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Sommario
Capitolo 1 – Cosa è l’autostima?
2.2 – L’ansia
2.3 – Le fobie
3.3.1 – Seguire dei modelli e rivivere la propria storia nella vita degli
altri
2.1 – Lo stress
È comunque errato pensare allo stress come una vera e propria patologia,
ma allo stesso tempo non è corretto sottovalutare questa condizione fisica,
che può arrecare molti svantaggi ad un individuo. Un essere umano
stressato è decisamente più vulnerabile e la sua autostima è debole e
lacunosa.
Per riconoscere una situazione di stress è necessario individuare alcuni
sintomi, che accomunano i soggetti affetti da questo disturbo. In linea
generale un soggetto stressato appare come disorientato, mostra un disagio
più o meno evidente a seconda dei casi e, nelle situazioni più gravi, è
possibile notare un disturbo mentale vero e proprio, che può persino
provocare casi di schizofrenia. I sintomi sono visibili solamente dopo che il
livello di stress ha superato la cosiddetta soglia di vulnerabilità, che viene
determinata sulla base di valori standard.
Nel caso in cui il disturbo da stress si protrae per un periodo di tempo
piuttosto lungo, il soggetto può sviluppare il cosiddetto disturbo post
traumatico da stress, o comunque un qualsiasi altro genere di disturbo a
esso correlato. In questi casi il soggetto può rivivere il trauma causato dallo
stress durante il sonno, sviluppando persino stati depressivi e timori
preventivi nei confronti di qualsiasi elemento legato al trauma.
2.2 – L’ansia
Come detto, l’ansia non è altro che un vero e proprio allarme che si attiva
dinanzi ad un pericolo, che induce all’attacco oppure alla fuga: infatti il
corpo umano per fronteggiare il pericolo incrementa automaticamente il
battito cardiaco e il ritmo respiratorio; contemporaneamente il sangue
fluisce verso i muscoli, che ottengono l’energia giusta per attivarsi
nell’immediato; infine il sistema centrale nervoso aumenta il livello di
attenzione e prepara la mente all’azione. Tutto questo consente di tutelare la
propria incolumità e tende addirittura alla sopravvivenza, ma comporta un
dispendio di energie ingente. L’ansia inoltre non consente di mantenere un
comportamento assertivo, in quanto il soggetto perde di vista la ragione e
l’equilibrio.
I sintomi sono tra i più vari e passano dai tremori alla tachicardia, dalla
nausea alla sudorazione, dalle vertigini alla sensazione di soffocamento, dal
nervosismo all’irrequietezza. Questi sintomi possono presentarsi
singolarmente o meno, e nen caso di una situazione generica ossessiva si
può parlare di ansia generalizzata.
Se l’ansia non viene monitorata o viene comunque sottovalutata può portare
nel medio termine a conseguenze ancora peggiori, scatenando veri e propri
attacchi di panico. In questo caso il soggetto disturbato perde
completamente il controllo di sé, l’assertività lascia spazio alla pazzia e a
pensieri estremamente pessimistici, che non consentono di vedere una via di
fuga in una situazione apparentemente drammatica, ma che in realtà appare
abbastanza tranquilla. Gli attacchi di panico sono inoltre accompagnati da
un malessere generico molto intenso, che può portare persino allo
svenimento.
I sintomi che accompagnano un attacco di panico sono i medesimi previsti
per il disturbo di ansia, ma molto più repentini e violenti, tali da far
immaginare al soggetto di perdere completamente il controllo di sé. Man
mano che il tempo passa, la sensazione di panico svanisce, esaurendosi
definitivamente nel giro di qualche minuto.
Gli attacchi di panico possono essere trasmessi geneticamente, e quindi
erediti dai propri genitori o dai propri nonni. Inoltre un evento traumatico
vissuto in età infantile o in età adolescenziale può favorire la formazione di
disturbi da panico, specialmente se tale evento viene soppresso
interiormente dal soggetto per lunghi anni. Le esperienze infantili
traumatiche necessitano infatti di essere rivissute e affrontate con l’aiuto di
un terapeuta esperto: è infatti fondamentale che il soggetto riesca a sentirsi
prima rassicurato e poi incoraggiato, al fine di superare definitivamente il
trauma.
