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valdinoto

Rivista della

Socieia Calatina di Storia patria e Cultura

nuova serie

2 2006

MARCELLA CAROLINA LABRUNA

T eofilatto di Ocrida e la riforma del sistema scolastico a Bisanzio nell'XI sec.

A Fabrizio e ai piccoli Valerio e Giulia.

E a tutti i OtOacrKaAOt Kat 1tatOEVJ.la"ta come loro

L'istruzione nella societa bizantina, dopo i progressi conseguiti ad opera del cesare Bardas e di Costantino VII, venne trascurata fino all' avvento al trono di Costantino IX Monomaco.

Risale al regno di questa imperatore, e doe alIa prima meta dell'XI seco- 10, periodo in cui Bisanzio raggiunse il suo massimo splendore culturale, il primo vero tentativo di riorganizzazione della istruzione superiore a Bisanzio. Le condizioni socio-politiche, in generale, e la volonta politica dell'imperatore, in particolare, il quale si avvalse di una 'equipe' di dotti, propugnatori di un vasto programma di restaurazione culturale, furono le colonne portanti di tale movimento. L'adozione della Novella costantiniana, che prevedeva, fra i motivi per cui il v0J.l0qmAal; poteva essere licenziato', l'ignoranza, I'inosservanza del proprio dovere, I'asocialita, la mancanza di responsabilita didattica 0 la semplice inadempienza degli ordini, testimonia la serieta, almena intenzionale, delle riforme. La cultura venne considerata cardine fondamentale di buon govemo. E tuttavia, allorche il sovrano si accorse che il I govemo dei filosofi? pretendeva di guidare la sua

1 A. P. Kazhdan, La produzione intellettuale a Bisanzio (Bari 1973) p. 75.

2 P. Lemerle, Cinq etudes sur ['XI siecle byzantin (Paris 1977) pp. 206 sgg.

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Fig. l. L'eoangelisia Marco (miniatura bizantina, sec. X-XI). L'immagine riproduce la postazione da 1avoro di uno scriba m dievale. Monte Athas, Monastero di Stavronikita, manoscritto n. 43, fol. llv.

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politica, opera un ridimensionamento degli intellettuali a corte, che culmino con Ie dimissioni di Costantino Licudi dalla carica di Primo Ministro.

Taluni contrasti fra intellettuali e potere si acuirono sotto il regno di Alessio I Comneno', il quale mostro tuttavia interesse nei confronti della cultura e dei dotti. Egli promosse, infatti, una riforma che porto alla organizzazione della nuova scuola superiore presso il Patriarca to.

In un elenco di cariche conservato nel museo storico statale di Mosca', ai tradizionali ruoli dei OlOUcrKClA.Ot della Chiesa, sono aggiunti altri incarichi, suggeriti e desunti dalla Novella dell'imperatore Alessio: quelli di professore dei libri dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli, per il Nuovo Testamento, e di Salterio, per il Vecchio Testamento.

In un altro decreto di Alessio, la Novella del 1107, e scritto che tali professori non solo avrebbero dovuto predicare, rna anche riferire al patriarcato sulla morale della popolazione, affinche le autorita secolari potessero intervenire in caso di necessita.

Ed e sempre sotto il regno di Alessio I che si istrui il processo a Giovanni Italo, colpevole di esporre una dottrina nella quale aveva largo spazio il platonismo.

Alla base di questa politica culturale (che e stata definita 'repressione illuminata', e che ebbe una notevole incidenza sui contenuti dell'insegnamento) vi era certamente una grande crisi politico-economica dovuta a diversi fattori, Tale crisi portava a reprimere sul nascere ogni movimento che rischiasse di alterare la 'ta~t~ vigente. La nascita e il consolidamento di una classe coIta, non allineata al potere, appariva scomoda: da qui il severo controllo statale.

