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EDUCAZIONE CIVICA, IL LAVORO:

-Articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni


che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o
spirituale della società.

In questo articolo c’è la concezione di lavoro sia come diritto che come dovere. Il lavoro, infatti, è
prima di tutto un diritto perché serve per sopravvivere e per realizzarsi come persona. Lo Stato
deve fare di tutto per cercare di rendere effettivo questo diritto, ma ancora oggi vediamo come la
disoccupazione sia un fenomeno dilagante. Il lavoro è anche un dovere, perché serve per mandare
avanti il Paese.

CONCEZIONE DEL LAVORO SECONDO MARX:

Secondo Marx,il lavoro rispecchia la natura umana: la natura umana è libera e creativa, e il lavoro
dovrebbe anche’esso essere libero e creativo. Ma nella società capitalistica, il lavoro è un lavoro
coatto, forzato e questo Marx lo constata facendo riferimento all’alienazione del proletariato:c’è
l’alienazione rispetto alla propria natura, rispetto al prossimo, rispetto al prodotto dell’attività
lavorativa e, appunto, rispetto all’attività lavorativa stessa. Secondo Marx il lavoro permette
all’uomo di realizzare la sua intima essenza e serve anche per distinguerci rispetto agli altri
individui, rispetto agli animali per esempio: conta la manualità, la gestualità.

CONCEZIONE DEL LAVORO SECONDO HANNAH HARENDT: In un regime totalitario viene


meno la dimensione politica perché il regime totalitario utilizza la società di massa nel suo aspetto
più inquietante, cioè l’isolamento: se c’è isolamento e quindi se le relazioni interpersonali sono
distrutte non ci può essere vita politica. La dimensione politica, invece, era molto sviluppata nella
polis greca. Il fatto che Harent analizzi la polis, non significa che voglia proporre quel modello di
vita politica, perché si rende conto che è un modello di democrazia limitata(non è che fosse estesa
a tutte le città-stato nella Grecia antica; inoltre la partecipazione era prevista solo per alcune
categorie di cittadini). Dunque, il fatto che lei prenda come punto di riferimento la polis, ha solo il
significato di evidenziare i limiti della dittatura totalitaria. La Harendt tratta della dimensione politica
nell’opera “Vita activa. La condizione umana”. In questo libro si sviluppa una TESI CENTRALE: a
partire dal tramonto della polis greco-romano, l’agire politico, caratterizzato dall’azione e dal
discorso, è stato sostituito prima dal “fare” e poi dal “lavorare”.

L’oggetto del saggio è la vita attiva, che è in contrapposizione alla vita contemplativa: questi sono i
due momenti fondamentali (come già avevano affermato Platone e Aristotele) della condizione
umana. La Harendt non usa il termine natura, ma condizione, perché prende atto che l’uomo è un
essere condizionato. E le condizioni dell’esistenza umana sono rappresentate da: vita, natalità e
mortalità, mondanità, pluralità e terra. Si noti come con il termine mondanità la filosofa voglia far
capire come la vita si esplichi nel mondo, assieme agli altri uomini ( da qui pluralità) della Terra. La
filosofa, però, vuole evidenziare che non siamo puramente creature legate alla terra, in noi c’è
altro. E questo “altro” è analizzato proprio all’interno dell’opera: infatti la vita activa, cioè l’agire
umano, si articola in 3 forme: 1) l’attività lavorativa, 2) l’operare, 3) l’agire

1)L’attività lavorativa è necessaria per garantire la propria sopravvivenza biologica o anche la


sopravvivenza altrui (basti pensare agli schiavi che lavoravano per alimentare soprattutto i loro
padroni). Nel’attività lavorativa non si producono oggetti duraturi: infatti l’attività lavorativa è
energia che si sprigiona e subito viene consumata perché serve per alimentarsi. L’attività
lavorativa non finisce mai, perché se dovesse finire finirebbe la vita, dal momento che il lavoro
garantisce la sopravvivenza: la vita biologica è un fardello, un peso che si deve sostenere
attraverso il lavoro

2) L’operare(o fare) è un’attività artificiale perché attraverso il fare, l’”homo faber”( che può essere
visto come l’uomo tecnologico) produce oggetti artificiali che però sono duraturi, a differenza
dell’energia sprigionata dal lavoro che non è duratura perché si traduce in alimenti che vengono
consumati per poter garantire la sopravvivenza

3) L’agire è tipico dello zoon politikon, cioè dell’animale politico, ovvero dell’uomo nel momento in
cui si rapporta agli altri, vivendo la dimensione della pluralità. Tutti gli aspetti della nostra esistenza
sono connessi alla politica: infatti per fare politica occorre esistere e quindi lavorare, ma occorre
anche l’operare(infatti per fare politica dobbiamo indossare dei vestiti, possedere degli oggetti). Ma
la connotazione fondamentale della vita politica è data dalla pluralità, perché se non ci fosse la
pluralità non ci sarebbe la vita politica; ma la pluralità allo stesso tempo è un obiettivo della politica.
Possiamo dire che la pluralità sia la causa efficiente e la cause finale della politica. L’agire politico
è la parte più importante della vita activa perché permette agli uomini di comunicare con l’azione e
con il discorso.

