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MANOSCRITTI GRECI DI TERRA D’OTRANTO.


RECENTI SCOPERTE E ATTRIBUZIONI (2005-2008)*.

Daniele Arnesano

Le ricerche sulla produzione libraria in una determinata area geo-


grafica possono trovare uno strumento valido, fra quelli a disposizione
della comunità scientifica, nei repertori di manoscritti prodotti sicura-
mente in quell’area o ad essa attribuiti per ragioni filologiche, paleo-
grafiche, codicologiche, storico-artistiche. Lo sforzo di compilare sus-
sidi come questi scaturisce, tra l’altro, dall’antica esigenza di alternare
a sessioni di reperimento e decifrazione dei dati (analisi) pause di rac-
colta e interpretazione degli stessi (sintesi), come è sinora avvenuto
negli studi sulla produzione libraria italo-greca1. Con questa finalità, il
primo corposo repertorio di manoscritti di Terra d’Otranto fu pubbli-
cato nel 1972 da Marco Petta2, cui fece seguito quello curato nel 1989
da Oronzo Mazzotta3. Ai 237 manoscritti registrati da quest’ultimo
170 sono stati aggiunti nel 2005 – sulla scorta di ricerche personali e,
soprattutto, sulla base dei dati pubblicati dagli studiosi – da parte di
chi scrive4. In quel contributo proponevo un inventario non sostitutivo,
––––––––––
*
La bibliografia sarà in parte citata in forma abbreviata; per lo scioglimento delle abbre-
viazioni si veda la fine del presente lavoro.
1
Col termine ‘sintesi’ non indico, beninteso, il banale compendio ma quell’impegnativa
operazione che consiste nell’unificare una pluralità di dati sparsi, ordinandoli poi in una
presentazione organica. La sintesi dettagliata sulla cultura italo-greca e sulla relativa pro-
duzione manoscritta è quella offerta nel 1982 da Guglielmo Cavallo (Cavallo, “La cultura
italo-greca”). Declinati secondo le diverse e spesso complementari discipline che hanno
per oggetto il libro manoscritto, i contributi di tipo analitico, apparsi negli ultimi decenni,
vantano metodi di indagine via via più affinati e risultati tanto più soddisfacenti; nell’im-
possibilità di citare anche solo i più importanti, ricorderò, fra quelli più recenti, un articolo
di Roberta Durante in cui finalmente si riprende il filone di indagine sulla decorazione
libraria salentina (R. Durante, “La decorazione dei codici salentini: l’esempio del Valli-
celliano C 7”, Neva ÔRwvmh 5 (2008), 277-301).
2
M. Petta, “Codici greci della Puglia trasferiti in biblioteche italiane ed estere”, BBGG
n.s. 26 (1972), 85-129; rist. in Brundisii Res 4 (1972), 59-121.
3
Mazzotta, Monaci e libri greci.
4
Arnesano, “Il repertorio dei codici greci”. In quella sede erano contrassegnati con un
asterisco (*) i manoscritti dei quali avevo esaminato l’originale o delle riproduzioni; erano
invece privi di asterisco quelli registrati sulla base di attribuzioni o di segnalazioni altrui
ma da me non esaminati (in questa sede farò ricorso al medesimo espediente), tra cui il
Par. 2268 (p. 57) ed il Par. 2988 (p. 58): un successivo esame autoptico mi consente di
escludere, almeno su base paleografica, l’attribuzione dei due cimeli ad area salentina. Per
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ma, come esprimevo già nel titolo («aggiornamenti e integrazioni»),


integrativo del repertorio di Mazzotta5.
In questa sede saranno elencate le testimonianze in scrittura greca
per le quali, dal 2005 al 2008, è stata proposta da parte di vari studiosi
la localizzazione in Terra d’Otranto o l’attribuzione a mani educate
alle caratteristiche grafiche salentine6. A queste ho aggiunto alcune te-
stimonianze da parte mia7. Si troveranno anche dei casi di attribuzione
espressa dagli autori in modo dubitativo: ho comunque ritenuto oppor-
tuno includerli nel repertorio, in attesa che da ulteriori ricerche scatu-
risca maggiore certezza8. Fra interi codici9, singole unità codicologi-
che10, frammenti11 e marginalia 12 si tratta in tutto di 38 segnature, cor-
rispondenti a libri conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana13,
presso diverse istituzioni italiane14, alcune delle quali locali, salen-
––––––––––
la stessa ragione è stato proposto di espungere dall’elenco dei codici di Terra d’Otranto i
Laurenziani Plut. 8.17, Plut. 9.12 e San Marco 770 (cfr. Baldi, “Il palinsesto Laur. Plut.
57.26”, 492-493).
5
Tale complementarietà era espressa – il lettore perdonerà l’autocitazione – nella premes-
sa: «A distanza di oltre quindici anni, è forse opportuno proporre un aggiornamento di
questo repertorio, che, spero, ne confermi l’utilità e ne rivitalizzi la funzionalità» (Arnesa-
no, “Il repertorio dei codici greci”, 25). I nuovi manoscritti erano registrati secondo gli
stessi criteri di Mazzotta (i dati forniti riguardavano: segnatura, datazione, supporto, con-
tenuto e bibliografia). Quelli già presenti nell’inventario del 1989 (secondo la sullodata
complementarietà) non presentavano nuovamente i dati relativi a datazione, supporto e
contenuto ma, contrassegnati dal rinvio a Mazzotta (con la sigla M, seguita dal numero di
pagina), erano corredati dei soli aggiornamenti bibliografici (senza la ripetizione di quelli
già presenti in Mazzotta). Alcuni manoscritti registrati nel 1989 erano del tutto assenti
nell’aggiornamento, per mancanza di integrazioni bibliografiche successive a quell’anno;
altri lo erano per riconosciuta incompatibilità con le caratteristiche paleografiche salentine
(elencati a p. 25 n. 5).
6
Essi sono Maria Luisa Agati (per il manoscritto nr. 28 del repertorio), Davide Baldi (nr.
8), Marco D’Agostino (nr. 25), Francesco D’Aiuto (nr. 5), Maria Rosa Formentin (nrr. 17-
19), Anna Gaspari (nr. 13), André Jacob (nrr. 1-2, 4, 9, 22-24), Santo Lucà (nrr. 6-7, 29,
33), Carlo Maria Mazzucchi (nr. 16), Bram Roosen e Peter Van Deun (nr. 15), Elisabetta
Sciarra (nrr. 26, 30-32), David Speranzi (nrr. 10, 14) ed Elena Velkovska (nr. 11). Non
un’attribuzione ma, più precisamente, un’identificazione di frustula sinora ritenuti disper-
si è quella di Angelo Giaccaria (nr. 35).
7
Alcune sono state attribuite alla Terra d’Otranto già in miei contributi del 2005 e del
2008 (nrr. 3, 21, 27, 36), altre sono attribuite qui per la prima volta (nrr. 12, 20, 37-38),
alle quali si aggiunga l’identificazione nr. 34.
8
Nrr. 16-17, 19, 24, 28 (queste attribuzioni saranno distinte dalle altre con “dubit.”).
9
Nrr. 1-7, 9, 11-12, 14, 18, 22-24, 27-31, 33, 37.
10
Nrr. 10, 15, 17, 19, 36.
11
Nrr. 8, 13, 20-21, 25, 32, 34-35, 38.
12
Nrr. 16, 26.
13
Nrr. 1-5.
14
Nrr. 8-12, 15-19, 25-29, 34-38.
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tine15, e in biblioteche europee ed extraeuropee16. È del tutto evidente


