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Disambiguazione "Van Dyck" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Van Dyck (disambigua).
Grande per la Fiandra era la fama di Pietro Paolo Rubens, quando in Anversa nella sua scuola sollevossi un giovinetto portato da cos nobile generosit di costumi e da cos bello spirito nella pittura che ben diede segno
d'illustrarla ed acrescerle splendore.
(Giovanni Pietro Bellori[1])
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Antoon van Dyck[2] (Anversa, 22 marzo 1599 Londra, 9 dicembre 1641) stato un pittore fiammingo, principalmente ritrattista, che divenne il primo pittore di corte in Inghilterra,
dopo un lungo soggiorno in Italia. universalmente noto per i ritratti della nobilt genovese e di Carlo I re d'Inghilterra, dei membri della sua famiglia e della sua corte. Con il suo
metodo di pittura di rilassata eleganza, influenz i ritrattisti inglesi, come Peter Lely, per i successivi anni. Oltre ai ritratti, per i quali fu molto apprezzato, si occup anche di soggetti
biblici e mitologici, introducendo alcune notevoli innovazioni pittoriche.
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Dopo aver trascorso la giovinezza ad Anversa, si spost in Italia, dove comp il rituale viaggio di formazione, caratteristico di tutti i grandi pittori fiamminghi. Qui ebbe l'opportunit di
vedere e copiare alcune grandi opere rinascimentali, specialmente del suo pittore favorito, Tiziano. Di ritorno dall'Italia, pass in Inghilterra, alla corte di Carlo I Stuart, dove si
occup quasi esclusivamente di ritratti.
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Fu allievo e amico del pittore Pieter Paul Rubens, del quale assimil la tecnica e, in parte, lo stile.
Biografia
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Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 Primi anni e formazione
1.2 Primo periodo inglese
1.3 Italia
1.4 Da Mantova a Palermo
1.5 Il ritorno nelle Fiandre
1.6 Londra
2 L'artista e le opere
2.1 Rubens e Van Dyck
2.2 Dipinti religiosi
2.3 Dipinti storici e mitologici
2.4 Ritratti del periodo italiano
2.5 Ritratti del periodo inglese
2.6 Ritratti di Carlo I
3 Dipinti olio su tela
4 Dipinti olio su tavola
5 Principali musei
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
A partire dal 1617, Van Dyck lavor a stretto contatto con Pieter Paul Rubens, di cui divenne allievo, abbandonando la sua bottega autonoma. Seguirono mesi di grande
collaborazione tra i due: Rubens parla di Van Dyck come del suo migliore allievo.[6] Anche dopo l'11 febbraio 1618, giorno in cui venne ammesso nella Gilda di San Luca come
maestro, Van Dyck lavor con Rubens alla realizzazione di tele come Decio Mure congeda i littori o Achille tra le figlie di Licomede. Nella bottega di Rubens, ormai pittore affermato
in tutta Europa, Van Dyck fece conoscere il suo nome negli ambienti dell'aristocrazia e della ricca borghesia e venne a contatto con la cultura classica e l'etichetta di corte.[7] Il
Autoritratto del 1613-14
giovane Antoon impar ad imitare i modelli del maestro, adottandone molte caratteristiche, come facile constatare nel dipinto L'imperatore Teodosio e sant'Ambrogio. Nel 1620
Rubens aveva firmato un contratto con i Gesuiti di Anversa per la decorazione della loro chiesa, basata su disegni di Rubens, ma eseguita da Van Dyck; oltre a questa importante
commessa, Antoon ricevette anche numerose richieste da privati per la realizzazione di ritratti. Risalgono a questi anni dipinti come il Ritratto di Cornelius van der Geest o Maria van de Wouwer-Clarisse.