LA VITA ATTIVA NELLA CITTA’ GRECHE E ROMANE : La polis esaltava i valori della
comunicazione, dell’interazione fra uomini liberi, cioè i veri protagonisti della vita politica, perché
tutti gli altri partecipavano solo indirettamente. La partecipazione alla vita politica è considerata,
nella polis, come una seconda nascita; la prima nascita è quella biologica. La vita politica, per la
Harendt come per Aristotele, è l’agire: la vita politica permette infatti di realizzare pienamente
l’umanità perché si esplica attraverso l’azione e il discorso (che sono appunto le caratteristiche
principali dell’agire), escludendo la violenza. Per la Harendt, mentre la dimensione politica
permette all’uomo di realizzarsi nella sua libertà, la dimensione pre-politica( la dimensione privata,
familiare) fa si che l’unica urgenza sia quella della sopravvivenza e che quindi l’uomo sia
condannato a lavorare. Inoltre la famiglia( società naturale), paragonata da alcuni imperi barbarici
dell’Asia, è caratterizzata dalla violenza: basterebbe pensare alle famiglie delle prime civiltà, in cui
il capo esercitava pieno dispotismo sugli altri membri e usando la violenza. E ancora oggi i peggiori
crimini avvengono nelle famiglie. La Harendt, inoltre, considera il lavoro come ATTIVITA’ NON
LIBERA, dal momento che è necessaria per la sopravvivenza. Mentre Marx dice che il lavoro
deve essere libero per rispecchiare la natura umana, per la Harendt il lavoro è una
costrizione. Dunque, siccome il lavoro è un fardello, nel passato era riservato agli schiavi: di
conseguenza gli schiavi erano considerati “non uomini” perché l’uomo è tale quando si realizza
nella sua massima libertà. Nella Grecia antica c’è la sfera familiare che è quella della necessità, e
la sfera pubblica (la polis) che è quella della libertà. L’unica relazione fra le due sfere era
rappresentata dal fatto che il soddisfacimento delle necessità della sfera familiare mediante gli
schiavi, costituiva il presupposto per liberare il cittadino dalle incombenze materiali e per
consentirgli di dedicarsi alla vita politica di cui veniva riconosciuta la superiorità.

LA SVALUTAZIONE DELLA VITA ATTIVA: Mentre nella polis la vita attiva era considerata
superiore, a partire già da Platone e da Aristotele, la vita attiva comincia ad essere svalutata a
beneficio della vita contemplativa. Tale processo ha avuto un seguito nel mondo romano con il
cristianesimo, per raggiungere l’apice nel mondo moderno con Cartesio che ha riposto ogni fiducia
nell’uomo, considerato fonte di certezza( l’io è il fondamento di ogni certezza secondo il “cogito
ergo sum”). E a partire da Cartesio viene rivalutata l’attività umana, quindi l’uomo faber. Andando
avanti il fare è stato sostituito dal “meschino darsi da fare” cioè dal lavorare per garantire la
sopravvivenza. A tal proposito il pensiero della filosofa è pessimistico perché vede come l’agire nel
mondo moderno sia ormai impossibile: se la vita politica è distrutta, è distrutta la libertà e incombe
la minaccia di un regime totalitario. Ma negli ultimi anni questo pessimismo si è attenuato quando
ha scritto “La vita della mente” in cui ha sottolineato la forza del pensiero, che rappresenta una
luce di speranza, perché con la riflessione l’uomo diventa consapevole dell’importanza della
partecipazione alla vita politica. La forza del pensiero è presente negli uomini che si dedicano
all’arte e alla ricerca scientifica.

EDUCAZIONE CIVICA: LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

-Articolo 11: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli
altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Tra le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo, ricordiamo l’ONU e l’Unione Europea.
L’ONU(organizzazione delle Nazioni Unite) nasce prima, cioè con la fine della seconda guerra
mondiale, sostituendo la Società della Nazioni nata con la Grande Guerra. Le Nazioni Unite sono
state fondate il 24 Ottobre 1945 da 51 nazioni impegnate a preservare la pace e la sicurezza
collettiva grazie alla cooperazione internazionale. Ma oggi fa parte dell’ONU ogni nazione del
pianeta; in totale, 193 Paesi. Quando uno Stato diviene Membro delle Nazioni Unite, esso
stabilisce di accettare gli obblighi dello Statuto ONU, un trattato internazionale che fissa i principi
fondamentali delle relazioni internazionali.

