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Il Quattrocento

Masaccio

Brunelleschi Donatello

Cappella Brancacci 1424


25Firenze, Santa Maria
Cupola Santa Maria del Fiore 1420-36) Carmine
400
In Italia nascevano le Signorie e la figura del principe era al centro del potere politico.
A Firenze grandi famiglie di banchieri e mercanti (Cosimo de’Medici , Brancacci, Strozzi, Albizi)
e le Corporazioni delle Arti e dei Mestieri. (Brunelleschi, Masaccio, Donatello)
A Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta (a Rimini) Alberti, Piero della Francesca
A Roma 1420 la sede del papato torna da Avignone a Roma (Niccolò V mecenate e
collezionista chiama Beato Angelico Cappella Niccolina 1447-49)
A Urbino Federico da Montefeltro 1444 (Piero della Francesca, Alberti, Luciano Laurana,
Paolo Uccello,Melozzo da Forlì, Giusto di Gand, Pedro Berruguete)
Al centro sud due stati: lo Stato della Chiesa e il
Regno di Napoli e di Sicilia (da Renato d’Angiò a Alfonso d’Aragona 1442 e Eleonora) cultura
iberica, provenzale,borgognona, e fiamminga (Pisanello,Michelozzo e Donatello, Francesco
Laurana, Colantonio 1450. Antonello da Messina
A Venezia I Dogi ( Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Mauro Codussi)
Padova conquistata da Veneziani 1405 , Bottega di Francesco Squarcione (allievo Andrea
Mantegna. PadovaCappella Ovetari1455, Chiesa degli Eremitani- Verona Pala di San Zeno
1456-59 )
A Mantova, Gonzaga Ludovico III, Federico, Francesco II . Mantegna (Cristo morto,1483,85.
Camera degli Sposi ,Palazzo Ducale1465-74 oculo con putti e dame)
A Ferrara Estensi Lionello , Borso gusto tardo gotico (Pisanello, Piero della Franc, Mantegna,
Alberti, Cosmè Tura, Francesco del Cossa, Ercole de Roberti, Niccolò dell’Arca a Bologna
Compianto sul Cristo Morto )
A Milano VISCONTI Filippo Maria- gli Sforza, Francesco e Galeazzo Maria, Ludovico il Moro
1386 Inizia costruzione del Duomo di Milano finito il 1858
1401 Concorso Porta Nord del Battistero di Firenze. Brunelleschi e Ghiberti
1420-1436 cupola della cattedrale di Firenze Brunelleschi
1423 Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano (Uffizi)
1424-28 Cappella Brancacci Santa Maria del Carmine Firenze Masaccio e Masolino per
Michele Brancacci
1425-52 Porta est del Paradiso Battistero Firenze Ghiberti
1425-27 Monumento funebre Cardinal Rainaldo Brancacci Napoli, Sant angelo a Nilo
Michelozzo e Donatello
1426 Polittico di Pisa. Crocifissione Capodimonte Masaccio
1427 Banchetto di Erode Siena Battistero San Giovanni , fonte battesimale Donatello
1433-38 San Giorgio e la principessa Pisanello affresco staccato da chiesa S Anastasia Verona
1430-32 Beato Angelico Deposizione di Cristo per chiesa S.Trinità a Firenze (Museo San
Marco)
1436 Paolo Uccello Monumento a Giovanni Acuto affresco Cattedrale di Firenze
1438 Paolo Uccello Battaglia San Romano (tre dipinti tra Firenze e Londra)
1440 David Donatello
1440 Arezzo Battesimo di Cristo Piero della Francesca National Gallery Londra per chiesa San
Sepolcro
1444 Michelozzo Palazzo Medici
1445-47 Gattamelata. Padova Chiesa di Sant Antonio
1447-1449 Cappella Niccolina Firenze Beato Angelico Città del Vaticano
1452 Alberti Palazzo Rucellai Firenze
1452-66 Piero della Franc Arezzo Chiesa di San Francesco affreschi Storie della Vera croce
1440 David Donatello
1440 Arezzo Battesimo di Cristo Piero della Francesca National Gallery Londra per
chiesa San Sepolcro
1444 Michelozzo Palazzo Medici Firenze
1445-47 Donatello Gattamelata. Padova Chiesa di Sant Antonio
1447-1449 Cappella Niccolina Firenze Beato Angelico Città del Vaticano
1452 Alberti Palazzo Rucellai Firenze
1452-66 Piero della Franc Arezzo Chiesa di San Francesco affreschi Storie della
Vera Croce
1453 Rimini Alberti facciata Tempio Malatestiano (chiesa gotica di San Francesco)
Sigismondo Pandolfo
1455-56 Maddalena Donatello
1458-60 Alberti Facciata Santa Maria Novella
•Recupero dei modelli classici e dei canoni rappresentativi
•Imitazione della natura e osservazione della realtà:corretta rappresentazione del
corpo umano e studio delle proporzioni anatomiche. Si studiano le statue antiche e
la visione diretta dei soggetti reali.
•Resa dei moti dell’animo
•Uso della prospettiva per rappresentare razionalmente lo spazio tridimensionale
su una superficie bidimensionale, attraverso un metodo scientifico. Adozione di un
modulo metrico per la corretta proporzione delle parti e della prospettiva a punto
di fuga unico
•Studio delle proporzioni umane e architettoniche (trattato Vitruvio).
• Fase progettuale e fase esecutiva, tecnica.
•Distacco dal gusto tardo gotico
Concorso del 1401 per la realizzazione della seconda
porta (o porta bronzea) del Battistero di Firenze
Porta bronzea, formella raffigurante Il Sacrificio di Isacco
Lorenzo (1378-1455) Ghiberti

Interpretazione serena e idealizzata (estetica tardo-gotica) Filippo Brunelleschi


(1377-1442)

Dinamicità, risalto plastico,


drammaticità e umanizzazione del
testo sacro
Filippo Brunelleschi (1377-1442)

Studia la prospettiva che sarà uno degli elementi fondamentali dell’arte del Rinascimento

Studi prospettici nell’architettura

B. Adotta i principi della


struttura modulare.
Rapporti tra
•l’altezza dell’arco
•distanza tra le colonne
• altezza del fusto
•diametro della colonna
Cupola del Duomo di Firenze

Struttura della cupola autoportante, disponendo i mattoni a spina di pesce

Forma gotica della cupola.


Doppia calotta di forma ogivale a 8 spicchi. Rafforzata all’esterno e
all’interno da 8 costoloni a sesto acuto
Duomo di Firenze:
La costruzione del duomo ebbe inizio nel 1296 con Arnolfo di Cambio e proseguì
sotto la direzione di Giotto, Andrea Pisano, Lapo Ghini ed altri. Fu completata con la
cupola nel 1436

1423: Brunelleschi nominato inventore e


governatore della cupola maggiore DI SANTA
MARIA DEL FIORE 1420-1446
Nuovo metodo di elaborazione artistica è la distinzione tra struttura
e forma. La struttura è indipendente dall’elemento decorativo (a
differenza del Gotico)

Canoni dell’arte brunelleschiana:


•Studio delle proporzioni
•Chiarezza, semplicità e linearità geometrica delle forme
•Rapporto costante tra le parti e il tutto che genera ARMONIA PER UNITà

IL MODULO è la misura-base assunta come riferimento cui rapportare l’intera


costruzione e tutte le sue parti. RISPETTO DELLE PROPORZIONI E DELLE DISTANZE
TRA LE PARTI, DI UN EDIFICIO.
Arco di Costantino
3 archi a tutto sesto
BASILICA SANTA SABINA ROMA V SEC. ESEMPIO DI
ARCO CHE POGGIA SU COLONNE
B. Adotta i principi della
struttura modulare.
Rapporti tra
•l’altezza dell’arco
•distanza tra le colonne
• altezza del fusto
•diametro della colonna

OSPEDALE DEGLI INNOCENTI 1419-44.


facciata e portico
PRIMO EDIFICIO CLASSICO
Firenze. CAPPELLA PAZZI
IN SAN LORENZO 1429

Facciata 1429-61 e pianta


Sacrestia e navata. San Lorenzo

Interno, 1419. ripreso nel 1422.


SACRESTIA interno e pianta1422-28 terminato nel 1470 da Manetti
Brunelleschi
Pianta di Santa Maria
degli Angeli, la rotonda,
1434-36. Firenze,
rimasta incompiuta.

Pianta del Tempio di


Minerva Meddica,
seconda metà del III
secolo, Roma
Brunelleschi

Pianta di Santo Spirito prog.


Del 1428. realizz.1440-65.
Firenze
David marmo, 1408, 20 anni, museo bargello
Simbolo di indole indomita e libertaria della
repubblica fiorentina.
Realizzata per l opera del duomo poi spostata
a palazzo vecchio

Gli dei danno sostegn per la patria ai combattenti arditi anche contro i nemici piu terribili
Donatello, muore a 80 ANNI

(1386-1466)
Tra REALISMO e CLASSICISMO

Chiesa di Orsanmichele,
nicchia dell’Arte dei Corazzai,
San Giorgio (1417-20).
Fierenze, Museo Bargello
Donatello
Tabernacolo ornato con bassorilievo di San
Giorgio e la Principessa, uno dei primi esempi di
stiacciato pittorico e di prospettiva lineare
applicata alla scultura
Una delle 14 statue per nicchie chiesa
orsanmichele, per l arte dei corazzai e spadai,
oggi sostituita da una copia e collacata museo
bargello,

San giorgio santo guerriero, santo patrono


dei fabbricanti di armi, spirito del valore
militare.
1411 san marco
orsanmichele
Profeta Abacuc, Lo Zuccone, 1423-25. Per
Statue dei profeti Geremia
nicchia Orsanmichele. Firenze. Museo
e Abacuc,
dell’Opera del Duomo
Queste due tendenze - realismo e idealizzazione - rimarranno nella ritrattistica,
coesistendo; e caratterizzeranno in genere l'una il ritratto privato e l'altra il
ritratto pubblico e onorario. Ne sono un esempio due ritratti dell'imperatore
Vespasiano (regno tra 69 e 79), conservati l'uno a Copenhagen (Ny Carslberg
Glyptothek) e l'altro a Roma (Museo Nazionale Romano).

Ritratto repubblicano
vespasiano
Età ellenistica.
scrol
San bernardo
San giovanni evangelista
David bronzeo
1430. Firenze. Museo
Bargello Commissionato da cosimo de
medici
Dai tempi dell antica roma e il 1
nudo a tutto tondo a se stante
libero da vincoli architettonici.
Per cortile di palazzo medici
Poi trasportato a palazzo vecchio
durante la seconda cacciata dei
medici, simbolo della liberta
fiorentina.er oe biblico simbolo
della ragione domina sulla
violenza e la forza bruta e sull
irrazionalita
Simbolo delle virtu civiche
Banchetto di Erode,
1425-27, bronzo
dorato Siena. Fonte battesimale
del Battistero
1427 siena fonte batt
Firenze. Santa Croce. Annunciazione,
1435
Padova e l’ultimo periodo fiorentino
Monumento equestre a Erasmo da Narni
detto il Gattamelata. . Bronzo. Padova,
Piazza del Santo
Padova. Altare maggiore della
Basilica di Sant’Antonio (1446-50)
Fu realizzato da Donatello tra il 1446 e il 1453,
con un ricchissimo corredo scultoreo in bronzo,
che comprende sette statue a tutto tondo,
cinque rilievi maggiori e diciassette rilievi
minori.
L'importante commissione allo scultore
fiorentino venne probabilmente decisa dopo
aver visto il risultato del Crocifisso bronzeo (
1443-1447), oggi collocato sopra l'altare ma
originariamente pensato forse per il coro.

