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Antoon van Dyck


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Disambiguazione "Van Dyck" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Van Dyck (disambigua).
Grande per la Fiandra era la fama di Pietro Paolo Rubens, quando in Anversa nella sua scuola sollevossi un giovinetto portato da cos nobile generosit di costumi e da cos bello spirito nella pittura che ben diede segno
d'illustrarla ed acrescerle splendore.
(Giovanni Pietro Bellori[1])

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Antoon van Dyck[2] (Anversa, 22 marzo 1599 Londra, 9 dicembre 1641) stato un pittore fiammingo, principalmente ritrattista, che divenne il primo pittore di corte in Inghilterra,
dopo un lungo soggiorno in Italia. universalmente noto per i ritratti della nobilt genovese e di Carlo I re d'Inghilterra, dei membri della sua famiglia e della sua corte. Con il suo
metodo di pittura di rilassata eleganza, influenz i ritrattisti inglesi, come Peter Lely, per i successivi anni. Oltre ai ritratti, per i quali fu molto apprezzato, si occup anche di soggetti
biblici e mitologici, introducendo alcune notevoli innovazioni pittoriche.

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Dopo aver trascorso la giovinezza ad Anversa, si spost in Italia, dove comp il rituale viaggio di formazione, caratteristico di tutti i grandi pittori fiamminghi. Qui ebbe l'opportunit di
vedere e copiare alcune grandi opere rinascimentali, specialmente del suo pittore favorito, Tiziano. Di ritorno dall'Italia, pass in Inghilterra, alla corte di Carlo I Stuart, dove si
occup quasi esclusivamente di ritratti.

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Fu allievo e amico del pittore Pieter Paul Rubens, del quale assimil la tecnica e, in parte, lo stile.

Biografia

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Primi anni e formazione [modifica wikitesto]


Van Dyck nacque ad Anversa il 22 marzo 1599 in una casa chiamata "Den Berendans", nel centro della citt.[3] Il nonno Antoon (1529-1581), dopo essere stato pittore, aveva
aperto un'attivit da commerciante di seta; alla sua morte, sua moglie Cornelia Pruystinck continu l'attivit del marito, affiancata dai figli Francesco e Ferdinando. L'attivit rendeva
parecchio, visto che la famiglia aveva clienti persino a Parigi e Londra, oltre che in gran parte delle citt fiamminghe.
Il padre di Antoon, Franchois, spos in seconde nozze, nel 1590, Maria Cuypers. Dal matrimonio con questa donna, ebbe dodici figli, di cui Antoon fu il settimo.[4] Visto l'allargarsi
della famiglia, i Van Dyck decisero di acquistare una nuova casa, spaziosa e lussuosamente arredata, "De Stadt van Ghendt", comprendente persino un bagno. Antoon si dimostr
subito ricco di talento e fu inviato, nel 1609, presso la bottega di uno dei migliori pittori della citt, Hendrick van Balen, decano della Gilda di San Luca, perch imparasse i rudimenti
della pittura e facesse esperienza. Il primo dipinto datato di Van Dyck proprio di questi anni ed il Ritratto di uomo settantenne del 1613, in cui sono evidenti i recenti
insegnamenti di Van Balen. Ben presto per, apr una bottega personale, assieme al giovane amico Jan Brueghel il Giovane, con il quale inizi ad abbandonare la scuola del
maestro. In questi anni, come tramanda lo stesso Jan Brueghel, Antoon ricevette l'incarico di eseguire una serie di dipinti raffiguranti i dodici apostoli ed un Sileno ebbro.[5] Di
questo periodo senza dubbio anche l'Autoritratto del 1613-14.

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Autoritratto con girasole, 1632-1633.

Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 Primi anni e formazione
1.2 Primo periodo inglese
1.3 Italia
1.4 Da Mantova a Palermo
1.5 Il ritorno nelle Fiandre
1.6 Londra
2 L'artista e le opere
2.1 Rubens e Van Dyck
2.2 Dipinti religiosi
2.3 Dipinti storici e mitologici
2.4 Ritratti del periodo italiano
2.5 Ritratti del periodo inglese
2.6 Ritratti di Carlo I
3 Dipinti olio su tela
4 Dipinti olio su tavola
5 Principali musei
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni

A partire dal 1617, Van Dyck lavor a stretto contatto con Pieter Paul Rubens, di cui divenne allievo, abbandonando la sua bottega autonoma. Seguirono mesi di grande
collaborazione tra i due: Rubens parla di Van Dyck come del suo migliore allievo.[6] Anche dopo l'11 febbraio 1618, giorno in cui venne ammesso nella Gilda di San Luca come
maestro, Van Dyck lavor con Rubens alla realizzazione di tele come Decio Mure congeda i littori o Achille tra le figlie di Licomede. Nella bottega di Rubens, ormai pittore affermato
in tutta Europa, Van Dyck fece conoscere il suo nome negli ambienti dell'aristocrazia e della ricca borghesia e venne a contatto con la cultura classica e l'etichetta di corte.[7] Il
Autoritratto del 1613-14
giovane Antoon impar ad imitare i modelli del maestro, adottandone molte caratteristiche, come facile constatare nel dipinto L'imperatore Teodosio e sant'Ambrogio. Nel 1620
Rubens aveva firmato un contratto con i Gesuiti di Anversa per la decorazione della loro chiesa, basata su disegni di Rubens, ma eseguita da Van Dyck; oltre a questa importante
commessa, Antoon ricevette anche numerose richieste da privati per la realizzazione di ritratti. Risalgono a questi anni dipinti come il Ritratto di Cornelius van der Geest o Maria van de Wouwer-Clarisse.

Primo periodo inglese [modifica wikitesto]


Nell'ottobre del 1620, quando aveva ventuno anni, Van Dyck si trasfer a Londra, presso la corte del re d'Inghilterra Giacomo I. A convincerlo a spostarsi in Inghilterra erano stati l'insistenza del duca di Buckingham e di
Thomas Howard, XXI conte di Arundel, quest'ultimo grande appassionato d'arte, amico di Rubens e protettore di Inigo Jones. Durante il soggiorno a Londra, ottenne da Giacomo I una pensione annuale di cento sterline;
tuttavia ben presto il conte di Arundel gli concesse un permesso di viaggio all'estero per otto mesi: non sarebbe tornato per undici anni. Le opere eseguite da Van Dyck durante il primo soggiorno inglese sono
profondamente diverse da quelle realizzate sino ad allora nelle Fiandre. Ad Anversa, da poco ritornata al cattolicesimo, Antoon aveva la possibilit di eseguire solamente tele a carattere religioso o ritratti. A Londra
invece godette di maggiore libert, sia nell'esecuzione dei dipinti, sia nelle scelta del tema da rappresentare. Nel quadro Sir George Villiers, futuro duca di Buckingham e la moglie Lady Katherine, come Venere e Adone,
per esempio, Van Dyck rappresenta i novelli sposi come non aveva mai fatto: la tela ha carattere allegorico, con un gusto tipicamente pastorale, ispirato a Tiziano, e i due soggetti sono rappresentati a grandezza
naturale.[8] Altri dipinti conosciuti del periodo sono La continenza di Scipione ed un ritratto del conte di Arundel.
Tornato ad Anversa, vi rimase per circa otto mesi; in questo lasso di tempo, in cui Rubens si trovava lontano, dipinse alcuni dei suoi ritratti pi brillanti ed innovativi, come il Ritratto di Isabella Brant, prima moglie di
Rubens, ed il Ritratto di Frans Snyders e di sua moglie Margareta de Vos. Quando comunic la sua decisione di partire per l'Italia, Rubens gli fece dono di un cavallo per il viaggio e di numerose lettere di presentazione
a pittori e a committenti.

