Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
j^-^
W'% ,^'*
t^i
t^i'^.
.m"
.m-'^.
of
tire
pranp:sco zambaldi
LE
PAROLE GRECHE
DELL'USO ITALIANO
SECONDA EDIZIONE
compiutamente
rifatta
1883
DITTA
G. B.
PARAVIA E COMP.
I.
DI
TORINO
-
VIGLIARDI
-
TC
1582.
I
l'-^-i
/"^
':2*
PROPRIET LETTERARIA
s2608fl
Torino 1883
Stamperia Reale
di G. B.
Paravia e C
PREFAZIONE
io
studiai
le
soggette entrando in italiano e le cause della loro grande variet. Invitato ora dall'editore a prepararne la ristampa, parvemi utile trattare pi diffusamente questo soggetto,
cui le parole
greche andarono
greca.
N con
,
ci
nini (1)
n di
un indice di parole italiane d'origine mi proposi di rifare l'opera del Cacomporre un altro dizionario tecnoloi
gico , recando
tutti
vocaboli che le
scienze e le arti
moderne presero dal greco. Queste formano un linguagche ha poca attinenza con le vicende gio artificiale
,
di spontanee della coltura; laddove, proponendomi io contribuire in qualche modo a mettere in luce l'influsso
mira anzi
tutto le parole divenute popolari e da lui in gran parte omesse. Queste adunque mi studiai di raccgliere ; delle parole dotte scelsi soltanto quelle che sono d' uso co-
lo pi
un equivalente popolare;
(1)
Ultima
Torino, 1882.
La civilt di ciascun popolo composta di varii elementi fusi insieme in un tutto organico, di maniera che
non
sono
facile separarli.
Le cause
le
clima, la con-
Dove queste cause operano sole, un marchio cos profondo nell'uomo sembrano imprimere e foggiarlo in modo tanto rigido, da togliergli ogni fafigurazione del paese.
colt di rinnovarsi e di progredire.
Lo provano
alcuni
soli
un'alta coltura ^
ma
visgli
di contatti stranieri,
i
come gl'Indiani,
i
Egizi e pi di tutti
Cinesi. All'opposto
popoli pro-
con altri questi soli lasciarono dopo di s qualche cosa di perenne e universalmente umano, che s'innest
;
come
lievito di civilt e di
rinnovamento nell'avvenire.
della
greca;
ma
in
l'ingegno greco
si
l'Oriente;
Asia brillano
le
prime
mortali di Omero, nei tentativi di filosofia naturale, nelle storie. Deirinflusso greco sui Romani piena la
letteratura e Tarte di questo popolo. Dopo l'antichit pagana, il Cristianesimo e la discesa dei popoli settentrionali apportarono idee ed istituti nuovi, e quindi in-
formando
nanzi un intreccio avviluppato di mutui influssi and la coltura dei popoli d'Europa; i quali ormai hanno comuni tante parti della vita e sono stretti da
,
che
diventer
sempre
con-
Fra
tutti
separazione uno
tutti gli
una lingua
elementi stranieri e
Ogni cosa nna parola nella lingua, prendendo una cosa straniera, comune la tendenza
riferirli
ad accettare anche la parola da cui significata. Certamente molte cose straniere vengono indicate anche con
parole paesane, e per converso molte cose nazionali ricevono il nome da lingue diverse. Questo ci avverte che
nelle parole, allo studio della forma, bisogna accoppiare
il
con
parole e
il
tempo
in cui entrarono in
et
molte parole entrate in latino, come la storia delle scienze e delle scoperte moderne mette in rilievo il carattere artificiale della nostra nomenclatura scientifica.
allo
Appunto perci
studio
sulle trasformazioni
delle
parole e alla ricerca dei criterii morfologici della loro origine, io credetti opportuno premettere una breve ras-
influssi greci
esempi
latini,
aggiunsi quello
i
il
pi antico o fra
pi
la
antichi,
che
il
nome
un
tempo
in cui
parola
entr in Italia.
Dove non
manca ogni
esempi restino pi particolari notizie, recai tutte quelle che potei raccogliere. Intorno ad un numero conplici
siderevole di parole,
se
Io
VI
compresi, senza darle per sicure, tutte quelle, la cui origine greca abbia per s l'autorit di filologi riputati,
falsa.
Al gran numero
mini
che
dotti,
il
di parole
come Ennio
e Terenzio
Yarrone, pensarono
opi-
nione prevalse anche tra i filologi dell'et moderna fino al principio del nostro secolo (2). Ma, prima che sorgesse
la linguistica,
l'etimologia, piuttostoch
all'arbitrio,
una scienza,
filologi si sbiz-
era
un campo aperto
dove
zarrivano a giocare con le pi fantastiche combinazioni. Cos ben poco da rimpiangere la perdita degli antichi lavori intorno a questo soggetto (3), e dei copiosi studi
etimologici
il
gero
di
Daniele Vechner,
ecc.,
nage, alcune
sparsi in
commenti
risultati sono
veramente
una dissertazione
altri
al Congresso filologico
lui
seil
guirono
il
Corssen ed
al
Weise,
(1)
Varr, Ling.
,
1
,
lat.,
passim.
Cfr. Quintiliano, 1, 6, 31
Dionys. Halic.
(2) L'
90.
und
^
Aulo Gelilo
tractorum di Cloatius Verus, e un Hypsicrates, che scrisse Super his quae a Graecis accepta sunt
VII
pi recente e il pi compiuto di tutti. Per le parole entrate in Italia nell'evo medio e nel moderno molti e
preziosi dati si trovano sparsi in
opere
generali
e in
molte monografe,
io
ma uno
studio speciale,
per
quanto
il
G. Curtius,
5. ed. Lips.
i879.
W. Corssen, Aussprache Vocalismus und Betonung der lateinischen 2 ed. Lips. 1868. Sprache,
Wrter im
Latein.
Lips. 1882.
rum.
Id.
Berlino. i874.
in
De
1874.
graecis vocabulis
linguam latinam
translatis.
Lips.
Id.
Griechische Lehnwrter
Italograeca,
I.
im Lateinischen.
Berlino. 1877.
Id.
fase. I, II.
Hannover. 1882.
N.
Tuchhndler,
De vocabulis
BerUno. 1876.
W. Ruge,
teinischen.
Berlino.
1881.
A. Vanicek,
Lips. 1877.
Oiez,
Lips. 1878.
N. Caix
,
Firenze.
1878.
K. Z. Zeiscthrift
V, Hehn
Kulturpflanzen und Hausthiere in ihrem Uebergang aus Asien nach Griechenland und Italien, sowie in das iibrige 4 ed. Berlino. 1883. Europa.
,
1694.
Id.
vili
~
Paris.
Le origini
Parisiis.
Genova. 1685.
et infiraae latinitatis.
ed.
Henschel.
Id.
Glossarium
ad
scriptores
mediae
et
infimae
graecitatis.
Lugdun.
1688.
I.
Degli nilussi
greci
in
italiano.
Un
_derKF]sr^^^ero]^^^^^S^ direzioni
nell'India ^^ivoltosi
mezzod
ceir
grande lamiglia, cne visse a lungo muta e lece alcuni passi imporlaSH^nelIa civilt, mentre il clima meridionale, la natura del paese e nuovi bisogni andavano staccandolo a
poco a poco nella maniera del vivere, del pensare e del parlare dalle altre genti, con le quali aveva comu^le
origini.
Questo
gruppo
fu
detto grecoHitalic^
perch^semlosi
in quelle deiritalia.
le ggenti ve^"^-f^ Tf.a.li^, ImcririjLigi!!!!^^' della coi dell'India e dell'Europa, origini popoli lingua ma partendo dalle stesse radici
Mentre adunque
^^
le
~aHeggiarono"'eT^5^c^^
Greci^^u^
ijO^olto
JmiLymu^ pp uiitlir^p^f^ quenaTvita comune ch'essi miiarono per un tempo a noi ignoto, ma certo conside\
Zambaldi
Le parole greche.
~2revole.
abbiano uno
nome
in
dialetnitalicij_s^^
l'altro e questa
parte^omune^el vocabolario""greco-italico
quali idee e quali oggetti fossero noti in quegli antichissimi tempi, e a qual grado di coltura fossero arrivate
quelle genti
quando
si
Ma
pose che fino dalle pi antiche memorie storiche i popoli greci e gl'italici appariscono con caratteri, attitudini, costumi
,
dopo quel distacco la varia natura dei paesi imai nuovi abitatori condizioni di vita cosi diverse
istituti
differenti.
Quelli
in
un paese montuoso
ma
pieno di golfi,
con
difficili
con tante piccole regioni sboccanti al mare, comunicazioni terrestri, con un arcipelago co-
distanza, vengono naturalmente tratti alla vita marinaLa configurazione del paese non permette loro di
molte popolazioni
aggrupparsi in grandi stati, ed essi rimangono divisi in col sentimento d'indipendenza proprio
il
li
delle piccole societ e non oltrepassando mai politico del comune. 1 viaggi e i commerci
concetto
pongono
colti e in essi
va destandosi cos
il bisogno dell'agianei il sentimento del bello, tezza, l'accorgimento negozi, la curiosit del sapere. L'Italia meridionale piena di selve
operoso e intraprendente,
con pochi porti fece de' suoi abitanti un anzi tutto ed pastorale agricolo co' suoi pregi e popolo co' suoi difetti. In esso si risvegli col tempo l'istinto
di
paludi
politico
l'energia e la costanza del carattere ma la fantasia rest povera e quasi infeconda, l'ingegno rude, poco flessibile, rivolto all'utile immediato non curante di tutto quello
,
che
avesse pronta ed utile applicazione ottuso il senso della forma, la vita severa e non temperata dalla
;
non
-^
Allorch dopo una lunga separazione questi tratti fondamentali del carattere erano gi formati nei due popoli,
essi
i
cominciarono
Fo^ei_seiiissero..-Jiella_ilampania
a fondare
Puma
in
tempi antichissimi; appresso tutte le coste meridionali delritaliaT e Sella Sicilia ""Turono^'coperte^ yia via djb^ stabi^
limenti greci, "che ~v1mpKar^oTI^ua^]c^umi^^S^^ dei pesi, JelTe"^' mrsure,'13[egGTc^^
di cose appartenenti ai
ti'^^^gnid^lknato
pro-
Da
q"st "tmpo^n^^
la storia_^^]]jnflussogreco
non ha7iocre3o7
riscontro nella storia di altri popoli. Gli eifetti delle colonie greche sulle popolazioni indigene delF Italia meridio-
nale per questi primi tempi si possono immaginare pi che provare e, salvo alcuni nomi geografici, forse non avrebbe
nute
alcun risultamento certo la ricerca delle parole, che vefin da quel tempo rimangono ancora neiruso italiano.
storia della colonnizzazione greca nell'Italia meridioSicilia
La
nale e nella
effetti (1)
misurarne
gli
non possiamo capire se non quelli che sentirono i Eomani. Perci anche di tempi pi chiari e di fatti pi illustri, come la scuola di Pitagora, l'impero di Dionigi, la poesia e l'arte fiorita in Sicilia, non dato
e
noi
indigeni.
ci
Ma
nondimeno
i
assicura clie
debbono
essere stati
;
molto pi antichi di quanto si crede comunemente perch appena i Komani cominciarono qualche scambio commerciale con la vicina Campania, dovettero incontrarvi
i
mercanti greci, e j)robabilmente questi medesimi vennero primi a trovarli nel Lazio. Poco dopo la cacciata dei re
(1) Vedi Lenormant , La Grande Grece, Litoral de la mer ionienne, Paris, 1881. - Luyjses, Metaponte, Paris, 1874, e trad. da G. Gallo, Castro villari , 1882. - Saalfeld, Italograeca.
Komani
strinsero coi
Cartaginesi
il
un
trattato di
comi
mercio.
Ma
,
prima
di
sentire
bisogno di regolare
loro
rapporti con un popolo d'oltre mare e comparativamente lontano quanti vincoli commerciali non dovettero essi contrarre coi Greci del mezzod? Certamente il popolo
che esercita
sono
gli
il
primo
:
il
pi diretto influsso su
Eoma
'
Etrusclii
ma
molte cose dai Greci, narchia il loro influsso va scemando per cedere a quello
,
dei Greci.
verisimile
che
le
dai Latini ancora tanto rozzi fossero piante, animali, vesti, ornamenti commestibili unguenti monete ; al tempo dei
,
gl'influssi morali con Tintportazione di divinit greche, alle quali non molto dopo s'inalzarono templi con architetti greci e si fecero dipingere e ornare
Tarquinii cominciano
da greci
artisti.
Ma
flussi
le
porte di
diretti
Eoma
pi quista morale, quando le armi romane, domato il Sannio, s'incontrarono con Pirro, e poi con la presa di Taranto conquistarono via via lltalia meridionale. Venne poi Tocoggetti d'arte. Alle guerre puniche succede la conquista della Grecia e dei regni ellenici ch'eransi formati dall'impero sfasciato
d'altri
ed
efficaci
da cui
statue
si
trasport a
Eoma un
di
Alessandro.
i
Tutto
ci
ebbe per
di portare
effetto
non solo
di
portare
Eomani
ma
anche a
Eoma una
,
considerevole
avventurieri
ellenico
popolazione
greci
,
di
schiavi
di prigionieri
di
d'innestare cos
un
forte elemento
plebe della capitale. Aggiungasi che la era a quel tenipo^il^solo ofgno^d^urra -eilingua greca vitta3plendicla e^gloriosa, che era parlata ed" Intsa quasi
nella
in
t utte Jejcoste^ Jel mediterflieo^ Tlhe'pTCitr^ bentosto anche a Eoma. Gi fino daI^princrpio"dlTra^
.
tarentina ^2^jS:sLsh^^l^yi^<
p,g^.7anf-.
rAmima..jaJ:Jia.
pRirJfffn
a prediligere il greco nella conversazione, e quanto se ne diffondesse Fuso lo provano le prime prose degli annalisti
romani che
Acilio
;
scrissero in greco, p. e.
un pubblico ignaro
il
di quella lingua. Al tempo di Lucrezio la era greco lingua prediletta dagli amanti pi tardi
;
le
greco per civetteria. Ben intendevano alcuni uomini gravi e severi che questa nuova specie d'invasione straniera avrebbe fiaccata l'antica
il
donne cinguettavano
disciplina e sciolti gli ordini patrii. I Greci di questi tempi, eredi di un nome e d'una civilt meravigliosa,
erano per gente corrotta e degenerata, e dopo la spedizione di Alessandro misti a genti asiatiche ne avevano contratto la superstizione ed i vizi.
Nulla adunque poteva essere tanto esiziale ai costumi si fondava sulla tradizione religiosa mo-
culto orgiastico di dei orientali. La perstizioni magiche storia piena di sfratti dati a filosofi, retori, sacerdoti
e
il
e indovini
essi rispondevano ormai tanto alla piega che cacciati oggi in massa ricominciavano degli animi, a ritornare domani alla spicciolata e perseguitati dal go;
ma
verno, trovavano protezione nell'universale dei cittadini. Cos a poco a poco l'ellenismo pervase quasi tutte le alcune cre, altre trasform parti *della coltura romana
;
compiutamente, in altre invece, dove le disposizioni originali del popolo avevano fondato istituti vigorosi e schiettamente nazionali, quell'influsso appena si avverte.
Cos,
per esempio
costituzione
fu minimo nello stato perch la and esplicandosi per virt interna, e dap, ,
(1)
Vedi Dionys.Hal.
17, 7.
Appian.
3, 7.
prima
solo qualche cosa esteriore fu presa, come la veste lo scettro d'avorio. Che nella legidi porpora dei re slazione dei Decemviri sia entrata qualche legge e isti,
tuzione
greca
si
pare accertato,
ma
nella lingua
non
se
ne trovano
Greci che
traccio.
reliquie della lingua politica dei trovano in tempi antichi indicano per lo pi
Le
istituti greci,
ecclesia synedri.
Maggior messe
si
e poh'tictis si trovano fin da Cicerone. L'influsso politico scorge nella lingua incominciando con l'impero, dalla met del primo secolo dopo Cr., dove la corte si chiama
aula, la commendatizia pubblica diploma, ecc., e cresce poi a dismisura col trasporto della sede a Costantinopoli,
ecc.
influssi si
manifestano
l'ordinamento
della
presto,
La
I
funda,
e sono
acosv^vrj.
mercenarii
i
si
conobbero ben
molto antichi
,
ma i Komani ne usarono soltanto cinimn, latrodnari in Mario. Quando tempi posteriori, entrarono stradopo nieri negli eserciti romani, vi portarono le proprie armi, come idi spaili a and^Ti una larga lama a due tagli e
,
appuntata (Tac. 12, 35). Pi tracce d'influsso greco si come Varies trovano nelle macchine e arnesi militari
,
y.fjtg,
la festudo y^fjVTi,
il
le
(
trihulus
rpl^olog
.
per
il
impedire
la
cavalleria
^p'!c<iJ.^og
La
in
quattro
vigilie,
condo
e
secolo
essa
quando fu introdotta
la
clepsydra
il
con
fu
possibile
misurare esattamente
tempo
(Cfr. Veget. 3, 8). L'introduzione relativamente tarda delle vigilie provata anche dall'essere quattro, laddove in tempi anteriori i Greci ne avevano tre.
Nel calendario non appariscono voci greche, e nondimeno l'influsso greco evidente. I mesi di 29 e 30 giorni,
Tanno
di dodici mesi col mese periodicamente intercalare sono dovuti ai Babilonesi, da cui li presero i Greci; e questi certamente li trasmisero ai Komani. Al tempo dei
Decemviri fu introdotto
il
ciclo
attico
di otto anni
poi,
specialmente nelle campagne, s'infiltr il periodo di Eudoxus, sul quale poi si fond la riforma di Cesare. Dai
Vhorolognim
conser-
YJtp privata,
,
f]fii
l^Qmgj,ni. Il
p.aKsk\ov, fu fondato nel 179 a. Or. su modello greco. Dai Greci fu preso il costume di stare sdraiati nel triclinio, laddove l'antico costume romano era di stare
macelum
seduti.
gusto dei banchetti e delle gozzoviglie (comissor xoj//,afco) forse insieme al culto della Madre Idea nel 204 a. C. In quel tempo s'introdussero
fu preso pure
il
le
parole propinare
ecc.
Il
crapula
massa
placenta
pti-
sana,
lusso della tavola crebbe poi con le spedizioni d'Asia; ma dei nomi di cibi che allora s'intro-
dussero
quasi nulla si conserv fino a noi. L'apotheca o canova (bottega) della fine del secondo secolo (Plin.
19,
34).
infinito
Un numero
mana
greco.
,
di
il
vestito stesso,
cedette
a poco a poco in molti particolari al costume Anzi tutto i Komani impararono dai Greci del-
molto
tetto
e la la
ritalia meridionale a fabbricare in pietra, e fino da tempi antichi' presero la calce la camera ;^a).i5,
restano fino da quel tempo i nomi di cattedra, canap, cofano, canestro, cratere, lanterna. Di nomi relativi aiantico vestito
abbiamo clamide,
stola, 0ona,
ecc.
Al
tempo
di
Numa
si
operai (Plut., Numa 17); allora molta parte delle cose necessarie alla vita si producevano in casa. Qualche secolo
di mestieri terminati
Tra
gilla,
le
e tra questi oltre settanta derivati dal greco. materie e gli arnesi che servivano alV industria
il
troviamo Vindaco,
il
canape, la stoppia,
nazionale
e
lo sparto,
Varsi
torno,
ecc.
L'agricoltura
arte
nomi
greci
non
da qualche paese abitato da Greci, mentre la sua ibrida derivazione indica che essa risale a tempi molto antichi.
delle piantagioni con servi incatenati fu imitato
Il
del commercio greco si avverte nella riforma del sistema monetario e delle mi-
volume poste in relazione col sistema voOjUp.og siculo, che era una moneta particolare, divenne per i Komani il nome generale di moneta. Fra tutte le parti della giurisprudenza il diritto commerciale
sure
lineari
Il
di
greco.
porta maggiori tracce d'influsso greco. L'arrJia, d'origine fenicia, fu presa dai Greci d'Italia; da quelli dell'Asia
il
cliirograplms
si
Venpliy-
ecc.
le
Fra tutte
l'influsso
arti quella
dove
greco
la marina.
machina, artcmon, pahinis, scapila, nausea, pausa (l'ardei rematori). Carahus {caravella) del tempo deirimpero. E mentre i venti principali avevano nomi romani questi nella marina cedettero ai greci il volturnus divenne eunis, il favonius !^ephyrus il caurus argestes, Vauster notus, Y aquila boreas.
restarsi
,
-9Quanto
i
Romani debbano
ai
nomi che ritennero molti prodotti dei tre regni, che non si trovavano in Italia o non erano conosciuti ancora. E tra questi forse il minor numero d'origine greca la parte maggiore provenne dall'Asia e dall'Africa, e i Greci o vi diedero un nome o presero quello del paese foggiandolo alla greca. Avvenne
:
i Romani vedessero perci lo strano fatto che, quantunque loro nelle cose molte volta la spedizioni d'Asia, prima per ne accettassero il nome greco o grecizzato, o perch gi
lo
conoscevano
prima
perch
rispondeva
alla
loro
pronunzia pi del
nome
il
indigeno.
la calce,
il
Di minerali presero
V argilla,
il
gesso,
il
porfido ; poi V arsenico, granito, il la sandraca la naphtha nitro, V ammoniaca. Dei di rame e di zinco) il p tropo Y metalli oricalco (mistura il magnete. La maggior parte (misto di bronzo e oro),
marmo, V alabastro,
,
pietre e l'Egitto
,
qualcuna dali Greci le conobbero quasi tutte per mezzo dei Semiti, dai quali presero i nomi dopo la spedizione come lo di Alessandro anche direttamente dall' India smeraldo e il ber ilio. Siila Lucullo Pompeo Cesare
delle
preziose
veniva
dall'
India
campagne d'Asia predarono ricchissime collezioni di gemme, e da quel tempo in poi se ne dest il
nelle
loro
37, 12). Le perle sembrano ingusto a Roma (Plin. trodotte da Pompeo col trionfo mitridatico, ma Fuso ne
,
divenne comune a
e
i
Roma dopo
Romani
si
trovarono
in comunicazione
Mar Rosso
e con
FOceano Indiano.
Dei vegetali la prima importazione accertata Votivo; venuto col culto di Aphrodite il lauro fu poi il mirto insieme al culto di Apollo ma senza da Cuma importato
,
il il
suo nome. Vennero poi il bosso, il cipresso, il 2^1 alano, cotogno, la palma. Nelle spedizioni d'Asia i Romani
ciliegio,
V oleandro
il
-iogiuggiolo^
il
il
il
citiso^
canape,
il il
lo sparto,
il
coriandolo, Vasparago,
il
la
menta,
la maiorantty
giacinto,
il
croco, la melissa,
la
scam,
monea,
Vissopo,
fagiuolo,
narciso,
V acanto,
il
giusquiamo
cappero, Vasfodillo, H pepe, il popone, ecc. Queste piante entrarono nella comune coltivazione e perci nell'uso popolare. L'immenso numero di altre piante che
in Plinio
e
circoscritte
alla
poi in Apuleio portano nomi greci, rimasero scienza botanica e non entrarono nel
il
balsamo,
,
il
cin-
namomo,
il
nardo,
la
il
mirra, V incenso
papiro,
se
il
lo
^en,?ero,
dittamo.
Questi per
non negli orti botanici e medicinali. Sappiamo che gomma, papiro, cicoria, acacia sono d'origine egizia: il dittamo da Creta, il rabarbaro dal Ponto, il riso dall'India, il cipero da Cipro.
Italia
Greci importarono pochi animali in Italia; probabilmente il mtdo. Fra i domestici il gatto pare una
I
tarda
da
essi
parte delle
bestie
fu portata in Italia dai Komani stessi per dai paesi eh' essi domarono con gli spettacoli del circo
feroci
le
armi
(1),
greci,
bench
e.
Greci
Q\idi
stessi pigliassero
nome
degli orientali, p.
quello
pantera (che
del camello
sanscrito), quelh) ^qW elefante e dai Fenici e quello della tigre dagli Armeni.
La maggior parte per sono nomi imposti stessi, come dromedario ((Jpo[j,ag corridore)
dai
Greci
eoccodrillo,
rinoceronte, iena, istrice, cinocefalo, sfnge, bufalo, ecc. Degli uccelli qualcuno manifesta la sua origine greca
per essere una traduzione del nome greco p. es. earduelis (cardello) da cardims corrisponde ad ^x^v^^g da
;
(1)
cirques.
Vedi MoNGEZ, Sur les animaux promens ou Lus dans Mm. de l'Institut 1833, X, 379.
les
axav^og
il
falco
connesso
con
e
fax
come
Il
puTt
ha
e la
falco. pavone doppio significato gallina faraona furono importati dai Fenicii; incerto se da questi o dai Greci la gallina comune e la cocina.
di falce
lomba, che troviamo dapprima nel culto di Venere EriImportazioni greche furono il fagiano, il fenicot-
lo tero, la pernice; e nome foggiato alla greca hanno struzzo d'Africa, il pelicano e molti altri di cui non rimase il nome in italiano. Aggiungansi poi gli uccelli
favolosi,
come
La
notizia
raffinamento
grifo e la fenice. pesci crehbe in particolar modo col della tavola. Il vivo commercio del Lazio
il
dei
con la Campania e con la Sicilia contribu certamente a far conoscere molte sorte di pesci di cui ricco il
mediterraneo. Pochi nomi per bastavano all'uso comune e per gli studi scientifici Plinio si valse di nomi greci
(Cfr.
9,42). In italiano
,
ne rimasero
trota.
pochissimi,
p.
es.
acciuga
foca, granciporro,
Degl'insetti
cantaride
il
la
tenia.
Degli
il
anfibii
il
drago
la
il
salamandra,
coccodrillo.
il
camaleonte,
basilisco,
Vanfesibena,
comune con
infantili
bench partita da un' origine religione romana la greca, erasi formata in un sistema indipendente da essa. Le forze della natura, che alle menti
,
La
individuali,
dei popoli primitivi erano apparse come esseri in Grecia avevano a poco a poco preso fiI
abitudini
umane
sublimate. All'op-
Italia
ne poesia
ne arte
aveano. contribuito a
evoluzione; gli dei erano rimasti potenze, astratte tutta la religione dominava la rigidezza del rito e della consuetudine. A questa forma religiosa contribu
certamente nei
Ma
pel contatto
Greci deir Italia meridionale le divinit greche trovarono bentosto accesso in Koma. Primo sembra essersi
introdotto
in
il
culto
di
Apollo da Cuma, e
il
primo tempio
Eoma
i
gli
fu
eretto l'anno
432
a.
Cr.
La leggenda
conosce
nel
JDiosciiri fino
essi
ebbero un tempio. Presto troviamo anche Demeter, Bionysos, Fersephone sotto i nomi di Ceres
Liher, Libera ; poi Latona, Artemis, Hermes. Aphrodite ebbe un tempio nel 295 e con essa Friapo ; Esculapio fu portato da Epiclauro nel 291. Tale invasione si spiega
304
non pur
lo
libri
col vivo
di
commercio
di
stabilirsi
gente greca in
culti
ellenici.
sibillini,
diffusione
i
di
Romani
tentassero
sia
di
dare
nuove
Azj^iog
divinit,
traducendo
Liher,
p.
ID.ourwv
e.
Bis,
proprie voci
cari,
Hermes Mercnrius
(di
,
Apirodite
cui
l'antica
storpiatura
Friitis)
con
Venus
Artemis con
Diana. Insieme
divinit furono introdotte naturalmente tutte le parti del culto, sacerdoti, riti, pompe, giuochi, il tempio col suo
thesaurus e le imagini. Agli dei seguirono gli eroi, Ulixes, Aeneas, Aiax, Laomedon, ed altri pi o meno alterati. Ed anche gli dei nazionali pigliano figura greca come
,
Mars
Con
Neptmms.
ad entrare
in
,
Roma
Cihele dalla Frigia nel p. 204, Bellona dalla Cappodocia, Lside dall'Egitto; il culto delle quali aveva carattere d'orgia e dissolutezza. Quanta
divinit greco-orientali
corruzione
diffondessero
questi
nuovi
riti
quanto
ne
rimanesse sgomenta la parte sana della popolazione, lo dimostrano il Senatusconsulto de Bacchanalibus ed altri
tentativi fatti per sradicare
il
male.
Ma
ormai nessuna
Una
quantit
immensa
la superstizione e
il
f3
Eoma
gusto di religioni orgiasticlie, e la severa religione nazionale rimase sopraffatta dalla mitologia
greca e da ogni maniera di superstizioni e magie orientali. Anche nei riti romani delle nozze e dei funerali si
scorge qualche influsso greco. Alle consuetudini nazionali
delle nozze
si
thalamium ;
parole
in quelle delle
epitafio
,
nenia,
cenotafio,
catacomba,
elogio,
sarcofago, tomba, crypta, cimitero. L'influsso dei Greci sulle arti belle fu tanto grande, quanto era piccola l'abitudine dei Eomani ad esercitarle.
Eomani furono
gli
Etruschi, che fabbricarono l'antichissimo tempio di Giove Capitolino. L' influsso diretto dei Greci connesso pro-
babilmente all'introduzione di
imitazione crebbe
Oriente.
divinit
greche.
Il
circo
con
Ma
La
basilica
atleti
bagni, i teatri dapcominciando da quello di prima provvisori, poi stabili, nel li' anfiteatro, bench sia romano, 97 a. Cr. Pompeo ebbe nome greco. Abbiamo dunque un gran numero di
lo
costru
stadio,
poi
parole greche relative all'architettura, conservate in molta parte da Vitruvio, come architectus o arciitecto, thea-
ritennero scena, orchestra, siparium, aulaetim, cothurnus, soccus, si tradussero cavea, arena,
si
sembrano essere
i
stati indi-
nomi
,
di
si pu forma, furnus,
,
fornax
incudo
malleus
forceps
follis
scalprum
che
14
signum, statua, simulacrum, effigies, imago. La parte da principio ebbero gli Etruschi nella plastica a Koma vuoisi riguardare come un influsso indiretto dei
Greci
che furono
loro
le
maestri. Poi
Greci
e coi
influirono
lavori
direttamente
con
imagini di cera
nel
tempio di Cerere (Plin. 35,154). Nel 485 fu dedicata la prima statua in bronzo a Cerere (Plin. 34,15. Liv. 2,41. Dionys. Hai. 8, 79). Poi cominciano i monumenti pubblici
e privati, e
Sicilia,
Koma
in
un vero magazzino
per
di statue. I termini
tecnici appariscono
em-
blema
Cicerone, plastica in Plinio, ecc. I Eomani conobbero la pittura nei vasi greco-orientali,
ma non
il
Pimitarono. Invece piacque loro l'affresco, talch famoso Fabio pittore nel 304 dipinse il tempio della Salute. Ma poi la pittura scadde nella stima dei Eomani
sicch tranne pictor
penictdum
la tibia
:
tabula
tutti
Komani
si
gli
altri
stromenti e
il
presero
dai Greci; la tromba {laknq^) e il lituo o corno {"/.ipug) nell'ordinamento militare di Servio Tullio gli stromenti a
:
corda probabilmente con Pintroduzione del culto greco. In seguito alle spedizioni d'Asia accorsero a Roma turbe
di
musicanti portandovi
il
il
psalteriim^
barbitos, la
dura
siriaca,
V arpa. Col
la
strumenti da battere, cembalo, timpano, crotalo o caL^ organo ad acqua (hydraulos) del tempo imperiale. A Roma si diffuse il gusto della musica, che volevasi nelle feste, nei banchetti, e un po' dappertutto
stagnette.
;
ma
e
l'esercizio
cantando
era spregiato, fino a che Nerone, suonando egli medesimo, non indusse i nobili a diCos la nomenclatura fu tutta greca:
,
ventare dilettanti.
symphonia, hymnus, harmonia, musica rhythmus trovansi gi da Lucilio a Cicerone. Yitruvio ha dir orna,
diatonon
,
i5
hemitonion, diesis diapason e molte non si conservano nella musica moderna. altre voci che L' educazione romana ebbe nei primi secoli carattere
tonos
,
nazionale.
il
il pugillato, il nuoto, il cavalcare, lo scagliar sassi e frecce e giavellotti. La ginnastica greca fu conosciuta soltanto nel 2" secolo, allorch essa avea
salto,
la lotta,
perduto
il
atletica professionale.
(Liv.
suo carattere educativo per diventare un'arte E questa introdotta nel 186 a. Cr.
ma
non
per intero dai Greci. Anzi tutto presero da essi l'alfabeto, che non invenzione greca, ma, come pare, egizia e dall'Egitto pass ai Fenicii. Di cose relative alla scrittura durano ancora
i
nomi
greci alfabeto,
carta, papiro,
scheda, pergamena, inchiostro, hihiioteca, ecc. Gi fino dalla seconda guerra punica accanto al maestro
di lettere
(litterator)
,
vediamo sorgere
il
grammaticus
,
maestro greco professione esercitata anche da Livio Andronico e da Ennio. Del grandissimo numero di Greci
che poi affluirono a Koma in seguito alle guerre orientali buona parte dedicavasi all'istruzione dei giovani;
,
il
paedagogus ;
altri
aprirono scuole
interpretarono i poeti greci e latini. Al principio dell'ultimo secolo s'aggiunge il rhetor o maestro di elo-
dove
quenza. Del resto la scuola a Eoma fu istituzione privata indipendente dallo stato, anche quando i primi imperatori stipendiarono maestri famosi. L'istruzione pubblica
una creazione
di
Adriano.
storia della letteratura latina poco pi che una storia della imitazione greca. I primi poeti non fecero
La
dal greco ed erano di paesi Livio Andronico fu probabilmente un prigioniero tarentino, condotto a Koma da Livio Salinatore
ellenizzati:
nel
16
di
272
a.