che questo nuovo elenco, come del resto i precedenti, non può essere
considerato esaustivo né definitivo; i dati provenienti dalla ricerca
scientifica, infatti, sono sempre in fieri (né per questo si può rinuncia-
re a riordinarli periodicamente), soprattutto quando essa – per fortuna
– è intensa e proficua, proprio come quella sull’attività scrittoria sa-
lentina, grazie alla sinergia di vari specialisti17.
Saranno escluse dall’elenco le testimonianze di natura documenta-
ria, le quali, benché minoritarie, appaiono proprio per questo degne
d’attenzione: fra di esse si possono ricordare le numerose pergamene
tarantine18, le sottoscrizioni testimoniali in calce a documenti greci e
latini19, ma anche reperti poco noti, quali il ricordo relativo ad un’au-
tentica notarile di un inventario di beni ecclesiastici risalente al 1505
––––––––––
15
Nrr. 13, 20-21. Nel Salento, come è noto, si conservano oggi pochissimi codici greci. A
Galatina ne è stato recentemente scoperto uno, conservato presso la Biblioteca Comunale
«Pietro Siciliani»; esso tuttavia non fu scritto in Terra d’Otranto né da mano educata alle
caratteristiche scrittorie salentine, bensì a Roma, nel 1592, dal famoso copista cipriota
Giovanni Santamaura (cfr. D. Arnesano, “Un nuovo codice di Giovanni Santamaura (Ga-
latinensis 25)”, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, XIII (ST 433), Città
del Vaticano 2006, 7-25: 10, 13, tavv. 1-4); è invece certamente salentino il manoscritto di
Nardò, Archivio della Curia Vescovile, C 147bis, già registrato nel mio aggiornamento
(“Il repertorio dei codici greci”, 53) e che ho poi attribuito alla mano del copista Angelo
Micheli di Galatina (cfr. D. Arnesano, “Copisti salentini del Cinquecento”, in D. Levante
(ed.), «Colligite fragmenta». Studi in memoria di Mons. Carmine Maci, Campi Salentina
2007, 83-94: 91, tavv. 1-2).
16
Nrr. 6-7, 14, 22-24, 30-33.
17
Lo conferma il fatto che l’elenco seguente si basa su attribuzioni di esplicite segnature,
ma già altre e nuove testimonianze sono all’attenzione degli studiosi; si pensi, ad esempio,
che ai manoscritti salentini del solo fondo greco Barberiniano della Biblioteca Vaticana
(pp. 30-31 dell’aggiornamento del 2005) «si possono aggiungere almeno altre otto unità»
(V. von Falkenhausen - S. Lucà, “Due documenti greci inediti provenienti dall’archivio
del Patir”, ASCL 73 (2006), 71-93: 83 n. 45).
18
Per un approccio paleografico a questa documentazione cfr. G. Breccia, “Scritture
greche di età bizantina e normanna nelle pergamene del monastero di S. Elia di Carbone”,
ASCL 64 (1997), 33-89: 41-56; E. Crisci - P. Degni, “Documenti greci occidentali e do-
cumenti greci orientali”, in F. Magistrale - C. Drago - P. Fioretti (edd.), Libri, documenti,
epigrafi medievali: possibilità di studi comparativi. Atti del convegno internazionale di
studio dell’Associazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti, Bari, 2-5 ottobre 2000
(Studi e Ricerche 2), Spoleto 2002, 483-528, 492, 494-496, 521; cfr. anche F. Magistrale,
Le pergamene dell’Archivio arcivescovile di Taranto. I-II (1083-1258) (Università degli
Studi di Lecce. Dipartimento di Studi Storici dal Medioevo all’Età Contemporanea 30,
Fonti Medievali e Moderne per la Storia di Terra d’Otranto 5), Galatina 1999, 10-12 nr. 3;
23-25 nr. 7; 31-34 nr. 9.
19
Si tratta di uno studio tuttora in corso; per il momento mi sia consentito rinviare ad D.
Arnesano, “Le sottoscrizioni greche nei documenti pugliesi (secoli XIII-XIV)”, in D.
Bianconi - L. Del Corso (edd.), Oltre la scrittura. Variazioni sul tema per Guglielmo Ca-
vallo (Dossiers Byzantins 8), Paris 2008, 217-251.
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[tav. 1]20, e sopravvivenze tardissime, come l’atto di battesimo more


graecorum redatto da don Donato Vinzi di Soleto addirittura nel 1667
[tav. 2]21.
Grazie alle nuove attribuzioni, di cui tra breve si darà conto, il pa-
norama della produzione libraria in area salentina risulta, ancora una
volta, arricchito sotto molteplici aspetti.
Nel dominio della filologia e dell’euristica dei testi si segnalano an-
zitutto diverse testimonianze aristoteliche: due Vite del filosofo di Sta-
gira, i suoi trattati Categorie e Sull’interpretazione (con il commento
di Psello), l’Isagoge di Porfirio, il commento dello pseudo-Alessandro
agli Elenchi Sofistici e un commento anonimo al trattato Sull’interpre-
tazione22. Spiccano poi un testimone dell’Etymologicum gudianum23,
il Catalogo ‘di Lampria’24, un codice miscellaneo di contenuto gram-
maticale25, un frammento schedografico 26. Degni di nota sono inoltre i
nuovi testimoni salentini del romanzo Barlaam e Joasaph 27 e del com-

