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rispetto al lavoro ed a tutte le attività che ricadano nella categoria del dovere.

I lati repressi
degli uno sono la sessualità e la rabbia; questi impulsi, puniti nell’infanzia, hanno abituato
questi stessi a non provare emozioni negative.
La storia familiare particolare di questo tipo è basata sulla disciplina e sull’essere stati
vittima di dure critiche. La voce genitoriale severa è stata interiorizzata, per cui essa è
divenuta parte costitutiva della personalità degli uno. Il perfezionista è stato generalmente
punito per quello che non andava bene, ma raramente premiato per ciò che era ben fatto; il
premio era, l’essere buoni! Interiorizzando tale sguardo critico ha sempre tenuto sotto stretto
controllo sentimenti e comportamenti per evitare errori o per annullare anticipatamente le
critiche.
In un simile contesto le emozioni, sia positive sia negative, diventano pericolose poiché
scatenano azioni impulsive e non corrette e quindi devono essere represse. Tutto ciò porta a
dare una connotazione negativa a qualsiasi emozione, che conseguentemente ne giustifica
la soppressione.
Così facendo per ogni “fallimento” collezionato, il codice di regole aumenta trascurando se
stessi, riducendo le loro priorità e omettendo le loro intuizioni, e concentrando l’attenzione
solo su ciò che li rendeva sicuri, cioè giusto o sbagliato.
L’ira è l’emozione principale di questo tipo, anche se non è consapevole di provarla, ma
viene ugualmente percepita dalle altre persone. Questa rabbia non riconosciuta già durante
l’infanzia, viene ulteriormente repressa e reindirizzata nei propri confronti, consolidando
ulteriormente la tendenza a censurarsi e ad dimenticarsi di se stessi.
L’ira può essere repressa per anni ma quando viene liberata può esplodere in modo
deflagrante, con tutta la violenza del risentimento accumulato, e spesso viene mal
indirizzata; è come un fiume in piena che devasta tutto ciò che trova sul suo percorso.
Il risentimento è la forma razionalizzata dell’ira, infatti viene più spesso riconosciuta
dall’individuo. La rabbia, sentimento inammissibile, viene tramutata in pensieri accettabili
secondo un meccanismo che dalla frustrazione passa all’insofferenza e giunge al rancore.
Tali sentimenti, associati ad una collera legittima che questi tipi talvolta esprimono, sono
giustificati in quanto “provocati” da circostanze esterne.
Il cambiamento può avvenire se la scissione tra il dover essere e le reali esigenze viene a
mancare, per cui i bisogni iniziano ad essere soddisfatti. Inoltre, l’autocritica che è costante
va a scemare, in quanto il punto di vista non è più rigidamente posizionato sul solo modo
giusto di vedere la vita, ma flessibile alle esigenze del momento.

Corso Open-Psy – Alberto Angoscini - Cinzia Fronda – cfr onda@ humantr ainer .com - Copyleft 2003

In collaborazione con www.humantrainer.com il sito per i Professionisti della Psicologia 3

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