{ Nascita e affermazione
1. Quali sono i fattori generativi del
fascismo?
Le domande da porsi
Le condizioni particolari del periodo
bellico paiono prefigurare la futura società
- Corporativismo
(abitudine a risolvere i problemi in tavoli «tecnici»)
- Legislazione di guerra
(società senza conflitto di classe e che non ha bisogno
della politica parlamentare)
Alta
Stampa di carta moneta per pagare i debiti inflazione
politiche
Dipendenza dall’estero
deflazionistiche
Riconvertire l’economia
Nel 1921 Giolitti prende
alcuni provvedimenti:
Ilva e Ansaldo sull’orlo
1. Abolisce il prezzo
del fallimento, trascinando
politico del pane;
le banche che li avevano
finanziati
(lo Stato interviene per salvarle)
2. Fornisce a prezzi bassi i
generi indispensabili
per la sopravvivenza alla
Crisi economica che popolazione;
indebolisce il potere
contrattuale degli operai 3. Aumenta le tariffe
protezionistiche per
tutelare il sistema
industriale nazionale
1921
Reduci di guerra che «non lasciano la divisa» (es. arditi)
La «vittoria mutilata»
Grande laboratorio politico-ideologico, da cui
trarrà a piene mani il fascismo
L’esperienza di Fiume
La crisi politica
{ Il vero nodo del
dopoguerra italiano
Si considerano il partito della nazione, non possono
concepire di non essere al «centro» di ogni logica
parlamentare
Salandra
i liberali
Gennaio 1919: con l’appello «Ai liberi e ai
forti» nasce il PPI
Punti di debolezza:
- Partito poco omogeneo
- Partito troppo dipendente dalla volontà della Chiesa
i socialisti
La legge elettorale del 1919
{ Il primo «suicidio» dei liberali
Suffragio universale maschile concesso nel 1912
- Effetti mitigati dall’accordo con i cattolici e dal mantenimento del collegio
uninominale
1919
I risultati elettorali del 1919
Un Parlamento ingovernabile
Liberali costretti a governi «di minoranza»
Sono divisi tra loro e non vogliono riconoscere al PPI la guida dei
governi
Atteggiamento «sfascista» del PSI
Governi deboli e instabili, proprio mentre divampa il conflitto
sociale
Conseguenza
Il primo fascismo
{ 1919-1925
Predappio 1883-Dongo 1945
Benito Mussolini
Propugna: 23.3.1919:
1. «rivoluzione nazionale», che porti al
governo della nazione i "combattenti"
della Grande guerra
{ piazza San
Sepolcro a
2. rivendicazioni radicali
Milano
(Repubblica, antiparlamentarismo,
anticlericalismo)
Connotazione generazionale:
giovani, abituati alla violenza
Connotazione geografica:
regioni settentrionali
Manovre parlamentari
pericolose: possibilità di
incarico a Salandra e rischio
determinato dalla scissione
socialista dei riformisti di
Turati
Manovre
extraparlamentari
pericolose: i militari sono
inquieti, si parla del ritorno
in scena di D’Annunzio
Politica economica
1. Abolizione delle leggi fiscali giolittiane (in particolare, INA)
2. Defiscalizzazione dei redditi azionari (per promuovere investimenti)
3. Facilitazioni alla libertà d’iniziativa deli imprenditori
4. Aumento delle imposte indirette, quindi aumentano i prezzi sui beni di consumo
5. Forte riduzione della spesa pubblica
6. Licenziamenti mirati per colpire le opposizioni politiche e le maestranze sindacalizzate
Riforme politiche
1. Legge di riforma scolastica Gentile, con l’esame di Stato
2. Legge elettorale Acerbo (il partito più votato, che avesse anche superato il quorum del
25%, si sarebbe aggiudicato i 2/3 dei seggi)
L'approvazione di quella legge fu un classico caso di "suicidio di
un'assemblea rappresentativa", accanto a quelli "del Reichstag che vota i
pieni poteri a Hitler nel marzo del 1933 o a quello dell'Assemblea Nazionale
francese che consegna il paese a Petain nel luglio del 1940". La riforma fornì
all'esecutivo "lo strumento principe – la maggioranza parlamentare – che gli
avrebbe consentito di introdurre, senza violare la legalità formale, le
innovazioni più traumatiche e più lesive della legalità statuaria sostanziale,
compresa quella che consisteva nello svuotare di senso le procedure elettorali,
trasformandole in rituali confirmatori da cui era esclusa ogni possibilità di
scelta
Giovanni Sabbatucci
L’ultimo sussulto:
l’omicidio Matteotti