Cr.
Nevio
di
Campania, Ennio
Eudiae
nel paese dei Peucezi in Puglia, fra Bari e Brindisi. Cos i nomi dei generi poetici furono greci: poesia,
poema, comedia
ode,
tragedia
mimo pantomimo
,
elegia,
epigramma
epitalamio
egloga
i
idillio,
loro
nomi
coltivarsi
Koma
let-
Cr.
quando
prima
legati di citt o di
Komani
poi vi si stabilirono. In queste dottrine per i presero una parte pi viva ed efficace che nelle arti e nelle scienze speculative, e tentarono di renderle
principi,
i termini con nomi latini. Cos da le rimangono quel tempo parole: vocali, consonanti, lunghe, brevi, nome, verho, flessione, declinamone ecc. L' autore della Wietorica ad Herennium,
nazionali
traducendone
fino
che
si
Cornificio,
trasport in latino
le parole;
rativum iudiciale, accusatio, defensio, invcntio, dispositio, elocutio, memoria, pronuntiatio, actio, exordium,
narratio, propositio, argumentatio rcfutatio, digressio, conclusio, ecc. Solo alcune parole difficili a tradurre, prin,
cipalmente le composte,
All'opposto
la
i
furono ritenute,
come
sillaba,
le cose greche era tale, che non si riguardavano pi come straniere, non si presero la briga di cercare il corrispondente latino, e perci troviamo le
famigliarit con
voci grammaticali: dieresi, sincope, metatesi, eupionia, e le retoriche metapliora, sinccdoche, meidioma, ecc
,
apostroplie, plconasmus, ellipsis hyp)erbole parabola, prosopopoeia, barbarismus, soloecismtis, idiotismus, panegyricus, paradoxon, ecc.
,
ironia,
Anche per
la
filosofia
di creare
filosofiche
17
non
che pu trovare applicazione nella appunto perch divenisse popolare e contribuisse a rendere gli uomini buoni e felici, si volle usare il
la parte morale, e
vita;
linguaggio del paese. Perci poche parole greche attinenti a filosofia si trovano negli antichi tempi, sophia
in
Ennio, philosophus, philosophia philosophari in Ennio e Plauto, poi i nomi delle parti della filosofia etlica, physica, logica, e i nomi delle varie scuole. In
,
libri
po-
phy Biologia,
sciola,
sorites.
Alcune
egli
usa ora
nella forma greca, ora nella latina, come dogma e decretum, haeresis e seda, idolum e imago, paradoxa e mirabilia. negli scrittori posteriori, come nei gram-
Ma
vocaboli
entelechia, pathos,
cosmus
cynismus,
La
filosofia
vediamo sostituiti alcune volte termini greci ad istituzioni e cose romane preesistenti, come parapherna, apocha,
olographus
greco.
,
antinomia,
fu
ecc.
Anche pandette
dai
nome
il
La matematica
coltivata
Romani per
fine
pratico delle operazioni aritmetiche e geometriche necessarie nel commercio e nell'agrimensura. Questa parte ele-
mentare porta quasi interamente nomi romani. Quando alcuni studiarono questa scienza, presero dai Greci insieme alle dottrine anche il linguaggio scientifico. Sono gi molto
antichi
i
nomi
di
cilindro, sfera, trigono. Un po' pi tardi gli altri composti di yodvia (tetragono, pentagono, ecc.), prisma,
fig.
Nella
fisica
i
t8
erano
fenomeni pi appariscenti
natuche
ralmente noti ed
ma
quelli
Nella
ma
p. e. aer, aura, aether, ecc., e perfino V eclio. meccanica poi le macchine erano tutte greche; loro nomi non si usano pi.
L'astronomia nacque in Oriente, dove la religione stessa degli astri spingeva a studiarli. I dotti greci la conobbero viaggiando in quelle regioni e poi con la spedizione di Alessandro. Essi poi l'insegnarono ai Komani. I nomi
dei cinque pianeti furono presi certamente
tele,
avevano
altri
splendore (^at'yoov, <Pa^wv, IrAjSwv, <^c)7(ppog, Uvpsig); dopo si chiamarono con nomi degli dei.
Lo
mente
studio dell'astronomia a
al
Koma, comincia
di
tempo
di
Varrone e
Cicerone
propriavocaboli
per lo pi sono tradotti, come lo dimostrano i nomi dei segni del Zodiaco. Per s'incontrano anche nomi greci,
come Astronomia, Arcturus Andromeda, Cassiopea, Cepheus Centaiirus ecc. In italiano rimasero alcuni nomi astronomici latini, come: equinozio, solstizio, oriente,
,
,
occidente,
equatore,
ma
,
polus e non vertex, horizon non finiens circulus eclipsis e non lunae defectus planetae e non stellae errantes, cometae e non stelae zona e non regio orhis crinitae (Cic. cincinnatae) e non sectae pilae pars. Il che plaga, Jiemisphaerium
un corrispondente
latino, p. e.
Jul.
dovuto principalmente agli scrittori posteriori, come Firmicus Maternus, che anteposero i nomi greci.
L'astrologia, rispondente alla superstizione e al fatalismo popolare, si diffuse molto a Roma, ne valse cacciare indovini e astrologi e ciarlatani, come si fece pi volte. Al tempo d'Augusto Roma era piena di cos fatta
gente,
che port
nomi
astrologia,
horoscopus, genesis, genethliacus, ecc. Nella geografa i Romani non conobbero direttamente
prima
d'altri
i9
spedizioni in
non paesi settentrionali nelle loro tarde Germania e Britannia. Per l'oriente l'Asia e rAfrica essi presero i nomi dai d'Europa, per Greci che li avevano preceduti, come Aethiopia, Aegyptus,
se
Gallia,
Lihya, Cirenaica, Babylonia, Syria, Arabia, India, Armenia, Scythia. Perfino Hispania ha impronta greca. Italia prohahilmente la forma grecizzata ( ^noCkla. ) di un nome Sannitico dato dapprima ad una piccola regione meridionale. Greci del pari sono i nomi di tutte le
,
fondazioni greche dell' Italia meridionale e della Sicilia. Perfino i nomi fenicii passarono attraverso i Greci, sicch
i
Komani
dissero
Tyrus
Beerth,
Tartessus e non Tarsciisch, ecc. Presero poi oasi, cataratta, istmo, hosforo, oceano, pelago, ponto,
scoglio, ecc.
Per_quanto riguarda
lo studio del
corpo umano,
Eoben
il
maj^onosevaiw
ment^ esterne^jjgLcj^^o,
prDaE.&-^liere.^^
nonie^,^,,greco,.^jMn^
Nai)^meiiQ.4.uache
,
bench
esistesse
nome
nazionale, come hraccJiium per armus, arteria per canalis, stomachus per venter.
La medicina^comincia a Koma
esercitata
in
principio
da
da schiavi
liberti (Plinio,
29,
17).
DapprirQSTl^serc^zio'd
senza
col
sospetto
ma
;
tempo
medici
dinanza romana a quelli che pigliassero domicilio in citt di guisa che Augusto concesse loro alcune immunit
,
Koma
e perfino qualche
il
romano
medico
i
esercit medicina.
di casa.
V'erano anche
scrisse
primo che
di
medicina
fu
Catone,
bench
20
tanto avverso ad ogni cosa greca. Durante l'impero ne scrissero Celso, Scribonio Largo, Plinio, sempre per di-
naturalmente
anche
^m^^
prima,
'
ma
da
ftio
gangraena, herpetice] in Lucr., lethargia; in Cat. r. r., dyspepsia, ischiacms, carcinoma; in Cc, artJir iti cus,
phreneticus, cardiacus. 'U elephantiasis fu portata nel 62 a. C. dairesercito di Pompeo che la prese in Siria;
la
colica (colum) trovasi al tempo di Tiberio. Alcune malattie furono dai trattatisti tradotte in lacancer tino, p. e. articularius morbus per artJirits
,
per apostema,
lunaticus per
seleniacus, carhunculus per anthracion, angina per sycaleuli per lithiasis, suffucatio mulierum per
hysteria, scropJiulae per clioirades, ecc. I nomi pi comuni di medicina entrati in Italia fino
cholera, scrofole,
emorroidi,
(phthisis),
cachessia,
spasmo,
tetano,
epilessia,
isterismo,
apo-
plessia, paralisi,
coriza,
cefalea,
emicrania,
diarrea,
clistere,
elet^
tuario, gargarismo,
L'influsso
all'et
dei
Greci sul
mondo
latino
non
s'arresta
pagana. Abbiamo gi ricordato come il trasporto della capitale per opera di Costantino avesse per effetto
di ellenizzare la Corte e
Ma
il
-21
tutto
al
pi creato una nuova setta israelitica, se non fosse stata bentosto conosciuta dai Greci e nel loro paese nativo e in quelli ellenizzati dell'Oriente, e questi nutrendola di
filosofa
inalzato
non avessero sopra quelle semplici fondamenta un edifcio teologico e fondato una nuova chiesa.
La
letteratura cristiana per due secoli fu greca. Minucio Felice intorno al 220 di Cr., il primo scrittore latino
di cose cristiane.
Poi
a Koma,
ma
in paesi
dell'Africa,
era predominante. Non dunque da meravigliare se la nomenclatura della gerarchia e della dottrina cristiana
quasi interamente greca.
si fondarono in Oriente, ebbe, come le adunanze popolari, che presero ufficio saceril nome di ecclesia. I vecchi dotale preshyteri. Nella comunit entravasi col battesimo
e il nuovo venuto era proselito. Il capo della comunit fu detto ispettore, episcopus, quelli che servivano i poveri e gli ammalati diaconi. L'ordine sacerdotale and
gli
arcidiaconi,
patriarchi,
clero
suoi
membri
clerici.
Le
circoscrizioni
ammini-
Chiesa furono, come quelle dello Stato, dette diocesi. Le assemblee generali, sinodi; la prima
strative
della
universale o ecumenica fu quella di Nicea nel 225. La deliberazione conciliare fu il dogana; la fede universale,
cattolica;
eretici
i i
credenti
orthodoxi;
la
setta
haeresis
ed
suoi seguaci.
L'amore
gli
dusse
i
gli
anachoreti,
eremiti,
ecc.
monaci,
i
monasteri,
per
eccel-
cenohii,
libri
le loro parti
nome
leviticus,
deuteronomion ;
22
antichristus,
disus,
angelus
archangelus
paracletus
,
para,
thema
zelus,
scandalum
exorcismus
schisma
ebraici,
Caduto rimpero d'Occidente, non perci hanno termine i rapporti del mondo latino col greco. La dominazione bizantina che dura con varie fortune dal YI ali 'XI secolo, poi le crociate, il vivo commercio di alcune citt italiane con T Oriente, il lungo dominio dei Veneziani in
Grecia, Temigrazione in Italia degli eruditi bizantini prin-
cipalmente dopo la caduta di Costantinopoli formano una continuit di relazioni, che rannodano in qualche modo
,
il
mondo
antico col
moderno
e la
promuovono
storia
in questo
il
Ma
particolareggiata
non
ne
quantit di vocaboli rimasti vivi nella nostra lingua abbastanza considerevole per giudicare quali e quante parti della coltura nostra siano effetto di quelle.
Certamente se dalla lingua comunemente intesa, che forma per ora soggetto dello studio nostro, volessimo
passare ai dialetti, troveremmo una messe abbondante da
raccogliere. Un gran numero di documenti e diplomi del e deirXI secolo attesta che la Calabria la Terra
d'Otranto
e la
il
Puglia
si
rito greco.
prima
spiegarsi col
che avrebbero conservato la propria lingua attraverso la conquista romana. Ma studi pi accurati dimostrano che
Pelemento greco dell'Italia meridionale soggiacque compiutamente alla vigorosa propaganda romana. Gi Strabene si lagna che al tempo suo soltanto Napoli, Reggio
~
dice,
23
e durante l'impero
questi ultimi focolari delF ellenismo andassero spegnendosi. Tutti i documenti medievali del mezzod sono redatti, non
gi in un dialetto che possa considerarsi come una evoluzione spontanea dalF antico, ma nella pi schietta lingua bizantina (1). Il Bruttium di Cassiodoro nel VI secolo
compiutamente latino laddove la Calabria del X greca. Devesi adunque attribuire ai Bizantini, cosi spregiati e derisi egualmente dal fanatismo cattolico e dallo
spirito
filosofico del secolo scorso tanta superiorit di coltura e vigore di propaganda, che poterono rifar greco un paese gi divenuto latino da qualche secolo, bench
,
predisposto pi d'ogni altro a trasformarsi per il suo antico fondo di popolazione ellenica. Che se l' ellenismo bizantino non fosse stato combattuto da due potenti avversari, le armi dei Longobardi e la chiesa latina, si
sarebbe probabilmente
provinole meridionali.
diffuso
molto
pi
in
qua
delle
La causa precipua
Quando Leone
Isaurico volle imporre colla forza la dottrina iconoclasta, i fuggiaschi dalla sua persecuzione tro-
varono
rifugio
principalmente
in
Calabria
in
Terra
d'Otranto, portandovi le sacre imagini sottratte al fuoco e con esse i primi modelli d'arte bizantina. Circa cin-
quantamila persone vennero allora in Italia, e molte di queste erano monaci, che l'imperatore voleva aboliti, di guisa che resta memoria di novantasette conventi di Basiliani,
stabiliti a quei tempi soltanto in Calabria. Questi divennero altrettanti centri di studi teologici filosofici e
letterari,
ed assorbirono in breve la
scarsa
coltura
del
paese rappresentata dal clero latino. Leone capi il partito che poteva trarre da questa immigrazione e li lasci
(1)
Vedi ZaMBELLIS,
'IraXoe^iyjvtxa
i^TOt
Twv
Atene, 1864.
24
tranquilli,
denza di
Eoma
Questo spiega come non molto dopo il paese fosse ridivenuto greco nella lingua, nell'amministrazione, nei riti, e tale si mantenesse per qualche secolo, rinvigorito dalla
conquista di Basilio e da nuove colonie venute dal Peloponneso e da altre parti. I Normanni stessi ne subi-
rono
monete,
Di
Barlaam,
cos
l'
S.
si
spiega
Italia
numero considerevole di Papi greci delmeridionale dalla met del settimo a tutto il
(1).
rifiorire
decimo secolo
Ma
questo
deir ellenismo
in paese straniero,
cizia delle due Chiose che divenne sempre pi aspra. Il conte Buggero, per ottenere da Urbano II la dignit di Legato a latere, ridona alla soggezione della S. Sede le diocesi che dipendevano dal Patriarcato Costantinopolitano. Una rivolta delle Puglie sotto Guglielmo il Mal-
Basi-
liani, quali vanno sempre pi diminuendo di numero e d'importanza, e con essi la lingua e la coltura che
rappresentavano,
sotto gli Angioini
la
quale
scompare
quasi
interamente
(2).
Toccai brevemente queste vicende dell' ellenismo nell'Italia inferiore per mostrare quanto influsso esso abbia
lingua
del
paese.
Gi
fino
dal
1634,
Leone II di (1) Teodoro I nel 642; Agatone di Reggio nel 678 Piana presso Reggio nel 682 Giovanni VI nel 701 ; Giovanni VII di Rossano nel 705; Zaccaria di S. Severina nel 74 i Stefano IV di Reggio nel 768, Giovanni XVI di Calabria nel 997. nell' Italia Inferiore (2) Per le vicende dell'ellenismo bizantino
;
; ;
vedi
Lenormant nell'opera
citata a pag. 3.
- 25G. C. Capaccio nei Dialoghi intitolati // Forastiero, parlando dei Napoletani, osservava che sempre greil quale, corrotto gi, pur fa sentire suono delle voci greche, e alle volte par che i Napoletani parlino goffamente, che non parer cosi a quei
cissano nell'idioma,
il
che pratici della lingua greca sanno il significato di e '1 mescolamento di molte considerano che quelle, lingue
,
(1) A pag. 19 sgg. trovasi un lungo catalogo di parole greche comunemente usate a Napoli. Tra queste egli comprende un certo numero che non sono d'origine greca, come sbandito da ajSswuw, catafalco da altre non sono proprie solxara^a^vw, maschera da /j-xvtag x<^p<^ ecc. tanto del dialetto napoletano. Del resto buona parte delle etimologie indovinata. Ecco un saggio di quella raccolta spamfiare Tra/A'^atvw
;
: ,
smargiasso //a/jyatvw, chiafeo (sordido) yva'^eu?, perchia (brutto) Ttp/.r] o Tcspxi; (pesce nero), vallane (castagne cotte) |3a>avot, strummolo caia pede (pian piano) tto; xar 7r5a, infenocchiare (jTpj3u/og, pede w Taptx, sia (voce marinaresca) ^stw, zaffio ^svaxi^siv, ova tariche
(che non sa parlare) aa^y^s, far lame (dar belle parole) zhla^ioc^ scatapuzza (sorta d'erba purgativa) xaTKTroxta? smorfia da //-opf/?,
tiano (vaso di creta)
Tfrjv.vo'j^
<77T^t'^w,
incegnare (incominciare) lyxatvstv, encenia treccia &pii tnostaccio [/.-cxa^ lyAcx.tvi(x. infratta o sfratta k/j.'fp!x/.ru. farmaca (purganti) ^ap/jiaxa, schizzare da ffx''^, spata aiza^-ri, molutrarse da Xourpv, lagana ^ayava, stola (s-zoln stoppa c-runTr/?^ scalmo hastazo /SaTra^oiv , TAofjL^ , msce ( voce che si dice al gatto ) fj^'^i sparare anapurru, ancino (frutto di mare) sx^^os, ancarella yxwv,
stVwv,
, ,
, ,
cona (immagine)
galliare
Tpo-Kv.ix^
(pigliarsi gusto) yltiv , tropea (conversione di venti) trappito (luogo da calcar Toliva) rpaTrw, catarratta (parte superiore della casa) xarappa/.r/js , intonato da rvo;, sbano (raro)
77Tvtos,
fino a terra)
yp'zoc,^
x^l^-^^'-
P^^'^t
^
cristiero
xAu^siv, scutella
cortiglio
^
cancello
^
if.y/.zlloi;
casacca
,
xaaas?
ypaipstov
magagna
,
iJ.cc/ycc-i7ia.
canistro
,
nAvwJTpov
cesta
xiVt/j
graffio
sfamato
Pausilipo
^uff^rj/Ast^S-at
attizzare
,
cTTi^stv,
^pa^eiv
navTiAuTTOS
^
malinconia
^
(pelle),
Mylt(.piov
morale
^
iJ.pv.
pasta
'rzy.'sxr\
cofino Mfivoi,
spilorcio
cannavo
menta
/^it'v&y;,
O7r0.o/Aat,
cuscino (vaglio) xuxtvov , cocchiaro xawa^t;, sarpa axln-/], ceraso y.ipocTov, centrelle xivrpov^ fratta ypaxTyj, impiz.[x-pyri,
zare (accendere) w^a?, mattra [j-iy-rpa^ cria (nulla) ypt, morga matto {/..rocio^, calafato xa^a^ar/;?, urea /xaj , discolo ScKoT^oq.
letto
26
ci
Ma
allargherebbe
;
troppo
il
quale proponen-
dosi di ricercare le tracce presenti dell'influsso greco nella lingua comune, deve omettere e l'importanza dell'arte bizantina, di cui la costa orientale della penisola conserva
preziosi, come il S. Marco di Venezia, e quella che mirarono alla ristorazione dell'antichit, studi degli fatta astrazione dalla parte antica, la lingua preperch sente conserva troppo scarse vestigia d'influssi che abbiano
monumenti
moderna.
come alcune
fra esse
che
aver bisogno di pigliare dai Greci. Epjg]ire_si_J[_jqu^s^ che la parola greca si stabili nenajingua fatto strano
,
^anto
cycnus
culus,
ad uniriTin^'^""qug<^Tvon;3^
cacci
laiiflSQuelIaT'^tTos^
si sostitu
dall'uso
ad
amita, matertera; poeta a vates ; poema e poesis a Carmen; e pi tardi golfo Sisintis; trapano {rpvnocvov) a terehra. Dei nomi di venti abbiamo parlato pi
su. Altre volte
pontos
due nomi durarono paralleli come mare, e pi spesso con peagus ; stella ed astrum
i
, ,
poco o molto diverso, come venter e stomacms; vesper ed hesperus ; feretrum e faretra; cuneus e conis; silva ed hyle. Cos durano paralleli in italiano
significato
aria ed atmosfera; iscrizione ed exrigrafe; trasformazione e metamorfosi ; florilegio e antologia, ecc., e con significazione modificata palla e sfera; ascesso e po-
stema; immersione e battesimo; compassione e simpatia; individuo e atomo e attimo; circolare ed enciclica; lucifero e fosforo; supposizione e ipotesi; bastone e
scettro ecc.
-27
IL
Le trasformazioni
delle
Dopo aver
dobbiamo studiare
le
le
trasformazioni
forma italiana con la greca s'intende siamo proceduti su per gi come Lucio Mummio a Corinto: ne abbiamo fatto strazio.
Paragonando
la
Mm^^m^J^ojmoMd^^
proprii, dove Ahragant-i diventato Girgenti, FolydeuJces Polluce, TheoMeia Tecla e via via. E non so-
lamente abbiamo storpiato le parole nelle quali c'erano combinazioni di lettere ripugnanti alla nostra pronunzia, ma offendemmo anche quella che ben fu detta l'anima
della parola (1) e accentra la sua unit melodica e tridda ritmica, l'accento. Cos historia divenne storia
,
Sappilo Saffo. Con altri ci siamo contenuti pi politamente, e se abbiamo fatto pur sempre qualche
triade, in
strappo nelle lettere, abbiamo rispettato Tccento, come melodia miope tetragono Taranto Lepanto. In
, , ,
,
alcuni casi
di
lusso e
At quid est ipse accentus? ita definitus (1.) quasi anima vocis. Pompei Comm ad Donat.
est:
accentus est
~
l'altra
28
e hefdna^
da strapazzo
come epifania
significato
Berenice
,
inchiostro,
ecc.
Ma dunque le parole greche passando in italiano non tennero veruna norma, non seguirono alcuna analogia? E proprio vero, come fu detto della quantit, che graeca
per Ausoniae fines sine lege
vagantur
Abbiamo
noi
adoperato in queste parole maggiore arbitrio di quanto ne usassero gli antichi verso i meteci e i peregrini, in
cambio degli
utili
servigi
che
ci
hanno reso
Nelle parole che si trasportano da una lingua in un'altra convien distinguere quelle che entrano nell'uso popolare dalle altre che rimangono nella cerchia pi
del linguaggio colto ed erudito. Ciascun popolo frazione di popolo ha gli organi della favella conformati dall'uso del proprio dialetto in maniere diverse, di
ristretta
guisa che
l'altro
l'uno
ama
certe
combinazioni
ai
di
suoni
che
rifiuta.
Per esempio
le
Toscani costa un
i
grande
Lomperparole
bardi
amano troncare
vocali finali.
Perci se
le
le
esattamente
come
le
il popolo non capace di quello sforzo, e fa bambini, i quali storpiano con tutta franchezza parole che loro si fanno ripetere, adattandole alla
i
ripetono la
i
Se non che
cento
:
bambini sogliono
il
almeno
popolo
,
rispettare
il
ci
quale
Pacnon
sorretto nelle parole straniere dal naturale senso etimologico ond' guidato nella propria lingua, procede senza
bussola lasciandosi illudere spesso da false analogie. Cosi come dicevasi gloria, memoria, inedia fu. detto histria
e
tragodia.
Come
tutti
prodotti
del
mondo
vegetale
- 29debbono modificarsi per allignare in altri terreni e sotto altri climi, cos una parola straniera pu acquistare cittadinanza in altra lingua soltanto adattandosi alle regole
e alle analogie della lingua in cui entra. Quindi la bella osservazione del Pott (1), che dal modo in cui una lingua
riduce le parole d 'un'altra e ne toglie la parte per cos dire indigesta, spesso dato cogliere la natura di quella
d.
Le
parole dotte
poco alterate restano sempre straniere. Per se le due lingue fossero rimaste
e avessero conservato
le
sempre uguali
,
quantit, di accento, greche entrate in Italia sarebbero rimaste sempre eguali e riuscirebbe ora pi facile e pi semplice classificarle.
Ma nel lunghissimo intervallo di tanti secoli il greco fu soggetto a gravi mutazioni nella pronunzia, il latino divent italiano e oscurandosi la quantit manc il fondamento principale dell'accentuazione. Cos per esempio le
stesse parole
'/.fi^og
YiijJpa
entrate in latino, e
di
in italiano,
la
conservano
;
tolte
pi tardi, quando pronunziavasi ^, questa pronunzia in accidia, effimero. Quando la Yi conservava in latino il suo valore di e, secondo la legge dell'accenv:
la
hanno
tima
tardi,
le
come
in eremo,
diocesi.
parole entrate nell'uso popolare da quelle adoperate soltanto dalle persone colte, devesi determinare anche il tempo, nel quale ciascuna parola fu cominciata ad usare
in Italia,
cosi che
sarebbe
ufficio
(1)
Etymologische Forschungen
II,
- 30domanda: data una parola con determinate alterazioni, in qual tempo entr nell'uso latino o italiano ? o invertendo i termini della domanda: in un dato secolo, qual forma doveva prendere una parola greca entrando
alla in
Italia?
Dal diverso modo in cui le parole greche furono trattate in Italia da pi di venticinque secoli, si possono
formare quattro grandi periodi.
Il
pi antichi contatti dei Greci Italioti coi popoli italici e principalmente coi Latini. Carattere di questo periodo
la
cui
le
parole
venivano
alterate,
mutate di flessione, fino a che prendessero filatina. Basta aprire Plauto per vedere il governo gura che fa delle parole greche, come derivi da esse parole
storpiate,
con
role
sufiissi
latini
formi composti
ibridi.
Dalla forma
purpura
talentum
mimmus
mina
paobulus
,
murra, stappa, mtirtum, funda, fiicus, fundus, platea, ecc. poi i nomi proprii Agrigentum, Siculi, Sicilia, Bruges, TJlixes Foeni, Tarentmn, Sipontum Paestus Aiax,
, , , ,
Ma
parlando di voci
che greco e latino sono due rami d'uno stesso tronco, e che perci un immenso numero di parole, che potrebbero parer tolte dal greco non passarono gi da un
,
ramo all'altro, ma nacquero contemporanee dalla radice comune d'una lingua primitiva. Tale identit fece nascere e conserv cos a
lungo l'opinione che il latino fosse derivato dal greco. Poich adunque in questo primo
periodo le parole tolte dal greco prendono figura latina, non sempre facile determinare se una parola fosse comune al ceppo greco-latino ovvero sia derivata pi tardi
dal greco, e non di rado gli uomini pi autorevoli sono
31 ~
Per esempio dice Giorgio Curtius che crapula derivato evidentemente dal greco xp/xtnakTj, e per contrario il Corssen crede altrettanto evidente clie sia padiscordi.
controversia
si
agita
parole (1), e la disparit d'opinione tra filologi di grande autorit deve consigliare molta cautela e molta modestia
prima d'affermare risolutamente l'una o l'altra cosa. Certamente il confronto colle altre lingue ariane, le forme di derivazione, la storia stessa della civilt vanno restringendo sempre pi
il
numero
delle
parole
dubbie.
Cos
per esempio certo che navis non deriva dal greco vaDg, ma parola comune alle lingue indo-europee, naus in
sanscrito,
nico:
rivela
ma nausea
navi neirantico persiano, nau nell'antico iradalla maniera della sua formazione si
come derivato dal greco vav7ia. Inoltre non i Komani provassero il mal di mare e gli dessero un nome ancor prima di venire a contatto coi
verosimile che
Greci delle colonie italiche. Al contrario prima di quel tempo essi aravano i loro campi, ond' certo che ara-
(1)
Ecco un saggio
alea,
addome,
^
allucinare, angina,
anima
antenna,
asse,
castrare, catino^ cipolla^ circo, classe, colomba, colubro, coppa, corona creta , cubito , cuoio , duomo , elogio ernia faggio , falce,
, , ,
flemmone, formica,
mammella,
^
monile, moro m,usco nave, nbbia, nervo, nonno, oncia, orca, or duolo pagina, pallio,
pilare
pruno, pus, remo, rima, rogo rosa, ruta, saliva, satira t scrofa, scudo, setola, socco, spazio, sponda, sporta, stame, stile, stipite^ strige, stuoia, sus {su-ino), teda, torno, turba, ideer, uncino ^
fpur-ulento), ragno,
^
upupa,
32
essendo identiche a parole greche, non derivarono dal greco ma da radici comuni. Per ne le leggi di formazione,
buon numero
a
ne la storia della
civilt,
delle quali comune alle due lingue, in parte ancora nel buio^ vali
gono sempre
proprii,
il
chiarire
dubbi.
dei
Fra
gli
stessi
nomi
quali parrebbe pi evisignificato se derivi dal greco incerto n'ha alcuno tuttora ve dente, come sia schiettamente latino, Proserpina greco Perstorico
,
sephone
(1).
il
durante il periodo quale la coltura greca va diffondendosi fra i Komani e con essa un rispetto maggiore della forma. Allora furono
secondo
introdotte le
th,
lettere
greche
?/
e ^,
le
aspirate
ph, eh,
l'uso
sten,
coi poeti del secolo d'Augusto, per la declinazione dei greca divent d'uso coquali opera mune nella letteratura, sicch troviamo i genitivi musices,
da Yarrone, crebbe
matheseos, Pallados,
accusativi
lieroa
,
Tetiyos
,
Peeos
,
Sapphus
,
gli
poesin, tapeta tyrannida musicen, Aeschinen, i vocativi Alexi, Bapmi, Perseti, Atla, Achille, i nominativi plurali Arcades, Erinnyes,
cete,
Perseci
Tempe,
i
satyricon,
ccidas,
di
CycJopas
ecc.
Oltre
a ci
si
,
usarono
derivati
greci
nomi
latini,
come Seipiadas
Memmiadas. La
tendenza latina ad abbreviare la vocale davanti a vocale, (tendenza non originaria in latino, dove si conservarono
lunghe aiddi, terrai fio dius Diana, avanzata al tempo di Plauto), non imped
, ,
ma
ai
gi molto
poeti clas-
sici di
ritenere le vocali lunghe dei Greci, come in aer, Aeneas, Argeiis, Medea e in cento altri nomi.
(1)
Vedi rUsener nel Museo Renano XXII, 436, il Grassmann Kuhn XVI, 106 XVII, 436. Cfr. Curtius.
Questa maniera
di-
33
trattare le parole greche dura poi forma una tradizione delle scuole
popolo non partecip mai a questo sforzo erudito e continu a trattarle a modo suo. Quando pertanto e
il
il cristianesimo e l'impero d'oriente cominciarono a diffondere in occidente parole greche attinenti al nuovo culto e all'amministrazione, incomincia il terzo periodo.
ma
La pronunzia
progredito, coi dittonghi fusi in un suono semplice, col yalore della quantit quasi scomparso, e il popolo pronunci i la vj e la y, ritenne l'accento sulla terzultima
anche con la penultima lunga, dicendo par adito antile quali forme compaiono
^
cristiani,
tuttoch
per tutto
nelle
il
medio
evo,
pronunzia greca Greci viventi. L'ultimo periodo incomincia cogli umanisti e dura ancora ai tempi nostri, nei quali si formano ogni
nuovi per i bisogni della tutto artificiale tende a pronunQuesto periodo ziare le parole greche con quelle lettere e quell'accento
giorno
derivati
e
nelle
composti
scienza.
ma
un doppio
aspetto.
lare
il
alle
consonantico quasi intatto; il greco da cui attinge ha tuttora integra la quantit. Nel secondo periodo popolare
cristiano le
loro evoluzione,
3
Zambaldi
Le parole greche.
-34~
via nell'importanza all'accento. Delle due et erudite la prima pu ritenere la forma genuina delle parole greche
co' suoi
i,
dittonghi,
i
colle aspirate,
col
con tutti
gruppi
di
consonanti.
erudita non
lismo
quanto pu, e non quanto dovrebbe, la forma originaria. Altra diversit essenziale fra i due periodi eruditi questa,
che
il primo attinge liberamente dal greco ma non crea nuove parole se non di raro e pi che per altro per comica festivit laddove il secondo non fa che creare nuovi composti non mai usati in greco, e attribuisce a
,
convenzionali che
quattro
e
periodi non
si
cos separati indipendenti parola passando dall'uno all'altro prendesse forma diversa e consentanea alla tendenza di ciascuno; ma ogni periodo lascia ampia traccia di s nel seguente. Il primo
,
V uno
periodo erudito accolse molte parole nella forma popolare che avevano gi ricevuto, come amp-ulla pwrpura Siculi Hercules Poeni mente dal greco gli
, .
ecc.,
laddove
classici
,
attingendo direttadissero
scrittori
,
Siceides
p. e. Bruges per Burrus Patricoles per Pyrrhus, per Patrocles, Phryges, Procina per Procne, Acumena per Acmena. ytimina-
Pioenices.
mnpiora, Altre
smm
per gymnasiw
la
l'
ecc.
