Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
“Egli fu il primo che in Lombardia cominciasse cose della maniera moderna: per che si
giudica che, se l’ingegno di Antonio fosse uscito di Lombardia e stato a Roma, averebbe
fatto miracoli e dato delle fatiche a molti che nel suo tempo furono tenuti grandi.”
Vasari a proposito di ANTONIO ALLEGRI DETTO IL CORREGGIO (1489-1534)
Correggio a Parma
Tengasi pur per certo che nessuno meglio di lui
toccò colori, né con maggior vaghezza o con più
rilievo alcun artefice dipinse meglio di lui, tanta
era la morbidezza delle carni ch’egli faceva, e la
grazia con che e’ finiva i suoi lavori” (Vasari).
Le cupole di San Giovanni
e del Duomo:
una libertà illusionistica “protobarocca”
Per un canonico del
Duomo: “un
guazzetto di rane”!
Tiziano:
“rovesciatela,
riempitela d’oro, né
ancora sarà pagata a
dovere”.
“Giorno” & “Notte”: Correggio e la luce
Gli Amori di Giove
per Federico Gonzaga
Francesco Mazzola detto il PARMIGIANINO (1503-1540)
“per investigare le sottigliezze dell’arte, si mise un
giorno a ritrarre se stesso guardandosi in uno
specchio da barbieri, di que’ mezzo tondi… e perché
tutte le cose che s’appressano allo specchio crescono,
e quelle che si allontanano diminuiscono, vi fece una
mano che disegnava un poco grande, come mostrava
lo specchio, tanto bella che pareva verissima. E
perché Francesco era di bellissima aria et aveva il
volto e l’aspetto grazioso molto e più tosto d’angelo
che d’uomo, pareva la sua effigie in quella palla una
cosa divina…”.
Vasari, sull’Autoritratto allo specchio curvo
“egli studiando a Roma volle vedere tutte le cose antiche e moderne, così di scultura come
di pittura, che erano in quella città; ma in somma venerazione ebbe particolarmente quelle
di Michelagnolo Buonarroti e di Raffaello da Urbino”. Vasari a proposito di Parmigianino
Rientro a Parma:
il cantiere della Steccata
e la Madonna dal collo lungo
A Roma: da Adriano VI (Adriaan Florenszoon Boeyens d’Edel,
1522-1523) a Clemente VII (Giulio de’ Medici, 1523-1534).
Dalla bottega di Raffaello
GIULIO ROMANO
(Roma ca. 1499 – Mantova 1546)
Giulio Romano a Mantova (1524-1546)
l’architetto e il pittore di Palazzo Te
“Onde non si pensi alcuno
vedere mai opera di
pennello più orribile e
spaventosa né più naturale
di questa; e chi entra in
quella stanza, vedendo le
finestre, le porte et altre
così fatte cose torcersi e
quasi per rovinare, et i
monti e gl’edifizii cadere,
non può non temere che
ogni cosa non gli rovini
addosso, vedendo
massimamente in quel cielo
tutti gli Dii andare chi qua
e chi là fuggendo; e quello
che è in questa opera
maraviglioso, è il veder
tutta quella pittura non
avere principio né fine…”
Vasari, sulla Caduta dei
Giganti
6 maggio 1527: il Sacco di Roma
Perin del Vaga
(Firenze, 1501 – Roma 1547)
dalla bottega di Raffaello
alla Genova di Andrea Doria