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Nell'aprile 1624 Emanuele Filiberto di Savoia, vicer di Sicilia per conto del re di Spagna Filippo IV, invit Van Dyck a Palermo, perch gli
facesse un ritratto. Antoon accolse l'invito e si trasfer in Sicilia, dove ritrasse il vicer; poco tempo dopo la citt di Palermo fu colpita da una
terribile epidemia di peste che uccise lo stesso Emanuele Filiberto. Malgrado l'infuriare della pestilenza, Van Dyck rimase in citt all'incirca
fino al settembre 1624. Qui conobbe l'anziana pittrice Sofonisba Anguissola, ormai novantenne, che sarebbe morta l'anno seguente e di cui
Antoon fece un ritratto. Durante l'incontro, che Van Dyck descrisse come "cortesissimo", l'anziana donna, quasi completamente cieca, diede
preziosi consigli ed avvertimenti al giovane pittore, oltre a raccontargli episodi della sua vita.[16] Il ritratto di Sofonisba Anguissola
conservato nel Taccuino italiano.[17] Poco dopo il ritrovamento delle reliquie di santa Rosalia (15 luglio), che fu fatta patrona della citt, a
Van Dyck furono commissionate alcune tele che avrebbero dovuto raffigurare la santa. Visto il continuo infuriare della peste, Antoon torn a
Genova, dove complet la realizzazione della pala Madonna del rosario, poi inviata a Palermo, considerata come il maggior capolavoro
religioso dell'artista.[18] Negli anni che seguirono, sino al 1627, Van Dyck risiedette quasi sempre a Genova, eccetto un breve periodo nel
1625 in cui fu ospite in Provenza dell'umanista Nicolas-Claude Fabri de Peiresc.
Durante il periodo di permanenza a Genova, Antoon van Dyck fu soprattutto ritrattista. Pur non abbandonando temi religiosi e mitologici,
l'artista si concentr sul genere del ritratto: le sue tele erano solitamente di grandi dimensioni e raffiguravano personaggi della migliore
nobilt spesso a figura intera. I ritratti spiccano per la loro maestosit e per la grande resa psicologica delle persone, che emerge senza il
bisogno di un simbolismo particolare. I ritratti doppi sono rari e sempre divisi in due tele differenti, come il Ritratto equestre di Anton Giulio
Ritratto di Emanuele Filiberto,
Brignole-Sale, creato assieme al Ritratto di Paolina Adorno, marchesa di Brignole-Sale.[19] Attenzione particolare rivolta da Van Dyck ai
principe di Savoia, 1624
ritratti di gruppo, come La famiglia Lomellini, e ai ritratti di bambini. Pur essendo ancora una volta Rubens il suo costante riferimento, Van
Dyck riesce a far irradiare dai suoi personaggi un maggiore distacco ed il senso di grandeur che i grandi nomi della ricca aristocrazia
cittadina desideravano mostrare.[20] I bambini sono colti con grande maestria, singolarmente, come nel caso del Ritratto di Filippo Cattaneo ed il Ritratto di Maddalena Cattaneo
(gi nota come Clelia Cattaneo) o accompagnati dai loro genitori, come il Ritratto di nobildonna genovese con il figlio.
