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Elenco punti di vista

o Benedetto Croce (definisce Giolitti come il più grande statista italiano assieme a Cavour)
o Gaetano Salvemini (definisce Giolitti assieme a molti membri sia della sinistra che destra
storica come il “ministro della malavita”, per via della sua manipolazione delle elezioni
attraverso coercizione e corruzione, specialmente nel Sud. Si riferisce a lui anche come una
“nullità intellettuale”)
o Giovanni Giolitti (espone in una lettera che, per quanto il governo debba cercare di
migliorare e correggere le persone, ma è composto di persone dalle necessità, virtù e
difetti diversi, a cui la politica si deve adattare come si adatta al gobbo l’abito)
o Conservatori (ritengono la sua risposta agli scioperi in massa dei lavoratori troppo morbida)
o Giovanni Pascoli (esalta l’impresa della grande proletaria)
o Antonio Salandra (ritiene che sia meglio schierarsi con la triplice intesa per sostenerla nel
conflitto successivo all’annessione austriaca della Serbia, mentre Giolitti che l’Italia resti
neutrale)
o Gabriele d’Annunzio (ritiene che Giolitti voglia “strangolare la patria”, manipolando la
politica per scavalcare i desideri degli elettori, gli si oppone in particolare per via sua scelta
di rimanere neutrale)
o Benito Mussolini (Inneggia alla vittoria del popolo di fronte alle rivolte successive alle brevi
dimissioni di Salandra, glorificandole paragonandole a un ciclone che sconvolge “la palude
parlamentare”)
o Socialisti (disprezzano Giolitti in quanto non soddisfa le loro esigenze rivoluzionarie)
o Cattolici (non si curano più di deputati liberali quali Giolitti ma vogliono entrare
direttamente in politica)
o Nazionalisti (non vogliono l’Italia democratica che Giolitti cercava)
o Potenze europee (ritengono importante l’Italia durante l’età Giolittiana, in particolare essa
stabilisce allleanze con la Triplice Intesa, che gli darà il “via libera” per la conquista della
Libia)

Giolitti è un criminale, che sfrutta la questione meridionale per guadagnarsi voti facilmente in
modo illecito e immorale. Egli usa alleanze sottobanco per assicurarsi voti in più dal meridione; ne
sono esempi innegabili le leggi in favore del meridione del suo terzo mandato (che si è guadagnato
soltanto grazie ad accordi per far cadere rapidamente quello precedente), che fa passare come
interventi per portare il Sud Italia al livello del resto del paese. Esse, infatti, non sono riforme da
cui il Meridione trae concreto vantaggio, ma servono a favorire clientelismo e corruzione, in
quanto i finanziamenti li ricevono sempre e solo i sostenitori di Giolitti; in questo modo inoltre
aumentano le disuguaglianze alla base della Questione stessa, peggiorando la situazione del Sud
Italia e aumentando l’efficacia delle strategie corruttrici di Giolitti.
Quest’uomo non è un politico, ma un “ministro della malavita”, che mette prima di tutto i suoi
interessi e dei suoi complici, poi quelli del paese, una nullità intellettuale che in parlamento in
realtà non porta alcun ideale se non quello di manipolare il paese a suo piacimento.

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