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Masaccio
Brunelleschi Donatello
Studia la prospettiva che sarà uno degli elementi fondamentali dell’arte del Rinascimento
Gli dei danno sostegn per la patria ai combattenti arditi anche contro i nemici piu terribili
Donatello, muore a 80 ANNI
(1386-1466)
Tra REALISMO e CLASSICISMO
Chiesa di Orsanmichele,
nicchia dell’Arte dei Corazzai,
San Giorgio (1417-20).
Fierenze, Museo Bargello
Donatello
Tabernacolo ornato con bassorilievo di San
Giorgio e la Principessa, uno dei primi esempi di
stiacciato pittorico e di prospettiva lineare
applicata alla scultura
Una delle 14 statue per nicchie chiesa
orsanmichele, per l arte dei corazzai e spadai,
oggi sostituita da una copia e collacata museo
bargello,
Ritratto repubblicano
vespasiano
Età ellenistica.
scrol
San bernardo
San giovanni evangelista
David bronzeo
1430. Firenze. Museo
Bargello Commissionato da cosimo de
medici
Dai tempi dell antica roma e il 1
nudo a tutto tondo a se stante
libero da vincoli architettonici.
Per cortile di palazzo medici
Poi trasportato a palazzo vecchio
durante la seconda cacciata dei
medici, simbolo della liberta
fiorentina.er oe biblico simbolo
della ragione domina sulla
violenza e la forza bruta e sull
irrazionalita
Simbolo delle virtu civiche
Banchetto di Erode,
1425-27, bronzo
dorato Siena. Fonte battesimale
del Battistero
1427 siena fonte batt
Firenze. Santa Croce. Annunciazione,
1435
Padova e l’ultimo periodo fiorentino
Monumento equestre a Erasmo da Narni
detto il Gattamelata. . Bronzo. Padova,
Piazza del Santo
Padova. Altare maggiore della
Basilica di Sant’Antonio (1446-50)
Fu realizzato da Donatello tra il 1446 e il 1453,
con un ricchissimo corredo scultoreo in bronzo,
che comprende sette statue a tutto tondo,
cinque rilievi maggiori e diciassette rilievi
minori.
L'importante commissione allo scultore
fiorentino venne probabilmente decisa dopo
aver visto il risultato del Crocifisso bronzeo (
1443-1447), oggi collocato sopra l'altare ma
originariamente pensato forse per il coro.
Porta nolana
Giuliano da Maiano, fratello di Benedetto,
lavorò alla difesa muraria della città con le
annesse porte, come Porta Capuana e Porta
Nolana e a lui è attribuito il disegno di
Palazzo Como, ma soprattutto spiccò la
progettazione della residenza reale della
Villa di Poggioreale, avviata tra il 1487 e il 1490
e terminata da Francesco di Giorgio, che si può
ritenere il punto di arrivo della progressiva
conversione rinascimentale della capitale
aragonese
Sul finire del secolo, grazie all'alleanza politica con Lorenzo il Magnifico, si ebbe
un ingresso diretto di opere e maestranze fiorentine, che comportarono una più
omogenea adozione dello stile rinascimentale. Importante cantiere dell'epoca fu
la chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, dove lavorarono Antonio Rossellino e
Benedetto da Maiano, realizzandovi tre cappelle (Piccolomini, Toledo e
Mastroianni-Terranova). Soprattutto la Cappella Piccolomini, dove venne sepolta
Maria d'Aragona, era interessante per la riproposizione delle forme della
fiorentina cappella del cardinale del Portogallo, aggiornate però a un gusto più
sfarzoso, per assecondare le esigenze della committenza.
chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, dove lavorarono Antonio Rossellino e Benedetto da
Maiano, realizzandovi tre cappelle (Piccolomini,, dove venne sepolta Maria d'Aragona
Castel nuovo, volta sala baroni
Palazo como, napoli
Crocifissione,
Bargello
Siena, San
Giovanni
Battista
MASACCIO, 1401-1428
Artisti di mediazione
Leon Battista Alberti, Michelozzo, Lorenzo Ghiberti e Luca della
Robbia e Beato Angelico
In pittura succedono:
Paolo Uccello e Andrea del Castagno (legati al plasticismo di
Masaccio)
Domenico Veneziano e Filippo Lippi legati al colorismo di Beato
Angelico
1 - Cosimo il Vecchio de
Medici
2 - Piero il Gottoso de’
Medici
3 - Carlo di Cosimo de’
Medici
4 - Galeazzo Maria
Sforza
5 - Sigismondo Pandolfo
Malatesta
6 - Cosimino di Giovann
di Cosimo de’ Medici (?)
a sei anni, già
cagionevole e malato,
morto poco dopo nel
novembre dello stesso
1459
7 - Lorenzo di Piero de’
Medici detto il Magnific
8 - Giuliano di Piero de’
Medici (in: Caglioti 2000
I, p. 62 nota 20, II, fig.
