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Hieronymus Bosch
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Hieronymus Bosch (pronuncia olandese [ijeonims bs]), nome d'arte di Jeroen Anthoniszoon van Aken[1] (pronuncia [jrun ntonson vn ak]) ('s-Hertogenbosch,
2 ottobre 1453 's-Hertogenbosch, 9 agosto 1516) stato un pittore olandese.
Firm alcuni dei suoi dipinti con Bosch (pronunciato come Boss in olandese). In spagnolo viene spesso chiamato El Bosco; in italiano talvolta designato come Bosco di Bolduc
(da Bosch e Bois le Duc, traduzione francese di 's-Hertogenbosch = Bosco Ducale, citt natale di Bosch).
La ricchezza di inventiva nelle sue opere, vere e proprie visioni, ha chiamato in causa dottrine diverse, tra esse la psicoanalisi, ciascuna delle quali dette una propria lettura, talvolta
anche non compatibile storicamente. Sicuramente la sua opera and di pari passo con le dottrine religiose e intellettuali dell'Europa centro-settentrionale che, al contrario
dell'Umanesimo italiano, negavano la supremazia dell'intelletto, ponendo piuttosto l'accento sugli aspetti trascendenti e irrazionali: ne sono esempio le prime elaborazioni di Martin
Lutero e le opere di Sebastian Brandt ed Erasmo da Rotterdam[2].
Con grande ironia, Bosch mise in scena i conflitti dell'uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa, quindi la caduta nel vizio e il destino infernale per redimersi dal quale
appare il riferimento alle vite dei santi, attraverso l'imitazione della loro vita dedita alla meditazione anche se circondati dal male, sia nelle tavole con la Passione di Cristo,
attraverso la meditazione sulle pene sofferte dal Cristo, per riscattare dal peccato universale il genere umano, che porta all'immedesimazione stessa del riguardante e alla
salvezza[2].
Bosch non dat mai i suoi dipinti e ne firm solo alcuni. Il re Filippo II di Spagna fu un appassionato collezionista dei suoi lavori, da qualche decennio dopo la morte del pittore; come
risultato la Spagna oggi il paese che in assoluto possiede il maggior numero di opere del pittore, soprattutto al Museo del Prado e al Monastero dell'Escorial a Madrid.
Hieronymus Bosch
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 Origini e ascesa sociale
1.2 Vita di confratello
1.3 Formazione e sviluppo artistico
1.3.1 Il problema della cronologia
1.3.1.1 La commessa di Filippo il Bello
1.4 Anni iniziali
1.5 Anni centrali
1.6 Ultimi anni
2 Citazioni su Bosch
3 Opere
3.1 Dipinti
3.2 Disegni
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Biografia
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Oltre alle opere di carit e alle pratiche devozionali legate all'immagine mariana della Zoete Lieve Vrouw nella principale chiesa cittadina, la confraternita si ispirava alla devotio
moderna dei Fratelli e Sorelle della Vita Comune[14]. In campo intellettuale la confraternita pubblicava libri, anche umanistici, e apriva case d'insegnamento della Scuola Latina: due
ne erano state aperte a 's-Hertogenbosch, una nel 1424 e una nel 1480, che tra il 1485 e il 1487 era stata frequentata dall'allora diciassettenne Erasmo da Rotterdam. Sebbene
non esistano collegamenti diretti tra Erasmo e Bosch, evidenti connessioni indirette sono ravvisabili tra i dipinti dell'artista e La nave dei folli di Sebastian Brant, che fece da
principale fonte di ispirazione per l'Elogio della follia[14].
Alcuni studiosi, nel tentativo di spiegare i soggetti della poetica di Bosch, hanno ipotizzato la sua relazione con altre sette, come quella degli Homines intelligentiae (Franger, 1947),
ispirata a un'eresia clandestina che prevedeva il nudismo e il libero amore come tramite per giungere a una rinascita dell'"innocenza paradisiaca" prima del peccato originale,
oppure quella di una cellula superstite dell'eresia catara (Linda Harris, 1995). Si tratta di ipotesi declinate o prese molto scetticamente dalla critica successiva, prive di riscontri
documentali. Altri tentativi hanno coinvolto la teoria degli umori (Larsen, 1998), l'alchimia (Combe, 1946, e Van Lannep, 1966), la farmaceutica (Dixon, 1984), le perversioni
erotiche e l'omosessualit (Gibson, 1983)[15].
