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Lo studio della relazione tra minoranze, cambiamento e stabilità sociale risulta, rilevante da un punto di
vista politico e sociale. È nei filoni di ricerca contigui a quelli dell'influenza minoritaria che troviamo ad oggi
una ricca evidenza empirica sulle minoranze pro-stabilità ovvero quelle minoranze con una posizione
sociale di vantaggio o ancora quelle con una posizione subordinata, che concorrono, sebbene per ragioni
molto diverse, a preservaer lo status quo.
4.1 Quando le minoranze difendono la stabilità sociale
Poiché lo status quo garantisce loro una posizione vantaggiosa nella società, le minoranze di alto
status/potere per difendere e salvaguardare i propri privilegi tendono solitamente a esercitare un'influenza
conservatrice arrestando così il tentativo di altri attori sociali di produrre dei cambiamenti. Far pare di un
gruppo dominante contribuisce a definire positivamente l'identità sociale dei suoi membri: i membri di
questi gruppi tendono, per questo, a favorire il proprio gruppo e a identificarsi maggiormente con esso. La
teoria della giustificazione del sistema ha mostrato la presenza nelle persone di una motivazione
psicologica, trasversale a gruppi sociali di diverso potere, alla difesa dello status quo. Per effetto di questa
motivazione, l'ordine sociale esistente è percepito dagli individui come "giusto, equo, naturale, desiderabile
ed inevitabile", perfino quando esso entra in conflitto con gli interessi del proprio gruppo e comporta delle
evidenti condizioni sfavorevoli. La spinta a giustificare il sistema esercita una funzione palliativa proprio
perché attenua lo stress emotivo connesso al ricoprire una posizione svantaggiata (ibidem).
Cap.4 Processi interattivi e diffusi
venerdì 15 gennaio 2021
14:36
1. Influenza interattiva e reciproca
Il ruolo dell'influenza interattiva è stato approfondito in due campi principali: quello dei giudizi e delle prese
di decisione e quello della creatività e della soluzione dei problemi.
1.1 Giudizi e decisioni collettive
Quando un gruppo è impegnato in un determinato compito è facile che il risultato collettivo scaturisca da
un gioco di reciproche influenze.
Muzafer Sherif condusse un esperimento per verificare l’influenza come processo d’interazione
complementare tra le persone (invece che influenza tra una fonte e un bersaglio). Un famoso esperimento
di Sherif, richiedeva ai soggetti di valutare di quanto si spostava un punto luminoso che in realtà rimaneva
fermo, ma che per un effetto ottico sembrava in movimento. Gli individui rispondevano in gruppo dando
una valutazione comune ricavata dalla nuova norma che le reciproche influenze del gruppo avevano
determinato. Tale valutazione si discostava da quella che ogni individuo aveva espresso in privato.
Ci sono casi in cui l’influenza reciproca porta a posizioni moderate spiegate da fattori di tipo motivazionale
che inducono le persone ad adattarsi gli uni agli altri per mantenere rapporti soddisfacenti. Altri fattori di
ordine cognitivo indicano che le persone tendono prima di decidere a considerare le posizioni altrui.
Casi in cui l’influenza interattiva porta a una convergenza polarizzata si verifica quando i membri di un
gruppo passano a una posizione che diventa più estrema dopo alla discussione collettiva. La spiegazione del
fenomeno della polarizzazione fa riferimento a due meccanismi :
Il confronto sociale per il quale le persone desiderano presentarsi cercando di apparire “meglio”
fenomeno detto Primus Inter Pares per cui se tutti mirano al superamento reciproco, il risultato
collettivo sarà uno spostamento verso il valore sociale che raccoglie i consensi generali , cioè la
polarizzazione. Le argomentazioni persuasive invece spiegano che le persone prendono una
posizione determinata in base alle argomentazioni pro e contro, discusse nella precedentemente, che
richiamano alla mente il momento in cui deve prendere la decisione. In generale la moderazione è
favorita se i membri del gruppo sono poco motivati e poco competenti, e ancora se il gruppo è
strutturato in modo gerarchico. Queste condizioni permettono di evitare il conflitto all’interno del
gruppo e con delle concessioni che variano da membro a membro in base a precedenti scambi di
concessioni, arrivano a un punto di vista comune, ma soprattutto per le risposte pubbliche. Mentre
quelle private possono rimanere invariate.