Talvolta gli attacchi di panico sono invece legati allo stile di vita effettuato,
considerando sia l’ambito lavorativo che quello familiare. In questo caso è
importante capire quali siano le cause che possono provocare l’ansia e,
nelle situazioni più gravi, il panico.
2.3 – Le fobie
Tutti gli esseri umani, chi più e chi meno, presentano nel proprio
subconscio un senso di rifiuto verso alcuni oggetti oppure verso alcune
situazioni. Nel momento in cui tali rifiuti diventano vere e proprie paure,
allora è possibile parlare di fobie. La fobia è appunto la manifestazione più
incontrollata di una paura interiore, che può essere definitiva come
primitiva, in quanto insita nella mente di un soggetto anche se non vi sono
stati degli eventi traumatici che l’hanno causata. Questa manifestazione può
essere accompagnata da tutte le altre problematiche precedentemente
elencate, ossia dallo stress, dall’ansia e dagli attacchi di panico.
Nel momento in cui si è consapevoli di essere portatori di una determinata
fobia, si tende naturalmente ad evitare sia l’oggetto che la situazione che
potrebbero provocarne la manifestazione. Se invece la situazione non
consente la fuga da quel determinato oggetto o evento, allora il soggetto
viene pervaso in maniera sempre maggiore da un senso di ansia e di panico.
L’insicurezza dettata dalla presenza di questa problematica incide
sicuramente sull’autostima, che diviene inevitabilmente fragile. Per questo
motivo è importante capire a fondo cosa comporta la presenza di una fobia
e come può essere combattuta, in modo tale da proseguire nella costruzione
della stima di sé stessi.
Capitolo 3 – Le dimensioni
dell’autostima
La società è inoltre in grado di fornire dei modelli di vita, degli idoli che
alcuni soggetti decidono di seguire, per raggiungere un benessere superiore
e un più alto grado di autostima. I soggetti ambiziosi, infatti, tentano di
ripercorrere le strade solcate da persone maggiormente autorevoli e famose,
in modo tale da avere sempre un idolo da seguire. Si tratta di una
metodologia molto utile che rientra pienamente all’interno della dimensione
societaria e che consente talvolta di velocizzare il proprio processo di
crescita. Inoltre seguire un modello migliora anche l’assertività, grazie alla
quale il soggetto riesce a godere di un equilibrio maggiore in tutti gli
ambiti. Generalmente un modello di questo tipo viene preso in
considerazione in ambito lavorativo, ma può capitare anche che l’idolo
venga scelto per il suo stile di vita, per il compimento di qualche gesto
significativo o semplicemente per le sue scelte. Non è inoltre detto che il
soggetto al quale si fa riferimento sia per forza di cose un personaggio noto,
ma potrebbe anche essere un semplice conoscente molto stimato.
Lo scopo di questo concetto è che un soggetto possa accrescere il proprio
ego, in maniera assertiva, in modo tale da riuscire a diventare egli stesso a
diventare un modello da seguire. Il benessere di una persona aumenta
incredibilmente nel momento in cui quest’ultima rivive la propria storia
nella vita degli altri. Questo aspetto per molti rappresenta l’apice
dell’autostima, il culmine di un percorso che ha condotto verso il successo.
È però fondamentale mantenere alto il livello raggiunto per potersi ritenere
realmente soddisfatti, senza cedere alle illusioni e senza sentirsi mai
arrivato al traguardo. Fermare il proprio percorso di crescita, infatti,
significherebbe rovinare quanto di buono costruito fino ad allora, e perdere
ogni traccia di assertività che era stata guadagnata con fatica e impegno
nell’arco della vita.
Dunque è fondamentale che venga mantenuto un certo equilibrio, che viene
rappresentato da un comportamento ambizioso nel caso in cui il soggetto
tende a seguire un modello e da un comportamento umile nel caso in cui lo
stesso sia consapevole che altri soggetti tentano di ripercorrere la strada da
egli stesso solcata.