Grazie alla generosa donazione del cittadino


padovano Francesco del Tegola, datata 3 aprile
1446, poté essere progettato un complesso
mai visto prima, in gran parte nel costosissimo
bronzo con la tecnica della cera persa.
Più complesso è ricostruire la disposizione dei numerosi rilievi. Il
pannello più importante è la Deposizione di Cristo, misurante
138x188 cm e forse destinato al centro del lato posteriore. È
l'unico rilievo non in bronzo ma in pietra calcarea in parte
brunita, con inserti policromi.
Quattro pannelli maggiori (57x123) raffigurano i Miracoli di
sant'Antonio ed erano collocati forse in una posizione simile a
quella odierna, ai lati cioè delle facce principali del basamento,
sotto le sculture a tutto tondo.
Miracolo dell'asina
Miracolo del neonato che parla
Miracolo del figlio pentito
Miracolo del cuore dell'avaro
Nel rilievo con la Presentazione dell'ostia alla mula, lo spazio
venne spartito da tre archi in scorcio non proporzionati con le
dimensioni dei gruppi delle figure, in modo da sottolineare la
solennità del momento. Nel rilievo con la Miracolo del figlio
pentito, la scena è inserita davanti a un grandioso proscenio
paesistico-architettonico. Gli altri due rilievi sono la Miracolo del
cuore dell'avaro e il Miracolo del neonato che parla.
PADOVA, BASILICA SANT ANTONIO,ALTARE MAGIORE
Miracoli di sant antonio
Nella Deposizione in pietra, sempre per l'altare del Santo, rielaborò il modello antico della
morte di Meleagro; lo spazio viene annullato: della composizione rimangono solo il sarcofago
e le figure in modo da accentuare la drammaticità dell'episodio, anche grazie alla mimica
facciale e alla gestualità esasperate, che stravolgono i personaggi rendendoli singolarmente
irriconoscibili, tanto da creare uno schermo unitario di figure dolenti sconvolte nei
lineamenti, che riduce i volti a maschere di dolore e costruisce i corpi e le vesti con angoli
acuti.
Donna che accorre gettando violentemente le braccia
all'indietro, particolare del sarcofago romano con scene
della vita di Meleagro, 170-180 d.C., Milano, Collezione
Torno

Donna che accorre gettando violentemente le braccia


all'indietro, particolare del pulpito di Nicolò Pisano con
rilievo della Strage degli innocenti, 1265-1268, Siena,
Duomo.
Sarcofago romano morte di achille
Firenze, Martirio di San Lorenzo, 1460-66. marmo e bronzo.
Chiesa San Lorenzo
• Giuditta e Oloferne è una statua bronzea
(altezza 236 cm senza zoccolo) realizzata
da Donatello sul finire della sua carriera,
tra il 1453 e il 1457. Dal 1988 è conservata
nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio a
Firenze. Se Donatello era stato il primo
dopo gli antichi a concepire sculture
autonome e libere dalle strutture
architettoniche (con il David o tutt'al più il
monumento al Gattamelata), con la
Giuditta concepì per la prima volta un
gruppo di figure idealmente e
materialmente tridimensionale.
Rappresenta la storia biblica di Giuditta e
Oloferne: la fanciulla per salvare la propria città
di Betulia, assediata dalle truppe assire di
Nabucodonosor, si reca nella notte nella tenda
del condottiero nemico e dopo averlo fatto
ubriacare lo decapita, lasciando l'esercito
avversario senza guida e costringendolo alla
ritirata. L'episodio era popolare nelle
raffigurazioni artistiche fin dal Medioevo
poiché, alla pari del David, simboleggiava la
vittoria della virtù sul vizio e sulla mancanza di
Dio. Vi si poteva leggere uno scontro
personificato tra la virtù cardinale dell'Humiltas
che vince il peccato di Superbia.
Giuditta e Oloferne,
1455. Firenze Palazzo
della Signoria
La Maddalena, 1453-
55. Legno. Firenze.
Museo dell’Opera del
Duomo
1455
La documentazione pervenutaci sull'opera è assolutamente
scarna. Il Vasari la cita come un'opera dall'anatomia
perfettamente studiata senza alcuna pecca. Nata nella fase
matura dell'artista (eseguita all'età di sessantasette anni), fu
commissionata forse per il Battistero di Firenze, nel 1453,
anno in cui Donatello tornava nella città natale, dopo aver
trascorso un fruttuoso decennio a Padova (1443-1453).
Donatello all'epoca era quasi ormai anziano e la propria
malattia e decadimento fisico per la vecchiaia sicuramente
favorì la concentrazione su temi legati all'aldilà e
all'espressione dei sentimenti davanti alla morte
incombente, che è negata agli artisti giovani.
Napoli

• Il sepolcro del cardinale


Rainaldo Brancacci (o
Brancaccio) è un'opera di
Donatello e Michelozzo databile
al 1426-1428 e conservata nella
chiesa di Sant'Angelo a Nilo a
Napoli. Si tratta di una delle
opere più importanti dell'
arte rinascimentale nella città
partenopea. È in marmo, in
parte dorato e policromo, ed è
alto 11,60 metri, per una
profondità di 4,60.
Assunzione dela vergine
Una sorta di palcoscenico è composto per ospitare il sepolcro.
Sopra uno zoccolo si ergono due colonne composite, che
reggono un arco a tutto sesto con pennacchi laterali decorati da
lesene scanalate e tondi a rilievo; in alto si trova la cuspide, di
ascendenza più goticizzante, con al centro un tondo con il rilievo
del Redentore e due statue a tutto tondo di putti con trombe ai
lati (allusione all'Apocalisse e al risveglio dei morti).
Il sepolcro vero e proprio si trova al di sotto di questa
costruzione architettonica ed è sorretto da tre cariatidi. Sul
fronte del sarcofago si trovano due stemmi, ai lati, ed il rilievo
stiacciato dell'Assunzione della Vergine, sicuramente di mano di
Donatello. Sopra di esso si trova il ritratto del defunto, sdraiato
come addormentato, e due angeli reggicortina, che scansano il
tendaggio di pietra appeso all'arco. Essi sono vicini ai capitelli,
sempre compositi delle paraste che decorano la parete di fondo,
con una trabeazione continua che arriva ai capitelli delle
colonne. Oltre questa fascia si trova nella lunetta superiore un
bassorilievo della Madonna tra due santi.
Nel 1453, quando il potere reale poteva definirsi ormai
solido, Alfonso decise di dotare il castello di un ingresso
monumentale, ispirato agli archi di trionfo romani. L'
Arco trionfale del Castel Nuovo, progettato forse da una
collaborazione tra Francesco di Giorgio Martini, Luciano
Laurana e Guillem Sagrera, è composto da due archi
sovrapposti, affiancati da colonne binate e coronati da un
timpano curvilineo. Sul primo attico si trova un fregio con
l'ingresso trionfale di Alfonso V a Napoli, ispirato ai cortei
trionfali romani, mentre sul secondo si trovano quattro
nicchie con statue. Questa struttura testimonia un uso
liberissimo del modello classico, subordinato alle esigenze
celebrative.
. L'Arco trionfale del Castel Nuovo, progettato
forse da una collaborazione tra
Francesco di Giorgio Martini, Luciano Laurana e
Guillem Sagrera,
Porta capuana

Porta nolana
Giuliano da Maiano, fratello di Benedetto,
lavorò alla difesa muraria della città con le
annesse porte, come Porta Capuana e Porta
Nolana e a lui è attribuito il disegno di
Palazzo Como, ma soprattutto spiccò la
progettazione della residenza reale della
Villa di Poggioreale, avviata tra il 1487 e il 1490
e terminata da Francesco di Giorgio, che si può
ritenere il punto di arrivo della progressiva
conversione rinascimentale della capitale
aragonese
Sul finire del secolo, grazie all'alleanza politica con Lorenzo il Magnifico, si ebbe
un ingresso diretto di opere e maestranze fiorentine, che comportarono una più
omogenea adozione dello stile rinascimentale. Importante cantiere dell'epoca fu
la chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, dove lavorarono Antonio Rossellino e
Benedetto da Maiano, realizzandovi tre cappelle (Piccolomini, Toledo e
Mastroianni-Terranova). Soprattutto la Cappella Piccolomini, dove venne sepolta
Maria d'Aragona, era interessante per la riproposizione delle forme della
fiorentina cappella del cardinale del Portogallo, aggiornate però a un gusto più
sfarzoso, per assecondare le esigenze della committenza.
chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, dove lavorarono Antonio Rossellino e Benedetto da
Maiano, realizzandovi tre cappelle (Piccolomini,, dove venne sepolta Maria d'Aragona
Castel nuovo, volta sala baroni
Palazo como, napoli
Crocifissione,
Bargello
Siena, San
Giovanni
Battista
MASACCIO, 1401-1428

Distacco dal gusto tardo gotico


Uso della prospettiva
Volumetria dei corpi
Espressività nei gesti e volti
Osservaione della natura,
Rappresentazione piu realistica
Dell’uomo e dell ambiente
La Cappella Brancacci è una piccola cappella all'interno dell'affascinante Chiesa di
Santa Maria del Carmine, che fu quasi completamente distrutta da un devastante
incendio nel 1771. Miracolosamente scamparono alla distruzione la Cappella Brancacci
e la Cappella Corsini. La chiesa appartiene all'Ordine delle Suore Carmelitane e, come
San Lorenzo, presenta una facciata incompiuta al grezzo.
Un ciclo di affreschi commissionati nel 1424 da Felice Brancacci, ricco mercante e
politico fiorentino, illustrano la vita di San Pietro, protettore della famiglia. Gli affreschi
furono realizzati a più mani da Masolino da Panicale e dal suo allievo Masaccio. Nel
1428 Masaccio sostituì definitivamente Masolino, ma morì poco dopo all'età di 27 anni,
cosicché le parti mancanti furono completate da Filippino Lippi intorno al 1480.
Tentazione di adamo ed e
Cacciata di adamo ed eva
Registro superiore
Tentazione di Adamo ed Eva
Cacciata dal Paradiso Terrestre
Pagamento del tributo
2.3.4 Predica di san Pietro
2.3.5 Battesimo dei neofiti
2.3.6 Guarigione dello storpio e resurrezione di
Tabita
Pagamento del tributo
I ritratti di Masaccio, Brunelleschi, Alberti e
Masolino
Battesimo dei neofiti
Masolino da panicale, 1430c
Guarigione dello storpio
San Pietro risana gli infermi con la sua ombra
Resurrezione del figlio di Teofilo e san Pietro in cattedra
Registro inferiore

