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opere
Michelangelo Buonarroti, breve riassunto su biografia e opere del pittore
del Rinascimento autore degli affreschi della Cappella Sistina
Michelangelo, biografia
Agli anni 1493 e 1494 risale anche la profonda impressione suscitata
nell'animo dell'artista dalla predicazione di Savonarola. Nell'ottobre del
1494, sconvolto dalle sommosse che avrebbero portato in breve alla
caduta dei Medici, ha abbandonato Firenze, rifugiandosi prima a Venezia e
poi a Bologna, dove è rimasto per circa un anno presso Gianfrancesco
Aldrovandi. In questo periodo ha scolpito per l'arca di San Domenico due
piccole figure (San Procolo e San Petronio) e un Angelo inginocchiato.
Tornato a Firenze alla fine del 1495, vi è rimasto 6 mesi, durante i quali ha
eseguito un Cupido dormiente e un San Giovannino. Dopo, forse a causa
della mancanza di commissioni nella repubblica savonaroliana, si è recato
a Roma, conquistando in pochi anni una grande rinomanza con il Bacco,
scolpito per il banchiere Iacopo Galli, e con la Pietà vaticana, realizzata per
il cardinale francese Jean Bilhères de Lagraulas. Di nuovo a Firenze nella
primavera del 1501, vi è rimasto per quattro anni, ricevendo importanti
commissioni da privati, dalla signoria, dall'Opera del duomo e dalle più
potenti corporazioni: commissioni che testimoniano il continuo e
rapidissimo crescere della sua fama.
Stilisticamente vicina alla Pietà vaticana è la severa immagine
della Madonna col Bambino di Bruges, mentre il tondo Pitti (la Vergine col
Figlio e san Giovannino) e il tondo Taddei, scolpiti qualche tempo più tardi,
rivelano l'interesse per l'opera di Leonardo che, presente a Firenze in
quegli anni, aveva esposto alla Santissima Annunziata il cartone della
Santa Anna, suscitando enorme ammirazione.
Delle 15 statuette per l'altare Piccolomini nel duomo di Siena, previste in
un contratto del giugno 1501, solo 4 sono state fornite ed eseguite in gran
parte da Baccio da Montelupo su disegni di Michelangelo, che ha lasciato
incompiuto anche un David bronzeo ordinatogli dalla signoria nel 1502 per
il maresciallo Pierre de Rohan. L'opera che ha impegnato maggiormente
l'artista fra l'agosto 1501 e l'aprile 1504 è stata il David marmoreo,
destinato a Santa Maria del Fiore ma collocato davanti all'ingresso del
palazzo della Signoria. Allo stupore per il prodigioso virtuosismo tecnico
dell'artista, che ha saputo trarre la gigantesca figura, senza aggiungere
altri pezzi, da un enorme blocco già sbozzato quarant'anni prima da
Agostino di Duccio e poi abbandonato, è stata senza dubbio superiore
l'ammirazione per la resa della struttura e dei minimi particolari anatomici
del corpo vigoroso, in posizione di stasi, ma carico di tensione, pronto
all'azione, e per l'energica caratterizzazione del volto che riflette l'ideale
rinascimentale dell'uomo libero e creatore del proprio destino.
Altre opere
Contemporaneo all'affresco del Giudizio è il busto di Bruto, eseguito per il
cardinale Ridolfi, uno degli esuli fiorentini che Michelangelo ha
frequentato assiduamente a Roma. Al decennio seguente, oltre
alla definitiva collocazione in San Pietro in Vincoli della tomba di Giulio II,
per la quale l'artista ha eseguito allora le figure di Lia e Rachele,
appartengono gli affreschi della Cappella Paolina, con la Conversione di
Saulo (1542-1545) e il Martirio di san Pietro (1546-1550). Negli ultimi 20
anni gli interessi di Buonarroti, giunto al culmine della fama e circondato
dall'ammirazione delle giovani generazioni di artisti che si sforzavano di
imitare le sue opere, si spostarono verso l'attività architettonica. In questo
periodo Michelangelo, oltre a inviare a Firenze istruzioni per i lavori
conclusivi della Biblioteca laurenziana, ha progettato la sistemazione
prospettica e monumentale di Piazza del Campidoglio, la ricostruzione a
pianta centrale della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini (1550-1559), la
trasformazione del tepidarium delle terme di Diocleziano nella basilica di
Santa Maria degli Angeli.
Ha poi preparato disegni per la cappella Sforza in Santa Maria Maggiore e
per Porta Pia; ha continuato, dopo la morte di Antonio da Sangallo il
Giovane (1546), la costruzione di Palazzo Farnese; ed ha assunto la
direzione dei lavori per la nuova Basilica Vaticana (dal gennaio 1547).
Scartando i progetti di Raffaello e del Sangallo, è voluto tornare alla pianta
centrale bramantesca ed ha concepito l'edificio come un colossale
organismo plastico, trasferendo all'esterno l'ordine gigante dei pilastri che
costituiva il nucleo della struttura interna e convogliando nella grande
cupola la tensione di tutte le membrature. Le sculture degli ultimi anni (la
Pietà da Palestrina, la Pietà del Duomo di Firenze e la Pietà Rondanini)
riprendevano un unico tema: il compianto sul Cristo morto, interpretato
nelle ultime due come superamento del dolore in una beatitudine per
l'abbandono del carcere terreno.
Michelangelo poeta
Di Michelangelo rimangono inoltre un nutrito epistolario e circa 300
componimenti poetici, pochi anteriori al 1520, anche se è probabile che
l'attività poetica sia iniziata già negli anni giovanili, stimolata dalla lezione
dei poeti e dal fatto che l'artista aveva trascorso gli anni della sua
formazione artistica e spirituale in un ambiente di straordinaria vivacità
culturale. Buonarroti trovava nell'esercizio letterario un mezzo per fissare
e chiarire pensieri e moti dell'animo, ma è indubbio che solo piuttosto
tardi, trovata dopo molti tentativi una propria misura espressiva, si è
dedicato alla poesia con una certa assiduità. A partire dal quarto decennio
del secolo motivi centrali del suo canzoniere sono state le teorie
platoniche sull'amore. L'esaltazione della bellezza fisica come
manifestazione di un'armonia spirituale, rivelazione e incarnazione del
divino, si accompagnava alla concezione dell'amore non come vincolo
umano, ma come legame universale.
Nelle rime degli ultimi anni, invece, sono diventati temi dominanti i motivi
di carattere religioso: pensieri di morte e senso angoscioso del peccato,
disperazione della salvezza e invocazioni. Le Rime occupano un posto di
rilievo nella lirica del Cinquecento, soprattutto per il loro tono particolare,
energico e austero, che tradisce la tensione verso una più intensa potenza
espressiva.
Molto importante è anche l'epistolario che, pur contenendo rari accenni
all'attività artistica, permette di approfondire la conoscenza del suo
mondo interiore, rivelando l'attaccamento al nucleo familiare, la
devozione per il padre, l'animo impaziente e travagliato, la scontrosa e
sospettosa solitudine, la generosità e una vocazione
espressiva. Michelangelo è morto a 88 anni, dopo breve malattia, il 18
febbraio 1564, nella sua casa di Macel dei Corvi, a Roma. Il suo corpo,
segretamente trasportato a Firenze dal nipote Leonardo, è stato sepolto in
Santa Croce.
https://youtu.be/qo8kgEj-jE4