La decadenza dell' esercito e la grave mancanza di denaro £Urono i principali fattori che caratterizzarono la situazione intema dell'impero bizantino

3 Su Alessio I Cornneno si veda, fra l'altro, H. Von Sybel, Geschichte der ersten Kreuzzuges (Lipsia 1841); E Hagedmayer, Geschichte der Kreuzzuges (Innsbruck 1901); C. Diehl, La societe byzantine a l'epoque des Coomnenes (Paris 1919); L. Brehier, L'Eglise et l'Orient au Moyen age. Les Croisades (Paris 1928); G. Buckler, Anna Comnena (Oxford 1929); F. Chalandon, Essai sur Ie regne d'Alexis Comnene (1081-1118) (Paris 1900, rist. an. New York 1971); R. Grousset, Histoire des Crosaides et du royaume franc de [erusalem, I (Paris 1934); O. Erdmann, Die Enstehung der Kreuzzugsgedankens (Stuttgard 1935).

4 Kazhdan, La produzione, p. 77.

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Fig. 2. L'evangelista Luca (miniatura bizantina, sec. X-XI). L'immagine riproduce la pili arcaica postazione da lavoro di un amanuense col volume sulle ginocchia e il rotolo sul leggio. Monte A thos, Monastero di Stavronikita, manoscritto n. 43, £oL 12v.

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a partire dalla meta dell' XI secolo e condizionarono la politica intema di Alessio I Comneno.

L' eta dei Comneni aveva portato ad un marcato sviluppo del processo di feudalizzazione in seno allo Stato. Le forze feudali delle Province, che gli imperatori del X secolo avevano tentato energicamente di domare, erano divenute pilastri della nuova struttura statale in opposizione al tradizionale ordinamento burocratico. Alessio diede la preminenza proprio agli elementi della classe aristocratic a, che sussistevano ancora nonostante I' azione frenante del potere centrale dell' eta bizantina di mezzo, e baso su di essi la costruzione del nuovo sistema statale e militare. Da qui scaturi i1 suo successo rna apparvero anche i limiti della sua riforma. Bisanzio'' veniva in tal modo privata dei suoi antichi fondamenti istituzionali, proprio mentre la sua forza militare, economica e finanziaria era in declino.

Un sintomo significativo della disgregazione dell' organizzazione burocratica della Stato si avverte nella riforma che Alessio introdusse nel sistema dei titoli di corte. In conseguenza della lora distribuzione, esageratamente ampia, durante il dominio dell'aristocrazia burocratica (1025 -1081)6, i vecchi titoli si erano svalutati e fu necessario creame di nuovi per dare risaIto alle cariche pili ambite.

Per quel che conceme i movimenti ereticali, che mettevano in pericolo sia la compattezza unitaria sia della Stato che della Chiesa, il ~o;crtAEUs e la gerarchia ecclesiastica combatterono fianco a fianco. Fu Alessio, anzi, a prendere l'iniziativa: come protettore dell' ortodossia egli prese parte attiva alla polemica contro 'il console dei filosofi', Giovanni Italo, il quale, come accennato, si era allontanato dai dogmi della fede tradizionale.

Non venne inflitta a Giovanni Halo una condanna a una pena corporale: egli fu colpito da semplice anatema. Nei suoi confronti venne, cioe, adottata una forma di repressione culturale, formalmente piu civile rispetto alle pene dei secoli precedenti, rna non per questa meno incisiva/. Questa forma di

5 Sulla situazione storico-politica di Bisanzio durante il dominio della aristocrazia militare si veda, ira l'altro, G. Ostrogorsky, Staria dell'Impero bizaniino, trad. it. di P. Leone (Torino 1968) pp. 292-341.

6 Ibidem, pp. 291- 323.

7 R. Browning, 'Enlightenment and Repression in Byzantium in the Eleventh and Twelfth Centuries', Studies on Byzantine History, Literature and Education (London 1977) pp. 3- 23.

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Fig. 3. Niceta Coniata al iaooio di laooro (miniatura bizantina, sec. XIV); il copricapo richiama la qualita di funzionario statale del Coniata. Vienna, Biblioteca Nazionale, manoscritto Hist. Gr. 53, fol. Iv.