Sicuramente l'artista svilupp un proprio stile diverso da quello allora maggiormente in voga, basato sulla finezza dei dettagli e la resa dei volumi plastici, optando per un'esecuzione piatta, a due dimensioni, grafica
anzich pittorica: erede, sotto questo aspetto, dell'arte dell'illustrazione miniata [21]. Circa la tecnica pittorica opportuno citare l'osservazione del primo storico dell'arte olandese che fornisce questa descrizione:
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(FR)
(IT)
Comme nombre d'anciens peintres, il avait coutume de tracer compltement ses compositions sur le blanc du
tableau et de revenir ensuite par une teinte lgre et transparente pour ses carnations, attribuant, pour l'effet, une
part considrable au dessous
Come molti pittori antichi, [Bosch] aveva l'abitudine di tracciare l'intera composizione direttamente sul sostrato
bianco e di ritoccare in seguito il disegno con tratti leggeri e trasparenti di colore per gl'incarnati, ottenendo cos
un effetto che deve molto al sostrato[22][23]
(Le livre des peintres de Carel van Mander : vie des peintres flamands, hollandais et allemands (1604), pag. 169 )
Il problema della cronologia [modifica wikitesto]
La ricostruzione del catalogo dell'artista un'operazione estremamente problematica e controversa, data la generale scarsit di notizie. Nessuna opera infatti datata e pochissimi sono i collegamenti certi tra opere e
commissioni documentate[15]. A ci vanno aggiunti anche i dubbi sull'autografia, anche delle opere firmate o di parti di esse, la presenza di pi versioni della stessa opera (con la difficolt di risalire al prototipo), nonch
gli effetti del successo della sua arte: i suoi lavori erano spesso copiati o imitati, anche da artisti di alta capacit, e nei secoli restauri impropri e ridipinture di parti lacunose hanno alterato la superficie pittorica delle sue
tavole[15]. Tuttora per sormontare queste difficolt ed evitare ricostruzioni puramente congetturali, gli studiosi si affidano alle tecniche di diagnostica artistica. Poich la produzione pittorica interamente composta di
tavole su legno di quercia la dendrocronologia consente di determinare una datazione "alta" delle opere, che ha il merito di isolare dalla produzione autografa le copie tarde perch realizzate su legno abbattuto dopo la
morte dell'artista. L'analisi del disegno preparatorio consentita dalla riflettografia e dalla radiografia permette invece di discernere la tecnica dell'artista relativamente alla preparazione del sostrato pittorico ed
all'applicazione dei colori, e di identificarne alcuni schemi di base suscettibili, nella migliore delle ipotesi, di essere ricondotti a fasi distinte del suo sviluppo stilistico. Tra i contributi pi moderni alla definizione di periodi
stilistici nella produzione dell'artista, oltre ai classici studi di Justi (1889), Dollmayr (1898), Friedlander (1927), Charles de Tolnay (1937), Baldass (1943), Combe (1946), spiccano per l'appunto quelli legati ai restauri[24] e
alle indagini tecnico-scientifiche[25]. In maniera schematica si sogliono distinguere tre periodi della produzione artistica del Bosch[26]: il periodo iniziale (o giovanile) fino al 1490 con i primordi risalenti si suppone al 1470 e
il 1475[27]; il periodo mediano (o maturo) fino al 1505; ed il periodo tardo fino alla morte avvenuta ai primi del mese di agosto del 1516[28]. Questa tripartizione abbastanza tradizionale pu essere complicata in una
sequenza pentapartita la cui scansione distingue il periodo della prima giovinezza (1475-80); quello della seconda giovinezza (1480-85), la fase della prima maturit (1485-1500), quella della seconda maturit (1500-10)
per terminare con il periodo tardo (1510-1516)[29].
