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Psico-Oncologia
Domenico Arturo Nesci, Tommaso Achille Poliseno,
Domenico Agresta
Psico-Oncologia
Sviluppo di progetti di ricerca sulla qualità della vita e impatto psicosociale dei
trattamenti antitumorali e palliativi
Nella pratica clinica con i pazienti malati di tumore, uno degli aspetti indicato
come prioritario è l’attenzione costante al corpo, vale a dire che, come operatori
“psi” (inconsciamente portatori di una deformazione professionale che ci fa
concentrare solo sugli aspetti mentali) non dobbiamo mai dimenticare che di fronte
a noi si trova una persona che prima di tutto ha un problema fisico, un tumore, il
quale si ripercuote immancabilmente sulla sfera psichica. Il corpo è malato, il
corpo ha un nemico interno, quasi sempre non visibile e per questo ancor più
angosciante, il corpo soffre rispetto ai veleni-terapie che è costretto a subire.
Psico-Oncologia
Nella scena clinica la malattia, i vissuti e la stessa relazione tra curanti e pazienti
hanno una valenza reale e simbolica al tempo stesso ed acquisiscono, perciò, una
funzione ed una natura rituale ma scientificamente osservabile e riconoscibile
Il cancro è il risultato di una serie di mutazioni: sono le nostre stesse cellule che
diventano “maligne” e danno vita ad un aggressore interno, ad un altro “noi stessi”
che proprio per l’essere familiare al nostro sistema immunitario non viene
riconosciuto come nemico e ci distrugge in modo subdolo e spesso invisibile e per
questo ancor più temibile ed inquietante. Il cancro è strutturalmente, dunque, il
nostro “doppio” persecutorio
Nesci ha definito come stati bordeline transitori questi quadri clinici specifici del
paziente oncologico per via del fatto che lo stato mentale è continuamente in
un'area bordeline anche se di esso appaiono manifestazioni quasi sempre solo
transitorie. L'uso degli psicofarmaci, ed in particolare di antipsicotici atipici a
bassissimo dosaggio, scelti in base al vissuto controtransferale dell'operatore, è
legato a questa concettualizzazione specifica ed originale
Workshop
“Cinema e Sogni”
Il sogno rimane lo strumento più utile per svelare e conoscere il nostro contesto
relazionale, i nostri processi di pensiero e quelli inconsci in modo nuovo e creativo