina tutto l’epilogo. Dovremo dire
L ’e s o r t a z i o n e f in a l e (XII, 8-9)
Ma l’interesse di questo testo non è soltanto storico. Meno
ricco, forse, quanto all’apporto dogmatico, rispetto al noccio
lo centrale dei capitoli V-VI, l’epilogo non gli è inferiore nel
tono patetico, nel valore propriamente religioso, e anche
quanto al pregio letterario. Indubbiamente, non tutto è asso
lutamente chiaro, né sempre accuratamente coordinato, ma,
benché a tratti oscuro, lo stile dell’autore resta comunque di
una rara potenza. In contrasto con la semplicità attica, un po’
nuda e spoglia dei capitoli V-VI, questi capitoli X I-X II sono
forse meno sobri, ma il loro tono è intensamente appassionato!
Ho usato prima il termine musicale della «stretta»: si tratta
davvero di un movimento finale, trasportato da uno slancio
caloroso che, secondo un tempo rapido, esprime sotto una
forma velata tutti i sentimenti che si agitano ancora nel cuore
dell’autore, tutto ciò che vorrebbe ancora dire e che dispera
di poter esprimere chiaramente nel dettaglio.80
così paolino, il nostro testo esprime tuttavia qualcosa che è perso
nalmente suo, per la sintesi che opera, come abbiamo appena
visto, tra la «gnosi» di Paolo e la «Vita» secondo Giovanni.
79 1 Tm 6, 20.
80 Insisto, perché G. BARDY (c.r. cit.) sembrava stupirsene: in queste
ultime righe abbiamo a che fare con una modalità di espressione
propriamente poetica, dove oscurità e densità vanno di pari passo.
L ’ESORTAZIONE FINALE 235
V ir g o È v a , V ir g o M a r i a , in Hirsch-Lietzmann, A r b e i t e n z u r
LA DATA E L’AUTORE
D ata A u to re P r o p o s t i d a - (N e l -)
(Il carattere corsivo distingue le ipotesi che si riferiscono soltanto
all’Epilogo, capp. ΧΊ-ΧΠ)
T e r m in u s a q u o : 1 2 0
T erm in u s ad q u e m : a l m assim o 3 1 0
19 U e b e r d e n D i o g n e t , in S t u d i e n
p s e u d o ju s tin is c h e n
B r i e f a n z u r
L’A D i o g n e t o può e s s e re d e l II s e c o l o
Da parte mia mi spingerò molto più lontano. Allorché
Zahn24 o Seeberg25 dichiarano di collocare VA Diogneto nella
seconda metà del III secolo, allorché Harnack, nel 1875, fa
arrivare sino al 300-310 il possibile terminus ad quem }b essi
m ostrano chiaram ente di rim anere sotto l ’influenza di
Overbeck. La sua argomentazione, che poteva fare impressio
ne negli anni 1870-1880, mi pare vada demolita, quanto al
l’essenziale, a partire dalla scoperta AéNApologia di Aristide,
così fortunatamente ricuperata da J. Rendei Harris nel 1891:
abbiamo con essa un testo certamente anteriore al 161, nel
quale la polemica contro giudei e pagani, così vicina a quella
dell’A Diogneto, presenta più o meno tutte le caratteristiche
delle quali si scandalizzava Overbeck, dichiarandole inconce
pibili sotto la penna di un autore del II secolo!
pp. IV-VI.
29 Cf. le giustissime osservazioni di Chr. M ohrmann, nella RSCI 4,
1950, p. 156.
30 Ed. C. BONNER, in K. e S. L ak e, S t u d i e s a n d D o c u m e n t s 12,
T h e h o m i l y . . . , cit.
LA DATA E L ’AUTORE 247
T erm in us ad q u em : C l e m e n t e d ’A l essa n d r ia
C hi è « S ua E c c e l l e n z a D iogneto » ?
42 MARCO A u r e li o , P e n s i e r i , I, 6; la S t o r i a a u g u s t a , M a r c . , 4, 9, crede
di sapere in più che Diogneto era stato anche professore di pittura
del futuro imperatore, ma cosa vale mai questa testimonianza?
43 Nel 1845, Otto ( D e e p i s t o l a a d D i o g n e t u m , cit., pp. 73 s.) ne enu
merava venti, oltre a quello di Marco Aurelio e al nostro; si
aggiungano poi i nn. 6, 7, 9, 14, 15 dell’articolo D i o g n e t o s del
Pauly-Wissowa, t. V, 1,784-786.
