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LA COPPIA della Sorrentino 06/09/2019

Come si forma la coppia? In base a quali premesse inconsce?


La coppia si forma solitamente dall'incontro di una matrice evitante (polarizzata verso l'autonoma) e
una matrice ambivalente (polarizzata verso la dipendenza) perché ciascuno scambia con l'altro la
matrice che gli manca. 

"Noi scegliamo il partner sulla base delle nostre parti mancanti della nostra matrice allevativa"

La maggior parte dei conflitti origina da questa matrice antica degli attaccamenti. Visione
complementare che permette di stare insieme e visione differente che fa litigare. Una coppia che
funziona e' in grado di mediare i due aspetti perché entrambi i partner capiscono che una polarità
non è meglio dell'altra, costruiscono un equilibrio perché comprendono l'altro, non sottomettendolo
o dominandolo, quando le parti mancanti non sono esagerate.

Il sicuro riguadagnato e ad esempio una mamma ansiosa ambivalente che però attraverso la
ricognizione dopo un primo momento di ansia tranquillizza il bambino.

Sono le circostanze, gli eventi di vita, le risorse e i limiti a determinare gli esiti di sviluppo a partire
dell'attaccamento. Un bambino autonomo può cadere e tagliarsi e quindi rimanere traumatizzato:
questo evento imprevisto e la sua reazione determinerà il suo sviluppo successivo. 

Tutto ciò che è risorsa ha anche un limite (ad esempio la bellezza, la sensibilità, c'è sempre l'altro
lato della medaglia). 

Una coppia che funziona ha la capacità di comprender l'altro e costruire con lui un'alleanza fondata
sulle risorse e sulle circostanze. Una coppia coniugale che funziona poi non è detto che funziona
quando c'è un figlio perché ad esempio una donna può iniziare a non apprezzare più l'incapacità
relazionale del marito nel rapportarsi con il figlio. Lavorare sulla genitorialita e non sulla coppia
quando ci sono i figli perché se si aggiusta la genitorialita si aggiusta anche la coppia. 
I bisogni insoddisfatti possono intensificarsi nel momento in cui arriva un figlio perché tocca corde
più profonde rispetto al rapporto di coppia. La genitorialita è più connessa alla soggettività, li esce
come siamo stati educati.

Ogni risorsa e anche un limite e ogni limite e anche una risorsa

L'autostima e' lo specchio, il riconoscimento, la valorizzazione del mio vissuto.

Si intrecciano, all'interno della persona:


Attaccamento
Risorse e limiti
Esperienze di vita
E noi dobbiamo considerarli per comprenderla.

Quello che sembra innamorato ha una matrice ambivalente e l'altro che sembra strumentalizzare la
relazione ha una matrice evitante. Tutto ciò dipende sempre dall'attaccamento! La dimensione di
coinvolgimento è diversa perché uno ha bisogno dell'altro anche se non vorrebbe mentre l'altro si
protegge e cerca di non coinvolgersi troppo. 

Quando uno dei due ha un attaccamento disorganizzato oscilla tra le due polarità e bisogna capire
come mai l'altro che ha una matrice o evitante o ambivalente ci rimane? Il bisogno dell'altro è così
grande che si fa andar bene questa altalenanza? Solitamente dopo pochi mesi l'altro lascia.. oppure
anche lui ha un attaccamento disorganizzato e si trova complementare nell'altalenanza.

La terapia è metterci una pezza su ciò che manca, tu sai ciò che manca e quindi provi a dare questa
parte mancante al paziente o a fargliela dare da qualcun altro. La terapia è fare e fare accadere
accadere ciò che è mancato perché il passato non si può cambiare... La terapia è un'esperienza
riparativa (ad esempio se uno si è sempre colpevolizzato, bisogna cercare di non addossargli la
colpa o uno non crede in se, aiutarlo a fargli vedere i suoi successi).

Il tipo di conflitto presente nella coppia ricade sulla genitorialita ed è qui che avviene l'innesco della
sintomatologia del bambino.