La coesione, quale fattore che facilità la moderazione, agisce come motivazione dei suoi membri a
continuare a far parte del gruppo e a uniformare e livellare gli atteggiamenti e le opinioni all’interno
di un gruppo. La coesione però fa prendere decisioni affrettate e spesso sbagliate perché crea
l’illusione di unanimità censurando le opinioni divergenti.
In conclusione tutto ciò che regolamenta, controlla e indirizza, favorisce decisioni collettive moderate. Tutto
ciò che favorisce libertà di espressione e accettazione delle differenze conduce a risultati più polarizzate.
1.2 Creatività e soluzione di problemi
La tecnica del brainstorming è nata da presupposto che l’influenza reciproca favorisca la creatività e la
soluzione di problemi. Essa si basa sull’espressione da parte dei membri del gruppo di qualsiasi idea anche
bizzarra gli venga in mente. Inoltre gli si dice di non essere critici con le proposte altrui. La produttività di
questa tecnica confrontata con quella di un gruppo di individui di pari numero che non hanno utilizzato tale
tecnica è risultata inferiore. La spiegazione di questo scarso risultato è che l’influenza sociale è maggiore in
quanto i soggetti possono confrontare la propria prestazione con quella degli altri e quindi attestarsi sulla
prestazione degli altri. Nell’altro gruppo le informazioni sulle prestazioni altrui non sono a disposizione e
quindi sono immuni dall’influenza sociale. Solo fattori personali come l’intelligenza o la situazione del
compito sono determinanti per la produzione.
2. L'influenza "in rete" e le sue distorsioni
Esiste un processo reticolare di influenza che favorisce non il cambiamento, bensì la stabilità e la
uniformità. Questo è il controllo sociale cioè quella rete di norme informali che esiste in ogni società e che
si avvale di una pressione sottile per mantenere il comportamento delle persone con le aspettative degli
altri. Questo avviene più facilmente nei paesi piccoli dove tutti si conoscono e possono controllarsi e nei
regimi totalitari dove si vive un clima di incertezza o di paura.
2.1 Rumori
Il rumore o diceria è un’informazione che circola nel sociale senza essere stata confermata e che permane
anche quando è stata da questa smentita. Non sempre il rumore innesca effetti negativi, tuttavia quando
accade questa eventualità, una smentita, una negazione non serve, anzi ha lo stesso effetto del rumore in
senso negativo. La ricerca dimostra invece che una dissociazione dell’oggetto “colpito” dalla diceria e ciò
che sostiene quest’ultima è molto più efficace per smentire l’informazione negativa che vi è stata data. Ma
anche la riassicurazione data basata sul ricordo del soggetto sull’oggetto è ugualmente efficace per
ristabilire l’equilibrio. La nascita di una diceria è favorita quando l’argomento è coinvolgente e importante
per la gente e quando la situazione è ambigua e poco trasparente.
2.2 Malattie psicogene di massa
Le reti di influenza possono essere anche responsabili della diffusione di presunte malattie e di gravi
sintomi di malattie psicologiche come la depressione che si diffonde con facilità attraverso rapporti
interpersonali. In particolare chi sta vicino a un depresso tende a essere contagiato se ha bisogno,
quest’ultimo, di rassicurazione. Un altro tipo di malattia psicogena di massa è la diffusione di sintomi quali
vertigini, nausea, difficoltà respiratorie che può verificarsi in luoghi ad alta densità. Fenomeni di diffusione a
reazione a catena di sintomi psicogeni avvengono più facilmente quando le persone sono sottoposte a
condizioni di lavoro stressanti e svolgono un’attività insoddisfacente.