8 - Giuliano di Piero de’ Medici (in:
Caglioti 2000, I, p. 62 nota 20, II, fig.
44)
9 - Gentile Becchi, precettore di
Lorenzo e Giuliano (in: Caglioti 2000, I,
p. 62, II, fig. 44)
10 - Giuliano di Piero de’ Medici
11 - Giovanni di Francesco Tornabuoni
(?), cognato di Piero e Giovanni de’
Medici in quanto fratello di Lucrezia e
zio di Lorenzo e Giuliano, inoltre allora
fattore nella filiale del banco Medici a
Roma
12 - Giovanni di Cosimo de’ Medici(?)
13 - Benozzo Gozzoli
14 - Papa Pio Piccolomini
Benozzo
Gozzoli.Corteo dei
Magi, 1459.62
Affresco Palazzo
Medici-Riccardi
Firenze, Museo di San Marco, Deposizione 1432.34. Beato Angelico e Lorenzo Monaco
Beato
Angelico.
Imposizione
del nome al
Battista,
prima del
1435.
Firenze.
Museo di
San Marco
Annuncia
zione,
1434.
Cortona,
Museo
diocesan
o
Pala di San Marco, 1440.
Firenze, Museo di San
Marco
Annunciazione,
1438-46. Terza
cella del
dormitorio del
convento. Firenze,
Museo di San
Marco
Firenze, Chiesa di Orsanmichele
San Matteo,
Lorenzo Ghiberti, San Donatello,
1419-22
Giovanni Battista, 1412- San Marco,
16. Firenze, 1411-13
Orsanmichele
Lorenzo Ghiberti
Donatello.
Fonte
battesimale.
Siena
Seguaci del Brunelleschi:
Brunelleschi
struttura modulare.
Rapporti tra
•l’altezza dell’arco
•distanza tra le colonne
• altezza del fusto
•diametro della colonna
Alberti , Rimini,
chiesa di san
Francesco
Leon Battista Alberti:
Firenze, Facciata di santa Maria Novella
1456
Bernardo Rossellino
Bernardo Rossellino
Piccolomini, Pienza
Alberti.
Rucellai , Firenze
Bernardo Rossellino,
firenze Alberti 1450- Palazzo Piccolomini,
60Palazzo Rucellai Pienza
Ferrara
Firenze biagio
Benedetto da rossetti
maiano Palazzo 1492
Michelozzo (1396-1472),
Michelozzo Palazzo Medici-Riccardi (1444-1460) scultore e architetto,
, primo palazzo patrizio urbano e prima villa collaboratore di Donatello
residenziale, voluta da Cosimo de’Medici e nel e aiuto del Ghiberti per la
‘600 ampliata dai Riccardi realizzazione delle porte
del Battistero.
•Progetto dell’Alberti,
realizzato da Bernardo
Rossellino
Firenze Palazzo Rucellai,
1446-51
•Michelozzo.
Palazzo Medici-Riccardi,
1444-64. Firenze
•Bernardo Rossellino,
Palazzo Piccolomini, dal
1460. Pienza
•Benedetto da Maiano e
Simone del Pollaiolo,
Palazzo Strozzi, 1498-1504.
Firenze
Filarete
Michelozzo
•Arco a tutto sesto ad ampia campata su sottili colonne
•Organismo perfetto a pianta centrale
Chiostro e Libreria del Convento di San Marco (1436-1472)
Michelozzo, Firenze, Convento
di San Marco
Ampliamento e sistemazione della vecchia fortezza di Urbino, trasformata
in Palazzo Ducale da Luciano Laurana (1420-1479) per il duca Federico da
Montefeltro nel 1465. la trasformazione dell’edificio continuò dopo il 1477
ad opera di Francesco di Giorgio Martini. A lui si deve anche la
realizzazione del Palazzo Ducale di Gubbio
Michelozzo, Firenze Convento
di San Marco
Francesco di Giorgio
Martini
Gubbio
A Ferrara Biagio Rossetti realizza il
Palazzo dei Diamanti
Il Filarete(1405-1465) Ospedale
Maggire di Milano
Milano, sforza
Filarete
Mauro Codussi, Venezia
Duomo di Firenze, il
Profetino (1407) di destra Duomo
Duomo di
di Firenze,
Firenze, facciata,
facciata,
del frontone della Porta San
San Luca
Luca
della Mandorla
Nanni di Banco
Nanni di banco.