Resurrezione del figlio di Teofilo e san Pietro in


cattedra
san Pietro risana gli infermi con la sua ombra
2.4.3 Crocifissione di Pietro
2.4.4 Distribuzione delle elemosine e morte di
Anania
2.4.5
Disputa di Simon Mago e crocifissione di san Pi
etro
2.4.6 San Pietro in carcere visitato da san Paolo
2.4.7 Liberazione di san Pietro dal carcere
Liberazione di san pietro. San paolo visita san p
Parte del Pilittico di Pisa per la Chiesa del Carmine
Masaccio.-pero della francesca

Polittico della misericordia 1445-1462.pinac


POLITTICO DI PISA CHIESA DEL CARMINE

Destinato alla chiesa del Carmine per la cappella del notaio


ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto, il polittico
di Pisa è l'opera meglio documentata di Masaccio, grazie a
un committente particolarmente preciso, che annotò tutti i
pagamenti e i solleciti fatti al pittore.
La trinità , (1426-28). Affresco. Firenze Santa Maria Novella)
L’arte fiorentina tra tradizione e rinnovamento
Anni 30 del 400 convivono lo stile internazionale e tardo gotico di Gentile da
Fabriano, Lorenzo Monaco e le innovazioni di Masaccio

Rivalità tra le famiglie più potenti


1434 Cosimo rientra dall’esilio con l’appoggio popolare. Mecenatismo di stampo
propagandistico

Dopo Brunelleschi, Donatello e Masaccio :

Artisti di mediazione
Leon Battista Alberti, Michelozzo, Lorenzo Ghiberti e Luca della
Robbia e Beato Angelico

In pittura succedono:
Paolo Uccello e Andrea del Castagno (legati al plasticismo di
Masaccio)
Domenico Veneziano e Filippo Lippi legati al colorismo di Beato
Angelico
1 - Cosimo il Vecchio de
Medici
2 - Piero il Gottoso de’
Medici
3 - Carlo di Cosimo de’
Medici
4 - Galeazzo Maria
Sforza
5 - Sigismondo Pandolfo
Malatesta
6 - Cosimino di Giovann
di Cosimo de’ Medici (?)
a sei anni, già
cagionevole e malato,
morto poco dopo nel
novembre dello stesso
1459
7 - Lorenzo di Piero de’
Medici detto il Magnific
8 - Giuliano di Piero de’
Medici (in: Caglioti 2000
I, p. 62 nota 20, II, fig.
8 - Giuliano di Piero de’ Medici (in:
Caglioti 2000, I, p. 62 nota 20, II, fig.
44)
9 - Gentile Becchi, precettore di
Lorenzo e Giuliano (in: Caglioti 2000, I,
p. 62, II, fig. 44)
10 - Giuliano di Piero de’ Medici
11 - Giovanni di Francesco Tornabuoni
(?), cognato di Piero e Giovanni de’
Medici in quanto fratello di Lucrezia e
zio di Lorenzo e Giuliano, inoltre allora
fattore nella filiale del banco Medici a
Roma
12 - Giovanni di Cosimo de’ Medici(?)
13 - Benozzo Gozzoli
14 - Papa Pio Piccolomini
Benozzo
Gozzoli.Corteo dei
Magi, 1459.62
Affresco Palazzo
Medici-Riccardi
Firenze, Museo di San Marco, Deposizione 1432.34. Beato Angelico e Lorenzo Monaco
Beato
Angelico.
Imposizione
del nome al
Battista,
prima del
1435.
Firenze.
Museo di
San Marco
Annuncia
zione,
1434.
Cortona,
Museo
diocesan
o
Pala di San Marco, 1440.
Firenze, Museo di San
Marco
Annunciazione,
1438-46. Terza
cella del
dormitorio del
convento. Firenze,
Museo di San
Marco
Firenze, Chiesa di Orsanmichele
San Matteo,
Lorenzo Ghiberti, San Donatello,
1419-22
Giovanni Battista, 1412- San Marco,
16. Firenze, 1411-13
Orsanmichele
Lorenzo Ghiberti

•Seconda Porta Nord o della Calimana (1403-24)


Storie del Nuovo Testamento
•Porta del Paradiso (Est) (1425-52) Storie del Vecchio
Testamento
•Tre statue per Orsanmichele
•Due bassorilievi bronzei per Fonte Battesimale di Siena
•Arca di San Zanobi per Duomo di Firenze

Porta Sud di Andrea Pisano


(1330-36), bronzo dorato
Porta Nord
(1403-24)
Ghiberti
Lorenzo Ghiberti
Erede della tradizione gotica fiorentina
Ghiberti. Porta est (o del Paradiso), 1425-52,
bronzo dorato

Gusto per l’antichità classica


San
S.Giovanni Matteo,
Battista, 1412- 1419-22
16. Firenze
Orsanmichele
Jacopo della Quercia
Bologna, San
Petronio
Jacopo della Quercia. Siena.
Fonte battesimale

Donatello.
Fonte
battesimale.
Siena
Seguaci del Brunelleschi:

Giuliano da Maiano , Duomo di Faenza, Porta


Capuana per Ferdinando d’Aragona.

Benedetto da Maiano , Palazzo Strozzi, Portico di


Santa Maria delle Grazie

Giuliano da Sangallo (1445-1516) , Chiesa di


Santa Maria delle Carceri a Prato
I primi studi di Filippo Brunelleschi sollecitarono approfondite ricerche
teorizzate nel trattato De pictura di Leon Battista Alberti (1436) e nel più
completo De prospectiva pingendi di Piero della Francesca (1478)

LEON BATTISTA ALBERTI (1406-1472) esponente della nuova classe


intellettuale, umanista, letterato, filosofo, poeta si occupa dell’arte soprattutto
in campo teorico. Aderisce alle concezioni classiche esposte da Vitruvio
(architetto e teorico dell’arch. del I sec. a.C.)
Gli scritti dell’Alberti: De Pictura: 1436 ; De re Aedificatoria: 1452; De Statua

L’ideale estetico albertiano si fonda sulla ricerca di forme armoniche e proporzionate


alla scala umana, modellate sull’organismo umano e definite in funzione dell’uomo
B. Adotta i principi della

Brunelleschi
struttura modulare.
Rapporti tra
•l’altezza dell’arco
•distanza tra le colonne
• altezza del fusto
•diametro della colonna

OSPEDALE DEGLI INNOCENTI 1419-


44.facciata e portico PRIMO EDIFICIO
CLASSICO
Firenze. CAPPELLA PAZZI
IN SAN LORENZO 1429

Facciata 1429-61 e pianta


Alberti .Mantova, Basilica S.Andrea
L'interno è a croce latina, con navata unica
coperta a botte con lacunari, e con cappelle
laterali a base rettangolare, inquadrate negli
ingressi da un arco a tutto sesto, che riprende
quello della facciata. Tre cappelle più piccole,
ricavate nel setto murario dei pilastri, si
alternano a quelle maggiori e la loro alternanza
venne definita dall'Alberti come tipologia di
"chiesa a pilastri". L'impianto ad aula della
chiesa fu dovuto probabilmente all'esigenza di
un spazio ampio in cui la massa dei fedeli e dei
pellegrini potessero assistere all'ostensione
dell'importante reliquia.[5]
S.Andrea, Mantova
Tempio Malatestiano, Rimini.
Santa Maria Novella , Firenze
Sacrestia e navata, san lorenzo

Interno, 1419. ripreso nel 1422.


SACRESTIA interno e pianta1422-28 terminato nel 1470 da Manetti
Maturo classicismo dell’Alberti
1447-1460 Tempio Malatestiano. Sigismondo Malatesta pensò di trasformare l’antico
edificio gotico ( la primitiva Chiesa di San Francesco) in tempio sepolcrale conferendogli
forme più moderne.
Nel 1460 i lavori furono interrotti e il progetto dell’Alberti, la cui esecuzione fu affidata a
Matteo di Pasti, resta parzialmente incompiuto.

Alberti , Rimini,
chiesa di san
Francesco
Leon Battista Alberti:
Firenze, Facciata di santa Maria Novella
1456

Mantova, Chiesa di S.Sebastiano e


chiesa di Sant’Andrea dal 1470. Mantova
Uno dei palazzi signorili
Palazzo Rucellai (1446-1451) per il ricco
rinascimentali dall’ordine
mercante Giovanni Rucellai, progettato
decisamente classico (1444-
dall’Alberti e realizzato dal suo allievo
64)
collaboratore Bernardo Rossellino
Bernardo Rossellino (1409-1464)

Sistemazione di Pienza, antico paese di Corsignano e realizzazione della


monumentale piazza commissionata dall’umanista Enea Piccolomini, papa nel
1458 col nome di Pio II (donde Pienza)

Complesso urbanistico-architettonico ideato e


realizzato secondpo i canoni dell’arte
rinascimentale.
Pienza

Bernardo Rossellino
Bernardo Rossellino
Piccolomini, Pienza

Alberti.
Rucellai , Firenze
Bernardo Rossellino,
firenze Alberti 1450- Palazzo Piccolomini,
60Palazzo Rucellai Pienza

Firenze Michelozzo, Palazzo


Medici –Riccardi1444

Ferrara
Firenze biagio
Benedetto da rossetti
maiano Palazzo 1492
Michelozzo (1396-1472),
Michelozzo Palazzo Medici-Riccardi (1444-1460) scultore e architetto,
, primo palazzo patrizio urbano e prima villa collaboratore di Donatello
residenziale, voluta da Cosimo de’Medici e nel e aiuto del Ghiberti per la
‘600 ampliata dai Riccardi realizzazione delle porte
del Battistero.
•Progetto dell’Alberti,
realizzato da Bernardo
Rossellino
Firenze Palazzo Rucellai,
1446-51

•Michelozzo.
Palazzo Medici-Riccardi,
1444-64. Firenze

•Bernardo Rossellino,
Palazzo Piccolomini, dal
1460. Pienza

•Benedetto da Maiano e
Simone del Pollaiolo,
Palazzo Strozzi, 1498-1504.
Firenze

•Biagio Rossetti, Palazzo dei


Diamanti, 1494-1503.
Ferrara
Rucellai_
Medici Riccardi_
Piccolomini_
Strozzi_
Diamanti
Brunelleschi
Michelozzo

Luciano Laurana palazzo ducale di


urbino 1466-72

Francesco di Giorgio Martini

Bernardo rosserllino. Pienza –palazzo


piccolomini 1459

Filarete
Michelozzo
•Arco a tutto sesto ad ampia campata su sottili colonne
•Organismo perfetto a pianta centrale
Chiostro e Libreria del Convento di San Marco (1436-1472)
Michelozzo, Firenze, Convento
di San Marco
Ampliamento e sistemazione della vecchia fortezza di Urbino, trasformata
in Palazzo Ducale da Luciano Laurana (1420-1479) per il duca Federico da
Montefeltro nel 1465. la trasformazione dell’edificio continuò dopo il 1477
ad opera di Francesco di Giorgio Martini. A lui si deve anche la
realizzazione del Palazzo Ducale di Gubbio
Michelozzo, Firenze Convento
di San Marco

Luciano Laurana, Urbino,


Palazzo Ducale
urbino
Francesco di Giorgio Martini
Palazzo ducale Gubbio
Urbino, Francesco Laurana

Francesco di Giorgio
Martini
Gubbio
A Ferrara Biagio Rossetti realizza il
Palazzo dei Diamanti
Il Filarete(1405-1465) Ospedale
Maggire di Milano
Milano, sforza
Filarete
Mauro Codussi, Venezia

Mauro Codussi (1440-1504) Venezia


Scultura
Rilievi del Portale maggiore di
Jacopo della Quercia, San Petronio a Bologna
Monumento funebre di
Ilaria del Carretto nel
Duomo di Lucca

Fonte Gaia di Piazza del


Campo: Madonna con
Bambino, personificazioni
delle Virtù, due Episodi
della Genesi. Acca Larentia
e Rea Silvia che alludono
alle origini romane di
Siena.
Chiesa San Petronio,
Bologna, architrave
Architrave del portale maggiore

Jacopo della Quercia.