Il
resa tradizionale
pronunzia di un gran numero di azione sua sopra i periodi seguenti e la voci, estende conserva pi che mai nel nostro. Finalmente il periodo
cristiano
consacr
la
tutto
il
tempo
di
posteriore,
suono,
correggere gli errori di quantit, di accento. Quindi si vede che in generale le parole conservano la forma e la pronunzia
35
fonetici
mutamenti
comuni
alcune parole che si mantengono in una doppia forma, una dotta e l'altra popolare, (cfr. pag. 27 sg.) la forma
italiana
pu essere fino ad un certo punto indizio del tempo, nel quale furono per la prima volta adoperate
in
Italia.
Kispetto al genere delle parole greche entrate in italiano vuoisi osservare che in ogni lingua i vocaboli presi da altre lingue sono quasi tutti sostantivi; poi aggettivi
Gli aggettivi semplici sono pochissimi, austero^ bleso, ecc. E invero un altro popolo e un'altra civilt possono far conoscere un numero infinito di cose e idee nuove, ma non molte azioni nuove ne elementari quali sono indicate da verbi semplici
derivati
essi.
da
come
ilare,
particelle.
Perci
nel gran numero di parole greche usate in italiano non si trova quasi alcun verbo primitivo, e v'ha solo un numero di verbi derivati. certo
ordine tutto particolare di vocaboli formato dai nomi greci di paesi e fiumi italiani, i quali da tempi
Un
continuarono sempre ad essere pronunziati anche attraverso la dominazione romana. Alcuni di essi rimasero nella forma data loro dai Latini,
antichissimi
sui luoghi
p.
e.
per
Acragante.
Sicilia per Sicelia, Agrigentum e quindi Girgenti Altri invece ritennero la loro forma
primitiva, come Taranto e non Tarnto. La forma italiana di altri nomi geografici, quali per esempio Otranto
non Idrunte (Iscr. lat. anche Hutrentum), Ofanto e non Aufido, forse non senza importanza per risalire
(1).
Non
tutte
le
N; IV,
461.
se-
ne tutte entrarono in Italia direttamente. Vedemmo esservi un numero considerevole di parole die i Greci presero
da popoli orientali e trasmisero ai Latini dopo averle accomodate alla loro pronunzia e dato loro impronta
qualcuna
attraversando
il
provenzale
od
altre
lingue
neo-latine. Di queste parole che patirono un doppio o triplo ordine di mutazioni non potremmo trattare com-
piutamente senza addentrarci nella fonologia di pi lingue e senza accrescere smisuratamente la mole di questo lavoro.
Del pari quando avremo accompagnata una parola dal greco in latino, non potremmo accompagnarla sino alla forma italiana senza rifare la grammatica storica
della nostra
gi note.
Limitandoci
adunque a segnare le mutazioni pi degne di nota, ci rimetteremo pel resto alle regole generali. Le alterazioni che patirono le parole greche passando in latino e in italiano si possono ridurre a due specie:
fonetiche e toniche. omissioni
e
Le prime consistono
di lettere
si
;
nelle mutazioni^
aggiunte
le
altre negli
sposta-
quantit che vi
in
remo adunque
dei suoni;
appresso
Nello studio
delle
dovremo
ri-
volgere in particolar
modo
forma prendessero
particolari del greco ed estranei al latino, indagando qual nel passare dall'una all'altra lingua.
la
,r,
la
?/
alcune com-
ma
Le mute aspirate non erano in greco suoni semplici, l'unione della tenue con una seguente aspirazione; cio (p non era /"ma p -+- h, -h h, ^ t ~h Ji. Ci y^Jc
effetto
ebbe per
che
Latini,
tendo l'aspirazione,
il
37
guisa
nella stessa
th
t
che noi
in
Italiani
tuttora pronunziamo come Pantheon e il per eh per k come in architetto. Cos nopfvpa divent pur-
pura, 7Tp6'^og struppus (stroppa), mopsvg nel diminutivo amp-uUa, yjt apua (acciuga), <^oivty.eg Poeni, G^atptrTig
spaerita
(cfr.
it.
acpoclpa
e
,
il
poet.
spera)
<7)(^lY}
scida
yjy.ipi(^vX\ov caerefoUum, yjxki^ calx^ p.7j7Xi/ri masticum ; [jav^T menta, ^vog tus, cmy^Ttp spinter. Anche triumphus, antic. triumpe, sembra derivato da ^ph.p.^og. Pi di raro all'aspirata corrisponde
(=
skida,
scheda)
come (^akaivx balaena, ^pvyeg Bruges, ^i^v^ov forma popolare iuiuha (giuggiola), ^oy^Ci doga, ^py.yjjM dragma. Cos in parole comuni vediamo corrispondere ambo ad CK[j.(pj), umbilicus ad p/^oHg, ecc. In tempi posteriori, quando Timitazione fu pi esatta
la media,
nella tarda
pi consapevole,
le
aspirate
si
riproducevano aggiun-
gendo h alla tenue, come philosophia, achates, Athenae, e bench per la labbiale i Latini avessero /*, distinguevano da questa il suono ph, (1) e dove innanzi Si ph stava n lo
facevano
nanzi ad
m-,
f,
come come
in
infelix.
distinzione
italico.
scomparve e si ritorn all'antichissimo uso Perch nelle parole comuni alle due lingue la la-
biale aspirata bh della lingua primitiva, segnatamente in in greco, /' in latino, principio di parola, suol diventare
(p
come
fCiiJSf
fama,
(pip<:
fero, a^vjri
fuga
di
che trovasi
come
,
fungus
(papirpa faretra, (paWtazpa fenestra, (jfyyog E cos nelle tarde iscrizioni (7(pv^ovyj funda.
Filoxenus
iper
Philoxenus,
ecc. (2),
Vedi Quintil. 1, 4, 14; 12, 10, 29. Anche Prisciano 1, l4 non fixis labris est pronuntianda ^/i quomodo f. (2) Per la rappresentazione della f in tutti i periodi della lingua latina vedi Moramsen, Hermes XIV, p. 65, sgg.
(1)
dice:
38
da /* seIn italiano adunque la 9 riprodotta da _p condo il tempo in cui la parola entr in Italia e secondo
forma dotta o popolare; abbiamo perci e anda porpora nop(Pvpa, colpo da Klacpog, ampolla da ecc. Alla fora da u/sopsvg, filosofia doppia rpi\G7Gcpia,
che vi prese
tenue
con
aspirazione
Saffo,
altre
corrisponde
la
doppia
zaffiro.
aspirata,
come da Anche
si
lancprj)
le
da 7dn'fipog
,
due
,
scrivevano eh th
di
l'aspirazione,
forti
maniera che
yapoc/.vhp
ca-
rattere,
^alaixog talamo, X^pib Xpi^vg In trono. mezzo di parola alcune torace, 3pvog .^wpa volte diventarono medie, come Ir/LTdg agata, 'inibri spada. Davanti alle vocali e i la gutturale aspirata suol
conservare in italiano
'
Cristo,
il
ronte,
hyaiig
actf<o,
chirografo, 7yri[JM schema, (jyitoi' schizzo, ecc., ma in alcune parole popolari corrispondendo al e latino
yslidovtoc celidonia, scisria, cerfoglio, hyiadt/.ri sciatica. 7ym\/j, yaipifflov La parola 'yyirj ha le due forme scheda e cedola (sce-
e.
dula)
apy
si
archiatro, archeologia, monarchia, gerarchia ed aire parole dotte, ma diviene e nelle parole dell'uso
chitrave,
cristiano popolare,
brachi um
hracitim
La
dentale aspirata th
rimane
timo,
piata,
p.
e.
otog ateo
(/.'^^c/.i
^vpGog
tirso,
come
in
cattedra
i
Y.y.^o)iY.ig.
Davanti ad
diventar z
come
il ti
latino, p. e.
^dog
zio
GXpov^f/^v
t
in
latine
39
Del resto la presenza di mute aspirate nelle parole non sempre indizio certo che derivino dal greco, sia perch possono essere entrate anche da altre lingue,
come Chatti,
Cherusci, sia perch una volta presa la consuetudine della pronunzia greca i Eomani usarono aspirate anche in parole latine, e pare che divenisse un
vezzo nel
turale (1).
mondo
Cos
ai
disse pulcher,
sepulchrum, inchoare,
aggiunse h, come Gracdare loro chi, Cetliegi, per aspetto di grande antichit. Per gli altri gradi delle mute da osservare che la
ed anche
nomi
di famiglia
si
delle parole greche tende in latino a diventare media, come nxj^og buxtis, y.ap^c7Gg carhasus, 'Mig ahsis npyog burgus Xinpa lebbra. Si d per
labiale tenue
anche
il
caso inverso
Del resto
stesso,
q b
N mancano
,
esempi
medie riprodotte con aspirate, come il che av^piaiJ.^og triumphus viene pi spesso in italiano, p. e. y.Onog golfo, rpnatov
Bijnopog Bosphorus
trofeo, no[XfG\v^
scarafaggio. La
,
come bubulcus bifolco tabanus tafano, parole latine In qualche caso la labiale tenue e media in italiano
divent
v,
y.apa^og
caravella
dta^olog diavolo, B^.povUin Al suono kv della lingua primitiva corrisponde in latino qu, in greco z n r, e ci segnatamente in principio
di
Veronica.
parola.
Il
di
la
innog ed equus,
^5
che spiega l'identit di nivrs. e quinque, ecc. Ove adunque troveremo in latino
,
sar ragionealle
vole
ammettere che
la parola
non
sia
comune
due
lingue,
ma
(1)
Quintil.
1,
5, 20.
40
regolare di petra in latino sarebbe quadra, i pepo (popone) sarebbe coquo, di opium sarebbe succus. E verisi-
pepio
opium
sieno
le
parole
greche nirpv., nincv^ nog. Anche la gutturale tenue seguita da vocale o da liquida tende a diventar media in latino p. e. xo^ap,?
,
gummi,
Kv^spvav gubernare, ^Axpdyag Agrigentum KTjxvog cygnus, Rvcoo-o-og Gnossus, Upxvn Progne. In italiano xarra gatto, y.arjv6(pvllov y.a(j.[j.c/.pog gambero,
, :
garofolo
xoXrrog golfo
xwocog
goffo
ecc.,
iv.7.Aio(.
il
gaggia
gamba da
mugio,
la stessa
alle
tendenza
che
si
muni
[jjjy.do[j.yA
triginta,
La
i
gutturale
xivTpov
neceo,
o'T.riTiTpoy
il
scettro,
scena,
tennero
letro,
suffisso
/.r/,y.og
si
assibil,
p.
nohxsla polizia, npo'^mucf. prodrj[xoy.paTLa democrazia, ecc. La media cominci pur essa fezia, nlcnziy. piazza ad assibilarsi, e come da medius, radius si fece mezzo,
,
tro-
viamo zeta per diaeta, zabolus per diabolus, zaconus per diaconus; ma poi queste forme si abbandonarono quasi
tutte e rimangono scarsi esempi,
e forse
idi<y)Tty.Gg
come
(jyJdtGg
schizzo,
zotico.
del ^[
(jy^lia
in
gi,
come
in
Meno
scheggia.
e
L'aspirazione iniziale
quella di p pp furono
e
e.
comu-
nemente conservate
in latino,
p.
hilarus
halec, rhombus,
indizio
la sua
mancanza non
41
del contrario, perch la pronuncia popolare rifiutava l'aspirazione, e cos troviamo le parole greche resina, ra-
r;
Plauto
dice
murra
quella
tardi
si
disse
parole entrate
dall'etrusco, e
alle
da
di
si
altre lingue,
come
le
histrio
la
smania
rannodare
origini
romane
greche
altre
fece che
Bhea ed
parole schiettamente latine. La ^ nel latino popolare del primo periodo era rappresentata da 55, come si vede nel gran numero dei
verbi in /^w isso che troviamo nei comici p. e. cymhalisso, ecc. Questo ci spiega la forma di
[xi^ot..
atticisso,
massa da
^ entr
Pi tardi,
e
circa
vi
al
tempo
di
Siila,
la
rimase stabilmente. In epoca molto tarda fu per anche rappresentata con di, p. e. glycyrneir uso latino
ridia,
haptidiator, ecc.
(1),
questo
ci
spiega
come
p.
in
e.
alcune parole
da g,
selotypia, gelosia, ^i^vcpo'j giuggiola (mi. iuiuha). Le semi-vocali iniziali ; ^* e la 5 davanti a vocale
andarono regolarmente perdute in greco in latino furono mantenute, come si vede nelle parole comuni ifjuipcx. ve,
inrci septem. Qualora dunque troviamo in latino una parola che abbia perduto queste
,
,
e. ep^os greco p. Finog, ergastulum da Fsoyd^oixat. Fra due vocali la F scompare anche in latino, ma lasciando traccie di s nella
segno
che
fu
presa
dal
vocale lunga, p.
se fosse
traccia, e perci
hoszzzhovs. In greco non lascia questa hoare probabilmente derivato da j3ov originale hoare avrebbe o lunga, bench del
e.
;
resto
ad altra vocale.
(1)
p.
Corssen Ausspr.
216).
Intorno
all'anno
s
42
mento della
sotto
il
fra
nome
di
300 a. Cr. si compie quel mutadue vocali nella r, che si conosce rotacismo (1), come in mos, moris, g-
Le parole entrate in latino prima di quel anch'esse quella mutazione, e perci abtempo patirono donde turibolo. Ma in quelle entrate biamo thus, thuris,
e perci V s fra due rispett la forma greca vocali, p, e. in musa, hJaesus, anisus, sesamum^ indizio
dopo
si
Quello scambio
al latino,
di
d con
{dy.pu) e lacrima, trovasi pure in derivati dal greco, come '0du77vg TJlixes, e l'inverso akHOx adeps, 'jkIVov sedano, aiivXov in amido; d provenne da r in caduceus da
y.apuy.tov,
come odor
e olere,
dacruma
proda da
da nop(pvpovg. Vi sono pure alcuni esempi dello scambio delle liquide, come dattero e dattilo, (Qavg e fal, philomela e philomena, nzrpodel mutamento (jdvov petrosemolo e poi ])rezzemolo di d nn -proja, pernice da nioiB. In principio di parola troviamo lo scambio di m in n, come nespola da [j.hntXov, nicchio da [j.vc/.^ mytuus (cfr. nibbio da milvius
nprJpy.^
in porfido
ecc.
le
combinazioni
raldo,
Mnemosine, pnetimatico, smeparola Cnido tmesi ptisana Ctesia, pseudo, xystus, drama,
, , ,
Tlepolemo, ecc., e in mezzo di parola Alcmena, Echidna, Admeto, amygdala. hebdomada, Atlante, Latmos, ecc. Nella pronunzia popolare del primo periodo queste combinazioni difficili in mezzo di parola si accomodavano per lo pi separando le consonanti con una vocale, p. e.
^o^.y^^M,
techina
(1) Cfr. Edw. Walter, rhotacism in the old Italian languages and the exceptions. Lips, 1876. - Jordan Krit. Beitr. p. 151 sgg.
43
per rs^vv:, Hercules per 'HjOaxXyJg, cocula per cochlea, ecc. Ci stesso facciamo ancora in italiano nella combinazione
sm, come spasimo per spasmo, cresima per chrisma Cosimo per Cosma, cristianesimo per cristianismo, ecc.
In principio di parola si ometteva qualche lettera nelle combinazioni ripugnanti alla pronunzia. Come per esempio nelle parole comuni alle due lingue gn e cn divennero n,
clamentum)
(natus natus novi amentum per gnatus, gnavus gnovi, si fece cos da (norima) norma. In sul
yvcpiixYj
Toomeus,
tisicus,
tisana
per Ftolemaeiis, phthysiciis, ptisana; ylvxvppi^oi divent liquiritia. rara in principio l'inserzione d'una vocale,
come
di
le iniziali
In italiano poi abbiamo ridotto ad s juva. come sesto ^j7t6v, silografia ^uloyp&.'^Kx; abbiamo fatto arnica ; lastra e piastra si mapiiVAT,
in
mina da
?
dj,
ritiene
essere
la
stessa
parola
derivata
da
n'k&.7vpov.
Probabilmente barattare da
abbiamo
fatto anclie in
mezzo
npoirrsiv. di parola, p. e.
Gravi mutazioni
da
(jocyixoc
usammo largamente salma, (7iJ.ap7,y^og smeraldo; come l'assimilazione, poc/^ixc dramma, ^Ib^ij.gc flemma,
da
^r/.zotiJ.GV
dittamo,
apoplessia,
npaxrtiri
(prattica) pratica,
'
no-
TXi^ioL
(Amfittioni) Anfizioni.
s'
incontrarono
epilessia, A(j/fiy.Toovsg pSj^a venuto miccia. Dove tre consonanti ne omettemmo una per
inrt^iGL
Da
esempio
sintomo, apy.zr/.og \(/.p.nxrip lanterna, criJ.nvcU.a artico, (ka'^ixa asma. Cosi questa forma si confonde con
l'altra corrispondente
ad
aau.c/,
canto
che nella pronunzia fiorentina dramma pa[j.cx. si confonde con dramma ^pof.yj^:^. Combinazioni ripugnanti all' italiano
si
apoftegma, oftalmia, autoctono, atmosfera, etnografia, ritmo, istmo, psicologia, ecc. Rispetto alle vocali da osservare che esse mutano
per lo pi secondo certe affinit che hanno in latino con le consonanti vicine. Cos p. e. a seguita da r tendeva
a divenire e, come
fcx'koipa
phalera
KajJLcipa
camera,
44
'
xh^upoL tessera, e pi tardi citer per cithara. Diventava e altres davanti a nt, come p. e. xdXavxov e talentum, HapoLVTOv e Tarentum,
kzpdy a'ur
Agrigentum.
Anche
navy.^rpov divenne e. Quando atona entro alla parola, segnatamente nella penultima sillaba, tende a diventare i, come da (xocyava machina,
in
canestrum
da
namva patina,
fine
halineum, ^ukoi^T bucina, / anche nei composti alla del primo componente; nella stessa guisa che da
^o.olvzXov
si
per monistero per monastero iJ.o'j(/.7Tripio'j. Diviene o nella forma del tardo latino fiola per uo.a, in mandorla per
/ui7^aXvy
cos
es.
forma notomia per anatomia. Seguita da labiale diviene o e poi u, come Hecuha (antico latino Hecoha) per 'ExajSy?, triumphus per ^ptaiJ.^og. Diventa u anche seguita da /, come crapula, spatula, strangulo da /.painella
nakTi, Gn(/.xd(.):Ci, (jXp(/,Yid)(^, Questa u ridivenne in italiano l'antica o. Ad a di ).do(.vov risponde in italiano
il
il privativo, si perdette per aferesi, come in diamante per idixavT, in mandorla da amygdale in ecc. In sillaba atona scomparve gaggia per acacia in volta anche mezzo di parola, p. e. y.un(xpi<j(7og qualche
cipalmente
^1)
tale
questa tendenza in
latino,
penultima
p. e.
sillaba
amygdalum, asparagus, astragalus, barathrum, barbarus, calamus cantharus cithara crotalum cymbalum eschara hilarus libanus organus orphanus pelagus petalum phiala platanus plisana raphanus scandalum thesaurus supparum tetanus
,
,
tympanum
ecc.
-45
questa medesima
della
i
diventa
quanto appare dalla forma grecizzata Bpsvrhtoy, analoga alle formazioni latine Vaesium, Nervesia, ecc. Nel linguaggio popolare tendeva a diventare i anche nella penultima sillaba atona,
e pi verisimile per
Brundusium
come Melpomina
MslnoixiyTi^
catecumino
Y.axriyo\)jj.Evoq^
pittima intasila. In italiano i participii medii ritengono la e, sicch diciamo fenomeno, Melpomene, catecumeno.
La
e trovasi
mutata
in Veronica per nslag, in Cefalonia per Cefallenia Berenice, in Tolomeo per Ptolemaeus. Ma forse questi
due
nomi patirono
il
mutamento anche
in
greco;
di
{ToloiJmog v' esempio in iscrizioni, ed verosimile che si dicesse anche BcGovtxvy. Probabilmente erano maniere
come elefante forse qualche antica storpiatura, al n. 1091 del che trovasi olopantus Corpus Inscriptiooccasione all'etimologia popolare
num, diede
da
leone.
Finalmente trovasi qualche volta mutata in a come in Trapani da Drepanon. L'aferesi della e iniziale ha luogo in saggio da in scia^aytov, in risipola da ipvdinslag
,
suono di
nel maggior
numero
o perch
greco gi ab antico, o perch si formarono dai moderni secondo l'analogia degli antichi derivati. Cosi diciamo
dicastero
dixaGr/ipioy ,
Peleo
yiYjlEvg,
di parola derivata la vj ionica conservata in quei vocaboli, che nel dialetto dorico e in latino dovrebbero avere a.
Mentre
la
e
p. e. rl^i/g,
dor.
dvg, (jFaug,
dor.
v.OLpg,
in lat.
in
suavis,
ion.
in
cera,
ion.
xvjpo'g,
sceptrum
cyrinrpov dor. (7y.dmpov, in sepia cTiTiia^ dimostra l'origine l'iotacismo di y? cominci greca di queste parole.
Ma
molto presto nel greco,
phrenisis
46
cos
erimus
ecc.
epr[XGg,
mathisis
NelFuso nostro rimansuono i, p. e. camomilla jOL\m'gono poche parole col a Paracleto Uapazlmog, ParacUfo parallelo [xr^lov, Agapito 'Ayanrjzog, accidia /xx/i^sta, amnistia dijyrjdvia, effimero Sf/jiispog, Giovanni da lodvvYjg (nelle iscrizioni s'incontrano le due forme Ioannes e lohannis). Del
resto anche la e dei latini
riori
si
ci danno p. e. Cor senza esempio. non Dante Corniglia L'antica pronunzia dorica Me s sana detta comunemente
all'et
classica,
il
e le iscrizioni
di
nilitis,
onde
dagli
scrittori
per tempo
"A(TZ/;/;7rtog
l'iotacismo greci flessene, diventare Messina. L'a di Aescuapius per connesso ad un'antica storpiatura latina
dovette patire
da una forma dorica. Quello di stratagemma per axpyj.i^iriixoL, lat. stratagema, o una forma dorica,
forse deriva
ti ;
jSoXjSog
nilhus,
(paivlrjg
hidimi.
vasi
0,
nel linguaggio popolare quella u pronunziae fino al tempo dei Gracchi e della guerra cim-
Ma
si trovano le forme consolihus, epistola, Hercoles, laddove quelle predominanti nei tempi dell' impero sono consiilibus, epistula, Hercules (1). Anche nella terza
brica
esempio cledcront,
le
La
nente.
fine del
si
Come
con
agro,
(diro,
fato
(1)
Vedi Prisciano
1,
27, 9.
(u)
Romanorum quoque
II, p.
vetustissimi in
agricultura
,
47
fatidicus, cos gi fino dai primi divenne tempi zpo(.yo}iCixct){o(. tragicomoedia ^spiJ.on^hov thermipoUum, Patrocles Patricoles, ecc. Seguendo la tendenza latina ricordata sopra nella penultima sillaba
aurifer,
,
i in attimo da UToixog. In Acerentia per Acherontia la o fu mutata in e; la o atona della penultima sillaba divenne a in abrotano da <x^p6TO)/ov. La muta-
divenne
zione di
in a* nella parola
qualche mutazione
i
p. e. in 'ATroXXwvog
ApoUmis, perch
homo
hominis. Divenne a in canap da zcavwTrsrov , forse per assonanza con canape. Scomparve in cornice da y.opcvtg.
Nell'antico latino la vocale
zione ea
italiano
;
In
dose per (BaV^g, (pacig, mg e sotto l'ace in desco per disco, nel suffisso ismo diventato esimo, come cattolicismo e cattolicesimo. Dibase,
fase,
cento mutasi in
venta a nella penultima sillaba atona di cronaca y^posindaco (7vviy.Gg, come tunica viY.(/.^ cofano xcptvog
,
divien tonaca
poi
spesso
monastero [xovocdicastero v/.OLG'ripiov, ecc. Per attrazione della ^Wjpiov, vocale seguente diviene o in nespolo da ixi^nCkov. Bench la greca non sia mai consonante, in principio di sillaba e seguita da vocale si consonantizza in gi, per
assorbita nella desinenza io,
i
La
(1)
48
e questa era la sua pronunzia originaria anche in greco, quale si mantenne nel dialetto di Beozia, anche quando
erasi
attenuata negli
altri.
da
uxus da nv^og^ cupressus da y.vndpt7(7og, nop'pvpCiC, urgus da nvoyog, muraena da [j.vpai'ua, guhernare da spehtnca da (jnfilvy^ , amulum da ajuiuXoy 'A.u^Epv<xy cuhus da y.u^og. Davanti a r e ^ trovasi pure mutata
,
ancora da cxyyivpa^ in cotonia per cyScomparve nella forma Polhices da UGlvdvy.rig, probabilmente con la forma intermedia Foduces. Nella stessa guisa fu tolta nella parola prete, da presbyter,
in
0,
per
es.
in
(ionia.
dove equivale ad i atona. Circa al tempo di Siila la u entr nelF alfabeto latino insieme alla C, e per tutto il
tempo
di
i.
y distinguevasi da quella
diminu
e
Ma
a poco a
poco
la
distinzione
affatto.
i>
nel
corrisponde in italiano
ad 0, che
grotta
come
tomba
Ti>/aj3og,
mortella [JMproc, bosso nv^og, y.pvr.Tc^.^ borgo nvpyog, tonno 3uyyog, cotogno ancora (iyy.vpc/.^ torre
rvpptg
,
zv^cvioi,
ovvero
si
mantenne
-u
cubo
yjivrj
;
7.vfiog,
mulo
ujjylog, sambuca^
acciuga
invece corrisponde ad i nelle parole entrate nel tempo classico o dopo, come cimino -/.viJdvov, giro yupog,
lira Xipa
timo
gineceo 'frjax/.ihv elemosina D.gyyjUtC/O'KVV; , rara la / nelle parole entrate nel primo ^x)\sjg.
^
periodo,
come
es.
IJlixes,
stilus.
tifo
forma, per
tufo
r'^og,
^vpaog,
porpora
antico,
tardi scrittori
p.
es.
una
reminiscenza
arcaica,
,
come
in
dactulus e
quae
si
adsumptae non
Tpvnavov divenne trapano, credo per falsa derivazione da tra trans. Alcune volte la v pass in oi,
simili.
principalmente nel dialetto di Beozia quindi Motfjoi per Mv(7oi. Ci spiega come Mvata in latino sia divenuto
;
anch'e
Vi
tonica
come
si
volta
dittongo oa, passato nel latino classico in ae, an divenuto e in italiano. Gi fino dai primi
cristiani
si
secoli
cristiani
enigmata per aenigmata, spiera per sphaera, rompJieal per romphaeali. In alcune parole esso rappresentato dalla semplice a, per es. amatita per haimatite, crapula
camaleonte per chamaeleon paggio_ per indurrebbe ad ammettere che queste naitoVy in Italia quando distinguevasi anfossero entrate parole cora il doppio suono e quello dell 'a era il pi spiccato dei due. Ma dacch alcune di tali parole entrarono eviper craipale
il
,
,
che
di
le
si
)(^a[j.'xiiiri\ov
camomilla. Ai suf-
aiog e atsug corrisponde l'italiano eo, p. e. Imeneo, Pango, N'emo, Pireo. In parole molto antiche atog trovasi diventato ivus, come kyjxioi Achivi, Hata, oliva.
fissi
'
di (jxapa^alog gener le due forme scarabeo e scarafaggio. Il dittongo av che per lo pi s'incontra in parole dotte, mantiene in italiano la pronunzia aw, p. e. austero
La doppia pronunzia
automa avrixaTov, amaurosi daavpco7tg, areoaxxjxTipiq, nauta zpovamnq, caustico xavfJTtKg. In alcune parole fu contratto in o, come posa e pausa, tesoro da ^Tj^avpg. Nel riprodurre il dittongo et non si trova uniformit
nei Latini,
i
i,
p. e. Uolv^iksizog
Folicletus,
4
'Epaxlsizog
Heraclitus.
Cos
accadde nel
suffisso
eio,
50 ~-
eia,
eo,
ea, abbreviando la
che negli antichi Latini prende la forma e davanti a vocale, e come di-
cevasi vinea, dleum, cos si disse platea iikoLxda, chd~ rea yo^doL, hdlineum ^alavBiov gynceum yuvar/sbv,
,
Epeus 'Kmig
scrittori
classici
la vocale che
Ao^pelog,
rappresenta
dittongo, per
es.
Barus
Alexandra
^AlsBd'j^psia,
Medea
Myj^sia,
mu~
sum
cJius
[j^ovasiov,
xandria, Clio KXsic, elegia .systa, Nicomedia, Selucia, Basilius (BactXsrog). La i prevale in principio di parola,
come Irene
I
Sirenae IztpriVsg Sirius idpioq. l'uso poeti seguendo popolare abbreviano di nuovo in Ddrius, cydneus, epictlreus, glicdnius, pherecrdtius, ecc. Del resto Ve indizio di origine greca,
Elprii^Yi
,
,
cristiani
perch nelle
conoscono
elettuario
Il
parole
?',
comuni
p.
i
alle
due lingue ad
dico.
Et
corsi
risponde in latino
e.
^er/.-yvp.i,
Cos
ri,
per
greci
vocaboli
ipotenusa vnoTclvovGa
e in italiano
skXsr/.rov,
si
ecc.
dittongo su
mantiene in latino
nel
Eunienes
i
Eup.fvyfg, e
raramente
incerto
Latini riprodussero la fidiedero ai nomi in vg la forma latina della terza declinazione in es, come ap-
modo
nel quale
nale Evg.
essi
'A)(^tl-
Servio ad Verg. Aen., 8, 383). Per il genitivo nei tempi migliori ed anche in Cicerone TJUxi, Achilli. Negli altri nomi prevalse la forma eus,
ecc.
Nei primi
se
pendevano od aeus corrispondenti alle forme greche svg e aiog. Il grammatico Mario Vittorino, p. 2510 P scrive: consimili ratione quaeritur
incerti
Orpheus
in
metro utrum
trisyl-
51 labum an disyllabum
sit, an idem nomen duplici enuntiatione promatur, aut sine a littera, ut Pentheus, aut cum a, ut ita declinetur Orpliaeus ut Aristaeus. Visum
est
sit
littera graeca
latina
quae
per
diphthongon
ef-
dittongo
01
per
e.
Komani
classici
liano rimane
coenohium,
demmo
dittongo
al dittongo ai
01
vediamo
in
p.
e.
noirjv/ig
poeta,
noiTifLa poema, e questo antico uso popolare si mantiene anche in parole entrate pi tardi, p. e. ^loiKYj^ig diocesi, nopoiiiix par occhia. In altre parole la e atona che rappresenta oe divenne ^, come }ioiiJ.rjTy]piov cimitero, il che avvenne certo per assimilazione alla seguente i. Nelle
ma
ot
comuni
alle
due lingue,
i.
come
Il
oiy.og
vicus,
ovog vinum,
corrisponde in latino
italiano
come
tragedia, comedia, citaredo : in altre entrate nel tempo classico rimase o, come in rapsodo, epodo.
Il
dittongo ov rappresentava
e suono u da questo suono, per come osservammo ti scambiavasi greco troviamo forme parallele nei
il
semplice
[xvog e p^ovvog,
lo
pi davanti a
e y.po(. xovpa, ecc. Ci accade onde troviamo le forme italiane l, Trasihulo Euhulo ; da 'zo^ouloi
venne
cognome Theddoi. In acolito il dittongo ov di dy-okov^og rimese v e questa fu pronunziata per i breve.
il
(i)
I,
Il
52
^,
come
'hpnvloLi
Anche eli due vocali che non formano dittongo abbiamo qualche esempio di contrazione e fusione in un suono solo. Per esempio in ^ai^(*)V Phaeton le vocali ae si pronunziarono gi ah antico in una sola sillaba, come nel verso recato da Mario Vittorino, 1, 20:
cura te flagranti deiecit lumina Phaeton,
il grammatico Pompeo (p. 297) cita questa parola come esempio di sineresi. In italiano diciamo Fetonte. Le forme che prendono in italiano i suffissi dei nomi
greci seguono
suffissi
di
regola
l'analogia
delle
parole
latine.
nel pi dei casi bastano anche Questi a contrassegnare le parole derivate dal greco,
da
se
soli
perch
le
due lingue o usarono suffissi diversi di derivazione o quelli comuni foggiarono in diversa maniera. Sono suffissi greci
:
come drama, Nel latino popodiadema, emblema, diplomila, idioma. lare questi nomi furono trattati anche come femminili
MAT,
in Plauto troviamo gaMcomam, Pomponio diadcm.am, in Cecilie Tabi, schema. Di che abbiamo anche esempi italiani, come (pliyiJ.a flemma, [j.dla^iJ.a amalgama, XP'^p^oc croma,
della
prima declinazione
in Laberio
dogmam,
in
(pv<7riiJ.a
fisima.