Quattro santi coronati
SAN LUCA
Porta della Mandorla, Madonna
della Cintola
Donatello e Michelozzo. Monumento funerario di
Baldassarre Costa, 1425-27. Firenze, Battistero Desiderio da Settignano.
Bernardo Monum. Fun.di Carlo
Rossellino. Marsuppini, 1455-58.
Mino da Fiesole. M.f. Firenze, Santa Croce
Mon.fun.di
conte ugo di toscana
Leonardo
Bruni, 1446-50.
Firenze. Santa
Croce
Seguaci di Donatello:
Michelozzo,
Bernardo Rossellino ,
Agostino di Duccio,
Desiderio da Settignano,
Mino da Fiesole
Desiderio e Rossellino in
Santa Croce a Firenze
Mino da fiesole
Agostino di Duccio
Mino da Fiesole
Donatello, Busto di giovane con cammeo, Mino da Fiesole.
1440. Firenze Museo Bargello Busto di Pietro de
Medici, 1453.
Antonio Firenze Barg
Rossellini.
Busto di
Giovanni
Chellini, 1456.
Londra
Desiderio da
Settignano. Busto
di Marietta Strozzi,
1455. Berlino
desiderio
Mino da
fiesole
donatello
Desiderio da Settignano e Agostino di Duccio
Luca della Robbia e Agostino di
Duccio
Luca della Robbia, Duomo di firenze,
Cantoria marmorea. Grazia semplice e
serena. Linguaggio equilibrato.
Pollaiolo e Verrocchio
Lo studio dei
modelli antichi
Il Pollaiolo, orafo, scultore, pittore
ed incisore fiorentino (1431-98)
Dipinto; Le Fatiche di
Sepolcri dei Papi Sisto IV e Innocenzo VIII
(1484-98) Ercole (tre tavole
andate perse di cui Ercole e Anteo,
esistono due repliche 1475
agli Uffizi
Ritratto femminile di
profilo (Milano Museo
Poldi Pezzoli)
pollaiolo
Martirio di San
Sebastiano, 1475
Sepolcri dei Papi Sisto IV e
Pollaiolo
Innocenzo VIII (1484-98)
pollaiolo
Pollaiolo , disegnatore e incisore (incisione a bulino della Battaglia degli
ignudi, Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
Verrocchio (1435-88)
Monumento funebre di
Giovanni e Piero de’ Medici
la Dama col mazzolino
il David bronzeo
Monumento equestre di
Matteo Colleoni
La scuola umbra:
Perugino e Pinturicchio
LA DIFFUSIONE DELL’ARTE
RINASCIMENTALE
Adorazione dei
Magi, Uffizi
1423
Adorazione dei Magi, predella
Polittico di Valle Romita
1425 quaratesi
LA RIVOLUZIONE PITTORICA DI
MASACCIO
1424. Sant’Anna, La Madonna col Bamb e Angeli
Masolino da Panicale
(1386 c.-1440)
Maggire naturalismo e
senso plastico
Crocifissione dal
Polittico già nella
chiesa del
Carmine di Pisa,
1426. Napoli,
Museo
Capodimonte
Madonna in trono con Bamb. E
quattro angeli. Dal Polittico
della Chiesa del Carmine di Pisa.
National Gallery Trinità, affresco.
Firenze, Santa
Maria Novella
Masaccio, Affreschi Cappella Brancacci, 1424-25. Chiesa del Carmine . Firenze
Il tributo, 1427
L’ARTE FIORENTINA TRA TRADIZIONE E RINNOVAMENTO
Domenico Veneziano,
Madonna con bambino,
1432-37. Settignano, Villa
ai Tatti
Pala di Santa Lucia dei Magnoli, 1445-47.