Nella terapia di coppia (protocollo Ghezzi) si fanno raccontare le proprie sofferenze a ciascuno in
individuale per poi riportarle all'interno della coppia in modo che il racconto delle proprie
sofferenze sia comprensibile per l'altro e quindi l'altro lo comprende: si comprende sia se stessi che
l'altro grazie al racconto della propria storia. Quando si mettono a fuoco certi aspetti (es: l'ultimo di
10 fratelli, l'incompresa) aumenta la benevolenza e la comprensione verso i propri genitori.

Descrizione delle immagini mnestiche di tipo frustrante che il pz ha nella testa. Il pz ha una gestalt
che lo continua a influenzare, ha una memoria episodica. Bisogna quindi sempre chiedere un
esempio al paziente per lavorare sempre sullo specifico perché altrimenti se si propone una lettura
metacognitiva ma è generica, non lo aiuterà, quindi quando faccio una restituzione usare sempre
l'esempio e gli episodi riportati dal paziente per validare ciò che dico (non solo immagini buone o
cattive del partner o del genitore. "E' anche sensibile" e supporti la frase con l'episodio in cui il
genitore una volta ha pianto)

Ascolto guidato cioè chiedere, fare domande di senso, sul pezzo, prudenti, perché noi dobbiamo
conoscere il pz e mentre chiediamo aiutiamo anche lui a chiarirsi. Fare domande per aumentare la
conoscenza e arrivare dove vogliamo arrivare e poi restituirgli una lettura. 

"I sintomi sono forme mascherate inconsapevoli con cui si ricerca una ricompensa di ciò che non
abbiamo."

Bisogna sempre chiedersi il motivo che sta dietro ad un comportamento, ad esempio un bambino
che manifesta il sintomo perché il bisogno di affetto da parte della mamma è insoddisfatto e lei
preferisce la sorellina piccola. La madre infatti ha due fratelli che l'hanno sempre prevaricata e
quindi ha difficoltà nella relazione con il figlio. Il padre lo porta una volta allo stadio perché è ciò
che ha sempre ricevuto da suo padre però il figlio non è arrabbiato con lui perché vede che le
lenzuola non le cambia mentre la mamma si e quindi pretende di più da lei perché vede che si
prende cura e anche di più della sorella, percepisce l'inequità che con il padre non c'è perché quel
poco che sa dare gli e lo da.

E' diverso se la madre cambia il lenzuolo se lo fa per il bambino, perche manifesta un aspetto di se
ossessivo ecc, se proietta il suo vissuto che deriva dalla famiglia di origine... I dettagli e le
motivazioni sono importanti. 

"Se domani ti svegliassi e fossi la mamma cosa faresti per il papà?"

Spesso quando c'è il lutto di un figlio disabile, i genitori stanno malissimo e hanno bisogno di anti
depressivi perché ne traevano un vantaggio secondario (affetto, comprensione ecc) anche se ci
verrebbe da dire che dovrebbe essere sollevata.

La matrice ansioso ambivalente è meno esplorativa, ha bisogno di più controllo mentre la matrice
evitante è più esplorativa. 

Prescrizione: vada a mangiare un gelato con la sua amica come prescrizione per renderla più
autonoma e poi mi dice cosa succede, di modo da rendere evidente che non c'è alcuna conseguenza
pericolosa. 

Se c'è un bambino bisogna lavorare sulla relazione genitoriale poiché essa chiama in causa la
dimensione scismogenetica mentre la relazione di coppia attiva una dinamica simmetrica.

Il bambino paziente ci dice sempre delle cose sui genitori (ad esempio può emulare il padre che
chiede le stesse cosa alla moglie senza averle). Il bambino del caso aveva due aspetti che abitavano
anche nei suoi genitori: un aspetto spaventato (cerca la mamma) e l'altro aspetto cattivo/reattivo.

“Ogni persona è come se sposasse sua madre perchè sposa la speranza della ricompensa”

E' il venirsi incontro nel soddisfacimento dei reciproci bisogni il segreto di una coppia normale. I
propri bisogni possono esserci ma non devono essere eccessive aspettative di risarcimento.

Quando nasce un terzo bisognerebbe mettere da parte i propri bisogni per i figli.

Cosa spinge un partner a rimanere con un disorganizzato? O una delle due parti risulta molto
importante per lui oppure è anche lui disorganizzato.

Perchè secondo lei sua madre faceva così? @pz


Se i pazienti non si ricordano bisogna aiutarli ricostruendo la loro storia con foto o allargamenti

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