Altri
come nomi
meccanismo,
yapyo(.pi.(7U.a
gargarismo. Bimane poi la regola costante che questi nomi non si derivano da casi obliqui, come j^oemate,
dramate,
inteso
ma
dal
nominativo.
Il
plurale
Gvr/[J.Cicra
fu
nella
singo-
lare e se ne deriv
plurale stimmate.
,
AA
TA
p.
lafj.nag
ylafjvg chlamys,
obliqui,
e.
ecc.
lampas rptag trias, Iholg Ilias, La forma italiana deriva dai casi
Iliade^
triade,
clamide.
Lampada
pass
53
Di
nell'analogia dei femminili della prima declinazione. decade, ^EY.iq, v' anche la forma deca.
lA puossi riguardare come suffisso greco perch di temi latini non si trovano che cassid- cuspid- hellidcapid-. Tutti gli altri, come aegis, holis, iris, tyrannis,
pyramis
nvpocfxlg.
ecc.
In
italiano
sono greci ar/ig (BcX/g iptg xvpoL'uvig diciamo bolide, iride, tirannide,
:
piramide.
della
Egida
fu
preso
dall'acc.
greco
divenne
prima declinazione. In latino magis, [J-Oi^tg, divenne magida, e da questa forma venne (magdia) madia. Tigri ssb divenne un nome nyptog^ ion.
xlypiog,
classis,
tigre.
AAj lAj il suffisso dei verbi terminati in a?w ed i^( come x/Jia?so, y/xv/?w, 7aknl(^(^, ecc. Nell'antico latino, come gi osservammo, ? diveniva 55, onde i verbi atticisso, malacisso, ecc. Poi si disse azo, izo, come in
citliarizo,
haptiso, exorcizo, e quando tale suffisso entr nella consuetudine latina, fu applicato anche a parole
latinizo,
e cosi
paganizo, sollemnizo, chricontinua a fare in italiano, derivando stianizo, in ogni maniera di verbi azzare, izzare e poi ezzare,
si
Dai verbi
tivi
in
a?w
sostan-
coi suffissi:
A2M02 I2M02
vacp-og
come
,
pleonasmo
(/.(popi7ix6g
aforismo
GuWoyi(jp.6g
p.
suffisso eggiare si deriva comunemente dal latino icare rammaricare e amareggiare albicare e albeggiare. Anche ammettendo come sicura tale derivazione, rimane per che queste
(f) Il
e,
,
varie forme di
t'^w
derivazione si applicano in italiano anche a verbi indipendentemente dalla loro origine. Nessuno certamente vorr
riferii'e
i verbi inneggiare, e tiranneggiare ai tipi fantastici hymnicare tyrannicare, se esistono i verbi f.vi^co e TupKwt^w. Anche in
italiano
abbiamo
le
~
sillogismo
,
54
(jo\orM(7iJ.g
solecismo
ecc.
Spasmo, ma-
rasmo ed
altri
forme popolari, come spasimo, cristianesimo, in cui evitato l'incontro di sm, quei suffissi si mantengono nel linguaggio colto. Il suffismo ismo poi entr tanto nella
consuetudine moderna, che
parole per indicare
il
si
di
,
sistema, p.
egoismo, pessimismo
TH2 TA
suffisso
di
semita, ecc.
di nomi maschili, laddove il suffisso nomi femminili, come Jiasta, cicuta, meta, La forma latina dei nomi greci in rrig ta,
come
liano,
nsLpc/.TYtg
Tzoirixrig
poeta,
spriixiTTjg
eremita,
e.
idiota,
p.
ya/W|3v:Tvig
eccettuati alcuni nomi propri! come slGloldvprig idolatra, Aulete Poiiorcete, ecc. Alcuni di questi divennero femminili anche in latino, p.
e.
charta
xaTCcnilTng
y.yjy.rCtg
cataptdta
cometa,
holetus.
tivi
trota.
Qualcuno
pass nelle
come
i
|3wXjr/:g
sostan-
in -ista derivati
y.t^api(jxrig
da
verbi
in
/?w,
come
70'pi7T/ig
sofista,
citarista,
cJvri^ywvfaT/yg antagonista,
il
suffisso si
applica anche
come umanista, dentista, flautista, sicch non pi indizio d'origine greca. Anche i Latini avevano cominciato ad usarne in qualche parola, come
a parole nostrali,
computista, Donatista, ecc.
trovasi per esempio in y.paT/ip cratere, yoipccATCip clistere. Qualche nome pass gi in lacarattere,
Y^jjixrip
THP
tino alla
prima declinazione, come 7xofrr,p stater, it. stadera ; anche y.poc-.iip usavasi nel femminile cratera (1). (Il latino presiyter, donde la storpiatura italiana prete,
(1) Prisciano Y, 4 in mullis videmus commutatione terrainationis genera quoque esse conversa, ut /.purrtp haec cratera.
55
classe
ma
abbreviato
da
THPION
dicastero,
p. e. p.v(7Triptov
lo pi Tiene assorbita la i e
(7^aipi7zrptoy
:
orchestra, noCkaidupa palestra, (poivsuffisso solo apparente nei nomi '^'cpa fenestra. (Questo latini magistra e ministra doye la s appartiene ai e comparativi magis minus).
p)(y]7zp/x
,
2TPA
Ipnrig
erpete, zanrjg
tappeto.
Kva^rog cyathus,
axav3og acan,
AH2:
EIAH2:
roide,
si
^mtposMg
ecc.
cicloide,
ecc. Si
falange,
decli-
femminile iGda
{ty.]o()
proprio
ve-
ramente dei temi gutturali, come ^pf,77cx. tracia, (pom7(7oc fenicia; ma poi si us anche in altri nomi come (jAlt^aa Nel tardo latino ([xskiz) ape, ^o^GilKJfjoi (P(K7tkt) regina.
troviamo
nissa
,
prophetissa,
Nelle
ecc.
femminile anche di
chessa,
diaconissa pythoromanze si us come suffisso lingue nomi non greci, come contessa, dw
ahhatissa,
,
O^
clope,
vdpco^ idrope
xuxXo'^
ci-
ecc.
AN
XztyriV
IN
HN
AINA:
nuicHv
peana,
sl(ptg
del/ino,
ecc.
^id^pipof.ivoL
gangrena,
A 102
suffisso
56
come
(xiJ,oi^odog
aggettivale,
ambeo
prima declinazione
pi pochi conservarono la passarono per desinenza greca, e solo nel linguaggio colto, come epitome^ cramhe, anagnostes, pyrites. La stessa variet dura in
in
italiano.
a; ben
Escono in a
e
le
come
ino)(jn
dsGKGTrjg
despota
nomi
e di
scienze
come
ypaiJ.iJ.O(.zr/.in
grammatica,
ritengono
e
prjVopr/.Ti
retorica, ^oi>OT/yi
mu-
sica,
colto,
ecc.
anagrafe, nG7vpo(pin apostrofe, o:i>aypa(pri numerale Pentecoste, nzvxYn epitome. L'aggettivo smroiJ.ri ritenne la forma greca; Y^oirri, del linguaggio liturgico la quale conservata comunemente anche dai nomi proprii,
come
come Ismene, Dindimene, Euripide, Tucidide, cuni maschili, come gi osservammo nei nomi
ecc.
Alrriq,
in
passarono al femminile, p. e. sWvJg erma, y.a'kaiJArrjg calamita, ed altri fecero il passaggio inverso, come iJ.a(7Xi)rCi
mastice, ^Isyixov/i flemmone.
come vestis, come mens, gens. In greco pochissimi nomi, come [xfiTig), passa in at, come
TI
in latino
o rimane inalterato
sitis,
si
(salvo
hasis,
le
thesis,
syntaxis
eclipsis,
ecc.
In italiano
estasi,
ecc.,
p.
e.
base,
si, come tesi, genesi, diocesi, penella pronuncia popolare si diventa fase, dose. Poesis pass nella prima
deci, poesia,
come
A NT E NT ONT:
tivo sigmatico
penso
e.
vocale.
si perdette nt, col prolungamento di comneir asigmatico si perdette la t allungando la Cos si riconoscono come greci i nominativi as
,
Atlas ''ArXag, adamas a^ol.[J^ag, elephas slicpag, e p. quelli in on come archon apy^^v, iorizon Gpt(^0)V, chamaeleon y^aixaikicv in italiano elefante, diamante, oriz',
-57zonte, camaleonte. Fanno eccezione i due nomi latinizzati draco S/saxwv e leo licv, che nei casi obliqui perdettero
la
t,
biamo
doppia forma
drago e dragone.
Fra
nomi
ampliati in nt da TrXazoug si form placenta. Dei nomi geografici in ani cent alcuni furono latinizzati, e la forma
italiana deriva dalla latina
come 'Ay.p(xya.vr Agrigentum ImouvrSipontum Siponto, oloug Soluntum Girgenti, la forma greca, come Tapavz conserva Solunto; qualcuno Tarentum Taranto^ Hydrous divenne Otranto, Trapezus
,
AG
greco
in
,
in latino
lungo
come rapax
,
come
in
ahax
tridace^
thorax ^6pa^
tempi antichissimi prese questo suffisso, Aiax, Aiace. 12 KO in greco diminutivo, come ^ikhy-og obeliscus,
basiliscus,
lentiscus,
aors/s/fTZog
^a(jCkl(7Y.oq
asteriscus
in latino
no, p.
e.
turMscus.
pocKV}
quindi sono greci abacus aj3a?, sandar aca cav^acome fw^^ax&g amaracum Cos iacus
o:[iapcx.Kov.
,
iliacus ysvs^X^axog fu applicato anche a cardiacus. Questo per }{ocp^t(xxGg qualche parola latina, come apacus, comitiacus. si riconoscono greci, prima perch molti ritengono n nel nominativo poi perch i latini
,
zodiacus
genethliacus
iliocY.g
ON MON MON
il
hanno onis ; ninov mv^^v sindon, canon, alcyon Ancona ^Ayzcv, Crotona yvwjULWv gnomon, ayov agon. alla deci. archiprima K/30TWV passarono pyiTy.x(\f
hanno
inis
,
laddove
,
greci
zavwv
tecton,
alla seconda,
sg
il
nomin. us come
greci ritennero os
come enog
pat nei casi obliqui il rotacismo (turis) I neutri in i sono tutti derivati. Nei
58
'
mutata in e, come mare; cos in italiano da iiiki diciamo mele. Il maggior numero fu preso dai Greci, ma sono nomi stranieri anche per questi, come xo'/x/j. eummi,
cinnahari, divani sinapi, (^rfp^spi zingiberi; solo ninep'. piper perdette la i finale. In italiano non conservano alcuna regola, e ne abbiamo fatto gomma,
yavvoc^api
cinabro, senape, pepe. Di senape divani troviamo in latino sinapis fem. e sinape neutro. L^origine greca delle parole si riconosce altres nella
il
primo componente ha
alla
il
tema
in consonante, o appartiene
declinazione
0,
in o,
come xzpax-o-T/.noq, dsvdpo-xnog; alcune volte anche nella declinazione a, come dpo-lytov. All'opposto in latino come gi abbiamo osservato, predomina la vovocale
cale
p.
e.
i.
Cos la vocale o
ci
in
poi come composti greci quelli formati da senza dubbio greche, come p. e. con preposizioni: parole
Si rivelano
epistola mixoJi, peri-odo nepiGog, ana-logia av^Xc/y/a, dia-logo dcaloyog, pro-logo npoko'^iog , ecc.; quelli col
AtoyivTjg, Origene 'OptyivYig', gli ossitoni passano spesso nella seconda declinazione seguendo
consentaneo come
oiJ.GysvTig
geneo
omocome tau-
maturgo ^av[j.<xToupyg dramaturgo ^pap.cKTOvp''/ig, e con SL^sg come asteroide drepost^-g sferoide (J'fatposi-cg. Havvi per fino dall'antichit un certo numero di voci ibride, come monoculus, archisacerdos pseudo-magister, ecc., in italiano abbiamo agnocasto, bigamia, bisil,
pure annoverate
le
come
electuarium
da
IxXstXTOV,
hehdomadarius
da
59
^
,
fanale da cpoLvg, i^^opAq ergastulum da ipya^v/ipiov maiorana da amaracus, da pocx^r} ragazzo. Noteremo finalmente come indizio di derivazione greca
i
femminili della
declinazione in
o,
che
in latino sono
pochissimi (alvus, humus, ecc.) e in greco sono pi merosi; p. e. i composti di d^Jg, periodus, exodus,
nu-
me-
thodus, synodus, gli aggettivi che sottintendono un sostantivo femminile, come dtak^/.rog dialectus (yXwjo'a),
iaiJ.srpog
diametrus
(y^^a/XjULvi),
cos
poi
^((p^oyyog
dipMhongus, nllv^ogpUnthus, a^v77og ahyssus, vTLorog antidotus, anoaTpo'pGg apostrophus, aTO[xog atomus, napoiypacpog
xajOjSao-og
paragraphus,
carhasus
,
j3/j3Xog hihlos,
nanvpog papyrus,
za^srog
cathetus,
^uiig
hyssus
a(7<paXTog aspJiaUus, ecc. In tutti questi prevalse Tanalogia dei nomi in o, sicch in italiano presero il genere maschile.
Ad
alterare le parole
contribu
il
molto
anche
quell'intuito etimologico,
stranieri
cerca
lingua.
propria
da y'kuy.vppi(^a dula da aixvyoilrj mandere ; in accidia da (XKTtstoc ad accidere, in electarium da v/Xbvatov ad electus, in aurichacmn da pdyoCkY.og ad aurum, in oleum da a cauda o l'iatov ad olere, in caduceus da KapvxsLOV in in amolum da a molere, cadere, parochia da aij.v'kov a parochus (ndpo)(og), in ramolaccio noLpordoL siipixopLay.o(. a ramo, in millefoglie da [j.rjl'pv'k'koy a mille, in ?a^tovaro da electarium IxXsf/trov, a ?a^ife. Se ahdomen veramente contratto da adipomen, evidente T etimosi>
somiglianza Cos per esempio nel formare liquiritia si raccost la parola a liquidus ; in aman-
una
logia di abdere che influ sulla sua forma. Alcuni furono accostati a preposizioni latine, come '^ig ab-sis ^viov ob-sonium. Anche nei nomi proprii le false etimologie
,
sono frequenti; p. e. diede Proserpina rifeUsp7e(p6vin rito a proserpere, Avjrw Latona a latere, in Pollux da
noXucuXfig influ
?W:i?,
ecc.
Ancora pi facile far mutar genere e declinazione ad una parola straniera per false analogie con la propria lingua. Di ci siamo venuti recando via via esempi in buon numero. Qui ne aggiungeremo alcuni altri. Era molto ovvio per il popolo prendere un neutro plurale
per un femminile della prima declinazione. Cosi molti neutri plurali greci sono in italiano femminili e
singolari:
tol
[XEiicopa
la meteora,
za
Gp'^jiy,
Forgia,
toc
ypovr/.a.
la cronaca,
toc
;
za
(j-ylta
la scheggia,
(3rj3Xa
la
bibbia,
Koy)(yha
la
conchiglia, r
,
(xiJ.iJ.O)vtay.a
r ammoniaca poi varii nomi di piante e frutta che l'analogia italiana ridusse al femminile, come }iiy6piov la cicoria, l'anguria, ^i^dviov la sizania.
yyovpiov Divennero maschili to p^ao-^v^f/a il blasfema, toc ^sit. il boia. Altri provennero dall'accusativo singolare, come
Tilay.ovg,
nu'u^r^p,
ed
altri gi
recati sopra.
pausa
y.Tipg
da alps7tg eresia
cera. altro errore
da
vnKpt(7ig
ipocrisia
da
quello di prendere per composti due parole separate indicanti un concetto solo. Gi anticamente abbiamo Areopagiis per ''Apstog nolyog^ Dio-
Un
fu
7:oc7'j)v si
un in diapason,
^dpf'japov
in
alterazioni a cui
singole
aggiunte e trasposizioni di lettere: da baco bom-bacius ^op^^vy-iog, bigatto da Aferesi: bom-bycatus, ^u.^v'^, buccia da Io-buccio \o^6g, risi,
pola da spv7mslag riso da pv^a, zotico per idiotico o secondo altri per esotico. k\V aferesi d'una semplice
vocale contribu spesso l'articolo, la cui vocale fu confusa con la vocale iniziale della parola; p. e. V amandola
divenne la mandola,
matita, ecc.
61
la gaggia,
V acacia
V amatita
da
la
ayro/iarov; catasta
koctoc-
da sl^ololotTpia, (cfr. eroicomico parola da parabola nao7.^okr, per eroicocomico) trementina da terebentina da dragante xpoL-^id-^av^a ^ da xoXa^og, jj^sca da persica, cetra rspi^iv^og, colpo da chitarra madia da magida ecc. Protesi: amalgama da [j.d'kayiJ.a, fromba da rombo, smania da mania. Epentesi : abbiamo gi notato la ^ fra due consonanti qui aggiungeremo la m innanzi a labiale, che rende verisimile da derivazione di strambo da arpa^og poi l'inserzione della r, come mandorla da amygdala, schema pi spesso nella desinenza sto letro da cxsXsTog balaustro, celeste, (cfr. cilestro) come da (3aXau(7Toy
,
ly/auoTov inchiostro, Xr/ucrixoy ligustro. Metatesi: coccodrillo da xpoKsilog panariccio da ramolaccio. napovv)(^ioVj t.pp.opiOLy.ia
,
Fra
le
parole
e per
scientifico
sono formate
che si vanno coniando nel linguaggio nominare le scoperte nuove, non tutte secondo l'analogia pi corretta; anzi non
poche rivelano l'imperizia dei loro autori. Per esempio la parola telegramma pecca contra la regola, che i verbi
e
i
non
siano preposizioni, non rimangono inalterati, ma formano un verbo derivato. Perci se dicesi anagramma, epi-
gramma, programma,
posizioni,
npo
sono
pre-
non
il
,
avverbio e
TYjlsypacpic
pu dire telegramma perch tyX verbo composto non sarebbe rrjlsypdfpc ma donde il sostantivo telegrafema. Le parole
si
si
troncano in
ite,
come
artrite,
encefalite,
meningite, laddove,
dicevasi artritide.
Il
essendo
sostantivi
dentali,
obliqui,
come un tempo
composto
piroscafo,
,
62
scafo a fuoco non d la giusta idea della nave mossa dal vapore, e perci i Greci, che hanno il
vi
non l'accettarono , ma senso naturale della loro lingua sostituirono triJ^nloiov nave a vapore. Abbiamo dato
,
un saggio
straniero,
di
ed anomalie perch
il
let-
tore intenda
qual
sia la
sorte
d'una
lingua in paese
non per attaccare un' inutile briga con l' uso, quem penes arhitrium est et ius et norma loquendi.
Le mutazioni d'accento che dovevano patire le parole greche entrando in latino si riconoscono agevolmente ponendo a riscontro le leggi dell' accentuazione latina con
quelle della greca.
Ancorch quelle
leggi,
come notammo
sopra,
non siano
rimaste sempre le stesse, noi porremo a fondamento quelle che prevalsero nel massimo fiore della lingua, tenendo
conto all'occasione di quelle che valevano in tempi pi antichi e delle altre seguite nella corrotta latinit e nel
predominio della favella popolare. Lasciando ora la distinzione fra accento acuto e
conflesso,
cir-
che non di grande importanza per la nostra d'accentuazione nelle due lingue si ricerca, le regole possono riassumere cos:
nelle parole greche 1' accento pu cadere sulle tre ultime sillabe; ma perch possa stare sulla terzultima necessario che Tultima sia breve:
in latino
sil-
laba,
Nelle parole di pi
s
;
sillabe la
la
queste leggi fondam.entali s'intende quali parole greche potessero conservare il proprio accento passando in latino e quali dovessero alterarlo per
adattarsi alla natura di questa, lingua. Potevano conservare l'accento:
a)
le
Dal paragone
^
fosse
63
esso acuto
^u'fVYj
o circonflesso
acpapoc
come
^wv/y
zona
^w'C
theca^
claphne,
h)
le parole polisillabe
acuto o cir,
come npofriTcg propheta nloivriTYig planetes, AiOfXTiOrig Biomedes, 'ApiGTBi'rg Aristides 'k^rivai Athenae, Alyotiov Aegaeum, Movaaiog Musaeus, Aapslog Darius:
conflesso sulla penultima lunga,
,
parole polisillabe con l'accento sulla terzultima quando avessero breye e l'ultima e la penultima
e)
le
sillaba,
come ^d^rvlog dactyus, ayyskog angelus, [xo^og methodus, aro/xog atomus, UpLy.og Prodicus. Dovettero mutar posto all'accento; a) tutte le parole con Taccento sull'ultima sillaba.
I
bisillabi lo
chorda, noiJ.nri pompa, ^Yi ode, lo:n^i,6 Sappilo, Klsi6 Clio; polisillabi lo trasportarono sulla penultima se questa era lunga per natura o per posizione,
rus, ypp^Ti
come
noiTiTTig
poeta,
d^y.YjTYig
athleta,
mipazY^g pirata,
IsikYjVg Silenus, xt^apt^TTig citharista, 'Ayj^lsvg Achilles; lo rimandarono sulla terzultima se la penultima
era
breve,
come
,
ImixoX'/i
(XGV(7rA'/
epistola,
ImxoixYi
epitome,
Pericles,
iilGyYi
ecloga
le
musica,
Ylspii'kYig
[jA<7T0'i:rig
Themis to e les ;
parole parossitone con la penultima breve, li) che rimandarono l'accento sulla terzultima, come xpaY-^la
'
thagoras
e) le parole proparossitone con la penultima lunga o per natura o per posizione, che trasportarono l'accento
^sarpov theatrum,
(7v<77Yj(xc
papyrus, MsvsXaog Menelaus. Nel periodo pi antico le dette leggi non erano ancora fissate cos stabilmente che possano dar norma a
,
determinare
le
mutazioni di
accento di tutte
le
parole
64
entrate fino dai primi tempi in latino. E gi stato dimostrato che l'accento non rimaneva di necessit sulla
terzultima,
penultima quando era lunga, ma poteva stare anche sulla e che questa non era l'ultimo confine dell'accento, il quale trovavasi anche sulla quartultima. Il
parola applicato alle forme latine sincopate dimostra che amasse, scripse, insti, balneum, non potevano abbreviarsi
solo
matici poi attestano che le enclitiche bisillabe unite alla parola precedente perdevano il loro accento anche se la
vocale della prima
nanti,
p.
e.
da
due conso-
all'ultima sillaba
cento sull'ultima
prodic,
illice,
illic,
Prisciano
cupit,
citando
appunto
istic
aitdit,
istice, audivit,
ciipivit,
scriptorihus
scripserunt (1). Adunque dicevasi ancora al tempo di Prisciano Maecens Arpinds nostrs cuis, e solo pi
tardi l'aborrimento
del
Che l'antica
molte parole quasi latente, anche quando opposte leggi furono stabilite nel linguaggio urbano, lo provano le
forme italiane
desti,
festi, sorto,
sincopate da ddisti,
fcisti,
i
surrectus,
qua-
drdginta. avrebbero
Ne
credo che
osato
donde abbiamo
italiano
diedero,
stettero.
(1)
7,
65
anche
nell' ammettere
parole tronche. D'altra parte le leggi stesse dominanti nell'accentuazione latina valsero a modificare l'accento di parole stranelle quali, come osservammo, il senso etimologico non aiutava e la quantit non era ben sentita. Le cause principali onde alcune parole entrando nelTantico latino si discostarono dalle leggi pi comuni delniere,
la tendenza
alla la
forma platea per Klarsta (non essendo verosimile che entrasse in latino la forma ionica nlarioi), la quale si mantenne nel linguaggio volgare parallela alla forma pi corretta platea usata nel tempo classico. E come i La-
tini dicevano doleum, linteum, calceus, atireus, tinea, vinea, cos ^otkocvEiov divenne bdlineum, yuvar/.eiov gynceum, jo^iioL chrea, e cos Epeus, Selucia, Aleos,
Fhilippeos
h)
m,
n,
s,
le
quali unite ad altre nei gruppi ne, nt, nd, mp, rg, rn, spesso non fanno posizione. Nei comici abbondano
gli
esempi di sillaba breve nelle parole Jiunc, liane, Jiine, interim, intus, hahent, dinde, suhinde, prinde, xtemplo. Anche dai classici fu mantenuta breve la vocale finale
davanti a parola che cominciasse con certi gruppi di confinale non vieta la sinalefe della vocale sonanti e la
precedente colla iniziale della parola che segue. Perci i Eomani potevano ritenere l'accento greco in t alavi ov
(cfr.
Plauto,
Mil g 1061);
e)'
che
la
fino
ad Ennio non
tt,
scrivevano, specialmente
II,
ss, ee,
pp,
sillaba. Perci
5
La
coi
conoscenza pi intima
i
del greco,
la
famigliarit
greche ebbero per effetto che i poeti dell'et classica conservarono pi fedelmente la quantit greca. La vocale rimase lunga anche
Greci,
viaggi,
le
scuole
davanti
a vocale, come
navci./.u7,
rp
der,
plata
panacea
2r/eioy
Sigum
(jnoiJ^mg
spondus, KXsiw Clio, Aapsioc Barius, ileyelo: elegia, IsksvyiEioc Seleucia, 'hvxioyzia Antiochia, BacfXsiog Basiliiis, rj(^og edus, alata aulaa, Xletpatsvg Piraus,
Udyyaioy Pangaum
gola latina,
(1).
e.
Ma
onde
e
neadae con
da Ahstac Aenas abbiamo Aep. breve. L'analogia col latino mantenne breve
Va
in
qualunque fosse la quantit sua 6, 2, 10 scrive: hoc etiam sciengreco. omnis nominati vus in a desinens corripitur, dum, quod sit Graecos apud productus ut Lydia quamvis Syria Phrygia;, Italia, Hispania, unde accentus quoque cum tempore mutatur. In paucis tamen inveniuntur potae
finale
del nominativo
Prisciano
graecis servare morem graecum e cita nel IV della Tehaide e il Nemea nel
il
Tegea
di Stazio
VI con a
lunga.
Lo
stesso ripete
7,
2,
5.
,
Nell'et classica fu adottata una pronunzia che divenne poi tradizionale nelle scuole anche quando il crinell'accento.
stianesimo scriveva parole alterate nella quantit e quindi La convenzione adottata dalla classe colta,
attestata concordemente dai grammatici,
fu che
le
pa-
greche, quando pronunziavano con le stesse lettere che avevano nella loro lingua, ne conservavano pure l'accento quando invece venivano alterate con desinenza
role
si
;
centuazione latina.
Cosi Diomede:
de
acc.
p.
si
433:
isdem
efFerimus
(1)
p.
247.
litteris
67
.
Quindi
,
pronuntiaverimus
conservavasi
l'ac-
cento sull'ultima in
Themist, Callisto, Thean, Bid (1). E Servio Comm. in Donat. hos Arcades quoniam latina declinatio est, prior syllaba ha;
Thyds, Nais
bebit acutum, id est tertia a fine quando autem dimedia quoniam declinatio graeca cimus hos Arcdas est . E Prisciano de acc. 3, 15 notatur autem plerumque quae i vocalem longam babent ante yocalem, ut
, ,
Papia, quemadmodum unum verbum fio, i ante o pruductum habet . Prisciano prosolum quod babilmente chiama lunga la i, non perch da poeti fosse seusata per lunga, ma solo perch aveva l' accento
philosophia,
,
di ritenere per
Del pari,
quaedam propria
nomina nominativum
singularem a terminantia in paenultima syllaba accentum servant, quamquam nonnulla vocalem ante vocalem habere videntur quae alia differentiae causa, alia solo usu In producta sunt ut Catilina Yerania Stephania Catilina havvi forse una ragione etimologica, per cui la penultima lunga di natura: il che non altrettanto
, ,
Verania e Stephania. Per questa tradizione non era tanto salda, che molti non la violassero, ed anche nella pronunzia delle parole
probabile in
greche, per quanto fosse diffusa la cognizione della lingua, non durasse l'incertezza medesima che nelle parole straaltre lingue. A proposito delle quali accentus in integris dictionibus observantur; in peregrinis autem verbis et in barbaris nomi-
niere introdotte
da
dice
Diomede:
nibus,
maxime
enim maxime accentuum lex certa esse non potest, cum sit absurdum a turbato tenoris exigere rationem . E
(1)
accent.
Mar. Victor, de
Sergio in Donat.
autem debemus quod verbum aliquod peregrinum certuni poterunt accentum tenere. Nam in
de acc.
Scire
vel
ratione
sunt,
sed
quali
guendo poi
aggiunge:
esse
le
parole greche
da quelle
1,
graeca autem
suis
24 nota
l'incertezza
gli
id
(ci sono
errori
quem
nominibus
solebant,
ut necessario secunda gravis esset, item Nerei Tereique . i doctissimi senes seguivano la tendenza ciceroniana di dar forma latina alle parole d'altre lingue,
laddove col tempo prevalse la scuola varroniana che voleva conservata e rispettata la forma greca. A questi
errori
e
a tutte
l'autore delle
Sergio, il e che qui riportiamo in nota, perch conservano ancora una certa importanza per la tradizione della scuola gi
le incertezze tenta di porre un termine Explanationes in Donatiim attribuite a quale ne tratta con maggior diligenza di tutti
(1).
(1)
Vedi Keil, Gramm. Lat., IV, 526 Superest estendere quem circa graeca nomina habere debeamus; in qua re
:
erretur, via
forte qui eo
tamen est amovendi erroris brevissima, demersus imperitiae est, ut in graeca nostraque
id convenit/dispicere,
lingua toni simul et clinatus discrimen ignoret. Nam cum primis latinum merum sit nomen an merum grae-
cum an etiam
inter
utrumque comraune
quorum de
singulis suo
ordine explicabimus. Mera latina appellanda sunt quibus nec origo, nec declinatio a Graecia est nec uUum adeo cum peregrinis com-
mercium, ut Cato, aquila, quae quo accentu efferenda sint superiora declarant, cavenduraque hoc unum , ne quem graecorum nominum similitudo a praescriptis regulis deducat, ut si quis dicat cuspidis acuens quamvis brevem paenultimam, eo in fraudem inductus, quod
quorundam
ut Phyllidos
Aulidos, quae in
-69 Nel periodo cristiano s'aggiungono altre cause per le quali l'accento greco non segue in tutto le dette regole del tono latino. Le due lingue si trovano in uno stadio ulteriore della loro evoluzione e i mutamenti toccano in
particolar modo la quantit. Il processo dell' abbreviazione delle lunghe non incominciato tardi ma si pu
troviamo
nominativi
abbreviata la
in or e
come venimus,
dei
;
tor era lunga, come nei casi obliqui cos pure dei in o e nominativi della quella prima persona nel
paenultirna
brevi acuuntur
,
cum
potius cuspidis
,
Tlgridis
Isidis
Thtidis
Thymbridis
Dphnidis
proferendum sit, quia brevis est paenultirna graeca. Graeca autem mera sunt quae et graeco fonte manant et ita per casus numerosque clinantur, ut nunquam ab origine sua ne litterae quidem unius commutatione decedant. Haec in carminibus potarum passim reperiuntur, ut in his Vergilii quorum alter Acharnn et fatidicae Mants , quae omnia, ut a graeca declinatione mutata non sunt, ita a graeco tono corrumpi non debent quare
;
Acharnn, Mants, Orph flexa ultima legenda sunt, Palls autem et AUect eadem ultima acuta quorum neutrum in latinis fieri solet nominibus. Item cum legimus nec longe Cissea durum et
,
liquidumque per aera lapsae et Epytiden vocat Cissa aera quamvis contra regulam latinam tamen quia graeca sunt, paenultima acuta pronuntiare debemus. Sic et in his creber utraque manu pulsat versatque Dareta Dodonaeosque lebetas Dreta et lbetas per se legere debemus, quamvis utrobique natura longa est paenultima; sed quia graeca sunt germana, latinorum accentuum lege se liberant. Communia vero sunt quae ab alterutro orta sermone in alterius declinationem concedunt, idque fit modis
Epytfden
nam aut latina declinantur in graeca, ut Scipiadas, Memmiadas, aut graeca de stirpe sua degenerant et latine declinantur ut aeris in campis latis et Evandrum petimus . Latina quae
duobus;
,
graecae declinationis colorem duxerunt graecum quoque retinent accentum; quare ut Miltides Asclepides, ita Lucides et Memmides Scipides acuta quamvis brevi paenultima proferuntur. At quae radicem ducunt a Graecia et iugo latinarum declinationum
70
presente indicativo dei verbi, che fino Plauto comincia ad essere usata breve.
nominativo singolare, com' nelle reliquie dell'antico saturnio lunga pure nel neutro plurale nell' imperativo,
,
nelle
preposizioni
nelle
forme
pronominali
composte,
succedunt, bifariam deducta ambiguas tonorum vias secuatur. Atque ideo aetheris et aeris, quia origine graeca sunt, graecae quoque prosodiae formam apte recipiunt, ut aris aetheris sic dicantur
latine
clinatione
paenultima acuta, quasi graece aspo? at.^ipo?; quia autem defacta sunt latina, impune ritu nostro prima syllaba
'
acuuntur, quia brevis est paenultima, ut sit eris aetheris, quasi nseris sseris. Similiter Simoentis Thermodontis proparoxytona sunt si ad Graecos respicias qui sic faciunt 2t/;.VTo; 0p//5ovTos; paroxytona autem si ad nostram redigas regulam, quo modo dicimus sapientis audientis sic Simoentis Thermodontis. Eadem ratione
,
Eundrum tyrnnum, quasi amandum Britannum, paenultima acuta quia positione longa est, proferimus, latinum secuti praeceptum et rursus in isdem nominibus tertiam ab ultima acuere absurdum non est et ita enuntiare Eandrum tyrnnum ut Graeci EDavopov
;
Tupavvov dicunt
recti
... In quibusdam nominibus licet videre plerosque ut casus ambiguo tenore deceptos mendose oblicos proferre acuunt et Euandri casa in syllabam primam tyranni patrico qui a Graecis potius quam mediam nullam secuti rationem. Nani neque
,
,
ea nomina, cum casu isto sunt, aliter quam paenultima acuta prferuntur Evopou Tuoawou dicentibus neque rursum a nobis , quia Idem in paenultima positione longa semper acuenda nobis est
,
. .