Firene, Uffizi
Domenico Veneziano (1406-61)
Soluzione metafisica in cui l’influsso
del beato Angelico si fonde con i
suggerimenti dell’arte tardo gotica
e fiamminga
URBINO e ROMA
Piero della Francesca (1410,20-1492)
Nasce a Borgo San Sepolcro presso Arezzo
Risiede a Urbino dal 1465 al 1474 presso
la corte di Federico da Montefeltro.
Scrive due trattati teorici De Prospectiva
pingendi e De Quinque Corporibus
regularibus.
Lavora a Firenze,
Arezzo Chiesa di San Francesco.Storie
della vera croce
, Rimini, Ferrara e Roma 1465-66
•Rigore prospettico
•Perfezione quasi irreale, figure immobili ed impassibili
•Toni chiari e luminosi
Polittico della
Misericordia, 1460.
Sansepolcro.
Le prime opere.
Pinacoteca Comunale
Plasticismo e rigore
geometrico
CALCOLO DI RAPPORTI METRICI E ACCORDI
PITTURA STABILE, STATICA , BILANCIATA
MAESTOSITà PLASTICA DI
MASACCIO
Battesimo di Cristo,
1448-50. Londra
I COLORI DI BEATO
ANGELICO. SMALTI
ARMONIOSI E BRILLANTI.
CARNAGIONI AVORIO,
CIELI TERSI
Tra Roma e Urbino
Flagellazione, 1460.
Urbino
Flagellazione di Cristo (Galleria Nazionale di Urbino
Storia
La chiesa di San Francesco di Rimini era il tradizionale luogo di sepoltura
del Malatesta e tra il 1447 e il 1450 Sigismondo Pandolfo Malatesta lo fece trasformare in
un mausoleo classicheggiante, un vero e proprio tempio dinastico, su progetto di
Leon Battista Alberti. Il progetto, sebbene incompiuto, ridefinì completamente l'edificio, che
da allora venne chiamato Tempio Malatestiano.
Piero della Francesca si trovava a Rimini alla corte di Pandolfo e lavorò al cantiere del
Tempio lasciando il monumentale affresco votivo di Sigismondo Pandolfo Malatesta in
preghiera davanti a san Sigismondo nella cappella di San Sigismondo. Allo stesso periodo
appartiene il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, tecnica mista su tavola, oggi al
Louvre. Il ritratto del sovrano nelle due opere è molto simile e fu probabilmente ispirato
dall'effigie su una medaglia di Matteo de' Pasti.
Descrizione e stile
Sigismondo Pandolfo Malatesta
L'affresco è di forma rettangolare, incorniciato da finti rilievi marmorei di cornucopie e
girali, con agli angoli gli stemmi di Pandolfo e in basso un'iscrizione lacunosa.
San Sigismondo
Al centro esatto dell'affresco sta inginocchiato Sigismondo Pandolfo Malatesta, ritratto di profilo e con le mani
giunte, mentre prega san Sigismondo, re dei Burgundi e suo protettore, ritratto seduto in trono al di sopra di un
gradino nella parte sinistra dell'affresco e reggente in mano i segni della sua dignità regale: lo scettro e il globo,
oltre alla berretta sopra la quale si trova un'aureola scorciata in prospettiva. Le fattezze del santo e la particolare
berretta (sopra la quale si trova l'aureaola scorciata in prospettiva), ricordano quelle di
Sigismondo di Lussemburgo, l'imperatore che nel 1433 investì il Malatesta come cavaliere e ne legittimò la
successione dinastica, ratificandone la presa di potere su Rimini [1]. L'affresco aveva quindi una valenza tanto
religiosa quanto politica.
Dietro Sigismondo Pandolfo si trovano, nell'estremità destra inferiore, due cani levrieri accucciati, uno bianco ed
uno nero, di estrema eleganza formale, ritratti dal vero con una cura degna delle migliori opere naturalistiche di
Pisanello. Essi simboleggiano la fedeltà (quello bianco) e la vigilanza (quello nero).