Bologna, Chiesa di San
Petronio, 1425-34
Donatello, Siena. Fonte battesimale
del Battistero.
Jacopo della Quercia, Monumento funebre di Ilaria del Carretto
nel Duomo di Lucca
1406-07
Grandi realizzazioni della scultura toscana del ‘400:
• decorazione plastica della facciata del Duomo di Firenze e di Orsanmichele
• le due porte bronzee del Battistero

Nanni di Banco (1380-1421) artista di transizione tra


il tardo-gotico e il Rinascimento

Duomo di Firenze, il
Profetino (1407) di destra Duomo
Duomo di
di Firenze,
Firenze, facciata,
facciata,
del frontone della Porta San
San Luca
Luca
della Mandorla

Porta della Mandorla, Madonna


della Cintola
Firenze. Chiesa di Orsanmichele
• Donatello
• Ghiberti
• Nanni di Banco
Firenze, chiesa di Orsanmichele, nicchie, San Filippo per
l’arte dei Calzolai, Sant’Eligio per l’Arte dei Maniscalchi e
degli Orafi, I Santi Quattro Coronati per l’Arte dei Maestri
di Pietra e Legname.

Nanni di Banco
Nanni di banco.
Quattro santi coronati
SAN LUCA
Porta della Mandorla, Madonna
della Cintola
Donatello e Michelozzo. Monumento funerario di
Baldassarre Costa, 1425-27. Firenze, Battistero Desiderio da Settignano.
Bernardo Monum. Fun.di Carlo
Rossellino. Marsuppini, 1455-58.
Mino da Fiesole. M.f. Firenze, Santa Croce
Mon.fun.di
conte ugo di toscana
Leonardo
Bruni, 1446-50.
Firenze. Santa
Croce
Seguaci di Donatello:
Michelozzo,
Bernardo Rossellino ,
Agostino di Duccio,
Desiderio da Settignano,
Mino da Fiesole

Desiderio e Rossellino in
Santa Croce a Firenze

Mino da fiesole
Agostino di Duccio
Mino da Fiesole
Donatello, Busto di giovane con cammeo, Mino da Fiesole.
1440. Firenze Museo Bargello Busto di Pietro de
Medici, 1453.
Antonio Firenze Barg
Rossellini.
Busto di
Giovanni
Chellini, 1456.
Londra

Desiderio da
Settignano. Busto
di Marietta Strozzi,
1455. Berlino
desiderio

Mino da
fiesole
donatello
Desiderio da Settignano e Agostino di Duccio
Luca della Robbia e Agostino di
Duccio
Luca della Robbia, Duomo di firenze,
Cantoria marmorea. Grazia semplice e
serena. Linguaggio equilibrato.

Donatello, Cantoria. 1433-38 firenze museo


dell’opera del duomo. Sfrenata danza pagana
dei Puttini.
Cantoria, 1431-38.
Firenze. Museo
dell’Opera del duomo

Ideale classico come equilibrio Realismo vitalismo.


espressionismo
• Luca della Robbia, Duomo di Firenze, Cantoria marmorea. Grazia semplice e
serena. Linguaggio equilibrato.
Luca della Robbia,
Cantoria 1432-35.
Firenze, Museo
dell’Opera del Duomo
Donatello
1433-38. Cantoria, marmo su fondo
mosaicato ad alveoli riempiti di pasta
vitrea in oro e a colori
Luca della Robbia
Resurrezione, 1442-45.
terracotta invetriate.
Firenze.Duomo
LA DIFFUSIONE DELL’ARTE
RINASCIMENTALE Seconda metà del
Firenze da Lorenzo de Medici alla 400
reazione savonaroliana.

Pollaiolo e Verrocchio

Lo studio dei
modelli antichi
Il Pollaiolo, orafo, scultore, pittore
ed incisore fiorentino (1431-98)

Bronzetto; Ercole che “scoppia” Anteo


(Bargello)

Dipinto; Le Fatiche di
Sepolcri dei Papi Sisto IV e Innocenzo VIII
(1484-98) Ercole (tre tavole
andate perse di cui Ercole e Anteo,
esistono due repliche 1475
agli Uffizi
Ritratto femminile di
profilo (Milano Museo
Poldi Pezzoli)
pollaiolo
Martirio di San
Sebastiano, 1475
Sepolcri dei Papi Sisto IV e
Pollaiolo
Innocenzo VIII (1484-98)
pollaiolo
Pollaiolo , disegnatore e incisore (incisione a bulino della Battaglia degli
ignudi, Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
Verrocchio (1435-88)

Monumento funebre di
Giovanni e Piero de’ Medici
la Dama col mazzolino
il David bronzeo
Monumento equestre di
Matteo Colleoni

Battesimo di Cristo (Uffizi)


Verrocchio
Eta di Lorenzo il Magnifico
seconda meta del 400,
Periodo «aureo» carattere elitario dell arte

Grandi famiglie dell oligarchia cittadina commissionano dipinti , sculture ma anche


Bronzetti , cammei, gemme, miniature , tessuti e ceramiche.

Virtuosismo, ornate delicatezze, collezionismo di opoere antiche e moderne

Antonio del Pollaiolo, Andrea del Verrocchio,


Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Piero di Cosimo , Filippino Lippi
Il giovane Leonardo e esordi di Michelangelo
Verrocchio. Monumento equestre a
Bartolomeo Colleoni. Venezia
Verrocchio david 1472,75
LA DIFFUSIONE DELL’ARTE
RINASCIMENTALE L’architettura alla corte di Federico da
Urbino
Montefeltro
LA DIFFUSIONE DELL’ARTE
RINASCIMENTALE

La scuola umbra:
Perugino e Pinturicchio
LA DIFFUSIONE DELL’ARTE
RINASCIMENTALE

La pittura fiamminga in Italia


Fine ‘300 inizio ‘400
Gotico Internazionale
Caratteri della pittura tardo-gotica:
• Linearismo
• Gusto cromatico e ornamentale
• Minuzia calligrafica dei particolari
• Suggestioni fiabesche e leggendarie (gusto delle corti feudali)
Maggiori centri della cultura tardo-gotica figurativa in Italia sett.:
Milano, Verona, Venezia. In Toscana: Siena, Orvieto, Perugia
Esponenti più rappresentativi: Gentile da Fabriano (1370-1427),
Masolino da Panicale (1383c.-1440), Beato Angelico, Filippo
Lippi, ecc.
Gentile da Fabriano
(1370-1427)

Adorazione dei
Magi, Uffizi
1423
Adorazione dei Magi, predella
Polittico di Valle Romita
1425 quaratesi
LA RIVOLUZIONE PITTORICA DI
MASACCIO
1424. Sant’Anna, La Madonna col Bamb e Angeli
Masolino da Panicale
(1386 c.-1440)

Non rinnega la tradizione 300esca ma la rinnova


accettando moderatamente le innovazioni di
Masaccio

Adotta la visione prospettica e il senso


plastico delle figure
Masaccio e Masolino, Affreschi Cappella Brancacci, 1424-25. Chiesa del Carmine . Firenze

Maggire naturalismo e
senso plastico
Crocifissione dal
Polittico già nella
chiesa del
Carmine di Pisa,
1426. Napoli,
Museo
Capodimonte
Madonna in trono con Bamb. E
quattro angeli. Dal Polittico
della Chiesa del Carmine di Pisa.
National Gallery Trinità, affresco.
Firenze, Santa
Maria Novella
Masaccio, Affreschi Cappella Brancacci, 1424-25. Chiesa del Carmine . Firenze

Il tributo, 1427
L’ARTE FIORENTINA TRA TRADIZIONE E RINNOVAMENTO

Innovatore dell’arte sacra. Le sue composizioni


Conferisce alle immagini sacre una trasmettono un
struttura di tipo rinascimentale. carattere sacro e
trascendente

Beato Angelico , Guido di Piero, Fra


Giovanni da Fiesole (1400 c.-1455)
Beato
Angelico.
Imposizione
del nome al
Battista,
prima del
1435.
Firenze.
Museo di
San Marco
Annuncia
zione,
1434.
Cortona,
Museo
diocesan
o
Pala di San Marco, 1440.
Firenze, Museo di San
Marco
Annunciazione,
1438-46. Terza
cella del
dormitorio del
convento. Firenze,
Museo di San
Marco
Sensibile al rinnovamento artistico di Masaccio e alla
concezione prospettica dello spazio

Interpreta in chiave mistica le nuove teorie. Persiste


una visione ideale e trascendente
Luminosità brillante
e diafana Beato Angelico
1400 c.-1455
Madonna dell’umiltà
con angeli e santi,
1432.Milano. Museo
Cast.Sforzesco
Filippo Lippi (1406-1467)
Raffinato lirismo
Disegno lineare elegante e fluido.
Pala Barbadori, 1437. Parigi, louvre
Filippo Lippi (1406-1467)

Sensibile al dinamico gioco della luce


(influsso fiammingo)

Forme vaghe , espressione immediata di


stati emotivi
Mad. Con bamb. e storie della Vergine e di Sant’Anna,
1435. Firenze
Madonna con
bamb e due angeli,
1465. Firenze, Uffizi
Storie di san Giovanni Battista.
Salomè dal partic. Del Convito
di Erode, 1452-65. Coro del
Duomo di Prato
Duomo di Prato e Spoleto
Prato
Le sperimentazioni prospettiche di Paolo
Uccello
Paolo Uccello.
Monumento
equestre a
Giovanni Acuto,
1436. Firenze ,
Santa Maria del
Fiore
La battaglia di San Romano, Disarcionamento di
Bernardino della Ciarda, 1456. Firenze, Uffizzi
Paolo Uccello, Paolo di Dono (1397-1475)