.
servandum
est, ut
le-
Aracyntho et qua fieri ferro liquidare potest electro item Centauro invehitur magno et Sergesto Mnestiqno et classemque sub ipsa Antandro . Haec omnia nomina Aracyntho elctro Centauro Sergesto Antandro paenultima acuta proferuntur, quam recto et accusativo casu possunt acutam tertiam ab ultima habere. Sed in recto atque accusa-
gimus
Amphion Dircaeus
in Actaeo
tivo casu
solet
in his verbis
Cassandra futuris ora et huc casta Sibylla imperite proparoxytona faciunt Cassandra et Sibylla, cum id sinant nec latina praecepta, quia est penultima positione longa neque adeo graeca cum sint paroxytona Ka^ffv^pa li^lla.-^ quoniam ubi longa est ultima in graecis tertiam a se acutam esse non patitur.
tum etiam
))
fatis aperit
p.
e.
7f
Lunga era
la e nell'in-
antea, interea,
eapropter.
finito.
amer, sequerer, fuat, det, soet, velit, ecc. come si vede nei comici (1). Pi evidente appare questo processo di abbreviazione nei composti e nei derivati , p. e. auro aurifera
il
corso della lingua adunque una progressiva abbreviazione delle lunghe, ed anche se le forme letterarie rimasero immobili,
si
arrest
mai
nella,
favella popolare,
dere, rispndere
I
,
come
lo
mostrano
ecc.
le
pendere
da ridere
responde're,
pendere. poeti, che primi attinsero a quella fonte gi nel tempo classico usarono abbreviate le forme dderunt,
stterunt,
meruerunt
le
e simili.
,
tanto lingue vanno abbreviandosi che rimane maggiore efficacia va prendendo l' accento solo dominatore e il pi forte elemento sensibile della parola, e cos prevale via via la tendenza di riguardare
Ma
quanto pi
come lunga la vocale tonica e brevi le altre. Cosi vocali lunghe radicali spostandosi l'accento si abbreviano, come mles e moestus, pus io e pusillus, scribere e conscribillent, iuro e deiero peiero ; e si perde anche la posizione in offa e o fella
,
mamma
mamilla
farris
farina e nei composti aperio, omitto ecc. Nei primi secoli dell'era nostra questo procedimento era gi molto
avanzato, e i poeti cristiani, tuttoch conservando le forme classiche tendessero anche a mantenere la quantit,
in
creatura,
in
in feralem,
feriturus, petiturus ; socordia ; u in ablutum, rubigo, ecc. e allungarono alcune brevi toniche, come tinca, gula, centurio, ecc. Lo
(1) Cfr.
altri poeti
72
In
Prudenzio
negli
allphylus iXko^vkGg^ dzymon aCvixov, hldsphemus ^Xolg-accanto a hlasphmia ^la^cpTjpJoc^ herillum (3-/i(prj[J,Gg^
pvklou^ remus epri^Sj^,
cppiyri7ig^
trigonus zpiyuvGg^
per
converso
allungata
la tonica in Asclepiddes
^
'AdKlrintoirjg,
chd-
Hermine 'EpiXiuTj, cildmide ylap.vg '/pi(J\i'x^ trattate da loro Altre voci sono piidla r^idloL (1). greche in vario modo e con libert maggiore. Prudenzio usa
risma
haeresin
Disc.
(Amartig.)
ed
hereses
Pugna), allunga
Va atona
Fr. Pugna) ecc. liciwi (Apoth. 3) e tJioraca ^(Jpc/Ma (Pat. Alla met del terzo secolo la vocale tonica era ormai
considerata per lunga e le atone per brevi; e la prevalenza dell'accento sulla quantit fu tanta, che si abbre-
ma
anche dittonghi,
come
Yet in
Eugenia
iiOL
Gi nell'antico
suffisso
sto
Eijyiysia, Alexandria 'kls^avpsia. il latino, com abbiamo notato sopra fu per l'accento abbreviato in ea come
,
pldtea
nlazsic/,
cl-rea
,
yopziay
halineuni
gynceum
accadde
cristiani
yjvcir/.stoy
Seiicla
IsEvzsLa.
Tanto pi
nei
etis,
^alc/.vslov, ci
nell'oscurarsi
della
quantit,
stog
sicch
poeti
troviamo
il
suffisso
riprodotto con
per
Queste considerazioni generali sulle leggi delP accento che ne produssero lo spostamento a nel valgono spiegare pi dei casi il tono che le parole
latino e sulle cause
bisillabi
la
semplicissima.
L'italiano,
come
il
latino,
alieno
regola dal
(1)
III,
p.
Vulgrlateins 313-364.
I,
p.
17"^,
227
73
porre l'accento suirultima sillaba, e lo ammette soltanto nelle parole troncate. Perci tutti i bisillabi greci che
penultima
lo
conservarono, per
esempio |3aVg base, }Jij.oc clima, Kvzpov centro, }ii(7ztg cisti, Kpiatg crisi, xv^og cubo, Aa(pvri Dafne, pa[xcK
drama,
(p(X(7tg
fase,
^i[j.(x.
tema, xvnog tipo, ^vpGog tirso, cp^taig tisi, ^pvog trono, (^r^^og zelo. Quelli che avevano l'accento sull'ultima sillaba lo trasportarono sulla penultima, p. cera KXsdo Clio xu^w-cg chimo
LYipg
,
e.
,
xapnog carpo,
"/hpog
cloro
,
'/pp^Ti
corda,
ode,
oc[X(p6
eco, ylavxg glauco, tjuog istmo, pleura, no[J.7iin pompa, pv^[j.Gg ritmo, Saffo, ^al[XGg salmo, (jKonog scopo, gkoIt scuola,
Y/^od
Tsvpcx.
(jn(x.(Tixg
spasmo,
(jxoa stoa,
Tocp7g tarso,
G(7[j.ri
usma.
nella penultima,
o pi sillabe, che hanno a breve prendono l'accento sulla terzultima, in qualunque posto esse lo abbiano in greco, p. e. dy.po-
Le parole
di tre
(3arr3g
acrohate
r^anri
agape,
ixoipaY.ov
amaraco
v^poiiavrig andromane, (xvoqpc/.(^ri anagrafe, noGTOixrig apostata, ^Oikdaiiov balsamo, y.i(^o\og cefalo, sixcpamg
'
'Oaxvj Itaca,
flyj'yao'og
Pegaso, ^evGmvYjg Senofane, 2wzparyyg Socrate, Itigpdsg Sporadi, Irpocodsg Strofadi, so^avvyg Teofane, TtixGKpdxYg Timocrate, ecc., tutti i nomi dentali, come ^xag decade, laixndg lampada, [XGvdg monade, vo]Ut,ag
nomade
hjiintdg
olimpiade
xpidg
triade
Apvdsg
NaVa&g Naiadi,
- 74 Pleiadi. Nei composti di ypafog e (pocyog il trasporto dell'accento sulla terzultima sillaba fa scompailiioieg
rire la
distinzione fra
in greco
i
il
significato
attivo
il
passivo.
E noto che
e
composti
di
un tema nominale
;
uno verbale mutano significato secondo 1' accento proparossitoni hanno valore passivo, gli ossitoni attivo. Per esempio yjipQyp(X(poi^ il manoscritto, laddove /posarebbe chi scrive a mano, l'amanuense. Per riyp(X(pog
di
i
dovremmo adunque
coreografo,
dire in signi-
attivo,
calligrafo,
poligrafo, steno-
grafo,
tachigrafo,
i
mantenne, e
coreografo, fotografo,
litografo, stenografo,
telegrafo,
dif-
olografo,
ecc.
Pochissime
parole
hanno
tra
l'accento sopra
Va
breve
della
penultima
sillaba;
queste fiala usata per lunga dai poeti cristiani in virt dell'accento (1) Areopago formato dalle due parole separate ^'Apsiog Tiayog, ambedue col proprio accento; teriaca
;
o triaca, ^rtptaKa,
commercio in Oriente, finalmente qualche nome proprio non greco che ha pronunzia variabile, come
ceva grande
Sam osata.
Le parole con a lunga nella penultima sillaba per lo pi hanno l'accento su questa, p. e. of.p'/jotxpog archidtro,
[xslG-paixa
melodrama,
i
nolv-^iaixcK politeama,
diorama,
ecc.
l'accento sulla
pronunzia con
osservato, for-
mata
sicale
dalle
di
ottava.
nomi
sopra
Va lunga
composti
(1;
Cfr. Diez
Gramm.
I,
p. 472.
75
di lag, 'A7yj(7tXaog Agesilao, 'kpy^i.'kaog Archelao, Kpixokaog Critolao, ^CkokoLog Filolao, MsvsXaog Menelao; Arato AoittavG$ poi 'Aix(ptapo:o; Amfiarao ^'Apoizog Luciano, liapvaag Parnaso, llplanog Priapo. Alcuni per si pronunziano comunemente con l' accento greco sulla terzultima, come (papcrcxXog Far salo lw[X(poog
,
Stimfalo e
Zeusidamo,
composti dorici con aiJ.og, Archidamo laddove i composti della forma ^ri'ftog, per
,
Caridemo, hanno l'accento sulla il ritiro dell'accento in Demade Pi strano penultima. non che corrisponde ne al tono greco n al Anixd^Tig, ma fu ritratto latino, per l'apparente analogia con gli
esempio Aristodemo,
altri
nomi
in
biade,
Cameade,
aferesi,
etere,
oiyys'ko;
effimero,
al'^ip ipog
T[(xpiv^c7ig parentesi,
'AvpopAH
Elena,
Andromeda,
omogeneo,
log
come
ho<7y.sking
i
isoscele,
/j.o'/VYg
hspGysvTig eterogeneo,
Diogene,
idrogene.
'EpiJ.oyivrig
I
comune greco-latino come }iOizri)(OTj[j,syog catecumeno '^atv6p.ivoy fenomeno napo:hspyovixs'uoy energumeno ma alcuni femminili mantengono \zik6i},zvol paralipomeni, l'accento greco, come Ava^uouvin Anadiomne. I nomi proprii in (j^vrig hanno la penultima atona, come AtiDemostene KaXXco-^svyjg Callistene 'E^aro[j.oar'^syrg Eratostene 7^i)/ng ; quelli in iiivTig comunemente l'hanno Teracome tonica, KXsofJisvy?g Cleomene, SspoiixivYg nome non Boristene ecc. il Anche mene, greco paros'
sitono.
Un
ricordo dell'accento
'
greco
si
mantiene
i
nella
storpiatura popolare cadrega per Y.ci^poi. Hanno l'accento sulla z della penultima sillaba
nomi
terminati
in
ioL
76
come
j'^sa
idea
Asy/o^sa
Leucotea
Ns/xsa Nemea,
\OL7io(.
Pasitea
come
y^olipa ciolera,
'[[jpoc
tennero l'accento greco. Idea, parola filosofica, fu introdotta in latino quando gi si rispettava l'accento delle
voci greche. Al tempo di Cicerone era appena nota, ed formae sunt, quas Graeci ideas egli la definisce Top. 7 vocant . Cholera usato da Plinio e da Celso gli altri
;
si
man-
della pe-
nultima sillaba anche alcune parole in eto, come jta^srog cateto, 'lansTg Giapeto, credo per analogia con le parole italiane vigneto,
amuleto, ecc.
y;
con-
servano quasi tutte l'accento latino. Qui appartengono molti sostantivi verbali in //.a, come j3Xa(7'j^ry|Ua blasfema,
ioidrj[j.c(.
diadema
/
oldrjp.a
edema
EiJ.^Xrip.a
o'yoTv:/;.^
emblema,
sistema;
molti
v^\Jlj:r,iia
entimema,
ta,
koItiIj.ol
poema,
greco);
latino
come
Xlo.topy.riTrig
Poliorcete, va)(fj)-
anacoreta, i'^lrrg atleta, nlaWtTTjg pianeta, npoprofeta, molti nomi proprii in [jM^'Cg e p.YiVTj, come
'
Archimede, Ato[j.rirjg Diomede, rayyp.yj^y^g Ganimede, Ay.tjMvY} Alcmene, i\iv^up:rivri Dindimene, come 'Api^v^rjixog Ismene; molti in dfi[J.og Ijir/iVTi Aristodemo Caridemo Ev^v^YiiJ.Gg EutiX.aptriiJ.og
'kp-/iu:ri^rtg
, , ,
demo,
ecc.
(cfr.
sopra
gli
abbreviati in
dfX[j,Gg)
mo-
derni composti di XYj'krj, p. e. cardiocele, idrocele, ecc. finalmente le parole Arpoc^Ttrog alfabeto, y^oorr/og corego,
vno^riKri ipoteca, YpriVTi Irene, nc/.poXrXog parallelo, ecc. e i nomi proprii Fa"OiJ,r,pog Omero, ^A^rivad Atene,
lYiVg
Non hanno
le
l'accento sulla
v:
della
penultima sillaba
dicesi,
parole
comuni nei
spYiixog secoli
eremo
cristiani
^loUriGig
divenute
greco.
serbando l'accento
In
77
Par adito
la
ig
Vi
derivati
da verbi
in
ico
alcuni
hanno l'accento
sulla
v:
della penultima, come l'^ri^Timg esegesi, zara^^pv^o-ig catacresi ecc. , altri ritengono l'accento greco al pari di
7iapay.Bvzri(7ig paracentesi altre parole che hanno con per analogia
diocesi, p.
e.
probabilmente
s
nella penul-
tima,
come
diatesi, genesi,
ecc.
Anche
il
recente
le
comfoglie)
^Ttpc)^
inaridire
non ha accento
s^oog esodo
(l^o^og metodo
nspioSog periodo
isocrono
v/koy/i
egloga
iniToiin
epitome
nohg
anay.(/xol-
catastrofe, ecc.
gora, Uv^aypocg Pitagora,'K.pv(76(7ToiJ.Gg Crisostomo, ecc. Nei composti scompare la sopradetta distinzione fra attivi
e passivi.
Conservano la forma e
per
es.
il
significato
greco
avaXoyog
analogo,
doto,
Ma
diaarofJiog atomo, xc/.ralGyGg catalogo, ^talGyGg logo, noGkGyGg prologo, e la parola ^sxaXoyog decalogo. i composti di un tema nominale e d'uno verbale con
significato
attivo
non
si
^iG\6yGg biologo, (pv(7iGlyGg fisiologo, Givo-X^Gg enologo, aspG-r^pGg aero foro, (PG)(j(pGpGg fosforo, pEG-fpGg reoforo, nvpG-(pGpGg piroforo,
flebotomo, juisrpo-vofxog metronomo, o:ypGVG[iGg
^).j3cTO|ULog
agronomo, aorpovo/xog astronomo, otxovojULog economo, ecc. Di questi composti soltanto semaforo (jrj[j,azGpog suolsi pronunziare parossitono. Al contrario le parole (^CkG(70'og
sono (pillG^Gg filologo e simili, bench attive, hanno che in come anche quelle greco, proparossitone
filosofo,
78
primo Telemento verbale e secondo il nominale (XoXoyog z= (fik(v Xyov e non a Xsycov cpikov). Le sole parole dove la o della penultima sillaba prende
alcune volte l'accento sono quelle terminate in one, certo per analogia con l'accento del maggior numero di parole
hanno questa desinenza p. e. ahivdv alyv^ixov- gnomone, 'Ep[j.t6vrj Ermione, khicv Esione, 'A[X(^iKzvovg Anfi^ioni. Al contrario o si mantiene atona in altri nomi in one, come 'A|U!,a?v Amatone,
italiane che
;
cione
'
xavojv k'^^aiJjj.voV Agamennone, YizpGZCfovTi Persefone, canone, (7lv^6v sindone, nei composti di cotiledone zotd-
Anche embrione sp^^ovoy e dragone dpayiO)y, hanno Taccento sulla o; il primo perch non deriva gi da nome in cv o vn, ma da un nome della seconda, assimilato ai nomi in one; il secondo perch gi 'ii^pvoy, in latino divenne draconis e non dracontis. La parola automa ha poi l'accento sulla o perch troncata da OLmo\MX(jV ritenne T accento suo anche perduta l'ultima
Xyy^ov, ecc.
sillaba,
diploma e simili. Maggior variet d'accento mostrano le parole che hanno w nella penultima. La la vocale che pi facilmente si abbrevia e ammette l'accento sulla terzultima
sillaba.
si conserva sopra i^ir}rr,q idiota, vpcog nei col suffisso [xo.y come sostantivi piloro, nvlopog aroma, hiscroma, assioma, (i^tCK>[j.a (^his-y^p(^[J.c(.) apWjUia
lunga
eroe,
dixap-/.tvc)ixoc carcinoma, y.z<'^ak^p.a cefaoma, dlnluiJ.a ploma, ylavy,o)aa glaucoma; ma si abbrevia in [j.sTsopy.
meteora,
la
nlrj'^cpv.
forma d'un nome della seconda, seguendo l'analogia dei composti di roao, come atomo. Conservarono lunga la accentata le parole in one come aycv agone e nomi i proprii ''Acvtg ivp^JV androne, ry^wv tifone,
,
,
Adone, 'Aya^wv Agatone, Ayzwv Ancona, XsipcV Chirone, svxodOv Beucalione, Uap'^zv^v Partenone, WXdTwv Platone. Fa eccezione anemone [veiKvn). Conser-
79
~
:
vano l'accento sulla penultima i nomi proprii in Scpog Apollodoro, Artemidoro, Atenodoro, Diodoro, Isidoro, Metrodoro, Polidoro,
e
comunemente avaycayrl
andgoge
TrapaYwyvJ
pasulla
rdgoge.
composti di
(pcavvf,
come
-np^cpcvog
emifono,
iJ.ay.p6(C(^vog
fono, G[x6cpcVog
(pcovog
telfono
l'accento
greco
ixiytpcii'^
del neutro plurale avrr^wva, responsorii, i composti di ^ip e ky vista, come ix^lvco^ amhliope, ^VGC^p disope, periope, di guisa micrope, [xvc'p miope,
nEpic^nri
si
che
hnr
confondono coi composti di o^ voce, come KaXCalliope. Idrope ha in greco la doppia forma
e
vpoTzog
v^ponog.
i
Abbreviano la w anche
trigono,
Trigono trovasi gi abbreviato nei poeti cristiani. come l'w atona i composti di
av^pconog
,
Hanno
agriantropo,
santropo.
I
(piloiv^ponog filantropo,
[xiaocv^pcnog
yptdv^pQnog mi-
sostantivi verbali in
ig
derivati
,
diagnosi,
(pliJ.0!)7ig
fimosi,
viy.po(jig
flogosi
lxsTa[j.Gp(p(ii<7ig
credo per con Pochi conecc. sintesi, analisi, parentesi, analogia come apoteosi no^cdig servano la lunga ematdsi
metamorfosi,
necrosi,
OiiixoTC7ig,
neurdsi
vsvpc<7tg.
stabilito,
ma
come
Z|0(M(70ot(5V,
dicolo,
I
tricolo,
nomi
Yo lunga, come
80
khcnog Esopo, Aizckot Etli 'A/sXwog Achei 00 Pattlo. riazTwXog Idolo usato breve fino dai poeti cristiani. La maggior parte delle parole che hanno i breve sulla
penultima sillaba
ipocrita.
p.
e.
si
Cos tutti
iva-
roixtyig
anatomico, apxnxog artico, xa^oXr/og cattolico, K0LV(7rty.g caustico, KBpo(iJ.iy.6g ceramico, vlnpf/.6g chieKv/lixg ciclico,
riv/:h
rico,
inVig
epico,
ixrpr/.g,
metrico,
y^povvm cronaca,
U7.rj
etica, Tiok\Jx/:Ci
polemica, noli-
Tutti
[iolig
politica, npa7.xiyri pratica, prjTGpty.ri retorica, ecc. i come <^tg abside, sostantivi dentali in td, vd
,
bolide,
v^ap^^nlg
callig crisalide,
i
(^rjp.ptg
nomi
proprii
''Apv[JAg
Artemide
XpvfjTitg
Eume-
nidi,
i^Tig
,
menide
Euripide
Tucidide
li'^og
,
Dercillida
come EpiLeonida ; i
bibliofilo,
composti di (Dikog e
crisolito.
come
"^E(py6(ptlog gcorgofilo
^t^Xt(ptlog aerolito
di nlovg.
pure varia la pronunzia di periplo nspinlovg composto Adamantino a^ap^avvivog per lo pi si pronuncia parossitono, per analogia con le parole italiane I nomi in io conservarono l'accento terminate in ino.
sulla terzultima,
yyovpLOi anguria,
'/iptov
sferisterio,
e questi in
mantennero Taccento
,
anche quando
,
p.vfjxripiov
riiJA7(patpLoy
emiin la,
Ma
nomi
che offrono la maggiore variet d'accento, e in questi si applica principalmente quella legge sopra detta, che le
81
o nei parole, le quali entrano nell'uso popolare latino, il fiore del o a Varrone classicismo, dopo tempi precedenti
sono sdrucciole, quelle invece che rimasero nella classe colta e nel linguaggio scientifico conservano l'accento greco sulla penultima. Alcune delle parole popolari si ricono-
storia i7Topta,
T(x
chiesa zYykraia^
seppia
(yrinia,
hihhia
jSi^X/a.
assai di
buon^ora in
probabilmente fino dal tempo di Fabio Pittore chiesa e bibbia furono parole volgari dei Cristiani. Del pari dovettero essere note ai Latini fino
Jiistdria
doveva
:
dirsi
da Ennio e Nevio
le parole
zpaycta tragoedia,
y.(p.(^la
comoedia, aix^poata ambrosia e quelle geografiche 'kyixua Acaia, 'kpv.ot.hla Arcadia, Aiolia Eolia, hixcAia Etolia,
Magnesia. Noi pronunziamo brevi in italiano antonomasia avro(xpzYjpla, Urania tenia raivtoc, Opavia Mesopotamia vofiaGia, formazione come MsaoTiGTaiiia, alcuni nomi di nuova Nei ecc. Micronesia Polinesia, composti di noilcx. la
Mayvrt^lcx.
farmacopea, prosopopea. Al contrario abbiamo conservate parossitone scientifiche, le quali anche dai Latini, secondo
cento greco
i'^cvia
p.
e.
le
parole
testi1'
le
ac-
y.a(Ji^ia
agonia, o:ypovop.ia
acampsia agronomia,
cpuvicx.
afonia,
alle-
ak'krjyopia
goria, yaloyla analogia, vapyja anarchia, vcaoi^loL anatomia, iu(iJ.akia anomalia, anonlrj'^la apoplessia,
piJvoKpazla aristocrazia, dpixovioL armonia, xa/s^/a cachessia, Kc/.vmyopla categoria, rjiXGUpaTioc democrazia, eucaristia (piXo(70(pia. riixiTtlrjyia emiplegia EV)(^apt7rta
, ,
IsLrovpytoc liturgia, [xelc^ia melodia, 7ipo7(i(x. prosodia, Gvp.(p(vta sinfonia (colla forma popolare zamfilosofia,
pogna,
scienze
6
cio
sampdnja)
^sc)pta
teoria,
tutti
nomi
delle
^
composti
Zaimbaldi
,
con loyla,
come
cptkoloyla
filologia
Le parole greche.
82
Bioloyia teologia, (pap[j.aio\oyio(. farmacologia, ecc. Per analogia con questi nomi greci si pronunziano parossitoni anche molti nomi geografici, come Albania (Strabene, 11,500), Boniania, Rumelia, Anatolia. Epifania prese
l'accento per analogia con queste parole, derivi dal singolare snKpoivEtoc o InKpavi'a^
plur.
tuttoch
non
ma
dal neutro
r mcpavEca o nfocvia, che cos gli scrittori ecclesiastici chiamarono quella festa, e l'uso popolare ne fece
a ragione befana. La parola gaggia conserva Taccento greco, bench ritirato nella forma latina acacia (xax/a).
Le parole che hanno lunga nella penultima per lo pi hanno l'accento sopra di essa, come 'Acppo^irrj Afroi
dite,
ipiJ.a(pp6zog ermafrodito,
peonayiZTjg areopagita,
,
napoLGirog parasita, prj[JAring eremita, Ar//vv3 Egina encee tutte le malattie terminate in ite, come artrite
,
meningite, pleurite, pneumonite, ecc., ma l'abbreviano y.ivLxo'j aconito e i composti di vvAf, come ^kpifalite,
arvvAog Aristonico, 'AvdpGyLy.og Andronico^ 'EXXavr/og Ellanico, certamente per analogia coi sopradetti aggettivi
in ly.g,
si
mantiene atono
Ahyylog, Eschilo,
ovopM^ nelle forme
olvnovg polipo
:'j(J)vvp.og
ecc.
nei composti di
anonimo, iJ.fJvvp.og omonimo, (Tdvwvk/xoc: forma popolare Girolamo 'hpcvvixog. nome In qualche proprio, come Odrisi, prende comunemente Taccento. Cos pure in coriza, dove forse la z fa sentire la sua natura di consonante doppia e forma podotte,
sinonimo
ecc., e nella
sizione.
La
ot<7vlov
asilo,
^omvpov ndnvpog papiro, "A^v^og Abido, Ks^e ma non in ancora yy.vpo(. y.vp(/. Y^pmpoL Corcira dove V fu mutata in o breve fino da tempi antichissimi. Il dittongo c/.i della penultima ritiene l'accento. Pochi
hutiro,
,
,
nomi comuni con ai sulla penultima si usano in italiano, come <xx[}.0'G(^oiipa atmosfera, (xix(j^(G^aLVCK anfesibena, dl^ocia altea, matxa dieta, xpinaiov trofeo; per lo pi
(X[JLOt^(x.iGg
83
ameheo,
y.Qpv(pa,lGg
corifeo,
vpvaiov imeneo,
X(paXa/a cefalea, 'A^yfvajov Ateneo, nv^ipmog pigmeo, molti nomi proprii, p. e. kh^aiog Alceo, 'hpiGTalog Aristeo, Myocipa Megera , Movaoiiog Museo, Tirteo UiocTaia Platea, TiiJ.af.og Timeo,
pv^poiiog eritreo,
Tvpraiog
Xtp.aipoc
Chimera.
il
sua forma originaria, come spo-varrjg aeronauta, xsvravpog centauro, ma anche nella contratta, come j3oyy.ivxaupog bucintoro, ^Tjaavpg tesoro. Il dittongo SI nella penultima sillaba,
sopra, diventato gi in latino ora e ora i. ventato e esso ritiene di regola l'accento, p.
nyaiov
apogeo, yopdog coreo, ywaiifisiov gineceo, uyistWi igiene, Xyzsiov liceo, (jnovEiog spondeo, 'A^sjog Alfeo, XatpcAsyJlsia Becelea vsia. Cheronea Kv^ripsiu Citerea
, , ,
Aotor/sta Laodicea, Aivstag Enea, 'Hpay.lsccx. Eraclea MoLvnvziOi Mantinea, M'Csol Medea, Hev'^e(7\eiol Pen,
tesilea.
Il
al fatto che
Latini riprodussero spesso, e principalmente e come trovasi diae speciae ,r con ae,
mirificae
(1)
,
cos
scrivevasi
,
mausolaeum, aJphaeus,
iperboreo, ritira
latini
gynaecaeum
aggettivi
extraneus, consentaneus, ecc. Dove diventato i esso mantiene per lo pi l'accento davanti a consonante, come 'AXzsj'^vjg Alcide, 'ATpsirjg
Atride, ExXs/^vjg Euclide, ''Enstpog Epiro, Ev'^sivog Eusino, napa(si7og paradiso, UrjlBioYjg elide, (jancpstpog zaffiro, TOf.netDg tapino. Nondimeno qualche nome proprio fu abbreviato e. Eraclito credo per p.
'Hpa'xXsirog
(1)
Vedi Schuchardt,
o. e. I,
243 segg.
nomi con
poi su qualche patronimico, come 'Epa/kelai Eraclidi, Iperide. Aristide 'Apt<7TSirjg si pronunzia in
'YnepEtSrjg
di stsg,
,
come
,
asteroide,
encefaloide, oficleide
sferoide
hol l'accento
,
vvo(.(7Tcioc
Aa^oa/x^^a Laodamia,
u.a^iv.a
negromanzia,
ofj.oLo-n'y.^er/.
peripezia, noltzsta .polizia, npoY^jZsta profezia, (7V[J.nd^sLa simpatia. Ma non pochi ritirarono l'accento, prin-
cipalmente per
l'analogia
esempio
'Als^ocvpsta
latini
in
ia,
per
'A/xsXsta
Amelia,
lialapsia
Filadelfia.
la
Calauria,
Euysvsja
Eugenia,
ci
contribu certamente
doppia scrittura che usavasi in greco. P. e. trovasi scritto 'Axaryj^aj^a e 'Axaov^^aj^, onde pi facilmente in
Accadmia. Alcune che nella forma dotta conservano l'accento sulla /, lo ritirano nella forma popolare, come Xfravcja litania e litclnia (confronta Dante nel verso: Che fanno le litane in cpiesto mondo). Dal nome Theocleia la u divenuta i scomparve
latino e in italiano venne
in
Thecla.
L'abbreviazione della
i
Gi nei primi secoli si fece Basilins, di ^apdog Ddrius, Mentre Eraclea conserv Taccento
in SLO.
nomi
di cjdvsiog adonuis.
sulla
penultima,
il
nome Eraclio
genio. nEiov
,
pure composti di cxocome microscopio, telescopio. Archivio lo mantenne perch crebbe d'una sillaba colla inserzione di v
In italiano pronunziamo brevi
i
lo
Eu-
lo ritrasse,
come matri-
il
come
iix(pv-
'Ehif^lg Eleusi.
colare attenzione
dei
sulla
quali
e,
nel
i nomi proprii terminati in siig, alcuni comune uso italiano prendono Taccento
,
lJ.cVvg
Idemeneo, Ttsvg questi Pireo, che mantiene l'accento per Vai della penulIipc/Acvg:
Tideo.
tima sillaba,
tira sulla
ma
penultima, come
Nrjpsvg Nereo, lirjlsg Peleo, Ilsv^sug Penteo, Usp^svg Perseo, lipop^Yj^sug Prometeo, Up'jTsvg Proteo. Che pur nei Latini fosse varia la pronunzia lo attesta Quintiliano nel passo sopra citato 1, 5, 24, ove dice che da giovane intese vecchi dottissimi dire Atreus con Taccento
sulla terzultima,
'
cento greco
Ar p su g.
questo accento sull'ultima sillaba confuse insieme le parole derivanti dai due suffissi atog ed evg, di guisa che non era pi chiaro se dovessero pronunziarsi in una
o due sillabe
di che vedi il passo di Mario Vittorino recato sopra a proposito del dittongo v, a pag. 50. II dittongo ot della penultima sillaba conserva sempre
:
Ma
come in l'accnto sulla e che lo rappresenta in italiano di e ne' meteci, composti perieci, [jJzotKOi pi'^, nzploiY.ot
,
ecc. idppoioL diarrea, vdpppoiocidrorrea, zppoic/. otorrea, Sta solo in apparenza sulla penultima nei composti di noiio)
epodi
peia, farmacopea, melopea, prosopopea, ecc. Il dittongo ou della penultima sillaba mantenne
regola l'accento,
come
in
Arturo,
eunuco -ojioxzl'JLnUovpog Epicuro, zxjvovyog Ma seguito da voxxsa ipotenusa, Siracusa. lupaKovaai l esso nel in o breve, a mutarsi tendeva linguaggio volgare
p.
e.