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'repressione', per quanta 'illuminata', ebbe certamente sullo studioso bizantino, che desiderava una prospera carriera, un'incidenza determinante, poiche, sebbene i mezzi di I repressione' non fossero brutali 0 particolarmente efferati, rna soltanto spirituali, la libera espressione culturale venne £ortemente oscurata", 11 timore di essere escluso da posti di rilievo, sia nell' apparato laico che in quello ecclesiastico, trattenne 10 studio so dal proseguire il cammino su un terreno lubrico.

Ora e proprio in questa clima di 'repressione illuminata', che si muove il nostro professore Teofilatto di Ocrida",

Su Teofilatto abbiamo parecchie notizie desunte dalle sue opere" Apprendiamo che era originario dell' isola di Eubea e che aveva condotto i suoi studi, come discepolo di Psello, a Costantinopoli, citta nella quale si era appositamente trasferito con la famiglia!'. E evidente che proveniva da £amiglia agiata: non era infatti possibile a tutti sostenere le considerevoli spese dell'istruzione e del soggiomo nella capitale. Prima di divenire precettore di Costantino Ducas, associato al trono da Alessio I Comneno, e, successivamente, arcivescovo di Bulgaria (nomina che egli accolse con sorpresa e dispiacere), Teofilatto esercito la professione di insegnante, come ci testimoniano alcuni scritti ed in particolare uno, che esamineremo dettagliatamente, in quanta specchio degli orientamenti pedagogici vigenti al

8 R. Browning, 'The Patriarcal School at Costantinople in the Twelfth Century', Byz., 33 (1963), p. 21; c. H. Haskins, 'The Greek Element in the Renaissanse of the Twelfth Century', Amer. Hist. Rev., 25 (1919), pp. 603-615; Id., The Renaissanse of the Twelfth Century (Cambridge 1927), passim; A.A. Vasiliev, History of the Byzantine Empire, (Madison 1952), pp. 504-505; K. M. Setton, 'The Byzantine Background to the Italian Reinnassance', Proc. Amer. Phil. Soc., 100, p. 18 sgg.; A. P. Kazhdan, Istoria Vizantii (Moscow 1967), p. 366; A. A. Glavinas, '" Em AJ..E~tOV KOJ,lVEVOV (1087-1118) nspt 'tspov O"KSUOV, KEtJ,lEA10V Kat 'aytOV Eucovov EP1C; (1081-1095) (Thessalonike 1972), pp. 26-36.

9 K. Praechter, 'Antike Quellen des Theophylaktos von Bulgarien', Byz. Zeitschr. I (1892), pp. 399-414; D. Xanalatos, '3EOUAUK'WC; '0 BouAyaptuc; Kat 'E 8pumc; 't"OU EV AXpt8t', /)&OAoyza, 16 (1938), pp. 228-240; N. Zlatarski, Istoria balgarskata dariaoa prez srednite vekove, III (Sofia 1918, 1940); R. Katicic, Btojpuqnxu nspt 3EoqmAuK'tou AXpt8oc;, E1t. 'E't. s«; L1t., 30 (1960-1961), pp. 364-385.

10 Esse sono state riedite, con ampia e dettagliata introduzione, da P. Gautier, Theophylacti Achridensis opera (Corpus Fontium Historiae Byzantinae, ser. Thess. XVI, 1-2, Thessalonicae 1980, 1985).

11 Gautier, Theophylacti ... , I, pp. 131 ss.

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Fig. 4. L'Evangelista Giovanni (rniniatura, sec. XI). Atene. Biblioteca Nazionale. manoscritto 57, fo1. 265v (v. tav. XIII).

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tempo dei Cornneni. Prima di esaminare 10 scritto, che ha per oggetto due diversi tipi di OtOamcuA01, ci sembra utile accennare ad alcuni aspetti del metoda educativo adottato in quell' ambiente.