Battaglia di San Romano,


Intervento di Micheletto da
Cotignola, 1456. Parigi, Louvre
Niccolò da Tolentino
alla testa dei
fiorentini, 1456.
Londra
San Giorgio libera la
principessa dal
drago, 1460
. Londra
Pollaiolo, Monumento equestre di Giovanni Due affreschi ai lati
Acuto dell’ingresso del Duomo
di Firenze
Andrea del Castagno, Il Monumento
equestre a Niccolò da Tolentino (1456).
Firenze, Santa Maria del Fiore
Paolo Uccello. Affresco del Diluvio Universale. Firenze, duomo
chiostro
San Giorgio e il drago

Urbino, Galleria nazionale, Miracolo dell’ostia profanata


Paolo Uccello, Firenze , Santa maria novella,
chiostro verde
Domenico Veneziano

Domenico Veneziano,
Madonna con bambino,
1432-37. Settignano, Villa
ai Tatti
Pala di Santa Lucia dei Magnoli, 1445-47.
Firene, Uffizi
Domenico Veneziano (1406-61)
Soluzione metafisica in cui l’influsso
del beato Angelico si fonde con i
suggerimenti dell’arte tardo gotica
e fiamminga

Pala di Santa Lucia de’ Magnoli (1445-50),


Firenze Uffizi.
Andrea del Castagno
(1420-57)
Disegno teso ed incisivo

Affresco dell’Ultima cena ; Cenacolo di


Sant’Apollonia (1445-50), 1447. Firenze, Refettorio
di Sant’Appollonia
Andrea del castagno Effigi di
uomini e donne illustri (in
Sant’Apollonia). Affreschi della
Villa Carducci a Legnaia, staccati
fin dal 1847 e conservati nel
refettorio di Santa Apollonia.

Pippo Spano, Farinata degli Uberti e Sibilla Cumana


DIFFUSIONE DELL’ARTE RINASCIMENTALE

URBINO e ROMA
Piero della Francesca (1410,20-1492)
Nasce a Borgo San Sepolcro presso Arezzo
Risiede a Urbino dal 1465 al 1474 presso
la corte di Federico da Montefeltro.
Scrive due trattati teorici De Prospectiva
pingendi e De Quinque Corporibus
regularibus.
Lavora a Firenze,
Arezzo Chiesa di San Francesco.Storie
della vera croce
, Rimini, Ferrara e Roma 1465-66

•Rigore prospettico
•Perfezione quasi irreale, figure immobili ed impassibili
•Toni chiari e luminosi
Polittico della
Misericordia, 1460.
Sansepolcro.
Le prime opere.
Pinacoteca Comunale
Plasticismo e rigore
geometrico
CALCOLO DI RAPPORTI METRICI E ACCORDI
PITTURA STABILE, STATICA , BILANCIATA

MAESTOSITà PLASTICA DI
MASACCIO

MA DOMINIO RAZIONALE. NON


TRAPELANO EMOZIONI
Perfetto equilibrio compositivo

Battesimo di Cristo,
1448-50. Londra
I COLORI DI BEATO
ANGELICO. SMALTI
ARMONIOSI E BRILLANTI.
CARNAGIONI AVORIO,
CIELI TERSI
Tra Roma e Urbino
Flagellazione, 1460.
Urbino
Flagellazione di Cristo (Galleria Nazionale di Urbino

Piero della Francesca (1410,20-1492


Ritratti di Battista
Sforza e di Federico
da Montefeltro, 1465
• La Flagellazione è uno dei quadri maggiormente enigmatici
• della storia dell’arte, poiché, nonostante le varie ipotesi, misteriose restano le figure in primo piano.
Eccone alcune:
• Per molti anni si è pensato che i tre uomini fossero
• Oddantonio da Montelfeltro
• (il giovane al centro), fratellastro di Federico assassinato nella congiura dei Serafini nel 1444,
Manfredo
• Pio e Tommaso dell’Agnello (i suoi malvagi consiglieri), e che la scena della flagellazione fosse
un’allusione al martirio del giovane principe.
• In tempi più recenti si è pensato che l’uomo con la barba sia
• un sapiente greco e l’altro l’imperatore Paleologo Secondo altri critici il quadro sarebbe una
semplice narrazione evangelica
• sebbene risulterebbe anomala la collocazione
• della flagellazione in secondo piano e resterebbero sconosciuti i personaggi in primo piano che
sono, indubbiamente, i
• protagonisti del dipinto.
• Secondo una nuova ipotesi, forse più credibile, la flagellazione
• simboleggerebbe la travagliata condizione della Chiesa dopo
• la
• caduta di Costantinopoli
• (1453) e nel gruppo di personaggi sulla destra sarebbero rappresentati alcuni dei partecipanti al
• Concilio di Mantova indetto per organizzare una crociata.
Piero della Francesca (1410,20-
1492
Pala d’altare per il duca
Federico da Montefeltro
(1472-74)
Sacra
Conversazione,
1472-74
Arezzo, affreschi, chiesa di San
Francesco, 1442-66
Morte di Adamo
Entrata di Eraclio in Gerusalemme
Lato sin.del presbiterio

Ritrovamento delle tre croci e


verifica della vera croce
Battaglia di Eraclio e Cosroe
Affreschi lato destro
Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con la regina di Saba
Vittoria di Costantino su Massenzio
lato dx

ESIGENZE PROSPETTICHE E GEOMETRICHE. QUI UN TONO DI RITUALITà SACRALE E MAESTOSITà


IN PAOLO UCCELLO ESTRO FANTASIOSO E DINAMICO 1450

Un groviglio di cavalli, lance, bandiere ispirato a BASSORILIEVI ROMANI


Paolo Uccello, 1430.40
battaglia tra senesi e
fiorentini. Cosimo il Vecchio
committente
Leggenda della Vera
Croce (Arezzo) Piero della Francesca (1410,20-1492
Affreschi della parete di fondo.
Annunciazione
• Rigore geometrico e prospettiva appresi a
firenze e LUMINISMO e NATURALISMO dei
fiamminghi
Primo notturno italiano. Piero vede la
natività di Geertgen tot Sint Jans
Ritratto dei coniugi Arnolfini.
Jan van Eyck, 1434. Londra

L’opera ritrae Giovanni Arnolfini


con la moglie Giovanna Cenami.
Facoltoso mercante lucchese di
tessuti trasferitosi a Bruges 1420
divenuto consigliere di Filippo il
Buono
Fiandre nel 1384 annesse al Ducato di Borgogna.
Filippo il Buono prende il potere nel 1419
La capitale si sposta da Digione a Bruxelles
La corte si sposta favorendo la fioritura anche a
Bruges, Anversa ecc
Nasce l’arte fiammingo-borgognona
Pittura a olio
Arte realistica attenta al dettaglio
Effetti di verosimiglianza
Polittico dell’Agnello mistico, 1432
1425 jan van eyck
Affreschi parete di fondo. Sogno
di Costantino
Piero della Francesca «matematico e
pittore» fu al servizio di due signori –
Sigismondo Pandolfo Malatesta (a
Rimini) e Federico da Montefeltro (a
Urbino) – acerrimi nemici tra loro. Di
entrambi fu «impeccabile ritrattista»,
entrambi nella medesima posa, forse
utilizzando un’unica (e perduta) traccia
grafica. Su di loro, attraverso la sua
pittura, non espresse alcun giudizio, né
tradì la minima emozione. E
soprattutto, non fu mai legato a questa
o a quella corte
Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a San Sigismondo è un affresco
(257x345 cm) di Piero della Francesca, datato 1451 e conservato nel Tempio Malatestiano
di Rimini.

Storia
La chiesa di San Francesco di Rimini era il tradizionale luogo di sepoltura
del Malatesta e tra il 1447 e il 1450 Sigismondo Pandolfo Malatesta lo fece trasformare in
un mausoleo classicheggiante, un vero e proprio tempio dinastico, su progetto di
Leon Battista Alberti. Il progetto, sebbene incompiuto, ridefinì completamente l'edificio, che
da allora venne chiamato Tempio Malatestiano.
Piero della Francesca si trovava a Rimini alla corte di Pandolfo e lavorò al cantiere del
Tempio lasciando il monumentale affresco votivo di Sigismondo Pandolfo Malatesta in
preghiera davanti a san Sigismondo nella cappella di San Sigismondo. Allo stesso periodo
appartiene il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, tecnica mista su tavola, oggi al
Louvre. Il ritratto del sovrano nelle due opere è molto simile e fu probabilmente ispirato
dall'effigie su una medaglia di Matteo de' Pasti.
Descrizione e stile
Sigismondo Pandolfo Malatesta
L'affresco è di forma rettangolare, incorniciato da finti rilievi marmorei di cornucopie e
girali, con agli angoli gli stemmi di Pandolfo e in basso un'iscrizione lacunosa.
San Sigismondo
Al centro esatto dell'affresco sta inginocchiato Sigismondo Pandolfo Malatesta, ritratto di profilo e con le mani
giunte, mentre prega san Sigismondo, re dei Burgundi e suo protettore, ritratto seduto in trono al di sopra di un
gradino nella parte sinistra dell'affresco e reggente in mano i segni della sua dignità regale: lo scettro e il globo,
oltre alla berretta sopra la quale si trova un'aureola scorciata in prospettiva. Le fattezze del santo e la particolare
berretta (sopra la quale si trova l'aureaola scorciata in prospettiva), ricordano quelle di
Sigismondo di Lussemburgo, l'imperatore che nel 1433 investì il Malatesta come cavaliere e ne legittimò la
successione dinastica, ratificandone la presa di potere su Rimini [1]. L'affresco aveva quindi una valenza tanto
religiosa quanto politica.
Dietro Sigismondo Pandolfo si trovano, nell'estremità destra inferiore, due cani levrieri accucciati, uno bianco ed
uno nero, di estrema eleganza formale, ritratti dal vero con una cura degna delle migliori opere naturalistiche di
Pisanello. Essi simboleggiano la fedeltà (quello bianco) e la vigilanza (quello nero).
Lo sfondo scuro, molto lacunoso, fa risaltare le figure, in particolare il profilo del sovrano, ed evidenzia una linea
ascendente che va dal profilo del cane bianco, all'orlo del mantello del Malatesta, fino alla figura troneggiante di
san Sigismondo, secondo uno schema asimmetrico, che è però regolarizzato dall'impianto geometrico delle
paraste sullo sfondo, tra le quali sono appese ghirlande di fiori e, al centro, uno stemma Malatesta. Volutamente
conflittuosa, da un punto di vista ottico, è l'intelaiatura architettonica della scena: le paraste sembrano reggere
l'architrave della cornice ma, a uno sguardo più attento, esse fanno parte dello sfondo, come si vede dalle basi che
partono dal pavimento scorciato. Questo effetto inscena una "drammaturgia spaziale", cioè crea una raffinata
tensione che fa indurre lo spettatore a soffermarsi con attenzione sulla scena. Un'altra singolarità compositiva è
data dall'"illusione di simmetria, data dalla collocazione centrale di Sigismondo Pandolfo Malatesta tra i due pilastri
e il sottile bilanciamento delle due estremità, nonostante l'evidente asimmetria. Ciò amplifica anche il senso
ascensionale dato dalla linea obliqua già citata. Una costruzione analoga si trova nella Madonna del cancelliere
Rolin di Jan van Eyck.
All'estrema destra si trova un tondo, in posizione ribassata per bilanciare la composizione lungo la linea mediana
orizzontale e mostrare l'orizzonte, attraverso il quale si vede la fortezza malatestiana di Castel Sismondo immersa
in un terso cielo cristallino.
La monumentalità, il "quieto carattere statuario" [dei protagonisti, la luce chiara e cristallina preludono gli affreschi
della Leggenda della Vera Croce di Arezzo, che Piero iniziò l'anno dopo, nel 1452.
Piero della Francesca (1410,20-1492

