Università degli Studi di Perugia

Corso di laurea in Logopedia

a.a. 2021-2022

Glottologia e Linguistica I

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 La competenza dei parlanti

• Che cosa sa un individuo per…

– poter parlare una lingua come la parla e

– per poter capire un parlante della lingua come

lo capisce
?

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 Competenza fonologica

• Un parlante dell’italiano «sa»:

– quali sono i suoni della sua lingua

– ma anche quali non lo sono:

[pf] del tedesco Pferd, o [θ] il primo suono

dell’inglese thing

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– quali combinazioni di suoni sono permesse

– quali combinazioni di suoni non sono

permesse

[r] [t] [e] [a]

arte - trae – rate – tare - erta
*rtae *rtea *eatr *aetr *aert *eart

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Un parlante «sa» anche fatti più sottili sulla
propria lingua:

– sa dividere le parole in sillabe

– sa identificare la posizione dell’accento nelle

parole ecc.

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 Competenza morfologica

Un parlante:
- conosce le parole della propria lingua e le
distingue da forme non appartenenti alla propria
lingua

– distingue, nella propria lingua, tra:

• parole possibili ma non esistenti: buna, lopa
• parole non possibili: prsdtsp, Trst

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• «Sa» formare parole nuove per mezzo di
regole di derivazione

– «Sa» formare tutte le forme flesse

corrispondenti a una parola data:
• Cammino, camminate, camminai, camminavamo
ecc.

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 Competenza sintattica

• I parlanti di una lingua sono in grado di

comprendere e di produrre frasi nuove

• Sanno distinguere tra frasi grammaticali e frasi

agrammaticali:

– Idee verdi incolori dormono furiosamente

– *I bambino leggono libro un

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 Competenza semantica
• I parlanti sanno riconoscere il significato delle
parole

• Sanno riconoscere le relazioni semantiche tra

parole
– Rapido-veloce
– Rosa-fiore
– Vendere-comprare
– Alto-basso
– ….

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 DISCRETEZZA

Il linguaggio verbale è un sistema discreto

– i suoi elementi si distinguono gli uni dagli altri per

l’esistenza di limiti ben definiti

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 DISCRETEZZA

[p]asta vs. [b]asta [t]ardo vs. [d]ardo

– Per i parlanti dell’italiano, non esistono entità

«intermedie» tra [p] e [b], oppure tra [t] e [d]

- a un certo punto, bruscamente, l’ascoltatore percepirà

basta invece di pasta
dardo invece di tardo

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Allo stesso modo, nel continuum fonico i
parlanti sono in grado di distinguere quanti e
quali sono i suoni presenti in una parola

Es. mano = [m] – [a] – [n] – [o]

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 Il continuum fonico

Spettrogramma in scala dei grigi della parola "mano" pronunciata da un madrelingua

italiano e relativa forma d'onda

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 DOPPIA ARTICOLAZIONE

A. Martinet, esponente dello strutturalismo francese, ha

dimostrato che il linguaggio verbale può essere scomposto
in unità minime, variamente combinabili.

Distingue tra:

• UNITÀ DI I ARTICOLAZIONE
dotate di significato autonomo

• UNITÀ DI II ARTICOLAZIONE
non dotate di significato autonomo

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 DOPPIA ARTICOLAZIONE
• A un primo livello, il significante di un segno
linguistico è scomponibile in unità che, anche dopo
la scomposizione, sono portatrici di significato (e
possono essere riutilizzate, con lo stesso significato,
per formare altri segni):

– es. gatto > gatt + -o

– gatt = ‘felino domestico …’ (come in gatta e in gattino)
– o = ‘uno solo; maschile’, come in topo.

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 DOPPIA ARTICOLAZIONE

Le unità minime di I articolazione (dotate di

significato) sono i morfemi

Le unità minime di II articolazione (non dotate

di significato) sono i fonemi

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 DOPPIA ARTICOLAZIONE

Morfemi = unità minime di prima articolazione

gatt- / -o

Fonemi = unità minime di seconda articolazione

/g/ - /a/ - /t/ - /t/ - /o/

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 Principi su cui si basa la doppia articolazione:

• esistenza di distinti livelli d’analisi

• carattere gerarchico dei livelli

(ciascun livello costituisce con i propri elementi il
materiale del livello superiore)

• possibilità di segmentazione in unità dei diversi livelli

di articolazione

• la segmentazione arriva ad unità non ulteriormente

divisibili: le unità minime di ciascun livello.

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 Conseguenze della doppia articolazione

• Le unità minime di ciascun livello sono limitate e

ricorrenti; quanto più basso è il livello gerarchico
considerato tanto più limitato è il numero delle sue unità
minime:

• circa 40 fonemi (nella maggior parte delle lingue)

• morfemi (numero alto, ma comunque chiuso)
• lessemi (lista potenzialmente aperta).

Possibilità di formare un numero potenzialmente illimitato

di “segni” (le parole) mediante un numero limitato di
elementi (i fonemi)

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 PRODUTTIVITÀ

Con la lingua è sempre possibile creare messaggi

sempre nuovi, combinando le unità
linguistiche in maniera inedita
(“uso infinito di mezzi finiti”)

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 RICORSIVITÀ

È la risorsa sintattica, per cui

una stessa procedura di costruzione
si può ripetere,
applicandola al risultato dell’applicazione
precedente,
per un numero teoricamente illimitato di
volte

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 RICORSIVITÀ

Luigi sta dormendo

Luigi, [che ha bevuto la camomilla], sta dormendo

Luigi, [che ha bevuto la camomilla], [che gli ha preparato

Maria], sta dormendo

Luigi, [che ha bevuto la camomilla], [che gli ha preparato

Maria], [che è di Roma], sta dormendo

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 RICORSIVITÀ

Anna è simpatica

Laura dice che Anna è simpatica

Mario mi ha riferito che Laura dice che Anna è simpatica

…..

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 DIPENDENZA DALLA STRUTTURA

Nelle lingue verbali le frasi non sono

organizzate come una semplice successione di
parole; infatti, tra gli elementi che
costituiscono una frase possono sussistere
relazioni gerarchiche complesse.

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 DIPENDENZA DALLA STRUTTURA

• fenomeni di accordo morfologico tra le parole

• ordine delle parole

es. Carlo picchia Mario / Mario picchia Carlo

• fenomeni di dipendenza
es. La donna che i ragazzi dicono che mi ha colpito è Maria

• incassature:
es. il cavallo che corre senza fantino sta vincendo il palio.

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