Vergine del Rosario, 1624
Nel settembre 1627 torn nella natia Anversa, richiamato dalla morte della sorella Cornelia.[20] I primi mesi furono caratterizzati da una
grande produzione religiosa: Antoon, fervente cattolico, si un alla Confraternita dei Celibi, creata dai gesuiti di Anversa, che gli commissionarono anche due pale d'altare, eseguite
tra il 1629 ed il 1630. In questo periodo i ritratti di carattere mitologico (Sansone e Dalila) sono rari, mentre abbondano quelli a carattere biblico-religioso, tra i quali spiccano il
dipinto Estasi di sant'Agostino, posto accanto ad una tela di Rubens e ad una di Jordaens e l'Adorazione dei pastori. Oltre a ci, Van Dyck esegu anche sei Crocifissioni, un
Compianto sul Cristo morto e una Incoronazione di spine. Tutti questi lavori sono intrisi di un fervore e di una profondit intensi e mistici,[21] ma soprattutto nell'ultimo, appaiono
note preromantiche oltre alla linea barocca predominante.[22]
La fama di grande ritrattista con la quale era tornato dal soggiorno in Italia, gli permise di entrare al servizio dell'arciduchessa Isabella
d'Asburgo, reggente dei Paesi Bassi per conto del re di Spagna, di cui divenne pittore di corte. Dipinse un ritratto dell'arciduchessa, per il
quale ricevette in cambio una collana d'oro, e di numerosi membri della sua corte. Con l'ingresso a corte crebbe maggiormente la sua fama
di ritrattista. I committenti erano molto numerosi ed appartenevano alle grandi famiglie della nobilt di Fiandra e del Brabante. Uno dei
maggiori lavori dell'epoca il Ritratto di Maria Luisa de Tassis, appartenente ad una delle pi ricche famiglie del nord Europa. La
nobildonna appare fiduciosa, consapevole della propria bellezza, con un abito prezioso ed elaborato. Nel settembre 1631 Van Dyck
ricevette nel suo atelier la regina di Francia Maria de' Medici assieme al figlio minore Gastone d'Orlans, in esilio, che si fecero ritrarre. La
Sansone e Dalila, 1630
regina ha lasciato un resoconto della sua visita a Van Dyck, ammettendo di aver visto nella sua collezione diverse opere di Tiziano.[23]
Antoon era infatti riuscito ad accumulare un numero consistente di opere di pittori italiani: diciassette di Tiziano, due di Tintoretto, tre di
Ritratto di Maria Luisa de Tassis,
1629
Anthonis Mor, tre di Jacopo da Bassano e altre.[24] Oltre ai ritratti di personaggi aristocratici, Van Dyck ritrasse anche amici artisti, come l'incisore Karel de Mallery, il musicista
Henricus Liberti ed il pittore Marin Rijckaert. E malgrado le Fiandre e l'Olanda fossero in guerra, Van Dyck riusc a giungere alla corte de L'Aia, dove ritrasse Federico Enrico
d'Orange con la moglie ed il figlio Guglielmo. Per il principe esegu anche due tele con soggetti ripresi dalla letteratura italiana, Amarilli e Mirtillo (da Guarini) e Rinaldo e Armida (da Tasso). Presso la citt di Haarlem,
conobbe Frans Hals.[23] E durante un secondo soggiorno in Olanda, tra il 1631 ed il 1632 conobbe anche Federico V, ex re di Boemia in esilio, che gli commission i ritratti dei due figli, Carlo Luigi e Rupert. Dal 1629
iniziarono i rapporti tra Van Dyck ed il re inglese Carlo I. Tramite il suo intermediario Sir Endymion Porter, il re acquist la tela a carattere mitologico Rinaldo e Armida.
Qualche anno prima, nel 1628 Carlo aveva acquistato dal duca di Mantova la grande collezione di dipinti accumulati negli anni dai Gonzaga, anch'essi noti protettori di artisti di
fama internazionale. Inoltre, fin dalla sua ascesa al trono, Carlo I aveva cercato di introdurre alla sua corte artisti di diverse nazionalit, in particolare italiani e fiamminghi. Nel 1626
era riuscito a convincere a trasferirsi a Londra il pittore italiano Orazio Gentileschi, che fu nominato pittore di corte e che si dedic, tra le altre cose, alla decorazione della Casa
delle Delizie, residenza della regina Enrichetta Maria presso la citt di Greenwich. Pochi anni dopo, nel 1638 riusc a far approdare in Inghilterra anche la figlia di Orazio, Artemisia
Gentileschi di cui conserv un celebre dipinto, l'Autoritratto in veste di Pittura.