E indispensabile tener presente quale fosse la comune concezione del pedagogo sia rispetto al conseguimento di una rigorosa formazione etica, sia di una 1tutOdu che gli permettesse di svolgere un ruolo distinto nella societal".

E utile ricordare che nel mondo classico le organizzazioni didattiche erano essenzialmente private, legate pili al rapporto diretto tra i professori e i loro referenti sociali che a sistemi normativi statali. Cia era vero per il mondo delle 1t()AE1~ greche, i cui apparati amministrativi erano tutto sommato semplici, rna anche per quello della societa romana, le cui complesse strutture burocratiche non potevano celare la necessita di amministratori dotati di istruzione specialistica. Cia era dovuto al fatto che il servizio nell' ambito di cariche pubbliche era considerato un dovere civico prima ancora che una professione. Fu solo a partire dall' eta medievale, ed essenzialmente in sene agli apparati ecclesiastici 0 nella stato bizantino, che I' accentuato sviluppo di organigrammi burocratici complessi rese evidente la necessita di un intervento normative nel campo dellistruzione, finalizzato a sostituire il tradizionale cursus honorum con quella che oggi definiremmo ' carriera' .

Nella didattica antica, il oloamcuAo~ comunicava ai propri discepoli il fmtto del proprio pensiero e della propria sapienza, ed egli non era soltanto un professore, rna anche, e soprattutto, un 'maestro', vale a dire una guida spirituale.

L' essenza del suo insegnamento non era impartita dall' alto della cattedra, rna nella vita comune che 10 univa ai suoi discepoli. Pili della sua parola imponeva il suo esempio, 10 spettacolo edificante della sua saggezza pratica e delle sue virtu. Da qui I' attaccamento, spesso appassionato, che lega-

12 Sulla figura del OlOacrKUA.OC; nell'antichita si veda: J. Drever, Greek Education, its Practise and Principles (Cambridge 1912); J. Schoroeteler, Die Piidagogik der nichtchristlichen Kulturvolken (Miinchen 1934); W. Jager, Paideia. Die Formung der griechischen Menschen, I (Berlin 1936); L. Brehier, 'L'Enseignement classique et l'Enseignement religieux a Byzance', Revue d'Histoire et de Philosophie religieux, 21 (1941), pp. 34-69; H. 1. Marrou, Histoire de I'educaiion dans l'aniiouite (Paris 1950); G. Corallo, 'La pedagogia della scolastica', Storia della Pedagogia (Milano 1970) pp. 347-399.

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va I' alunno al maestro, al quale egli rispondeva con affetto'", II OtOacrKaA.O~ aspirava, quindi, a definire, a conquistare, a possedere e trasmettere una saggezza personale.

Questo tipo di educazione aveva, come fine precipuo, la formazione dell'uomo. L'educazione antica mirava a formare un uomo completo, armonizzando corpo, anima, sensibilita, ragione, carattere e spirito. L' aspirazione umanistica all' educazione integrale aveva sempre trionfato almena sul piano del primato della formazione morale, sicche il OlOaO'1(aA.o~ tendeva ad insegnare, piu praticamente che teoricamente, un ideale etico, 0 meglio uno stile di vita appropriato che permettesse di realizzare questa ideale.

La pedagogia classica si interessava all'uomo in se, non a fornirgli una tecnica che gli permettesse di svolgere un compito particolare; ed e qui, forse, che l' antica 7tUtOBla si contrappone, con maggiore nettezza, alIa didattica del tempo di Teofilatto, costretta a form are soprattutto degli specialisti.

Al tempo del nostro professore, poteva invero accadere che uno studente, desideroso di perfezionarsi, passasse successivamente da un maestro all' altro, in quanta ognuno di questi OtOacrKuAOt rappresentava uno stadio diverso del sapere. Tuttavia, il principio, tanto caro alIa pedagogia classica, di un vincolo personale tra professore e discepolo non per questa veniva a mancare.