––––––––––
20
Sogliano Cavour (Galatina), Archivio parrocchiale, Libro dei confermati, f. 1r. Cfr. F.
De Dominicis, Sogliano Cavour tra storia ed economia, Lecce 1988, 49, 153, 167; So-
gliano Cavour tra Medioevo et Età Moderna, Galatina 2003, 25-26.
21
Otranto, Archivio diocesano, Luoghi della diocesi, Zollino. Liber baptizatorum ab anno
1622 ad 1694, f. 10v. Cfr. M. Cassoni, Il tramonto del rito greco in Terra d’Otranto, a c.
di M. Paone (Sallentinae Res 1), Nardò 2000, 37, 49-50; P. Palma, “La Grecìa salentina e
le sue fonti documentarie. Indagine per la ricostruzione dei caratteri originari della sua po-
polazione”, in Fonti archivistiche e ricerca demografica. Atti del convegno internazionale
di studi, Trieste, 23-26 aprile 1990 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Saggi 37), Roma
1996, II, 737-757, 749; Id., Melpignano tra Oriente e Occidente. Documenti e immagini
di una comunità della Grecìa salentina (Archivi e Società 4), [Galatina 2005], 27. Il Vat.
Barb. gr. 383, copia del typikon del monastero di S. Nicola di Casole ed ultimato da Stefa-
no Ripa di Soleto nel 1583, è il libro manoscritto datato più tardo prodotto in Terra d’O-
tranto (cfr. Mazzotta, Monaci e libri greci, 65; Arnesano, “Il repertorio dei codici greci”,
31); l’atto di battesimo di Donato Vinzi – pur nella sua sporadicità ed esiguità – è la testi-
monianza datata più tarda di scrittura greca salentina.
22
Nrr. 10, 22, 36. Sulla produzione di manoscritti di contenuto aristotelico in Terra d’O-
tranto, limitatamente ai secoli XIII e XIV, cfr. D. Arnesano, “Aristotele in Terra d’Otran-
to. I manoscritti fra XIII e XIV secolo”, S&T 4 (2006), 149-190.
23
Nrr. 30 + 31 + 32. Sulla tradizione manoscritta dell’Etymologicum gudianum si veda
Sciarra, “Note sul codice Vat. Barb. gr. 70”.
24
Nr. 17.
25
Nr. 14. L’attribuzione a mano di educazione grafica salentina si deve a David Speranzi,
che ringrazio per avermi comunicato il suo parere in merito a questo manoscritto.
26
Nr. 36. Per un elenco dei manoscritti salentini di contenuto schedografico, molti dei
quali attendono uno studio approfondito, cfr. Arnesano, La minuscola «barocca», 10 e n.
36.
27
Nrr. 6, 33. Il loro testo appartiene ad una recensione tipica, A secondo R. Volk, “Urtext
und Modifikationen des griechischen Barlaam-Romans. Prolegomena zur Neuausgabe”,
BZ 86-87 (1993-1994), 442-463: 459.
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Tav. 1. Sogliano Cavour, Archivio parrocchiale, Libro dei confermati, f. 1r.


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Tav. 2. Otranto, Archivio diocesano, Luoghi della diocesi, Zollino.


Liber baptizatorum ab anno 1622 and 1694, f. 10v.
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mento di Teofilatto ai Vangeli28, ma anche sei fogli – sinora ritenuti


dispersi e recentemente identificati – appartenenti al codice Taurin. C
III 17, contenente il typikon del monastero di S. Nicola di Casole29.
Dal punto di vista storico-culturale è rilevante la scoperta di un te-
stimone salentino del Nomocanone di Alessio Aristeno30, tanto più che
le annotazioni in margine sono state riconosciute come autografe di
Nicola-Nettario di Casole († 1235)31. A più tarda temperie culturale è
invece riconducibile un manoscritto, contenente il commento dello
pseudo-Alessandro agli Elenchi Sofistici, prodotto nella cerchia erudi-
ta gravitante intorno alla figura di Sergio Stiso di Zollino (attivo fra il
1480 ed il 1530 circa)32. Un dato utile alla conoscenza dell’umanesi-
mo salentino proviene anche dall’attribuzione dei marginalia presenti
in una cinquecentina delle Vite parallele di Plutarco33 alla mano del
suo possessore, il medico e poeta Alberigo Longo (sec. XVex.-1555),
nato ed educato a Nardò, attivo a Bologna e, come traduttore dal gre-
co, a Roma34.
Le recenti scoperte in materia di produzione libraria salentina sono
degne d’attenzione, infine, anche sotto il profilo paleografico. Sullo
stile definito «rectangulaire aplati ou écrasé» 35 si apre un interessante
filone d’indagine: è stato infatti individuato un gruppo di circa 30 co-
dici, prodotti fra la metà del secolo XI ed il primo quarto del successi-
––––––––––
28
Nrr. 2, 4, 24. Sulla diffusione in Terra d’Otranto del commento di Teofilatto ai Vangeli
cfr. Jacob, “La réception de la littérature”, 29-54.
29
Nrr. 34, 35 (con bibliografia).
30
Nr. 1.
31
Abate di S. Nicola di Casole ed intellettuale di primo piano dell’entourage federiciano:
si veda J. M. Hoeck - R. J. Loenertz, Nikolaos-Nektarios von Otranto Abt von Casole.
Beiträge zur Geschichte der Ost-westlichen Beziehungen unter Innocenz III und Friedrich
II (Studia Patristica et Byzantina 11), Ettal 1965; Jacob, “Autour de Nicolas-Nectaire”,
231-232 (con bibliografia).
32
Nr. 10. Sergio Stiso fu maestro di greco, fra gli altri, di Aulo Giano Parrasio: si veda F.
Lo Parco, “Sergio Stiso grecista italiota e accademico pontaniano del secolo XVI”, Atti
dell’Accademia Pontaniana 49 (1919), 217-236; ulteriore bibliografia è reperibile in Ar-
nesano, “San Nicola di Casole”, 133-138 e note.
33
Nr. 26.
34
Ringrazio Elisabetta Sciarra, cui si deve l’attribuzione, per avermi permesso di darne
anticipatamente notizia in questa sede. Per ulteriori ragguagli rinvio al suo contributo “I
copisti e la stampa”. Su Alberigo Longo cfr. G. Jacovelli, “Medici pugliesi del ’500 in
Europa e nel mondo: Matteo Tafuri, Alberico Longo, Jacopo Ferdinando”, in M. Lanera -
M. Paone (edd.), Momenti e figure di storia pugliese. Studi in onore di Michele Viterbo
(Peucezio) (Biblioteca di Cultura Pugliese 21), Galatina 1981, I, 252-272: 265-268; V.
Gallo, “Longo, Alberigo”, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXV, Roma 2005, 686-
687 (con bibliografia).
35
Su cui cfr. Jacob, “Les écritures de Terre d’Otrante”, 270.
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vo, la cui scrittura, tuttora oggetto di studio, rappresenterebbe lo stadio


