verismo fiammingo & prospettiva italiana Renato d’Angiò a Napoli: 1438-1442 Barthélemy d’Eyck e Colantonio
Dal tempo dell’attività di Giotto e della sua scuola
“non avemo avuto da queste parti né omo externo né paesano celebre, fino a maestro Colantonio nostro napolitano, persona tanto disposta all’arte della pictura che, se non moriva iovene, era per fare cose grandi. Costui non arrivò, per colpa delli tempi, alla perfezione del disegno delle cose antique, sì come ci arrivò lo suo discepolo Antonello da Messina, omo secondo intendo, noto appresso voi. La professione del Colantonio tutta era, sì come portava quel tempo, in lavoro di Fiandra e lo colorire di quel paese. Al che era tanto dedito che aveva deliberato andarci. Ma il re Raniero lo ritenne qua, con mostrarli ipso la pratica e la tempera di tal colorire”. Pietro Summonte a Marcantonio Michiel, 1524.
la “cona” di San Lorenzo Maggiore
Predilezioni fiamminghe di Alfonso d’Aragona
A Napoli opere di Jan Van Eyck
(San Giorgio acquistato nel 1445 dal mercante valenzano Giovanni Gregori, un San Girolamo appartenuto ai Lomellini di Genova, un’Adorazione dei magi nella Cappella di Santa Barbara in Castelnuovo) e Rogier Van der Weyden (arazzi con Storie della Passione per la Sala del trionfo di Castelnuovo). Entrambi celebrati da Bartolomeo Facio (1456 ca.). Presenza del pittore valenzano Jacomart Baço (che al rientro a Valenza avrebbe iniziato il retablo Borgia, commissionato per la Cappella di Jativa dal Cardinale Borgia, segretario di Alfonso). influssi provenzali (Barthelemy d’Eyck) e castigliani (Jacomart Baço) Van Eyck Colantonio Nel 1460 il padre di Antonello affitta un brigantino con sei uomini per andare a prendere ad Amantea il figlio Antonello insieme con moglie, figlio, fratello, sorella, suocero, attrezzi da lavoro, e che doveva rientrare non si sa da dove, ma certamente da un luogo piuttosto lontano, dal momento che era prevista un’attesa di otto giorni e anche più. Possibilità di un viaggio in Provenza, per i rapporti con la pittura di Enguerrand Quarton (1410 ca.-1466): Crocifissione di Sibiu Millesimo quatricentessimo sextage simo quinto VIIIe Indi antonellus messaneus me pinxit C’è un errore nella corrispondenza tra la data 1465 e “viiie Indi” cioè indizione ottava (in riferimento al ciclo quindicinale usato nella cronologia notarile medievale e derivato dal periodo delle revisioni fiscali dei romani): ciò non è possibile perché nel 1465 l’indizione era tredicesima, dunque: - la data è giusta e l’indizione è da correggere in “xiiie” - l’indizione è giusta e la data è da correggere in 1475 (che aveva l’indizione ottava) Polittico di San Gregorio - 1473 Annunciazione di Palazzolo Acreide - 1474 Antonello Jan van Eyck Piero della Francesca Antonello
entrambi al Louvre Petrus Christus, Annunciazione 1452 (Bruges)
In casa di Alvise Pasqualino a Venezia: “el
quadretto del S. Ieronimo che nel suo studio legge in abito Cardinalesco, alcuni credono che el sia stato de mano del Antonelo de Messina, ma li più, e più verosimilmente, l’attribuiscono a Gianes ovvero al Memelin pittor antico ponentino: e cussì mostra quella maniera, benchè il volto è finito all’Italiana, sicchè pare de man de Jacometto”; (Michiel). Pala di San Cassiano (Venezia) – 1475-1476 “sarà de le più excelenti opere de pennello che habia Ittalia e fuor d’Ittalia” Antonello Giovanni Bellini Pale di San Cassiano e San Giobbe Mantegna e Antonello Pietà del Museo Correr una composizione veneta e un paesaggio messinese Giovanni Bellini (Venezia 1430 ca. – 1516)
il più grande pittore veneziano del Quattrocento
Jacopo Bellini (il padre) allievo di Gentile da Fabriano La tradizione veneziana: Giovanni d’Alemagna e Antonio Vivarini Giovanni Bellini guarda a Padova (Donatello, Squarcione, Mantegna) Giovanni Bellini allievo e cognato di Mantegna Mantegna lasciato alle spalle: la Trasfigurazione di Capodimonte e l’invenzione della pittura veneta (natura e colore) L’incontro con Antonello e la pala di San Giobbe L’evoluzione della pala d’altare Le aperture prospettiche della pala di Pesaro 1473-1475 Anche l’aspetto di Venezia cambia… Mauro Codussi (San Michele in Isola) e Pietro Lombardo (Santa Maria dei Miracoli) Un colosso donatelliano in laguna il Bartolomeo Colleoni del Verrocchio 1488: registri diversi nel medesimo anno
il trittico dei Frari
e la pala Barbarigo Gentile Bellini: il fratello “vedutista” La Processione in Piazza San Marco (1496)
"Bella e Ferace D'ingegni (Se Non Tanto Di Coltura) Partenope". Il Disegno Napoletano Attraverso Le Collezioni Italiane Ed Europee Tra Sei e Settecento.