86
pronunziando
'
esempio \pt7z^oulog Aristbuo, Spa^v^oulog Trasihulo. Nella unione della parola .iog v.oxjpoi l'accento della
Nella parola acolito, y.-/.o).ov?iog, usata nei primi sicch rimase in itaoy si attenu in v
, ,
liano
'
breve.
il
Finalmente
hnvioi.1
dittongo vi
si
in
Arpie. Se la vocale breve della penultima sillaba seguita da due o pi consonanti la sillaba diventa lunga per posizione ed ha l'accento, fosse essa ossitona come fj.a,
paipAg marasmo,
nkzo'jy.dixg
pleonasmo,
7Xpa}iL7[j.6g
ostracismo, ovvero proparossitona, come y.^opvog coturno, lev^pc/.p.fGg ditirambo, mpiGXog aoristo, l't^^pyov
targo,
cento
altri.
l'accento
non muta posto, come Gua^iJ.og spasmo e spasimo. Solo formano eccezione alcuni nomi geografici col
nt,
sufisso
Taranto, Lepanto, ed anche Otranto che pur deriva dal dittongo ou seguito da vr, Hydruntos. Le consonanti raddoppiate fanno pure posizione, come
quelle che derivano per lo pi dall'assimilazione d'una prima consonante con la seconda, p. e. (7'JyTa|(g sintassi,
anoKdlv^ig apocalissi, Ar/unrog Egitto, dialsxvog dialetto ecc. d[lrjiJ.u.a dilemma, inr/pc/.iiiJ.a epigramma, in si fanno esse che scrivono Quelle greco pur doppie posizione, come nolvyluTZog poliglotta, p.o}.o776g mo,
losso,
in
xpj77^),).oc
cristaUo,
ritenere
origine potevano
e. sembra che i vecchi Eomani dicessero Philippus. La parola popolare g aro foto, y.oipv'w}lov, rimase propa-
P.
rossitona con
una
sola
/.
Rispetto
alla posizione
della
muta
e liquida
anche in
87
queste parole ha riconferma la legge, che la muta tenue od aspirata lascia breve la vocale molto pi facilmente
della media.
Cos p.
e.
tutti
composti di
mangono
lJ,BTpGv
parossitoni,
come
y^poifiJ.srpGw
diametro, nolviJ.srpGV poUmetro, ^spixiJ.STpov teri composti di ipa e vdcop tengono per lo pi Taccento sulla penultima, p. e. pog diedro, tetraedro zpUpog triedro noXvspog poTsipas^pog liedro, ecc. e in clessidra. Cattedra, y.oc^ip7., ritrae l'accento, ma la metatesi popolare cadrga ossitona. Cosi
mometro; laddove
,
sono proparossitoni CaricleXapmlrtg, Empedocle 'Efj.nsecc. ladooTlng, Pericle Usptrig, Sofocle lo'^O/tHg dove sono ossitone podagra chiragra nBtpdnoolypa ecc. Ritengono l'accento sulla vocale breve davanti
, ,
^IpcA,
YSkEondxpy, Cleopatra, slclGl&.TpYjg idolatra, (pocpixpa faretra. I composti di llrpGV ritengono o rigettano l'accento secondo la vocale che precede. E facile appoggiare l'accento sulla sillaba ca di decalitro, ma non
sulla i di decilitro
tr
che suolsi pronunziare parassitono. ricerca s'intende che nella massima parte questa le parole greche ritengono in italiano quell'accento che
,
Da
avrebbero applicando alle loro quantit le regole delFaccentuazione latina, e solo un piccolo numero, dove la quantit fu alterata nell'uso popolare in tempi antichissimi,
gi
perduto
il
suo
valore
entr in Italia, si diparte da quella regola generale, o ritenendo l'accento greco o seguendo
quando
89
m.
INDICE
Abbreviature
derivali
:
e. ra.
composto moderno
I.
m.
latino medievale.
e.
ibr.
composto ibrido
deriv.
acanthus Verg. ed. 3, 45. Il nome Abaco, a|3a?, tavoletta spalmata di formato dalla rad. ac arena o di farina, in cui si facecome acacia. vano calcoli aritmetici e si diseAcaro 9 t xapf, sorta d'insetto, gnavano figure. Abacus Pers. 1
,
,
Arist.
ft.
a. 5, 31.
Abate, jSjSas siriaco, abba padre, poi Acattolico, e. m. di /a&oAtx? con titolo d'onore. Pass in occidente priv. non cattolico. dal Nuovo Testamento. Derivati Accademia, 'Ax.a5v7/xta e 'AxaS//Aia, accademia Oic. )e or. \ 43. Era abazia, bada, abaziale, badiale. un ginnasio a sei stadi da Atene, AbissO) ajSucTffos (-j3u(77? senza fondo); dalla parte nord-est in luogo parola presa dai Cristiani per
,
,
indicare
l'
inferno dei
dannati.
e. 3.
ameno
num
Abside^
Akademos, dove Platone insegn la sua filosofia e dopo di lui i suoi discepoli. Quindi accademia
signific pure la scuola e la dottrina di Platone, e i suoi seguaci furono detti Accademici. Acceggia, uccello di becco lungo.
Hor. ep.
<fi5,
2,
1,14.
absis Plin, 2, 63, absida [sa. or. 15, 8, 7. Significa curvatura, vlta, forma arcuata che congiunge (tt-tw) due cose. In architettura il termine semicircolare d'un portico, d'un tem-
Alcuni derivano questo nome da V.Y. punta, altri dal lat. acies. Si trovano le forme medievali acacia,
accia.
pio, ecc. che congiunge le due pareti parallele. Acacia^ xaxta, acacia Cels. 6, 6; Plin. 20, 109. Pianta spinosa, e perci ebbe il nome dal rad. ac, che si trova in acre, acuto, aceto, ecc. Cresceva specialmente in
Accidia, -y.-rMioc (non curanza) ace dia Vulg. Sirac. 29, 6. Accidia Isid.Sen^. 2, 37, 2. Cicerone l'us
Acciaga,
nomin
po-
mimosa
nilotica.
Una forma
Agg. accidioso. aphye ed apua Plin. 31, 95. Da apjuca venne poi acciuga. La sardella fu cibo popolare a Roma ancor prima di
'^-zj,
in greco.
Plauto.
testa), ace-
90
phali, Isid. or. 5, 39, 39, erano una setta eretica. AcinO) 5:>(.tvoi, acinus e acinum Cic. C. M. 15. In Dion. il basilico selvatico; cfr. Plin. 21, 174.11 nome dalla radice ac (cfr. acacia).
Addome,
Adianto,
pianta
Plin.
Adiantum
Adipe,
ati'f oc,
Secondo Fick originale latino. Acolito 9 /.).ou&05, acoluthos Cypr. ep.7. Dal significato generale di
satellite nel
^el tardo latino anche aleps. Che adeps derivi da alufx dimostrato dal Benfey
II,
122, e
am-
linguaggio cristiano prese quello particolare di chi serve messa, eguale a ceroferarius.
messo dal Curtius, p. 166, dal Vanicek, p. 81 1 dal Weise, p. 329. Da adeps deriva adipomen donde l'it. addome, agg. addo-
Aconito^
xvtTdv,
aconitum Verg.
^
minale.
(Max MUer KZ
il
V, 152
Acoro
georg._^2,
152.
acorum
acorus e
Plin.
25,
passaggio di l organico in d, e perci adeps, e, uX-i'fx sarebbero parole comuni, non quello derivato da questo ).
non ammette
Acrobata: /po-|3aTiw significa camagg. adiposo. minare in punta di piedi. Gli Adito, a-jTov, im-penetrabile, adyantichi chiamavano cos anche il tum Lucr. 1, 737, la parte pi camminare dello struzzo e delriposta del tempio, inaccessibile
l'oca, Diod. Sic. 2,50; Lue. Icarom. 10. Usavasi anche per salire in cima, Polyaen. 4, 3, 23. Ora dicesi
ai profani. Caes. 6, e. 3, 105 in occultis et reconditis templi, quae
acrobate
Vitr. 10,
1
chi
balla
l'agg.
sulla corda,
Pi comune
acrobatico.
Graeci aura appellant. ( Non si confonda con adito, lat. aditus da ad-ire ingresso).
, ,
,
genus ma- AdoniO , koj^rciOi agg. di WSovig chinarum scansorium. adonius Serv. de ?netr, Hor. 468, 23. la chiusa della strofa safAcromatico , e. m. di '/.rMu-y. con fica, che pare denominata dal ripriv. significa senza colore. Dicesi di lente o cannocchiale. Deriv. tornello d'un antico inno ad Aacromatismo. done, w Tv 'A^wviv. Acropoli, /.o-7to>t5, citt alta o parte Aere, vip, aer Plaut. Asin. 99; Cic. della citt posta in alto e per lo Acad. 1, 7, 26 aer, utimur enim pi fortificata, acropolis Iscr. pr latino. Cfr. nat. d. 2, 36, 91. Acrostico, /.|5--Txov, componimento (rad. ar spirare), agg. aereo xiz|00j3aT/.v
pioi
aerius, Lucr.
1,
2;
aeronauta
formano un nome
o un verso. Cic. div. 2, 54, 111, tum vero ea qy.ae y.po'jTr/J; dicitur, quum deinceps ex primis versuurn litleris aliquid connectitur, ut in quibusdam Ennianis: Q. En-
nius
fecit.
c/:/.po':r:iyio-J
Or. Sib.
1 ,
17.
Acustico,
xouT-rw;,
che appartiene
volante, agg. areostatico. Areolito m. da Hp e /tS'o,- pietra aerea, cio che cade dall'aria. Aeriforme
e. e.
ibr.
f/j
da
r,p
forma.
Afa,
soffocante.
distante
punto in cui
Adamantino,
oi<j.y.;
Sa^xvTcvo,-
agg.
di
(cfr.
diamante) adaman-
un pianeta alla massima distanza dal sole (Galli. Sagg. 19). Aferesi, ^-tpsati (il toglier via)
aphaeresis' Ch'dria. 278, 15, K. Significa l'omissione d'una o pi lettere in principio di parola come badia per abadia, fante per infante
,
9(
nastico, e quindi pass a significare lo sforzo, l'ansiet, la trepidazione, cfr. Dem. 1 8, 33. Ora indica la lotta suprema fra la vita e la
morte.
Da agonia deriva
;
il
verbo
agoniare (ywvicv) che si pronunAforismOj f-'opicfj.i (de-finizione) zia agognare da ywvi^w agonizaphorismus Jul. Rufin. de fig. seni. 14. Breve proposizione che zare. riassume il concetto fondamen- Agronomo, y/3o-v//o,-, abitatore ed tale di una cosa. anche amministratore di campi. Nell'antica Atene era 1' amminiAfrodisiaco, ypo5tffta/.9, agg. da
Mar. Victor,
stratore dei terreni dello Stato e l'uficio suo dice vasi agronomia. Ora questa l'agricoltura razioAlii,
nale. ed interiezione di dolore, ai Ov. Met. 10, 215. Le interiezioni latine erano ah, au, io, hei, heu-, gli eruditi s'accordano a riguardare ai come interiezione greca.
gine 86, 34, K. aphrodisiaca una pietra preziosa in Plin. 37, 148. Afte, y&, aphthae Marc. Emp. 11;
pustole in bocca.
A^ape,
.y.Tzri amore, agape Tert. de ieiun. adv. psych. e. 17 l'amore del prossimo. Poi il banchetto cristiano, cos detto perch vi si chiamavano i poveri per dar
comunemente
alabastrite;
la_
pietra dicevasi
Agiata, xTyj?, specie di pietra preziosa, achates Plin. 37, 5. Deriv. agatoso, agatato.
Agrio, il Perion de ling. gali., p. 45, lo derivada odzkoq fausto, prospero, frane, aise , quindi comodo ( cfr.
'Afx^paio;
36, 60 huic {onychem) lapidem aliqui alabastritem vocant. Alabastrum era una scattola da unguenti. Deriv.
Pliri.
alabastrino, alabastraio.
Alcaico, ).xatkv alcaicun Diom. 509 32 K , metro nominato dal poeta Alceo.
, ,
Ambrogio).
Il
Mnage Alchimia,
fra
l'arte
di far l'oro.
La
da oHum,
cile,
agiato, agiatezza, disagio, ecc. A^nocasto, sembra parola ibrida formata di a^vos, che il nome greco di e castus. Gli anq^uesta pianta tichi lo poneano in relazione con
l'agg. yvs, casto, e attribuivano a questa pianta la virt di conservare la purezza. Aqnos Plin,
Alcione, >zuwv^ alcyon Pacuv. trag. 393 Rbb. Agg. alcionio )>/.yvcw? alcyoneus Plin. 32, 86. ep. 4, 22, 1, certame. Deriv. agonista, agoAletoscopio, e. m. dalle parole stromento da venistico, agonale (da cui la piazza :ri?ili (7X07TSIOV Navona in Roma, antico circo dere al vero, cio con lenti che
24, 9, 38.
,
agonale).
Agonia,
agonia Y\x\g. Lue. 22, 44. In greco sinonimo di /cv, poi anche d'esercizio ginywvta,
alla
Alfabeto,
parola compo-
92
delle due prime letsta coi tere a (alpha), h {beta). Non si trova che nei secoli cristiani ; alphabetum Tert. haer. 50. AlC6j ).u/.i'; e ),ux/5, salsa^ Xuxt^v, salsa di pesce, donde halec, Cat. r. r. 58.
nomi
vb. ambasciare.
(Ambasciata per
legazione ha origine diversa; ved. Diez. p. 18 sg.). Ambrosia, cctx^pocix, fem. dell'aggettivo
il
;
^w-j3/57i9;
immortale. Era
Allegoria
allegoria. Quint. 8, 6, Ai z= inversio Agg. allegorico, a-nyopui, allegoricus Arnob. 5, p. 183. vb. Allegorizzare. Allopatia^ e. m. di allo-'xs.ioi.. Sistema di medicina, che usa rij
yXi-ri/opiv.
'
Amen,
avv. affermativo ebraico, ritenuto dagli scrittori greci cristiani e da questi trasmesso ai
quali producono altri effetti da. quelli della malattia. L'opposto omeopatia. Agg. allopai
medi
Aug. doctr.
tico.
thaeaVVm. 20, 222. Amadriade, /j-uSpuiti^ ninfa boschereccia, hamadryas Prop. 1, 20,
32.
j '
'
Amalgama,
ij.o.ccQ^'j
j
iJ.i.ict.yiJ.y.,
sost.
verb. da
\
rammollimento. Propr. l'unione di un metallo con mercurio; malagrna Cels. 5, 17, 2. vb. amalgamare. Amido, K-/y.j).ov, comp. da /atj)./?, molino con priv. Significa non maAmanite; /xaviraj in Nicandro cinato, cio sostanza ricavata dal (presso Athen. 2, 61) sono funghi; frumento senza macinarlo. In Aprobabilmente agg. da 'A/y-av; che una diramazione del monte ristoph. Acharn. 1057 una fo; |
-/as^u^to;, agg, vb. da essere ebbro , con priv. Gli antichi attribuivano a questa pietra la virt di attirare i vapori del vino e di liberare dalla ubbriachezza. Amethystus Ovid. a. a. 9, 81. Cfr. Plin. 37, 9, 40. Il femminile italiano sottintende pietra. Agg. ametistino. Amianto, -//tavros, agg. vb. da priv. Significa incon//cai'vw con taminato. In Dioscor. la pietra, che gli antichi filavano e ne facevano pi che altro salviette e pezzuole. Amiantus Plin. 36, 139.
Ametista,
/AiS-uc),
Amylum
amo-
7.
,
Amaranto,
!j.y.poi.vjo)
agg. vb. da Ammi, a//'., sorta di pianta, ami e o:,v.apavTo; amium Plin. 20, 163. con a priv. significa inche non appassisce; Ammoniaca, ij,ij.o-nx-/.v, agg. di 'A//corruttibile amarantus Tib. 3, 4, 3'. Agg. /v.wv, perch questo sale trovavasi amarantino. nell'oasi di Giove Ammone. Am,
moniacum
,
Cels.
5,5;
agg.
am-
moniacale.
Amnestia
Amnistia,
u- [j.-jr^aiia. di-
417 la deriva da
effetto
dell'agoscia; poi /z/^aaiK, da cui sarebbe venuta la forma pop. lat. amphdsia. Il Caix (p. 67) riferisce amb-a^cm a^mh-asciare ad anxiare.
menticanza, cio il non ricordar pi le colpe. Amnestia Vopisc. Aur. 39, 4. Vb. amnistiare. Amorfo, a-fj.op'fOs, senza forma determinata.
Ampelografia,
e.
m.
ij.no-ypocfix^
descrizione delle
viti.
dim. di
93
le lettere di un'altra disposte di-
amphora,
gr.
y.ix(fQpzvc,.
versamente. P. es. della parola (Contro questa etimologa, sosteRoma sarebbero anagrammi ranuta dal Corssen e dal Dietrich, ^no am,or y orma, m,ora ; agg. lo Zeyss crede ampolla formato da olla, KZ. 17,414). Come poi anagrammatico. nelle ampolline serbavansi gli Analfabeta9 e. m. In greco v' lo unguenti, il belletto, ecc. cos fino agg. v-afi^-ziro^ {Epigr. adesp.), dall'antichit l'ampolla (gr. >>ixu' privo dell alfabeto. Dicesi di chi non sa leggere e scrivere. S'os) signific l'abuso di ornamenti e di artifizi principalmente nel Analis9 va->u(7t5, ri-soluzione, cio parlare e nello scrivere, e ancora decomposizione di cosa composta, diciamo stile ampolloso. Deriv. Aristot. Anal. prim. 1, 45 la Ampollosit, ampolliera. decomposizione di un concetto Anabattista 9 v-|37m7T/5;, ri-batcomplesso nei concetti semplici.
, ,
post
init.
Deriv.
analizzare,
Anacoluto 9
,
analista.
Analogia 9
spesso anche
proporzione, corrispondenza in un dato rapVarr. 1. 1. 8, porto; analogia 32 comparalo proportiove analogo, vc^oyo?, analogus agg. Varr. 1. 1. 10, 37. Deriv. analo-jo.-oyi'x
,
Anacoreta
ritirato gico. k'ialoyiAi 9 va-xw/svjTyjs analogicus Geli. anachoreta Sulp. Ser. Dial. 1 4, \Q, 9 =. proportionatus; ana18. Agg. anacoretico. logismo. Anacreontica, genere di poesia no- Anapest09 va-Trat^To?, piede metrico dal Lo minata poeta Anacreonte. composto di due brevi e una agg. gr. vaxpvTitos; anacreonlunga, anapaestus Ci. Tusc. 2, teum {metrum) Diom. 520, 21 K. 16, 137; agg. anapestico, va-TratAnacronismo 9 a'ja-y^ponaixq tras(TTtxs anapaesticus Diom. 504, 30 porto, e quindi errore di tempo;
,
Anarchia
K.^
v-apx''
mancanza
di
ret. della ripetizione. Anaphora Plin. 7 160; agg. anaforico, vayoptxj, naphoricus, termine di medicina in Firmic. 3, 13. Anaglif09 v-y>u'^o$, scolpito in rilievo, cio bassorilievo; anaglyphus Juv. 14, 62.
,
governo, poi anche disobbedienza all'autorit; agg. anarchico. Anatenia9 va-^s/za, sost. vb. da vasospendere, quindi esporre anathema Tert. de ieiun. e. 1 uomo scomunicato ed esposto per vergogna. Vb. anatemizzare. Anatolia9 va-To).v5, levata del sole o d'un astro levante.
TiS-vj/At,
in vista,
,
Anagogia, v-avwy/?, elevazione, ana- Anatomia, va-To/j-.ta, il tagliare le membra, anatomia Cael. Aur. goge Hieron. inlsai. 1,1,3. Senso
profondo, solitamente mistico, di
acut. 1, 8, 57. Deriv. anatomico,
uno
scrittore
di
un passo. Agg.
nco.
anatomista, anatomizusano altres le forme notomia, notomizzare, notomista. Anca, incerto se da v^^, piega, curdal germ. anhe, curvavatura,
vaTO//ex;;
zare.
Si
Anagrammo9
ot.-ii.~'/paiiiiot.j
trasporto
formata con
94
Serviva per gli spettacoli di gladiatori fiere e naumachie. Il primo di C. Scribonius Curius^ nell'anno 50 a. C. ed era formato di due teatri giranti, che si univano in un anfiteatro solo. Il primo costruito in pietra del tempo d'Augusto; lo eresse Statilius Taurus.
exporrigi nonpossit. Nel portogh. anco, ayjtos, il gomito. Ancona^ yxcv, curvatura, gomito (del lido), anche nicchia destinata
Ancona
all'immagine di un santo. anconetta corr. da swv immagine. Ancora, yxu^a, ancora Naev. com. fr. 52 Rbb. Deriv. ancorare, au^
, ,
coragfifio.
Androgino,
vo^-yuvo,-
(maschio-
femmina), androgynus Lucil. sat. 30, 77 hermaphroditus. Androne, vSowv, nella casa greca
M=
comune
opposta
era la sala per gli uomini (avop;g), al gineceo. Andron in Vitr. 150, 20 corridoio fra due pareti di case o di giardini.
in-edito, agg. v priv. Agg.
di san-
Anfora,
com. 124. E parola abbreviata da ap.fifopvji;^ che si porta da due parti cio vaso a doppio manico. Angelo, cf.yy-.loi, propr. nunzio, an,
amphora Naev.
Anemia^
^j-oafxia^
mancanza
2,
7; agg.
ad Mari. Angheria,
ayya.pQi, sti di
e. 3.
.yyapziy.
,
l'ufficio
degli
anemico.
Anemone)
21, 64.
vs^uojv/j,
anemone
'Pm,
tutto l'antico
v-at7Sr/:7ta,
Anestesia,
lit,
in-sensibi-
Aneto,
Aneurisma,
viup'jvw,
sost. vb.
da
impero persiano. E poich questi potevano requisire e imporre alle popolazioni tutto quello che faceva bisogno al loro servizio, angaria prese il significato di prestazione gratuita e
dilatare, la dilatazione
;
d' un'arteria
aneurisma Veget,
,
2, 30,
agg. anenrsmatico.
Anfesibena, K;Uj?i(7-|3tva che cammina da due parti, genere di serpe p. 21 i). che va avanti e indietro amphis- Anice, avtcrov, anisum Cat. r. r. 121, haena Lucan. 9, 719. (Cfr. la forma pop. anisi). Deriv. anisetta, anacino. Anfibio, /^-'^i-j^tov (^wov), animale che vive in due parti, cio in ac- Anodino, a.-J-'J>Q'rio-j (int. tfpii.ot.y.o'i) in terra; amphibium Isid. farmaco che toglie il dolore. qua 12, 6, 3. Anomalia, v-o)//a/ta, in-eguaglianza, anomalia Varr. l. 1. 9, 1,1; agg. Anfibologia, '/yt.^^/iytV. por /j.-frioanomalo anomalos lo-j.oyix, ambiguit, amphihologia (.-^o}//.ao: Acron. ad Hor. a. p. 449. agg. Diom. 327, 1 K.
,
;
,
pel principe. Angaria Hermog. Dig. 50, 4, 18, 21. Anguria, c/.yyopio-j\ plur. yyoupia. curvare, cfr. Vanicek (rad. gur
forzata
anflbologieo.
Anonimo,
amphithealitt.
y-wvu//o,-
senza nome,
inst.
Anfiteatro,
v.ij.-j^i-'biv.Tpo-j,
anonym,us
8.
Cassiod.
div.
trum Vitruv.
30, 12 R. Nel teatro greco il giro dei sedili {^iurpov) occupavano circa tre quinti di cerchio, e di rimpettoera la scena.
avversa-
gonismo.
95
minatio; antonomasia Quint. 8,
6, 29, agg. antononiastico.
3,
549. Secondo Keller (Jahrb. f. Phil. 1877, p. 125) da -jx-ccra/xivr, distesa, part. perf. pass, di valo crede Tei'vw. Il Weise, p. 64,
Antro,
44.
avTpov,
antrumYerg.
v^p^oTzo-fyoi
,
g. 4,
Antropofago,
man-
come transenna. Il originale Zeyss (KZ. 14, 415) lo crede sin^copato da antetenna come antestari da antetestar
,
za che ha per oggetto 1' uomo. Nell'antico greco v' solo l'agg. v^pMTzoyoi, che parla d'uomini, Arist. eth. 4, 8, antropologo, e il
vb. ccvpo)uooyio>, parlare
umana-
mente.
Antropomorf(>,v&pw7T-/Ao/3yo5,Plut.
di forma umana; astr. antropomorOsmo, sistema teologico che
Antidoto,
fu identificato al demonio. kvri-Sorov (-05) agg. yb. di vri-SiSofii, dato contro, cio
contraveleno
antidotum
-us
setta eretica degli anthropomorAntfona, vTt-j?wvog, che risponde come al suono; antic. l'accompagnaphitae^ che figuravano dio mento a distanza di ottava; poi uomo. responsorio, canto alternato; an- Aorta, opTV7 Arist. hist. anim. 1,16. tiphona Isid. Orig. 6, 19. Deriv. Apatia, -7r3-s<a, mancanza d'afieal 6, 19. Deriv. antifonale antifozioni, indifferenza al piacere e nario. dolore; apathia Geli. 19, 12, 10. Deriv. Apatico, apatista, apatistico. Antifrasi, -n-t^padiz frase opposta al senso in cui usata, anliphra- Apocalisse, .-Ko--/.i.l^^ic scoprimento, sis Charis. 276, 13 K. Agg. antirivelazione apqcalypsis Tert. de
, ;
frastico.
pudic.
19.
Apocope,
casa
TTo-xoTTV, il
tagliar via;
fig.
Antinomia,
di leggi,
vri-vof^ix
ripugnanza
7, 7,
1
.
antinomia Quint.
,
gramm. quando una parola perde la sua ultima parte, come ca* per
apocope e ; Cath. 263, 12 K.
Antipatia
antipathia =- discordia rerum, Plin. 20, 28; antipatico. 59, 37, agg. Antipodi,vTt-7ro5!?, opposti ai piedi, cio che abitano in due punti della terra diametralmente oppo,
vTt-Tra&sia
apocopa Prob.
Apocrifo,
n-xpu'^o?, nascosto, poi suppositizio, non genuino; apode pud.., e. 10. Tert. cryphus
antipodes Sali. hist. 1, 63. Antistrofe, vrt-drpo'fv^, strofa che risponde ad un'altra precedente ; antistropha come fig^ ret. Aquila
sti;
di Apodittico, TTo-SstxTtxg, capace provare, agg. da uoSsc'xvu/xt, apodicticus Geli. 17, 5, 'zzzcertissimus. Apodosi, aTT-^oTt;, proposizione che Rom. de fig. seni. 35. risponde alla protasi; apodosis Donat. ad Terent. Andr. 1, 5, 44 Antitesi, u-nl-^zsi^, contrapposizione, K antithesis Charis. 279 1 6 agg. Apoftegma, aT:-f^zy,aoc, detto breve
,
antitetico.
Antologia,
k-i'^o-lo-iia.^
flori-legio;
Antonomasia,
vr-ovofiusia,
pro-no-
apophthegma Cat.
in
96
distanza massima d' un pianeta dalla terra. Cfr. Plut. fac. orb. lun. 20. Trasl. il punto pi alto. In Plin. 2, 114, apogeus
il
e. ibr.
Appoggio 5
di
ad
TtSiov;
vedi podio; vb. appoggiare. Arcade, pxa^, propr. abitante d'Arcadia. Arcas Verg. ed. 10, 32. Poi membro d'un' Accademia romana e seguace di quella scuola
letteraria.
=::
Arcaico, pxcx, vetusto sost. arcaismo; ora per lo pi significa frasi, parole o forme antiquate.
;
Arcangelo,
Apologia,
->^o'ja.,
difesa;
apo-
Tert.
adv.
Hier. adv. Rufin. 2, 4. logia Deriv. apologetico, jzoloyrtrv/.i, apologeticum Lact. 5, 4, 3; apologista, apologizzare.
Arcavolo,
Archeologia
trina
pxaio-).oyc
antic.
Apologo,
u7i6-loyoi^ favola,
apologus
Apoplessia, no-nUiiu, colpo, sost. vb. di TTOTT/vTa-w colpire; apoplexia. Oros, 7, 15, agg. apoplettico,
,
archeologo,
archeologico,
kpyjj.ioloyvf.oc,'
, tipo primiarchetypus Lucil.
Archetipo,
9, 60
pxJ-TUTio?
;
tivo, originale
ApOSiopesi,
ffiwTxac-)
,
7ro-c7WTr/:7is,
sost. vb. di
M.
xp^-tarpoi,
reticenza
Tio-^TaT/;,-,
aposiopesis
2,
si
Archiatro,
capo-medico
Serv.
ad Verg. Aen.
che
100.
Apostata,
distacca,
Marc.
legis-^
archiatros Cod. Theod. 12,3, 1. Archiginnasio /j^t yu/zvacrtov , archigi/mnasium, lezione incerta
,
in
una
iscrizione.
Ora prendesi
Apostema,
Ti-Tr/^^ua,
ahs-cessus
quae Architetto,
capo-mastro,
Graeci apostemata vocant. Apostolo, iz-aroo^ di-missus, inviato apostolus Modest. Dig. 50,
;
106; agg. apostolico, Tio^ToIt/.$, apostoliciis Tert. de ieiun. adv, psych. e. 10.
16,
Plaut. Mil. 901 , ar919. Deriv. architettonico, xpyi-rc./.ro-jvKg ^ architectonicus Vitr. 218, 29. Deriv. lat. architettura architectura Cic.
archiiectus
chitecto ib.
,
Off.
1,
42, 151.
ibr.
Apostrofe,
-o~r;tpo'f/i ^ a-verso, oratio aversa, cio il rivolgere ad altri il discorso apostrophe Quint. 4, 1, 69. Deriv. apostro;
Architraye, comp.
trave principale.
up^i-trave^
Archiyio,
upyyio-j,
residenza d'un
fare, apostrofatura.
magistrato, reggia; archium e archimim Mei. 3, 8 extr. Tert. opol. 19:= tabularium, tablinum.
Deriv. archivista.
Arci,
Appio,
in itaor.pyi, primo, precipuo liano divenne prefisso superlativo, come in arcibeato, arcicontento, e trovasi in molti composti ibridi,
;
appiollna.
97
solo, arcidiavolo, arciduca, arcispedale, ecc.
Aristocraza, p
governo
pt^TOxpaTtxs. Arcidiacono) pxt-^taxovo?, capo-diaarchidiaconus Hier. ad Aristolcliia , aristolgia, astrocono Pamm. ep. 61, 4. logia, piaxo'/.oxio!., che rende ottimo il parto, specie di pianta; Arcipelago, e. m. di py_i--:ziloiyoc aristolochia Cic. de div. 1, 10, 16. mare principale. Arciprete, pxt-Trps^jSuTspos, capo Aritmetica, pi^^fx-nrim, arte del numerare ( cipi^/j.(,)) aritmethice Videgli anziani o preti; archypretruv. 4, 2. shyter Hieron. ep. 4 ad rust. ArcvescOYO, p/t-sTri^rzoTcos, arche- Armonia, py.ovix, harmonia Lucr. 3, 131 B. Deriv. armonico, p/xopiscopus Cod. Just. 1 1,7; vedi
,
,
;
vescovo.
apxw, essere a capo ; archon Cic. fat, 9 19; magistrato ateniese. Areometro, e. m. di pat;, raro, e fiirpo-j^ misura^ strumento che misura la densit dei liquidi. Areopago, ocpzi.o?-nyoq, colle di Marte, sede dell'antico tribunale ateniese, areopagos Cic. nat. d. 2, 29, 74. Deriv. areopagita, ptio-
vtx5,
harmonicus Varr.
1.
1.
10,
Arconte,
px^^;, partic. di
30, 64; armonioso, armonica come sost. uno strumento musicale; antic. la teoria armonica, p^xovtxT,
harmonice Ytr.
110, 14
ar-
monio, sorta di strumento, vb. armonizzare. Arnica , v:rxpfM/.-n agg. da mapo), sternutare, perch l'odore provoca lo sternuto. Perci si usa anche come tabacco.
,
TtayiTvj;
areopagites {-t) Cic. off. 1 , 22 75; areopagltico, pstonaytTtzs, areopagiticus Sidon. ep. 9, 9. AreostatO, vedi aereostato. Argano, secondo Ferrari da pyx-m
nella
apw//a, aroma Col. 12,20, Deriv. aromatico, ap&)//aTx5 aromaticus Spart. Hadr. 19; aromatizzare, pw//.aTttw, aromatizo Eccl. 24, 20 vulg.
,
Arpa,
apTtv),
falce.
Lo strumento mu-
forma ergta.
Il
Mnage
lo
sicale avrebbe avuto questo nome per la sua curvatura simile alla
upytloi, argilla
Argonauti,
pyo-vo:i)rai,
sulla nave Argo nella spedizione alla Colchide per la ricerca del vello d'oro; argonautae Val. Flac. U 353. da pa acc. di artp, dalAria,
l'
Ma contro l'origine greca di questo vocabolo sta il verso di Venanzio, Fort. Carm.l, 8,63 Romanusque lyra^ plaudat Uhi harbarus harpa dov' indicato come strufalce.
,
mento barbarico; poi l'aspirazione conservata nella forma francese harpe. Perci il Diez lo crede d'origine germanica (/iar/?^, harpa). Deriv. arpeggio, arpeggiare.
gr. 2, 92.
Arpie,
apnutat, predatrici,
arioso, arieggiare. Aringa, derivasi comunemente da halec allec, pesce salato e salsa di pesce, e questo da k).uxv. Cfr.
alice.
favolosi; 209.
Aristarco,
'Api'yra.pxoi
dottissimo
critico alessandrino, quindi ogni critico. Cic. fam. 3, 1 1 hinc Aristarchosvocamus alienorum seri-
ptorum
partem.
censores,
edam
in
bonam
Zambldi
Le parole greche.