Secondo quanto disposto dallo Statuto, l’ONU svolge quattro funzioni:

 mantenere la pace e la sicurezza internazionali


 sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni
 cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto per
i diritti umani
 rappresentare un centro per l’armonizzazione delle diverse iniziative nazionali

I Membri dell’ONU mantengono la loro sovranità, perché l’ONU non è un governo mondiale e non
legifera. Esse, tuttavia, forniscono i mezzi per aiutare a risolvere i conflitti internazionali e
formulano politiche appropriate su questioni di interesse comune. In che modo l’Italia contribuisce
alla risoluzione dei conflitti internazionali come membro dell’ONU? In politica estera, ad esempio,
ci sono delle missioni ONU a cui l’Italia partecipa. Possono essere missioni umanitarie( che
riguardano l’alimentazione, la sanità), ma possono essere anche missioni militari, sempre con lo
scopo della pace: quando ci sono conflitti tra Paesi l’ONU manda un esercito mondiale che è il
prodotto del contributo di varia nazioni. Gli Stati membri dell’ONU, grandi e piccoli, ricchi e poveri,
danno il loro contributo con il voto, per approvare o meno le politiche adottate dall’ONU.

L’ONU ha sei organi principali. Cinque di questi — l’Assemblea Generale, il Consiglio di Sicurezza,
il Consiglio Economico e Sociale, il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria e il Segretariato — si
trovano presso il Quartier Generale di New York. Il sesto, la Corte Internazionale di Giustizia, ha
sede all’Aia, in Olanda.

Il Consiglio di Sicurezza:
Lo Statuto delle Nazioni Unite affida al Consiglio di Sicurezza la responsabilità principale del
mantenimento della pace e della sicurezza internazionali. Il Consiglio può essere convocato in
qualunque momento, ogni qual volta la pace venga minacciata. Tutti gli Stati Membri sono tenuti a
rispettare le decisioni del Consiglio. Esso è composto da 15 membri. Cinque di essi — Cina, Francia,
Federazione Russa, Gran Bretagna e Stati Uniti — sono membri permanenti( erano gli Stati più forti alla
fine della Seconda Guerra mondiale). Questi 5 membri hanno il diritto di veto: quando si deve adottare
una decisione, tranne quelle relative alle questioni procedurali, basta un solo veto di uno dei cinque Stati
membri perché la decisione sia bloccata. Gli altri 10 Stati vengono eletti dall’Assemblea generale ogni 2
anni, quindi possono variare al contrario di quei 5 stati permanenti. Le decisioni del Consiglio
richiedono una maggioranza di almeno nove voti. Quando all’attenzione del Consiglio viene sottoposta
una questione che minacci la pace internazionale, in prima battuta si cerca il modo per risolvere
pacificamente la controversia, attraverso azioni diplomatiche. Ma se ci sono già dei combattimenti in
corso, fa di tutto per far cessare la guerra. Se ciò non è possibile, si prende la soluzione estrema: si da la
possibilità di mandare un esercito. Il Consiglio, infine, formula delle raccomandazioni all’Assemblea
Generale in merito alla candidatura al ruolo di Segretario Generale e circa l’ammissione all’ONU di
nuovi membri.

L’Assemblea Generale: è un organo di cui fanno parte i rappresentanti di tutti gli Stati

membri, per questo è paragonato a un parlamento. Ogni Stato Membro dispone di un voto. Le decisioni
sugli “argomenti importanti”, quali raccomandazioni sulle questioni relative alla pace e alla sicurezza
internazionali, l’ammissione di nuovi membri, il bilancio dell’organizzazione, vengono prese con una
maggioranza di due terzi( cioè una maggioranza qualificata). Argomenti ordinari richiedono invece
una maggioranza semplice. Negli ultimi anni è stato fatto uno sforzo particolare per giungere alle
decisioni per consenso, piuttosto che mediante un voto formale. L’Assemblea non può costringere uno
Stato ad agire in un determinato modo, ma le sue raccomandazioni costituiscono una importante
indicazione di quella che è l’opinione mondiale e rappresentano l’autorità morale della comunità delle
nazioni. Durante la maggior parte della sessione 2004, l’Assemblea ha affrontato più di 150 temi
diversi, tra cui il cambiamento climatico, la partecipazione degli Stati al sistema commerciale mondiale.
Essa si è inoltre occupata della situazione in molti Paesi e regioni diverse, inclusi l’Iraq e la regione del
Darfur in Sudan. La sessione del 2005 è importante perché nel 2005 si è celebrato il sessantesimo
anniversario della fondazione dell’Assemblea generale. E’ stato affrontato soprattutto il tema della
povertà. L’Assemblea svolge le sue sessioni ordinarie annuali da settembre a dicembre. Se necessario
può riprendere la sessione o indire una sessione speciale o di emergenza su questioni di particolare
interesse.