Dittico di Urbino
Madonna di Senigallia,
1470. Urbino
Piero della Francesca (1410,20-1492

Pala di Brera
Affreschi parete di fondo. Tortura dell’ebreo
nel pozzo e
Salomone fa sotterrare il sacro legno
Lo studiolo di Federico da Montefeltro
Decorazioni a tarsie
Urbino. Palazzo Ducale. lignee. Una finestra
Pedro Berruguete. Federico aperta su un paesaggio.
da Montefeltro con il foglio Armadi con libri e
Guidobaldo strumenti scientifici
La scuola umbra:
Perugino e Pinturicchio
Perugino. Consegna delle
chiavi a San Pietro, 1482.
Roma, Cappella Sistina ai
Vaticani
Il Perugino
Raffaello, Sposalizio
della Vergine
Il Perugino, Pietro Vannucci (Città della Pieve
1450-1523)

Lavora nella bottega del Verrocchio dove conosce Leonardo


Maestro di Raffaello

Consegna delle chiavi a San Pietro Cappella Sistina Raffaello , Sposalizio della
(1481-82) Vergine
Collegio del Cambio, Perugia
Cappella Sistina
Cappella Sistina, Viaggio di Mosè in
Egitto e Circoncisione del figlio
Soffitto della stanza dell’Incendio di
borgo
Pinturicchio. Mito di
Iside e di Osiride,
Pinturicchio
1492-94. Roma,
Vaticano,
Appartamenti Borgia
La pittura fiamminga in Italia
Beato Angelico,
Rogier van der Weyden, Deposizione di
Deposizione nel Cristo, Monaco
sepolcro, 1450. Firenze,
Uffizi
Jan van Eyck. Ritratto
dei coniugi Arnolfini,
1434. Londra,
Jan van Eyck. National Gallery
Madonna del
cancelliere Rolin,
1435. Parigi, Louvre
FIRENZE: da LORENZO IL MAGNIFICO alla
REAZIONE SAVONAROLIANA

Giuliano da Maiano, Pianta e alzato della villa di Poggioreale,


1490
Benedetto da Maiano e Simone del Pollaiolo, detto il
Cronaca, Palazzo Strozzi, cortile e facciata. 1498-1504

Giuliano da Sangallo,
Villa Medici, 1485.
Firenze, Poggio a
Caimano
LA DIFFUSIONE DELL’ARTE
RINASCIMENTALE Seconda metà del
Firenze da Lorenzo de Medici alla 400
reazione savonaroliana.

Pollaiolo e Verrocchio

Lo studio dei
modelli antichi
Pollaiolo, Ercole e Anteo,
1475. Firenze , Bargello

Verrocchio, Dama con


mazzo di fiori, 1478.
Verrocchio, Putto alato con Firenze, Bargello
delfino, 1478. Firenze,
Palazzo Vecchio
Il Pollaiolo, orafo, scultore, pittore
ed incisore fiorentino (1431-98).

Bronzetto; Ercole che “scoppia” Anteo


(Bargello)

Dipinto; Le Fatiche di
Sepolcri dei Papi Sisto IV e Innocenzo VIII
(1484-98) Ercole (tre tavole
andate perse di cui Ercole e Anteo,
esistono due repliche 1475
agli Uffizi
Ritratto femminile di
profilo (Milano Museo
Poldi Pezzoli)
Martirio di San
Sebastiano, 1475
Il percorso esemplare di
SANDRO BOTTICELLI
• Le caratteristiche fondamentalidello stile di Botticelli sono:
• - la ricerca di un armonioso equilibrio compositivoin cui sceglie
soprattutto composizioni sciolte, ritmiche;-
• un disegno sottile e dinamico con una linea precisa e ondulata che
modula i contorni delle figure e le alleggerisce.
• La linea per Botticelli è fondamentale, perchè tutto nelle sue opere è
basato sui percorsi e i movimenti sinuosi del suo disegno. Alla linea
subordina tutto: il colore, la prospettiva, le forme, i volumi.
• Nella sua pittura tende a prevalere il principio di astrazione: non c’è
ricerca di volumi, di masse, nè di profondità o di chiaroscuro. Le forme
appaiono leggere, senza peso, sembrano ritagliate da contorni sottili e
incisivi.
• Gli sfondi non hanno profondità, sembrano pareti disegnate o
ricamate. I colori sono spesso freddi e innaturali: anche questi sono
astratti.
• La pittura di Botticelli è quella di un mondo immaginario mentale, ed è
piena di riferimenti e significati intellettualistici molto complessi, legati
all’elite culturale mediceo, che oggi risultano misteriosie quasi
Botticelli, Alessandro Filipepi (1445-1510)
Scuola di Filippo Lippi e Verrocchio

Due fasi:
Primo periodo (1470-1486). Botticelli influenzato dalla
cultura neo-platonica alla corte di Lorenzo il Magnifico
Visione idealizzata del bello, di ispirazione classica ed
intellettuale.

Seconda fase (dopo il 1490-1510): rifiuto della cultura


classica predicato dal Savonarola, crisi dell’Umanesimo
400esco.
Visione tormentata ed inquieta
Equilibrio tra
artificiosità e naturalità

Sandro Botticelli,
Fortezza, 1470.
Uffizi
• Botticelli introdusse con quest'opera una grande novità a livello
formale nel frequentatissimo tema dell'Adorazione, ossia la visione
frontale della scena, con le figure sacre al centro e gli altri personaggi
disposti prospetticamente ai lati; prima di questa infatti, si usava
svolgere la scena in maniera orizzontale, con la Sacra Famiglia a
un'estremità e i Magi col proprio seguito che procedevano verso di
essa dispiegandosi essenzialmente sul primo piano in una sorta di
corteo, uno dietro l'altro, ricordando l'annuale rievocazione della
cavalcata dei Magi, una rappresentazione sacra che si teneva per le
vie fiorentine. Il prototipo potrebbe essere stata una scena della
predella dell'Annunciazione di Beato Angelico, ma nessuno aveva mai
usato questo schema su una pala di grandi dimensioni.

• Il nuovo schema introdotto da Botticelli venne ripreso abbastanza


fedelmente da Filippino Lippi (Adorazione dei Magi degli Uffizi) e da
Leonardo da Vinci (un'altra Adorazione sempre agli Uffizi).
• Al centro, in posizione ingegnosamente rialzata, si trova la
capanna diroccata della natività, composta da una roccia,
un tetto ligneo retto da alcuni tronchi issati e da una
parete a angolo in rovina, richiamo all'antichità perduta
ribadito anche dagli edifici crollati a sinistra. La Vergine col
Bambino, vegliata da dietro da san Giuseppe, viene a
trovarsi al vertice di un triangolo ideale a cui mirano le
linee prospettiche delle quinte laterali e lo scalare dei
personaggi disposti. Dal vertice di questo triangolo un
moto ascensionale sposta l'occhio dello spettatore verso
l'altro, tramite la figura di Giuseppe, fino alla luce divina
che spiove dall'alto. Un pavone, appolaiato a destra,
simboleggia l'immortalità, poiché fin dall'antichità le sue
carni erano ritenute immarcescibili.
• Il nuovo schema introdotto da Botticelli venne ripreso abbastanza
fedelmente da Filippino Lippi (Adorazione dei Magi degli Uffizi) e
da Leonardo da Vinci (un'altra Adorazione sempre agli Uffizi).
• Al centro, in posizione ingegnosamente rialzata, si trova la
capanna diroccata della natività, composta da una roccia, un tetto
ligneo retto da alcuni tronchi issati e da una parete a angolo in
rovina, richiamo all'antichità perduta ribadito anche dagli edifici
crollati a sinistra. La Vergine col Bambino, vegliata da dietro da
san Giuseppe, viene a trovarsi al vertice di un triangolo ideale a
cui mirano le linee prospettiche delle quinte laterali e lo scalare
dei personaggi disposti. Dal vertice di questo triangolo un moto
ascensionale sposta l'occhio dello spettatore verso l'altro, tramite
la figura di Giuseppe, fino alla luce divina che spiove dall'alto. Un
pavone, appolaiato a destra, simboleggia l'immortalità, poiché fin
dall'antichità le sue carni erano ritenute immarcescibili.
• I tre Magi, che come al
solito rappresentano le tre
età dell'uomo (gioventù,
maturità e anzianità) si
trovano in posizione
centrale. Quello più
anziano è inginocchiato in
adorazione del Bambino
ed ha già deposto il suo
dono ai piedi della Vergine,
mentre il secondo e il terzo
attendono il loro turno
davanti, di spalle, con i loro
preziosi doni ancora in
mano, mentre le corone
sono già state deposte
(una si vede davanti a
quello vestito di bianco).
mantell
d'ermel
loro pos
Vergine
dinastic
infatti si
Lorenzo
Piero, co
bianca e
cappello
contralt
in posizi
fratello
perì poc
Congiur
col vesti
rosso bo
un'espre
• In queste tre figure sono ritratti
rispettivamente
Cosimo de' Medici e i suoi figli
Piero il Gottoso (col mantello
rosso foderato d'ermellino) e
Giovanni. La loro posizione
davanti alla Vergine è
rigidamente dinastica. Dietro di
loro infatti si trova
Lorenzo de' Medici, figlio di
Piero, con una lunga veste
bianca e una berretta come
cappello, a cui fa da contraltare,
sul lato opposto in posizione
simmetrica, suo fratello minore
Giuliano (che perì pochi anni
dopo nella Congiura dei Pazzi),
ritratto col vestito corto nero e
rosso bordato d'oro in
un'espressione pensosa.
• Trattandosi di una rappresentazione
di discendenza, poco importa che già
i tre personaggi che formano i Magi
fossero morti almeno al 1473, né è
rilevante la mancanza di somiglianza
degli effigiati, molto più idealizzati
nella solennità dell'episodio. La
mancanza di somiglianza ha generato
anche dispute identificative: alcuni ad
esempio indicano l'uomo in primo
piano a sinistra, con la veste bianca
corta, come Lorenzo o Giuliano;
quest'ultimo sarebbe riportato in un
disegno preparatorio conservato oggi
al museo di Lilla, dove il giovane è
raffigurato con la spada e vicino ad
un cavallo in ricordo della giostra da
lui vinta nel 1475. Il dipinto
costituisce quindi un'eccezionale
giustificazione, sia in termini filosofici
che religiosi, del principato mediceo
a Firenze.
• Autoritratto di Botticelli
• Il committente si trova in posizione defilata nel gruppo di destra, vestito
di azzurro con capelli bianchi corti. All'estrema destra il giovane in primo
piano che guarda verso lo spettatore, con un ampio mantello arancione,
sarebbe un autoritratto dello stesso Botticelli. Accanto al cavaliere di
sinistra si troverebbero Agnolo Poliziano, che gli cinge le spalle
amichevolmente, e Giovanni Pico della Mirandola, che indica il gruppo
sacro; il giovane in secondo piano a sinistra che guarda verso lo
spettatore sarebbe un famigliare di Gaspare del Lama, mentre nel gruppo
di destra si troverebbero alcuni alleati di casa Medici: Filippo Strozzi,
Lorenzo Tornabuoni (col cappello con la piuma) e, con il volto barbuto,
Giovanni Argiropulo, il letterato greco venuto da Costantinopoli.
• Il segno è sciolto e vigoroso, dimostrando la raggiunta maturità dei mezzi
espressivi dell'artista, il tono dei personaggi è fiero e al tempo stesso
malinconico, che dà all'insieme l'aspetto di meditazione fiabesca tipica
della sua migliore produzione. L'ambientazione è caratterizzata dai toni
atmosferici: la luce dorata del crepuscolo, che lega tra loro i vari elementi,
riesce a dare l'impressione della circolazione dell'aria.
Novità compositiva

