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Libertà inutile di Gianfranco Pasquino

Capitolo 1
Pasquino fa una riflessione sul concetto di democrazia e dice che in Italia viene identificata con la
costituzione repubblicana, ma secondo lui la democrazia non può essere ridotta solo a questo ma
ha anche altre componenti e nonostante cambi con i tempi ha comunque bisogno di determinate
costanti. Gli intellettuali, il cinema e la letteratura nei primi periodi della democrazia non si
occuparono della politica ma della vita quotidiana degli italiani.
In Italia già da prima dell’avvento di Mussolini mancava una solida cultura democratica, a causa ad
esempio di critiche mosse dagli elitisti e dalle politiche di Giolitti contestate da Salvemini. Anche i
quaderni di Gramsci non erano compatibili con il concetto di democrazia. I primi risvolti
democratici in Italia si ebbero con il cln, la parola d’ordine era collaborazione e come risultato si
hanno i lavori per la costituente e il centrismo di De Gasperi. Ciononostante, ci furono molte
critiche della politica di allora, come quelle del movimento del Fronte dell’Uomo Qualunque
fondato dal commediografo Giannini. Bobbio si chiede quanto i comunisti fossero in grado di
accettare il pluralismo democratico, inoltre anche personaggi come Sartori ebbero molti dubbi
riguardo la posizione del PCI, definendolo addirittura antisistema. Fino al 76 i comunisti non
venivano coinvolti. Gli americani consideravano i socialisti come il cavallo di troia dei comunisti ma
i socialisti più vicini ai comunisti formarono il psiup. Nei primi decenni mancava un vero apporto
degli intellettuali che potesse incidere sulle decisioni politiche, e quando arrivavano arrivavano
troppo tardi. Nel frattempo, si entrava nel periodo del 68. Nel 70 la democrazia cristiana tenta
l’ostruzionismo ai danni della legge per il divorzio ma si tenne il referendum nel 74. In seguito, si
ebbero altri referendum come quello sull’aborto e il finanziamento dei partiti salvato dalle regioni
rosse. Il referendum abrogativo giovò sotto un punto di vista democratico: contro il finanziamento
dei partiti. Bobbio e Sartori erano contro l’abrogazione referendaria.
Pasolini scrivendo per il Corriere della Sera l’opulenza tutta italiana e critica la democrazia cristiana.
Boom economico e liberalizzazione danno ampio spazio ai sindacati e c’è aria di cambiamento. In
questi collettivi compaiono dittatori che storpiano il concetto di democrazia questi movimenti nati
nel 68 furono una sfida per la democrazia ma non la rinnovarono né rinnovarono la politica.
Pizzorno dice dei terroristi di sinistra che erano un prodotto di un surplus di militanza. I bersagli
preferiti dei terroristi erano magistrati, professori e giornalisti che facevano funzionare la
democrazia. Lotta continua lancia la formula né con lo stato né con le brigate rosse. A molti, come
a Sciascia, lo stato pareva inadeguato. Il pentapartito voleva delimitare la maggioranza e mettere ai
margini il PCI che negli anni 80 perde consenso. In seguito, entra in gioco Craxi che voleva fare
crescere il PSI ai livelli del PCI e diventare presidente. Con Craxi abbiamo la democrazia
dell’applauso. Il PCI nonostante fosse spinto da esponenti del laboratorio politico non voleva
diventare socialdemocratico come il PSI.
Spesso il cattivo funzionamento della politica italiana veniva considerato una stretta conseguenza
dello strapotere dei partiti. Negli anni a venire cominciano a scontrarsi le coalizioni dell’ulivo e
quelle del centrodestra con al centro Forza Italia di berlusconi. Democrazia entra relativamente in
crisi, anche alcuni esponenti del centrosinistra si esprimono favorevoli ad un premierato forte ma
dimenticando che negli altri paesi europei non vi erano premier forti.
Con la nascita del partito democratico Renzi intraprende il percorso della rottamazione ma non si
impegnò per davvero, una volta diventato premier rompe con le associazioni; voleva maggiori
poteri decisionali ma al referendum vinse il no. La democrazia italiana funziona in maniera
mediocre e i 5 stelle hanno approfittato della situazione grazie al malcontento popolare.
Casaleggio dice che il parlamento è inutile. Nel 2018 vince il sì nel referendum per la riduzione di
un terzo dei parlamentari. Superamento della democrazia rappresentativa. Per i 5 stelle la
democrazia è un impasto di populismo e tecnocrazia. Diffidenza e sovranismo.