2.3 Ignoranza pluralistica
Due fattori partecipano a determinare il modo con cui una norma sociale viene percepita e comunicata:
Il comportamento pubblico delle persone, che ne segnala l’esistenza
L’impressione di universalità, cioè l’impressione che essa sia condivisa da tutto il gruppo
Un fenomeno che deriva dall’identificazione erronea delle norme sociali è l’ignoranza pluralistica che si ha
quando più individui trovano una discrepanza tra le nome sociali vigenti e il loro proprio modo di pensare,
cioè pensano che i loro atteggiamenti e i propri giudizi non siano condivisi, nonostante che pubblicamente
adottino un comportamento simile agli altri. Questo fraintendimento può avere conseguenze sociali come
ad esempio sottovalutare la gravità di una situazione. Medesima situazione è quella che si verifica alla fine
di una lezione in cui gli studenti rimangono in silenzio non perché hanno capito, ma perché ognuno pensa di
essere il solo a non aver capito e teme il giudizio negativo degli altri.
3. L'influenza sociale dei mass media
Da diverse ricerche è risultato che i Media, come radio volantini, giornali, non hanno la vera influenza
nell’influenzare gli atteggiamenti, ma risultano efficaci come rinforzo di convinzioni o scelte precedenti.
Secondo i ricercatori le persone si espongono ai Media in base alle loro personali preferenze,
memorizzando solo quelle informazioni che corrispondono e rinforzano le loro idee. In particolare i Mass
Media sono più efficaci nel cambiare le conoscenze rispetto a fatti o problemi che non nel cambiare gli
atteggiamenti delle persone verso di essi.
3.1 Le prime ricerche sull'influenza dei media
Le ricerche prodotte nel '900, misero in luce che i mezzi di comunicazione di massa non erano fonti in grado
di attivare un radicale e rapido cambiamento di atteggiamento, ma potevano solo costituire uno strumento
di supporto. L'impatto dei media, infatti, era condizionato da una serie di altri fattori quali le predisposizioni
individuali, la percezione e l'esposizione selettiva, le relazioni interpersonali, la pressione del gruppo e
l'ascendente personale.
3.2 Orientamenti successivi
La visione odierna indica che il pubblico è “ostinato” che è capace di resistere di fronte ai tentativi di
persuasione da parte dei Media. Un fattore per determinare l’impatto dei Media sul soggetto è dato dalla
quantità di comunicazione a cui il soggetto stesso è sottoposto. La teoria di Noelle - Neumann , spirale del
silenzio, ha proposto un’interpretazione di come le persone vengono influenzate attraverso i media (è un
tentativo di collegare la ricerca sui media alla ricerca sperimentale sull’influenza sperimentale). L’opinione
pubblica guida e controlla il comportamento e il modo di pensare dei singoli, in pratica fa una pressione a
conformarsi. In pratica quando un individuo apprende dai Media che il clima generale di opinione sta
volgendosi in una direzione diversa dalle sue opinioni, essa evita di esprimere le sue idee per timore di
essere isolato da altri. Questa auto-censura è in pratica un fenomeno di ignoranza pluralistica.
Ultimamente i Media sono stati definiti come diffusori di conoscenze e di modalità comportamentali.
Secondo l’ipotesi detta agenda- setting lo spazio dedicato dai media a problemi sociali o politici influenza la
percezione del pubblico circa l’importanza di quel problema. Secondo quanto riportato dalle ricerche la
visione della violenza in tv (incontri di boxe, suicidi adolescenziali, omicidi di neri…) aumenti la probabilità
che gli spettatori assumano successivamente comportamenti violenti. La televisione sembra avere la
capacità di proporre modelli che vengono imitati per tre motivi:
Da informazioni dettagliate riguardo a un determinato comportamento a alle conseguenze di questo;
Induce a pensare che i vantaggi che la persona- modello ha ottenuto assumendo un determinato
comportamento possono essere ottenuti da chiunque agisca nello stesso modo;
Indica che certi atteggiamenti sono legittimi e appropriati.
Le persone tendono a sopravvalutare l’effetto dei mass media sugli atteggiamenti e comportamenti degli
altri. Questo è l’effetto terza persona in base al quale si è indotti a pensare di essere meno suscettibili
all’influenza di quanto non lo siano gli altri. In pratica dal momento che si ammette di essere stati
influenzati da messaggi o comportamenti socialmente desiderabili, l’effetto sarà più attenuato, cioè non
saremo tanto più indotti a pensare di essere poco influenzabili. Al contrario se per esempio pensiamo che i
media possano sollecitare comportamenti violenti nelle persone, l’effetto sarà più rafforzato perché
desideriamo differenziarci dagli altri, quindi penseremo di non essere influenzabili più di quanto non lo
siano gli altri.