Italia [modifica wikitesto]


Nel 1621 decise di partire per l'Italia, tradizionale viaggio dei pittori fiamminghi, dove rimase per sei anni, studiando ed analizzando i lavori dei grandi artisti del Quattrocento e del Cinquecento e dove si afferm la sua
fama di ritrattista. Il 3 ottobre 1621 part dalla citt natale alla volta della prima tappa italiana: Genova. Arriv nella citt marittima, in quel tempo retta da un governo dogale, il 20 novembre 1621 e prese alloggio nella
dimora dei pittori e collezionisti d'arte fiamminghi Lucas e Cornelis de Wael. Al suo arrivo a Genova, Antoon aveva gi realizzato circa trecento dipinti,[9] situazione opposta a quella del suo maestro Rubens o di Nicolas
Poussin, che al loro arrivo in Italia non avevano ancora avuto occasione di lavorare cos intensamente. Presentato alla migliore aristocrazia cittadina, ebbe modo di ritrarre alcuni esponenti delle pi facoltose famiglie del
patriziato locale (Spinola, Durazzo, Lomellini, Doria, Brignole etc.); il suo immediato successo dovuto in modo particolare alla fama di Rubens, che era vissuto ed aveva lavorato molto a Genova, e di cui Van Dyck era
visto come il nuovo rappresentante e continuatore.
In seguito alla fortunata esperienza genovese, Van Dyck part, nel febbraio 1622, alla volta di Roma, dove soggiorn sino all'agosto di quell'anno e per gran parte del 1623. Accolto con favore nella Roma pontificia,
venne introdotto nei migliori ambienti della societ; durante il suo secondo soggiorno ricevette dal cardinale Guido Bentivoglio due importanti commissioni, che consistevano nella realizzazione di una Crocifissione e di un
ritratto a figura intera dello stesso cardinale, il Ritratto del cardinale Guido Bentivoglio. Bentivoglio era divenuto cardinale l'anno prima ed era il protettore della folta comunit fiamminga romana, essendo stato nunzio
pontificio a Bruxelles dal 1607 al 1615.[10] Oltre al ritratto del cardinale Bentivoglio, uno dei pi famosi di tutta la produzione di Van Dyck, il giovane pittore ritrasse anche il cardinale Maffeo Barberini, che sarebbe
divenuto di l a poco papa, con il nome di Urbano VIII.[11] Di questo periodo sono anche numerosi ritratti come quelli dei coniugi Shirley (Ritratto di Lady Theresa Shirley e Ritratto di Sir Robert Shirley). A differenza del
maestro Rubens, Van Dyck non am mai il mondo classico. Ne testimonianza il suo Taccuino italiano, diario di schizzi e disegni realizzati sulla base di grandi opere studiate durante il soggiorno italiano.[10] A Roma ebbe
comunque l'opportunit di osservare e copiare i capolavori dei grandi del Rinascimento, contenuti principalmente a Palazzo Ludovisi e a Villa Borghese.
Dalla citt papale si trasfer a Firenze, dove conobbe don Lorenzo de' Medici, figlio del granduca Ferdinando I, grande appassionato d'arte e generoso mecenate. Probabilmente dipinse un ritratto del nobiluomo, che
andato perduto.[12] Lungo la strada per raggiungere il Veneto, sost a Bologna e a Parma, dove ammir gli affreschi di Correggio. Giunse infine a Venezia, dove trascorse l'inverno 1622. Nella citt lagunare, patria di uno
dei suoi artisti favoriti, Tiziano, fu guidato alla visita dei grandi capolavori veneziani proprio dal nipote di Tiziano, Cesare Vecellio.[13] Antoon pot finalmente coronare il suo sogno, vedere ed analizzare le opere di Tiziano
e di Paolo Veronese: nel suo Taccuino italiano sono presenti disegni di opere di Giorgione, Raffaello, Guercino, Carracci, Bellini, Tintoretto, Leonardo, ma a prevalere sono quelle di Tiziano, cui sono dedicate duecento
pagine.[13]

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Da Mantova a Palermo [modifica wikitesto]


Da Venezia pass a Mantova, dove fu introdotto alla corte dei Gonzaga. Qui conobbe Ferdinando e Vincenzo II Gonzaga, che era stato
protettore di Rubens. Con il soggiorno a Mantova, Van Dyck ebbe la possibilit di vedere la collezione dei duchi prima che venisse dispersa.
Nel 1623 fu nuovamente a Roma, citt nella quale si era rifiutato di venire in contatto con la locale associazione di pittori fiamminghi, lontani
dallo stile accademico, che conducevano una vita semplice e non ostentata come la sua.[14] Giovanni Pietro Bellori, nella sua opera Le Vite
de' pittori scultori e architetti moderni cos scrive del periodo romano di Van Dyck:
Erano le sue maniere signorili pi tosto che di uomo privato, e risplendeva in ricco portamento di abito e divise, perch assuefatto nella scuola
del Rubens con uomini nobili, ed essendo egli natura elevato e desideroso di farsi illustre, perci oltre li drappi si adornava il capo con penne e
cintigli, portava collane d'oro attraversate al petto, con seguito di servitori. Sich imitando egli la pompa di Zeusi, tirava a s gli occhi di
ciascuno: la qual cosa, che doveva riputarsi ad onore da' pittori fiamminghi che dimoravano in Roma, gli concit contro un astio ed odio
grandissimo: poich essi, avvezzi in quel tempo a vivere giocondamente insieme, erano soliti, venendo uno di loro nuovamente a Roma,
convitarsi ad una cena all'osteria ed imporgli un soprannome, col quale dopo da loro veniva chiamato. Ricus Antonio queste baccanali; ed essi,
recandosi a dispregio la sua ritiratezza, lo condannavano come ambizioso, biasimando insieme la superbia e l'arte.[15]
Da Roma pass a Genova, fermandosi prima a Milano e a Torino, dove fu ricevuto dai Savoia.

Ritratto della marchesa Elena


Grimaldi Cattaneo, 1623

Nell'aprile 1624 Emanuele Filiberto di Savoia, vicer di Sicilia per conto del re di Spagna Filippo IV, invit Van Dyck a Palermo, perch gli
facesse un ritratto. Antoon accolse l'invito e si trasfer in Sicilia, dove ritrasse il vicer; poco tempo dopo la citt di Palermo fu colpita da una
terribile epidemia di peste che uccise lo stesso Emanuele Filiberto. Malgrado l'infuriare della pestilenza, Van Dyck rimase in citt all'incirca
fino al settembre 1624. Qui conobbe l'anziana pittrice Sofonisba Anguissola, ormai novantenne, che sarebbe morta l'anno seguente e di cui
Antoon fece un ritratto. Durante l'incontro, che Van Dyck descrisse come "cortesissimo", l'anziana donna, quasi completamente cieca, diede
preziosi consigli ed avvertimenti al giovane pittore, oltre a raccontargli episodi della sua vita.[16] Il ritratto di Sofonisba Anguissola
conservato nel Taccuino italiano.[17] Poco dopo il ritrovamento delle reliquie di santa Rosalia (15 luglio), che fu fatta patrona della citt, a
Van Dyck furono commissionate alcune tele che avrebbero dovuto raffigurare la santa. Visto il continuo infuriare della peste, Antoon torn a
Genova, dove complet la realizzazione della pala Madonna del rosario, poi inviata a Palermo, considerata come il maggior capolavoro
religioso dell'artista.[18] Negli anni che seguirono, sino al 1627, Van Dyck risiedette quasi sempre a Genova, eccetto un breve periodo nel
1625 in cui fu ospite in Provenza dell'umanista Nicolas-Claude Fabri de Peiresc.