iniziale di tale stile, del quale dunque si potrebbe chiarire la genesi36.
Ad una successiva fase della storia grafica locale afferiscono invece le
nuove testimonianze vergate in minuscola «barocca», le quali arricchi-
scono il panorama delle scritture in uso durante i secoli XIII e XIV37.
Anche per l’età umanistica sono stati portati alla luce elementi di inte-
resse paleografico; anzitutto i nomi di due nuovi personaggi, il copista
Gabriele, responsabile del citato manoscritto aristotelico uscito dalla
cerchia di Stiso 38, e quello già menzionato di Alberigo Longo, di cui
non si conosceva sinora la scrittura greca39; poi gli altri materiali data-
bili ai secoli XV e XVI40: essi vanno ad aggiungersi al già consistente
gruppo di libri vergati nei due secoli da mani di educazione grafica
salentina, per i quali uno studio palografico d’insieme, tuttora assente,
è fortemente auspicabile.

––––––––––
36
Cfr. Lucà, “Dalle collezioni manoscritte”, 55, 62. Tra questi codici è annoverato il ma-
noscritto Scor. T III 3 (nr. 6), che fu vergato dal copista Eustazio, nell’anno 1057; se l’i-
potesi di una ‘salentinità’ geografica, oltre che paleografica, del manoscritto scorialense
cogliesse nel vero, esso toglierebbe il primato del più antico manoscritto salentino datato
al Par. gr. 3, risalente al 1095 (su cui cfr. Mazzotta, Monaci e libri greci, 91; Arnesano, “Il
repertorio dei codici greci”, 55, con bibliografia).
37
Nrr. 8, 21, 25, 27, 36. Su questa tipica scrittura salentina (ivi comprese le testimonianze
nrr. 21, 25, 27 e 36) cfr. da ultimo Arnesano, La minuscola «barocca», 19-58.
38
Nr. 10. Sull’attività e la figura del copista Gabriele cfr. Speranzi, “Per la storia della li-
breria”, 90-110.
39
Nr. 26 (cfr. supra, n. 34).
40
Nrr. 11-14, 18, 28.
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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 71

REPERTORIO

CITTÀ DEL VATICANO - BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA

1) Barb. gr. 324*. Sec. XIIex., cart.


Alexius Aristenus, Nomocanon.
Attrib.: Jacob, “Autour de Nicolas-Nectaire”, 232-234, tavv. I-VIII.
Cfr. Canart - Peri, Sussidi bibliografici, 143.

2) Barb. gr. 570. Sec. XIII1, membr.


Theophylactus, In quatuor Evangelia enarrationes.
Attrib.: Jacob, “La réception de la littérature”, 41-49.
Cfr. Canart - Peri, Sussidi bibliografici, 163.

3) Chis. R IV 2*. Sec. XIV, membr.


Euchologium.
Attrib.: Arnesano, La minuscola «barocca», 73, 76 nr. 9.
Cfr. Franchi de’ Cavalieri, Codices graeci, 2-3; Buonocore, Bibliografia 1968-1980, I, 341;
Ceresa, Bibliografia 1986-1990, 296; Parenti, Il monastero di Grottaferrata, 313.

4) Ottob. gr. 37. Sec. XIIex., membr.


Theophylactus, In quatuor Evangelia enarrationes.
Attrib.: Jacob, “La réception de la littérature”, 38-41.
Cfr. Feron - Battaglini, Codices manuscripti, 30; Canart - Peri, Sussidi bibliografici, 185;
Buonocore, Bibliografia 1968-1980, I, 384-385.

5) Ross. 766*. Sec. XIV-XV, cart.


Andreas Caesariensis, Commentarium in Apocalypsin.
Attrib.: D’Aiuto, “Per lo studio”, 244 e n. 5.
Cfr. Canart - Peri, Sussidi bibliografici, 325; Ceresa, Bibliografia 1991-2000, 481; Il fondo
rossiano (scheda di A. Aletta).

ESCORIAL - Real Biblioteca del Monasterio

6) T III 3*. A. 1057, membr.


Barlaam et Joasaph.
Copiato dal kalligraphos Eustazio.
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72 Daniele Arnesano

Attrib.: Lucà, “Dalle collezioni manoscritte”, 55, 58, 62 e n. 52.


Cfr. Graux - Martin, Fac-similés de manuscrits, tavv. 30-31; Vogel - Gardthausen, Die grie-
chischen Schreiber, 123; Revilla, Catálogo de los códices, 509-510; Cavallo, “La cultura
italo-greca”, 526; Pérez Martín, “Apuntes sobre la historia”, 161; Lucà, “Su due sinassari”,
69 n. 61; Id., “Teodoro Sacerdote”, 150-151 nr. 4; Id., “Manuscritos griegos”, 102.

7) W IV 7 [ff. 1r-103v]. Sec. XIV, cart.


Gregorius Nyssenus, De opificio hominis.
Anonymi interpretatio duodecim signorum zodiaci.
Attrib.: Lucà, “Dalle collezioni manoscritte”, 84.
Cfr. De Andrés, Catálogo de los códices, 212-213 nr. 559.

FIRENZE - Biblioteca Medicea Laurenziana

8) Plut. 5.18 [f. 193]*. Sec. XIII, membr. palins.