3.3 I media e l'immaginazione
I Media possono condizionare l’attività immaginativa in tre modi:
Il gioco immaginativo dei bambini quando agiscono “come se”
I sogni a occhi aperti ("daydreaming") , in pratica le fantasie;
L’immaginazione creativa, ossia la capacità di generare idee nuove e originali.
Il condizionamento della Tv secondo due ipotesi può incoraggiare queste tre attività oppure inibirle. Le
ricerche recenti evidenziano che per il gioco e i sogni la tv è positiva ma non per l'immaginazione in quanto
la tv favorisce modalità di elaborazione dell’informazione che interferisce con l’attività di tipo
immaginativo.
Cap.5 Effetti e modelli interpretativi
venerdì 15 gennaio 2021
15:26
1. Tipi di effetti
Diversi sono gli effetti dell’influenza tanto che sono state elaborate diverse tipologie tese a distinguere i tipi
di effetti e le possibili combinazioni tra di essi. Una distinzione generale dei processi d’influenza riguarda
quelli che producono un avvicinamento alla posizione espressa dalla fonte (effetti di assimilazione) e quelli
che producono un allontanamento (effetti di differenziazione).
1.1 Assimilazione
Quattro sono i tipi di assimilazione:
La normalizzazione, derivata dall’influenza interattiva, per la quale un interazione produce una
convergenza verso una nuova posizione delle posizioni preesistenti. La normalizzazione può essere
moderata quando avviene tra le posizioni più estremizzate verso un punto intermedio, o polarizzata
quando la posizione finale è più spostava verso un polo della scala di quanto non lo fosse la media
delle posizioni precedenti. La situazione che favorisce la convergenza sociale è quella in cui il compito
non presuppone risposte giuste o sbagliate, né criteri prestabiliti in base alle quali effettuare la
valutazione o esprimere il proprio parere.
La conformità cioè la diretta e immediata opposizione alla posizione della fonte.
La conversione porta un avvicinamento indiretto alla fonte ed è attivato soprattutto dalle minoranze
o da fonti alle quali il bersaglio non vuole ammettere di essere suscettibile. È un influenza indiretta
perché non compare in modo esplicito. La conversione si produce quando le persone hanno un
atteggiamento ambivalente nei confronti della fonte, ossia ne sono attratte e nello stesso tempo
temono ripercussioni sulla propria immagine o identità.
Il modellamento è l’adeguamento al comportamento della fonte. A volte è indiretto cioè avviene in
contesti diversi da quelli in cui la fonte si è espressa. L’effetto indiretto può avvenire anche quando la
fonte è una minoranza o un’altra fonte poco gradita, in quanto permette di occultare l’impatto
subito. L’effetto è diretto è provocato da chi ammiriamo o consideriamo più competente di noi su
come agire in una determinata situazione. Il modellamento è indotto soprattutto da mezzi di massa,
come la tv.
1.2 Differenziazione
Due sono gli effetti della differenziazione:
La divergenza per la quale le persone vengono stimolate ad agire e a pensare in modo autonomo,
assumendo posizioni personali o idee nuove e originali. La divergenza è favorita nelle situazioni in cui
il contesto o lo stimolo sollecitano l’indipendenza.
Il boomerang , cioè l’influenza negativa che conduce a un risultato opposto a quello voluto dalla
fonte. Un esempio è la reattanza psicologica che si verifica quando le persone sentono minacciata la
propria facoltà di giudizio o di scelta, reagendo in modo opposto. L’effetto negativo può manifestarsi
anche se la fonte ha tradito la fiducia del bersaglio venendo meno alle sue aspettative. Una fonte che
comunica una notizia scontata, una non-notizia può indurre le persone a supporre che vi siano ragioni
per credere il contrario.