La commessa di Filippo il Bello [modifica wikitesto]
Tra gli scarsi documenti che riferiscono della committenza del Bosch spicca quella di Filippo il Bello, che nel settembre del 1504, passa commessa per un grande quadro sul Giudizio universale:
(FR)
(IT)
Septembre l'an XVc quatre.A Jeronimus Van aeken dit bosch paintre dem[eurant] au boisleduc La somme de
trente six livres dud[ict] pris En prest et paiement a bon compte Sur ce quil povoit et pourroit estre deu sur vng
grant tableau de paincture de neuf pietz de hault et vnze pietz de long Ou doit estre le Jugement de dieu assvoir
paradis et Infer que icellui S[eigneu]r lui avoit ordonn faire po[ur] son tres noble plaisir Pour ce icy par sa
quictan[ce]ncy Rend[ue]n lad[icte] somme de XXXVI L[ivres]
Settembre 1504. A Hieronimus Van Aaken detto Bosch pittore dimorante in Bois-le-Duc si versa la somma di
36 lire a titolo di arra [acconto] su ci che sar dovuto per un grande quadro di nove piedi di altezza e undici piedi
di lunghezza[30] che dovr raffigurare il Giudizio di Dio vale a dire l'Inferno e il Paradiso secondo quanto ordinatogli
dal nostro Signore per il suo nobilissimo piacere con la presente si rende quietanza della detta somma
(Lille, Archives dpartementales du Nord, B.2185, f230 v pubblicato in facsimile in : Marijnissen e.a., cit., pagg. 19-20)
Se si potesse ancorare l'analisi cronologica ad una data precisa come quella della commessa di Filippo il Bello, si godrebbe di un punto di riferimento certo. Purtroppo il Giudizio universale di Filippo il Bello non noto
con certezza. Cionnondimeno il dibattito verte sull'ipotesi che la tavola dell'Accademia di Vienna, malgrado le dimensioni pi ridotte e l'assenza di emblemi araldici, possa identificarsi con "il grande quadro" voluto dal
governatore delle Fiandre. cos che la data del 1505 assunta da alcuni studiosi, tra cui l'Elsig, quale asse portante dell'analisi stilistica e da discrimine cronologico. Tale assunto conduce all'attribuzione al periodo
1505-1510 di un gruppo ben definito di opere cardini: il trittico del Giudizio di Vienna, il trittico del Giardino delle delizie; la Salita al Calvario di Gand e l'Incoronazione di spine di Londra. Tutte queste opere sarebbero
accomunate da una maniera pi plastica nella resa delle figure e nell'applicazione dei colori per zone omogenee contrastate. Il prototipo di tale indirizzo stilistico sarebbe il trittico di Vienna che farebbe da tramite tra la
maniera di quello di Lisbona (Tentazioni di sant'Antonio) e quello di Madrid (Giardino delle delizie).
Nel 1504, i documenti riportano il pagamento di 36 livres per un Giudizio Universale commissionato da Filippo il Bello di 9 piedi di altezza per 11 di larghezza, forse il trittico ora a
Vienna o il Giudizio di Monaco. Nel Trittico del Giudizio sia la tavola centrale che le due parti laterali sono all'Accademia di Vienna. Delle parti laterali, la sinistra raffigura il Peccato originale e, sulla faccia esterna, san
Giacomo, mentre la destra raffigura l'Inferno e, sulla faccia esterna, san Bavone; nella parte centrale, in alto, quasi separato dal resto della composizione, il Cristo giudice appoggiato su un arcobaleno mentre ai lati su
nuvole sono la Vergine e san Giovanni Battista con un esiguo numero di eletti; nel resto della composizione viene raffigurato il mondo del peccato e le pene assegnate ai peccatori; qui prevalgono i riferimenti alla
"cucina" e agli arnesi di metallo, infatti gli avari sono cucinati sullo spiedo, gli iracondi appesi a ganci da macello e gli iracondi cucinati in padella.
Tra il 1504 e il 1505, realizza sia il San Giovanni Battista in meditazione, ora a Madrid; sia la tavola con il San Giovanni a Patmos, ora a Berlino, sportello laterale di un perduto trittico, primo dei dipinti cosiddetti meditativi,
in cui il santo, immerso in un paesaggio idilliaco, con toni cristallini che ricordano la pittura giorgionesca, ha la visione di un angelo e della Vergine nel cielo, in basso a destra un diavolo con occhiali, ali e coda di
scorpione, sul retro a grisaglia varie scene della Passione.
