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La Dinastia Giulio-Claudia
La Dinastia Giulio-Claudia
La questione del potere di Caligola seguí 2 orientamenti diversi nel corso del suo breve principato.
Inizialmente egli perseguí, sul modello di Tiberio, una politica di accordo con il senato; rientrarono in questa
linea di condotta l abolizione dei processi per lesa maestà, il perdono di quanti erano stati esiliati e il loro
reintegro a Roma. Caligola fu colpito da una grave malattia; nella circostanza il prefetto del pretorio
Macrone, in accordo con autorevoli senatori,predispose la successione di Tiberio Gemello. Il principe
interpretó tale iniziativa come una prevaricazione e, designando erede il cognato Lepido,produsse una
prima lacerazione dei suoi rapporti con il senato. Gemello,inconsapevole delle strategie di Macrone, fu
eliminato; il prefetto del pretorio e i suoi complici furono indotti al suicidio. Caligola pronunció un discorso
al senato sottolineando come l assemblea avesse perduto la dignità. Da queesto momento governó
sostenuto dal favore del popolo, dei cavalieri e delle clientele che ricompensó.
La tradizione storiografica espressione dell area senatoria, accredita strumentalmente l immagine di
Caligola come di un uomo instabile. Nel 39d.C. Caligola sfuggí a una congiura, i promotori erano personaggi
a lui vicini (tra questi le sorelle Agrippina Minore e Livilla). L obiettivo era imporre un nuovo successore e la
scelta era caduta sul figlio di Agrippina, il futuro imperatore Nerone. La cospirazione fu sventata e i
congiurati messi a morte o costretti al suicidio; Agrippina e Livilla furono condannate all esilio. Caligola
promosse alcune campagne militari, ad esempio condusse una campagna intesa a determinare la
sottomissione della Britannia. La spedizione fu celebrata come una vittoria tanto che Caligola ottenne il
trionfo e si presentò come erede del conquistatore per eccellenza (Alessandro Magno).
La politica religiosa di Caligola per alcuni aspetti si discostó da quelle dei suoi predecessori. Il senato gli offrí
in più occasioni onori divini, che il principe rifiutó fino a quando invece accettó l istituzione di un suo
culto,celebrato in un tempio sul Palatino, circostanza che determinò tensioni con gli Ebrei, dato che Caligola
progettó di far erigere nel tempio di Gerusalemme una statua di Giove con sue sembianze.
Nel 41d.C. Caligola fu assassinato: a organizzare la congiura era stato un tribuno di coorte dei pretoriani,ma
a essa avevano aderito alcuni senatori,cavalieri,liberti e anche prefetti del pretorio che,dopo il principato di
Tiberio,erano tornati a essere nuovamente due. La damnatio memoriae, ovvero la condanna all oblio,
consacrò Caligola come nemico dello stato romano.
Alla morte di Caligola, il potere passó nelle mani di Claudio. Costui apparteneva alla famiglia imperiale e
nelle sue vene scorreva,come quelle del fratello Germanico,sangue giulio e claudio. Claudio era sfuggito alle
epurazioni compiute da Seiano ai danni della famiglia imperiale solo perché del tutto estraneo alla vita
politica: un accentuata balbuzie gli precludeva l impegno oratorio e l andatura claudicante ostava a un
efficace servizio nelle milizie. Inoltre coltivava tra le sue attività interessi di ambito storico-letterario,che lo
rendevano più un intellettuale che un politico. Claudio fu un imperatore di mediazione e si adoperò al fine
di rispondere alle sollecitazioni che gli pervenivano dalle diverse componenti della società
romana,migliorando l efficienza dello stato. Interventi come il rimpatrio degli esuli e la sospensione dei
processi di lesa maestà rappresentarono una mano tesa nei confronti dell aristocrazia senatoria. La
realizzazione di opere pubbliche e iniziative di beneficenza pubblica favorivano la plebe. Nel 43d.C. Claudio
guidó vittoriosamente una campagna di conquista in Britannia. Gli eserciti romani ottennero vittorie sul
suolo britannico. Uno degli ufficiali che si distinsero nel corso della campagna fu il futuro imperatore Tito
Flavio Vespasiano. La propaganda imperiale attribuì a Claudio la conquista di un nuovo continente al di là
dell oceano (il Canale era infatti Chiamato oceano e individuava i confini settentrionali del mondo fino ad
allora conosciuto). L imperatore celebró a roma un memorabile trionfo. La plebe romana ottenne dall
imperatore l attuazione di un articolato programma di opere pubbliche: l ampliamento del porto di Ostia, la
realizzazione nell urbe di un complesso edilizio per la distribuzione del grano al popolo, la costruzione di 2
nuovi acquedotti ecc. A vantaggio del popolo l imperatore allestí poi giochi e spettacoli.
Claudio istituì nuove cariche,affidate ai liberti imperiali applicando all impero la consuetudine privata
invalsa nelle famiglie aristocratiche di delegare ai liberti la gestione dell amministrazione familiare.
Claudio intervenne anche nella composizione dell ordine equestre,procedendo all espulsione dei cavalieri
indegni attraverso la censura, e istituì per gli equestri nuove cariche,sia di ambito civile che miliare. La
censura fu strumento importante anche per revisionare le liste del senato. Claudio operó al fine di
accelerare il processo di integrazione dei provinciali già profondamente romanizzati.
Claudio godette di cattiva fama presso gli autori coevi e successivi oltre che per il potere riconosciuto ai
liberti, che provocó la scandalizzata ostilità dei senatori per l influenza su di lui esercitata dalle donne. Ebbe
4 mogli,ma le ultime 2, Messalina e Agrippina Minore,condizionarono la sua politica. Il matrimonio con
Messalina risaliva al principato di Caligola; Messalina si avvalse di un solido accordo con i liberti imperiali
per consolidare la sua posizione di potere e garantire la successione al figlio. La sua disgrazia fu connessa al
rapporto stretto con Gaio Silio,che approdó a un matrimonio tra i due,nonostante la donna fosse ancora la
moglie dell imperatore. Messalina e Silio (Silio era ritenuto il più bello di Roma) furono condannati a morte
e con essi numerosi cavalieri che avevano aderito al loro partito. Rimasto vedevo Claudio sposó Agrippina.
Intorno ad Agrippa si coalizzarono le forze del senato, del popolo, dei liberti, delle truppe. L obiettivo
primario di Agrippa era garantire la successone a Nerone, figlio suo e di Gneo Domizio Enobarbo. A questo
fine la donna ottenne che il figlio si fidanzasse con Ottavia,figlia di Claudio, e che tale legame venisse
riconosciuto dal senato. Riuscì anche a far rientrare dall esilio il filosofo Seneca e a far insediate Burro nel
ruolo di prefetto del pretorio: costoro guidarono il figlio nei primi anni del suo principato. Nel 50d.C.
Impose al marito l adozione di Nerone. Nel 54 d.C. Claudio morí.