LA DATA E L ’AUTORE 251
m é d . , 5, n. 383.
51 Non sembra si sia pensato agli altri autori della stessa categoria:
Milziade, Apollinare di Gerapoli o il martire Apollonio che sotto
Commodo pronunciò un'Apologia davanti al Senato - almeno
secondo EUSEBIO, H i s t . e c c l . , V, 21 ,2 -5 .
52 Cf. A. DORNER, E n t w i c k l u n g s g e s c h i c h t e d e r L e b r e . . . , cit., t. I,
p. 178, n. 32.
53 S i c , e non 126, come scrive per inavvertenza A n d r ie s s e n , in
RTAM, 1947, cit., p. 131. Accetto invece l'identificazione, difesa
dallo stesso autore, contro i dubbi di Harnack (seguito da
G. BARDY, M é l a n g e s H . G r é g o i r e , I, pp. 75-86), tra il Quadrato
«onorato dallo spirito di profezia» di cui parla Eusebio ( H i s t . e c c l . ,
LA DATA E L ’AUTORE 253
D ata p r o b a b il e : intorno a l 2 0 0
Sr. L. DlNNEEN, T i t l e s o f a d d r e s s i n C h r i s t i a n g r e e k e p i s t o l o g r a p h y ,
Washington 1929 (PSt 18), p. 99.
Al massimo, ma è tutt’altra cosa, si trova (e per giunta solo nei
papiri del VI secolo) l’aggettivo κροπΊστο? come qualificativo dei
termini che designano il sovrano, per es. ό κράτιστο? καί
καλλίνικο? ημών Βασιλεύ? (Ρ. C a i r o M a s p . , 67031, 9) oppu
re κράτιστοι Δεσπόται ( Ρ . Μ ο η . , 1,45).
60 Chiaramente lo dico per scherzo, ma mi pare in qualche modo
preferibile alla parafrasi etimologica di Andriessen, a r t . c i t . ,
p. 239: «Per poco che si conosca Adriano, non si resterà stupiti nel
vedere Quadrato rivolgersi all’imperatore usando un titolo onorifico:
κράτιστε Διόγνητε, potentissimo virgulto dell’Altissimo!».
256 COMMENTO
67 II lettore riprenda ancora una volta i passi rilevati nel nostro indi
ce dei Loca Parallela.
68 Si veda sopra, Commento, p. 155.
69 È forse bene sottolineare, adesso, che nessuno dei paralleli rilevati
da tutti quelli che attribuiscono a Ippolito sia i capp. ΧΙ-ΧΙΙ
(Bunsen, Draeseke, ecc.), sia l’insieme dell’opera (Quarry,
Connolly) è di per sé molto significativo: l’abbiamo sottolineato a
proposito della dossologia (sopra, p. 236, n. 82), che aveva dato
luogo all’accostamento considerato come il più valido (a giudizio
di Harnack, Geschichte, II, Chronologie, II, cit., p. 232). Va man
tenuta la conclusione che VA Diogneto è più vicino a Clemente
260 COMMENTO
S c r i t t o a d A l e s s a n d r i a v e r s o i l 1 9 0 -2 0 0
L ’ a u t o r e : Pa n t e n o ?
Il pro cu ra to re C l a u d io D io g n e t o
76 Cf. U. B. L i g h t f o o t ] - J. R. H a rm e r, T h e a p o s to lic fa th e r s
(ed. minor), pp. 488 s., che fa appello in particolare alla testimo
nianza di ANASTASIO S in aita, in H e x a m e r o n , VII, PG 89, 962 A
(Panteno è nel numero degli antichi autori che avevano interpre
tato spiritualmente, intendendoli come riguardanti la Chiesa, i
racconti della Genesi a proposito del Paradiso: allusione al nostro
passo XII, 1-8?). Si potrebbero ancora moltiplicare qui le «conve
nienze»: Panteno aveva cominciato come filosofo stoico, e le trac
ce dello stoicismo appaiono bene nell’^4 D i o g n e t o . L ’ipotesi di
Harmer è stata accettata da P. BATIFFOL, L ' É g l i s e n a i s s a n t e e t l e
c a t h o l i c i s m e , Paris 1909, pp. 213-216.
L oca pa rallela
A u t o r i c it a t i A D iogneto C o m m en to 1
cap. e § p.
