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Storia bizantina – Lezione 1 03/10/2022

Costantino sconfigge Licinio (324) e decide di spostare la capitale dell’impero a Costantinopoli, inaugurata
l’11 maggio 330.

I bizantini chiamavano se stessi “romei” (romaioi  romani). Costantinopoli “nea Rome” (nuova o seconda
Roma).

Diffusione del cristianesimo nell’epoca di Costantino dopo l’editto di Milano  trasformazione del
cristianesimo e sua “istituzionalizzazione”, con una certa ripresa anche della cultura classica greco-romana
(ad es. con i padri della chiesa).

Costantinopoli nasce quindi già come città cristiana. La differenza maggiore tra l’impero pagano e quello
cristiano sta nella rinuncia alla divinizzazione dell’imperatore, il quale invece diviene il rappresentante di
dio sulla terra (“imitatio dei”)  teologia politica bizantina. Proprio per questa idea l’imperatore doveva
essere dotato di tutte le virtù cardinali: giustizia, temperanza, saggezza, filantropia, ecc. Il potere imperiale
rimaneva comunque sacro: la sacralità sta nel potere che gli deriva da dio. Ciò nonostante molti di loro
sono comunque stati uccisi o deposti nel momento nel quale il consenso nei loro confronti veniva meno,
con la scusa che egli avesse demeritato il suo ruolo con le sue azioni.

Il grande teorico dell’ideologia politica bizantina è il vescovo Eusebio di Cesarea (città della Palestina),
vissuto nell’età di Costantino, che ha scritto un “Discorso per i 30 anni di regno di Costantino” e la “Vita di
Costantino”, nei quali espone appunto questa teologia politica.

Lezione 2 04/10/2022

Universalismo del potere imperiale bizantino: l’unico imperatore legittimo sul pianeta è quello di
Costantinopoli (come in cielo c’è un solo dio).

L’impero bizantino nel corso del tempo si grecizza completamente e abbandona l’utilizzo del latino: ciò
avviene perché il latino era prevalentemente la lingua degli ufficiali e dell’esercito, mentre il greco era la
lingua parlata comunemente dal popolo. Il processo si consolida con Eraclio nel VII secolo  l’imperatore
viene chiamato Basileus, al plurale Basileis (che in greco antico significa “re”, ma i bizantini lo intendono
come “imperatore”). Ovviamente all’interno dell’impero erano presenti anche molte lingue: siriaco,
aramaico, ebraico (lingue semitiche), arabo, armeno (gli armeni erano una delle popolazioni più diffuse
nella parte orientale dell’impero), ecc.

A capo della chiesa bizantina era il Patriarca di Costantinopoli. Il cristianesimo delle origini si basava sul
criterio della Pentarchia, ossia abbiamo cinque sedi patriarcali prevalenti (Antiochia, Gerusalemme, Roma,
Costantinopoli, Alessandria). Nel corso del tempo si affermeranno prevalentemente Roma e Costantinopoli,
a capo rispettivamente della chiesa cattolica-latina e greco-ortodossa  la motivazione è anche
l’espansione araba nelle zone delle altre sedi patriarcali, che inevitabilmente tendono a decadere in quanto
esterne all’impero. In realtà il patriarca di Costantinopoli era pesantemente influenzato dal Basileus, che
spesso e volentieri tendeva a nominarlo tra i membri del clero a lui vicini o tra i membri della sua famiglia
Leone VI, figlio di Basilio I, prende il potere nell’886 dopo essere stato educato da Fozio, importantissimo
patriarca di Costantinopoli che aveva causato un vero e proprio scisma con Roma  uno dei primi gesti di
Leone VI è costringere Fozio alle dimissioni, mandandolo in esilio in Armenia, e rendendo patriarca suo
fratello Stefano (che aveva soltanto 17 anni): ciò perché Fozio era una figura scomoda e il Basileus aveva la
necessità di mantenere il controllo sulla chiesa (Cesaro-papismo).

L’organo istituzionale dell’impero era il Senato di Bisanzio, che non aveva un vero potere di controllo sul
Basileus ma veniva costituito dai suoi uomini di fiducia: era una sorta di Consiglio di stato, un organo
consultivo che forniva pareri di vario tipo nelle diverse situazioni di governo.

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