Lo sfondo scuro, molto lacunoso, fa risaltare le figure, in particolare il profilo del sovrano, ed evidenzia una linea
ascendente che va dal profilo del cane bianco, all'orlo del mantello del Malatesta, fino alla figura troneggiante di
san Sigismondo, secondo uno schema asimmetrico, che è però regolarizzato dall'impianto geometrico delle
paraste sullo sfondo, tra le quali sono appese ghirlande di fiori e, al centro, uno stemma Malatesta. Volutamente
conflittuosa, da un punto di vista ottico, è l'intelaiatura architettonica della scena: le paraste sembrano reggere
l'architrave della cornice ma, a uno sguardo più attento, esse fanno parte dello sfondo, come si vede dalle basi che
partono dal pavimento scorciato. Questo effetto inscena una "drammaturgia spaziale", cioè crea una raffinata
tensione che fa indurre lo spettatore a soffermarsi con attenzione sulla scena. Un'altra singolarità compositiva è
data dall'"illusione di simmetria, data dalla collocazione centrale di Sigismondo Pandolfo Malatesta tra i due pilastri
e il sottile bilanciamento delle due estremità, nonostante l'evidente asimmetria. Ciò amplifica anche il senso
ascensionale dato dalla linea obliqua già citata. Una costruzione analoga si trova nella Madonna del cancelliere
Rolin di Jan van Eyck.
All'estrema destra si trova un tondo, in posizione ribassata per bilanciare la composizione lungo la linea mediana
orizzontale e mostrare l'orizzonte, attraverso il quale si vede la fortezza malatestiana di Castel Sismondo immersa
in un terso cielo cristallino.
La monumentalità, il "quieto carattere statuario" [dei protagonisti, la luce chiara e cristallina preludono gli affreschi
della Leggenda della Vera Croce di Arezzo, che Piero iniziò l'anno dopo, nel 1452.
Piero della Francesca (1410,20-1492
Dittico di Urbino
Madonna di Senigallia,
1470. Urbino
Piero della Francesca (1410,20-1492
Pala di Brera
Affreschi parete di fondo. Tortura dell’ebreo
nel pozzo e
Salomone fa sotterrare il sacro legno
Lo studiolo di Federico da Montefeltro
Decorazioni a tarsie
Urbino. Palazzo Ducale. lignee. Una finestra
Pedro Berruguete. Federico aperta su un paesaggio.
da Montefeltro con il foglio Armadi con libri e
Guidobaldo strumenti scientifici
La scuola umbra:
Perugino e Pinturicchio
Perugino. Consegna delle
chiavi a San Pietro, 1482.
Roma, Cappella Sistina ai
Vaticani
Il Perugino
Raffaello, Sposalizio
della Vergine
Il Perugino, Pietro Vannucci (Città della Pieve
1450-1523)
Consegna delle chiavi a San Pietro Cappella Sistina Raffaello , Sposalizio della
(1481-82) Vergine
Collegio del Cambio, Perugia
Cappella Sistina
Cappella Sistina, Viaggio di Mosè in
Egitto e Circoncisione del figlio
Soffitto della stanza dell’Incendio di
borgo
Pinturicchio. Mito di
Iside e di Osiride,
Pinturicchio
1492-94. Roma,
Vaticano,
Appartamenti Borgia
La pittura fiamminga in Italia
Beato Angelico,
Rogier van der Weyden, Deposizione di
Deposizione nel Cristo, Monaco
sepolcro, 1450. Firenze,
Uffizi
Jan van Eyck. Ritratto
dei coniugi Arnolfini,
1434. Londra,
Jan van Eyck. National Gallery
Madonna del
cancelliere Rolin,
1435. Parigi, Louvre
FIRENZE: da LORENZO IL MAGNIFICO alla
REAZIONE SAVONAROLIANA
Giuliano da Sangallo,
Villa Medici, 1485.
Firenze, Poggio a
Caimano
LA DIFFUSIONE DELL’ARTE
RINASCIMENTALE Seconda metà del
Firenze da Lorenzo de Medici alla 400
reazione savonaroliana.
Pollaiolo e Verrocchio
Lo studio dei
modelli antichi
Pollaiolo, Ercole e Anteo,
1475. Firenze , Bargello
Dipinto; Le Fatiche di
Sepolcri dei Papi Sisto IV e Innocenzo VIII
(1484-98) Ercole (tre tavole
andate perse di cui Ercole e Anteo,
esistono due repliche 1475
agli Uffizi
Ritratto femminile di
profilo (Milano Museo
Poldi Pezzoli)
Martirio di San
Sebastiano, 1475
Il percorso esemplare di
SANDRO BOTTICELLI
• Le caratteristiche fondamentalidello stile di Botticelli sono:
• - la ricerca di un armonioso equilibrio compositivoin cui sceglie
soprattutto composizioni sciolte, ritmiche;-
• un disegno sottile e dinamico con una linea precisa e ondulata che
modula i contorni delle figure e le alleggerisce.