Capitolo 2
La repubblica italiana è segnata dalla sua costituzione, dai suoi contenuti ed alcune volte da policy
makers stranieri è stata definita socialista. Quella italiana è una delle più antiche costituzioni.
Si è potuto stendere il testo costituzionale grazie alla vittoria degli alleati e all'apporto della
resistenza ed infatti si tratta di una costituzione antifascista. Una costituzione nata per unire, non
bisogna giudicare le costituzioni in base alla bellezza ma in base alla sua efficacia. Il documento
può essere migliorato grazie all'articolo 138 di revisione costituzionale. Inoltre, c'era chi non
desiderava una costituzione democratica e antifascista ma dovette adattarsi. I costituenti più
importanti furono Calamandrei e Basso.
Nel 1953 De Gasperi comprende che per governare bisognava modificare la legge elettorale, così si
istituisce un premio in seggi innestato sulla legge elettorale proporzionale. Questa legge venne
definita legge truffa e il centrismo mancò l'obbiettivo del premio. C'erano molti aspetti negativi
legati alla legge truffa: chi aveva ottenuto il premio non poteva perdere seggi nonostante
ipotetiche promesse disattese. La maggioranza gonfiata dal premio avrebbe potuto cambiare
qualunque articolo della costituzione. Problema per la democrazia italiana.
La costituente non aveva molti esempi a cui guardare, tranne la Francia della Quarta Repubblica.
Calamandrei propone una repubblica presidenziale ma la proposta viene respinta e si vira
all'unanimità verso una repubblica parlamentare. Ciò nonostante, non vengono istituiti dispositivi
costituzionali per stabilire il parlamentarismo. Pacciardi propone il gollismo per l'Italia ma le forze
politiche rifiutano con decisione.
Aldo Bozzi nel 1983 presiede una commissione parlamentare per le riforme costituzionali.
Abbiamo proposta di elezione popolare del primo ministro e stato italiano da regionale a federale.
Commissione di Bozzi archiviata. Viene utilizzato il referendum abrogativo e la Corte costituzionale
mette a referendum solo il quesito utile a ridurre il numero delle preferenze per la Camera dei
deputati da tre a una con cognome e numero di lista. Nel 93 abrogazione legge sul finanziamento
dei partiti sottoposta a referendum. Vince. Amato si dimette. Arriva Cossiga, uomo di partito e si
lamenta della partitocrazia, crede che il popolo debba essere protagonista dei processi riformativi.
Il suo messaggio fu obliterato. Nel 94 vince Berlusconi con Forza Italia e si parla erroneamente di
seconda Repubblica. Con i 5 Stelle invece si comincia a parlare di Terza Repubblica.
Nel 2016 Renzi presenta riforme utili a dare più spazio al capo del governo. Bocciatura delle
riforme. Nel 2019 abbiamo il taglio di un terzo dei parlamentari voluto dai 5 Stelle.
Capitolo 3
La democrazia fu scritta con l’intento di opporsi al fascismo. Il 25 aprile si festeggia la liberazione.
In Italia c’è chi tenta di sovvertire i risultati storici e limitare l’importanza dell’avvenimento della
liberazione. Pasquino crede che i giovani non debbano riscrivere la storia bensì essi devono
scriverla ex novo, e che dato che è impossibile creare una memoria condivisa ognuno deve crearsi
la sua memoria in maniera costruttiva e fondata su basi storiche e culturali legittime. Secondo
Pasquino il fascismo e l’antifascismo hanno bisogno l’uno dell’altro.
Il fascismo per un’analisi ideologica della storia italiana non può che essere ripreso, e si tratta di
una storia tutta italiana. Il fascismo ha ispirato diversi autoritarismi ed è di fatto un autoritarismo
ma non un totalitarismo perché mussolini dipendeva dall’influenza monarchica e da quella della
chiesa. L’Italia non ha mai fatto del tutto i conti con il fascismo, da un lato c’è chi vede fascismo in
qualunque cosa non gli aggrada, dall’altro c’è chi crede che il fascismo sia un avvenimento storico
irripetibile. Abbiamo diverse interpretazioni sulla nascita del fascismo, c’è chi crede che sia nato
dalla spinta della borghesia per limitare l’ascesa della classe operaia, chi come Togliatti e Germani
crede che sia per via del fatto che la monarchia non sia riuscita ad addomesticare Mussolini e chi
sostiene come Croce che il fascismo sia nato dal disordine politico italiano del dopoguerra.