98Arsenico 9 p^vny-v e ppivuv , via'senicum e arrhenicum rile; Plin. 6, 98. Deriv. arsenicale, arftcuicato.
Asparago,
anipoi.yoi
asparagus
Arteiuone, artimone, prs/Awv, specie di vela, artemo Lucil. 26, 98 M. Artemisia, prcy-i^tx, specie di pianartemisia Plin. 25, 73. Arteria , pzrtplx arteria Cornif.
ta,
,
Cat. v.v. 6, 3, 5, sparagna Theod. Prisc. 1, 5. Aspide, cciniq^ aspis Cic. fin. 2, 18 coluber.
12; agg. arterioso. Artico, pxTtx;, agg. di apxrog, orsa, costellazione polare ; arcticus Hyrhet. 3,
Assioma,
di |tw,
gin. astr.
lis.
1,6
=
,
septentriona-
Artritide, p^png
malattia
)
;
delle
arthritis
2,
p^piTr/.^
agg. assiomatico, ^tw/z-ariz,. Asterisco, 7T|3i7X05, piccolo astro, segno critico a figura di stella; asteriscus Svet. fr. 107, pag. 137,
10.
axioma A-
ad fam, 9, 23. Asteroide, 7T-;poct^>7?, che ha l'aArturo, proupo;, arcturus Piaut. spetto di stella. Rud. proL 71. Stella di Boote. Astragalo , h.i-.p.'jxlo'i o.stragalus Vitr. 79, 11. Asaro, v.^xpo-j sorfa d'erba; asa,
,
rum
Astro
agg. di
nifj
,
u7zpo-j
^
Ascetico
7Zv;Tx.5
25.
quelli che flagellavano il corpo per penitenza e mortificazione. Sost. asceta, 7zv;T/ig, fem. lat. ascetria^ rA-h-zpKx., Julian. epit. nov.
e.
Ascite, !7xtTv;5, idropisia del basso ventre; ascites Cael. Aur. chron. 3, 8, 102; agg. ascitico. Asclepiatleo, xa/irtmiozio-j, sorta di verso; asclepiadeum Diom. 508, 5 K. Asfalto, a7-^a/To,-, asphaltus Pelagon. vet. 26, p. 88 =z bitumen; asg. asfaltico.
Asfissia,
^0), y.-r^-^vltu,
'jTpoj.oyici^ astrologia Cic. or. 16; astrologico, .7Tpo).o-/t/.i astrologicus Boeth. Cons. 2, pros. 7 vb. astrologare.
gia,
1
,
Astronomo,
^rpo-j/j.oc,
astronomus
astronomia
Firmic. niath.
nomia
Sen.
cid.
7zpo-jo/j.iu
ep. 95;
,
agg. astronomico,
'jrpq-^ofj.L-/,i
astronomicus Chal-
2'im. 2.
'ASr/^vat^v,
che
il
Ateneo,
Athenaeum Lam-
sorta di pianta, (isphodelus Col. 9, 4, 3. Asilo, -7u/ov, luogo non depredato, quindi inviolabile asylum Cic. ^err. 2, 1, 33.
Asfodelo,
7^fj>o?
un
Adriano, che
vero fondatore
Asindeto,
mancanza
di
dell'istruzione pubblica in Roma (perch se da Augusto in poi professori illustri ebbero stipendi dallo Stato, la scuola in se rimase istituzione privata) cre
,
solutio, dissolutum.
anche a
Roma un
di
istituto simile
Asma,
a7&//, anelito,
asthma Plin.
col
nome
Athenaeum, dove
in-
99
aulico, ahliMi^ aulicus Svet. Dosegnavasi grammatica retorica, mit. 4. filosofia e giurisprudenza. Vedi Aurei. Vict. Caes. 14. Aura, aupa, aura Enn. trag. 30 Rbb. contr. ra. Da attra, mediante la Ateo, a-3-ios, senza dio, atheos forma derivato auritium ( donde Minuc. Fel. 8, 2 Halm. Deriv. ateismo, ateista, ateistico. Arezzo) sembra formato Orezzo, luogo fresco e ombroso, e dalla Atlante, 'Ar/a;, personaggio favoforma fem. con la protesi di b loso che dicevasi sostenesse il cielo sulle spalle. Atlas Verg. Brezza, da cui ribrezzo. Aen. 4, 246, coelum qui vertice Austero, auffT/jp^, austerus Cic. Pis. 29; astr. austerit. fulcit. Ora usasi per una serie di carte geografiche ; agg. atlantico Autentico, u&svTtx^, agg. da auroattributo di un oceano, atlantivTvj,-, che fa da se (Vanic, p.73); de monog. Tert. authenticus cum 7nare Cic. Somn. Scip. 6. e. 11. Deriv. autenticit, autentiAtleta, 3-/>3Tv]5, lottatore, athleta care. Cic. Ttisc. 2, 73 agg. atletico
,
athleticus Cels. 1,1. Atmosfera, e. m. di r/^s e ntfoCipa., sfera vaporosa sinon. di aria 5 agg. atoiosferico. Atomo, u-Toixoi, indivisibile. Secon&zyjTtx^,
;
Autobiografia,
ypccfix,
;
e.
m.
di
uTo.|3to-
do Democrito
60, 40. Justin. 2, 6; autochthon Ampel. 8, 2. scritto da vidua. Appresso indic pure una Autografo -ypafoi s, di propria mano, autographus particella di tempo, di cui si calcol anche la durata Svet. Aug. 71 Deriv. autograflco, secondo autografia, autografare. Papias: /ior hahet atomos XXII
,
.
le particelle minie indivisibili della materia, onde sarebbero formate tutte le cose; atomus Plin. 12, 62. Come sost. CQ. fin. 1, 17, ille atomos quas appellai, idest corpora indi-
descrizione della propria vita agg. autobiograflco. agg. che Autocrata, aTCj-xparv^s impera da se, regnante assoluto. Deriv. autocrazia, auToxparsea, au;
me
tocratico.
Da
Automa,
uT-//aT05, di
proprio im-
/A-:-/Aa-a),
au-
Sch.
Deriv.
automatico.
ayro-v/zos, che si regge da se, indipendente; astr. autonomia, auTOvo/Ata. Autopsia, auT-oii^t'a, (Luc. dea Syr. 1), l'atto di vedere coi propri occhi. Azimo, X'Cujj.oi, senza lievito (da ?u/Av) lievito, con priv.) azymus sine fermento. Scribon. 133 Azoto, a-^wTOv ( Hesych. jSi'wTOv. Altri per legge a^w'''), elemento
lento, gram. senza accento astr. atonia, rovia. Atrofia, -Tpoytoc, difetto di nutri;
Autonomo,
zione
Prisc. 2,
fizzare.
Atticismo,
ax'zuiQ[j.ij propriet del parlare attico; atticismus Diom. 440, 23 K. Ora significa la schietta venust dello stile, simile a
dall'ossi-
Attimo, vedi Atomo. Aula, u>.>?, propr. cortile, poi corte reale; aula Cic. fam. 15, 4; agg.
100
pap- Baia, per burla incerto se dal Pare vocagr. |3at5, piccolo, tenue, o dal ma nelle parole frane, baie.^ bacca, cosa minima, dal prov. bada. Cfr. Diez, p. infantili, che nascono spontanee 46 sg. dappertutto, la derivazione semBalaustro, /SaiauaTtov, fiore del mepre incerta. lagrano selvatico sembra parola Baccanale, festa allegra e sfrenata aramea. (Cfr. Lw, Aram. Pflanin onore di Ba/.^oc. Bacchanal zennamen Lips. 1881 p. 364) Plaut. Aul. 3, 1, 3 il luogo di balaustium Col. 10, 297. Poi si convegno delle Baccanti agg. chiam cos la colonnina del pabacchanalis e bacchanalia feste di Bacco; o dallo stesso bacchanal rapetto per la sua forma simile a quel fiore. Quindi balaustrata, colla perdita della consonante finale o da una forma aggettivale parapetto a colonnine. \Sitn3i (bacchanus?) venne baccano. Balena, ^a) atva, balaena Plaut. Rud. 545; deriv. baleniere, baleniera. Baccante, partic. di bacchari (j3axcelebrare le orgie di Ba/^'s. Baleno, il Diez lo deriva da ^ilzxSv) Come sost. femm. e corrisponde /xvov, dardo [^iltiJ.-nTr,^ fulmine), bench osservi che la forma itaalle antiche Bacchae. liana dovrebbe essere balenno. servo Baccello, bacciocco, jSazv^/o?, Lo Schuchardt (Romania 1875, p. evirato di Cibele; poi uomo effeminato; baceolus Svet. Aug. 253) lo riferisce alla radice di 87 = stultus. Lo Schuchardt KZ. ballare, trovandovi il significato di barcollare. Il Caix ( Saggio !^t , 450 lo crede identico a baccello
Babbo,
TraTTTzos,
vecchio, nonno,
1.
j
6, 3.
p.7)
lo
deriva
ecc.
Da
bombacius; agg. di f^/j-^vl cfr. Balestra e balista, sost. derivato da |3a/).o) machina da scagliare bambagia. Deriv. bacherozzo. Dallo stesso bombyx (Prop. 2, 8, lo), proiettili; ballistra Martyr. 173, deriv bombycatus balista Trin. 668. Deriv. badonde bi1 lestrare, balestriere, ecc. g-atto. Da bombycius con la stessa perdita della sillaba iniziale Ballare e ballo, alcuni lo derivano da /3aA).w gettare; ballare in pare derivato biscio, biscia, serAugust. Serm. 215 davidico more pente acquatico, simile a verme (Caix, p. 11). Il Diez lo rifeballare et saltare. AH' opposto il risce ad un germ. bizo animale Wackernagel [Altfranz. Lieder, mordace; ma questo non il sip. 236) Io trae da balla, palla, gnificato primo di biscia. Dalla perch il giuoco della palla era forma [bom^hucius deriva l'aret. unito anticamente a canti e danze. boccio e l'ital. bozzolo, involucro In quanto poi a palla v' chi la del baco. Dal dirnin. [bom) bycuriferisce a |3a/).w o -K'o) balzare, lus venne bisbellone, bigolonc ma pi comunemente riguarinetto fanullone. C. m, bacolodata d'origine germanica [palla^
, ;
balla).
Baj^no,
|?a)-aviov,
balineum
bai-
neum
Balsamo, i5).aa/j!,(3y, balsamum Verg. G. 2, 119. Plin. 12, 111 uni ter-
rarum Judaeae concessum
balsamico.
;
101
|3aT?,
agg.
Base,
63.
2,2,
Bambagia
j5a/A^)ctoy,
bambagie, gr. gr. antic. jS/AjSu^, baco, (cfr. baco), lat.volg. hambis; agg.
med.
bambagino, ^of^^xj/.Lvoi^ bombycinus Mart. 8, 68, 7. Bambino, bamboccio, bambolo, bimbo, ^xfM^ocli (^cifJ.^o:iv(>i e |3//.j3a/t^&),
il Basilica, ^scr:iki-/.-n nome d'un portico (croi) d'Atene, dove l'arconte re (/SacrJsus) teneva i suoi giudizi. Poi furono chiamati cos gli splendidi edifizi greci e romani che, ad imitazione
= regia.
Era
Baratro
bambinesco, bambinaia, ecc. voragine pro^ipx'^pov fonda. In Atene un precipizio dietro l'acropoli ove gettavansi i baraihrum Plaut. condannati Bacch. 148. Barattare, Baratto: fra le etimoriv.
,
del portico regio d'Atene, servivano alle riunioni dei tribunali, dei consigli, e come borse di commercio; basilica Cic. Verr. 2,5, 58. Da Costantino in poi furono ridotti ad uso di chiese cristiane ; e quindi basilica prese il significato di tempio. Basilico, |?K<7i/t/.v, regio-, specie di
logie proposte la pi verisimile il greco TtprTstv, negoziare, e poi frodare con trufferie e gher-
pianta detta regia per la sua bellezza e il grato odore. Basilisco, ^xfji'j/.oi, specie di rettile; basiliscus Lucan. 9, 726. BaStagio, ^a^Tae, facchino (/Sa^ra^oj, portare). In lat. bdstaga, Cod. Just. 12, 58, 3, significa il servizio ob-
minelle, con una modificazione simile a quella della voce lirpie,; vedi ladro. Il che non farebbe
al commercio greco del bligatorio di trasporti per lo Stato. medio evo. Barbaro, ^apjSapo?, straniero, propr. Basto: forse era parola popolare il cui linguaggio non s' intende. latina, connessa al gr. |3a7T^w,
onore
latina balbus; barbarus Naev. Com. 68. Deriv. barbarle, barbarla e barbaries Cic. fin, 15; barbarico, |3ap(3aptx?, barbaricusVdiUi. Gas.
La parola corrispondente
portare, e vorrebbe dire sostegno, appoggio. Dalla stessa fonte verrebbe bastone ( Diez , p. 58), e
barismus Cornif. rhet. 4, 17 = rusticus sermo. Barca, forse sinc. da barica e questo da jSKpu, specie di zattera egizia (Herod. 2, 41), poi piccola barca da carico ; baris Prop. 3,
11,
bastardo, propr. portatore di l3asto, cio mulo, e quindi figlio illegittimo ( Caix, Studi p. 8 sg.). In molti luoghi dell'Alta Italia
dicesi
ancora mulo
TraTa^ffitv,
|5a7TTic7//,-
il
figlio ille-
gittimo.
Batassare,
scuotere.
,
Battesimo,
baptismus Tert.
KTt'^w,
immersione; de bapt. e. 6.
44; barca
Isid.
19,
di
1,
19. (11
Wackernagel
germ.
deriva
barca dal
corteccia;
,
barkr., fatto
Deriv. battesimale, battezzare, /3aimmergere; baptizo Tert. de monog. e. 8; battistero, /SarrTi(iTy;pov, baptisterium Plin. ep. 5,
6, 25-
= Baritono, [3apu-Tovo5, di suono grave; barytonus Macr. de diff. 4, Befana, vedi Epifania. 1. Deriv, baritonale. Belletta, il Blanc (Vocab. Dani.) Barometro, e. m. di ^xp^i^sTpov suppone che derivi da tt/j^?, che ha lo stesso significato. misura della gravit, stromento che misura la pressione atmosfe - Berillo, j^vjpXo;, nome indiano (virica; agg. barometrico. drya) di pietra preziosa, beryl,
102
lus Prop.
4,7,9. Deriv.
brillare
Troppo?.
rivano anche parrucca, perch le donne romane portavano parBestemmia, ^a^'^/^uta, hlasphemia Tert. de idol. e. 14. Notisi la rucche bionde. Ma pi verisiforma popolare hiastema mile che sia alterato da pilucca^ vb. derivato da pilus). bestemmiare. Bisante, pu^avrtos, bizantino specie Biasciare, vedi bleso. di moneta. Biasimo, ficca fr,<j.oi^ ingiurioso ; hlasphemus Prudent. perict. 1 75. Biscia, vedi baco. Sost. in Tert. resur. carn. 26. Biscroma, e. ^ibr. da bis-xp^i^oc^ vedi croma. la nota che dura un Deriv. biasimare, biasimevole. Bibbia, ,5t,3/ia, libri. Il neutro plur. quarto di croma. bihlia sacra divenne in ital. fem. Bisillabo, e. ibr. da bi-'rM.x^og usasi per disillabo. sing. Bibliofilo, e. m. da ^ip-io-^ e ytO.o,-, Bisso, /5UC775, cotone; byssus Apul. met. 11, 3. amante di libri.
;
(Da
Trupp,-
alcuni de-
-,
antic. ^.[ilw--/py.oo; scrittore di libri; ora versato nella dottrina dei libri , che dicesi bbliogratia, ffuo-jca.'jix. Bibliomane, e. m. di |3t,3/to-//.av/i,-, pazzo per i libri ; astr. biblio-
Bibliografo,
mana.
Biblioteca,
2.
bi-yiy.oi dopbigamo, marito due donne. Cfr. digamia. significa sciocco, e da bliteus probabilmente bizzocco, bizzocchero. Bigatto, vedi baco. Bigio. Fra varie etimologie propo- Boato, da boare, j?5av, mandare un suono. (Secondo l'Aufrecht, KZ, ste dagli eruditi le due verisimili 1, 190 boare parola originale risalgono al greco. L'una bys,
Bigamia,
di
e.
ibr.
da
Blito, biedone, bietolone, jS)tTov , specie d' erba insipida; blituni Plaut. Pseud. 815. Quindi l'agg. bliteus Plaut. Truc. 4, 4, 1, che
seus di bisso,
htjcius, di seta,
i^jtt,-
l'altra
da
^y.^yol (cfr.
non
si
attestata,
laddove
bombycius
Biografo,
vite.
trova.
scrittore
di
pesce, /5a^, |3w?, 11, 53. Fest. bocas a boando appellatur. Boia, jSita, agg. neutr. plur. stringhe di cuoio bovino da serrare il collo; boia Plaut. Capi. 888. Papias bogia, torques daynnatorum. Poi indic la persona che
di
biografico.
strozza.
Biologia,
m. da
|3to-),ovta,
scienza
della vita cio dei fenomeni e delle leggi della vita fisica. Lo scienziato dicesi biologo. Birro, TTupp,-, birrus edict. Diocl. 7, 42 ; altrove byrrus , byrrhus , byrrum ; collare di materia pelosa, col cappuccio , detto cos
di fungo; |3w).tr/;?, specie boletus Plaut, Curc.b, 2, 14. Bolide, i?o>.[5, proiettile (^Ao), scagliare) poi meteora; bolis Plin.
Boleto,
2, 96.
Bomba, da
[^//j3o5,
;
romore sordo
e
;
105
p. 124).
rimbom,*
Bottega,
deposito,
ma-
vento settentrionale gazzino; apotheca Cic. Yatin.', borcas Nep. Milt. 2, 4. Dalla for magazzino di vino. Plin. 14, 94 ma contratta ^oppx^ viene borra, ne prova l'esistenza in Roma alla borras Prud. psych. 887. Deriv. fine del secondo secolo a. Cr. boreale burrasca ( Deriv. bottegaio. boreasca), burrascoso. Alcuni derivano da Braccio f^px^wi brachium Plaut. MiL 26. Im. bracium. Deriv. bracborea anche boria, altri proponciale bracciante, ecc. gono vaporea ed altri finalmente il germ. burjan, inalzare. Dalla Brachilogia, ^pxyy-oyx, brevi-lometatesi di un agg. borearius y quenza; brachylogia Rutil. Lup. de fig. seni. 2, 8. robearius, il Mnage deriva rovaio. Brago, secondo Mnage da [^poe.yi, Borgo, Trujsyo,-, torre, fortificazione riportato da Esichio, che significa burgus Yeget. Milit. 4, \ 0. L'agg. padule, maremma. suo sarebbe l'antico borgese^ bur- Branchia, ^p(.yx^^-, organi dei pesci branchae Col. 8, 17, 12. gensis. Forse la pronunzia dura
Borea,
^op7.i^
Deriv
borgata
borghese
bor-
ghesia, ecc.
BraTO, derivavasi da ^px^uov, premio al vincitore d' una gara divenuto nella bassa latinit brabium e bracium ( vedi l' inno a
,
Borsa,
Boria, vedi borea. tS^cTa, byrsa graece, latine corium, Beda 265, 5 K. Da questo viene bozzacchione ( per borsacchione), cosa floscia come una borsa, quindi susina flaccida. Bosforo , /3(r-7Topo5 passaggio da bue qualsiasi stretto canale di mare; ora lo stretto di Costantinopoli; bosphorus e bosporus
,
Propert.
?,
9,
Bosso,
TTu^o;,
genuino. Brefotrofio, ppi-jo-Tpo-^zov dove si nutrono bambini buxus Enn. ann, 268
60.
luogo
trovasi
V. Portato in Italia dalle colonie greche, diede il nome a Buxentum (nu^ou,), fondata dai Messinesi sulla costa di Lucania nel 467 a. Cr. La scatola di bosso 7Tu?i5, e da TTu^t^a buxida^ bussila, derivano poi bossolo, bussola, bussolotto, bussolante, ecc.
jSoTavv;,
negli scrittori greci cristiani per ricovero di trovatelli. Brezza, vedi aura. Brillare, brillante, vedi berillo. Brio. 11 Diaz reca due etimologie possibili, una da ^pivM^ essere vigoroso, l'altra dall'antico irlandese brig forza, vita. Ancor pi vicino parrebbemi |3puo) , il
germogliare rigoglioso delle piante. Agg. brioso. Brocca: Il Ferrari d per etimoloherbarium. Botro, ^^poiy cavit in cui stagna gia up/ous che ha lo stesso sierba, pianta-^ agg. botanico, |3oTavjxs, botanicum Isid. 4, 10, 4
l'acqua.
gnificato.
Botte, trovasi nel greco ^ounq o Bronchi, ^pyxtx, bronchia Cael. Aur. acut. 2, 28, 147. 11 sing. ^Tt5, fiasco, ma anche in parecchie lingue nordiche. Perci la bronchus usato per bronchite in Theod. Prisc. 2, 7. Deriv. derivazione incerta. Butte sta in un docum. dell'anno 564 ( Marini, bronchiale, bronchite.
Brontolare 9
^povrri
il
104
Diez lo deriva da famoso il cavallo di Alessandro M. tuonare. Il Bucolico, /?ou/.o),t/?, agg. di j3oux)o5 pastore di buoi; bucolicus paCaix (p. 13) per lo ricongiunge a 'i[m)brottolare rimbrottare y storale, Col. 7, 1. Il fem. bucolica sottintende poesia. ch'egli derivai da. repr abitar e. Sost. brontolio, brontolone. Buffalo, j3o/3a)o,-, bubalos Plin. 8, Bronzo le etimologie proposte sono: 38 ; bufalus Ven. Fort. carm. 7, tuono,
/Spovrw,
,
:
o^pxt^ov (lat.
4, 21.
quando
avrebbe avuto questo nome perch appena fuso somiglia all'oro; 2) hrunitius da bruno
(Muratori)
;
;
Secondo Hehn pag. 411, sarebbe stato portato in occidente dall' Aracosia circa 1* anno 600
,
3) dall' inglese hrass dal pers. buring' o piring' rame. (Dozy). In tanta discordanza di opinioni v' posto anche per un' altra etimologia. BpovTv; significa tuono, e nell'antico teatro ^po-j-ziio-j dicevasi un
rame
4)
I di Erodoto 7, j3E5 uypioi sono probabilmente i buffali. Del resto il bubalus era veramente una bestia africana che apparve
a.
Cr.
26,
in
Roma
nel circo al
(
tempo
di
bacino di bronzo entro al quale si agitavano sassi per produrre l'effetto del tuono. B^covrEtov da25, 81. rebbe il latino brontiura e poi Buio, -TZ'jppi, burrus, e da questo la forma aggettivale burreus. Fest. bronthmi, e poteva indicare qualsiasi bacino e campana, e poi il burrv/m antiqui quod nos dicimetallo di cui era formata. Samus rufum. Dal rosso scuro il rebbe la metonimia inversa a significato sarebbe passato ad oscuro. Cfr. Diez, p. 94. quella che usiamo noi allorch diciamo i sacri bronzi per cam- Bulbo, j3o/,35, bulbus, Cat. r. r. 8. pane. Deriv. bronzino, bronzista, Bulimo, -io-j-M/j.oi, fame da bue, cio abbronzare, abbronzire. morbosa; bulimus Veget. 5, 37; astr. bulimia, ^ovIl/j.lcc. Per aferesi Bruco, j?.c5vx55, b7^uc lius Prnd. hamart. 229. limo, consunzione di stomaco. Bubbone, j'5j,5ojv, gianduia dell'in- Buratto, specie di drappo rado e guine; negli scrittori di medicina trasparente, nominato dal suo cola stessa gianduia enfiata. Dalla lore rossigno , mppg , burrus. forma buba, che trovasi p. es. in Cfr. buio. In altri casi il colore diede nome alla stoffa. Deriv. buspagn. e port. venne il dimin. bubbola. rattino, fantoccio di cenci, buratil Diez Buccia, fem. di buccio tella, sacchetto di stamigna per lo crede abbreviato da lobuccio, abburattare la farina. e questo da y.o^^ o j.o-; scorza. Burrasca, vedi borea. II Caix, p. 13, lo riferisce a ^re- Burro, sincop. da butirro, v. putiiim, che sembra avere signi- Burrone, accresc. di borro o boficato pi tardi anche buccia delle tro, fosso scavato da un torrente; frutta. secondo Muratori da ('B&oos, j3o.,
Friedlnder, Sittengesch. 2, 402). Il popolo poi applic questo nome al bue selvatico per l'assonanza con bos. Buglossa, j3oJ-7>w770,-, a lingua di bue, specie d'erba, buglossos Plin.
Domiziano
Buccintoro,
Bussola, dimin. di Tru^t^; vedi bosso ch a prora aveva la figura di e pisside. un bue centauro. Busta e busto. Nel lat. med. busta e bustola sono sinonimi di arca, Bucefalo, j^^j-xi-^a/oc, che ha testa da bue. Cos dicevasi una razza e derivano probabilmente da budi cavalli tessali, tra i xida TTu^i'cz acc. di ti^IU (cfr. pisquali
pio-j,
105
colla significazione.
sto,
forma matorso u-
Comp. imbu-
trambusto, trambustare.
,
mano come un
1.
recipiente, (cfr.
m. arca,
it.
cheste).
La derivazione da bustum,
O
Cacare
Sai.
,
xaxa&) e xa//w
caco Hor.
rotto da
fisso
y.xSi^iisi
xx//.t2,
con suf-
1,8,
38.
Sembra derivato
aggettivale,
cadmia Plin.
x.a/./a. So34, 2. stengono la derivazione dal greco Calamita, /.xlv.jj.iTrti, derivato da xail Fick 55 2, 48, e il Corssen /a/zo?, canna. In greco era il nome 1, d'una rana verde e piccola che 2, 733 N.; la credono parola comune alle due lingue Curtius vive fra i canneti. CalamitesVm. 32, 10, 42. Questa parola fu trasp. 139. Weise, p. 26. Vanicek, portata a significare l'ago map. 102. Cachessia, xax-ii, mal-essere, agnetico applicato alla navigazione, forse perch lo si chiudeva in bito malaticcio; cachexia Cael. una capsula piena d'acqua fissanAur. chron. 3, 6, 80 = tisi. Agg. dolo sopra un pernio e sopra un cachettico, e da questo scaclilccio. pezzetto di sughero. (Cfr. Diez, Cacofonia, xxo-y wvia, cattivo suono, p. 98). Alla derivazione diretta da
nelle lingue romanze contrasta il suffisso ita, rarissimo in esse per oggetti materiali. delle prime penne. Calandra, x^avSpa, parola che si trova nei tardi scrittori greci per Cadrega, alterazione popolare di cattedra. una specie d'allodola. Altri volle senza necessit derivarlo da xPCaduceo, xvpuxiiov (dor. xapu/.stov), agg. di xvipul, araldo; era una ^pm, uccello simile al calandrino che vive nei burroni [xccp^cu). verga d'alloro o d'ulivo con due serpi attortigliati, portata dagli Calare, xa^aw, allentare, chalare araldi ed attribuivasi anche a Vitr. 26 1, 12; calare C. 1. L 4, Mercurio come araldo degli di. 2021. Calata, calia, minuzzoli di oro che si staccano nel lavorarlo, Calafato , xa) ^jar/j; e calafatare , e rappresentano ci ch'esso cala. xa/a-^aTiiv, derivasi comunemente dall'arabo qalafa^ saldare le fesQuindi usasi di cosa consunta e sure della nave. Non sappiamo se vieta. l'Occidente abbia preso questa Calce, yxi'S, caloo Cai r. r. 18. Che voce dai Greci. L'Engelmann per sia parola derivata dal greco, olla vuol derivata da calefactare. tre che dalla forma, pare verisimile anche da questo, che i RoCalamaio, calamarus, agg. da xamani impararono dai Greci la calamus, penna. Signific lot-ix-oi.^ fabbricazione in pietra. (Cfr. Leo poi un arnese da riporre le penne, theca calamaria Suet. Claud. 35. Meyer KZ. V, 386). Deriv. calcaCalamandrea o Calamandrina , reo, calcina, calcinare, calcinaccio.
Cactus,
Strab. 13, p. 618. xxTos, cactus Plin. 21, 97. Da questo cacchioni , spuntoni
calamus
mandrea
Calamnaria, specie
Calcedonia, specie di pietra dura, agg. da Ra)>xv)5wv, citt di Bitinia. Calcografia, e. m. yaXM-'ip<x'^iQt. stampa in rame.
,
106
Caldeo
x^^^^^O'
>
chaldaeus
Cic.
camerata.
Camera prese
poi
il si-
divin.
1,1-
astrologo.
donde
mento. C.
Camino,
caminus
Lueil.,
Susp., 4, M. Cammeo: tra varie etimologie di questa difficile parola il Diez pro-
21, 121.
Calli^ralla, i- ypx'fi il bello scrivere disegnare, Plut. Pyth. or. 7. Trovasi usato anche per bello
stile.
Callgrafo,
ma
agg. calligra-
pone timidamente il greco x////, cosa intagliata da cui sarebbe venuto il dimin. rom. commatulum e da questo una forma francese camaeu. l Littr ricorre a
,
nco.
x.aw.tov,
officina,
da
xa//.-vw,
lavo-
Calma, propr.
neolatino), e
la tranquillit dell'aria, ha la forma d'un sost. vb. non suffisso greco (perch
rare.
Camomilla,
sta a terra
xx/j-xi- /j-nlo-j
,
accennerebbe a yx>y.w, allentare; ma regolarmente dovrebbe essere yl-niJ.cf.. E pi verisimile che sia tutt'uno con xaii/xa,
sost. vb. di zai'w, ardere; e in effetto calma nello spagnuolo e nel
Prisc,
4,
1.
Canape,
r.r.
1,
xavva^St,-,
cannabis Varr.,
a zenzaliera,
23, 6.
Canap,
i^/.'Jyjrjri)
xwvwTrtov, letto
r.
prov. indica l'ardore meridiano. Bench sia raro au riprodotto con al, per frequente l'inverso, p. e. auto ed alto ; qui pu aver influito l'analogia di calor. Agg. calmo vb. calmare. Calomelano, e. m. di /a/v /jAcc-j bel nero. Vuoisi che lo scopritore avvertisse questa sostanza dal mutato colore d'una polvere.
,
4,
Cancrena,
yayy/satva
(7/5ao), -/patvw
rodere), gangraena Lucil, in Non., 2, 375. Canestro, xzva7T|2ov, canistrumY arr., l. l. 5, 120. Serviva per pane,
frutta, fiori.
Calotta
y.QcTZ'cpx,
molto antichi dal nome borgata di Canne. Deriv. cannella, detta cos perch arrotolata come la canna, cannone, cannoniera, ecc.
10, 184, canna Vitr. 169, 19. L'esistenza di questa parola in Italia attestata per
tempi
della
Cambiare
tare,
Canone,
canon
Vitr. 261,
a piombo. Deriv.
,
canonico
xavovfxs
canonicus
,
cansare.
Camelo,
Excamelus Varr. 1.1., xavovc'^o), canonizo Ambros. 5, 20, 100. Fu noto ai Romani plan. symb. VII, p. 158, Mai. Cacanoninonizzazione canonica nella guerra africana di Cesare contro il re Juba {beli, afr., 68). calo, ecc. Il nome trovasi per fino da LuCausare, xa//.7iTw, campsare Enn. cilio nel composto pantherocaAnn. 334 V = flectere iter, navi/.a//v;)>(55,
, ,
melv.s. gando praeterire. Camera, y-uaipa, tetto a vlta, camera Cantaride, xavS^apt,-, cantharis
Cic.
Lucil., Susp., 41 1 camara Plin., 16, 06. Deriv. cameriere e cameriera [camerarius, cameraria),
;
fam. 9, 21, 3. Cantaro, y.a-j^xpoi, specie di bicchiere antico, cantharus Plaut. Asin.
,
5, 2, 56.
107
laconie della citt di Karyai che faceano particolari danze nella festa di Artemis, detta Karyatis, dal famoso tempio che aveva in
Canto, Cantone, fra le etimologie proposte havvi pure xav&?, l'anquella citt. I graziosi atteggiamenti di quelle fanciulle furono golo ed il cerchio dell'occhio; poi anche il cerchione della ruota. spesso imitati in marmo nelle Il lat. canthus ha statue che si dissero cariatidi. quest'ultimo sie Quintiliano 1 5 la Cariddi xxpv^Si; gnificato Charyhdis Cic. dice parola africana o spagnuola. PhU. 2, 27. In Prud., Cath. 6, 107 Altre etimologie sono da lingue vorago. germaniche. Carisma, y.pizii.a., sost. da x^p'C^^^&at, charisma donare far piacere Caos, x^os, materia confusa e indiTert. de bapt., e. 20 == donum. gesta, chaos Varr l. ;. 5, 19 vuoto interminabile. Carota, /.ouwt/i, caryota Varr. r. r. 2 1 27. Caparra: vedi arra, di cui ha lo stesso significato. Probabilmente Carotidi, /.aporlSt?, arterie della te parola ibrida, composta da cape sta, che gonfiandosi cagionano sonno e stordimento (xapo^, xapoiarrham, frase che doveva usarsi nel pigliare formale impegno, e poi ed anche apoplessia. c7t,') sostantivata. Deriv. accaparrare. Carpo, aaprzi, parte della mano vi'
, ,
,
Cappa,
xaTTTra,
lettera dell'alfabeto,
1
Cina ai polsi.
cappa,
Auson idylL
^xTznxpi?^
2,
Carta,
229.