Ritratto del cardinale Guido


Bentivoglio, 1623.

Durante il periodo di permanenza a Genova, Antoon van Dyck fu soprattutto ritrattista. Pur non abbandonando temi religiosi e mitologici,
l'artista si concentr sul genere del ritratto: le sue tele erano solitamente di grandi dimensioni e raffiguravano personaggi della migliore
nobilt spesso a figura intera. I ritratti spiccano per la loro maestosit e per la grande resa psicologica delle persone, che emerge senza il
bisogno di un simbolismo particolare. I ritratti doppi sono rari e sempre divisi in due tele differenti, come il Ritratto equestre di Anton Giulio
Ritratto di Emanuele Filiberto,
Brignole-Sale, creato assieme al Ritratto di Paolina Adorno, marchesa di Brignole-Sale.[19] Attenzione particolare rivolta da Van Dyck ai
principe di Savoia, 1624
ritratti di gruppo, come La famiglia Lomellini, e ai ritratti di bambini. Pur essendo ancora una volta Rubens il suo costante riferimento, Van
Dyck riesce a far irradiare dai suoi personaggi un maggiore distacco ed il senso di grandeur che i grandi nomi della ricca aristocrazia
cittadina desideravano mostrare.[20] I bambini sono colti con grande maestria, singolarmente, come nel caso del Ritratto di Filippo Cattaneo ed il Ritratto di Maddalena Cattaneo
(gi nota come Clelia Cattaneo) o accompagnati dai loro genitori, come il Ritratto di nobildonna genovese con il figlio.
Vergine del Rosario, 1624

Il ritorno nelle Fiandre [modifica wikitesto]

Nel settembre 1627 torn nella natia Anversa, richiamato dalla morte della sorella Cornelia.[20] I primi mesi furono caratterizzati da una
grande produzione religiosa: Antoon, fervente cattolico, si un alla Confraternita dei Celibi, creata dai gesuiti di Anversa, che gli commissionarono anche due pale d'altare, eseguite
tra il 1629 ed il 1630. In questo periodo i ritratti di carattere mitologico (Sansone e Dalila) sono rari, mentre abbondano quelli a carattere biblico-religioso, tra i quali spiccano il
dipinto Estasi di sant'Agostino, posto accanto ad una tela di Rubens e ad una di Jordaens e l'Adorazione dei pastori. Oltre a ci, Van Dyck esegu anche sei Crocifissioni, un
Compianto sul Cristo morto e una Incoronazione di spine. Tutti questi lavori sono intrisi di un fervore e di una profondit intensi e mistici,[21] ma soprattutto nell'ultimo, appaiono
note preromantiche oltre alla linea barocca predominante.[22]
La fama di grande ritrattista con la quale era tornato dal soggiorno in Italia, gli permise di entrare al servizio dell'arciduchessa Isabella
d'Asburgo, reggente dei Paesi Bassi per conto del re di Spagna, di cui divenne pittore di corte. Dipinse un ritratto dell'arciduchessa, per il
quale ricevette in cambio una collana d'oro, e di numerosi membri della sua corte. Con l'ingresso a corte crebbe maggiormente la sua fama
di ritrattista. I committenti erano molto numerosi ed appartenevano alle grandi famiglie della nobilt di Fiandra e del Brabante. Uno dei
maggiori lavori dell'epoca il Ritratto di Maria Luisa de Tassis, appartenente ad una delle pi ricche famiglie del nord Europa. La
nobildonna appare fiduciosa, consapevole della propria bellezza, con un abito prezioso ed elaborato. Nel settembre 1631 Van Dyck
ricevette nel suo atelier la regina di Francia Maria de' Medici assieme al figlio minore Gastone d'Orlans, in esilio, che si fecero ritrarre. La
Sansone e Dalila, 1630
regina ha lasciato un resoconto della sua visita a Van Dyck, ammettendo di aver visto nella sua collezione diverse opere di Tiziano.[23]
Antoon era infatti riuscito ad accumulare un numero consistente di opere di pittori italiani: diciassette di Tiziano, due di Tintoretto, tre di
Ritratto di Maria Luisa de Tassis,
1629
Anthonis Mor, tre di Jacopo da Bassano e altre.[24] Oltre ai ritratti di personaggi aristocratici, Van Dyck ritrasse anche amici artisti, come l'incisore Karel de Mallery, il musicista
Henricus Liberti ed il pittore Marin Rijckaert. E malgrado le Fiandre e l'Olanda fossero in guerra, Van Dyck riusc a giungere alla corte de L'Aia, dove ritrasse Federico Enrico
d'Orange con la moglie ed il figlio Guglielmo. Per il principe esegu anche due tele con soggetti ripresi dalla letteratura italiana, Amarilli e Mirtillo (da Guarini) e Rinaldo e Armida (da Tasso). Presso la citt di Haarlem,
conobbe Frans Hals.[23] E durante un secondo soggiorno in Olanda, tra il 1631 ed il 1632 conobbe anche Federico V, ex re di Boemia in esilio, che gli commission i ritratti dei due figli, Carlo Luigi e Rupert. Dal 1629
iniziarono i rapporti tra Van Dyck ed il re inglese Carlo I. Tramite il suo intermediario Sir Endymion Porter, il re acquist la tela a carattere mitologico Rinaldo e Armida.

Londra [modifica wikitesto]


Carlo I fu, tra i sovrani inglesi del passato e quelli europei suoi contemporanei, quello che pi apprezz l'arte pittorica e che si dimostr sempre un munifico mecenate e protettore
degli artisti.[25] Il pittore preferito dal re era Tiziano ed in Van Dyck vedeva il suo erede: prima dell'arrivo di Van Dyck a Londra, alla corte di Carlo lavoravano gi numerosi pittori,
come l'anziano Marcus Gheeraerts il Giovane, ritrattista di Elisabetta I, Daniel Mytens e Cornelis Janssens van Ceulen. Con l'arrivo di Van Dyck, tutti questi pittori sparirono. Carlo
aveva trovato finalmente il pittore di corte che desiderava da anni.[26]

Triplo ritratto di Carlo I, 1635

Qualche anno prima, nel 1628 Carlo aveva acquistato dal duca di Mantova la grande collezione di dipinti accumulati negli anni dai Gonzaga, anch'essi noti protettori di artisti di
fama internazionale. Inoltre, fin dalla sua ascesa al trono, Carlo I aveva cercato di introdurre alla sua corte artisti di diverse nazionalit, in particolare italiani e fiamminghi. Nel 1626
era riuscito a convincere a trasferirsi a Londra il pittore italiano Orazio Gentileschi, che fu nominato pittore di corte e che si dedic, tra le altre cose, alla decorazione della Casa
delle Delizie, residenza della regina Enrichetta Maria presso la citt di Greenwich. Pochi anni dopo, nel 1638 riusc a far approdare in Inghilterra anche la figlia di Orazio, Artemisia
Gentileschi di cui conserv un celebre dipinto, l'Autoritratto in veste di Pittura.