1.3 Effetti ritardati
L’effetto dell’influenza ritardata scoperta da Hovland chiamata sleeper effect venne spiegata dalla
dissociazione tra fonte e informazione : quando un messaggio persuasivo è accompagnato da un segnale
che lo svalorizza esso ottiene uno scarso impatto immediato, ma dopo un certo periodo il segnale
svalorizzante viene dissociato dagli argomenti persuasivi e l’impatto di tali argomenti, di conseguenza,
crescono.
Recentemente è stato verificato che per ottenere lo sleeper effect sono necessarie alcune condizioni:
I soggetti devono notare gli argomenti importanti di un messaggio;
Il segnale svalorizzante deve essere introdotto dopo che il soggetto abbia ricevuto il messaggio
persuasivo;
Il soggetto deve saggiare la credibilità della fonte dopo che ha ricevuto il segnale svalorizzante.
Per misurare gli effetti collaterali si sono misurati con l’elettromiografo le attività muscolari facciali che
variano in funzione della natura e dell’intensità della reazione affettiva allo stimolo e della tonalità affettiva
dell’elaborazione.
Sembra anche rilevare l’attività elettro-encefalica di uno e dell’altro dei due emisferi durante
l’elaborazione.
2. Modelli interpretativi
Le teorie sull’influenza sociale possono essere raggruppate in tre grandi filoni:
Un primo tipo rappresentato de modelli che danno una spiegazione unitaria, fondata su un unico
principio dell’influenza.
Un secondo tipo da una spiegazione dualistica.
E un terzo che da spiegazioni basate su molteplici fattori.
2.1 L'influenza come processo unitario
Del primo tipo risalgono al periodo proto-scientifico (prima della scienza) e sono la suggestione di Sighele e
Le Bon;
l’imitazione di Tarde e l’istinto gregario di Trotter. Leon Festinger ha trovato nella tendenza all’auto-
valutazione il principio unificatore secondo cui le persone verificano le proprie idee confrontandole con gli
altri (ossia un test della realtà sociale). Tuttavia Festinger sostiene che le persone effettuano questo
confronto solo quando non possono verificare personalmente le proprie idee (test della realtà fisica).
Recentemente Turner (1991) ha proposto un modello dell’influenza basato sul concetto di auto-
categorizzazione. Secondo questo teorico il test della realtà fisica di Festinger si basa su un giudizio
soggettivo che non può essere effettuato in isolamento, ma anche su un test della realtà sociale la quale è
rappresentata dalla norma del proprio gruppo di riferimento. In conclusione non esistono due basi
alternative come sosteneva Festinger, ma una che serve per la formazione del giudizio: la realtà sociale.
Turner pensa che i fenomeni d’influenza siano dovuti al fatto che le persone categorizzano se stesse e gli
altri come
identiche il che produce aspettative quali il pensare che gli altri la pensino come noi. Nel momento in cui le
certezze di base, nel credere che il gruppo la pensa come noi, vengono a scontrarsi con idee contrarie il
soggetto si rende vulnerabile all’influenza sociale. Quindi l’incertezza si produce non per l’ambiguità dello
stimolo, ma perché questo si trova contrario alle nostre, credo infondate, aspettative e certezze.
2.2 L'influenza come processo binario
Tra i primi ad appoggiare l’influenza come processo binario sono stati Duetsch e Gerard formulando il
modello della doppia dipendenza. Gli autori operano la differenza tra:
Influenza informativa, il soggetto si basa su fattori percettivo/cognitivi e concentrandosi sul
contenuto della proposta della fonte si pone il problema di cosa pensare.
Influenza normativa, la motivazione è di auto-preservarsi e il problema è quello di cosa fare per
ottenere il maggiore vantaggio dalla situazione.
Anche il modello di Nemeth (tipo binario) si basa sul rapporto tra tipo di fonte e tipo di processo. Questo
però non fa riferimento alla dicotomia cognitivo vs motivazionale, ma a due diversi tipi di elaborazione
cognitiva:
quella convergente verrebbe attivata quando il bersaglio si troverebbe in una condizione di forte
tensione (fonte maggioritaria contraria)
quella divergente (fonte minoritaria contraria) sarebbe il risultato di una moderata tensione.