I. ANTICO TESTAMENTO
(SETTANTA)
Genesi
1,26-30 10,2
2 ,8 -9 12,3
3 ,2 3 12,1
3 ,7 12,3
Esodo
20,1 1 3 ,4
Deuteronomio
4 ,2 8 2 ,2
I Re (I Samuele)
15,22 3 ,4
Giobbe
2 6 ,1 0 7 ,2
38, 8-11 '7,2
Matteo
3 ,1 7 8,11
5,13-16 5-6 144
5 ,4 4 6 ,6
6 ,31 9 ,6
17,5 8 ,1 1
19,17 8 ,8
2 0 ,2 8 9 ,2
2 1 ,3 7 7 ,4
Marco
10,18 8 ,8
10,45 9 ,2
Luca
1,3 1,1 91
6 ,9 4 ,3
6 ,2 7 6, 6
10,22 8 ,3
12,29 9 ,6
13,14-16 4 ,3
14,3-5 4 ,3
18,19 8 ,8
268 INDICE
Giovanni
I ,1 ; 14 8 ,1 188
1, 18 8 .3
3 .3 2 ,1 104
3 ,5 9 .1
3 .1 6 10,2
3 .1 7 7 .5
8,12 9 .6 190
1 4,6 7 ,2 ; 9, 6 190
15,18-19 6 ,5
15, 19 6 .3
17,11-16 6 .3
Atti degli Apostoli
1,1 1.1 91
4 .2 4 3 .4
14,15 9 .1
17,24-25 3 .4
17,30 9 .1
Romani
1,21-26 9, l s . 203
2 .4 8 ,7 ; 9 ,2
3 .9 9, l s .
3 ,1 9 9, l s .
3 .2 5 9, l s .
3,25 -2 6 8 ,5 -6 ; 9 ,1 203-204
4, 18 12.6
5.12-13 10.1 205
5,17-1 9 9 .5
7 .1 0 12.5
8.12-13 5 ,8
8,32 8 ,1 1 ; 9 ,2
9,21 2 ,3
9, 22-24 10,1 205
I I ,3 3 9 .5
12,1 2 ,8 -9 109
13,1 5 ,1 0
LOCA PARALLELA 269
I Corinti
2 ,9 12,1
4,1 7,1
4,10 5,14 126
4,12-13 5,14-15 126
8,1 12,5 233
9,17 7,1
14,2 10,7
15,27 7,2
15,50 6,8
II Corinti
5,1 6,8 136
6, 9-10 5,11-13; 5, 16 126; 134
6,13 5,14 126
6,18 7,2
10,1 7,4
10,3 5,8
11,2-3 12,8
Galati
1,12 4,6; 7,1
3,22-25 9, l s. 203-204
4,4 9,2 201
4,4-5 8,11
4,10 4,5
5,17 6,5
6,2 10,6
Efesini
2,19 5,5
3,8 9,5
3,9 7,1; 8,11
4,22-24 2,1 104
5,1 10,4
6,9 10,7
Filippesi
2, 15-16 5-6 146
3,20 5,4; 5,9
Colossesi
2,23 4,1
3,10 2,1
270 IN DICE
I Timoteo
2,6 9, 2
3, 16 11,3
II Timote ?
2, 20 2,3
Tito
3, 1 5, 10
3,3 9,1
3 ,4 9,2
Ebrei
11,10 7, 2 ; 8,7 189
11, 13-16 5, 5
13,14 5,9
Cf. ROASl
Giacomo
3,15 7,1
5, 20 9,3
I Pietro
1,23 11,2
2, 5 2, 8-9 109
2,13 5, 10
3, 18 5 , 12; 9, 2 126
4, 8 9,3
II Pietro
1,13 6 ,8 136
2,11 5 ,5
i
1,1 11,4
1,5 9, 6 190
2 , 13-14 11,4
3,13 6,5
4, 19 10,3
5, 20 9, 6 195
Apocalisse
1,8 7 ,2
3, 7 7, 2; 9,2 186
5 , 12-13 9, 6 190
7,12 9, 6
LOCA PARALLELA 271
I I I . L E T T E R A T U R A G IU D A IC A
(N O N -C A N O N IC A )
Apocalisse di Baruc
14; 18-19 1 0 ,2 206
Assunzione di Mosè
1 ,1 2 5 -6 159
IV Esdra
6 ,5 5 ; 5 9 1 0 ,2 206
Salmi di Salomone
1 4 ,1 -2 1 2 ,1 231
Testamento di Levi
3 ,6 2 ,8 - 9 119
G iu s ep p e , Cantra Apionem
1 ,3 4 l,l c 9 8 -9 9
2 , 7 ; 14; 3 6 1, i c 98 -9 9
F il o n e , De Abraham
98 5 -6
De confus. lirig.