Adorazione dei
Magi, 1475.
Uffizi
Nascita di Venere, 1483-85

Il bello ideale
• L’Iconografia della
Venere richiama
quella dell’ellenistica
Venere pudìca, della
quale i Medici
avevano una copia di
età romana.
• La Fama di
quest’opera è
paragonabile a
• quella di dipinti come
il Cenacolo e la
Gioconda di Leonardo
tanto che è stata più
• volte reinterpretata
dagli artisti del ‘900
• L’inconfondibile espressione malinconica
• sul volto della dea è quella che caratterizza tutte le figure femminili di
Botticelli: rappresentata come la Venere pudìca classica è l’incarnazione
dell’humanitas, cioè degli aspetti spirituali e razionali dell’animo, e
dell’amore sublime, nonché simbolo della purezza dell’anima
• Concentrato sull’intento allegorico e filosofico e sul raggiungimento di una
for-ma raffinata e astratta che lo manifestasse, Botticelli infatti non si
interessò mai veramente alla resa spaziale in senso prospettico e al
volume delle figure, che per questo ci appaiono evanescentie quasi
“ritagliate” su un fondale bidimensionale.
• Botticelli riesce a ren-dere la sostanza corporea con un minimo di materia,
alleggerendo gli elementi plastici e giungendo alla massima purezza di
forme senza smaterializzarle del tutto
Flora
Argomento mitologico
Madonne
La Primavera , 1478. Uffizi
• Zefiro Entra in scena volando, con
le guance gonfie per soffiare.
Raggiunge la ninfa Clori che sta
fuggendo. L’incontro dei due
personaggi, secondo il racconto che
fa Ovidio nei Fasti, provoca il
germogliare dei fiorid alla bocca di
Clori. La loro unione porta alla
trasfomazione della fanciulla in
Flora, dea della giovinezza e della
fioritura, patrona dei lavori agricoli
e della fertilità femminile. Flora è la
donna rappresentata poco più a
destra, con il vestito bianco a fiori e
piena di Ghirlande mentre spande
rose nel giardino.
• La Primavera di Sandro Botticelli
• oltre ad essere un’opera in cui lo stile dell’artista raggiunge un
• altissimo livello qualitativo, è uno dei capolavori più celebri del
Rinascimento italianod è conservata a Firenze, alla Galleria degliUffizi.
• Realizzata verso il 1478per l’amico e protettore dell’artista, Lorenzo di
Pier Francesco de’ Medici il cugino d‘Magnifico’-questa tavola
sembra che fosse destinata allasua villa di Castello.
• Il pittore presenta una grande allegoriaispirata a diverse fonti
letterari, sia classiche, come ad esempio il De rerum Natura di
Lucrezio e le Metamorfosi di Ovidio (entrambe del I sec. a. C.) sia
contemporanee come il poema delle Stanze per la giostra, scritto da
Angelo Poliziano, in occasione di un torneo avvenuto nel 1475, vinto
da Giuliano de’ Medici.
• La Vegetazione è molto rigogliosa e dipinta con diverse
tonalità di
• Verdi molto intensi. Lo spazio è circondato da un aranceto, le
cui piante presentano insieme sia fiori che frutti. Al centro del
boschetto di aranci si apre con una perfetta forma di un arco,
uno spazio, in cui si riconosce la pianta del mirto, sacra a
Venere
• L uogo perfetto rappresenterebbe Cipro la mitica isola in cui,
secondo gli antichi si trovava il giardino di Venere. Piante,
colori e ambiente sono scelti da Botticelli in virtù di particolari
significatiche rinviano alla filosofia neoplatonica e alle
riflessioni di Marsilio Ficino.
• La Primavera di Botticelli è stata analizzata a lungo da parecchi studiosi per ricavarne i significati e
sono emerse diverse ipotesi, le più plausibili sono quelle che evidenziano i legami con la filosofia
neoplatonica. La Primavera si pone come rappresentazione della ciclicità universale della natura e
come tempo perfetto di pace e serenità. Il clima mite della stagione e il risvegliarsi della natura in
un germogliare e fiorire continuo, mostrano da un lato il concetto di "natura bella e amica
dell'uomo", dall'altro il richiamo all'attenzione, alla difesa e conservazione (Mercurio armato che è
a guardia del sacro bosco e scaccia le nuvole) di tale luogo-tempo di pace e bellezza.

Collegato a questo è anche il rapporto Primavera-giovinezza, evidenziato dagli stessi personaggi e


dalla presenza delle tre Grazie. La giovinezza a cui si allude non è solo quella, più ovvia, dell'età
giovanile, ma è una giovinezza di spirito, che per essere mantenuta va nutrita di Natura (il giardino
pieno di fiori), Grazia e Virtù (Tre Grazie), uso della Ragione (Mercurio, simbolo della ragione e del
buon consiglio), Amore (Cupido) e Bellezza (Venere). La valenza allegorica dei singoli personaggi è
evidenziata anche dal loro isolamento l'uno dall'altro come se si trattasse di tanti concetti allineati
ordinatamente nella composizione.

Zefiro fecondatore si unisce a Clori e denota la Primavera come simbolo delle capacità generative
della natura. La Natura che offre insieme fiori e frutti (aranceto), la presenza di Cupido, il gonfiore
dei ventri delle donne e Venere al centro, introducono il collegamento tra natura ed erotismo.
Ma accanto a questo esiste anche un significato religioso: nella Genesi il vento è inteso come
materializzazione dello spirito di Dio nella creazione del Mondo, ed è l'alito vitale che Dio
trasmette a tutti gli esseri viventi. Nella versione greca del Nuovo testamento inoltre il vento
equivale anche all'anima dell'uomo, creatura simile a Dio. Soffiando nelle narici dell'uomo Dio dà
vita a una creatura speciale, superiore a tutte le altre e quindi, secondo i neoplatonici, anch'essa
"creativa" cioè in grado di creare mediante le attività artistiche. La fecondità fisica viene quindi
paragonata alla fecondità intellettiva.
• La posizione dominante della Venere sottolinea l'importanza e la
centralità di questa figura che, al di là dell'ascendenza puramente
classica, rappresenta il tema rinascimentale dell'Humanitas,
fondamentale nelle teorie di Marsilio Ficino, principale ideatore del
Neoplatonismo. Secondo questa accezione, l'Humanitas, è
l'insieme delle attività spirituali dell'uomo, e nel quadro sta al
centro, con la mano levata, come a dirigere tutto ciò che accade e
ad indicare le tre Grazie.
• Queste, per i rinascimentali neoplatonici rappresentano le Arti (le
attività dello spirito) e verso di loro scaglia la freccia anche Cupido,
che rappresenta l'amore per queste attività.
Il riferimento alle arti è piuttosto chiaro, la pittura è ovviamente
presente, l'architettura è indicata dalla presenza dell'arco al centro,
la scultura dalle figure scultoree, la musica, la danza e il canto dagli
atteggiamenti e movenze dei personaggi oltre che dalla linea di
contorno: mobilissima e "musicale", e dai colori: note chiare e
luminose su fondo scuro, associate come una melodia armonica.

Questi tre livelli di significato: chiave naturalistica (primavera come
risveglio della natura), chiave erotica (primavera come manifestazione dei
sensi) e chiave estetica (primavera come simbolo delle capacità creative-
artistiche) sono tutti intrecciati fra loro.
• Secondo Ficino vivere nella bellezza è un modo per superare la
dimensione terrena e viene proposto come raffinato stile di vita. Venere
è quindi un simbolo di bellezza come elevazione spirituale attraverso
l'arte e la conoscenza.