Entro l'aprile 1632, Van Dyck era giunto per la seconda volta in Inghilterra. Accolto con tutti gli onori, fu presentato al re, che aveva conosciuto anni prima come principe di Galles,
e prese alloggio a Londra, presso la dimora di Edward Norgate, scrittore d'arte, a spese della Corona.[27] In seguito cambi residenza per stabilirsi a Blackfriars, lontano
dall'influenza della Worshipful Company of Painter-Stainers, importante organizzazione di pittori londinese. In questa grande casa, dono del re, con un giardino sul Tamigi, riceveva ospiti e spesso eseguiva i suoi dipinti.
Pochi mesi dopo, il 5 luglio 1632 Carlo I gli confer il titolo nobiliare di baronetto, nominandolo membro dell'Ordine del Bagno e gli garant una rendita annua di duecento sterline, oltre a rendere ufficiale la sua nomina a
primo pittore di Corte.[28] Bellori si espresse in questo modo sul periodo inglese di Van Dyck:
Contrastava egli con la magnificenza di Parrasio, tenendo servi, carrozze, cavalli, suonatori, musici e buffoni, e con questi trattenimenti dava luogo a tutti li maggiori personaggi, cavalieri
e dame, che venivano giornalmente a farsi ritrarre in casa sua. Di pi trattenendosi questi, apprestava loro lautissime vivande alla sua tavola, con ispesa di trenta scudi il giorno.[29]
Tuttavia, nel 1634, per circa un anno, Van Dyck decise di trasferirsi ad Anversa e a Bruxelles, per far visita alla famiglia. Dopo aver acquistato una tenuta ad Anversa, in aprile fu
chiamato a Bruxelles. Qui assistette all'entrata in citt del Cardinale-Infante Ferdinando d'Asburgo, fratello del re Filippo IV di Spagna, nuovo reggente dei Paesi Bassi spagnoli.
Van Dyck ritrasse numerose volte il nuovo reggente e numerosi esponenti del clero e dell'aristocrazia. Uno dei pi ambiziosi ritratti di gruppo di questi anni il Ritratto del conte
Johannes di Nassau Siegen e la sua famiglia. Nel corso del suo soggiorno a Bruxelles incontr anche Tommaso Francesco di Savoia, primo principe di Carignano e comandante
generale delle forze spagnole nei Paesi Bassi, di cui esegu un grande ritratto equestre, in cui il principe appare in tutta la sua maest, tenendo con fermezza uno splendido cavallo
bianco mentre si impenna. Questo ritratto fu anche modello per il Ritratto del conte-duca di Olivares a cavallo di Diego Velzquez.[30] Poco prima del suo ritorno in Inghilterra, Van
Dyck fu chiamato ad eseguire un grande ritratto di gruppo raffigurante tutti i membri del Consiglio cittadino e del borgomastro, coloro che avevano il compito di governare la citt. Il
quadro era destinato alla sala del tribunale del Municipio di Bruxelles. Durante il bombardamento francese su Bruxelles ordinato dal maresciallo de Villeroi nel 1695, il dipinto and
distrutto.[31]
Tornato a Londra, Van Dyck entr a far parte del folto gruppo di cortigiani cattolici fedeli alla regina Enrichetta Maria, tra cui Kenelm Digby ed Endymion Porter. Il re si fece ritrarre
innumerevoli volte, in ritratti singoli, accompagnato dalla regina o dai figli. La tela pi famosa di Carlo assieme alla sua famiglia il Greate Peece, di grande formato e raffigurante il
re e la regina seduti: accanto al sovrano sta in piedi il piccolo Carlo, principe del Galles, mentre fra le braccia della regina siede Giacomo, duca di York. La regina fu altrettanto
esigente con Van Dyck, che la ritrasse in molte tele, tra cui il pi celebre La regina Enrichetta Maria con il nano Jeffrey Hudson, in cui Enrichetta, con abiti da caccia raffigurata
in compagnia del suo nano Jeffrey Hudson. Alla regina, piuttosto bassa, Van Dyck addolc la forma del naso e la mascella, enfatizzando il candore della carnagione.[32] Carlo
commission anche dipinti raffiguranti i suoi figli, come I tre figli maggiori di Carlo I, un ritratto di nobilt tra i pi riusciti, suggestivo quanto sontuoso, poi inviato dalla regina a sua
sorella la duchessa di Savoia e I cinque figli maggiori di Carlo I.

Il principe Tommaso Francesco di


Savoia Carignano , 1634

Oltre a dipingere, Antoon apriva la sua casa alla migliore nobilt e si intratteneva con musici e buffoni; offriva banchetti, possedeva servi, carrozze e cavalli. Uno dei pi assidui frequentatori della casa di Van Dyck era
proprio Carlo I, che fece addirittura fare delle modifiche al giardino della casa del suo pittore perch potesse raggiungerlo facilmente via fiume.[33] Nella casa di Van Dyck visse anche la sua amante, Margaret Lemon,
ritratta pi volte in vesti allegoriche e mitologiche. Si dice che la donna fosse talmente gelosa di Antoon che una volta tent di mordergli un dito della mano per impedirgli di ritrarre delle signore.[34] Nel 1640 Antoon
decise di prendere moglie e, ormai quarantenne, spos una nobildonna scozzese, Mary Ruthven, dama di compagnia della regina. Ma l'unica sua attivit a Londra era quella di ritrattista, mentre egli sognava un progetto
pi grande, un ciclo pittorico di carattere di storico.[35] Aveva iniziato la realizzazione di una serie di arazzi volti all'esaltazione dell'antico Ordine della Giarrettiera, che per non ebbe seguito. Quando nel maggio 1640

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Ritratto di Thomas Killigrew e Lord


William Crofts, 1638

mor Rubens, gli venne offerto di andare ad Anversa a dirigere la sua bottega. Mentre stava per partire, gli venne riferito che il re di Francia
Luigi XIII era alla ricerca di un artista che decorasse le sale principali della reggia del Louvre. Era ci che stava aspettando da anni; nel
gennaio 1641 si rec a Parigi, rientrando a Londra in maggio. In questa occasione dipinse il doppio ritratto Ritratto di Guglielmo II di
Nassau-Orange e la principessa Maria, per celebrare le nozze tra i due principi. In ottobre si rec ad Anversa e poi di nuovo a Parigi, dove
ricevette la notizia che la decorazione del Louvre era stata affidata a Nicolas Poussin e a Simon Vouet e dove fu costretto a rifiutare
l'esecuzione del ritratto di un cardinale (non si sa se Richelieu o Mazzarino).[36] Per motivi di salute dovette fare precipitosamente ritorno a
Londra. Il re invi presso la dimora di Van Dyck il suo medico personale, offrendogli trecento sterline se fosse riuscito a salvare la vita del
suo pittore. Il 1 dicembre 1641 lady Van Dyck diede alla luce la loro prima figlia, Justiniana. Qualche giorno dopo Antoon fece testamento, a
favore della figlia, della moglie, delle sorelle e di una figlia naturale che aveva avuto ad Anversa.[35] Il 9 dicembre Antoon van Dyck mor
nella sua casa di Blackfriars e venne sepolto alla presenza della corte nella Cattedrale di San Paolo. La tomba and distrutta pochi anni
dopo, insieme alla Cattedrale stessa, nel Grande incendio di Londra nel 1666.