Dello stesso periodo il San Cristoforo di Rotterdam, probabilmente per l'altare della Confraternita di Nostra Signore nella Cattedrale della sua citt natale. Del 1505 circa la Salita al Calvario ora nel Palazzo Reale di
Madrid e il San Girolamo in preghiera di Gand, dove i frutti in decomposizione intorno alla grotta del santo, alludono alle tentazioni.
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centrale presenta una composizione, con figure disposte asimmetricamente, inserita in un cerchio. Sempre dello stesso anno la tavola con Tentazioni di sant'Antonio, ora al Prado, in cui il santo non viene distolto dalla
sua meditazione dai demoni che lo circondano.
Dello stesso anno il Trittico dell'adorazione dei Magi di Madrid.
Sempre dello stesso anno circa Il figliol prodigo di Rotterdam. Come scrive Jos Koldeweij: esso rappresenta l'homo viator, il viandante, luomo sul sentiero della sua vita. Minacciato da pericoli e tentazioni, egli deve
continuare il cammino lungo una via spesso stretta o accidentata e irta di ostacoli, in cui si aprono due strade o quella del peccato, simboleggiata dal bordello sulla sinistra che ha per insegna un'oca bianca, simbolo di
lascivia, oppure quella del ritorno che sembra aver imboccato in figliol prodigo la cui iconografia deriva dal ventiduesimo Arcano dei Tarocchi: il Matto.
Il 9 agosto 1516 si celebrano in forma solenne le esequie del pittore nella Cappella di Nostra Signora, appartenente alla Confraternita, nei cui registri ricordato come: Hieronymus Aquen, alias Bosh, insignis pictor.
Pieter Bruegel il Vecchio venne influenzato dall'opera di Bosch e produsse diversi dipinti con uno stile simile, ad esempio il Trionfo della morte del 1562.
Citazioni su Bosch
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La caratteristica veramente sconcertante della pittura di Bosch che, nonostante tutta la profusione di realismo, quasi fin dall'inizio esso si sforza a esprimere l'immateriale.
(Hieronimus Bosch di A. Linfert (1959))
Bosch evoca un male immateriale, un principio di ordine spirituale che deforma la materia, un dinamismo che agisce in senso contrario a quello della natura.
(Jrome Bosch di L. van de Bossche (1944))
Opere
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Grazie alla radiografia, alla riflettografia e alla dendrologia, si sono raccolti dati che hanno stabilito, ad esempio, che alcuni supporti erano troppo "giovani" per essere stati dipinti da Bosch, escludendo dal catalogo opere
come l'Incoronazione di spine dell'Escorial, l'Ecce Homo di Filadelfia le Nozze di Cana di Rotterdam e la Nativit di Colonia[32].
Oggi la cronologia delle opere si basa sulla datazione dendrocronologica[33] combinata all'analisi stilistica[34].
1480
1485
1470
1485
* Trittico del Giardino delle delizie, olio su tavola, 220 195 cm, Madrid, Museo del Prado
1503
1504
1458
1505
* Trittico del Giudizio di Vienna, olio su tavola, 163,7 127 cm, Vienna, Gemldegalerie der Akademie der bildenden Knste
1508
1512
1474
1505
* San Girolamo in preghiera, olio su tavola, 77 59 cm, Gand, Museum voor Schone Kunsten
1505
1474
1504
1505
* Crocifissione con donatore, olio su tavola, 70,5 59 cm, Bruxelles, Muses Royaux des Beaux-Arts de Belgique
1480
1485
1477
1510
1516
* Incoronazione di spine, olio su tavola, 73,7 58,7 cm, Londra, National Gallery
1508
1509
1477
1505
1510
1500
1510
1516
* Trittico dell'Adorazione dei Magi, olio su tavola, 138 72 cm, Madrid, Museo del Prado
* San Giovanni Battista in meditazione, olio su tavola, 48,5 40 cm, Madrid, Museo Lzaro Galdiano
1510
1510
1504
1505
1472
1504
1505
1504
1505
1487
1504
1505
1500
1504
1482
1502
1503
1505
1485
1502
1503
* Venditore ambulante, olio su tavola, 71 70,6 cm, Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen
1510
1486
1502
* Allegoria dei piaceri, olio su tavola, 35,9 31,4 cm, New Haven, Yale University Art Gallery
1490
1500
n.d.