Entro l'aprile 1632, Van Dyck era giunto per la seconda volta in Inghilterra. Accolto con tutti gli onori, fu presentato al re, che aveva conosciuto anni prima come principe di Galles,
e prese alloggio a Londra, presso la dimora di Edward Norgate, scrittore d'arte, a spese della Corona.[27] In seguito cambi residenza per stabilirsi a Blackfriars, lontano
dall'influenza della Worshipful Company of Painter-Stainers, importante organizzazione di pittori londinese. In questa grande casa, dono del re, con un giardino sul Tamigi, riceveva ospiti e spesso eseguiva i suoi dipinti.
Pochi mesi dopo, il 5 luglio 1632 Carlo I gli confer il titolo nobiliare di baronetto, nominandolo membro dell'Ordine del Bagno e gli garant una rendita annua di duecento sterline, oltre a rendere ufficiale la sua nomina a
primo pittore di Corte.[28] Bellori si espresse in questo modo sul periodo inglese di Van Dyck:
Contrastava egli con la magnificenza di Parrasio, tenendo servi, carrozze, cavalli, suonatori, musici e buffoni, e con questi trattenimenti dava luogo a tutti li maggiori personaggi, cavalieri
e dame, che venivano giornalmente a farsi ritrarre in casa sua. Di pi trattenendosi questi, apprestava loro lautissime vivande alla sua tavola, con ispesa di trenta scudi il giorno.[29]
Tuttavia, nel 1634, per circa un anno, Van Dyck decise di trasferirsi ad Anversa e a Bruxelles, per far visita alla famiglia. Dopo aver acquistato una tenuta ad Anversa, in aprile fu
chiamato a Bruxelles. Qui assistette all'entrata in citt del Cardinale-Infante Ferdinando d'Asburgo, fratello del re Filippo IV di Spagna, nuovo reggente dei Paesi Bassi spagnoli.
Van Dyck ritrasse numerose volte il nuovo reggente e numerosi esponenti del clero e dell'aristocrazia. Uno dei pi ambiziosi ritratti di gruppo di questi anni il Ritratto del conte
Johannes di Nassau Siegen e la sua famiglia. Nel corso del suo soggiorno a Bruxelles incontr anche Tommaso Francesco di Savoia, primo principe di Carignano e comandante
generale delle forze spagnole nei Paesi Bassi, di cui esegu un grande ritratto equestre, in cui il principe appare in tutta la sua maest, tenendo con fermezza uno splendido cavallo
bianco mentre si impenna. Questo ritratto fu anche modello per il Ritratto del conte-duca di Olivares a cavallo di Diego Velzquez.[30] Poco prima del suo ritorno in Inghilterra, Van
Dyck fu chiamato ad eseguire un grande ritratto di gruppo raffigurante tutti i membri del Consiglio cittadino e del borgomastro, coloro che avevano il compito di governare la citt. Il
quadro era destinato alla sala del tribunale del Municipio di Bruxelles. Durante il bombardamento francese su Bruxelles ordinato dal maresciallo de Villeroi nel 1695, il dipinto and
distrutto.[31]
Tornato a Londra, Van Dyck entr a far parte del folto gruppo di cortigiani cattolici fedeli alla regina Enrichetta Maria, tra cui Kenelm Digby ed Endymion Porter. Il re si fece ritrarre
innumerevoli volte, in ritratti singoli, accompagnato dalla regina o dai figli. La tela pi famosa di Carlo assieme alla sua famiglia il Greate Peece, di grande formato e raffigurante il
re e la regina seduti: accanto al sovrano sta in piedi il piccolo Carlo, principe del Galles, mentre fra le braccia della regina siede Giacomo, duca di York. La regina fu altrettanto
esigente con Van Dyck, che la ritrasse in molte tele, tra cui il pi celebre La regina Enrichetta Maria con il nano Jeffrey Hudson, in cui Enrichetta, con abiti da caccia raffigurata
in compagnia del suo nano Jeffrey Hudson. Alla regina, piuttosto bassa, Van Dyck addolc la forma del naso e la mascella, enfatizzando il candore della carnagione.[32] Carlo
commission anche dipinti raffiguranti i suoi figli, come I tre figli maggiori di Carlo I, un ritratto di nobilt tra i pi riusciti, suggestivo quanto sontuoso, poi inviato dalla regina a sua
sorella la duchessa di Savoia e I cinque figli maggiori di Carlo I.