L'artista e le opere

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Carlo I a cavallo, 1637

La vicenda di Van Dyck per molti versi assimilabile a quella di Raffaello: entrambi morirono giovani, entrambi morirono prima di vedere l'uno le atrocit del Sacco di Roma, l'altro i
disordini della guerra civile.[37] Van Dyck mor prima di vedere il suo re processato e decapitato dinnanzi al suo palazzo di Whitehall. All'esecuzione del re, segu la dispersione della
sua collezione artistica, che contava 1570 dipinti, tra cui i molti eseguiti da Van Dyck; tra i maggiori compratori Filippo IV di Spagna ed il cardinale Giulio Mazzarino.
Van Dyck fu soprattutto ritrattista; ma non vanno dimenticati i suoi lavori di carattere religioso e mitologico.

Rubens e Van Dyck [modifica wikitesto]


I primi contatti fra Rubens ed il giovane Van Dyck risalgono al 1615, quando Antoon aveva aperto una bottega personale. Molti importanti pittori di Anversa, come Frans Snyders,
facevano visita alla bottega, per dare consigli o anche semplicemente per osservare il lavoro del giovane talento.[38] Qualche anno dopo Antoon entr effettivamente nella bottega
di Rubens, di cui aveva potuto ammirare le grandi pale conservate nelle chiese cittadine. Durante il loro periodo di collaborazione erano soliti agire in questo modo: Rubens
cercava i committenti, preparava i bozzi ed i disegni preparatori, ma poi era Van Dyck ed eseguire il dipinto. Testimoni di ci sono le numerose opere del periodo, come le Storie di
Decio, di carattere profano, e la decorazione del soffitto della chiesa del Ges di Anversa, di carattere sacro.[39] Secondo alcune fonti, Van Dyck fu dunque ammiratore ed allievo di
Rubens, ma anche un assistente ed un amico, come testimonierebbe il Ritratto di Isabella Brant, raffigurante la prima moglie di Rubens, regalato al grande pittore da Antoon ed i
ritratti di Van Dyck eseguiti da Rubens, che lo aveva definito come il migliore dei suoi allievi.[40] Altre fonti invece fanno apparire Van Dyck come un ammiratore sincero di Rubens in
giovent, che identificava come un modello per i suoi dipinti, ma che col passare del tempo era divenuto una presenza troppo ingombrante nella piccola realt delle Fiandre, tanto
da costringere il giovane Antoon a cercare fortuna prima in Inghilterra, poi in Italia. Ed anche Rubens, quando si accorse delle capacit del giovane allievo, che avrebbe potuto
mettere in ombra il suo nome, fece di tutto per allontanarlo da Anversa, procurandogli lettere di raccomandazione e garantendogli l'aiuto di ricchi gentiluomini, sia inglesi, come il
conte di Arundel, sia italiani.[41]

Ritratto di Isabella Brant, 1621

Dipinti religiosi [modifica wikitesto]


All'inizio della sua formazione, nella bottega di Van Balen, il giovane Antoon si ciment principalmente nella realizzazione di opere a carattere religioso. Nell'Anversa appena
riconquistata dal cattolicesimo romano, il genere pittorico pi richiesto era proprio quello religioso e biblico. La prima grande commissione che ricevette Van Dyck fu proprio
l'incarico di realizzare dipinti raffiguranti i dodici apostoli. Con l'avvicinarsi alla bottega di Rubens gli incarichi religiosi crebbero notevolmente. Rappresentativa dei dipinti pittorici a
carattere sacro della produzione di Van Dyck la tela L'imperatore Teodosio e sant'Ambrogio del 1619-20.
Questa grande tela rappresenta l'incontro tra il peccatore Teodosio I e l'arcivescovo di Milano Ambrogio. Per la realizzazione della tela, Van Dyck fece riferimento a L'imperatore
Teodosio e sant'Ambrogio, che aveva eseguito qualche anno prima assieme a Rubens. Tuttavia le differenze appaiono chiare: nel dipinto di Van Dyck, conservato a Londra ed
attualmente esposto a Roma a Palazzo Venezia, l'imperatore senza barba, lo sfondo architettonico maggiormente evidenziato, e oltre al pastorale, si stagliano nel cielo diverse
armi, portate dal seguito di Teodosio. E mentre nella tela conservata a Vienna di Rubens sul mantello del vescovo si possono vedere ritratti Cristo e san Pietro, che sottolineano
l'autorit di Ambrogio, in quella di Van Dyck il mantello si presenta come un esempio di grande bravura nella realizzazione pittorica di stoffe e ricami. Altra aggiunta di Van Dyck il
cane, posto ai piedi dell'imperatore.[42] Le pennellate sono, nel dipinto di Londra, date con energia e vigore, mentre in quella di Vienna appaiono pi morbide e leggere.

L'imperatore Teodosio e
sant'Ambrogio

Dipinti storici e mitologici [modifica wikitesto]


Non presenti costantemente come i dipinti religiosi o i ritratti, i dipinti a carattere mitologico e storico accompagnano comunque tutta la produzione di Van Dyck. Durante il periodo di
collaborazione con Rubens, a Van Dyck fu, per esempio, affidato un ciclo di dipinti che raccontassero ed esaltassero la vita e le imprese del romano Decio Mure. Tra i suoi dipinti
pi celebri La continenza di Scipione e Sansone e Dalila. Dopo essere rientrato dall'Italia ed aver visto numerose opere di Tiziano, l'esecuzione dei soggetti acquist una nuova
diversa componente dovuta dall'influenza del maestro italiano. Il dipinto pi famoso di carattere mitologico senza dubbio l'Amore e Pische realizzato per il re Carlo I ed ora
propriet della regina Elisabetta II.
Sono fin troppo evidenti in questo dipinto, come in gran parte di quelli a carattere mitologico, i riferimenti alla pittura italiana rinascimentale di Tiziano e Dosso Dossi. Un confronto
con il Bacco e Arianna di Tiziano fondamentale.[43] I soggetti sono rappresentati con una delicatezza ricercata, le pennellate rotonde ed i lineamenti perfettamente definiti. Forte
anche la componente allegorica: Amore sta giungendo a salvare Psiche, dopo che questa, come racconta Apuleio nell'Asino d'oro, caduta in un sonno mortale. Dietro al corpo di
Psiche, abbandonato su una roccia con morbidezza, si stagliano due grandi alberi, l'uno rigoglioso, a simboleggiare la vita, l'altro arso e spoglio, a simboleggiare lo spirito
aleggiante della morte. Questa tela caratterizzata da un forte sentimento di partecipazione, inserito in una delicata e lirica atmosfera idilliaca.[44]

Amore e Psiche

Ritratti del periodo italiano [modifica wikitesto]


