Sei sulla pagina 1di 2

CICERONE

Cicerone, nasce ad Arpino (dove era nato Gaio Mario), nell’attuale provincia di Frosinone il 3
gennaio del 106 a.C., in una famiglia benestante. Cicerone venne definito homo novus, ciò stava a
significare che nessuno dei suoi antenati era mai stato in senato.
Per assicurare la miglior prosecuzione degli studi al figlio, il padre di Cicerone, lo mandò a studiare
a Roma, dove ebbe la possibilità di conoscere i migliori retori del tempo e di studiare presso di
loro. Qui conobbe Attico, amico che gli rimase per tutta la vita, tanto è vero che gran parte delle
lettere di Cicerone sono indirizzate a lui (le lettere di Cicerone sono importanti per ricostruire la
vita quotidiana a Roma). A Roma si interessò anche alla letteratura e alla filosofia, con particolare
interesse per il pensiero dell’epicureismo e dello stoicismo.
Egli di professione era un avvocato e come la maggior parte di essi, al tempo, si inserì nell’ambito
politico. Moltissime cause vinte, lo portarono ad essere un grande e conosciuto avvocato (la sua
prima causa in particolare lo portò ad essere fin da subito famoso, la vinse contro Ortensio). La sua
vita politica ebbe alti e bassi; prosegui tutto il cursus honorum, fino ai consolati del 63 e del 64 a.C.
Faceva parte degli optimates, dunque del partito di ricchi e conservatori. Nonostante ciò Cesare e
Cicerone erano in buoni rapporti, tant’è che Cesare chiese più volte chiese a Cicerone di
collaborare, ad esempio gli chiese di gestire i suoi affari a Roma mentre lui era in guerra, ma egli
rifiutò per via dell’orientamento politico opposto.

Cicerone fu avvocato, teorico della retorica, filosofo, poeta (traduttore di Arato, originario di Soli
che aveva scritto un poema di tipo astronomico: “Faenomena”  le cose che appaiono;
rielaborazione e traduzione). Di lui rimangono:
 Orazioni politiche e giudiziarie insieme a scritti teorici sulla retorica, abbiamo: L’Iventio
(rinvenire), dove spiega in che modo si trovano le prove per svolgere un buon processo; il De
oratore, l’Orator e il Brutus, in quest’ultimo spiega le caratteristiche che deve avere l’oratore.
 Opere filosofiche; durante il corso della sua vita Cicerone ebbe dei gravissimi lutti, gli morì una
figlia di parto e successivamente anche la moglie. Si ritirò dunque a vita privata e in quel
periodo si dedicò alla filosofia. Studiò Platone, tradusse dal greco e scrisse dei trattati filosofici
(mediazione tra cultura greca e cultura romana). Lucrezio prima di lui si era dedicato a scrivere
un trattato filosofico su Epicuro, il De rerum naturare, che è un trattato filosofo teorico e
metafisico. Cicerone invece è più un filosofo pratico.
 Epistolario: A noi rimangono circa 900 lettere, le più tenere sono scritte alla figlia Tullia, altre al
suo amico Attico (attico=editore, opere ricopiate da schiavi e divulgate) o a maggiori politici del
tempo.
 Traduzioni di opere greche.

ORAZIONI
Di Cicerone restano, intere o frammentarie, 58 orazioni. Egli declamava le sue orazioni in
tribunale, in Senato o davanti al popolo riunito nei comizi. Si trattava di vere e proprie
performance, durante le quali l'oratore doveva allo stesso tempo: commuovere l'uditorio, farlo
divertire e convincerlo con una solida quantità di argomenti e prove. Dopo la declamazione,
Cicerone faceva circolare le sue orazioni per iscritto e solo in tempo successivo le raccolse e le
pubblicò tutte insieme. Le tre più famose, poiché illustrano momenti importanti della Roma
imperiale, sono: le Verrine, le Filippiche e le Catilinarie:
Verrine  Cicerone era proconsole in Sicilia, qui lo successe nella sua carica Verre. Egli era il
prototipo del politico avido e corrotto, il cui principale scopo era depredare i suoi amministrati (un
tiranno da tragedia che conosceva solo una legge, la sua: lo ius verrium). I siciliani si rivolsero a
Cicerone per l‘accusa contro Verre, difeso invece da Ortensio.
Comprendeva 6 arringhe, tuttavia ne riuscì a pronunciare solo una, perché le prove erano tali da
condannare Verre colpevole prima della fine del processo, Verre venne esiliato.
Catilinarie  Catilina aveva organizzato un colpo di stato contro Cicerone il quale era console nel
64 a.C. come sappiamo Cicerone venne a conoscenza di ciò. Si presentò dunque in senato
pronunciando un violentissimo discorso contro Catilina (prima catilinaria), dove smascherava i
preparativi della congiura e l’esistenza di un esercito privato di Catilina. Le Catilinarie in tutto sono
4, alla fine delle quali Cicerone proponeva la pena di morte senza processo sia per Catilina che per
i suoi complici che furono arrestati.
Filippiche  il nome prende spunto dalle omonime orazioni scritte dal greco Demostene contro
Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno. Egli scrisse queste 14 orazioni dopo la morte
di Giulio Cesare, contro il suo più stretto collaboratore, Antonio, con l’intento di dimostrare che
egli era un uomo depravato, ambizioso, corrotto e quindi un pericolo per le istituzioni
repubblicane, cercando di farlo proclamare nemico dello Stato, come un tempo era riuscito a fare
con Catilina. Poco dopo Cicerone venne ucciso per ordine di Antonio nel 43 a.C.

Egli scrisse diverse altre orazioni, come:


 Pro Archia, dove difende il poeta greco Archia, accusato di aver usurpato la cittadinanza
romana. Il discorso, assunse però i toni di un’appassionata difesa della poesia e della
rivendicazione della nobiltà degli studi letterari (elogio della poesia  opera letteraria).
 Pro Sestio, qui Cicerone difese Publio Sestio, suo amico e sostenitore, dalla violenza avanzata
contro di lui da alcuni prestanome di Clodio. Questa orazione si trasformò in un nuovo
programma politico, nel quale lo storico contrasto tra optimates e populares diventò
semplicemente una secca opposizione tra difensori dell'ordine e della legalità (optimates) e
fautori del disordine e della sovversione (populares). Egli proponeva che i giovani che
desiderassero intraprendere la carriera politica dovevano essere distolti dalla tentazione di
cercare il successo attraverso l’agitazione popolare e prevedeva un accordo tra tutti i cittadini
per salvaguardare la tranquillità e la dignità sociale romana.

Potrebbero piacerti anche