II gruppo dei discepoli di uno stesso maestro era volentieri indicato con i nomi di xopOC;, S[ucroc;, <pPU'tPlU, sostantivi che danno un colorito quasi sacro all'unita spirituale che accomunava i fanciulli; e si spiega perche persistera a lungo un certo disprezzo per il professore che I apre bottega' offrendo Ia sua competenza al primo compratore venuto: la comunicazione della scienza andava riservata a chi Ia meritava, non a chi la acquistava. C' era, quindi, un senso profondo della eminente dignita della cultura e del suo necessario esoterismo.

L'ideale antico e, in sintesi, quello incarnato da Teofilatto di Ocrida nella veste di OtOaO'KUAo~.

Grazie al suo epistolario, possiamo avere in genere, un quadro chiarissimo della situazione sociale, politica e culturale a Bisanzio nel secolo XI,

13 Basti pensare al caso della scuola femminile diretta dalla poetessa Saffo.

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rna in particolare l' epistola Ilooc rooc <iu't'ou lla8-TJ'ta.; a''ta1('tiiaa.v'ta.~ ci da Ia chiave di lettura per capire il genere di insegnamento che veniva professate a Costantinopoli in questa periodo.

L'incipit, Tlou 1tO'tE stoiv ... ? (corrispondente allatino Ubi sunt ... ?) mostra sin dal polemico inizio I'intento moralistico: Teofilatto, accusato da un collega di non essere un buon insegnante, presenta il proprio iter scolastico.

Dice che sin dall'infanzia i suoi genitori notarono la sua particolare attitudine all' apprendimento e di conseguenza decisero di trasferirsi a Bisanzio dove egli segui i corsi di Psello.

Ed ora, in questa scuola in cui insegna, Teofilatto, sernbra riprodurre, a livello microscopico, queUo che e I' ordinamento pili ampio in cui Ia scuola stessa e inserita.

II suo piu grande desiderio e quello di riportare all' antica serieta l' ordinamento scolastico, i cui principi fondamentali egli pensava fossero venuti meno".

Lo scritto", verosimilmente tina fictio retorica, e una polemica con un anonimo collega il quale adotta contenuti e metodi non condivisi dal nostro autore. Ma, al di la di questo, la composizione e 10 specchio di una crisi generale anche di carattere sociale: il disordine che regna nella scuola e simile a queUo che pervade Ie citta,

Allorche c' e un governo illuminato, forte, si restaura I' auctoritas: ognuno mantiene i1 posto che gli compete e non osa invadere campi che non gli appartengonow, Quando manca invece la 'ta~t';, si scatena il caos. Avviene, dunque, nella scuola, che il professore, in questa caso il suo anonimo collega, mandi via gli alunni che, a causa della loro giovane eta, abbiano commesso qualche sbaglio, senza avere per essi alcuna indulgenza, senza cercare di correggere i loro errori.

Egli accusa anche l'anonimo collega di mirare al denaro (tanto e vero che gli alunni devono pagare per ascoltarlo), mentre, Teofilatto non esige

14 Non a caso e usata ]'espressione Koouoc, indice di una stabilita che e venuta meno nella Bisanzio del sec. XI. E una figura usata anche da Psello: L. G. Benakis, 'MtXCL-rlA IIcrEAA.ol) rrspi 'tUN lOEtiJV, 'a;;; '0 IIAa't(OV AiYEl", (/)14oaorpia, 4-6 (1975-1976) p. 415.

15 Esso consta di due parti: una diretta agli allievi indisciplinati (Gautier, Theophulacii, I, pp. 131-143); l'altra 'agli alunni', si trova ibidem aIle pp. 147-165.

1& Gautier, Theophylacti, I, P: 135.

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alcuna ricompensa, perche, secondo I' antica usanza di cui parIa Temistio (or. 23-289 b), erano i maestri a dare qualche sostegno agIi alunni,

La professione di DtDacrKuAOI:; viene, quindi, intesa alIa maniera 'antica', una persona che cura la formazione letter aria degli allievi senza trascurare I'tSol:;. Teofilatto punisce rna non espelle; colpisce rna cura le ferite che ha procurato ai suoi discepoli". L'epistola si conclude con un consiglio agli allievi: essere onesti e corretti nella vita e, dice, l'unica arm a che disorienta il nemico".