1502
* Nave dei folli, olio su tavola, olio su tavola, 57,9 32,6 cm, Parigi, Louvre
1490
1500
1486
1502
* Morte di un avaro, olio su tavola, olio su tavola, 92,6 30,8 cm, Washington, National Gallery of Art
1490
1500
1486
1502
* San Giovanni a Patmos e storie della Passione, olio su tavola, 63 43,3 cm, Berlino, Gemldegalerie
* San Cristoforo, olio su tavola, 113 71,5 cm, Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen
1504
1505
1488
1503
1504
* Trittico della martire crocifissa, olio su tavola, 105 63 cm, Venezia, Palazzo Ducale
1500
1504
1489
1502
1503
1505
1507
1490
1504
1505
* Cristo portacroce e Bambino che gioca, olio su tavola, 57,2 32 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum
1490
1500
1500
1490
1495
* Sette peccati capitali, olio su tavola, 120 150 cm, Madrid, Museo del Prado
1475
1480
1490
1505
1510
* Trittico delle Tentazioni di sant'Antonio, olio su tavola, 131 119 cm, Lisbona, Museu Nacional de Arte Antiga
1505
1506
1493
1503
1504
* Salita al Calvario , olio su tavola, 76,7 83,5 cm, Gand, Museum voor Schone Kunsten
1515
1516
n.d.
1505
1510
* Tavole del Diluvio, olio su tavola, 69,5 39 e 69 36 cm, Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen
1500
1504
1506
1510
1516
1500
1502
1508
1501
1502
* Trittico del Carro di fieno,olio su tavola, 135 200 cm, Madrid, Museo del Prado
1475
1480
1486
1516
1475
1480
1494
1510
1515
1506
1508
1440
1520
1525
1510
1460
1520
1525
* Adorazione dei Magi, tempera e olio su tavola, 71,1 56,5 cm, New York, Metropolitan Museum
1474
1466
1475
1500
1504
1555
1560
1570
* Nozze di Cana, olio su tavola, 93 72 cm, Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen
1475
1480
1553
1555
1560
1505
1510
1478
1505
1510
1525
1530
1540
1491
1500
* Trittico del Giudizio di Bruges, olio su tavola, 99 117,5 cm, Bruges, Groeningemuseum
* Incoronazione di spine, olio su tavola, 165 195 cm, Madrid, Monastero dell'Escorial
1510
* Adorazione dei Magi, olio su tavola, 94 74 cm, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art
1480
1485
Note
[modifica wikitesto]
1. ^ Dai dati d'archivio si rileva che il pittore era pi comunemente chiamato "Joen" di cui "Jeroen" era la forma pi elegante. Cfr. G.C.M. van Dijck, Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosach: His Life and "Portraits", in: Jos Koldeweij,
Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag.10
2. ^ a b De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 226.
3. ^ Secondo la ricostruzione di Jan Mosmans, Bosch, "Gazette des Beaux-Arts", LIII, 1959, pagg. 13-14. Cfr. Elsig,cit., pag. 24
4. ^ Elsig, cit., pag. 20.
5. ^ Thomas morto() nel 1561; Hubertus ( 1563); Goeswinus ( 1567)); Jan ( 1571). Cfr. G.C.M. van Dijck, Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"; in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij
(eds.), cit., pag. 9-10
6. ^ C' chi opina che l'evento disastroso dell'incendio possa aver impressionato il giovane Bosch appena decenne al momento dei fatti. Cfr. Elsig, cit., pag. 24
7. ^ Gibson, cit., pag. 17; Ester Vink, Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch, in: in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 20 e 22-23
8. ^ G.C.M. van Dijck, Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"; in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 13
9. ^ Ester Vink, Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch, in: in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 22; Elsig, cit., pg. 25
10. ^ Ester Vink, Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch, in: in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 21; G.C.M. van Dijck, Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"; in:
ibidem, pag. 13, precisa che, nel 1481 dopo il matrimonio, Hieronymus insieme al resto della fratria (vale a dire Jan e Herberta, l'altra sorella Katherijn essendo gi deceduta) trasferisce al fratello maggiore la propriet della casa
famigliare e che a partire dal 1487 la coppia Bosch beneficia di una confortevole rendita dopo aver realizzato parte del patrimonio immobiliare eredidato dalla moglie
11. ^ Elsig, cit., pag. 40
12. ^ All'epoca la confraternita riunisce 353 membri, tra cui il Bosch, su un totale di circa 15'000 abitanti. Cfr. Roger H. Marijnissen, e.a., cit., pag. 18 e Elsig, cit., pag. 19, quest'ultimo indica che la citt ha 11'675 abitanti nel 1464 e che
raggiunge i 24'000 nel 1526
13. ^ Ester Vink, Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch, in: in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 21
14. ^ a b c Varallo, cit., pag. 32.
