Sei sulla pagina 1di 1

Domanda n.

Petrucciani ricorda che per Aristotele "la natura dell'uomo è di essere uno zoon politikon".
Spiegate il significato di questa antica tesi filosofica.

L'uomo è un animale politico. Aristotele con questa affermazione intendeva che l'uomo è portato
per sua natura a formare delle comunità con i propri simili e chi vive fuori dalla comunità si sente
solo “come una pedina tra le pedine”. Però l'uomo è superiore agli animali, perchè dotato di ragione
e quindi di parola. Quest'ultima è il mezzo per comunicare ciò che è giusto ed ingiusto e quindi solo
l'uomo, rispetto agli altri animali, ha la visione di ciò che è bene e ciò che è male. Infine, l'uomo
nella comunità riesce a trovare la felicità.

Domanda n. 2

Come osserva Petrucciani, in John Locke "il problema dell'amministrazione della giustizia è
proprio quello in forza del quale si genera il passaggio dallo stato di natura allo stato civile".
Che cosa significa?

Locke vede lo stato di natura come l'uguaglianza di tutti gli uomini e quindi ognuno ha lo stesso
potere. Secondo Locke, è irragionevole che ognuno abbia pari potere e quindi pari diritto di
applicare la legge. Infatti, se ogni uomo potesse essere giudice della propria causa, non potrebbe
essere imparziale. Questo porta l'uomo al bisogno di uscire dal suo stato di natura e stipulare un
patto per fondare uno Stato. Per fare ciò, l'uomo deve spogliarsi della propria libertà naturale e
assumere le responsabilità e i vincoli della vita civile. Ciò garantirebbe una convivenza sicura e
comoda all'interno della proprià comunità, mantenendo comunque una libertà privata.

Domanda n. 3

Tra gli autori trattati da Petrucciani, quale ha maggiormente attratto la vostra attenzione?
Indicate l'autore e il periodo storico, spiegando brevemente il tema che ha suscitato il vostro
interesse e/o vostre domande o perplessità.

Personalmente, il filosofo che più mi ha attirato è stato Montesquieu, vissuto nella Francia della
monarchia assoluta (XVII-XVIII). Essendo vissuto nella Francia assolutista, egli riflette sui pericoli
del potere e di come chi lo detiene tenda ad abusarne. Questo abuso sforava nella libertà personale,
violando i diritti altrui. Arriva quindi alla conclusione che il potere non può essere concentrato, ma
diviso, dato “che occorre che il potere arresti il potere”. Individua, inoltre, tre funzioni dello Stato:
potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Infine, ognuno di questi è limitato dagli altri, dato che,
avendo una funzione propria, non potrà fare ciò che fanno gli altri.
E' proprio questo ragionamento che mi ha attirato. Tale pensiero, per quanto possa sembrare
semplice o ovvio oggigiorno, dato che ci siamo abituati, ha letteralmente cambiato la politica.

Potrebbero piacerti anche