7 7 -7 8 5 ,9 132
De decal.
5 2 -5 5 8 ,2 180
De mut. nom.
3 (15) 7 ,2 181
De opif. mundi
5 3 ; 69 6 ,1 180
De spec. legibus
1 ,9 7 5 -6 149
II, 167 5 -6
272 INDICE
Ps.-Baenaba, Lettera
5 ,7 ; 7 ,5 9, ls. 200
C lemente di Roma, I Clem.
3 0 ,8 7 ,4 .
3 3 ,3 7 ,2
3 3 ,4 10,2
4 9 ,5 9 ,3
5 9 ,4 9 ,6 190
I gnazio d’Antiochia, Efesini
1,1 10,4 209
7 ,2 9 ,6 190
Trallesi
1 ,2 10,4 209
Martirio di Policarpo
2 ,2 - 3 ;ll,2 10,7-8 213
14,1 8 ,9 ; 11 198
Pastore di ERMA
Mand., 1 4 ,4 ,2 10,2 206
Sim., 1, 1 5 ,5
Vis.. 1,17; 2 ,4 5-6 158
V. A P O L O G O D E L II SEC O LO
A ten a g o ra , Supplica
6 6 ,7 135
10 9 ,6 190
13 2 ,8 - 1 0 108
15 2 ,2 104
16 8 ,2 180
17 2 , 2 s. 104
22 8 ,2 180 ss.
24 9 ,6 190
26 1 1 ,3 -4 105; 107
27 2 ,8 - 1 0 108
32 1, le 100
35 5 ,6 131
37 6 153
Cf. O gara (p. 4 3 ).
G iustino , I Apologia
9 .1 - 3 2 , 2 s. 105; 106
9 ,5 2 ,7 105
1 0 .1 1 0 ,4 s. 209
1 2 .1 - 4 5 ,1 0 141
1 3 .1 - 2 2 ,8 - 1 0 108
1 8 .1 - 2 1 0 ,7 - 8 95; 213
2 7 .1 5 ,6 131
2 8 .2 6 151
3 1 ,5 -6 5 ,1 7
4 4 ,1 3 10-12 94
4 5 .1 6 151
5 3 .1 2 ,1 1 104
5 5 ,8 10-12 94
5 6 .3 - 4 10-12 94
6 8 , 1-2 1 0 ,7 -8
II Apologia
2 .2 1 0 ,7 -8 213
4 .2 1 0 ,4 s. 209
5 .2 1 0 ,2 206
7 .1 6 150
8 ,4 1 0 ,7 - 8 213
1 2 .1 1, l d 99
1 5 .4 -5 10-12 94
274 INDICE
3 ,1 2 , 2 s. 104
8, l s . 1 ,1 ' 99
8 ,4 7 ,2 - 4 180
9 ,2 1 ,1 * 100
1 0 ,2 l ,l b 98
1 2 ,5 1 ,1 ' 98
2 3 , 9 s. 2 , 2 s. 104
T er tu llia n o , Ad Nationes
I, 1; 8; 9 5 -6 154
1 , 12 2 , 2 s. 105
Ad Scapulam
2 2 , 8; 5 , 1 0 109; 144; 159
Adv. Marcionem
Π, 4 1 2 ,8 244
Apologeticum
1 ,1 ; 8 6 ,2 154
1 2 ,2 2 , 2 s. 105
2 9 ,2 ; 4 2 , 2 s. 105
2 9 ,5 6 154
3 0 ,1 ; 5 6 154
3 0 ,6 2 , 8-1 0 109
3 2 ,1 6 155
3 7 ,4 6 ,2 154
3 7 ,6 5 155
3 9 ,2 5 -6 155
3 9 ,7 ; 16 1 ,1 8 100
4 0 ,1 ; 13; 15 6 154
4 1 ,3 5 -6 155
4 2 , 1-3 5 155
45 5 ,1 0 141
5 0 ,1 3 7 ,7 - 9 128; 199
De carne Christi
14 7 ,2 194
17 1 2 ,8 235
De idololatria
3 2 , 2 s. 105
276 INDICE
1,1 2 ,2 s. 105
1,2 1,1·; 2 ,1 98; 104
1,6 10,2 206
1,7 9 ,6 190
1 ,10 2 ,5 106
1 ,14 10-12 95; 213
II, 14 5-6 150
11,2 2 ,2 s. 105
11,25 12,1 231
II, 27 1 0 ,6 212
II, 35 2 ,2 s. 106
Π, 38 10-12 95
ΠΙ, 1 1,1 91
III, 15 5 ,6 131
