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Oltre al trattamento e alla somministrazione di un placebo per far sì da indurre un beneficio della terapia nel

paziente, sono necessari stimoli sensoriali e sociali, per esempio parole, comportamenti e abitudini del personale
sanitario.

Le risposte placebo generate dal contesto possono essere apprese tramite l’apprendimento sociale, questo
genera risposte in modo analogo al condizionamento.

Alcune evidenze del contesto psico-sociale le possiamo vedere nell’esperimento “del socialmente infetto” di
Benedetti,( Benedetti è un prof di neurofisiologia e fisiologia umana all’università di Torino, è un esperto di effetto
placebo a livello internazionale.)
Tornando alle evidenze un’altra possibile variabile è l’effetto hawthorne, il quale fa riferimento al possibile
cambiamenti del comportamento dei partecipanti in virtù del solo fatto di fare parte di un esperimento e di
ricevere l’attenzione degli sperimentatori.
Un'ulteriore prova a favore dell’efficacia dell’effetto placebo è la somministrazione nascosta che prevede
l’assunzione del farmaco a insaputa del paziente e quindi in assenza del contesto adeguato, senza scaturire una
risposta placebo nel paziente.
In ultima analisi anche l’effetto psicologico va tenuto in considerazione perché gioca un importante ruolo per la
riuscita del trattamento. Per esempio è necessario porre l’attenzione sulla vulnerabilità mentale del paziente.

Altri fattori che influiscono sul contesto possono apparire superficiali invece risultano molto importanti.
Ad esempio:
Il nome del placebo, se corrisponde al nome di un farmaco noto, è più efficace.
Il costo, proporzionalmente più aumenta il costo del farmaco più ne aumenta l’efficacia.
Il colore, il colore dei farmaci come il rosso che viene associato al significato di “forte” e “attivo” o come il blu e il
verde associati a “buono”, influiscono sul contesto grazie al loro significato universale e possono influenzare le
aspettative generando effetti diversi.

La tabella riporta alcuni esempi di fattori interni ed esterni appartenenti al contesto.

Leggere discorso di Benedetti

La relazione medico paziente ricopre gran parte del contesto psico-sociale. Questa relazione ha origini antiche in
quanto l’uomo ha sempre cercato di proteggersi da possibili danni fisici o psicologici e ha anche posto attenzione
alla cura degli altri.
All’interno della relazione medico paziente abbiamo identificato 4 passaggi fondamentali.
1. il paziente di sente male: grazie a un processo che avviene tra sistema nervoso periferico e quello
centrale una persona riconosce di stare male, di sentire dolore.
2. ricerca del sollievo: in un processo uguale a quello della necessità di sopprimere la fame il nostro
repertorio comportamentale viene finalizzato alla ricerca di una cura quindi di un dottore.
3. L’incontro con il medico: il dottore diventa il mezzo per sopprimere il dolore e il disagio, durante questa
interazione unica nel suo genere si attivano meccanismi da cui scaturiscono empatia e compassione da
parte del medico, speranza e fiducia nelle competenze, nella confidenzialità del medico nel paziente.
4. il ricevimento della terapia: è la fase conclusiva in cui oltre alla somministrazione del farmaco si puo
generare una risposta terapeutica attraverso le aspettative e le credenze del paziente, per questo la
comunicazione deve avvenire in modo corretto in quanto le parole del medico possono avere un impatto
profondo sullo stato psicologico del paziente.
Per esempio è differente sentirsi dire “questa medicina potrebbe funzionare” da “ stia certo che questa
medicina funzionerà”, risulta altrettanto fondamentale la comunicazione non verbale come contatto
visivo e fisico, postura ed espressioni del medico.

Aspettative
quando le persone ingeriscono un placebo credono che sia una sostanza attiva, sperimentano sia le sensazioni
soggettive, che gli effetti fisiologici attesi dalla sostanza attiva. Le aspettative coinvolgono diversi meccanismi
cerebrali che mirano a preparare il corpo a tale evento.
Le aspettative positive portano all’adozione di una risposta particolare.
Le aspettative negative portano all’inibizione della risposta.
Ad esempio:
Le aspettative positive portano alla riduzione dell’ansia.
Le aspettative negative producono ansia anticipatoria, è un tipo di ansia importante ad anticipare le minacce.
Per contrastare quest’ansia vengono usate parole di conforto in modo da attivare delle aspettative positive.
Anche la personalità del soggetto genera aspettative differenti. Un soggetto pessimista risponderà più
frequentemente a un nocebo, al contrario di un ottimista.
I pazienti traggono maggior beneficio dai farmaci quando vengono somministrati insieme a delle informazioni e a
un rituale che promuove l’aspettativa di un sollievo.

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