La principale attivit di Van Dyck in Italia, e a Genova in particolare, fu quella di ritrattista. La nobilt genovese, che aveva conosciuto l'abilit di Rubens qualche anno prima, non
volle lasciarsi sfuggire l'opportunit di farsi ritrarre dal migliore allievo del maestro fiammingo. Del resto i rapporti di Van Dyck con l'aristocrazia genovese precedettero il suo stesso
arrivo presso la Superba. documenatato, infatti, che il primo ritratto di un nobile genovese, quello di Gio. Agostino Balbi (ritratto non ancora identificato o perduto), sia stato
eseguito ad Anversa, prima dell'arrivo di Van Dyck in Italia. Giunto a Genova fu proprio la casata Balbi ad assegnargli le prime commesse, imitata poi da gran parte del ceto
gentilizio locale. Ecco cos che a Van Dyck furono commissionati numerosissimi ritratti, singoli o di gruppo. Fu in questa occasione che Van Dyck dimostr di essere molto abile
anche nel ritrarre bambini, gruppi familiari e uomini a cavallo. Fra i ritratti di gruppo del periodo genovese il pi conosciuto La famiglia Lomellini.
Come per la maggior parte dei ritratti del periodo genovese anche nel caso dei Lomellini non si conoscono con certezza i nomi dei personaggi ritratti: si suppone comunque che
siano la seconda moglie, i due figli maggiori ed i due figli minori di Giacomo Lomellini, allora Doge della Repubblica di Genova. Nel dipinto - tra i pi complessi fra quelli del periodo
italiano - il figlio maggiore del Doge, Nicol, inserito sotto un arco trionfale, rappresentato vestito con l'armatura mentre regge in mano una lancia spezzata, simbolo della difesa
cittadina (allora in guerra con i Savoia) mentre la donna ed i bambini sono rappresentati sotto ad una statua di Venus pudica, a rappresentare la difesa della sfera familiare.[45]
La famiglia Lomellini

Non solo a Genova, comunque, Van Dyck ebbe occasione di dimostrare il suo talento di ritrattista. Anche in alcune altre tappe del suo soggiorno italiano il maestro di Anversa esegu celebri e bellissimi ritratti. A Roma,
infatti, ritrasse nel 1623 il cardinale Bentivoglio, mentre a Palermo, nel 1624, realizz quello del vicer Emanuele Filiberto di Savoia.

Ritratti del periodo inglese [modifica wikitesto]


Durante la sua permanenza a Londra, Van Dyck ritrasse numerosi personaggi della corte e della piccola nobilt, ma anche membri della famiglia reale. I committenti sono spesso
ritratti a figura intera, come nel caso del Ritratto di Lord John e Lord Bernard Stuart oppure del Ritratto di Thomas Wentworth, I conte di Strafford, ma di frequente sono
rappresentati seduti o a mezzo busto, come il ritratto Dorothy Savage, viscontessa Andover e sua sorella Elizabeth, Lady Thimbleby. Uno dei migliori e pi interessanti lavori del
periodo inglese il ritratto Carlo Ludovico e Rupert, principi palatini.
Il dipinto rappresenta i due figli del re d'Inverno Federico V, giunti alla corte dello zio Carlo I alla ricerca di aiuti finanziari e militari per il padre, in esilio a L'Aia. Carlo Luigi, sulla
destra, il maggiore dei fratelli, mentre Rupert, sulla destra, il minore. Carlo Luigi, pi motivato nel recupero del trono perduto, rappresentato con il bastone del comando
militare in mano mentre fissa direttamente l'osservatore con uno sguardo a met tra la rassegnazione e la combattivit. Rupert invece, pi slanciato del fratello, guarda l'orizzonte
con occhi stanchi e non poggia la mano sulla spada come il fratello, ma l'avvicina al busto con noncuranza. Il primo far di tutto per recuperare la dignit paterna, combattendo
anche contro lo zio Carlo I, che aveva rifiutato aiuti militari, mentre il secondo rimarr alla corte inglese e combatter durante la guerra civile divenendo uno dei simboli della fedelt
realista.

Carlo Ludovico e Rupert, principi


palatini

Ritratti di Carlo I [modifica wikitesto]


Il personaggio che pi volte appare nei ritratti eseguiti da Van Dyck senza dubbio Carlo I Stuart, re d'Inghilterra e suo protettore munifico. Van Dyck lo rappresent circondato dalla famiglia, con la sola moglie
Enrichetta, ma soprattutto singolarmente. I dipinti sono di vario formato ed il sovrano raffigurato in pose differenti: a cavallo, come nel caso del Carlo I a cavallo, a figura intera, come nel Le Roi la chasse, a mezzo busto

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come nel Re Carlo I e la regina Enrichetta Maria ed infine in pi posizioni, come nel Triplo ritratto di Carlo I, poi inviato a Roma presso la bottega di Bernini. Il pi ambizioso dei
ritratti di Carlo il ritratto equestre in cui il sovrano appare in compagnia del suo insegnante di equitazione.
Nel Ritratto di Carlo I con M. de Saint-Antonie suo maestro di equitazione, Van Dyck realizza il pi solenne dei ritratti equestri del sovrano: Carlo sta attraversando un arco di
trionfo, dal quale ricadono pesanti drappi verdi, veste l'armatura e tiene in mano il bastone del comando mentre cavalca uno splendido cavallo bianco. Se la descrizione si fermasse
a questo punto sembrerebbe un dipinto di qualche generale vittorioso: ma a sottolineare che addirittura il re il personaggio ritratto, Van Dyck inserisce alla sinistra del sovrano il
suo maestro di equitazione, che guarda verso questi, dal basso, con uno sguardo di sottomissione e venerazione; alla sinistra invece un grande stemma che reca i simboli della
dinastia reale Stuart ed una imponente corona. Oltre all'amore, sconfinato, del sovrano per l'arte, Carlo la vedeva anche come un potente mezzo di propaganda politica,
specialmente in anni difficili come quelli appena precedenti la guerra civile.

Ritratto di Carlo I con M. de SaintAntonie suo maestro di equitazione

Dipinti olio su tela

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Ritratto di uomo settantenne (1613)