De Felice fece un’intervista sul fascismo in seguito alle sue opere biografiche su Mussolini, ma
venne accusato di essersi innamorato del suo oggetto di studio. De Felice nell’intervista non parla
mai degli oppositori imprigionati. Secondo Pasquino c’è confusione sul tema dell’antifascismo
democratico e comunista, e il primo si è avvicinato molto al secondo. Berlusconi venne accusato di
aver sdoganato i fascisti dopo la coalizione con Alleanza Nazionale, e si rifiutò di partecipare al 25
aprile.
Nonostante alcuni partigiani abbiano cercato di sdoganare il mito dell’intero popolo datosi alla
macchia, ce ne sono altri come Calvino che non sono d’accordo, solo una minima parte del popolo
si era dato alla macchia. Pavone individua la presenza della Resistenza in tre guerre simultanee:
liberazione nazionale, guerra civile e guerra di classe. Pansa con i suoi scritti che ha venduto a
livello nazionale, dimostra come esista un pubblico molto numeroso che non crede alla vulgata
resistenziale edulcorata.
Capitolo 4
Ciò che molto spesso impediva al PCI di poter andare al governo era il suo allineamento a quelle
che erano le politiche dell’Unione Sovietica e alle violenze che commetteva nei paesi satelliti e no.
Ciononostante, il PCI vantava una crescita regolare e costante. Mentre da un punto di vista
terroristico l’Italia viveva una situazione molto grave, Con Giovanni Leone alla presidenza
sostenuto dai voti del Movimento Sociale Italiano e il governo Andreotti-Malagodi il PCI aveva
timori di un ridimensionamento democratico. Berlinguer credeva che il compromesso storico
potesse essere una soluzione efficiente. Democrazia-cristiana e PCI, coppia di partiti di massa e
anomalia italiana. Craxi si sente maltrattato. Berlinguer afferma di non essere interessato al partito
socialista. Un paio d’anni dopo per spaccare il compromesso Craxi annuncia La grande riforma.
Trattative a livello parlamentare tra DC e Pci durante il governo a solidarietà nazionale guidato da
Andreotti. Si mostrò che la DC oltre questo punto non voleva andare, anche se Aldo Moro
accendeva le speranze. Berlinguer aveva utilizzato l’aggettivo storico per cercare appiglio ai primi
anni post liberazione in cui il Pci governava con la DC. Storico perché l’accordo doveva essere
duraturo perché doveva essere duraturo e perché era destinato a lasciare tracce profonde. Poca
chiarezza e difficoltà nello spiegare gli obiettivi Ccn il governo a solidarietà nazionale la DC
sembrava allontanarsi dal PCI.
Formigoni pronuncia diverse ipotesi riguardo le intenzioni di Moro relative al compromesso
storico: logorare il PCI, impedire l’alternanza di governo o rendere il PCI protagonista di una
normale dialettica democratica. Formigoni avvalora la seconda opzione. Mediazione morotea della
DC, accettazione parziale dei partiti di sinistra. Terza fase: logoramento di PCI e PSI e
schiacciamento di questi partiti alla DC.
Le brigate rosse hanno evitato che Moro arrivasse alla terza fase. Il PCI scompare il primo febbraio
1991. Prima del pentapartito che si verificò al posto della vera terza fase Berlinguer propone
un’alternativa democratica con partiti minori di sinistra; si rivelò improvvisata. Con la fine della DC
videro la fine anche i partiti laici minori.
Dopo la caduta del muro di Berlino si ha la fine delle culture politiche in Italia.
Capitolo 5
Per Pasquino la democrazia è un insieme di principi connessi che guidano comportamenti e
indicano obiettivi. Idea di uguaglianza. In Assemblea costituente erano presenti i liberali, i cattolici
democratici, i socialisti e i comunisti. Idee politiche sostenute da culture. Il partito d’azione era la
forza liberale ma debole. I democristiani con il codice Camaldoli fissarono le linee del loro pensiero
costituzionale. I socialisti fondarono il loro pensiero da Turati a Luxembourg. I comunisti erano
marxisti in parte gramsciani a volte rivoluzionari. In seguito al compromesso storico la cultura del
PSI si sviluppa ancora di più con il mensile Mondo operaio di Pietro Nenni. Martelli fa il discorso
dedicato ai meriti e ai bisogni. Con l’avvento di Craxi dibattito culturale socialista termina. I liberali
plaudirono Berlusconi invece di Rawls e Sartori. Berlusconi però non si ispirò da Croce ed a Einaudi.