Un secondo scritto, giuntoci senza illemma iniziale, e anch' esso una fictio, che prende 10 spunto dall' acquisizione di una cattedra di docente, da parte di Teofilatto. Cia gli da I'occasione di esplicitare su quali linee egli intenda muoversi come DtDacrKUAOI:; di retorica e sui fini che intende conseguire'", II suo scopo e di riportare la retorica al suo state originario, poiche essa attualmente e quasi svanita; resta solo un fantasma, simile a quello di Eracle nell' Ade. Ed infatti si e arrivati ad un punto di decadenza tale che riflettere sulle 'questioni', fare una ricerca al di la delle apparenze, sembra una occupazione futile":

La formazione retorica e cost carente che non solo non si scrive 'ornate' rna addirittura e un titolo di merito usare espressioni dialettali. Questo andazzo apparel e a ragion veduta-', al raffinato Teofilatto, un comportamento biasimevole. Istruire i ragazzi correttamente sin dall'inizio li abitua infatti a corrette acquisizioni: se, invece, l'insegnamento tradito indulge perfino alla volgarita, i risultati non potranno che essere insoddisfacenti. Certo, i progressi di alcuni fra gli alunni talvolta potranno non essere accettabili=. rna il maestro non cessera di aiutarli; continuera paternamente ad istruirIi, sperando sempre di raccogliere, quando che sial buoni frutti, perche l'alunno, secondo Teofilatto, si attacca agIi insegnamenti sin dall'infanzia

17 Ibidem, p. 139. 18 Ibidem, p. 143. 19 Ibidem, p. 147. 20 Ibidem, p. 149.

21 Non bisogna dimenticare che egli, allievo di Psello, e come il suo maestro un conservatore.

22 Gautier, Theophyladi, I, p. 155.

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come i bambini al seno materno. Un concetto questa gia caro al mondo antico, che e stato, tra I' altro, approfondito ed esaltato anche da Quintiliano.

Al tipo di insegnamento professato da quei 'cattivi maestri' che hanno avvelenato la cultura e che inculcano false ideologie e miti, Teofilatto contrappone il proprio modo di essere insegnante: quello di una persona che ha 10 sguardo fisso sulla Patria celeste. Noi, egli scrive, ci sforziamo di eleyare la 1tUtOElU, di rimodellare e trasformare iI nostro corpo, come fanno gli artigiani per cio che e brutto e informe: cosi facendo diventiamo 'ultraterreni'->, Ed infatti, se non clef nel OtOacrKuAoc;, un impegno culturale e, insieme, etico, maestro ed alunno non potranno ritrovarsi nel Koouoc, nell' ordine' cosmico, riflesso della sapienza organizzatrice di Dio. Non si puo tuttavia tacere che l' ambiente scolastico in cui opera TeofiIatto e inficiato da carenze e difetti.

Cio di cui egli soprattutto si rammarica e la malizia che prospera dappertutto, e produce maestri di KUKoeEXVtUC;24: si accorge chef pur avendo nutriti i discepoli del suo stesso pane, i frutti non sono buoni. Lo affligge particolarmente il fatto che taluni colleghi demoliscano la sua metodologia pedagogica perche 'scarsamente persuasiva': a questa attribuiscono gli aleatori risultati che conseguirebbero i suoi allievi. Costoro ignorano, 0 fingono di non sapere, che essa invece e dipesa dalla loro accondiscendenza ai piaceri e al capriccio degli alunni, che fanno raffronti fra la severita del suo insegnamento e la tollerante ignoranza di quello altrui che, invece della sapienza, accarezza Ie passioni. A fondamento della sapienza vi e pero il Koouoc in cui gli istinti vengono frenati crazionalizzati>.