Oltre a dipingere, Antoon apriva la sua casa alla migliore nobilt e si intratteneva con musici e buffoni; offriva banchetti, possedeva servi, carrozze e cavalli. Uno dei pi assidui frequentatori della casa di Van Dyck era
proprio Carlo I, che fece addirittura fare delle modifiche al giardino della casa del suo pittore perch potesse raggiungerlo facilmente via fiume.[33] Nella casa di Van Dyck visse anche la sua amante, Margaret Lemon,
ritratta pi volte in vesti allegoriche e mitologiche. Si dice che la donna fosse talmente gelosa di Antoon che una volta tent di mordergli un dito della mano per impedirgli di ritrarre delle signore.[34] Nel 1640 Antoon
decise di prendere moglie e, ormai quarantenne, spos una nobildonna scozzese, Mary Ruthven, dama di compagnia della regina. Ma l'unica sua attivit a Londra era quella di ritrattista, mentre egli sognava un progetto
pi grande, un ciclo pittorico di carattere di storico.[35] Aveva iniziato la realizzazione di una serie di arazzi volti all'esaltazione dell'antico Ordine della Giarrettiera, che per non ebbe seguito. Quando nel maggio 1640
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mor Rubens, gli venne offerto di andare ad Anversa a dirigere la sua bottega. Mentre stava per partire, gli venne riferito che il re di Francia
Luigi XIII era alla ricerca di un artista che decorasse le sale principali della reggia del Louvre. Era ci che stava aspettando da anni; nel
gennaio 1641 si rec a Parigi, rientrando a Londra in maggio. In questa occasione dipinse il doppio ritratto Ritratto di Guglielmo II di
Nassau-Orange e la principessa Maria, per celebrare le nozze tra i due principi. In ottobre si rec ad Anversa e poi di nuovo a Parigi, dove
ricevette la notizia che la decorazione del Louvre era stata affidata a Nicolas Poussin e a Simon Vouet e dove fu costretto a rifiutare
l'esecuzione del ritratto di un cardinale (non si sa se Richelieu o Mazzarino).[36] Per motivi di salute dovette fare precipitosamente ritorno a
Londra. Il re invi presso la dimora di Van Dyck il suo medico personale, offrendogli trecento sterline se fosse riuscito a salvare la vita del
suo pittore. Il 1 dicembre 1641 lady Van Dyck diede alla luce la loro prima figlia, Justiniana. Qualche giorno dopo Antoon fece testamento, a
favore della figlia, della moglie, delle sorelle e di una figlia naturale che aveva avuto ad Anversa.[35] Il 9 dicembre Antoon van Dyck mor
nella sua casa di Blackfriars e venne sepolto alla presenza della corte nella Cattedrale di San Paolo. La tomba and distrutta pochi anni
dopo, insieme alla Cattedrale stessa, nel Grande incendio di Londra nel 1666.
L'artista e le opere
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Carlo I a cavallo, 1637
La vicenda di Van Dyck per molti versi assimilabile a quella di Raffaello: entrambi morirono giovani, entrambi morirono prima di vedere l'uno le atrocit del Sacco di Roma, l'altro i
disordini della guerra civile.[37] Van Dyck mor prima di vedere il suo re processato e decapitato dinnanzi al suo palazzo di Whitehall. All'esecuzione del re, segu la dispersione della
sua collezione artistica, che contava 1570 dipinti, tra cui i molti eseguiti da Van Dyck; tra i maggiori compratori Filippo IV di Spagna ed il cardinale Giulio Mazzarino.
Van Dyck fu soprattutto ritrattista; ma non vanno dimenticati i suoi lavori di carattere religioso e mitologico.