I liberali Berlusconiani miravano alla scomparsa della sinistra, ridimensionamento dello stato,
critica della politica. Berlusconi apre la strada al populismo. Nel 94 per rispondere a Berlusconi
abbiamo l’Ulivo, pragmatismo orientato al governo, no alla cultura. Alcuni ulivisti aderiscono
all’Internazionale della terza via. Demonizzazione del berlusconismo ma non visione alternativa. Il
PD ha messo una tomba mortale sui predecessori di PCI e DC, non ha dato vita a dibattiti e
approfondimenti. Flores crede che il PD si occupi solo dei diritti ma non dei doveri.
A causa del disfacimento delle culture politiche la meglio l’ha avuta il movimento cinque stelle che
rigetta la politica tradizionale. Democrazia partecipativa. Chi si oppone all’unificazione europea si
definisce sovranista ma il sovranismo non è una cultura politica. Il sovranismo si scontra con la
globalizzazione, viene ingoiato spesso dai populisti. Al Recovery Fund i sovranisti non possono dare
una alternativa migliore. Secondo Pasquino non è giustificato parlare di cultura politica del 68,
messa in discussione di quello che esisteva antiautoritarismo non era abbastanza In Italia c’è chi
crede che la politica non sia una scienza e che quindi non esistano culture politiche. In realtà la
politica viene sempre studiata e analizzata. In Italia Sartori doveva difendere la scienza politica
dalla Chiesa e dai comunisti. Negli anni Sessanta Sartori cerca di introdurre il dibattito sulla scienza
politica in Italia e lo fa insieme a menti come Bobbio e Matteucci. Rivista Italiana di Scienza Politica.
Importanza della comparazione nella scienza politica. Secondo Pasquino ad oggi non c’è un
efficiente sistema politico che permetta di plasmare culture politiche. Mancano intellettuali
pubblici che si esprimono.
Capitolo 6
In Italia non è possibile comprendere il populismo senza collegarlo all’antipolitica e
all’antiparlamentarismo, anche se non tutta l’antipolitica è necessariamente populismo.
Personalizzazione della politica e comparsa dei partiti personali sono gli effetti del populismo e
dell’antipolitica.
Il partito fascista non era populista nonostante la forte demagogia mussoliniana, il Fronte
dell’uomo qualunque non aveva uomini fanatici della rivoluzione e Giannini preferiva non rivolgersi
al popolo o alle masse ma preferiva la parola folle, portano trenta qualunquisti all’Assemblea
costituente ma la parabola del Fronte si conclude da lì a pochi anni. Negli anni post 45 il populismo
è difficile trovarlo, vi era la cultura dello stato forte e non poteva esserci populismo. L’azione dei
partiti fu importante per quanto riguarda la ricostruzione economica ma non si rivelò più
sufficiente con l’esplosione del Sessantotto, nonostante i sessantottini criticarono fortemente i
partiti e la politica non si può parlare di populismo. Le premesse per il populismo ci sono sempre
state, mancava solo un imprenditore politico capace di architettare la sua ascesa approfittando del
malcontento degli italiani. Gli ex elettori del PCI e della DC ora non sapevano più chi votare, così
votarono Umberto Bossi e Berlusconi. Orsina valuta il berlusconismo secondo quattro elementi: il
mito della buona società civile, l’iperpolitica, lo stato amico e l’identificazione della nuova élite
virtuosa. Punti focali del berlusconismo: antipolitica e intolleranza delle procedure costituzionali,
popolo buono, e figura politica vicina al popolo. Secondo il berlusconismo chi aveva ottenuto la
legittimazione del popolo aveva più potere, e talvolta il potere esecutivo poteva avere più potere di
quello legislativo e giudiziario. I berlusconiani spesso si sono fatti fautori del presidenzialismo ma
senza saper procedere nell’introdurlo nella politica e costituzione italiana.
Il Movimento cinque stelle è populismo allo stato puro e il suo progetto può riassumersi in due
modi: espulsione di tutta la classe politica italiana e ricambio dei politici ad opera dei cittadini. Per
la prima ondata di reclutamenti l’esperienza politica fu reputata squalificante. Affermazione Uno
vale uno. Il Movimento si pone la limitazione di carica di due mandati elettivi, caratteristica solita
dei populisti negli USA. Il populismo ha una forte carica antiparlamentare. Obiettivo del
Movimento: riduzione del numero dei parlamentari e limite dei parlamentari ad una sola
rielezione. Dei vincoli da loro voluti, l’unico che si può introdurre facilmente è quello che a nessun
parlamentare sarà concesso di aderire a un gruppo diverso nel quale è stato eletto. Casaleggio
propone presa di decisioni per via telematica. I 5 stelle nel 2013 dopo la vittoria alle elezioni
impongono a Bersani un incontro in streaming in nome della trasparenza. Nel 2018 il M5S arriva al
30%. In nessun altro contesto democratico il populismo è mai andato al governo.