• La linea per Botticelli è fondamentale, perchè tutto nelle sue opere è
basato sui percorsi e i movimenti sinuosi del suo disegno. Alla linea
subordina tutto: il colore, la prospettiva, le forme, i volumi.
• Nella sua pittura tende a prevalere il principio di astrazione: non c’è
ricerca di volumi, di masse, nè di profondità o di chiaroscuro. Le forme
appaiono leggere, senza peso, sembrano ritagliate da contorni sottili e
incisivi.
• Gli sfondi non hanno profondità, sembrano pareti disegnate o
ricamate. I colori sono spesso freddi e innaturali: anche questi sono
astratti.
• La pittura di Botticelli è quella di un mondo immaginario mentale, ed è
piena di riferimenti e significati intellettualistici molto complessi, legati
all’elite culturale mediceo, che oggi risultano misteriosie quasi
Botticelli, Alessandro Filipepi (1445-1510)
Scuola di Filippo Lippi e Verrocchio
Due fasi:
Primo periodo (1470-1486). Botticelli influenzato dalla
cultura neo-platonica alla corte di Lorenzo il Magnifico
Visione idealizzata del bello, di ispirazione classica ed
intellettuale.
Sandro Botticelli,
Fortezza, 1470.
Uffizi
• Botticelli introdusse con quest'opera una grande novità a livello
formale nel frequentatissimo tema dell'Adorazione, ossia la visione
frontale della scena, con le figure sacre al centro e gli altri personaggi
disposti prospetticamente ai lati; prima di questa infatti, si usava
svolgere la scena in maniera orizzontale, con la Sacra Famiglia a
un'estremità e i Magi col proprio seguito che procedevano verso di
essa dispiegandosi essenzialmente sul primo piano in una sorta di
corteo, uno dietro l'altro, ricordando l'annuale rievocazione della
cavalcata dei Magi, una rappresentazione sacra che si teneva per le
vie fiorentine. Il prototipo potrebbe essere stata una scena della
predella dell'Annunciazione di Beato Angelico, ma nessuno aveva mai
usato questo schema su una pala di grandi dimensioni.
Adorazione dei
Magi, 1475.
Uffizi
Nascita di Venere, 1483-85
Il bello ideale
• L’Iconografia della
Venere richiama
quella dell’ellenistica
Venere pudìca, della
quale i Medici
avevano una copia di
età romana.
• La Fama di
quest’opera è
paragonabile a
• quella di dipinti come
il Cenacolo e la
Gioconda di Leonardo
tanto che è stata più
• volte reinterpretata
dagli artisti del ‘900
• L’inconfondibile espressione malinconica
• sul volto della dea è quella che caratterizza tutte le figure femminili di
Botticelli: rappresentata come la Venere pudìca classica è l’incarnazione
dell’humanitas, cioè degli aspetti spirituali e razionali dell’animo, e
dell’amore sublime, nonché simbolo della purezza dell’anima
• Concentrato sull’intento allegorico e filosofico e sul raggiungimento di una
for-ma raffinata e astratta che lo manifestasse, Botticelli infatti non si
interessò mai veramente alla resa spaziale in senso prospettico e al
volume delle figure, che per questo ci appaiono evanescentie quasi
“ritagliate” su un fondale bidimensionale.
• Botticelli riesce a ren-dere la sostanza corporea con un minimo di materia,
alleggerendo gli elementi plastici e giungendo alla massima purezza di
forme senza smaterializzarle del tutto
Flora
Argomento mitologico
Madonne
La Primavera , 1478. Uffizi
• Zefiro Entra in scena volando, con
le guance gonfie per soffiare.
Raggiunge la ninfa Clori che sta
fuggendo. L’incontro dei due
personaggi, secondo il racconto che
fa Ovidio nei Fasti, provoca il
germogliare dei fiorid alla bocca di
Clori. La loro unione porta alla
trasfomazione della fanciulla in
Flora, dea della giovinezza e della
fioritura, patrona dei lavori agricoli
e della fertilità femminile. Flora è la
donna rappresentata poco più a
destra, con il vestito bianco a fiori e
piena di Ghirlande mentre spande
rose nel giardino.
• La Primavera di Sandro Botticelli
• oltre ad essere un’opera in cui lo stile dell’artista raggiunge un
• altissimo livello qualitativo, è uno dei capolavori più celebri del
Rinascimento italianod è conservata a Firenze, alla Galleria degliUffizi.
