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PSICHIATRIA

Dr. Matteo Aloi (Psicologo e Assegnista di Ricerca)


Giovedi, 10 Gennaio 2019
1 ora: I. Gnasso
2 ora: 5. A. G. Gualtieri

Argomento: LE PSICOTERAPIE

I Prof. De Fazio, intervenuto brevemente a inizio lezione, ricorda che le psicoterapie sono oggetto
d'esamel
II Dr. Aloi inizia la lezione presentandosi e spiegando quali saranno gli obiettivi:

1. Quando indirizzare un paziente in psicoterapia;

2. Quali sono gli orientamenti verso i quali indirizzareil paziente (perché non tutti i pazienti
possono fare un determinato tipo di percorso di psicoterapia)

3. Vedere l'efficacia che le psicoterapie hanno (cosa più importante).

Perché parliamo di psicoterapie in un Corso di Laurea di Medicina? Per prima cosa, siamo nel 2019
e c'è ancora gente che va da maghi e cartomanti. I nostro obiettivo è quindi sdoganare il classico
mito dello psicologo/psichiatra, che è a contatto solo con persone pazze. Purtroppo, nella nostra
regione, c'è ancora lo stigma del paziente psichiatrico. Dobbiamo quindi, noi per primi che faremo
questa professione, eliminare il concetto che il paziente psichiatrico è un paziente pazz0.

Definizione di psicoterapia

Definizione l: psicoterapie si chiamano tutti i metodi di cura che agiscono sl'animo e su


corpo, con mezzi che sempre si rivolgono alY'anima. Richiedono tutti la co0perazione
volontariadei malati (laspers K., 1913)
Per quanto sia datata, questa definizione è eccezionale. E fondamentale, in particolar
modo, sottolineare l'ultima parte: il paziente deve sentirsi veramente pronto ad affrontare
un percorso di psicoterapia, non può essere costretto ad andare da parenti o amici.

Definizione I: processo interpersonale, consapevole e pianijficato, voito a influenzare


disturbi del comportamento e situazioni di sofferenza con mezi prettamente psicologicl,
per lo più verbali, ma anche non verbali, in vista di un fine elaborato in comune, che può
essere la riduzione dei sintomi o la modificazione della struttura dela personalità, per
mezzo di tecniche che differiscono peril diverso orientamento teorico a cui si rifanno
(Galimberti U., 1994).
Questa definizione è più completa, perché specifica che paziente e terapeuta hanno un

fine comune.
La prima è molte volte lasse 1 del DSM, cioè la riduzione dei sintomi. Molto spesso si aggiunge
anche la struttura di personalità, che è la famosa asse 2 del DSM (anche se ora non c'è più la
classificazione in assi nel DSM5).

Ciò che noi facciamo all'ingresso è somministrare dei questionari al paziente, dopo 6 mesi si
possono risomministrare i questionari per vedere l'andamento della terapia e poi, a fine terapia,
richiamiamo il paziente, anche dopo anni, per vedere come sta e se c'è una ricaduta di efficacia nel
trattamento psicoterapico. Fondamentale è il mezzo di tecniche: ogni orientamento teorico ha
diverse tecniche. Esistono quindi diversi tipi di orientamento in psicoterapia.

Sicuramente, se non a livello personale, conosciamo persone (parenti e/o amici) che sono andate
dallo psicologo. Questa è una cosa buona, ma è fondamentale capire da quale psicologo andare.
Owiamente si predilige un bravo psicologo, ma è necessario anche cercare di capire che tipo di
disturbo ho per fare una buona scelta, andando prima da uno psichiatra o da un neurologo. Non
bisogna quindi andare dal primo psicologo che capita, ma è necessario avere un certo tipo di
orientamento. Esistono, infatti, tantissimi tipi di psicologi (comportale, della famiglia, della scuola).

Il problema della definizione


polimorfismo teorico, metodologico, tecnico e linguistico che contraddistingue la psicoterapia
rende ardua una chiara e univoca definizione.

Da sempre, il problema della psicologia è stato definirla come scienza. Attualmente (dai primi anni
del 900) è inquadrata come una disciplina scientifica, con tanto di pubblicazioni, ma non è sempre
stato cosi.

Cornice operativa
Secondo Frank (1979), è una forma di aiuto specifico che si differenzia da altre forme di aiuto
psicologico, sulla base per lo meno di due fattori:

1. La preparazione specifica posseduta da coloro che la praticano in qualità di psicoterapeuti


e la relativa autorizzazione istituzionale. Per essere psicoterapeuti bisogna fare 5 anni di
psicologia, abilitazione al'albo degli psicologi, scuola di specializzazione nelr'indirizzo
scelto, esame di specializzazione ed essere riconosciuti come psicoterapeuti.

2. L'esistenza di una teoria di riferimento che guida r'attività psicoterapeutica stessa,


spiegando le cause del disagio e prescrivendo le metodologie per la sua cessazione.

In Italia- Legislazione vigente


Anche gli psichiatri possono essere iscriti, di diritto, all'albo degli psicoterapeutici, però non
hanno la stessa competenza di uno psicoterapeuta.

Legge 56 del 18 febbraio 1989 ("Legge Ossicini"):

l'esercizio dell'attività psicoterapeutica è subordinato a una specifica formazione


professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in Psicologia o in Medicina
e Chirurgia, mediante corsi di specializzazione aimeno quadriennali, presso scuole di
specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti dal MIUR;

2
In deroga alla legge 56, i medici specialisti in psichiatria o neuropsichiatria possono
richiedere I'annotazione nell'elenco degli psicoterapeuti

In Italia- La situazione
Nel 2009: 37000 psicoterapeuti (2/3 psicologi, 1/3 medici); 7000 ogni anno;

La maggior parte si dedica alla libera professione;

Sbilanciamento tra domanda e offerta nelle strutture pubbliche a discapito soprattutto


delle fasce più povere della popolazione: una seduta di psicoterapia privatamente costa,
ma se ce n'è bisogno, è necessario farla.

Gli indirizzi psicoterapeutici


Gli indirizzi sono enormi: ad esempio, in Italia, ci sono oltre 300 scuole di psicoterapia riconosciute
dal MIUR (tra principali e periferiche). Quale scelgo? sicuramente l'indirizzo che più mi è vicino,in
cui mi ci ritrovo:

Secondo alcuni autori ci sono 200 indirizzi, secondo altri oltre 700;
Principali indirizzi: psicoanalitico, sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale,
interpersonale.

Prerequisiti comuni
I prerequisiti comuni di tutti i tipi di psicoterapie sono:

Relazione interpersonale: tra paziente e terapeuta ci deve essere un'alleanza, a esclusivo


beneficio del paziente. Dunque, la prima cosa che bisogna fare quando un paziente arriva
in seduta è stipulare un cotratto. Il contratto (e quindi le regole da rispettare sia da parte
del paziente che del terapeuta) sancisce che il terapeuta potrebbe somministrare dei
questionari, affinché siano di supporto alla diagnosi e potrebbe registrare le sedute, per
essere supportato da un supervisore. E fondamentale, inoltre, concordare gli
appuntameti, che è la parte più difficile: entro 24 ore dalla data di incontro è possibile
disdire l'appuntamento, a meno che non ci siano imprevisti inderogabili dell'ultimo minuto.
Il trattamento economico, infine, dovrà essere corrisposto, anche se il paziente non si
dovesse presentare a una seduta. Questa regola non ha scopo di lucro, ma è necessaria per
instaurare un rapporto di affidabilità e di rispetto nei confronti del terapeuta. L'obiettivo è

sempre nettamente terapeutico!

Un luogo specifico e sicuro (setting), all'interno del quale si svolge questa relazione, nel
quale tutto ciò che avviene è confidenziale;

in grado di
Proposta, opera del terapeuta, di nuove prospettive e nuovi punti di vista,
a
dare un senso a sensazioni confuse e indefinite. Si stabilisce, quindi, l'obiettivo che si vuole
raggiungere con la terapia;

Insieme di tecniche e procedure che specificano il modo di operare del terapeuta.

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Requisiti di una relazione terapeutica
Rispetto della riservatezza e del segreto: è impensabile, infatti, non rispettare il segreto
professionale (non solo da un punto di vista deontologico, ma anche da un punto di vista
penale). Se ciò avwenisse, verrebbe meno il rapporto di fiducia terapeuta-paziente. l'unica
eccezione è rappresentata dal rinvio, in cui un terapeuta si rende conto che la terapia non
sta andando bene e quindi deve indirizzare il paziente da un altro terapeuta, informandolo
a grandi linee sulla situazione del paziente in questione;

Accettazione del paziente e assenza di giudizio su di lui e sul suo comportamento;

Assenza di interesse personale: esclusione di parentela, amicizia, rapporti di lavoro od


affari, vincoli di collaborazione o dipendenza;

Sospensione di ogni giudizio che riguardi convinzioni religiose, politiche, morali e di ogni
scala di valori e di principi del terapeuta in modo da evitare ogni interferenza con la
terapia in corso (es. se ho in terapia un paziente che è testimone di Geova, non devo
cercare di convertirlo al cattolicesimo, perché non è questo l'obiettivo della terapia).

Finalità dell'intervento terapeutico


Bisogna far capire al paziente che è una cosa transitoria: adesso è cos, ma l'obiettivo della
terapia è fare in modo che le cose pian piano cambino;

Far fronte a una condizione psicopatologica in atto e alla sua diretta sintomatologia;

Prevenire le possibili ricadute, dopo che il paziente ha risolto la situazione acuta;

Promuovere la crescita personale mediante il cambiamento di aspetti strutturali della


persona: non tutti fanno psicoterapia perché hanno dei sintomi, ma anche perché vogliono
capire cosa sta accadendo nella loro vita e che tipo di persone sono.

Quando ricorrere alla psicoterapia?


E necessario ricorrere alla psicoterapia in presenza di una sintomatologia importante. Dobbiamo
distinguere tra sintomi egodistonici e sintomi egosintonici: nel primo caso il paziente riferisce di
avere il problema; nel secondo si sente in sintonia con i sintomi, quindi non prova disagio, e i
ritiene coerenti col resto della personalità. Il sintomo egosintonico è più difficile rispetto a quello
egodistonico.

Dai nostri cambiamenti di umore, cioè quando notiamo che il nostro umore è cambiato o si
è intensificato in una direzione negativa, o quando notiamo sensazioni corporee associate
a un sentimento negativo;

L'inizio di una psicoterapia, a volte, è erroneamente vissuto come la certificazione del


passaggio da una condizione normale a una condizione patologica, che necessita di una
"cura"
Questa convinzione fa riferimento a un atteggiamento che tende ad assimilare la
professionalità dello psicoterapeuta a quella del medico, circoscrivendo il suo ambito di
competenza esclusivamente alla patologia.

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Dunque, si ricorre molto spesso alla psicoterapia: il farmaco infatti agisce e modifica, però lascia
inalterato tutto il pattern di schema mentale del paziente (es. somministro l'ansiolitico e riduco
l'ansia, ma lo schema mentale del paziente non cambia).

Classificazione della psicoterapia


Secondo il setting: individuale, di coppia, familiare, di gruppo;

Secondo il fine perseguito:

Di sostegno: forma di psicoterapia breve o consulenza psicologica finalizzata


generalmente a risolvere crisi temporanee nel corso della vita (difficoltà nei rapporti
coniugali o familiari, divorzio, pensionamento, ecc.);

Rieducative: mirano al riadattamento dell'individuo, mediante la chiarificazione dei suoi


conflitti o una ristrutturazione cognitiva;

Ricostruttive: mira alla ricostruzione della personalità, attraverso la ricognizione delle sue
istanze inconsce e una progressiva maturazione emotiva, resa possibile dall'acquisita
conoscenza di sé.

Psicoanalisi
Nasce alla fine del XIX secolo con Freud e può essere definita come:

"Procedimento di indagine dei processi psichici.";


Metodo terapeutico per il trattamento dei disturbi nevrotici;
Una serie di conoscenze psicologiche, che convergono in una nuova disciplina scientifica.

Ci si trovava in pieno positivismo, un cui cardine era proprio la scientificità (il metodo scientifico
deve essere riproducibile). La psicoanalisi non rispecchiava i canoni positivisti, perché è
prettamente basata sulle associazioni libere ed è un metodo introspettivo, quindi non c'è qualcosa
da misurare. All'epoca ebbe molte critiche per questi motivi, ma oggi, nel 2019, abbiamo tanti
studi clinici con la terapia psicoanalitica. Quindi hanno cercato anche loro di definirsi e di misurarsi
a livello epistemologico-scientifico, hanno anche loro dei protocoli (come io faccio il trattamento
CBT qui in Calabria, lo fa anche il mio collega in America in maniera uguale, perché abbiamo lo
stesso manuale).

Dal cervello alla mente


Freud era un neurologo e pertanto la sua prima attenzione fu volta allo studio del cervello nella
sua struttura fisica (neuroni e cellule nervose). Successivamente invece, entrato in contatto con
Charcot, cominciò a lavorare sulle cosiddette isteriche (paralisi, anestesia a guanto). Proprio a
partire da questi fenomeni, fu avanzata l'ipotesi che siano le idee e non i nervi la fonte del
problema e quindi: il problema non è nella carne (mano, occhi e gambe sono intatti), ma in
un'idea estranea alla coscienza. Ancora esistono problemi di questo tipo, anche se sono rari.
disturbo che sostituisce risteria nel DSM è il disturbo somatoforme.

Inconscio e ipnosi
tecnica per i processi inconscl, per recuperare un evento
L'ipnosi fu sviluppata come
indagare
traumatico e superare quella determinata difficoltà.

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Gli studi sull'ipnosi lo portarono a teorizzare l'isteria come una patologia di natura psichica
e non dovuta a disfunzioni fisiologiche;

Lesione funzionale: lesione priva di un riscontro organico, alla base fenomeni come
paralisi, anestesie e contratture, causata da alterazioni affettive;

Ricordi di grande impatto emotivo venivano dimenticati perché considerati inaccettabili


alla mente cosciente; tali emozioni, però, spingevano per esprimersi e il sintomo isterico
era proprio il risultato di tale espressione;

Ipnosi catartica come cura dell"isteria.

Concetti fondamentali
Freud divide la mente in 3 istanze psichiche:

1. ES: struttura totalmente inconscia, che spinge per le soddisfazioni delle pulsioni inconsce
dell'individuo;

SUPER-1O: struttura quasi del tutto inconscia, costituita dalla rappresentazione psichica
delle regole e dei divieti morali della persona, prodotta dalla interiorizzazione delle figure
genitoriali;

3. 10: èciò che si avvicina alla concezione di sé, ciò che organizza la personalità e utilizza i
meccanismi di difesa, che sono il nucleo centrale della terapia analitica. Da cosa ci
dobbiamo difendere? Dal dolore.

Meccanismi di difesa
Definizione: i meccanismi di difesa sono meccanismi diretti a preservare un senso di autostima di
fronte a vergogna e vulnerabilità, a garantire un senso di sicurezza quando l'individuo si sente
gravemente minacciato da abbandono o alti rischi e a proteggerlo nei confronti dei pericoli esterni
(Gabbard, 2005).
Gli psicanalisti dividono r'organizzazione della personalità in organizzazione nevrotica,
organizzazione borderline e psicotica (la più grave), e organizzazione sana. Per ogni tipo di
organizzazione, c'è un proprio meccanismo di difesa:

Meccanismi di difesa di ato livello: propri dell'organizzazione nevrotica (es. rimozione,


intellettualizzazione, spostamento, formazione reattiva);

Meccanismi di difesa primitivi: propri dell'organizzazione borderline e psicotica (es.


scissione, identificazione proiettiva, proiezione, dissociazione, acting out);

Meccanismi di difesa maturi: propri dell'organizzazione sana (es. repressione, umorismo,


sublimazione).
CLASSIFICAZIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA:

Propri delle nevrosi: i meccanismi di difesa che operano in un contesto nevrotico agiscono
soprattutto nella direzione di un contenimento o gestione dell"'ansia o di altre situazioni affettive
intense.

Rimozione: elimina dalla consapevolez fantasie, desideri e sentimenti inaccettabili;

Formazione reattiva (comune nel DOC): sostituzione di un desiderio inaccettabile con un


suo opposto (spesso un comportamento). Spesso alla base del sintomo compulsivo: le
coazioni che riguardano, ad esempio, la pulizia (lavarsi continuamente le mani)
risulterebbero cosi formazioni reattive di sentimenti di sporcizia o inadeguatezza. Un altro
esempio può essere quello del bambino che vuole uccidere il fratellino più piccolo e non
potendolo fare, gli dà delle carezze pesanti;

Spostamento: è l'investimento di sentimenti inaccettabili su un oggetto sostitutivo, che è


in stretto rapporto simbolico con 'oggetto reale o la rappresentazione mentale che causa
l'attivazione di questa difesa. E tipico nelle fobie, per cui si sposta il sentimento
inaccettabile sull'oggetto detto fobigeno. Un esempio è rappresentato dalla fobia dei
piccioni: la gente li teme, ma un piccione non si è mai schiantato sulla faccia di un essere
umano. E chiaro, quindi, che si sposta un determinato sentimento inaccettabile sul
piccione;

Intellettualizzazione: controllo razionale delle pulsioni al fine di evitare una


compromissione nei confronti di qualità affettive inaccettabili, o che generano difficoltà
nella loro gestione. Tipico dell'adolescenza per fronteggiare la ricca richiesta pulsionale
tipica di quest'età, spesso causa di sofferenza.

Propri dei disturbi di personalità:

Scissione: separazione delle qualità contraddittorie dell'oggetto (buone e cattive), e di


conseguenza dei sentimenti a esso relativi, spesso vissuti come non integrabili (tutto o
nulla). Se, ad esempio, ci rapportiamo a una persona ritenuta "amica", che rivela un
aspetto di sé che non condividiamo o che ci ferisce, può capitare che arriveremo a scindere
le qualità buone della persona da quelle cattive, per non rinunciare al nostro oggetto di
relazione (trasformato in un oggetto buono e nettamente distinto da quello cattivo,
svalorizzato). Un meccanismo arcaico che tende a non tollerare la componente
contraddittoria della realtà affettiva e mirata evolutivamente alla ricerca di relazioni
"buone", gratificanti, senza far scoraggiare l'individuo di fronte ad esperienze frustranti;

Dissociazione: è a un livello ancora più alto di gravità rispetto lla scissione. II paziente,
infatti, vive una condizione cosl particolarmente dolorosa, che si dissocia per difendersi. E
quindi una frammentazione dell'lo, reso instabile da troppi affetti e pensieri contraddittori.
Ciò starebbe alla base del crollo psicotico, con cui avviene una separazione mentale della
realtà. Spesso può essere confuso con l'attacco di panico;

Proiezione: consiste nell'attribuzione dei propri sentimenti e affetti inaccettati all'esterno,


su un altro oggetto o sull'intero ambiente. Opera di frequente assieme alla scissione delle
in cui vengono proiettate all'esterno le ultime.
proprie qualità ritenute buone e cattive, e
Meccanismo alla base della paranoia. Il dr. Aloi riporta 'esempio di un suo paziente affetto
da delirio di gelosia, che non lavora più e non riesce più a fare sesso a causa della tanta
terapia. Ha un complesso di inferiorità e si sente una nullità, per cui sospetta che la moglie

ogni qual volta si allontani da lui (anche solo per stendere i panni)-lo tradisca.

Conversione: rappresentazione simbolica di un conflitto in termini fisici (paralisi isteriche);

Somatizzazione: trasferimento di sentimenti inaccettabili a parti del corpo (-parlare con i

corpo);
Introlezione: opposto alla proiezione, un oggetto esterno viene collocato entro i confini
dell'lo;

ldentificazione: un soggetto assume tratti, qualità, caratteristiche di un altro;

Negazione: ha la funzione di impedire al soggetto che la utilizza, e a chiunque lo interroghi,


di riconoscere specifici sentimenti, desideri, intenziorni o azioni di cui il soggetto potrebbe
essere responsabile. La negazione nevrotica consente di non ammettere o di non prendere
coscienza di un fatto psichico, idea o sentimento, che il soggetto ritiene potrebbe causargli
vergogna, rammarico o altri affetti dolorosi;

ldealizzazione: l'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress, interne o esterne,


attribuendo qualità esageratamente positive a se stesso o agli altri. Descrive relazioni, più o
meno reali, con persone o sistemi potenti, rivertiti, importanti. Questo serve di solito come
fonte di gratificazione e come protezione da sentimenti di impotenza, di scarsa importanza,
di poco valore.

Propri dell'organizzazione sana

Sublimazione: l'individuo affronta conflitti emotivi, dovuti a fonti interne o esterne di


stress, incanalando sentimenti o impulsi potenzialmente maladattativi in comportamenti
socialmente accettabili. Per esempio, un impulso ostile può essere incanalato in sport (il
Dr. Aloi ricorda, ad esempio, che tutti i più grandi pugili sono di origine campana) o lavori
competitivi, o impulsi sessuali possono essere espressi attraverso la danza creativa o l'arte
(1 Dr. Aloi menziona un'artista calabrese che dipinge quadri di nudo femminile);

Repressione: la repressione tiene lontani della coscienza sia il pensiero che l'affetto,
associati ad un fattore stressante al fine di occuparsi di qualcos'altro; comunque, il
materiale represso può essere volontariamente riportato completamente alla coscienza.
sentimenti dolorosi vengono riconosciuti, ma il soggetto rimanda il momento di affrontarli
a quando di sentirà più capace o il momento sarà più
appropriato;

Umorismo: individuo affronta confli emotivi o fonti di stress, interne o esterne,


enfatizzandogli aspetti divertenti o ironici del confilittoo della fonte di stress. Ogni volta
che un confilitto o tensioni esterne bloccano la piena espressione degli affetti o la
soddistazione di desideri, Iumorismo permette una certa espressione simbolica di essi,
mitigando temporaneamente la frustrazione dovuta al conflitto.

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Scopo della terapia analitica
Portare il paziente a riconoscere consciamente i conflitti, accettarli e affrontarli. I compiti
dell'analista, dunque, sono iseguenti
1. Far emergere impulsi e difese inconsce;
2. Offrire un'interpretazione sui sintomi.

Come ci si arriva? Tramite le tecniche psicoanalitiche:

Associazioni libere: viene chiesto al paziente di stendersi sul lettino e di esprimere


liberamente i suoi pensieri e sentimenti, senza valutarne la pertinenza. L'ipotesi è che il
paziente, trovandosi in uno stato di relativa comodità fisica (sul lettino appunto) e
lasciando vagare la mente, riduca le pressioni che solitamente impediscono ai contenuti
inconsci di venir fuori;

Paraprassie (lapsus, atti mancati, dimenticanze): rivela un conflitto inconscio tra


un'interazione cosciente e un'interazione perturbante, che agisce inconsciamente. Ad
esempio quando si ha un appuntamento importante a cui non si ha voglia di andare e ci si
dimentica di presentarsi.

Osservazione del comportamento del paziente durante la seduta;

Interpretazione della r azione di transfert, processo attraverso cui il paziente rivive nei
confronti del terapeuta quei sentimenti inconsci sperimentati nella relazione con i genitori;

Analisi di controtransfert (atteggiamento emotivo dell'analista nei confronti del paziente);

Tra le tecniche psicoanalitiche c'è anche il sogno ("custode del sonno"):


Chiave per accedere ai contenuti inconsci;
Preserva il desiderio di dormire del sognatore, "trattenendolo" nello stato di sonno;
ll suo scopoè l'appagamento del desiderio
inconscio
"Teoria dei sogni", Freud distingue 3 stati mentali:
Inconscio: sede di desideri, impulsi e ricordi (stato più profondo);:
Preconscio: è diverso dall'inconscio perché il sogagetto può riportare alla coscienza i ricordi;
Coscienza: basata sul principio di realtà, i contenuti sono direttamente accessibili (sistema
conscio).

I sogni sono soddisfacimenti camuffati di desideri confittuali (Freud, 1899). Nel sonno, le difese si
indeboliscono, consentendo 'accesso alla coscienza del desiderio, ma in una forma camuffata in
modo tale da preservare il sonno (sogrni come custodi del sonno).

vero significato del sogno (contenuto latente) viene elaborato attraverso un processo di
distorsione (lavoro onirico: condensazione, spostamento, simbolizzazione) e trasformato in
immagini accettabili per la coscienza (contenuto manifesto, cioè ciò che viviamo nel sogno), anche
se apparentemente prive di significato. Ciò che bisogna elaborare con il paziente è il contenuto
latente (es. la paziente anoressica sogna una balena spiaggiata sulla riva: per quanto la paziente
sia in una condizione di magrezza massima, si vede come una balena ferma, spiaggiata che non sa
cosa fare).

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La paziente in terapia appunta tutto sui diari alimentari nei quali sono previste delle sezioni
specifiche in cui vengono riportati un riassunto della giornata e i sogni.

I n due sogni riportati da una paziente ricoverata per malnutrizione si riscontra sempre la
sensazione di invisibilità, di non essere percepita dalle persone presenti nel sogno. Nel
secondo sogno questa sensazione di trasparenza fa seguito ad un tentativo di suicidio.
Durante la terapia erano stati affrontati il senso di inadeguatezza, di abbandono e del
mancato accudimento della paziente, sensazioni che secondo la teoria psicanalista si sono
ripresentate nel sogno.

Il Professore afferma che coloro i quali dicono di "non sognare" non è veritiero ma risultano essere
molto rigidi, lasciando poco spazio al lavoro onirico, inconscio ma è considerato un buon segno
quando il paziente riporta finalmente dei sogni.

Contenuto Latente Lavoro Onirico Contenuto Manifesto

La tecnica di interpretazione dei sogni deriva da questa ipotesi sulla loro formazione. Le
associazioni fatte dal sognatore sugli elementi del contenuto manifesto consentono all'analista di
invertire il procedimento della formazione del sogno:

Contenuto Manifesto Contenuto Latente

Il processo psicoanalitico trova la sua definizione nella sequenza sogno libere associazioni -
interpretazione, che può considerarsi in un certo senso parallela a quella, sottostante, sintomo -

difesa-conflitto

TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
Nascita: anni "30 del comportamentismo (.B. Watson)
Superamento della concezione psicoanalitica e dell'introspezione
Intenzione di riconoscere la psicologia come scienza, studiando ciò che risulta essere
misurabile, il comportamento umanoeil tempo di apprendimento
Vengono condotti diversi studi (es. cane di Pavlov)
Eliminano la mente, la quale non si può misurare e viene definita una black box
Focus sull'osservazione del comportamento umano (og8ettivabile e quantificabile) dei
fattori ambientali (stimoli) in grado di cambiarlo (risposte).

Piccolo approfondimento: Cane di Pavlov: l'apprendimento del cane attraverso il condizionamento

classico(potrebbe risultare utile


ll condizionamento classico è un principio di apprendimento definito e studiato dalla psicologia
che prevede l'osservazione e la descrizione di alcuni riflessi condizionati, detti anche pavloviani,
assunti in determinate condizioni ambientali ed esperienze, modulate attraverso degli stimoli. Si
tratta di un metodo di apprendimento valido per diverse specie di animali, compreso l'uomo.

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Chi è lvan Pavlov? Etologo e fisiologo russo ad inizio 900 (Premio Nobel 1904), questa sua
intuizione prende piede nel pieno fermento della corrente di psicologia comportamentale (o
behaviorismo) e della corrente di pensiero della riflessologia russa strettamente affine agli studi

fisiologici.

Il condizionamento rispondente o classico fu studiato da Pavlov partendo dall'osservazione e


dallo sviluppo di ricerche scientifiche inerenti il funzionamento fisiologico dei processi digestivi nei
cani attivati a partire dalla salivazione. Egli comprese come in seguito a stimoli ambientali
venivano generate risposte comportamentali riflesse e non precostituite, definite anche come
stimoli incondizionati, ossia non appresi in precedenza. In altre parole Pavlov comprese che ad
uno stimolo poteva seguire una risposta incondizionata e che quindi si poteva far apprendere al
cane un determinato comportamento se quest'ultimo veniva sottoposto più volte alla presenza
dello stimolo. Esempio emblematico è il padrone che appena prende il guinzaglio suscita nel cane
un'emozione positiva che il cane ricollega al fatto di essere portato a passeggio o il rumore della
ciotola che fa correre il cane ovunque egli si trovi perché conscio che è arrivato il momento di
mangiare. condizionamento classico o rispondente è un metodo di apprendimento automatico
che viene collegato inconsciamente ad uno stimolo (riflesso condizionato). In questa condizionei
soggetto non è parte attiva del processo ma reagisce comunque in positivo allo stimolo datogli.

di Pavlov
llcane diPavlov:esempio :lo schema del cane . PRIMA DEL cCNOIZIONAMENTO 2 PRMA DEL CONDIZIONAMENTO

evidenzia come un cane che ha fame (situazione


precondizionata), sentendo suonare un campanello (che ES
oLO

equivale ad uno stimolo neutro) resti indifferente. Ma se wcoNErEArO c oDICATO

DLRANTE R. cONDIZ ONANENTO 4 DOPO COND ZIONAwENO


poi gli viene presentato del cibo viene stimolato
incondizionatamente e in modo naturale alla salivazione
VwoNI CAALLTND NIo

(stimolo incondizionato). Se, però, questa associazione awwtuwo cas onDIONAO


eutouAr coND7IOm
viene sottoposta al cane per più volte, il cane collegherà
direttamente il suono della campana al cibo e pertanto inizierà a salivare non appena ascolterà il
suo suono. La campanella, grazie alle ripetizioni e ai vari rinforzi proposti al soggetto, passa dal
diventare uno stimolo neutro ad uno stimolo condizionato e attivo. In questo modoil cane
penserà al cibo non appena avrà udito il suono del campanello, grazie al rinforzo positivo, ossia i
cibo presentatogli. Per fare in modo che questo comportamento condizionato venga radicato è
necessario che il rinforzo venga proposto all'animale più volte. Una mancanza di rinforzi, infatti,
potrebbe compromettere la risposta condizionata. Solo una volta ben radicato e appreso dal
cane, il rinforzo potrà essere cambiato e modulato per passare ad uno step successivo che
prevede stimoli diversi e variabili. Per concludere, il cane di Pavlov prevede che siano i riflessi
naturali dell'animale ad essere stimolati e non, come previsto dal condizionamento operante
(secondo la definizione del teorico americano Skinner), rapprendimento attivo di nuovi
comportamenti. Il controcondizionamento classico, invece? Il cane una volta appreso
rispondere ad uno stimolo condizionato potrebbe invertire questo suo comportamento seguendo
gli stessi fondamenti (comportamento avwersivo). Per esempio se un cane risulta essere molto
aggressivo verso la gente perché ha subito un'esperienza negativa che lo ha segnato, può
cambiare questo suo comportamento se ogni volta che si trova nella stessa situazione gli viene
associato un evento positivo (del cibo, una carezza, eccetera).

TEORIE DELl'APPRENDIMENTO
Condizionamento classico (Pavlov): 'apprendimento e il cambiamento dipendono
dalla probabilità che un certo gruppo di stimoli si associ ad una determinata risposta
(fobie)
Condizionamento operante (B.F. Skinner): la frequenza e la selezione di un certoo
comportamento vengono influenzate dal feedback che generano (uso di sostanze)

Appronfondimento: Skinner cominciò le sue ricerche sul condizionamento operante, seguendo un


programma strettamente comportamentista. Era interessato all'osservazione del comportamento
e della sua relazione con le contingenze di rinforzo, cioè delle occasioni in cui ad una determinata
faceva seguito una ricompensa. L'unica cosa necessaria era mostrare che quando una risposta era

seguita da un certo esito, era più probabile che si ripetesse di nuovo. Skinner estrapolò le sue
analisi di carattere generale dallo studio del comportamento di ratti e piccioni immessi in una

gabbia, la famosa Skinner- box. Cosa succedeva? ll ratto, veniva rinchiuso nella gabbia, grazie alla
quale lo sperimentatore aveva un totale controllo sull'ambiente in cui il ratto si trovava, per
esempio poteva esserci un meccanismo fatto in modo da dare al ratto una pallottola di cibo ogni
volta che l'animale premeva una leva. All'inizio, un ratto privo di addestramento poteva andare

per un bel di premere accidentalmente la leva e ricevere del cibo. ll cibo funzionava da
po' prima
rinforzo positivo, la leva veniva abbassata sempre più spesso, e ciascun rinforzo rendeva più
probabile l'abbassamento successivo. Il ratto poteva restare nella gabbia circa un'ora al giorno,
di
ottenendo volta il suo cibo più rapidamente fino alla perfetta acquisizione della risposta
ogni
abbassamento della barra. Se a questo punto, il meccanismo veniva riprogrammato in modo che
l'abbassamento della barra non producesse più cibo, si verificava una graduale estinzione: il ratto

non mostrava la stessa probabilità di


premeva la leva sempre più raramente, finché la risposta
verificarsi che aveva all'inizio. l'acquisizione del condizionamento operante si verifica più

rapidamente nel caso di rinforzi maggiori.

Apprendimento osservativo (A. Bandura): alcuni comportamenti vengono rinforzati ed


appresi, dopo essere stati imitati da comportamenti altrui (fumo di sigaretta)

Bandura si focalizza sulla cognizione sociale, facendo degli esperimenti con i bambini, ai
delle violente. I bambini che avevano osservato tali scene
quali faceva osservare scene
di
in alcuni filmati le riproducevano in situazioni naturali. ( Professore pone l'esempio
volta
vendendo picchiare una bambola, compie tale azione a sua
e
un bambino che

consiglia di cercare su Internet o precisamente su YouTube gli esperimenti di Bandura).


l l comportamento dei genitori osservato dal bambino può influenzare quest'ultimo.
ILMODELLOCOGNITIV0
Sviluppata da Aaron T. Beck, terapeuta psicanalista, durante i primi anni 60, periodo della
cibernetica, delle prime macchine. Egli riteneva che il pensiero fosse sia "il problema psicologico
fondamentale" sia "il suo rimedio psicologico". Invece di focalizzarsi sugli aspetti inconsci, Beck
ipotizzò come potenzialmente utile il coinvolgimento nell'analisi clinica anche degli aspetti consci
e razionali dell'individuo e sviluppò alcune tecniche specifiche per operarvi funzionalmente.

Beck quindi parte dall'osservazione clinica dei suoi pazienti con depressione, prestando attenzione
notò come quasi tutti i suoi pazienti presentassero gli stessi pensieri (es. non servo a nulla, sono
un peso per gli altri, non valgo niente). IIlpensiero risulta canalizzato in un certo modo.

Nel caso della depressione, approfondiamo il modello cognitivo di Beck e la Terapia Cognitivo-
comportamentale. Il disturbo depressivo presenta 3 caratteristiche distintive:

1. Un mutamento dell'umore in senso negativo (tristezza, disperazione, senso di inutilità, .),


accompagnato dalla scarsa valutazione di sé
2. Un alterato rapporto con l'ambiente (es. abbandono di attività un tempo praticate con
piacere e danneggiamento serio delle relazioni interpersonali e di coppia)
3. Una visione negativa del futuro

Questi 3 elementi rappresentano la cosiddetta TRIADE COGNITIVA ipotizzata da Beck che


considera alla base della depressione una riduzione del senso di speranza e fiducia in sé, negli altri
e nella vita. Nel modello cognitivo di Beck, le emozioni provate sono una conseguenza del modo in
cui individuo vede se stesso, gli altri ed il futuro; i comportamenti che ne derivano sono, a loro
volta, frutto dei processi emotivi e cognitivi negativi che paralizzano la motivazione ed il piacere
provato in qualsiasi attività, soprattutto in quelle prima più piacevoli. Il paziente desidera, cosi,
fugire fino ala fuga estrema da se stessi qual è il suicidio. Gli schemi cognitivi alla base della
depressione si incentrano intorno ai temi di indegnità e fallimento che "assorbono"
completamente le energie mentali e fisiche, per il loro carattere di rimuginazioni continue. Scopo
della terapia cognitiva è sostituire tali schemi disfunzionali con interpretazioni meno estreme,
quindi più realistiche, il che significa sostituire l'errata identificazione tra fare ed essere, cioè tra
"fallire" in qualcosa ed "essere un fallimento".

Esaminazione ed analisi dei pensieri riportati


Prestazioni efficaci e rapide per aiutare le persone a risolvere difficoltà di adattamento
o crisi evolutive (difficoltà nelle relazioni sociali o nel lavoro, ansia da esame, reazioni
disadattive al lutto, difficoltà nella coppia o nella gestione dei figli etc.)
Utile anche ad ognuno di noi

13
l modello cognitivo postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti,
sottolineando come molti dei nostri problemi, tra i quali queli emotivi, siano infiluenzati da ciò che
facciamo e iò che pensiamo nel presente, qui ed ora. Non è la situazione di per sé a determinare
cio che le persone sentono, ma il modo in cui interpretano tale situazione. Sonoi pensieri della
persona, la sua percezione degli eventi che influenzano le emozioni e il comportamento. !'essenza
del pensiero cognitivista può essere riassunto da questa frase di Epiteto: "Le persone sono
disturbate non dalle cose ma dal'interpretazione che essi ne danno".

Esempio: "E notte e due persone sono a letto in attesa di prendere sonno, quando
improvvisamente sentono un rumore". Che reazione avreste? Cosa pensereste? Ad una stessa
situazione risponde in maniera diversa dopo che ciascuno ha effettuato una valutazione
dell'evento. Analizzandoi pensieri, in tal caso dei pazienti, si risale allo schema cognitivo
principale del paziente.

L'ipotesi è che comune a tutti i disturbi psicologici sia il pensiero distorto o disfunzionale (che
influenza l'umore e il comportamento del paziente).

I modello alla base dell'approccio cognitivo-comportamentale si oppone ad una visione


"deterministica" delle emozioni e dei comportamenti umani: le situazioni che ognuno di noi vive,
cioè, non determinano direttamente le nostre reazioni (emotive e/o comportamentali).

Esiste, invece, un terzo elemento che agisce fortemente sulle nostre reazioni e ciò è il pensiero.

PERCHE' INTERPRETIAMO GLIEVENT


Perché cerchiamo di dare un senso a ciò che ci circonda e ci organizziamo l'esperienza per non
essere sopraffatti dalla grande quantità di stimoli a cui sono sottoposte ogni giorno. Con il passare
del tempo le varie interpretazioni portano ad alcuni convincimenti e apprendimenti, che possono
essere più o meno aderenti alla realtà e più o meno funzionali al benessere della persona.

Convinzione centrale

(sono inadeguato)

Convinzioni intermedie

(è teribile essere incompetente se lavoro al massimo


posso fare alcune cose, devo sempre lavorare al massimo

Situazione Pensiero automatico Reazione

fare un esame) (1non ce la farò mai) emozionale (tristezza)


comportamentale (smettere di studiare)
In terapia cognitiva si parte dall'evento, in tal caso consiste nel fare 'esame. Il paziente,
considerato l'evento prova delle emozioni e delle sensazioni somatiche che devono essere prese in

considerazione (es. ansia, attacchi di panico, palpitazioni, nonriuscire studiare


a
etc.). La stessa
situazione, lo stesso stimolo, risulta essere interpretato diversamente da persona in persona.

Nel paziente che riporta le sensazioni suddette, il terapeuta deve essere bravo a tirar fuori
pensieri automatici, "automatici" perché non riconosciuti dal paziente. Durante il momento
dell'approccio allo studio, il paziente riporta che stava pensando: "non ce la farò mai etc.", quindi
con questo si vuol fare intendere che si addestra il paziente affinché riesca a riconoscere ed
esporre questi pensieri, i quali verranno segnati nei diari precedentemente citati. La reazione
emotiva, comportamentale e fisiologica dipende dal pensiero automatico, la tecnica utilizzata è la
Tecnica delPABC.

LATECNICA DELL'ABC
Molto diffusa in ambito cognitivista, sia perché rappresenta una base fondamentale per
assessment e per la psicoterapia, sia perché la sua potente semplicità la rende uno strumento
applicabile e molto utile ad un range molto vasto di pazienti con caratteristiche psicologiche
diverse.

In letteratura ne esistono di diverse forme, utilizzate in fasi diverse della terapia ma che, in breve
si possono suddividere in due tipologie:

ABC comportamentale
ABC cognitivo
ABCCOMPORTAMENTALE
Nella colonna delle A vengono inseriti gli antecedents (gli antecedenti) di un certo
comportamento (situazioni, episodi..);
Es. Sono a casa da solo
Nella colonna centrale del B vengono inseriti i behaviors (i comportamenti) messi in
atto in quella data situazione; vale la pena specificare che il B comportamentale
comprende sotto l'etichetta di "behaviors" anche emozioni, pensieri e comportamenti
(ahimè fonte di gran confusione per i cognitivisti)
Es. Abbuffata
Nella colonna finale del C, rientrano le consequences (le conseguenze) di quel dato
comportamento
Es. Vomito, colpa

ABCCOGNITIVO
Utile per individuare insieme al paziente le sue convinzioni (credenze) funzionali o, soprattutto in
clinic, disfunzionali (nel senso di "poco utili", in rapporto agli scopi e ai bisogni del paziente):

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Nella colonna delle A vengono inseriti gli antecedents (gli antecedenti), owero
situazioni, episodi ma anche stati emotivi situazionali (come, ad esempio, "sto
provando ansia");
Es. Sono a casa da solo
Nella colonna centrale del B vengono inseriti i beliefs (le credenze), pensieri, più o
meno automatici, chei paziente "produce" per dare significato all'A antecedente;
Es. Non sopporto di stare senza far niente. Mi sento inutile
Nella colonna finale del C, rientrano le consequences (le conseguenze) in termini
emotivi ("cosa provo") e comportamentali ("cosa faccio") infiuenzate dalle credenze in
B
Es. Emotive: Noia
Es.Comportamentali: Abbuffata (disturbo del comportamento alimentare legato al
senso di inutilità)

Quindi addestro il paziente a riconoscere i suoi beliefs, le credenze, (pensiero


sue
automatico).
Successivamente con il paziente si cerca di rievocare quegli episodi passati, momenti della vita
durante i quali il paziente percepiva la sensazione di "non farcela", di fallimento (si possono
rievocare anche attimi di infanzia). Il pensiero "non ce la farò" perché sussiste? Evidentemente
nella sua mente c'è un pensiero più profondo, una rappresentazione di sé stesso più profonda la
quale consiste nella convinzione centrale o schema cognitivo (sono inadeguato). L'obiettivo
principale consisterà far capire al paziente il motivo per il quale percepisce questa inadeguatezza.

Esempio di un disturbo alimentare, il quale presenta una idea prevalente: "mangio, ingrasso, vado
a controllarmi" (si pesa dopo aver mangiato, si prova sconforto disgusto) la
e e pazienta
rappresenta il suo sé distfunzionale in quanto grassa. La terapia tenderà a lavorare sulla
convinzione centrale e cercherà di capire le cause per le quali si sia consolidata.

Convinzione centrale

(sono grassa)

Convinzioni intermedie

Atteggiamenti: é terribile essere grassa


Regole: devo fare sempre del mio meglio per dimagrire
AsSunzioni negative: se non riesco a dimagrire la mia vita sarå uno schifo
Assunzioni positive: solo se riesco a dinmagrire, potrð essere amata

situazione Pensiero automatico0 Reazione


Pancia gonfia dopo nmangiato Sono grassa come un maiale
Emozionale sconforto, disgusto
Comportanmentale saltare il pasto successivo
Fisiologica senso di gonfiore dell'addome
DISTORSIONI COGNITIVE
I pensiero dicotomico (o tutto o nulla): una situazione o è un successo oppure è un falimento,
non esistono gradi intermedi, se una situazione non è perfetta è un completo fallimento (ad
esempio, se non sono magro, sono brutto"). Le cose sono vistein termini di categorie
mutualmente escludentisi senza gradi intermedi ("o tutto o nulla"). La scala sulla quale il paziente
si basa o sulla perfezione o sul completo fallimento e si cerca di far capire al paziente quanto siano
alti gli standard prestailiti. "Perfezionisti"

L'ipergeneralizazione: il fare, come si suole dire, "di tutta l'erba un fascio", un evento negativo
non è semplicemente qualcosa che in quella circostanza è andata male, ma è la prova che la vita è
fatta solo di eventi negativi. Anche definito come "globalizzazione", uno specifico evento è visto
come essere caratteristica di vita in generale o globale piuttosto che essere un evento tra tanti.

V'estrazione selettiva (o filtro mentale): cioè il puntare l'attenzione su un solo aspetto (negativo)
di una situazione ignorando tutto il resto (positivo) (ad esempio, il professore loda l'elaboratoe
suggerisce alcune modifiche marginali e questo viene vissuto come un giudizio negativo su tutto il
lavoro senza tener conto dei giudizi positivi.) ("Durante la relazione una persona dormiva, sono
stato noioso"). II paziente che ha un senso di inadeguatezza nei suoi confronti coglierà solo gli
aspetti negativi, per i quali sofrirà e ne risentirà anche la sua vita sociale. Bisogna far capire che un
possibile scompenso, evento fallimentare non debba essere una causa che non gli consentirà piùu
di riemergere e dovrà capire tutti gli errori cognitivi che mette in atto durante i suoi ragionamenti
dettati dallo schema, partendo dal pernsiero automatico, e dall'emozione che si prova.

Lo squalificare il lato positivo: le esperienze positive che sono in contrasto con la visione negativa
sono trascurate sostenendo che non contano. Vengono minimizate, attribuite al casoo
all'educazione, alla gentileza degli altri ("era una cosa secondaria - per una volta ho avuto fortuna
lo dicono per educazione, perché certecose non si dicono in faccia .."). Ad esempio, non credere
ai commenti positivi degli amici e colleghi dubitando che dicano ciò solo per gentilezza. ("ciò non
conta nulla, conta di
più..").

utega
ato da

TblaS13

Diario emotivo
afum

compilato da un u

paziente nai-1009
pee

In questo diario si d

descrive l'evento con


i teg modot
ate

acCM

oete sn im
relativo pensiero del
paziente.
ta
Es. Gianni mi ha detto che non possiamo vederci nel fine settimana. Pensiero: non gli piaccio

ANDAMENTO DELL'INTERVENTO COGNITIVO


Il decorso abituale dell'intervento cognitivo prevede un lavoro iniziale sui pensieri automatici e
sugli errori di ragionamento. Si insegna al soggetto ad identificarli, valutarli per poi modificarli.
Successivamente l'intervento si sposta sulle convinzioni intermedie e centrali che sono valutate e
modificate attraverso strategie specifiche. La loro modificazione porta il
soggetto a percepire gli
eventi in modo tale da sviluppare reazioni emozionali fisiologiche e comportamentali meno
disfunzionali. Secondo il modello cognitivo la modificazione delle convinzioni centrali porterebbe il
soBgetto a cambiamenti profondi e dovrebbe ridurre il rischio di ricadute.

la cornice teorica del Cognitivismo è quella di Popper, il quale poneva attenzione sula
classificazione della teoria. Per affermare che una legge è vera, bisogna constatare che
quest'ultima resiste alla falsificazione. Popper diceva quindi: " Affinché una legge sia vera, deve

reggere alla falsificazione". La mia rappresentazione, la mia idea, la mia legge è "sono inadeguato"
affinché venga ridotta, devo falsificarla ma secondo la teoria cognitiva la mente non tende a
falsificare, tende a confermare. La terapia cerca di disconfermare ridea che il paziente ha di sé
stesso e mostra le alternative di lettura della situazione.

PSICOTERAPIASISTEMICARELAZIONALE
TERAPIA SISTEMICA
Approccio sistemico alla Terapia della Famiglia, la quale presenta una determinata
influenza sui figli
Watzlawick 1967 "Pragmatica della Comunicazione Umana": primo assioma >e
impossibile non comunicare
Contributo teorico di Gregory Bateson e di un gruppo di ricercatori della scuola di Palo
Alto in California
Teoria dei "Sistemi" visto come raggruppamento di elementi, all'nterno dei quali
intercorrono delle interazioni tali per cui ogni variazione nello stato di un elemento
finisce con il modificare lo stato degli altri elementi.
Casualità circolare e non lineare
Capro espiatorio (elemento più debole) o "Paziente Designato"
Punti cardine della terapia sistemico relazionale con evidenzia scientifica di tipo A (il
grado più alto)
Ci sono delle linee guida per i diversi disturbi e per la terapia compresa la terapia
farmacologica.
Ogni famiglia ha un suo equilibrio interno (omeostasi) anche se disfunzionale ed
opporrà le sue resistenze al cambiamento.
La terapia è vista come azione attaa "perturbare" questo equilibrio
Minuchin e la patologia dei confini delle famiglie (Invischianti e Disimpegnate)

18
Invischianti: famiglie nelle quali non sono presenti dei confini, la presenza di
iperprotettività e non si assumono dei ruoli ben precisi e tutti possono esprimere la
propria opinione su qualsiasi situazione.
Ci permette di avere degli indizi riguardo la famiglia e la relazione con essa del paziente.
Setting: intera famiglia con terapeuti interni e altri oltre lo specchio
Seduta
Preseduta
Intervista familiare
Discussione
Conclusione
Postseduta

DOPPIO LEGAME
D a "Ecologiadella mente" di Gregory Bateson, 1972

Un giovanotto che si era abbastanza ben rimesso da un accesso di schizofrenia ricevette in


Ospedale una visita di sua madre. Contento di vederla, le mise d'impulso il braccio sulle spalle, al
che ella s'irigid. Egli
ritrasse il braccio, e la madre gli domandò: "Non mi vuoi piü
ragazzo arro5s), e la madre disse ancora: "Caro, non devi provare cosi facilmente imbarazzo e
bene?".
paura dei tuoi sentimenti". I paziente non poté stare con la madre per pochi minuti ancora, e
dopo la sua partenza aggredi un'inserviente e fu messo nel bagno freddo"

Spiegazione: a livello di comunicazione implicita (il gesto di irrigidimento) la madre esprime il


rifuto per il gesto di affetto del figlio, invece a livello di comunicazione esplicta (la frase detta in
seguito), la madre nega di essere la responsabile del'allontanamento, alludendo al fatto cheil
figlio si sia ritratto non perché bloccato dai suoi stessi sentimenti; il figlio, colpevolizzato, si trova
impossibilitato a rispondere.

L'APPROCCIO ALLA FAMIGLIA COME SISTEMA


Tutti coloro che si occupano di interventi familiari concordano sul fatto che la famiglia sia un
qualcosa che va al di là delle singole parti, in questo senso un approccio sistemico è condiviso da
tutti gi autori che si occupano di interventi di
psicoterapia familiare, tuttavia sotto questo aspetto
vengono spesso coinvolti significati e definizioni diverse che si tratta in qualche modo di
esplicitare.
La famiglia come sistema significa considerare l'intera totalità
come qualcosa di diverso dai
singoli
membri che costituiscono, il cui funzionamento o non funzionamento è in relazione all'intero
sistema.

Lavorare con la famiglia significa condividere l'idea che la famiglia sia un sistema complesso.
SALVADORMINUCHIN EIL FUNZIONAMENTO DELLAFAMIGLIA
Struttura gerarchica tra le generazioni

19
Definizione di regole di comportamento
Stile transazionale compreso fra due estremi
Famiglie disimpegnate
Famiglie invischiate
CONCETTIBASE DELLA TERAPIA STRUTTURALE
Ogni sistema umano ha necessità di organizzarsi (regole, gerarchie)
Complementarietà
Sottosistemi
Confini: regole generate da contratti impliciti ed espliciti

QUATTRO PAROLECHIAVE PER DESCRIVERE LE FAMIGLIE ANORESSICHE


INVISCHIAMENTO
Nella famiglia il bambino impara come punte8giare il flusso delle esperienze: lealtà e
protezione vs autonomia e autorealizzazione
L'individuo si perde nel sistema > prendere la voce dell'altro
Alleanze mutevoli e alternarsi del sostegno
IPERPROTETTIVITA"
Ipersensibili a qualsiasi segno di malessere
Vengono costantemente provocate ed esaudite risposte di protezione e nutrimento
Ogni membro è immobilizzato nel proprio ruolo
Il ruolo della paziente è quello di proteggere la famiglia pagando tutto ciò con il suo
sintomo.

Kandel e i suoi principi: gli effetti del CBT


(Cognitive - Behavioral Therapy) o il

Citalopram Treatment sulle attività


cerebrali utilizzati in alcuni pazienti.

Le aree cerebrali Sono

sovrapponibili

pazienti sottoposti a terapia


cognitiva migliorano di più BIPSych
rispetto ai pazienti di un
gruppo d controllo
sottoposto ad una terapia
normale.

2
56
ne
md pr
t r a t t a m e n t i

dei
Evidenze delle linee guida citata prima,
e f f i c a c i a

E v i d e n z a
di in questo caso si focalizza sui
n e i DCA4
trattamenti nei DCA. CBT (Cognitive
Behaviour Therapy)

w Prestando attenzione alla terapia


basata sulla famiglia per gli adolescenti
**
Modes

M " nel caso dell'Anoressia Nervosa ha un


M
effetto moderato, il quale risulta essere
g
il più alto. Quindi se arriva una paziente
molto giovane con un disturbo del
rairburn CG, Hamson PJ. Lancet 2003, 361: 407-16 comportamento alimentare potrebbe
presentare un sintomo nato nel nucleo
familiare.

QUALEPSICOTERAPIA?
DISTURBO APPROCCIO PSICOTERAPEUTICO
GAD Psicoterpia cognitivo-comportamentale
PTSD Psicoterapia cognitiva; psicoterapia psicodinamica
DOC Psicoterapia comportamentale; psicoterapia cognitivo-comportamentale
DISTURBI Psicoterapia cognitivo comportamentale
SOMATOFORMI
AN Psicoterapiacognitivo-comportamentale; psicoterapiafamiliare
BN Psicoterapia cognitivo-comportamentale, psicoterapiainterpersonale
DISTURBO Insegnamento di abilità sociali
EVITANTE DI
PERSONALITA

GAD | Disturbodi ansiageneralizzato


PTSD
DOC
Disturbo da stress post traumatico
Disturbo Ossessivo CompulsiVo
AN Anorressia Nervosa
BN Bulimia Nervosa
A Cosa serve questa classificazione? Facciamo un esempio pratico: I pazienti con disturbi d'ansia
non andrà da un terapeuta che fa psicoanalisi, la quale invece può essere utilizzata nei disturbi di
personalità. Saper distinguere risulta fondamentale.

La psicoterapeuta riceve ciò che comunica il paziente, rielabora e riconsegna tutto al paziente, il
quale può trarne beneficio. Se il terapeuta però non risolve delle dinamiche personali, queste
possono ostacolare la sua stessa attività, perché non è utile identificarsi troppo con il paziente e
sentir proprio ciò che viene riportato dal paziente.

Emailk: matteo.aloi@hotmail.it

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