Autoritratto (1613-14)
Il martirio di San Sebastiano (1615-16)
Il martirio di San Pietro (1615-16)
San Gerolamo (1616-17)
Achille tra le figlie di Licomede (1616-18), in collaborazione con Rubens
Decio Mure congeda i littori (1616 circa), in collaborazione con Rubens
Ritratto di uomo e della moglie (1617-18),
Ritratto di famiglia (1617-18)
Cristo che porta la Croce (1617-18)
Autoritratto (1617-18)
L'imperatore Teodosio e sant'Ambrogio (1617-18), in collaborazione con Rubens
Cristo benedice i fanciulli (1618 circa)
Penitenza di san Gerolamo (1618 circa)
Sileno ebbro (1618-19)
Nozze mistiche di Santa Caterina (1618-20)
Ritratto d'uomo (probabilmente il signor Vinck) (1619 circa)
Ritratto di signora (probabilmente la signora Vinck) (1619 circa)
Ritratto di famiglia (1619 circa)
Il martirio di san Sebastiano (1619-20)
San Martino e il povero (1620 circa)
L'imperatore Teodosio e sant'Ambrogio (1619-20)
Sansone e Dalila (1618-20)
Sileno ebbro (1620 circa)
La cattura di Cristo (1620 circa)
La cattura di Cristo (1620 circa)
La cattura di Cristo (1620 circa)
Thomas Howard, secondo conte di Arundel (1620-21)
Autoritratto (1620-21)
La continenza di Scipione (1620-21)
Susanna e i vecchioni (1620-21)
Sir George Villiers, futuro duca di Buckingham, e la moglie, Lady Katherine, come Venere e Adone (1620-21)
Ritratto di Isabella Brant (1621)
Ritratto di Frans Snyders e di sua moglie Margareta de Vos (1621 circa)
Ritratto di Margareta de Vos (1621 circa)
Ritratto di Frans Snyders (1621 circa)
Madre con bambino (1621 circa)
Ritratto di Lady Theresa Shirley (1622)
Ritratto di Sir Robert Shirley (1622)
Autoritratto (1622-23 circa)
Ritratto di Alessandro Giustiniani in veste di senatore (1622-23)
La lapidazione di santo Stefano (1622-24)
Ritratto di Franois Duquesnoy (1623)
Ritratto di Elena Cattaneo (1623)
Ritratto di Filippo Cattaneo (1623)
Ritratto di Maddalena Cattaneo (gi nota come Clelia Cattaneo) (1623)
Ritratto del cardinale Guido Bentivoglio (1623)
Ritratto di George Gage con due uomini (1623)
Ritratto di Emanuele Filiberto, principe di Savoia (1624)
Santa Rosalia in gloria incoronata da due angeli (1624)
Le quattro et della vita (1625 circa)
Ritratto di nobildonna genovese con il figlio (1625 circa)
Ritratto di nobildonna genovese con la figlia (1625 circa)
La moneta del tributo (1625 circa)
Ecce Homo (1625-26 circa)
La Vergine del Rosario (1625-27)
Ritratto di bambini della famiglia Balbi (1625-27)
La famiglia Lomellini (1625-27)
Ritratto di nobiluomo genovese con due bambini (1625-27)
Ritratto di uomo in armatura (1625-27 circa)
Ritratto di signora genovese (Porzia Imperiale) con la figlia (1625-27 circa)
Ritratto dei pittori Lucas e Cornelius de Wael (1627 circa)
Ritratto equestre di Anton Giulio Brignole-Sale (1627)
Ritratto di Paolina Adorno, marchesa di Brignole-Sale (1627)
Francesco Orero in adorazione del Crocifisso in presenza dei santi Francesco e Bernardo (1627)
Ritratto di Peeter Stevens (1627)
Ritratto di Anna Wake (1628)
Ritratto di Nicholas Lanier (1628)
Estasi di sant'Agostino (1628)
Compianto sul Cristo Morto (1628 circa)
Ritratto del pittore Jean de Wael e della moglie Gertrude de Jode (1629)
Jean-Charles della Faille (1629)
Incoronazione di Santa Rosalia (1629)
Cristo crocifisso con san Domenico e santa Caterina da Siena (1629)
Rinaldo e Armida (1629)
Madonna col Bambino e santa Rosalia, san Pietro e san Paolo (1629)
Ritratto di Maria Luisa de Tassis (1629 circa)
Gli incisori de Jode (1629 circa)
Ritratto di Antonio de Tassis (1626-32)
La visione del beato Herman Joseph (1630)

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Madonna col Bambino e due donatori (1630)


Sansone e Dalila (1630 circa)
Riposo nella fuga in Egitto (1630 circa)
Le nozze mistiche di santa Caterina (1630 circa)
L'innalzamento della Croce (1630-31)
Crocifissione (1630-32)
Madonna col Bambino e sant'Antonio da Padova (1630-1632)
Ges sulla Croce fra due ladroni (1630-32 circa)
Achille tra le figlie di Licomede (1631-32)
Ritratto di Rupert, principe Palatino (1631-32)
Ritratto di Carlo Luigi, principe Palatino (1631-32)
Sant'Antonio da Padova e il mulo di Rimini (1631 circa)
Ritratto di Maria de' Medici (1631)
Ritratto di Gastone d'Orlans (1631)
Re Carlo I e la regina Enrichetta Maria (1632)
Ritratto di Enrichetta Maria (1632)
Carlo I ed Enrichetta Maria con i due figli maggiori (1632)
Ritratto di Philippe le Roy (1632)
Sir Kenelm e Lady Digby con i due figli maggiori (1632)
La regina Maria Enrichetta (1632)
Ritratto di Philip, Lord Wharton (1632 circa)
Autoritratto con girasole (1632-33)
La regina Enrichetta Maria con il nano Jeffrey Hudson (1633)
Ritratto di Marie de Raet (1633)
Ritratto di Thomas Wentworth, I conte di Strafford (1632-33)
Lady Venetia Digby sul suo letto di morte (1633)
Ritratto di Frances Howard, duchessa di Lennox e Richmond (1633)
Ritratto di Carlo I con M. de Saint-Antonie suo maestro di equitazione (1633)
Ritratto di Lady Venetia Digby come "Prudenza" (1633-34 circa)
Ritratto di Venetia Digby come Prudenza (1633-34 circa)
Ritratto di James Stuart, duca di Lennox e Richmond (1633-34)
James Stuart, duca di Lennox e Richmond (1634 circa)
Ritratto di Robert Rich, secondo conte di Warwick (1634 circa)
Ritratto di William Feilding, primo conte Denbigh (1633-34)
Ritratto di Henry Danvers, conte di Danby(1633-35 circa)
Enrichetta di Lorena con un servitore negro (1634)
Ritratto di Philip Herbert, quarto conte di Pembroke (1634 circa)
Ritratto del conte Johannes di Nassau-Siegen e la sua famiglia (1634)
Ritratto di donna anziana (1634)
Ritratto di Cesare Alessandro Scaglia di Verrua, abate di Staffarda e Mandanici (1634-35)
L'abate Scaglia che adora la Vergine e il Bambino (1634-35)
Il principe Tommaso Francesco di Savoia Carignano (1634)
Compianto sul Cristo morto (1634)
Ritratto di Justus van Meerstraeten (1634-35)
Ritratto di Quentin Simons (1634-35)
Franois Langlois come savoiardo (1634-37 circa)
Compianto sul Cristo morto (1635)
Triplo ritratto di Carlo I (1635)
I tre figli maggiori di Carlo I (1635)
George Villiers, secondo duca di Buckingham, e Lord Francis Villiers da bambini (1635)
I tre figli maggiori di Carlo I (1635)
Autoritratto con Sir Endymion Porter (1635 circa)
Ritratto di dama (1635 circa)
Philip Herbert, quarto conte di Pembroke e la sua famiglia (1635 circa)
Ritratto di Carlo I a caccia (1635 circa)
Il conte Arundel con il nipote Lord Malgravers (1635-36)
Carlo I in abiti regali (1636)
Carlo I a cavallo (1636 circa)
Ritratto di ragazza come Erminia (Margaret Lemon) (1636-40)
La principessa Elisabetta e la principessa Anna (1637)
George, Lord Digby, e William, Lord Russell (1637 circa)
Carlo Ludovico e Rupert, principi palatini (1637)
I cinque figli maggiori di Carlo I (1637)
Dorothy Savage, viscontessa Andover e sua sorella Elizabeth, Lady Thimbleby (1637 circa)
Thomas Killigrew e Lord William Crofts (1638)
Ritratto di Sir Thomas Hanmer (1638 circa)
Ritratto di Lord John e Lord Bernard Stuart (1638 circa)
Ritratto di Lady Anne Carr, contessa di Bedford (1638 circa)
Anne Kirke e Anne Dalkeith (1638 circa)
Elizabeth Villiers, Lady Delkeith e Cecilia Killigrew (1638 circa)
La regina Enrichetta Maria, profilo destro (1638)
La regina Enrichetta Maria vista di fronte (1638)
Amore e Psiche (1638-40 circa)
Ritratto di Arthur Goodwin (1639)
La signora Arthur Goodwin (1639)
Thomas Howard, secondo conte di Arundel con Aletheia, contessa di Arundel (1639)
L'abate Cesare Alessandro Scaglia (1639-40)
Thomas Wentworth, conte di Strafford, con Sir Philip Mainwaring (1639-40)
Philadelphia ed Elizabeth Wharton (1640)
La moglie di Endymion Porter (1640 circa)
Rachel de Ruvigny, contessa di Southampton, come Fortuna (1640 circa)
Ritratto di Guglielmo II di Nassau-Orange e la principessa Maria (1641)