III, 30 10-12 95
Cf. O gara (p. 43)
V I. A L T R I A U T O R I E C C L E S I A S T I C I P R E -N I C E N I
Acta Pauli
Passio, 9 I, i a 98
Acta Petri
20 11,4
Acta Pbilippi
132 9 ,6 191
Acta Thomae
27 9 ,6 191
Apocalisse d’Elia
p. 68 Steindorff 7 ,2 195
ARNOBIO, Adversus nationes
1 ,39 2 ,2 s. 105
111,35 8 ,2 180
VI, 8-21 2 ,2 s. 105
VII, 3; 4; 17 2, 8-10 109
LOCA PARALLELA
1 ,13,1 4 ,3
111,5 6 ,1 170
1 ,4 9 ,6 189
14.2-3 5-6
1 1,2 103
4 8 ,2 181
35 10,7-8 213
Cf. BlRKS (p. 218, n. 39).
278 IN DICE
Ip po l it o di Roma, De Antichristo
1 1,1 91
2 1,2 103
8 11,5 227
67 12,9 236
Bened. Jacob
26 11,5 226
In Daniel.
111,2,3 12,9
III, 2 4 ,7 -8 5-6 156
IV, 5 ,4 5-6 155
IV, 12,2 5-6 156
Contra Noetum
4; 14 11,5 227
Philosophoumena
V, 10,2 9 ,6 191
X , 33 8 ,1 a. 182
X , 34 7 ,2 ; 8, 2; 10,2-7 212
V I I. A U T O R I E C C L E S I A S T I C I
P O S T E R I O R I A L L A P A C E D E L L A C H IE S A
O raco li Sibillini
V, 81-85 2 ,2 s. 105
V ili, 390-391 2, 8-10 109
PRUDENZIO, Contra Symmachum
1 ,297 s. 8 ,2 180
Q uo d vu ltd eu s , De Symbolo
ΙΠ, 3 1,1* 98
R u fin o , Hist. monach.,
Prol. 5-6 168
Serapione di Thmuis, Epist. ad monachos Alex.
3 5-6 168
SlNESIO d i C ire n e , Inni
IX , 11; 29 9 ,6 189
T eo d o r eto di C iro, Graec. affect. cur.
111,6 8 ,2 180
VII, 15 2 ,8 -9 110
IX , 51 s. 5 .6 131
T im o teo d ’A le ssa n d ria (?), Hist. monach.
Prol. 5 ,6 168
V ili. A U TO R I PR O FA N I
A mm iano M arcellino
X X I I , 12,6-8 2 ,8 -9 110
X X V , 4 ,1 7 2 ,8 -9 110
A rio Didim o 10,2 206
A r ist o t ele , Ethic. Nicom.
Π, 7 ,1 1 0 8 a 4 ,1
Frammenti (Rose)
59 10,5 209
Ps.-A r is t o t e l e , De mundo
6 ,3 9 9 b 6,4-7 139
C e l s o , in Origene, Contra Celsum
π ,ι 1, i f 100
Π, 45 1 ,1 * 99
ΠΙ, 1 1, i f 100
IV, 7 1, i h 100; 201
IV, 23 5-6; 10,2 208
VI, 66 1, i a 98
V I, 78 1, i h 100
V ili, 2 1, i c 98
V ili, 54 1, i d 99
282 IN D ICE
C icerone , Repubblica
Π Ι, 2 5 (37) 6 ,4 170
Tusculanes
1 ,3 0 6 ,7
D em o crito , fram m . Diels
187 6 ,8 136
D iodoro di Sicilia
XL, 3 l,l c 98
E pit t e t o , Dialoghi
1 ,6 ,1 9 1 0 ,2 206
IV , 7, 6 l,l d 99
G allian o l,l d 99
E rm ete T rism egisto , Corp. hermet.