15. ^ a b c Varallo, cit., pag. 36.
16. ^ Elsig, cit., pag. 24
17. ^ Elsig, cit., pag. 24.
18. ^ G.C.M. vn Dijck, Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"; in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 11 e 13. Il prestito contratto il 26 luglio 1474 potrebbe essere servito a
finanziare il viaggio di fine studi di Hieronymus
19. ^ Gibson, cit., pagg. 19; 24-25
20. ^ Varallo, cit., pag. 39.
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21. ^ Erik Larsen, Bosch. Catalogo completo, Firenze, Octavo-Franco Cantini ed., 1998, citato in: Varallo, pag. 39.
22. ^ Come altri vecchi maestri, aveva l'abitudine di abbozzare e disegnare su una preparazione bianca, procedendo con velature trasparenti e facendo concorrere all'effetto ultimo anche il sottofondo (traduzione proposta in Cinotti, cit.,
pag. 10
23. ^ Si noti la stucchevole corrispondenza tra il testo del van Mander et la sintesi di Roger Van Schoute, fondatore nei primi anni '60 del Laboratoire dtude des oeuvres dart par les mthodes scientifiques presso l'Universit catholique
de Louvain ed autore del primo studio scientifico di un'opera del Bosch condotto sul "Portamento della croce" di Gand:
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
(FR)
(IT)
La prparation est de composition courante: craie et colle animale; elle est de couleur blanchtre. Elle est
perceptible en de nombreux endroits grce la minceur de la couche picturale donnant l'ensemble une
translucidit particulire, surtout dans les carnations
(Roger Van Schoute; Monique Verboomen, Jrme Bosch, cit., pag. 174)
La tavola preparata con un composto di uso comune fatto di gesso e colla animale; di colore biancastro. Essa
percettibile in diverse sezione del dipinto per via della sottigliezza dello strato pittorico che conferisce all'insieme del
dipinto una particolare lucentezza traslucida, specie negl'incarnati
^ Roger Van Schoute, Hlne Verougstraete, Carmen Garrido, Bosch and his Sphere. Technique, in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 103-120
^ Peter Klein, Dendrochronological Analysis of Works by Hieronymus Bosch and His Followers, in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 121-131
^ Frdric Elsig, Hieronymus Bosch's Workshop and the Issue of Chronology, in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 121
^ Varallo, cit., pag. 50.
^ La scansione proposta dall'Elsig coincide con quella del Combe, mentre il Tolnay suggeriva la seguente tripartizione: (1475-80, 1480-1510, 1510-1516). Cfr. Cinotti, cit., pag. 86
^ Cinotti, cit., pag. 86
^ 249 x 304 cm
^ Palazzo Grimani | Sala di Bosch
^ Varallo, cit., pag. 46.