Dipinti olio su tavola

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Quadro votivo della famiglia Goubau, (1615 circa)


San Matteo (1615-16)
San Giacomo Maggiore (1615-16)
Ritratto di Hendrik van Thulden (1617 circa)
Ritratto di Martin Rijckaert (1630 circa)
Ritratto d'uomo (1618)
Ritratto di signora (1618)
Ritratto di Maria van de Wouwer-Clarisse (1618-19)
San Bartolomeo (1619-20)
San Giacomo Maggiore (1619-20)
Ritratto di Cornelius van der Geest (1619-20)
Ritratto di un membro della famiglia Charles (1620)
San Martino e il povero (1618-20 circa)
L'estasi di sant'Agostino (1628 circa)

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L'estasi di sant'Agostino (1630 circa)


Amarilli e Mirtillo (1631-32)
Ritratto equestre (il duca d'Epernon) (1634-35)
I membri del consiglio municipale di Bruxelles (1634-35)

Principali musei

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Galleria degli Uffizi, Firenze


Palazzo Rosso, Genova
Pinacoteca Capitolina, Roma
Galleria Sabauda, Torino
Kunsthistorisches Museum, Vienna
Alte Pinakothek, Monaco di Baviera
Gemldegalerie, Berlino
Museo del Louvre, Parigi
National Gallery, Londra
Royal Collection, Windsor
Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
Museo del Prado, Madrid
National Gallery, Washington

Note

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1. ^ Bellori, Vite, p. 271.


2. ^ Il modo originale di scrivere il nome e cognome in olandese "Antoon van Dijck" (prouncia: van dik). Durante i suoi viaggi l'artista ha visto adattare il proprio nome al luogo di permanenza: cos si sono generati gli altrettanto
corretti "Anthony" (inglese), "Antonio" od "Anthonio" (italiano) ed "Antoine" (francese). Il cognome venne cambiato quando l'artista lasci il Belgio, e viene adattato in "van Dyck", "Van Dyck" (modo recentemente caduto in disuso) o,
pi raramente, in "van Dyke".
3. ^ Brown, Van Dyck 1599-1641, p.35
4. ^ Bodart, Van Dyck, p.6
5. ^ Brown, p.38-39
6. ^ Brown, p.40
7. ^ Rubens era infatti stato istruito presso la corte della contessa di Ligne.
8. ^ Bodart, pp.12-13
9. ^ Bodart, p.16
10. ^ a b Brown, p.20
11. ^ Il ritratto del cardinale Barberini andato perduto.
12. ^ Bodart, p.17
13. ^ a b Brown, p.22
14. ^ La Schildersbent, "banda di pittori", si era costituita tra il 1621 ed il 1623: i pittori che ne facevano parte erano per lo pi paesaggisti e caravaggeschi olandesi. (Bodart, p.18)
15. ^ Bellori, p.274
16. ^ Bodart, p.20
17. ^ Van Dyck scrisse dell'incontro con Sofonisba Anguissola: "Mentre le facevo il ritratto mi diede molti spunti, come quello di non prendere la luce troppo dall'alto, altrimenti l'ombra delle rughe della vecchiaia diventa troppo forte, e
molti altri buoni consigli, mentre mi raccontava episodi della sua vita..." (Brown, p.23)
18. ^ Bodart, pp.20-21
19. ^ Bodart, pp.25-26
20. ^ a b Brown, p.24
21. ^ Brown, p.27
22. ^ "Atlante della pittura - Maestri fiamminghi" di Luigi Mall, ediz. De Agostini, Novara, 1965 (alla pag.50 - voce "Antoon van Dyck")
23. ^ a b Bodart, p.33
24. ^ Brown, p.28
25. ^ Brown, p.79
26. ^ Brown, p.80
27. ^ Bodart, p.38
28. ^ Mller Hofstede, Van Dyck, p.56
29. ^ Bellori, p.278
30. ^ Brown, p.275-276
31. ^ Brown, p.288
32. ^ Brown, p.29
33. ^ Mller Hofstede, p.59
34. ^ Hofstede, p.60
35. ^ a b Brown, p.31
36. ^ Mller Hofstede, p.63
37. ^ Bodart, p.46
38. ^ Bodart, p.7
39. ^ L'intero ciclo pittorico eseguito da Van Dyck and perduto nel 1718, in seguito all'incendio della chiesa. (Bodart, p.7)
40. ^ Bodart, p.8
41. ^ Brown, p.19
42. ^ Brown, pp.134-135

Bibliografia

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Giovanni Pietro Bellori, Vite de' pittori, scultori e architecti moderni, Torino, Einaudi, 1976, ISBN 88-06-34561-3.
Maria Grazia Bernardini (a cura di), Van Dyck - Riflessi italiani, catalogo della mostra - Milano, Palazzo Reale 2004, Milano, Ed. Skira, 2004, ISBN 88-8491-850-2.
Didier Bodart, Van Dyck, Prato, Giunti, 1997, ISBN 88-09-76229-0.
Christopher Brown, Antonie Van Dyck 1599-1641, Milano, RCS Libri, 1999, ISBN 88-17-86060-3.
Sergio Guarino, Pinacoteca Capitolina Catalogo Generale, Milano, Electa, 2006, ISBN 978-88-370-2214-3.
Justus Mller Hofstede, Van Dyck, Milano, Rizzoli/Skira, 2004.
Erik Larsen, L'opera completa di Van Dyck 1613-1626 vol. 1, Milano, Rizzoli, 1980.
Erik Larsen, L'opera completa di Van Dyck 1626-1641 vol. 2, Milano, Rizzoli, 1980.
Stefano Zuffi, Il Barocco, Verona, Mondadori, 2004, ISBN 88-370-3097-5.
Marco Horak, Van Dick tra i grandi ritrattisti nelle raccolte piacentine, in "Panorama Musei", Anno XVI, n. 2, agosto 2011.
Van Dyck a Genova. Grande pittura e collezionismo, catalogo della mostra (Genova, Palazzo Ducale, 22 marzo - 13 luglio 1997), a cura di Susan J. Barnes, Piero Boccardo, Clario Di Fabio, Laura Tagliaferro, Milano
1997

Voci correlate

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Pieter Paul Rubens


Carlo I d'Inghilterra
Enrichetta Maria di Borbone-Francia
Endymion Porter
Jan van Eyck
Opere di Antoon van Dyck

Altri progetti

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Commons contiene immagini o altri file su Antoon van Dyck

Collegamenti esterni

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Vita di Antonio van Dyck, da Le Vite de' pittori scultori e architetti moderni di Bellori .
(EN) Sito ufficiale della National Portrait Gallery di Londra .
(EN) Sito ufficiale della Royal Collection di Windsor .
(EN) Sito ufficiale della Frick Collection di New York .
Predecessore

Primo pittore di corte

Successore

Titolo non riconosciuto

1632 - 1641

Sir Peter Lely

Portale Biografie

Portale Inghilterra degli Stuart

Portale Pittura

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