Per quel che concerne il programma di studio Teofilatto afferma di essersi adeguato alla richiesta della maggior parte dei ragazzi, quella, cioe, di non trattare 'iI genere stilistico'26 poiche certamente il tempo non avrebbe consentito 10 svolgimento di un vasto programma. E tuttavia I' autore mo-

23 Gautier, Theophylacti, I, pp. 151, 17-23. 24 Ibidem, pp. 153, 9 sgg.

25 Ibidem, pp. 130, 30 sgg.

26 Il riferimento e al Ilspi iOEIDV di Ermogene, per il quale Teofilatto ha ereditato l'avversione di Psello, efr. E. Kurtz, F. Drexl, Michaelis Pselli scripta minora magnam partem adhuc inedita (Milano 1936) I, 267, pp. 16-23.

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stra di non arrendersi di fronte alle difficolta create dagli alunni e dall' ambiente-".

Egli, in poche parole, a somiglianza del suo maestro Psello, non rifiuta la -rEXV'll rna e attento a non farla scadere in tecnicismo. Essa ha una sua funzione se insegna ad esprimere in forma adeguata,senza prolungarsi con gratuiti orpelli retorici. Questo metoda egli propone anche agli altri 8t8acrKUAot: I adottate, anche voi questi principi e non biasimate i miei metodi di insegnamento ... Al contrario, per essi ciascuno mi esaltera come suo benefattore, poiche il mio nome poggia su delle colonne che non sono immobili, rna che si spostano dappertutto e che sono rese immortali per la presenza di un' anima immortale'P'. Poiche e solo costruendo su salde colonne (immortali perche l' anima e immortale), che la cultura potra fondarsi su solide basi: e sara meritorio adoperarsi per tal fine.

Teofilatto di Ocrida testimonia in tal modo il ruolo politico e ideologico dei nuovi 8t8acncuAot in seno al movimento di riforma scolastica attuato a Bisanzio nell'XI secolo: non solo denuncia 10 scadimento culturale cui va incontro 10 stato, rna anche il crollo dei valori morali, irrinunciabili per ogni cittadino. Dalla lettura dell' epistola, vera 0 apocrifa poco importa, risulta evidente cheil concetto culturale dell'ideale classico di insegnamento era degenerato; per manteneme intatto il valore esso non poteva piu essere affidato, come avveniva, ad un semplice ret ore, che 10 avrebbe immiserito nel culto della forma. 11 possesso dei fondamenti della cultura classica rimaneva valido solo se finalizzato alla costruzione dell'uomo totale: il bt8aaKaAo~, per Teofilatto, non assolve il suo compito di maestro se non contribuisce a rendere migliore la convivenza civile.

Leaccorate lamentazioni di Teofilatto testimoniano che al crepuscolo del secolo XI alla crisi delle strutture socio-politiche dello stato bizantino si accompagno la crisi dei contenuti dell'insegnamento. Tale deficienza qualitativa va imputata, se cost si puo dire, alIa richiesta di 'mercato'. Gli alunni cercavano di erudirsi per trovare una collocazione all'intemo delle strutture amministrative, richiedendo percio una formazione esclusivamente em-

27 Gautier, Theophylacti, I, pp. 161,25-27; 163, 5-8. 28 Ibidem, pp. 165, 3-6.

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pirica. I professori, che dovevano pur vivere, si adeguavano alle richieste di questi alunni-clienti e delle loro £amiglie. In tale contesto Teofilatto, nella sua veste di docente, assunse il malinconico ruolo di laudator temporis acti, un tempo in cui la cultura avrebbe avuto l'unico scopo dell'elevazione dello spirito: un' altissima coscienza etica, con docenti e alunni scevri da interessi venali. Tale modo di intendere la cultura, che consentirebbe un positivo rapporto fra r3Lo~ 3EopEnKo~ e r3LO~ 7tpaKnKO~, nel momenta in cui Teo£ilatto esercita la sua professione di docente, appare quasi irrimediabilmente compromesso.

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Tav. XIII. L'Evangelista Giovanni (miniatura, sec. XI). Atene, Biblioteca azionale, manoscritto 57, fol. 265v.

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