Psalterium.
Attrib.: Baldi, “Il palinsesto Laur. Plut. 57.26”, 498.
Cfr. Bandini, Catalogus codicum manuscriptorum, 41; Palivmyhsto". News from Rinasci-
mento Virtuale, 46.

9) Plut. 5.22*. Sec. XII, membr.


Collectio canonum.
Attrib.: Jacob, “Autour de Nicolas-Nectaire”, 233 e n. 13.
Cfr. Bandini, Catalogus codicum manuscriptorum, I, 45-48; Ecloga. Das Gesetzbuch Leon
III., 35; Répertoire de réglures, 380.

10) Plut. 72.6 [ff. 12r-80r]*. Sec. XVex., cart.


Ps.-Alexander, In Aristotelis sophisticos elenchos commentarium.
Attrib.: Speranzi, “Per la storia della libreria”, 107-111, tav. II.
Cfr. Bandini, Catalogus codicum manuscriptorum, III, 30-31; Baldi, “Il palinsesto Laur.
Plut. 57.26”, 498-499; Arnesano, “San Nicola di Casole”, 135.

FIRENZE - Biblioteca Riccardiana


11) 82*. Sec. XV2, cart. [tav. 3]
Euchologium.
Attrib.: Velkovska, “Un eucologio del monastero”, 88.
Cfr. Vitelli, Indice dei codici greci, 528.
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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 73

Tav. 3. Ricc. 82, f. 15r.


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74 Daniele Arnesano

12) 87*. Sec. XV, cart. [tav. 4]


Horologium.
La scrittura esibita dalla mano principale (ff. 1r-9r, 12r-67v, 69r-86v, 88r-
95v, 98r-103r [r. 4], 106r-134v, 142r-144r, 145r-165r), ora più posata e con
qualche pretesa calligrafica, ora più corsiveggiante e grossolana, appare
riconducibile ad un filone di tarde minuscole italogreche – specialmente
salentine – caratterizzate da un ritorno più o meno marcato a forme geo-
metrizzanti, angolose e sobrie, dopo quelle barocche del secolo XIII e di
parte del XIV, di cui pure il filone conserva dei fossili in certi squilibri
modulari e in alcune legature un po’ più vistose. Tale ritorno a forme tra-
dizionali è stato riscontrato soprattutto in modesti manufatti d’uso litur-
gico, databili già a partire dalla seconda metà del secolo XIV (cfr. Jacob,
“Les écritures de Terre d’Otrante”, 276-277).

Attrib.: Arnesano (segnalazione di S. Parenti).


Cfr. Vitelli, Indice dei codici greci, 530.

GALATONE - Chiesa parrocchiale Maria SS. Assunta

13) 4 [f. 12r]*. Sec. XV, cart.


Octoechum.
Attrib.: Gaspari, “Due frammenti”, tavv. 1-2.
Cfr. Gaspari, “Francesco d’Assisi”, 159.

LONDON - British Library

14) Harl. 6875. Sec. XVex.- XVIin., cart.


Miscellanea grammaticale.

Il codice è comunemente datato all’anno 1468 e attribuito al milieu mes-


sinese di Costantino Lascari, sulla scorta di un colofone presente al f. 22r.
David Speranzi ritiene che il colofone si riferisca non già alla confezione
del codice ma alla stesura di uno dei trattatelli grammaticali e costituisca
quindi il terminus post quem per la datazione del codice stesso, il quale, in
base alla filigrana, va piuttosto assegnato alla fine del secolo XV o all’ini-
zio del secolo XVI. Lo studioso, inoltre, dubita della localizzazione mes-
sinese del manoscritto e riconosce nella mano che lo vergò una chiara
educazione grafica salentina.

Attrib.: Speranzi (comunicazione personale del 2 ottobre 2009).


Cfr. Summary Catalogue, 214; Wright, “Manuscripts of Italian Provenance”, 468; Martínez
Manzano, Constantino Láscaris, 73.
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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 75

Tav. 4. Ricc. 87, f. 29r.


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76 Daniele Arnesano

MILANO - Biblioteca Ambrosiana

15) A 109 sup. [ff. 1r-10v]. Sec. XIV, cart.


Anastasius Sinaita, Viae dux.
Attrib.: Roosen - Van Deun, “Les collections de définitions”, 59, 66-68 (sigla M).
Cfr. Martini - Bassi, Catalogus codicum, 36-37; Pasini, Bibliografia dei manoscritti, 194;
Arnesano - Sciarra, “Libri e testi di scuola”, 460 n. 181.

16) Q 74 sup. [marginalia]. Sec. X, membr. (marginalia del sec. XIIIex.)


Miscellanea sacro-profana.

Il codice è stato attribuito dagli studiosi al sec. X e ad area orientale (per i


dettagli sul suo contenuto si consulti la bibliografia citata in basso). Verso
la fine del sec. XIII esso fu annotato da una mano latina, ma vi compaiono
anche dei marginalia greci che – se intendo correttamente le parole del
Mazzucchi – lo studioso cautamente riferisce ad area salentina: «Il Q 74
sup., più o meno nel periodo in cui fu postillato dal lettore latino, ricevette
le attenzioni di quattro mani greche. Doveva quindi trovarsi in un’area di
tradizione ellenofona. Se aggiungiamo che ai ff. 223r, 223v, 226v quattro
lettere ejn ejkqevsei e al f. 227r una numerazione marginale del primo co-
pista sono state riempite in rosso, si potrebbe concludere che il codice fos-
se nel Salento» (Mazzucchi, “Un testimone della conoscenza del greco”,
358-359).

Attrib. (dubit.): Mazzucchi, “Un testimone della conoscenza del greco”, 358-359 e n. 16.
Cfr. Martini - Bassi, Catalogus codicum, 767-780; Pasini, Bibliografia dei manoscritti, 306-
307; Mazzucchi, “Un testimone della conoscenza del greco”, 356-357, 358-359.

NAPOLI - Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III

17) III B 29 [ff. 246r-247v]. Sec. XIV, membr.


[Lamprias], Catalogus.
Attrib. (dubit.): Formentin, “Uno scriptorium”, 92.
Cfr. Cavallo, “La trasmissione scritta”, 161 n. 8, 193, 195-196, 197, 199, 212; Id., “La
cultura italo-greca”, 558, 577; Id., “Scritture italo-greche”, 36-37; Codici greci, 89-90 nr. 32
(scheda di M. R. Formentin); Dorandi, “Diogene Laerzio”, 100, 103, 115-117, 121, 155,
172.