L'imperatore Teodosio e
sant'Ambrogio
Amore e Psiche
Non solo a Genova, comunque, Van Dyck ebbe occasione di dimostrare il suo talento di ritrattista. Anche in alcune altre tappe del suo soggiorno italiano il maestro di Anversa esegu celebri e bellissimi ritratti. A Roma,
infatti, ritrasse nel 1623 il cardinale Bentivoglio, mentre a Palermo, nel 1624, realizz quello del vicer Emanuele Filiberto di Savoia.
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come nel Re Carlo I e la regina Enrichetta Maria ed infine in pi posizioni, come nel Triplo ritratto di Carlo I, poi inviato a Roma presso la bottega di Bernini. Il pi ambizioso dei
ritratti di Carlo il ritratto equestre in cui il sovrano appare in compagnia del suo insegnante di equitazione.
Nel Ritratto di Carlo I con M. de Saint-Antonie suo maestro di equitazione, Van Dyck realizza il pi solenne dei ritratti equestri del sovrano: Carlo sta attraversando un arco di
trionfo, dal quale ricadono pesanti drappi verdi, veste l'armatura e tiene in mano il bastone del comando mentre cavalca uno splendido cavallo bianco. Se la descrizione si fermasse
a questo punto sembrerebbe un dipinto di qualche generale vittorioso: ma a sottolineare che addirittura il re il personaggio ritratto, Van Dyck inserisce alla sinistra del sovrano il
suo maestro di equitazione, che guarda verso questi, dal basso, con uno sguardo di sottomissione e venerazione; alla sinistra invece un grande stemma che reca i simboli della
dinastia reale Stuart ed una imponente corona. Oltre all'amore, sconfinato, del sovrano per l'arte, Carlo la vedeva anche come un potente mezzo di propaganda politica,
specialmente in anni difficili come quelli appena precedenti la guerra civile.
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Principali musei
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Note
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Bibliografia
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Giovanni Pietro Bellori, Vite de' pittori, scultori e architecti moderni, Torino, Einaudi, 1976, ISBN 88-06-34561-3.
Maria Grazia Bernardini (a cura di), Van Dyck - Riflessi italiani, catalogo della mostra - Milano, Palazzo Reale 2004, Milano, Ed. Skira, 2004, ISBN 88-8491-850-2.
Didier Bodart, Van Dyck, Prato, Giunti, 1997, ISBN 88-09-76229-0.
Christopher Brown, Antonie Van Dyck 1599-1641, Milano, RCS Libri, 1999, ISBN 88-17-86060-3.
Sergio Guarino, Pinacoteca Capitolina Catalogo Generale, Milano, Electa, 2006, ISBN 978-88-370-2214-3.
Justus Mller Hofstede, Van Dyck, Milano, Rizzoli/Skira, 2004.
Erik Larsen, L'opera completa di Van Dyck 1613-1626 vol. 1, Milano, Rizzoli, 1980.
Erik Larsen, L'opera completa di Van Dyck 1626-1641 vol. 2, Milano, Rizzoli, 1980.
Stefano Zuffi, Il Barocco, Verona, Mondadori, 2004, ISBN 88-370-3097-5.
Marco Horak, Van Dick tra i grandi ritrattisti nelle raccolte piacentine, in "Panorama Musei", Anno XVI, n. 2, agosto 2011.
Van Dyck a Genova. Grande pittura e collezionismo, catalogo della mostra (Genova, Palazzo Ducale, 22 marzo - 13 luglio 1997), a cura di Susan J. Barnes, Piero Boccardo, Clario Di Fabio, Laura Tagliaferro, Milano
1997
Voci correlate
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
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Vita di Antonio van Dyck, da Le Vite de' pittori scultori e architetti moderni di Bellori .
(EN) Sito ufficiale della National Portrait Gallery di Londra .
(EN) Sito ufficiale della Royal Collection di Windsor .
(EN) Sito ufficiale della Frick Collection di New York .
Predecessore
Successore
1632 - 1641
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