Accanto a questi sono stati evidenziati anche altri significati ricollegabili


all'ambito neoplatonico.
La descrizione dettagliata e la precisione scientifica con cui Botticelli
dipinge le numerose piante ed erbe del giardino di Venere equivale a una
sorta di enciclopedia botanica o erbario. Inoltre si tratta di piante
accuratamente scelte per le loro virtù salutari, e associate a colori,
profumi, metalli, pietre e benefici influssi astrali che appartengono a quella
"magia naturale" sulla quale Marsilio Ficino concentrava i suoi studi.
• Un ulteriore riferimento all'alchimia è rappresentato dalla
presenza di Mercurio e dal suo caduceo, che ne è un simbolo.
I colori freddi, specie il verde e l'azzurro sono visti dai
neoplatonici come colori dalle virtù positive, specie se
associati all'oro, che qui è presente in sottili linee dipinte da
Botticelli.
L'opera di Botticelli viene quindi vista da alcuni studiosi come
un grande talismano, dedicato al giovane Lorenzo di
Pierfrancesco de' Medici, al quale Marsilio Ficino dedica una
lettera nel 1477, probabilmente accompagnata al dipinto,
augurandogli di trovare nella devozione a Venere-Humanitas
Temi ispirati alla devozione mistica e alle
prediche apocalittiche del savonarola:
Allegoria della Calunnia (Uffizi)
Le due Pietà di Monaco e di Milano
Natività mistica di Londra, 1501

La fuga nel misticismo e


il rifiuto delle regole
rinascimentali
Interpretaione del sog rel. Tesa e drammatica. Descrizione di un dipinto antico di apelle
pittore greco, descritto da luciano e plinio il vecchio e ripreso da leo battista alberti
Rimorso guarda la verita
immobile e muta
Ignoranza e
sospetto alle
orecchie di mida
sussurrano falsità
e dubbio.
Re mida giudice
cattivo protende la
mano verso livore
Innocensza trascinato per i capelli da invidia e frode . Corteo della calunnia
Il tardo 400:
Ghirlandaio e Filippino Lippi
Il Ghirlandaio, Domenico Bigordi
(1449-94)

Firenze, affreschi della Cappella Sassetti,


chiesa di S.Trinità. Storie di San
Francesco. Conferma della regola
francescana, 1482-86

Firenze. Chiesa di Santa Maria Novella, Affreschi del


coro con Storie della Vergine e di San Giovanni
Battista, 1486-90
Il Ghirlandaio, Domenico Bigordi
(1449-94)

Il gusto della narrazione immediata


Cura documentaristica con cui
ritrae personaggi contemporanei
e vedute reali della città. Inventa
un nuovo genere definito poi
soggetto storico-moderno
Filippino Lippi (1457-1504)

Completa gli Affreschi della


Cappella Brancacci di Masaccio.
Un brillante allievo di Botticelli

Filippino Lippi.
Apparizione della
Vergine a San Bernardo,
1484-85. Firenze, Chiesa
di Badia
LA PITTURA VISIONARIA
DEGLI ULTIMI TEMPI
Storie di san Filippo e san Giovanni, San Filippo
scaccia il mostro dal tempio, 1487-1503
Lippi filippino.
Firenze.
Cappella
Strozzi. Santa
Maria Novella
Filippino Lippi
Si interessa alla Notazione
ritrattistica e alla cronaca
Apparizione della
Vergine a
S.Bernardo,
Si serve del cromatismo 1484-85Firenze,
fiammingo per originali Badia.
composizioni
scenografiche e
fantastiche che sembrano
anticipare l’arte dei primi
manieristi Affreschi
Cappella Strozzi in Santa
Maria Novella. Storie di
San Filippo e San Giovanni
Evangelista.
Luca Signorelli e la crisi del modello
umanistico
Disegno lineare e ispirazione classica
Esperienza cromatica e naturalistica dei fiamminghi

Piero di Cosimo
(1462-1521)

Ritratti e dipinti di soggetto


mitologico antico.
L’umanità primitiva
Morte di Procri
Storie di Prometeo
Luca Signorelli (1445-1523)
allievo e collaboratore di Piero
della Francesca

Ampie costruzioni volumetriche e geometriche


di Piero
Netta definizione dei contorni e dinamismo del
Pollaiolo

Duomo di Orvieto, Cappella di S.Brizio, Giudizio Finale


Predicazione dell’Anticristo
Resurrezione della carne
(1499-1504).
Flagellazione, 1480.
Milano, Brera
Luca Signorelli,
Educazione di Pan,
1490-92, distrutta
Carlo Crivelli (1430-1500)
Formatosi alla scuola dello Squarcione

Madonna con Bambino (New York, Metropolitan Museum)


Madonna di Ancona e di Bergamo (Accademia di carrara)
Madonna della Candeletta (Milano, Brera)
Il sud e le città padane

Nuove interpretazioni dell’arte rinascimentale


Colantonio,
esponente di maggior
rilievo della pittura
napoletana
Attivo a Napoli fra il
1440 e 1470
Maestro di Antonello da
Messina
Colantonio, San Girolamo nello studio (Napoli, Capodimonte)

Antonello da Messina, S.Girolamo nello studio,


1474
Antonello da Messina: realismo fiammingo
e astrazione prospettica
Carpaccio, Colantonio, Antonello
Ritratto d’uomo, 1465-
Ritratto Trivulzio, 1476.
70. Cefalù, Museo
Torino, Museo Civico
Mandralisca
Crocifissione, 1475.
Anversa
Vergine annunciata,
1476. Palermo,
Pala di San Cassiano,
1475-76. Vienna
Antonello da Messina (1430-1479)

Mantegna San Sebastiano, 1476. Dresda


Antonello da Messina: realismo
fiammingo e astrazione prospettica
Mantegna (Padova 1431-Mantova 1506)

Si forma nella bottega dello Squarcione


Come l’Alberti e Piero della Francesca, il Mantegna incarna il
tipo umanistico dell’artista dotto.
Nei suoi dipinti evoca l’antichità classica attraverso una
scrupolosa esattezza delle immagini.

Trionfi di Cesare
Esordio padovano di Andrea Mantegna

Storie di San Giacomo davanti


a Erode, 1451. Padova, Chiesa
degli Eremitani. Cappella
Ovetari
Padova, Chiesa degli Eremitani, Cappella
Ovetari.
Storie di San Cristoforo
Martirio di San Giacomo
Mantegna, Orazione nell’orto
1459. Londra
Giovanni Bellini,
1465,69
Pala di San
Zeno,1457-60
Verona, San
Zeno
San Zeno 1457-60
Mantegna alla corte dei Gonzaga
1460-64, Museo del
Prado
all'elezione al soglio cardinalizio del figlio del
marchese Ludovico, Francesco Gonzaga, avvenuta il
1º gennaio 1462: la scena della Corte
rappresenterebbe quindi il marchese che ne riceve la
notizia e quella dell'Incontro mostrerebbe padre e
figlio che si trovano nel felice evento. La figura
Il tema generale è una matura e corpulenta di Francesco tuttavia non è
celebrazione politico- coerente con la sua età nel 1461, di circa 17 anni,
dinastica dell'intera famiglia testimoniata invece da un suo presunto ritratto
Gonzaga, con l'occasione conservato oggi a Napoli. Si è pensato quindi che gli
dell'elezione a cardinale di affreschi celebrino la venuta di Sua Eminenza a
Francesco Gonzaga. Mantova nell'agosto 1472, quando si apprestò a
ricevere il titolo di Sant'Andre
Francesco Gonzaga era il
figlio secondogenito del
marchese di Mantova
Ludovico III Gonzaga, eletto
• F cardinale a sedici anni da
Pio II poco dopo il
Concilio di Mantova.
MANTOVA. CASTELLO DI SAN GIORGIO. CAMERA DEGLI SPOSI, 1465-74
Palazzo Ducale di Mantova, Camera degli Sposi
Ludovico gonzaga
Milano, Brera,
Cristo Morto,
1490c.
• Il Cristo morto (noto anche come Lamento sul Cristo
morto[1] o Cristo morto e tre dolenti[2]) è uno dei più
celebri dipinti di Andrea Mantegna, tempera su tela
(68x81 cm), databile con incertezza tra il 1475-1478
circa[3] e conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano.
L'opera è celeberrima per il vertiginoso scorcio
prospettico della figura del Cristo disteso, che ha la
particolarità di "seguire" lo spettatore che ne fissi i piedi
scorrendo davanti al quadro stesso[4].
• Considerata uno dei vertici della produzione di
Mantegna, l'opera ha una forza espressiva e al tempo
stesso una compostezza severa che ne fanno uno dei
simboli più noti del Rinascimento italiano [5]
Pala di San Luca 1453
Giovanni Bellini, Presentazione al Tempio,
Mantegna, Presentazione al
tempio, 1460
Predella, Trittico di San Zeno57-59
Cosimo de Medici

Francesco Gonzaga
San Sebastiano, 1480
Tele del Parnaso e del Trionfo della
Virtù (Louvre)
Ferrara e la corte Estense

Cosmè Tura
Francesco del Cossa
Ercole de Roberti
Cosmè Tura (1430-99)
Allievo dello Squarcione, fondatore della scuola pittorica ferrarese
Esponenti della scuola:

• Francesco del Cossa,


•Ercole de’ Roberti
•Lorenzo Costa
Una figurazione aspra e innaturale

Lunetta con Pietà


Cosmè Tura. Polittico
Roverella, 1470-74
Cosmè Tura

Affreschi di Schifanoia
La Primavera o Venere in
trono, 1460. Londra
La Pietà
Polittico Roverella
Ferrara. Il Ciclo dei Mesi di Palazzo
Schifanoia
Francesco del Cossa, Mese di Marzo

Ercole dè Roberti, Fucina di Vulcano e


Trionfo della Lussuria, Mese di Settembre,
1467-70
Ercole de Roberti. Polittico
Griffoni, 1473. Roma
Pinacoteca Vaticana.
Predella con Miracoli di San
Vincenzo Ferrer,
Guarigione di Teodora Suarez
Francesco del Cossa. Polittico
Griffoni, 1473. tavola laterale
con San Giovanni Battista.
Milano Brera
Vincenzo Foppa: alle radici del realismo
lombardo

Crocifissione,
1456. Bergamo
San Gerolamo, 1460.
Bergamo, Accad
Carrara
Adorazione dei Magi, 1490c. Londra
Vincenzo Fopèpa. Milano, affreschi
chiesa di Sant’Eustorgio, Cappella
Portinari, 1462-68
Affresco dalla chiesa di Santa
Maria di Brera, 1485 con
Madonna con Bambino tra i SS
Giovanni Battista e Giovanni
Evangelista. Pinacoteca di
Brera
Venezia e i suoi artisti
L’architettura veneziana
tra tardo gotico e Rinascimento
Antonio Rizzo

Mauro Codussi
Giovanni Bellini.
La nascita di una nuova pittura
Giovanni Bellini (1426-1513), il Giambellino
Il maggior innovatore del linguaggio figurativo del suo tempo
La Pietà, 1460. Milano, Pinacoteca di Brera
Mantegna e Bellini
Giovanni Bellini
Polittico di San Vincenzo Ferrer, 1464-68.
Venezia. Basilica dei SS.Giovanni e Paolo
Pala di
Pesaro,
Incoronazio
ne della
Vergine,
1470-73.
Pesaro,
Museo
Civico
Pala Pesaro
1471-74
San vincenzo
Ferreri 1464-68
L’ULTIMO BELLINI Trittico de Frari
1488
Sacra conversazione, 1505. Venezia,
Chiesa di San Zaccaria
Pala di San Giobbe, 1487-89.
Venezia, Gallerie dell’Accademia
Sacra allegoria, 1487-88. Firenze,
Uffizi
Madonna tra le Sante
Caterina e Maddalena,
1490. Venezia,
Gall.dell’Accademia
Festino
degli dei,
1514.
Washington
Pala di San Giobbe, 1487-89. Venezia, Gallerie
dell’Accademia

Trittico dei Frari,


1488. venezia.
Chiesa di Santa
Maria dei Frari
Vittore Carpaccio

Trionfo di San
Giorgio, 1502-
7.Venezia. Scuola di
San Giorgio degli
Schiavoni
Arrivo degli
ambasciatori inglesi
presso il re di
Bretagna, 1490-95
Visione di Sant’Agostino, 1502.
Venezia , scuola di San Giorgio
Sogno di Sant’Orsola,
1495. Venezia, Gallerie
dell’Accademia

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