18) III C 25. Sec. XVI, cart.


Leo VI Sapiens, Tactica.
Attrib.: Formentin, “Uno scriptorium”, 93.
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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 77

19) III E 8 [ff. 3-9, 12-14, 16-58, 60-125]*. Sec. XIV, cart.
Joannes Philoponus, In Aristotelis De anima commentarium.

Il manoscritto – la cui attribuzione alla Terra d’Otranto è stata espressa in


modo dubitativo – è ritenuto opera di almeno nove copisti. Non ho esami-
nato integralmente il manufatto ma devo rilevare che le due mani ripro-
dotte negli specimina pubblicati non presentano, a mio avviso, caratteri-
stiche paleografiche proprie delle scritture salentine.

Attrib. (dubit.): Formentin, “Uno scriptorium”, 97.


Cfr. Formentin, “Un codice farnesiano”, tavv. 1-2.

NARDÒ - Archivio della Curia Vescovile

20) Frammento s.n.* Sec. XII, membr. [tav. 5]


Evangeliarium.

Il frammento è costituito da un bifoglio, conservato in una cartellina di


cartoncino giallo, sulla quale è scritto: «Diocesi di Nardò - Gallipoli. Cu-
ria Vescovile. Nardò, 147». Ritengo che esso appartenesse al medesimo
manufatto dal quale provengono i già noti frustula di Galatone [tavv. 6-8],
su cui cfr. Petta, “Tre manoscritti greci”, 21-22 nr. 1; Arnesano, “Il reper-
torio dei codici greci”, 42 (con uno specimen del fr. B, f. 6r, a p. 27; il fr.
E risulta tuttora disperso, ma una riproduzione fotografica del recto è
pubblicata in Fattizzo, Il Crocifisso di Galatone, 49).

Attrib.: Arnesano.

NARDÒ - Biblioteca della Curia Vescovile

21) Cinquecentina s.n. [f. di guardia]*. Sec. XIIIex.-XIVin., membr.


Hymni.

Attrib.: Arnesano, “Il «Copista del Digenis Akritas»”, 141, tav. V.


Cfr. Arnesano, La minuscola «barocca», 106 nr. 124.

NEW HAVEN - Yale University Library

22) 256*. Sec. XIII, membr.


Porphyrius, Isagoge; Aristoteles, Categoriae, De interpretatione; Michael
Psellus, Paraphrasis in Aristotelis De interpretatione.

Attrib.: Jacob, “La réception de la littérature”, 59.


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78 Daniele Arnesano

Tav. 5. Neriton. fr. s.n.


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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 79

Tav. 6. Galaton. fr. D, f. 7v.


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80 Daniele Arnesano

Tav. 7. Galaton. fr. F, f. 10r.


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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 81

Tav. 8. Galaton. fr. G, f. 12r.


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82 Daniele Arnesano

Cfr. Shailor, Catalogue of Medieval, 15-16. Uno specimen del f. 3r è reperibile presso il sito
web della biblioteca (www.library.yale.edu/beinecke).

PARIS - Bibliothèque Nationale

23) Gr. 161. Sec. XIII, membr. palins.


Catena in Genesim.

Attrib.: Jacob, “Autour de Nicolas-Nectaire”, 246 e n. 35.


Cfr. Omont, Inventaire sommaire, I, 19.

24) Gr. 185. Sec. XIII1, cart.


Theophylactus, In quatuor Evangelia enarrationes.

Attrib. (dubit.): Jacob, “La réception de la littérature”, 49-51.


Cfr. Omont, Inventaire sommaire, I, 21.

ROMA - Archivio di Stato

25) Stato Civile-Appendice. Sec. XIIIex.-XIVin., membr.


Libri parrocchiali, 1565-1725, I/1*.
Hymni.

Attrib.: D’Agostino, “Uno sconosciuto frammento”, tavv. 1-4.


Cfr. Arnesano, La minuscola «barocca», 115 nr. 153.

ROMA - Biblioteca Angelica

26) Cinquecentina DD.19.13 [marginalia]*. Sec. XVI.


Plutarchus, Vitae parallelae.

I marginalia sono attribuibili alla mano dell’umanista salentino Alberigo


Longo. A p. *ii si legge: «Sum Alberici longi sale(n)tini et amicor(um)».

Attrib.: Sciarra, “I copisti e la stampa”.

ROMA - Biblioteca Casanatense

27) 1255*. Sec. XIVex., cart. [tav. 9]


Menologium.
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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 83

Tav. 9. Casanat. 1255, f. 8r.


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84 Daniele Arnesano

Attrib.: Arnesano, La minuscola «barocca», 73, 116 nr. 155, tav. XXV.
Cfr. Bancalari, “Index codicum graecorum”, 188; I luoghi della memoria, 329 nr. 16 (con
uno specimen).

ROMA - Biblioteca Corsiniana

28) 41 E 30*. Sec. XVI, cart.


Horologium.

Attrib. (dubit.): Agati, Catalogo dei manoscritti greci, 71-74 nr. 6, tav. 9.

ROMA - Biblioteca Vallicelliana

29) B 22*. Sec. XII1, membr. palins.


Menaeum.

Attrib.: Lucà, “Dalle collezioni manoscritte”, 62 n. 52.


Cfr. Martini, Catalogo di manoscritti, II, 8-10; Lucà, “Ars renovandi”, 133 n. 6.

SANKT-PETERBURG - Rossijskaja Nacional’naja Biblioteka

30) Gr. 114. Sec. XIII, membr.


Etymologicum Gudianum.
+ Sinait. gr. 1201 + Sinait. Neva EuJrhvmata M 186.

L’attribuzione al Salento è stata proposta per ragioni critico-testuali; la


pubblicazione di uno specimen del codice Sinait. Neva EuJr hvmata M 186
(cfr. nr. 32) sembra confermare su base paleografica tale attribuzione.

Attrib.: E. Sciarra in Arnesano - Sciarra, “Libri e testi di scuola”, 431 n. 25.


Cfr. Granstrem, “Katalog greeskich rukopisej”, 254; Reitzenstein, Geschichte der griechi-
schen, 72 (sigla e); Géhin - Frøyshov, “Nouvelles découvertes”, 173 e n. 27; Sciarra, “Note
sul codice Vat. Barb. gr. 70”, 372, 402.

