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Mauro Reali
–
16 Ottobre 2013
18_Morbelli_Alla_stazione_centrale
Inganni_Veduta_del_teatro_alla_Scala_dalla_Corsia_del_Giar
Sono questi alcuni dei pittori in mostra a Rancate, dei quali voglio proporre solo
due opere come campione del percorso suggerito. Si tratta di una deliziosa Veduta
del Teatro alla Scala, di Angelo Inganni, composta forse intorno al 1852, e Alla
Stazione Centrale, di Angelo Morbelli, esposta nel 1887. Sembra passata un’era
geologica, eppure non era trascorsa neppure una generazione. Ma, si badi, non una
generazione qualunque, bensì quella che è passata dalla carrozza a cavallo al treno
a vapore!
Impossibile affrontare in questa sede l’analisi di altri dipinti, cosa che è fatta
con grande cura nel catalogo (Silvana Editoriale), ma che è anche corroborata da
una scelta di brani in poesia e prosa coevi ai dipinti e a loro legati per
tematiche o atmosfere, con l’intento di evocare lo spirito dell’epoca. Non ci
stupiremo, dunque, di trovare il celebre passo manzoniano del cielo di Lombardia,
così bello quand’è bello accanto ad un riposante Tramonto lungo il Lambro di Emilio
Borsa, o un’aria della Traviata vicino al Cadono le foglie di Adolfo Feragutti
Visconti, che rappresenta una giovane smorta degna della Violetta verdiana.
Mi permetto però, da navigato professore di Lettere, di fare un bonario appunto al
testo scelto a completamento del quadro Alla Stazione Centrale di Morbelli di cui
si è detto. Alla Locomotiva di Giovanni Alfredo Cesareo, proposta dai curatori, io
avrei infatti preferito un testo carducciano da scegliere tra l’Inno a Satana e
Alla stazione in una mattina d’autunno. Tra l’altro – ironia della sorte – Giosuè
Carducci fu di Cesareo feroce avversario, e cercò perfino di impedirgli di accedere
alla cattedra universitaria. Rimedio allora io, proprio con l’inizio de Alla
stazione… , ode “barbara” composta da Carducci tra il 1875-1877.
Ed ecco invece il testo di Cesareo cui accennavo prima, edito nel 1905: