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I MODELLI DI

PSICOTERAPIA BREVE

Prof. Mario Fulcheri


Cattedra di Psicologia Clinica
Università degli Studi “G. d’Annunzio”
Chieti-Pescara
Sulla definizione di Psicoterapie Brevi e sui
principali modelli (Bellino, 1999)
 “Si tratta di interventi brevi o più correttamente limitati nel
tempo, cioè comprendenti un numero di sedute complessivo
non superiore a 20-30. Queste psicoterapie si caratterizzano
per la possibilità di essere applicate a un maggior numero di
soggetti, anche negli ambulatori dei servizi pubblici; si basano
su un manuale di riferimento che ne chiarisce l’impostazione e
il metodo, agevolando la verifica dei risultati.”
 Sono individuabili tre principali modelli di psicoterapia breve:
- Psicodinamica
- Cognitivo-comportamentale
- Interpersonale
Psicoterapie Psicodinamiche Brevi
 Derivano dai modelli psicodinamici del profondo: psicoanalisi
freudiana, psicologia individuale adleriana, psicologia analitica
junghiana. I presupposti comuni che giustificano la collocazione
delle tre principali Scuole del profondo nello stesso contesto, sono i
seguenti:
- Esplorazione dell’azione dinamica conflittuale dell’inconscio che
agisce nella strutturazione delle varie affezioni psichiche;
- Esigenza di maggiore maturazione consapevole della personalità
come elemento cardine per la soluzione della sintomatologia;
- Analisi del transfert come tecnica terapeutica.
 Esse propongono parziale modificazione strutturale della personalità
attraverso l’investigazione e il “lavoro” focalizzato sulle
conflittualità centrali
 Il processo di focalizzazione su alcuni problemi, definito
Focus, costituisce uno dei fattori principali caratterizzanti la
psicoterapia breve: esso può essere rappresentato da un
sintomo o difficoltà contingente su cui terapeuta e paziente
concordano di lavorare, deve essere inerente un bisogno, un
evento, un conflitto, una situazione attuale di vita e spesso
può costituirsi anche come preparazione e motivazione a un
intervento psicoterapeutico a medio-lungo termine (Fassino,
1995).
 Nonostante l’investigazione sia parziale e focalizzata, le
mete e le procedure non sono per questo limitate o non
tengono in considerazione il nucleo profondo della
personalità, più semplicemente sono orientate a un lavoro
focale (Bianconi, dispense S.A.I.G.A., 2002).
 Il terapeuta necessita di una solida formazione
personale, tale da consentire l’acquisizione degli
elementi centrali riferibili sia alle relazioni
significative che fanno parte del passato del
paziente, sia ai movimenti transferali da
quest’ultimo instaurati.
 Le modalità terapeutiche, non enfatizzano
l’utilizzo delle interpretazioni, indica
preferenzialmente interventi di chiarificazione e
confrontazione.
 Durata: il numero di sedute è in genere variabile; al paziente può essere
comunicato fin da subito il numero di sedute oppure, genericamente, la brevità
del trattamento.
 Setting: è stabile, le sedute sono regolari per frequenza e orario, in posizione
“vis-à-vis”.
 Atteggiamento del terapeuta: è “attivo”, in modo variabile a seconda dei
diversi orientamenti teorici.
 Transfert: alcuni orientamenti teorici privilegiano un’interpretazione del
transfert fin da subito, altri solo nelle fasi finali del trattamento in relazione ai
vissuti di perdita e separazione, altri ancora ne sconsigliano l’utilizzo.
 Controtransfert: è importante che il terapeuta possa utilizzare la sua capacità
di provare sentimenti in reazione a quelli espressi dal paziente, tenendo conto
dei limiti temporali del trattamento.
 Finalità: gli obiettivi terapeutici possono variare dalla risoluzione del sintomo
o del conflitto focale a un rimodellamento degli assetti difensivi rigidi fino a,
quando consentito, un riassestamento della personalità necessariamente
circoscritto ad alcune aree problematiche.
Attuali principali specifici orientamenti teorici in
Psicoterapia Psicodinamica Breve
 Psicoterapia focale breve di Malan: il focus è circoscritto e individuato in un
conflitto intrapsichico che ha origine nell’infanzia e spiega la problematica
principale del paziente. Vi è un’attenzione selettiva per gli elementi che si
riferiscono all’ipotesi psicodinamica di base, mentre secondario interesse viene
attribuito agli elementi estranei ad essa. Per la selezione del paziente Molan dà
molta importanza al quadro psicopatologico (tra le controindicazioni assolute
spiccano le dipendenze da sostanza e i gravi passaggi all’atto).
 Psicoterapia a breve termine di Sifneos: consiste in un trattamento
particolarmente attivo, il cui scopo principale è costituito dalla risoluzione del
conflitto intrapsichico eviedenziato; il paziente viene posto di fronte alle proprie
resistenze in modo drastico; le difese non sono tanto interpretate quanto
affrontate. Viene richiesta al paziente alta motivazione, buona capacità di
interazione e una notevole forza dell’Io, al fine di sostenere il ruolo attivo del
terapeuta e tollerare l’ansia suscitata dal trattamento.
 Psicoterapia dinamica breve a focus allargato di Davanloo: la tecnica,
derivata dall’orientamento psicoanalitico, è confrontativa nel senso che
pone il paziente, attraverso interpretazioni talora incalzanti, costantemente
di fronte alle sue difese nei riguardi dei sentimenti inconsapevoli. Il
numero di sedute varia a seconda del tipo di conflitto inteso come focus
(più lungo e complesso nelle conflittualità riguardanti la perdita).
 Psicoterapia limitata nel tempo di Mann: la finalità di fondo è collegata a
curare il dolore mentale e la negativa immagine di sé presenti nel
paziente, lavorando sul conflitto centrale attuale con particolare attenzione
alle problematiche di separazione – individuazione e ai sentimenti
negativi distruttivi e di rabbia, che si cerca di far emergere nelle varie fasi
terapeutiche. I criteri i selezione utilizzai da Mann sembrano più flessibili
rispetto a quelli degli altri orientamenti, limitandosi a valutare le funzioni
dell’Io, la capacità di coinvolgimento e di disinvestimento affettivo. La
durata della terapia è rigorosamente limitata a 12 sedute.
Le psicoterapie Brevi Cognitivo-
Comportamentali
 I principali modelli di terapia comportamentale: pongono al
centro dell’intervento clinico il comportamento osservabile del
paziente in relazione al suo ambiente; l’intervento di
psicoterapia breve ha come obiettivo la correzione del
comportamento disadattivo del soggetto, senza la necessità di
formulare ipotesi sui suoi conflitti interni; esso si basa sui
principi della teoria dell’apprendimento, in particolare sul
modello del condizionamento classico e operante; poiché tutti
i comportamenti, secondo i terapeuti comportamentali, sono
appresi ed è pertanto possibile sostituire la condotta
indesiderata con una ritenuta più funzionale, per lo più
attraverso un approccio progressivo e graduale.
Tecniche comportamentali
 Desensibilizzazione sistematica: il soggetto viene esposto ad
una serie di stimoli reali o immaginari progressivamente più
ansiogeni solo dopo aver raggiunto uno stato di rilassamento;
 Inibizione reciproca: al comportamento deviante viene
associato un comportamento con esso incompatibile in modo
da estinguerlo;
 Flooding, Implosion: si intendono una serie di tecniche che
impiegano l’esposizione traumatica per desensibilizzare il
paziente;
 Condizionamento avversativo: al comportamento deviante
viene associato uno stimolo sgradevole, venendo così
progressivamente a estinguersi nel soggetto il
comportamento in questione.
 I principali modelli di terapia cognitiva: pongono al
centro dell’attenzione il tipo di conoscenza che il
paziente ha di sé, degli altri e della realtà esterna in
generale; l’intervento psicoterapeutico breve si basa
sul fondamento teorico che la percezione e la
condotta di un individuo sono largamente determinati
dal modo in cui il soggetto struttura la conoscenza
della realtà; tale strutturazione avviene attraverso
processi cognitivi (idee oppure rappresentazioni) che
si basano su automatismi e assunti (schemi sviluppati
in base a precedenti esperienze).
Tecniche cognitive
 Scoprire gli automatismi del pensiero: sono meccanismi che intervengono tra gli eventi
esterni e le reazioni della persona all’evento; un esempio è il “pensiero automatico” relativo
al non essere graditi a persone che, quando incontrate, non hanno risposto al saluto;
 Verificare gli automatismi del pensiero: il terapeuta iuta il paziente a verificare i
meccanismi coinvolti nella risposta automatica; l’obiettivo è sia l’incoraggiare verso il rifiuto
degli automatismi del pensiero impropri o esagerati sia, dopo un attento esame, il fornire
spiegazioni alternative per gli eventi tali da indebolire gli automatismi inesatti o distorti;
 Identificare gli assunti disadattivi: a mano a mano che paziente e terapeuta procedono nel
percorso di smascheramento degli automatismi del pensiero, anche gli schemi sottostanti,
quelli che rappresentano le regole o gli assunti disadattivi generali che guidano i processi
cognitivi, divengono evidenti e consentono una modificazione più adattiva;
 Verificare la validità degli assunti disadattivi: analoga alla verifica della validità degli
automatismi del pensiero è la verifica dell’esattezza degli assunti disadattivi, nell’ambito del
“paradossale” (un test efficace sembra essere la richiesta esplicita da parte del terapeuta al
paziente di una linea coerente di difesa sulla validità degli assunti da lui più sentitamente
impiegati).
 Le teorie interpersonali: si sono proposte di emancipare
la formazione dell’Io dai condizionamenti biologici a cui
Freud l’aveva sottoposta (pulsioni), per ricondurla,
invece, all’interazione umana considerata come primaria
e tale da condizionale la stessa evoluzione biologica. Il
paradigma fondamentale di queste concezioni risiede
nella visione dell’uomo come risultato delle sue relazioni
interpersonali e delle sue interazioni culturali e
ambientali . Si tratta quindi di un’impostazione che si
concentra sugli aspetti socioculturali, inerendo tali
elementi su concezioni di base mutuate dalla
psicoanalisi. Storicamente si considerano “basilari” le
cosiddette teorie neofreudiane, o forse più correttamente
neoadleriane (Ellenberger, 1972):
1. Harry Stack Sullivan, che definisce la psicopatologia
come “studio delle relazioni interpersonali”,
sostenendo che la personalità non esiste se non come
relazione dell’individuo con i suoi simili; tale autore
ha spostato l’attenzione dei rapporti e conflitti
intrapsichici alle dinamiche interpersonali, formulando
una teoria basata sulla nozione di “campo relazionale”.
Secondo questa teoria, la personalità individuale è un
prodotto dell’interazione di campi di forza
interpersonali, di contesti relazionali non solo reali ma
anche immaginari, che agiscono come personificazioni
interiori anche in situazioni di isolamento.
 Karen Horney, la cui concezione di fondo si allontana in molti
punti dalla teoria freudiana; in particolare viene attribuita, nella
strutturazione progressiva della personalità, la massima
importanza ai fattori socioculturali e alla cosiddetta idea di
“angoscia di base”, dall’autrice stessa definita come “il
sentimento che il bambino ha di essere isolato e impotente in un
mondo potenzialmente ostile”. Le strutture caratteriali
nevrotiche, da altri considerate congenite-pulsionali, verrebbero
invece acquisite attraverso i primi rapporti e risulterebbero
determinate dal conflitto derivante da tre prevalenti
atteggiamenti, e cioè: la ricerca degli altri, l’allontanamento da
essi, il mettersi in conflitto con loro.
3. Erich Fromm, studioso “disobbediente” e critico del punto
di vista freudiano, soprattutto in merito alle ipotesi relative
alla indifferenziazione tra istinto umano e animale; egli ne
sottolinea invece le significative differenze: “l’istinto
umano, infatti, assume una forma del tutto diversa e
specifica al cui termine troviamo la libertà” (1941). La
nevrosi sarebbe dunque determinata da un cattivo uso o da
“una fuga” dalla libertà e, in questo ambito, l’autore
sembra focalizzare il proprio studio su alcuni peculiari
meccanismi di difesa (il cui fondamento sarebbe costituito
da fattori sociali e culturali) quali: la pulsione alla
sottomissione all’autorità mediante una negazione di sé, la
pulsione di distruzione e la coazione al conformismo.
Principali orientamenti interpersonali in
psicoterapia breve
Il modello interpersonale si propone come un trattamento principalmente rivolto alle
attuali situazioni di vita del paziente; si tratta di un intervento breve, la cui durata
viene esplicitata in un numero di 12-16 sedute, di un0ora circa e con frequenza
settimanale.
Il ruolo del terapeuta: non neutrale, ma dalla parte del paziente. Attivo, non passivo.
La relazione terapeutica non è una relazione di transfert. La relazione terapeutica
non è un’amicizia.
Le tecniche specifiche utilizzate dal terapeuta nel corso dell’intervento:
esplorazione; incoraggiamento dell’espressione degli affetti; chiarificazione;
analisi della comunicazione; uso della relazione terapeutica; tecniche di
modificazione del comportamento; tecniche aggiuntive.
La conclusione del trattamento: favorire il riattraversamento dialettico, riconoscendo
che la conclusione è un momento doloroso e orientare il paziente a riconoscere la
propria raggiunta autonomia decisionale.
Principali similitudini tra la Psicoterapia
Interpersonale e la Psicodinamica Breve
- La formazione del terapeuta fa riferimento al modello delle
Scuole di Psicologia del Profondo;
- La terapia è mirata su un tema focale concordato
precedentemente con il paziente;
- Ogni seduta ha inizio con il materiale portato dal paziente e non
secondo un programma fissato dal terapeuta;
- Gli interventi prevalenti sono di chiarificazione e
confrontazione;
- Il terapeuta deve essere consapevole sia delle relazioni
fondamentali del passato del paziente che della relazione
transferale e, di tale consapevolezza, se ne avvale nel corso
della terapia senza un’esplicitazione diretta.
Principali similitudini tra: la Psicoterapia
Interpersonale e la Cognitivo-
Comportamentale
- I problemi relazionali vengono esaminati anche dal punto di
vista degli schemi cognitivi disfunzionali che li condizionano.
- La terapia è focalizzata su problemi relazionali attuali del
paziente; non si lavora quindi né sui contenuti inconsci né sul
materiale fantasmatico.
- Gli interventi del terapeuta, anche attraverso la manipolazione
degli elementi transferali positivi, sono focalizzati
sull’incoraggiamento.
- I consigli e la proposta di alcuni esercizi di tipo
comportamentale sono da applicare al di fuori della seduta.
- La terapia è diretta al miglioramento dei sintomi

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