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I disegni dei primi anni, copie di figure di maestri del passato, come Giotto e
Masaccio, rivelano nel giovane artista una straordinaria capacit� di orientarsi
criticamente ed individuare i punti fondamentali della tradizione artistica,
accogliendone l'eredit� e ponendosi come il pi� diretto continuatore. Nei giardini
di San Marco ha eseguito piccole figure in terracotta e una Testa di fauno in
marmo, suscitando l'interesse e l'ammirazione di Lorenzo il Magnifico, che lo ha
accolto nel suo palazzo di Via Larga, dove Michelangelo, preso a benvolere da
Poliziano, � venuto in contatto con gli umanisti della cerchia medicea,
assimilandone le dottrine platoniche. Tra la fine del 1490 e i primi mesi del 1492
ha scolpito la Madonna della scala e la Battaglia dei Centauri e dei Lapiti. Alla
morte di Lorenzo il Magnifico, � tornato nella casa paterna continuando a scolpire
e intensificando gli studi di anatomia grazie alla dissezione di cadaveri che gli
venivano procurati di nascosto dal priore di Santo Spirito, per il quale ha
eseguito un Crocifisso ligneo.
MICHELANGELO BUONARROTI, BIOGRAFIA Agli anni 1493 e 1494 risale anche la profonda
impressione suscitata nell'animo dell'artista dalla predicazione di Savonarola.
Nell'ottobre del 1494, sconvolto dalle sommosse che avrebbero portato in breve alla
caduta dei Medici, ha abbandonato Firenze, rifugiandosi prima a Venezia e poi a
Bologna, dove � rimasto per circa un anno presso Gianfrancesco Aldrovandi. In
questo periodo ha scolpito per l'arca di San Domenico due piccole figure (San
Procolo e San Petronio) e un Angelo inginocchiato. Tornato a Firenze alla fine del
1495, vi � rimasto 6 mesi, durante i quali ha eseguito un Cupido dormiente e un San
Giovannino. Dopo, forse a causa della mancanza di commissioni nella repubblica
savonaroliana, si � recato a Roma, conquistando in pochi anni una grande rinomanza
con il Bacco, scolpito per il banchiere Iacopo Galli, e con la Piet� vaticana,
realizzata per il cardinale francese Jean Bilh�res de Lagraulas. Di nuovo a Firenze
nella primavera del 1501, vi � rimasto per quattro anni, ricevendo importanti
commissioni da privati, dalla signoria, dall'Opera del duomo e dalle pi� potenti
corporazioni: commissioni che testimoniano il continuo e rapidissimo crescere della
sua fama.
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Il contratto per la decorazione ad affresco della volta della Cappella Sistina �
stato sottoscritto nel maggio 1508: Michelangelo, accettato l'incarico con
riluttanza, si � presto appassionato all'opera, ampliandone il programma e
riversandovi tutto il patrimonio di idee e visioni che si erano accumulate in lui,
fin dal tempo dei primi progetti per la sepoltura di Giulio II. Figure e
architettura dipinta sono legate in un moto ascensionale che coinvolge lo
spettatore, spingendone lo sguardo, oltre le gigantesche figure dei Profeti e delle
Sibille, verso le Storie della Genesi, che raffigurano insieme le vicende
dell'umanit� �ante legem� e l'ascesa dell'anima all'intuizione del divino.
Terminati gli affreschi Michelangelo ha ripreso i lavori per la sepoltura di Giulio
II, firmando, dopo la morte del pontefice, un secondo contratto (maggio 1513),
modificando e ingrandendo in parte il progetto originario ed eseguendo, nello
spazio di tre anni, due figure di Schiavi e il Mos�. Un terzo contratto per il
monumento, con un progetto ridotto nelle dimensioni, � stato stipulato nel 1516, ma
neppure allora l'opera � stata condotta a termine a causa dei continui impegni
dell'artista. La stessa sorte � toccata ai successivi progetti del 1526 e del 1532.
Solo la sesta versione del monumento (1542), freddo riflesso del grandioso sogno
giovanile, affidata in gran parte all'esecuzione degli aiuti, � stata terminata e
collocata in San Pietro in Vincoli (1545).
Con il Giudizio, l'opera di Michelangelo appare, gi� agli occhi dei contemporanei,
il momento culminante della secolare tradizione artistica, ma allo stesso tempo
anche rivoluzionaria e polemica nei confronti della tradizione stessa. Le certezze
morali e intellettuali del primo Rinascimento, la concezione dell'uomo padrone del
proprio destino e la celebrazione della sua indomabile energia lasciano il passo
alla visione di una immane tragedia che travolge l'umanit� intera, dolente e
sgomenta di fronte alla imperscrutabile condanna e al senso della propria fragilit�
e impotenza. Ma il Giudizio � stato anche l'opera che ha aperto la polemica fra i
denigratori e gli esaltatori dell'opera di Michelangelo: da un lato c'erano le
accuse di irreligiosit�, di abbandono dell'iconografia tradizionale e di scandalosa
licenza; dall'altro l'esaltazione della sua opera come conclusione di un grandioso
processo e la celebrazione dell'artista e della tradizione fiorentina.
MICHELANGELO BUONARROTI E LE RIME - Nelle rime degli ultimi anni, invece, sono
diventati temi dominanti i motivi di carattere religioso: pensieri di morte e senso
angoscioso del peccato, disperazione della salvezza e invocazioni. Le Rime occupano
un posto di rilievo nella lirica del Cinquecento, soprattutto per il loro tono
particolare, energico e austero, che tradisce la tensione verso una pi� intensa
potenza espressiva. Molto importante � anche l'epistolario che, pur contenendo rari
accenni all'attivit� artistica, permette di approfondire la conoscenza del suo
mondo interiore, rivelando l'attaccamento al nucleo familiare, la devozione per il
padre, l'animo impaziente e travagliato, la scontrosa e sospettosa solitudine, la
generosit� e una vocazione espressiva. Michelangelo � morto a 88 anni, dopo breve
malattia, il 18 febbraio 1564, nella sua casa di Macel dei Corvi, a Roma. Il suo
corpo, segretamente trasportato a Firenze dal nipote Leonardo, � stato sepolto in
Santa Croce.