1 ,6 9 ,6 191
1 ,9 9 ,6 191
1 ,3 1 2 ,8 - 9 109
V ili, 3 6 ,7
X, 7 6 ,1 137
X I , 4-5 6 ,1 137
Χ Η Ι ,Ι 1 0 ,7
xm ,2i 2 , 8 -9 109
X V I, 12 9 ,6 191
Asclepius
16-17 6 ,1 136
G iustiniano , C o & e
1 ,1 ,2 7 , l e 3 9 ,5 197
LUCIANO, Peregrinus
l l s .; 13 1, i d 99
M arco -A u r e lio , Pensieri
1 ,6 1 ,1 245
X I, 3 I ,i d 99
M assimo di T iro, Diss.
XI 5 ,6 157
FlLOLAO, framm. Diels
15 6 ,7 135
P l a t o n e , Apoi.
29 a 6 ,1 0 141
Leges
X , 898 e 6 ,2 136
Phaedo
62 b 6 ,7 135
LOCA PARALLELA 283
P s.-PLATONE, Axiochos
365 e 6 ,7 135
366 a 6 ,8 136
P o rfirio , De abstinentia
Π, 45 12, 8-9 109
framm. in Agostino, Ep., 102,2 1, i h 100
Se n e c a , Ep. ad Lucilium
65 ,2 4 6 ,1 138
Natur. quaest.
I, pr., 13 6 ,1 138
I n d ic e d e i s o g g e t t i
IN T R O D U Z IO N E
1 I I m a n o s c r it t o d i S t r a s b u r g o ............................p. 3
2 N a t u r a d e l m a n o s c r it t o f .................................... p. 8
3 O r ig in e d e l m a n o s c r it t o f ................................... p. 16
4 A l l a r ic e r c a d e l l ’ a r c h e t i p o .............................. p. 23
5 L o s t a t o d e l t e s t o ......................................................p. 3 0
6 L e e d i z i o n i ..........................................................................p. 32
7 L a p r e s e n t e e d i z i o n e .................................................p. 37
8 L e t r a d u z io n i .................................................................. p. 39
A bbreviazioni ................................................................................. p. 4 6
T E S T O G R E C O E T R A D U Z IO N E
A D io g n e t o ..............................................................................p. 5 2
L e domande di D iogneto ................................................p. 53
Preparazione spirituale ................................................... p. 53
C ontro l’idolatria ...............................................................p. 55
C ontro i sacrifici c r u e n ti.................................................p. 57
C ontro i sacrifici dei giudei ...........................................p. 57
C ontro il ritualismo g iu d a ico ........................................ p. 61
Il mistero cristiano ............................................................p. 63
L ’anima del m o n d o ...........................................................p. 65
Il cristianesimo com e rivelazione.................................p. 67
Il V erbo sa lv a to re .............................................................. p. 67
L a prova data dai m artiri .............................................. p. 69
Im potenza della filosofia ............................................... p. 71
290 INDICE
CO M M EN TO
I n tr o d u z io n e .................... ..................................................... p. 89
Il titolo .................................................................................... p. 90
Caratteri g e n e ra li................................................................ p. 92
Contenuto e p i a n o ............................................................. p. 95
C a p . 1. A po lo gia - C ontro i pagani e i giudei
(C a pp . I - I V ) ........................................................................... p. 97
L e domande di D iogneto ( 1 , 1) .................................... p. 97
Preparazione spirituale (1 ,2 -II, 1) ..............................p. 103
C ontro l’idolatria (II, 1-7) .............................................. p. 104
C ontro i sacrifici (II, 8-10) .............................................p. 108
C ontro i sacrifici dei giudei (III, 1 - 5 ) ......................... p. 110
C ontro il ritualismo giudaico (IV , 1-5) ..................... p . 112
Goffaggine dell’apologetica ...........................................p. 114
C a p . 2 . 1 cristiani n e l m ondo (C a pp . V -V I).............p. 118
Il m istero cristiano (V, 1-6) ............................................p. 118
Tradizione letteraria ..........................................................p. 120
Q ualità dello s tile ................................................................p. 123
Ricchezza del pensiero .....................................................p. 127
Situazione dei cristian i......................................................p. 128
L ’anima del m ondo ........................................................... p. 134
D ottrina tradizionale ........................................................ p. 143
Il N uovo T e sta m e n to ........................................................ p. 143
Paralleli negli Apologisti .................................................p. 147
INDICE 291
L o ca p a r a l l e l a ............................................................................ p. 265