SN’ - Monh; th'" ÔAgiva" Aijkaterivnh"

31) Gr. 1201.


[vd. Sankt-Peterburg gr., 114]
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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 85

Cfr. Gardthausen, Catalogus codicum, 247-248; Reitzenstein, Geschichte der griechischen,


72 (sigla e); Beneevi, Catalogus codicum, 521-523 nr. 558; Kamil, Catalogue of all manu-
scripts, 137 nr. 2101; Géhin - Frøyshov, “Nouvelles découvertes”, 173 e n. 27; Sciarra, “No-
te sul codice Vat. Barb. gr. 70”, 372, 402; Arnesano - Sciarra, “Libri e testi di scuola”, 431
n. 25.

32) Neva EuJrhvmata M 186*.


[vd. Sankt-Peterburg, gr. 114]

Cfr. Ta; neva euJrhvmata, 186 nr. 186 (con uno specimen); Géhin - Frøyshov, “Nouvelles
découvertes”, 173 e n. 27; Arnesano - Sciarra, “Libri e testi di scuola”, 431 n. 25.

SOFIA - Nauen Centr za Slavjano-Vizantijski Prouvanija


«Ivan Dujev»

33) D 270. Sec. XIex., membr.


Barlaam et Joasaph.
Attrib.: Lucà, “Dalle collezioni manoscritte”, 62 n. 52.
Cfr. Durova, Checklist de la collection, 36; Lucà, “Su due sinassari”, 69 n. 61; Id., I “co-
pisti”, 153, 154, 155.

TORINO - Biblioteca Nazionale Universitaria

34) B IV 34 [f. 172]*. Sec. XII2, membr. [tav. 10]


Theodorus Studita, Poenae monasteriales.

In seguito all’incendio che colpì la biblioteca di Torino nel 1904, il foglio


fu accorpato al manoscritto B IV 34, un noto codice di contenuto innogra-
fico tradizionalmente assegnato al sec. XI (su cui cfr. Grosdidier de Ma-
tons, Romanos le Mélode, XIII, 73 [sigla T]; Giaccaria, “Nuove identifica-
zioni”, 435-436), con il quale in realtà nulla ha a che vedere. Esso appar-
teneva invece al Taur. C III 17 (typikon del monastero di S. Nicola di Ca-
sole) e ne costituiva uno dei fogli ritenuti sinora dispersi, precisamente il
f. 4 (secondo la foliotazione precedente l’incendio). Lo conferma, tra l’al-
tro, la presenza sul verso di alcune pene monastiche (epitimia) relative al
bibliotecario e al copista, trascritte – proprio da questo foglio e nel 1890,
quindi prima dell’incendio – da Henri Omont (“Le Typicon de S. Nico-
las”, 391). Ritengo inoltre che esso appartenesse originariamente al mede-
simo manufatto dal quale proviene il f. 5 del Veron. 133 (su cui cfr. Arne-
sano, “Il repertorio dei codici greci”, 25 n. 6; 62). Per un approfondimen-
to rinvio al mio “Gli Epitimia di Teodoro Studita”.

Ident.: Arnesano.
Cfr. Pasinus, Codices manuscripti, I, 296 nr. 197 (b.III.8), sul B IV 34; ibid., 308-309 nr.
216 (b.III.27), sul C III 17.
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86 Daniele Arnesano

Tav. 10. Taur. B IV 34, f. 172r.


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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 87

35) C III 17 A. 1173 / Sec. XII, membr.


[1 f. iniziale, ff. 40*, 180*, 182*, 183*].
Typikon monasterii sancti Nicolai Casularum; lettera del patriarca di Co-
stantinopoli a Paolo, vescovo di Gallipoli.

Cinque fogli del codice torinese, ritenuti dispersi, sono stati ritrovati; cfr.
Giaccaria, “Nuove identificazioni”, 438: «ff. 5 (1 f. iniziale, gli altri nu-
merati prima dell’incendio come 40, 180, 182 e 183) da unire al codice
restaurato in passato» (a questi va ora aggiunto il f. 4*, identificabile con
l’attuale f. 172 del Taur. B IV 34; cfr. supra, nr. 34). I ritrovati ff. 182* e
183* dovrebbero contenere parte di una lettera patriarcale di risposta alle
domande poste da Paolo, vescovo di Gallipoli, sulla proscomidia, sulla
liturgia dei Presantificati e sulla frazione del pane (ed. Cozza-Luzi, De
excerptis liturgicis, 167-171; cfr. Jacob, “La lettre patriarcale”, 144 n. 5).
Ident.: Giaccaria, “Nuove identificazioni”, 438.
Cfr.: Pasinus, Codices manuscripti, I, 308-309 nr. 216 (b.III.27); Gulmini, I manoscritti mi-
niati, I, 33-34 nr. 17, II, fig. 76; Mazzotta, Monaci e libri greci, 98; Codici greci, 104 nr. 41
(scheda di A. Jacob); Arnesano, “Il repertorio dei codici greci”, 61.

VENEZIA - Biblioteca Nazionale Marciana

36) Gr. 257 [ff. 256r-274v, 276r-283v]*. Sec. XIII2, cart. [tavv. 11-12]
Commentarium in Aristotelis De interpretatione; Aristotelis vitae;
Schedographia.
Attrib.: Arnesano, La minuscola «barocca», 73, 119 nr. 166, 124 (segnalazione di D.
Bianconi).
Cfr. Mioni, Codices Graeci, I, 371-373; Arnesano - Sciarra, “Libri e testi di scuola”, 465 n.
213.

VERONA - Biblioteca Capitolare

37) 120*. Sec. XIII, membr. palins. [tavv. 13-14]


Contacarium.

Il manufatto rientra in una tipologia di libro liturgico, con notazione musi-


cale, di dimensioni ridotte, di livello modesto, ben documentata nel Salen-
to dei secoli XIII e XIV; ricordo ad esempio i manoscritti criptensi G. g.
III, E. a. VIII, E. a. X, E. a. XII, E. b. II, E. b. V ed E. g. IX (cfr. Crisci, I
palinsesti di Grottaferrata, 34-35, 43-44, 46, 49; Lucà, “Su origine e
datazione”, 190, 191, 193, 204; Arnesano, La minuscola «barocca», 83
nr. 36; 94-95 nr. 75; 96-97 nrr. 81-86). Sul piano paleografico, utili mate-
riali di confronto sono costituiti ad esempio dal Crypt. E. a. XII, dal
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88 Daniele Arnesano

Tav. 11. Marc. gr. 257, f. 280r.