• Realizzata verso il 1478per l’amico e protettore dell’artista, Lorenzo di
Pier Francesco de’ Medici il cugino d‘Magnifico’-questa tavola
sembra che fosse destinata allasua villa di Castello.
• Il pittore presenta una grande allegoriaispirata a diverse fonti
letterari, sia classiche, come ad esempio il De rerum Natura di
Lucrezio e le Metamorfosi di Ovidio (entrambe del I sec. a. C.) sia
contemporanee come il poema delle Stanze per la giostra, scritto da
Angelo Poliziano, in occasione di un torneo avvenuto nel 1475, vinto
da Giuliano de’ Medici.
• La Vegetazione è molto rigogliosa e dipinta con diverse
tonalità di
• Verdi molto intensi. Lo spazio è circondato da un aranceto, le
cui piante presentano insieme sia fiori che frutti. Al centro del
boschetto di aranci si apre con una perfetta forma di un arco,
uno spazio, in cui si riconosce la pianta del mirto, sacra a
Venere
• L uogo perfetto rappresenterebbe Cipro la mitica isola in cui,
secondo gli antichi si trovava il giardino di Venere. Piante,
colori e ambiente sono scelti da Botticelli in virtù di particolari
significatiche rinviano alla filosofia neoplatonica e alle
riflessioni di Marsilio Ficino.
• La Primavera di Botticelli è stata analizzata a lungo da parecchi studiosi per ricavarne i significati e
sono emerse diverse ipotesi, le più plausibili sono quelle che evidenziano i legami con la filosofia
neoplatonica. La Primavera si pone come rappresentazione della ciclicità universale della natura e
come tempo perfetto di pace e serenità. Il clima mite della stagione e il risvegliarsi della natura in
un germogliare e fiorire continuo, mostrano da un lato il concetto di "natura bella e amica
dell'uomo", dall'altro il richiamo all'attenzione, alla difesa e conservazione (Mercurio armato che è
a guardia del sacro bosco e scaccia le nuvole) di tale luogo-tempo di pace e bellezza.
Zefiro fecondatore si unisce a Clori e denota la Primavera come simbolo delle capacità generative
della natura. La Natura che offre insieme fiori e frutti (aranceto), la presenza di Cupido, il gonfiore
dei ventri delle donne e Venere al centro, introducono il collegamento tra natura ed erotismo.
Ma accanto a questo esiste anche un significato religioso: nella Genesi il vento è inteso come
materializzazione dello spirito di Dio nella creazione del Mondo, ed è l'alito vitale che Dio
trasmette a tutti gli esseri viventi. Nella versione greca del Nuovo testamento inoltre il vento
equivale anche all'anima dell'uomo, creatura simile a Dio. Soffiando nelle narici dell'uomo Dio dà
vita a una creatura speciale, superiore a tutte le altre e quindi, secondo i neoplatonici, anch'essa
"creativa" cioè in grado di creare mediante le attività artistiche. La fecondità fisica viene quindi
paragonata alla fecondità intellettiva.
• La posizione dominante della Venere sottolinea l'importanza e la
centralità di questa figura che, al di là dell'ascendenza puramente
classica, rappresenta il tema rinascimentale dell'Humanitas,
fondamentale nelle teorie di Marsilio Ficino, principale ideatore del
Neoplatonismo. Secondo questa accezione, l'Humanitas, è
l'insieme delle attività spirituali dell'uomo, e nel quadro sta al
centro, con la mano levata, come a dirigere tutto ciò che accade e
ad indicare le tre Grazie.
• Queste, per i rinascimentali neoplatonici rappresentano le Arti (le
attività dello spirito) e verso di loro scaglia la freccia anche Cupido,
che rappresenta l'amore per queste attività.
Il riferimento alle arti è piuttosto chiaro, la pittura è ovviamente
presente, l'architettura è indicata dalla presenza dell'arco al centro,
la scultura dalle figure scultoree, la musica, la danza e il canto dagli
atteggiamenti e movenze dei personaggi oltre che dalla linea di
contorno: mobilissima e "musicale", e dai colori: note chiare e
luminose su fondo scuro, associate come una melodia armonica.