Il Consiglio Economico e Sociale: Il Consiglio Economico e Sociale, sottoposto

all’autorità dell’Assemblea Generale, coordina l’attività economica e sociale dell’ONU e delle sue
agenzie ed istituzioni specializzate. Il Consiglio riveste un ruolo chiave nello stimolare la cooperazione
internazionale ai fini dello sviluppo economico-sociale. Per raggiungere questo obiettivo, collaboro con
le ONG( organizzazioni non governative) che sono l’espressione della società civile. Del Consiglio
fanno parte 54 membri eletti dall’Assemblea Generale con un mandato triennale. Esso si riunisce nel
corso dell’anno e tiene a luglio la sua principale sessione, durante la quale è previsto uno speciale
incontr per discutere temi economici e sociali di primaria importanza. Il Consiglio economico-sociale
ha delle diramazioni, cioè altri organismi che lo supportano mediante delle riunioni. Per esempio
ricordiamo la Commissione sui diritti umani, che si occupa del rispetto dei diritti umani in tutti i Paesi
del mondo. Altri organismi concentrano invece la propria attenzione su temi quali lo sviluppo sociale, la
condizione femminile, la prevenzione del crimine, le droghe stupefacenti e lo sviluppo sostenibile.

Il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria: è stato creato perché si occupasse

del controllo dei territori sottoposti ad amministrazione fiduciaria, cioè quei territori seguiti da altri
Paesi fino all’emancipazione o autonomia. Siccome questo obiettivo è stato raggiunto nel 1994, il
Consiglio ha perso la sua ragione di esistere, solo che è stato lasciato e modificato nella composizione,
di cui fanno parte solo i 5 Stati Membri permanenti. E il Consiglio stesso si riunisce solo se si presenta
un’occasione, anche se al momento non ce ne sono.

Il Segretariato: Il Segretariato svolge il lavoro di macchina e amministrativo delle Nazioni

Unite, seguendo le direttive dell’Assemblea Generale, del Consiglio di Sicurezza e degli altri organi. È
guidato dal Segretario Generale, che si occupa della guida amministrativa generale. Il Segretariato
consiste di dipartimenti e uffici con uno staff complessivo di circa 7.500 persone nel bilancio ordinario,
proveniente da circa 170 Paesi. Le sedi operative comprendono il Quartier Generale di New York e gli
uffici di Ginevra, Vienna, Nairobi e di altre località.

La Corte Internazionale di Giustizia


La Corte Internazionale di Giustizia — conosciuta anche come la Corte Mondiale — è il principale
organo giudiziario delle Nazioni Unite. Composta da 15 giudici eletti dall’Assemblea Generale e dal
Consiglio di Sicurezza, che votano in maniera separata e simultanea. La Corte delibera sulle
controversie fra Stati, basandosi sulla partecipazione volontaria degli Stati interessati. Nel caso in cui
uno Stato accetti di partecipare ad un procedimento, esso è tenuto a conformarsi alla decisione della
Corte. La Corte fornisce inoltre pareri e consulenze alle Nazioni Unite e alle sue agenzie specializzate.
Il Sistema ONU: l’ONU è un vero e proprio sistema, di cui fanno parte oltre agli organi

fondamentali, anche il Il Fondo Monetario Internazionale, il Gruppo Banca Mondiale e altre tredici
organizzazioni indipendenti conosciute come “agenzie specializzate”, tra cui ricordiamo
L’OMS( organizzazione mondiale della sanità). Queste agenzie hanno delle responsabilità
internazionali a largo raggio nel campo economico, sociale, culturale, educativo, sanitario e nei settori
collegati.Del sistema ONU fanno parte anche uffici, programmi e fondi. Ricordiamo l’UNICEF(Fondo
delle Nazioni Unite per l’Infanzia) e l’Ufficio dell’Alto Commisario per i rifugiati. Tutte queste
organizzazioni hanno propri organismi direttivi, bilanci e segretariati. Con le Nazioni Unite sono
conosciuti come la famiglia ONU, o il sistema delle Nazioni Unite. Tutti assieme offrono assistenza
tecnica e altre forme di aiuto pratico virtualmente in tutte le aree economiche e sociali.

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