^ Dixon, cit., pag. 9. L'autrice spiega che nella sua monografia si rif alla data di abbattimento dell'albero fissata dal Klein cui aggiunge due anni relativi alla stagionatura del legno. dato constatare che la studiosa si attiene a questo
principio di datazione facendo un'unica eccezione a proposito del Trittico del Giardino delle delizie (pag 132). Tale prassi conduce ad adottare una datazione generalmente pi alta di quella tradizionale. Il ricorso ad ipotesi ad hoc per
giustificare l'eccezione dimostra per quanto sia importante il secondo parametro della datazione dendrocronologica, vale a dire il periodo di giacenza che intercorre tra la data probabile dell'abbattimento dell'albero e quella della sua
effettiva lavorazione, tenuto conto della durata pi o meno lunga della stagionatura. Il Klein in merito avverte che nel '500 e nel '600 il periodo di giacenza variava di norma tra i due e gli otto anni, ma la pratica poteva andare oltre i dieci
anni nel '400 (cfr. Peter Klein, Dendrochronological Analysis of Works by Hieronymus Bosch and His Followers, in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 121). Di fatto la Dixon ha optato per il margine
basso relativo alla stagionatura adottandone per uno pi elevato per il "Giardino delle delizie" che altrimenti sarebbe risultato datato al 1460 (1458+2), datazione incompatibile con la biografia del Bosch. Tale inconveniente ci ricorda
che la datazione tecnico-scientifica deve essere corredata da analisi puntuali delle opere e delle prassi artigiane per ottenere delle tabelle di riferimento pi affidabili perch accuratamente documentate anche dallo studio filologico e
dal lavoro archivistico
^ Frdric Elsig, Hieronymus Bosch's Workshop and the Issue of Chronology, in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 97-101
^ a b c Dipinto firmato
^ a b c datazione tradizionale:=terminus post quem
^ a b c datazione tradizionale:=terminus ante quem. La fonte per la datazione dT Cinotti, cit.
^ a b c datazione tecnico-scientifica. La fonte per la datazione dTS Peter Klein, Dendrochronological Analysis of Works by Hieronymus Bosch and His Followers, in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit.,
pagg. 121-131
^ datazione stilistica aggiornata:=terminus post quem
^ datazione stilistica aggiornata:=terminus ante quem. La fonte per la datazione dS Elsig, cit.
^ datazione stilistica aggiornata:=terminus post quem
Bibliografia
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Charles de Tolnay, Jrme Bosch, Paris, Robert Laffont, 1967 (traduzione francese della seconda edizione tedesca del 1965 della monografia del 1937).
Mia Cinotti, L'opera completa di Bosch, Milano, Rizzoli,1966.
Roger H. Marijnissen, e.a., Hieronimus Bosch, Bruxelles, Arcade, 1972
Walter S. Gibson, Hieronymus Bosch, New York, Oxford University Press, 1973 ISBN 0-19-519945-6
Roger H. Marijnissen (a cura di), Bosch, Milano, Electa, 1995
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), Hieronymus Bosch. New Insights Into His Life and Work, Ludion, Museum Boijmans Van Beuningen/Nai Publishers, 2001 ISBN 90-5662-214-5
Laurinda Dixon, Bosch, London, Phaidon, 2003 ISBN 978-0-7148-3974-5
Franca Varallo, Bosch, Skira, Milano 2004.
Frdric Elsig, Jheronimus Bosch. La question de la chronologie, Genve, Droz, 2004 ISBN 2-600-00938-8
Roger Van Schoute; Monique Verboomen, Jrme Bosch, Bruxelles, La Renaissance du Livre, 2007 ISBN 978-2874158605
Stefan Fischer, Jheronimus Bosch. L'oeuvre complet, Kln, Taschen, 2013 ISBN 978-3-8365-2630-2
Approfondimenti
Max J. Friedlnder, Die altniederlaendische Malerei, Bd. 5: Geertgen Van Haarlem und Hieronymus Bosch, Leiden/Berlin, A.W. Sijthoff/P. Cassirer, 1927
Charles de Tolnay, Hieronymus Bosch, Ble, Ed. Holbein, 1937.
Ludwig von Baldass, Hieronymus Bosch, Wien, Anton Schroll &Co, 1943.
Jacques Combe, Jrme Bosch, Paris, Ed. Pierre Tisn, 1946.
Carl Linfert, Hieronymus Bosch - Die Gemlde. Gesamtausgabe, Kln, Phaidon, 1959.
Gerd Unverfehrt, Hieronymus Bosch : die Rezeption seiner Kunst im frhen 16. Jahrhundert, Berlin, Mann cop., 1980
W. Fraenger, Le tentazioni di sant'Antonio, Milano 1981.
W. Fraenger, Il regno millenario di Hieronymus Bosch, a cura di G. Collu, Milano 1983.
Erik Larsen, Bosch. Catalogo completo, Firenze, Octavo-Franco Cantini ed., 1998
Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Milano, Electa, 2004. ISBN 88-370-2315-4
Voci correlate
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
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Vita di Ieronimus Bos tratta dal Schilder-Boeck di Karel van Mander (1604) (cap. XVI dell'edizione francese)
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