Capitolo 7
Già in Assemblea costituente si parlò di Europa, lo fece Emilio Lussu ma lo fece anche Meuccio
Ruini ma si preferì non menzionare l’Europa specificamente. Si arrivò poi all’Onu e in seguito alla
Nato molto osteggiata da comunisti e socialisti e l’Europa veniva considerata una seconda patria.
Nel suo Profilo ideologico Bobbio non trova nessun bisogno di dare spazio al pensiero politico euro
federalista. Vittorio Foa suggerisce una politica sovranazionale. La costruzione politico istituzionale
dell’Europa nel primo periodo è stata affidata all’intergovernativismo dei leader dei diversi paesi. In
seguito, i primi dibattiti furono confinati alle élite politiche e tecnocratiche, si arriva alla Comunità
europea di difesa. Nel 1954 l’Assemblea nazionale francese vota contro la ced. Il governo centrista
nel 56 porta con il trattato di Roma alla Comunità economica europea. Altiero Spinelli viene eletto
al parlamento europeo dal PCI e fonda il club del coccodrillo per un ever closer union. In seguito, si
arriva all’Atto unico nel 85 ed entrato in vigore nel 87. Nell’89 abbiamo un referendum consultivo
per conferire un mandato costituente al parlamento europeo. Nel 92 l’Italia approva il trattato di
Maastricht. Era però un europeismo accettato senza contraddittorio e non propagandato. Moneta
unica viene istituita e gli Italiani devono mettere in ordine la loro economia. Dopo Berlusconi I
abbiamo il governo Prodi con Ciampi e portano l’Italia nell’euro. Con l’accettazione della tassa per
l’Europa. Con il governo Berlusconi II abbiamo un generale aumento dei prezzi in Italia che ha
contribuito alla cattiva fama dell’euro nel popolo. Da essere uno dei paesi principali protagonisti
della costruzione dell’euro, a causa anche del disinteresse del centrodestra nel difendere l’’Europa,
l’Italia è da tanti anni ormai uno dei paesi più critici dell’Europa. Comunque, il 56% degli italiani si
sente cittadino europeo. Nel 94 Berlusconi poté scegliere i due commissari che furono Monti e la
Bonino, e Monti fu designato di nuovo nel 99 da D’Alema. L’Europa però diventava sempre un
capro espiatorio. L’antieuropeismo populista andava diffondendosi sempre di più. Dopo
l’innalzamento dello spread nel 2011 Napolitano fa fuori Berlusconi e chiama l’economista Monti
che fece scendere lo spread e gli oppositori dell’europeismo non seppero rispondere. Nel 2013
l’M5S entra in parlamento spinto dall’onda dell’euroscetticismo. Pasquino crede che il sovranismo
sia una mentalità più che un’ideologia, perché l’ideologia è un pensiero strutturato intorno a
grandi linee portanti mentre le mentalità sono meno forti e meno rigide e rappresentano pensieri
diffusi. Nei primi periodi sacrificare una parte di sovranità non sembrava un sacrificio troppo
oneroso e nessuna parte politica avrebbe dovuto remare contro. Sono stati poi invece i nazionalisti
a denunciare la costruzione europea come un prodotto della volontà delle élite politiche ed
economiche europee. I sovranisti ricollegandosi al populismo credono che gli interessi del loro
popolo debbano venire prima. Salvini e meloni Pasquino dice che abbiano fatto molto rumore per
nulla. Bagnai e Borghi hanno provato a esplicitare la teoria che vedrebbe l’Italia fuori dall’euro. Il
sovranismo non dà alternative. Meloni vuole andare in Europa per cambiare tutto. Durante la
pandemia Salvini ha puntato sul non accordo senza dare però un’alternativa sovranista. I sovranisti
credono che l’Italia debba chiedere ed ottenere di più. Durante la pandemia secondo Pasquino i
populisti sovranisti hanno subito una sconfitta pesante. Secondo i sovranisti chi detiene la
sovranità che invece dovrebbe avere il popolo è considerato un nemico del popolo. Spinelli aveva
profetizzato che nel futuro ci sarebbe stato un dibattito pro o contro unificazione europea e non
più destra o sinistra ma così non è stato. Il nazional populismo ha preso il sopravvento. Nel migliore
dei casi l’approdo dei sovranisti è un passato ormai irrecuperabile.
Secondo Pasquino non abbiamo saputo utilizzare in maniera adeguata la libertà di cui abbiamo
goduto.

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