Alcune teorie nel campo della persuasione fanno riferimento a due processi. È il caso del cambiamento di
atteggiamento, proposto da Petty e Cacioppo, (ELM= Elaboration Like-lihood Model), che può prendere la
via centrale o la via periferica.
Con la via centrale il soggetto valuta il peso reale dell’informazione della fonte a sostegno di una
posizione, se gli argomenti saranno convincenti si attiverà un profondo e duraturo cambiamento
proprio perché c’è stata riflessione.
Nella strada periferica diventano determinanti altri fattori quali l’attraenza della fonte, il n° di
messaggi presentati dalla fonte che rendono meno profondi e durevoli i cambiamenti.
Caratteristiche della situazione e del bersaglio possono far elaborare il messaggio in modo centrale o
periferico.
Chaiken propone un modello (HSM= Heuristic-Systematic Model ) per il quale le persone possono usare o
una modalità sistematica o una modalità euristica. Per esempio l’esperto viene creduto non sulla base di
quanto afferma, ma in base all’euristica “si deve credere a ciò che dicono gli esperti” oppure chi porta
numerosi argomenti alla sua posizione risulterà più convincente perché “più argomenti significano migliori
argomenti”. La modalità sistemica è molto più impegnativa e quindi la gente la utilizza solo quando la
modalità euristica non da sufficienti garanzie o il contesto non la consente. In una recente rielaborazione
del l’HSM Eagly e Chaiken è stato evidenziata la possibilità di altre motivazioni quali il desiderio di essere
nel giusto che induce a valutare le informazioni in entrata e il desiderio di esprimere un atteggiamento
socialmente accettabile. Però questo colloca l’HSM in una nuova accezione che esclude al di fuori dei
modelli dualistici.
2.3 Modelli multifattoriali, plurifase e contingenziali
Alcuni modelli come la teoria dell’impatto sociale (SIT, di Latanè e Wolf) per la quale le persone sono
influenzate in funzione del n° di fonti, della loro forza e della loro immediatezza. Altro modello quello di
McGuire a fasi multiple per cui i diversi fattori sono considerati in sequenza per cui l’impatto di un
messaggio è il prodotto di 6 fasi successive di elaborazione dell’informazione :
1. Presentazione del messaggio
2. Attenzione del ricevente
3. La comprensione della posizione e degli argomenti esposti
4. Il cedimento o l’accordo del bersaglio
5. La sua ritenzione in memoria
6. L’azione basata sul cambiamento dell’atteggiamento.
Il merito di questa teoria è di aver sottolineato come molti fattori possono intervenire nel processo non
direttamente, ma condizionando una o più fasi del processo. Ultima teoria è quella dell’elaborazione del
conflitto (TEC), di Perez e Mugny secondo cui alla base di ogni influenza vi è un conflitto dovuto alle
divergenze di vedute tra la fonte e il compito che il bersaglio dovrebbe attuare. Le fonti sono divise in base
al:
Numero (maggioranza/minoranza)
La competenza (esperto/inesperto)
Appartenenza categoriale (ingroup/outgroup).
I compiti sono di tipo obiettivo senza ambiguità (la cui risposta è semplice e senza ambiguità)
attitudinali (soluzione di problemi)
compiti d’opinione (giudizi in merito a opinioni, atteggiamenti, o valori).
A ciascun tipo di compito corrisponde uno specifico conflitto che rende pertinenti certe caratteristiche della
fonte.
2.4 Una possibile integrazione
I tre modelli non sono stati per ora falsificati né considerati l’uno il più importante dell’altro, bensì il
differente n° di fattori lo si può considerare come un indicatore del livello di analisi.
I modelli mono-fattoriali cercano di stabilire il movente basilare dei processi d’influenza sociale la
quale può essere tendenza all’auto-valutazione o all’auto-categorizzazione o come bisogno di
rassicurazione.
I modelli bi-fattoriali cercano invece di spiegare i processi d’influenza attraverso il desiderio di essere
nel giusto e il desiderio di proteggere e migliorare la propria condizione e immagine.
I modelli multi-fattoriali hanno cercato di descrivere i diversi tipi di processi che si sviluppano
dall’incontro tra il bersaglio e la fonte in una stessa situazione.