•
Questi tre livelli di significato: chiave naturalistica (primavera come
risveglio della natura), chiave erotica (primavera come manifestazione dei
sensi) e chiave estetica (primavera come simbolo delle capacità creative-
artistiche) sono tutti intrecciati fra loro.
• Secondo Ficino vivere nella bellezza è un modo per superare la
dimensione terrena e viene proposto come raffinato stile di vita. Venere
è quindi un simbolo di bellezza come elevazione spirituale attraverso
l'arte e la conoscenza.
Filippino Lippi.
Apparizione della
Vergine a San Bernardo,
1484-85. Firenze, Chiesa
di Badia
LA PITTURA VISIONARIA
DEGLI ULTIMI TEMPI
Storie di san Filippo e san Giovanni, San Filippo
scaccia il mostro dal tempio, 1487-1503
Lippi filippino.
Firenze.
Cappella
Strozzi. Santa
Maria Novella
Filippino Lippi
Si interessa alla Notazione
ritrattistica e alla cronaca
Apparizione della
Vergine a
S.Bernardo,
Si serve del cromatismo 1484-85Firenze,
fiammingo per originali Badia.
composizioni
scenografiche e
fantastiche che sembrano
anticipare l’arte dei primi
manieristi Affreschi
Cappella Strozzi in Santa
Maria Novella. Storie di
San Filippo e San Giovanni
Evangelista.
Luca Signorelli e la crisi del modello
umanistico
Disegno lineare e ispirazione classica
Esperienza cromatica e naturalistica dei fiamminghi
Piero di Cosimo
(1462-1521)
Trionfi di Cesare
Esordio padovano di Andrea Mantegna
Francesco Gonzaga
San Sebastiano, 1480
Tele del Parnaso e del Trionfo della
Virtù (Louvre)
Ferrara e la corte Estense
Cosmè Tura
Francesco del Cossa
Ercole de Roberti
Cosmè Tura (1430-99)
Allievo dello Squarcione, fondatore della scuola pittorica ferrarese
Esponenti della scuola:
Affreschi di Schifanoia
La Primavera o Venere in
trono, 1460. Londra
La Pietà
Polittico Roverella
Ferrara. Il Ciclo dei Mesi di Palazzo
Schifanoia
Francesco del Cossa, Mese di Marzo
Crocifissione,
1456. Bergamo
San Gerolamo, 1460.
Bergamo, Accad
Carrara
Adorazione dei Magi, 1490c. Londra
Vincenzo Fopèpa. Milano, affreschi
chiesa di Sant’Eustorgio, Cappella
Portinari, 1462-68
Affresco dalla chiesa di Santa
Maria di Brera, 1485 con
Madonna con Bambino tra i SS
Giovanni Battista e Giovanni
Evangelista. Pinacoteca di
Brera
Venezia e i suoi artisti
L’architettura veneziana
tra tardo gotico e Rinascimento
Antonio Rizzo
Mauro Codussi
Giovanni Bellini.
La nascita di una nuova pittura
Giovanni Bellini (1426-1513), il Giambellino
Il maggior innovatore del linguaggio figurativo del suo tempo
La Pietà, 1460. Milano, Pinacoteca di Brera
Mantegna e Bellini
Giovanni Bellini
Polittico di San Vincenzo Ferrer, 1464-68.
Venezia. Basilica dei SS.Giovanni e Paolo
Pala di
Pesaro,
Incoronazio
ne della
Vergine,
1470-73.
Pesaro,
Museo
Civico
Pala Pesaro
1471-74
San vincenzo
Ferreri 1464-68
L’ULTIMO BELLINI Trittico de Frari
1488
Sacra conversazione, 1505. Venezia,
Chiesa di San Zaccaria
Pala di San Giobbe, 1487-89.
Venezia, Gallerie dell’Accademia
Sacra allegoria, 1487-88. Firenze,
Uffizi
Madonna tra le Sante
Caterina e Maddalena,
1490. Venezia,
Gall.dell’Accademia
Festino
degli dei,
1514.
Washington
Pala di San Giobbe, 1487-89. Venezia, Gallerie
dell’Accademia
Trionfo di San
Giorgio, 1502-
7.Venezia. Scuola di
San Giorgio degli
Schiavoni
Arrivo degli
ambasciatori inglesi
presso il re di
Bretagna, 1490-95
Visione di Sant’Agostino, 1502.
Venezia , scuola di San Giorgio
Sogno di Sant’Orsola,
1495. Venezia, Gallerie
dell’Accademia