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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 89

Tav. 12. Marc. gr. 257, f. 282r.


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90 Daniele Arnesano

Tav. 13. Veron. 120, ff. 100v-101r.


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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 91

Tav. 14. Veron. 120, ff. 101v-102r.


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92 Daniele Arnesano

Crypt. E. b. V (Crisci, I palinsesti di Grottaferrata, 46, tavv. 92-94) e dal-


l’Ambros. Q 2 sup. (ff. 1, 239) (Lucà, “L’apporto dell’Italia meridionale”,
200; Pasini, Bibliografia dei manoscritti, 302).
Attrib.: Arnesano.
Cfr. Mioni, Catalogo di manoscritti greci, 490-491; Formentin, “I palinsesti greci”, 183-
185; Moran, “A List of Greek”, 69; Marchi, I manoscritti della Biblioteca, 211.

VITERBO - Biblioteca Capitolare

38) 69*. Sec. XII, membr. [tavv. 15-16]


Octoechum.

Si tratta di due bifogli, vergati in una minuscola caratterizzata da ductus


corsiveggiante, moderato chiaroscuro, leggera inclinazione verso destra,
contrasto tra lettere schiacciate (ad es. pi minuscolo e omega) e lettere
oblunghe (ad es. epsilon maiuscolo e lambda), uncini all’estremità infe-
riore di alcuni tratti verticali (ad es. in my e ny). La scrittura si colloca nel
medesimo contesto grafico cui appartiene un gruppo di manoscritti di
contenuto sacro, in cui le caratteristiche sopra citate vengono tuttavia
espresse in modo ora più ora meno evidente. L’esempio più eclatante è
esibito da un amanuense, attivo durante l’ultimo ventennio del secolo XII
o forse durante il primo decennio del XIII e responsabile dell’eucologio
Vat. Barb. gr. 443, di parte del sinassario Par. gr. 1624 + Vallic. C 34III
(ff. 9-16) e dei ff. 1 e 34 (typikon-lezionario) del Par. gr. 175 (cfr. Jacob,
“Les annales du monastère”, 125-126, tavv. III-VII; Lucà, “Su due sinas-
sari”, 65-71, tavv. 1-4; Jacob, “Tra Basilicata e Salento”, 23-28).
Attrib.: Arnesano. Ringrazio Santo Lucà per la conferma di tale attribuzione (comunicazione
personale del 4 aprile 2008).
Cfr. Mioni, Catalogo di manoscritti greci, 528.
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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 93

Tav. 15. Viterb. 69, f. 2r.


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94 Daniele Arnesano

Tav. 16. Viterb. 69, f. 2v.


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Manoscritti greci di Terra d’Otranto 95

ABBREVIAZIONI

Agati, Catalogo dei manoscritti greci = M. L. Agati, Catalogo dei manoscrit-


ti greci della Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsinia-
na (BollClass, Suppl. 24), Roma 2007.
Arnesano, “Gli Epitimia di Teodoro Studita” = D. Arnesano, “Gli Epitimia di
Teodoro Studita. Due fogli ritrovati del dossier di Casole”, Byzantion 80
(2010), in corso di stampa.
Arnesano, “Il «Copista del Digenis Akritas»” = Id., “Il «Copista del Digenis
Akritas». Appunti su mani anonime salentine dei secoli XIII e XIV”, Bi-
zantinistica 7 (2005), 135-158.
Arnesano, “Il repertorio dei codici greci” = Id., “Il repertorio dei codici greci
salentini di Oronzo Mazzotta. Aggiornamenti e integrazioni”, in M. Spe-
dicato (ed.), Tracce di storia. Studi in onore di mons. Oronzo Mazzotta
(Società di Storia Patria. Sezione di Lecce. Quaderni de «L’Idomeneo»
1), Galatina 2005, 25-80.
Arnesano, La minuscola «barocca» = Id., La minuscola «barocca». Scritture
e libri in Terra d’Otranto nei secoli XIII e XIV (Università degli Studi di
Lecce. Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia. Fonti Medievali e
Moderne XII), Galatina 2008.
Arnesano, “San Nicola di Casole” = Id., “San Nicola di Casole e la cultura
greca in Terra d’Otranto nel Quattrocento”, in H. Houben (ed.), La con-
quista turca di Otranto (1480) tra storia e mito. Atti del Convegno inter-
nazionale di studio, Otranto - Muro Leccese, 28-31 marzo 2007 (Saggi e
Testi 41-42), Galatina 2008, I, 107-140.
Arnesano - Sciarra, “Libri e testi di scuola” = D. Arnesano - E. Sciarra, “Libri
e testi di scuola in Terra d’Otranto”, in L. Del Corso - O. Pecere (edd.),
Libri di scuola e pratiche didattiche dall’antichità al Rinascimento. Con-
vegno internazionale di studi, Cassino, 7-10 maggio 2008, 425-473.
Baldi, “Il palinsesto Laur. Plut. 57.26” = D. Baldi, “Il palinsesto Laur. Plut.
57.26. Studio codicologico e paleografico. Con una postilla su alcuni
codici laurenziani di origine salentina”, Byzantion 77 (2007), 466-500.
Bancalari, “Index codicum graecorum” = F. Bancalari, “Index codicum grae-
corum Bibliothecae Casanatensis”, SIFC 2 (1894), 161-207 (Samberger,
Catalogi codicum graecorum, II, 203-249).
Bandini, Catalogus codicum manuscriptorum = A. M. Bandini, Catalogus
codicum manuscriptorum Bibliothecae Mediceae Laurentianae, Floren-
tiae 1764-1770.
Beneevi, Catalogus codicum = V. N. Beneevi, Catalogus codicum manu-
scriptorum graecorum qui in monasterio Sanctae Catharinae in Monte
Sina asservantur, I, Sankt-Peterburg 1911.
Buonocore, Bibliografia 1968-1980 = M. Buonocore, Bibliografia dei fondi
manoscritti della Biblioteca Vaticana (1968-1980) (ST 318-319), Città
del Vaticano 1986.
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96 Daniele Arnesano

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