Cappero,
rono
lU,
cappars Plaut. Cure. 90. Al tempo di Plauto gi usavansi nelle vivande; ma fu-
107).
x/jpaTtov,
Carato,
usata
come peso
charta Enn. ann. incartare scartare, cartaceo, cartello, cartoccio, accharta e ecc. Da cartocciare quapellis si form scartabello derno, libro. Deriv. scartabellare. Cos carta e fascio si composero in scartafaccio (Caix, p. 147).
yAp'^-ni
,
Deriv.
100, 2.
xapov, specie d'erba, careum Col. 12, 51, 2. Casamatta, il Mnage lo deriva da xa7//aTa plur. di x^T^u-a fessura, chasSen. qu. nat. 1, 14, 1 hiatus.
Carri,
ma Ma
il
Mahn
caratteristico, /apv.Axri-
pi<7rix.~.
Caravella : dimin. da y.ipx^o; sorta di granchio marino; carabusPln. 9, 97; carata, piccola barca, Isid, 19, 1, 26, e da questo car abela.
indichi casa rude, incompiuta, e questa significazione di matto ricorre anche in carro matto. 11 Wedgood deriva matta da matar, uccidere, e in questo caso sarebbe la casa del macello. Cassia, /.a^ta, casia Plaut. Cure. 101.
-aActcc-jov,
Carcinoma ,
19, 118
y.(/.p/.ijfj)iJ.ot. ,
Cat. r. r. 157, 4
= cancer.
carcinoma Castagna,
castanea Verg.
nasturtium (Apul.
f.y.pl.it.^ixo-),
4, 20).
Cardamomo,
mum
car damo -
82. Fu portata in Italia da Sardes nella Lidia (Plin. 15, 93). Plauto la conobbe sotto il nome di nux mollusca, poi fu detta nux calva, e finalmente il nome
ed.
Cardiaco
, y.cipix/.i agg. di xccp^Coc^ cuore, cardiacus Cic. divin. 1 38, 81, malato di cuore.
greco la vinse sugli altri. Castoro, xxaxMp, da cui l'agg. xacastoreum Lucr. 6 794 , Gxpiov
,
Cariatidi,
yscpuscriSa,
propr. vergini
castoreo.
108
,
Cataclisma 9 xxT-x/D5/y.a, sost. vb. Catastrofe, xarx-yrpoipvj propr. eclistere. da xxrx-Mzoi. Hippocr. versione, catastropha Sidon. ep. Ora si usa per 1' antico xaraJ-xu5, 17.
(7^0,-,
inondazione.
Catacomba, catacumha Greg. ep. il Weise p. 371 cita l'iden', 30. tico xaTa/.u/Aj3/3. Il Bellermann ammette un y.oi.'zv.xijfio-). Altri lo crede un composto ibrido di Kxra-tumba,
che vorrebbe dire alle tombe. Diez, p. 117, conghiettura che sia un composto di catar (guardare) e tumba, sicch vorrebbe dire tomba da guardare, da visitare, e ci perch conteneva corpi di santi. In simil modo sarebbero
il
catechizo Tert. de idol. e. 10. catechismo , xaTnx^'y/ji.?, catechismus August. de fid. et op. 13; catechista y.txT/jyirT/.i, catechista Hier.
ep. 50, 1 , catecumeno, /.a.T^xofi.=voi, part. pres. del vb. xar/j^sw, istruire nella religione, catechumenos Tert. ep. 69.
Il
Categoria, generale
;
catafalco e cataletto , cio palco e letto da guardare. Catacresi, xaT-xpv;c7f?, abuso, poi fig. ret. catachresis Caris. 273, 1 K. Catalessi, /.aT-/v;];t,- , l'occupare, il cogliere 5 medie. V irrigidirsi e divenire insensibile catalepsis Cael. Aur. acut, 2, 10, 56, agg.
composti
accusa, poi in predicato d'un soggetto, cathegoria Macr. Sat. 7, agg. categorico, y-xT-rr/opi/.;^ 3, 2 categoricus Sidon. ep. 9, 9, che appartiene al predicato. Cateto, x&-T05 V7, agg. yb. di xa&t/7// calare, intendesi linea calata
xaT-/;yopt,
il
catalettico,
xara/vi^tg,
zara/vj-Tt/.,-.
,
guaggio metrico
verso
catalessi
(Nel lin da
da un punto; cathetusyv.l'^Q. Cattedra, -m-pa, sedile a spalliera, cathedra Hor. Sat. 1, 10, 91.
Cattolico, xa3--o/tx5, agg. di ycc^olo-j, universale, cathoUcus Plin. 1, epit. II. nr. 15. Deriv. cattolicismo,
cattolicit.
Caustico,
Cauterio,
^u/a l'i TOu uoa-jtv , pali piantati in acqua 5 sarebbe adunque una capanna lacustre. Cataplasma, xaTa-7r),a7/jia, sost. vb. di xKTaTr/x770), ungere, spalmare, in-
M.
ciare ( cfr. caustico ) cauterum Plin. 22, 102. Deriv. cauterizzare, cauterizo y.y.-j-:r,piv.t^fji. Cedola, =:scedula; vedi scheda. Cedro, yiopoi cedrus Vitr. 58, 19; Hor. ep. 2, 3, 331 La forma latina citrus, donde abbiamo ci-
p. 78, 7.
/.y.zci--irr,g
^
trato
Catapulta,
macchina da
citrico citriuolo. Il Diez deriva cedro da citrus, spiegando la mutazione in e per l' incerta
,
,
quantit
dell't;
ma non
v'
bi-
Cataratta xara-o^xT/;? e xaTapoaxr/;?, caduta d'acqua, cataracta 6 catarc<(?5Liv.27,28, 10;Plin 10,126. Catarro, xara/s-zsoug, propr. deflusso,
catarrhus Marc.
mp.
5.
a Roma la forma greca. Deriv. cedrino, cedrato. Cefalea, xEya).ai, agg. di y.ivy.lr testa, cephalaea Plin. 20, 135= dolor capitis inveteratus. Nello stesso senso anche cefalalgia, Xi^aX-a)//ta.
sogno
se fino
da Orazio usavasi
Cefalo,
x^a).05,
Deriv. accatastare.
gran
testa
{y-i-jo.-^).
109
cuUo
la port dal Ponto in Italia nell'anno 74 a. Cr. ( Hehn p. 346
xa'P^f^^^^^/ caerefolium,
semicircolare
2, 618.
cymhalum Lucr.
Plin. 19,17j.
Cerotto,
cinnus^ riccio, capelli arricciati, e questo da /.tV.twog. Il cenno sarebbe dunque propriamente l'on-
xvjpwTv, agg. vb. di x/jpw, incerare, cerotum Orib. Bern. 10, ceratum. 14 Cerusico, corr. di chirurgo. Cesta, xi!7Tv5, cista Att. trag. 528,
deggiar dei capelli per effetto del crollare il capo. Deriv. accenno, accennare. Cenobio, y.oa-^io-^, luogo di vita comune, coenobium Hieron. ep.
22, 36. Deriv. cenobita.
4,
Cetaceo, agg. da x^to;, balena, pesce cane, cetus Plaut. Aul. 373, plur. cete Verg. Aen. 5, 822. Cetra, xt&pa, cithara Lucr. 2 28.
,
Cenotaflo, xsvo-ra'^tov.sepolcro vuoto, quindi monumento onorario, cenotaphium Ulp. Dig. 11, 7, 6, 1. Centauro, xavraupo?, nome d'un antico popolo della Tessaglia che stava molto a cavallo, dal che provenne la favola dei mostri met uomini e met cavalli centaurus in Cic. Arat. 203 il no;
Deriv. citarista,
rista Cic.
xiSapisTv^s, citha-
Chiasmo,
me d'una costellazione. Centro, xsvrpov. pungiglione, poi quol punto dove sta fissa la punta del
compasso nel tirare un cerchio, centrum Vitr. 26, 8. Deriv. centrale, comp. eccentrico, fuor di
centro, gr.
xsvTpo-TteTyj'?,
t/.-y.z-j-zpo:,
accentrare,
e.
accentramento, centripeto,
m.
centrlfugfo, e. ibr.
Cera,
cera, Plaut. Pseud. 33. in cero. Deriv. cerato, ceroso, cereria, cfr. cerotto. 11 senso di colore del viso pare derivato dai ritratti in cera, tanto usati dagli antichi. Aver buona cera sarebbe adunque anzi tutto avere un ritratto con un bel colorito. Ceramica, xEpa/xstxv7, arte di fare stoviglie; xpa/A05 terra da stoviglie.
x/jp,,
smus Gramm. vet. 108, 2. Cliicco, xtxxo5, involucro del grano, ciccum e ciccus, Plaut. Rud. 580. Chierico, xX/jptxs, clericus Hieron. Chieep. 60, 10, agg. di clero. rica il femminile e sottintende tonsura. Deriv, chieresia, chiericato, chercuto, cfr. clero. Clliesa, IxxJy/fTta, adunanza; le riunioni dei cristiani ebbero lo stesso nome delle antiche assemblee popolari; ecclesia Plin. ep.\0, 110. dim. chiesuola.
Chilo,
5,
yyili
,
chylus
37.
Chimera,
mostro
Cerasta,
xspaTTvj;
poi un spirante fuoco, con la parte superiore di leone, l'inferiore di serpe e il mezzo di capra; chimaera Lucr. 5, 902. Ora si usa per idea fantastica. Agg. chimex'^>'-p='
)tTpa e
chilometro
capra;
rico.
Chimica,
x^F-'-^'^'.
vedi Alchimie.
Ser.
Ceresa,
l'albero, KEpduiov il frutto (cirlegia e ciliegia.), cerasus Varr. r. r. 1, 39, 2 Ebbe il nome dalla citt di K^pccsou^ j Luy-ipaioq
Chimo,
x^A'-?,
chymus
Samm.
no
Chioma, x//vj, coma Enn. ann. 352. Cimitero, xoifXYT^piov luogo di riposo, deriv. da y.oi/xM/xa.i, dormire, Chira^ra, X''p-7pa morbo articolare della mano (x-'p). chyragra riposare, coemeterium Tert. anim.
Hor. ep.
1,
1,
31.
,
Cinabro,
/.rrjx^xpi^
cinnahari Lucil.
Chiromanzia)
zione che
si
divinafaceva osservando la
yupo-/j.avTcioc,
mano
(xi(p).
durre
Chirurgo,
yvp-oupy;,
,
con la mano
chirurgia Cic.
chirurgico,
Att, 4, 3,
3.
Agg.
y.wi'jij.,
yupo-op-ji-zM.
cynismus Cassiod.
hist. eccl. 7, 2.
,
Chitarra,
28.
/tS^apa,
cithara Lucr. 2,
crupa?
Cinnamomo,
mum
n^'i%i.'j^iJ.o'i
cinnamo-
Cels. 3, 4,
maialesco.
-/u^upiov,
Ciborio,
egizio
21.
ciborium Hor.
Cinocefalo, xuvo-x^)>5;, con la testa di cane, specie di scimia, cynocephalus Cic. ad Att. 6, 1, 25. Cinoglossa, xuv-7).o)cr7ov, a lingua
di cane, specie di pianta, cynoglossos Plin. 25, 81. Cipero, -A-Tz-fipoi, specie di giunco, cyperos Petr. 127, 9. Secondo Plin. 12, 109, veniva da Cipro da cui
Ciclo,
cyclus Isid. 3, 36; agg. ciclico /.ux).(/.; cyclicus Hor. ej9. 2, 3, 136. Deriv. ciclone, cicloide,
zv/./o?,
,
Ciclope,
circolare. dall'occhio rotondo. Mome d'una razza d'uomini favolosa, che credevasi avere un sol occhio in mezzo alla fronte.
xux).o-2t^v7;
x/.).-)j^,
di
forma
prendeva
il
nome.
Cfr. pico.
V Odissea
lib.
Cipresso, xu7ra|Ot7cog, cupressus Eun. ann. 267. L'albero d'origine semitica (Renan, hist. gn. des lang. Sem, p. 192. Benfey W. ), ma il
nome
Cicoria, y.iyupiQ-j, cicorum Plin. 20, 73. Dagli antichi si usava in medicina e traevasi dall'Egitto. Cg-no, xu/.vo,-, cycnus Lucr. 3, 7. Cilicio, xtcV-tov, cilicium^ agg. che sottintende textum slragulum,
,
Spr. 2, 290. Ciprio, xwpto5, dell'isola di Cipro, cyprius Cic. Bom. 20. Ciro , porco secondo Ferrari da
,
panno
di Cilicia fatto di
yoTpOi.
Ciliegia,
Cercsa.
,
Cilindro
r.r.
xv/tvpo,-
cylindrus Cat.
Cima,
il
germoglio pi alto
Lucil. ine.
\(5Q,
del cavolo,
cyma
Ciurma, x>.iU!r//.a, sost. vb. di x/c^w, il comando del capo dei rematori,
celeuma Mart. 3, 67, 4. xs/ua/za divenne poi cleusma, chusma chiurma, (sicil. ciurma. Dal significato
)
Cimasa,
di
Ili
cantare con parole ed atti mistici, deriva dai significato che forse dei gesti convenzionali del capo rematori ; quindi ciurmerla, ciur-
comp.
vedi
cloroformio.
concAt!,
Pott {Et. Forsch. 2, 376) e lo Schweizer (K.Z. 11, 77) riferiscono il latino classis ad una forma dorica v.lu'jiq ion. xX/jcrt?, sost. di xa/sw chiaqaare, e sarebbe
il
,
Cocciniglia,
xxxog,
la
chiamata sotto
Il
il
le
armi
p.
cfr.
classicum).
Curtius
(
139 ne
Coccio, dalla forma aggettivale concheus, vedi conca. Altri lo deriva da y.oyli-<^i, chiocciola. Cocco, XXX05, coccus (-um) Hor.
Sat. 2, 6, 102.
dubita, e cos
Mommsen
R. G.
1, il
che
81).
prima
11
l'aflFermava
1,
Coccodrillo,
volta a
Corssen
496,
la
p. 12, il
Weise
Roma
originale latina. ClaYicembale, vedi Cembalo. Clero, x/v5/50s, sorte, eredit, parte assegnata. Vuoisi che cos fosse chiamata la parte eletta del po-
dall 'edile curule M. Emilio Scauro l'anno 58 a. Cr. Plin. 8, 96. Cofano, y.r^^i-joq, cophinus Coli. 11, 3, 51. Serviva per giardinieri e
polo assegnata a Dio, come presso gli Ebrei la trib sacerdotale di Levi. Clerus Tert. Monog. 12.
Deriv. clericale, clericalismo, cfr. chierico.
maestri di casa. Coglione, coleus, testicolo, Cic. fam. 9. 22 da ^oUi, fodero. Colra, xo^ipa, forse da xok-hy bile,
indica flusso di bile, diarrea; choleva Cels. 2, 13. Deriv. coleroso,
colerico,
e.
Clessidra,
acqua
x/sj^-u^pa, che racchiude clepsydra Cic. de or. 3 , 34, 138, orologio ad acqua. Fu introdotta a Roma da Scipione Nasica l'anno 159 a. Gr., Plin. 7, 215.
,
m.
anticolerico.
Colica,
xw).ixv
(v505),
agg. di xw>ov,
intestino, malattia intestinale, colice in Cels. 5, 25, 12 il rimedio di quella malattia. Colla, x/>a, glutine. Deriv. incollare.
Clima,
x)-t>a, inclinazione, sost. vb. di xXt'vo; clima Serv. ad Verg. geo. 246. Deriv. acclimare.
/.hy.ccxTripi-/.i,
Climaterico,
x/i/AaxTvip,
agg. da
anno scalare (z>t>a?, nell'antica medicina ogni settimo anno della vita, che giudicavasi pericoloso; climactericus Plin. ep. 2, 20. 40. Clinica, x>tvixv7, l'arte per chi sta a letto (x>iV/)); clinice Plin. 29, 4;
scala)
;
Collirio, y.oXvpiov^ unguento per gli occhi collyrium Hor. Sat. 1 5, 30. Colosso, xo/ocrffo; C0^055U5 Plin. 24, 41. Deriv. colosseo, xo^osaatos colossale, colossaeus e colosseus,
,
Colpo,
Plin. 34, 39, l'usa di statue. x^a'^o;, schiaffo, colaphus Piaut. Pers. 293, R. Deriv. colpire. 11 Gaix, p. 67, deriva anche ac,
finire a
clinico,
x).tvtx;, il
,
medico curante,
Mart.
30.
yl-^oxr.p,
Coma,
annaffiatore, sost.
-/Mf-oc,
sonno profondo.
Clistere,
da
y.wzYipio))
1,27 lo stromento,
i
Comedia,
lofio;
clyste-
canto del xw//05 comitiva baccante, comoedia Plaut. Pseud. 1081. Comediografo,
zw//-w5ia,
rium Scribon.
14.
di mixM^Lo-yp'foi, scrittore
Cloro, x^^p?, verde pallido. Ora nome d'un corpo semplice. Deriv.
comecome-
112
Cometa,
deriv.
y.oiirtT/ii,
chiomato (astro),
vedi Gtiioma; co2, 5.
da
x//v7,
metes Cic. n. d.
Comico,
588.
y-o/j.ui,
agg. di
xw/^og, (cfr.
Cornice) y-op^vi^, piccola corona, corons Mart. 10, 1, 1. Coro , xopi chorus Naev. com. 75, Rbb. Deriv. corale, corista.
Corografia,
del
x<^p-yp^'f^^^
Poen.
descrizione
paese,
chorogrofia
Pomp.
Conca ,
Plaut.
x-yx'!
conchiglia
concha
Rud. 297.
/.oyyyio-j,
Conchiglia,
dimin. di x'/X'?,
6,
conckylium Lucr.
concliiglacco.
1072, agg.
Cosmetico, /0(7/jtv5Ttx?, agg. da xo^/zm, adornare. I Romani avevano il cosmeta, yoap.YiTrr? cameriere ad,
Mela;^
Conia, burla, celia, forse da st/.vta, piccole immagini, figurine grottesche, od anche smorfie del viso per imitare e canzonare qualcuno.
detto all'abbigliamento. Cosmo, xsr/Aog^ mondo, agg. cosmico, yo'jfMy.^ cosmicus Mart. 7, 41
Cono,
XWV05,
y.Q'jlj.oypi.'^oi^
cosmographus Myth.
}
Coppa, incerto
se dal gr.
xuttv^
o se
lat.
3, 6,
35
agg. cosmografico
(7^(/,o-7ovta, generazione e formazione hipas. del mondo, cosmopolita, yontj.oCorallo, y.opxiov, corallium Ovd. Met. 15, 416. Agg. corallino, /.o-KolTr^i, cittadino del mondo, agg. cosmopolitico. pdM-Jo;^ corallinus Anthol. L.989, 13, M. Cotogno, xuowvi'a, cotonia (-ea), Cat. r. r. 7, anche xuSwvtov, cydoneum Corda, -/.opH, budella, corda di buPlin. 15, 37 e Creta insula advedella, chorda Lucr. 2, 412. (I cta. Deriv. cotognata. composti accordare, concordare, discordare, non sono formati da Coturno, xSropvos, specie di calzare, cothurnus Liv. Andr. trag. in Tecorda, ma da corcordis^ cuore). rent. Maur. 9, 5. Era usato dagli Coreo, yopiioi, piede metrico, choreus Cic. or. 63, 212. attori tragici e cos indic poi anche la tragedia. Coreografo, e. m. di -/opno-ypiooi,
1
scrittore di balli; coreografla. Cranio, xpavtcv; craniologia, e. m. Coriambo, xopiv.ij.poi, piede metrico, xpav[&-/oyta, dottrina del cranio. choriambus Auson. ep. 10 37, Crapula, x^atTra/vj crapula Plaut.
, ,
Parola derivata secondo Curtius, p. 68 e Vanicek, p. 148; comune secondo Corssen coriandrum Plauto 2, 143 /.opiciv-jo-j Pseud. 814, R. Crasi, xp57t5, mescolanza, Gramm. fusione di due vocaboli in uno. Corifeo, y.opvjcdoc, che sta in cima, a capo, agg. da/(3pu5j4, corphaeus Medie, qualit speciale del sangue. Cic. n.d.i, 1^1, 59 rr princeps. Cratere, y.pxHp, vaso grande per mescere il vino, crater Cic. Att. Corimbo, y.p^jfj.po;, grappolo d'edera, corijmbus \erg.ecl.3, 3 2, 8, 2. Ora significa la bocca dei vulcani, che nella forma soCorintio, y.opOj^'.o;, agg. di Corinto, ora agg. di un ordine architetmiglia all'antico cratere. tonico, corinthius Cic. Orai. 2, 65. Creosoto, e. m. di zpa; (To'j^j), che salva la carne, olio volatile che Coriza, z-ipu^a, coryza Cael. Aur. acut. 2, 17, 101 =r destillatio, piconserva a lungo le carni. tuita. Cresima, xp''^^F^7 unzione, sost. vb.
agg. coriambico, xopiay.li/.i, choriambicus Sidon. ep. 9, 13. Coriandolo, dimin. da coriandro,
,
Pseud.
12,
82.
'.
di
x/5'^5
113
Ttx/7,
7; vb. cresimare.
giudice d'arte. Fem. critica, xptarte di giudicare, vb. critie. m. da X|5y7rTo-ya/Aos, nozze nascoste. Specie di si che piante riproducono in modo
Crestomaza, xP'^^to-/^^'', apprendimento di cose utili. Cos dicevansi i libri in cui erano raccolti
gli squarci tori.
care.
Crittogama,
dalle
ignoto
non apparente.
,
vb. deriv. da x/jra/ov, (cfr. fischiare da fistula), crotalum Scip. in MsLCrob.Sat. V, lU Croco, y.fjxoi e y.pM'j^ crocus e cro-
Crocchiare
castagnetta, nacchera
muti in
Crisi,
farfalla.
giudizio, decisione, sost. da xpi'-vw. In medie, indica il momento in cui la malattia si rix/5t5t5,
solve per la morte o per la guarigione. Ora usasi per qualdifficile o politico o siasi stato finanziario o d'altra specie che ha bisogno d'essere risoluto. Cfr.
critico.
2, 416, Varr. r. r.\y 85; agg. croceo, Xjoixsos, croceus Verg. geo. 1 , 56. Croma, '/.pSiJ.a^ genere di tono musicale, chroma Vitr. Ili, 18. Ora
cum, Lucr.
significa la durata
quarto
tico,
1.15,
di
battuta
agg.
xpo/xcf.riy.';,
chromaticus Vitr.
19.
con
la
tempo
significa
storica
che segue
Crstallo,x/5U7Ta.og, crystallus (-um)^ Prop. 4, 3, 52; Verg. co;). 30. Deriv. cristallino, y.pvjru'.voi; , crystallinus ^Qw.de ir 3, 40, 2, cri-
stallizzare,
stalli.
e.
m.
Gristallografla,
la descrizione
tempo. Cronico, xpo'-'ws, agg. da /pvos, tempo, chronicus Geli. 17, 21. Cronografia, xpovo-vpy''a, descrizione dei tempi, annali, cronografo, xpovo-y/jK'^o?, annalista, chro-
nogrophus Sidon.
x/5tcrT,-,
ep. 8, 6.
Cristo,
10. Deriv. cristiano, xp'^^'''' christianus Tac. ann. 15, 44 cristianesimo, xpicrTtavt5-/^.(3,-, christianismus Tert. adv. Marc. 4, 33,
,
Cronologia, yoo-io-lo-jioL, antic. calcolo del tempo; ora la dottrina dei tempi e delle date. Chi tratta questa materia cronologo. Cronometro, xpov-/^.T/3ov, strumento da misurare il tempo orologio
;
esattissimo.
adv. Marc.
Cubo,
4, 5.
xu^o?,
10,
21.
Criterio, xpiT^piov, mezzo o norma per giudicare (xpivitv). Critico, xptTtx,-, agg. da x/ji'vw, come
crisi, criticus Cic.
fam.
9,
10, 1,
114
Dardo, secondo alcuni da ^p-j /3aTo$, lancia, ma pi comunemente da una parola germ. tari,
ingl. dart.
Sai/j.ovtx.i,
spect.
dae9 ; demodivi-
m. dottrina delle
Dattero, Sxru^os, dactylus Plin 13, 46. In italiano dattilo il piede metrico composto d'una lunga e due brevi. Dattiloteca, a/Tu^'-o-Sr/jx/^, ripostiglio e raccolta di anelli da si-
Deca
cas
ma pur
verisimile.
come Despota,
decagonus Boeth. geom. p 422; decalogo hy.i-loyoi i dieci comandamenti, decalogus Tert. de anim. 37; decasillabo, ot/.ct.-a>.lufioi
di dieci sillabe,
p.
decosylla;
signore, padrone. Deriv. despotico, o^ttotjxc; despotismo. Deuteronomio, oiD-tapo-v/Mo-^, seconda legge. il titolo del quinto libro di Mos nella traduzione dei Settanta.
oe<77it/;?,
111,31 K dccamerone le dieci giornate [rif-ipcc.) del Boccaccio. Delfino, Stlfii, delphinus Att. trag. 404. Forse il delfino entr a Roma
Diabete,
ota-p/jTV/i, SOSt.
da
ta-jSatvw
passare; sifone per cui passa l'acqua, diahetes Cai r. r.3, 10, 2. Nei medici greci la malattia
nome
col culto d'Apollo, cio poco dopo la cacciata dei re. Era creduto per antiche leggende amante della musica e amico degli uomini. Alla vigilia del sacrificio ad ApoUo era portato in processione per la citt dai Quindicemviri. Delta, Una, lettera dell' alfabeto, poi fino dal tempo di Erodoto la terra compresa fra i due rami del Nilo e il mare, che raffigura-
Diacodio,
t xwtwv,
)
di piipaveri
diacodion Plin. 20, 200. Diacono, 5cax?iv5-, servo, ministro, diaconus Tert. de hapt e. 17.
Tievv.
diaconia,
iv./.o'ju.
Diadema,
tao/;//, sost.
vb. di^ta-^w,
legare intorno, cingere, diadema Cat. or. p.28, 13. L'uso del dia-
dema venne dalla Persia. Diafano, oi trasparente. Diaframma, ^l-'fpv.yiJ.u, tramezzo fra due spazi, comunemente il muscolo che separa il torace dalDemagogo, ov;//-avwvr, capopopolo; astr. demagogia, ^/i/y.aywyiaj l'addome agg. demagogico, ^nij.ayjy/'./.c. Diagnosi, tayvwcru, distinzione, in Democrazia, -niio-y.pv.Tiy., governo particolareil riconoscere una mapopolai-e; agg. democratico,
/.pv.-u/.i,.
va appunto un A; Belt Mei. '<?, 7, 14. Ora indicali paese compreso fra due rami di un fiume qualsiasi e il mare.
o/;//o-
lattia;
agg. diagnostico,
Diagonale, agg. da
ylij.wi^
Dmone,
(spirito,
ente su-
periore)
1i5
Dialettica;
Sta-isxTtxv^,
SiScT/.oc'Xoi
,
propr. l'arte
maestro, didascalicus
5t5xTix?,
Auson.
ep. 17.
Didattico,
che appartiene
masch.
Dialetto,
Dialogo,
conversazione,
dialogus, Cic. or. 44. Deriv. dialogico, dialogizzare, dialogismo. Diamante, kSx/xag, in-domabile; antic. ferro ed acciaio durissimo; da Teofrasto in poi il diamante, adamas Verg. Aen. 6, 552; agg.
mitono,
Dieta,
Cic.
diesis Vitr.
HI, 23
vita, diaeta
adamantino,
tinus Lucr.
5a//.vTtvo?,
adaman-
2,
447.
Diametro,
trasversale, sottinteso linea (vpa/^/"']}, diametros dimetiens. Deriv. Vitr. 79, 7 diametrale, diametralmente , sicSiA-y.trpoi,
dietetico, diaeteticus Cael. Aur. chron. 2, 12, 145. (Non si confonda con dieta nel senso di assemSicitxvxui
,
StatTa, Att. 4,
regime di
3,3; agg.
ch due cose opposte diametralmente sono collocate ai due punti estremi d'un diametro. Diapason, ^t7rac;&jv, letteralm. per tutte (le corde dell'ettacordo) cio la distanza di ottava. Ora si usa
Difterite, deriv. da Si^Srpa, membrana; malattia che produce membrane, specialmente nella bocca e nella faringe; agg. difterico. Digamia, Si-yx/xix, propr. le seconde nozze, digamia Tert. monog. 6, agg. digamo, iyxy.oc, digamus Tert. monog. 8.
di
Digamma,
doppio
5i--//7.aa
,
e^
^i-ya/x/xov,
gamma
antica
lettera
Diarrea^ StAp-poia, flusso, diarrhoea Cael. Aur. chron. acut. 2, 19, 192. DiasprO) '^Tzf^, iaspis Verg Aen.
4, 261.
all'altro, Cic.
movio con-
lemma.
,
Diuainica, Su-jx/ja-kt, dottrina delle potenze (uva^ast^). Deriv. dinamico dinamismo, c. m. Diatonico, oia-rovtx?, diatonicus frjvxf/.t/.i, Plin. 36, 172, nome d'una scala dinamometro, strumento per mimusicale. surare la forza. Diatriba, otz-rpt^, propr. tratte- Dinamite, deriv. mod. da vufj.i^ nimento, diatriba in Geli. 1, 26, potenza, indica una sostanza e1 scuola filosofica. Quindi dissplodente di gran potenza. sertazione; ora scrittura violenta. Dinasta, ouvajrv;?, il potente, chi ha il potere nello Stato; dynasta Diavolo, Si'^oloi calunniatore Cic. Att. 2, 9, 1 astr. dinastia, diaboluSf in senso cristiano Tert. de idol.c. 5. Deriv. diabolico, SixuvaTTta, la magistratura supredi cosa ristretta tratta che si distende.
, , , ;
mento
^oh/.i,
1 1,
ma
Diocesi,
sost.
ministero.
Didascalico
5t5ac7x),,-
agg.
di
diocesano.
fl6
che prot-ouprtziAi Diottrica) iompiA-r,, agg. di oi-n- Diuretico, Vitr. muove rorina (oupov), agg. da 8iT/5, tra-guardo, dioptra 205, 19. Ora la parte dell'ottica oupio/xxi. di che tratta delle propriet della Dodecasillabo, owts/.-(jy>^3o; dodici sillabe luce rifratta; agg. lottrico. duodecasyllabus Mar. Vict.p. 161, 3 K. Diploma, SmMfxu, SOSt. vb. di otrt/o), addoppiare, indica una carta pie- Doga, ^oyjn, recipiente doga Vogata in due, cio aperta, una letpisc. Aurei. 48, 2. Ora s dicono tera patente, un passaporto, ecc. doghe le assi curve di legno ond' composta la botte. ' diploma Cic. fam. 6, 12, 3. Deriv. diplomatico, diplomazia. Dogma e Domma, //j(.a, decreto sost. vb. di ^oxsTv, dogma Laber. Disagio, vedi agio. com. 17; Cic. Acad. 2, 43, 132. Disarmonia, e. m. di 'rj7-y.p;j.o-jiu; Poi la definizione d' una verit agg. digarmonico.
, , , ,
Disastro,
stella,
e.
m.
di
ou^-a^-ri'.&v,
cattiva
cilio.
religiosa deliberata da un ConDerv. dogmatico dogmaticus Auson. idyll. 17, 16; dog,
matizzare
circolare, d
,
Disco,
oiaxoq,
152. ?]ra
un
Dorico,
2, 2.
^
metallo o di pietra molto pesante, che gli antichi si esercitavano a gara a gettare in alto. In S. Agostino e in Apuleio anche un piatto da mangiarvi.
Cfr.
Dose,
iii, il dare, la sommistrazione, poi la porzione di farmaco che si d in una volta. Lue.
obd.
4.
desco.
07/.0J.0
,
Dragante,
di
Discolo,
carattere dif-
ficile, scontento. Discrasia, contrario di /;.y.ou:, alterazione degli umori; cfr. crasi. Disillabo, oi-c7J//a,3&^-, di due sillabe, disyllahus Quint. 1, 5, 31. Disorganizzare, vedi organo. Dispepsia, v7-7T'itz, digestione difficile,
di/spepsa Cat.
,
r. 7\
,
127,
1.
Dissenteria,
ou7 evrc^ota
disordine
Plin. 28,
Tpay-a/.av&a, spini di capro, specie d pianta, tragacan^ tha Plin. 13, 115; fioriva specialmente a Creta. Poi indic la gomma che ne stilla. In Apuleio trovasi gi la forma traganthes. Drago e Dragone, jsizojv, draco Enn. trag. 314. Drama e Dramma, opy.ij.rx azione, sost. vb. di opi'j). drama Auson. ep. 18, 15; agg. dramatico
,
dramaiiciis
2,9,
16.
Comunee
un
Dramma,
e
dra-
efficace,
tivo, agg.
da
po), si
operasottintende
dithyrambiciis
1.
farmaco,
rp.
{fup/^a-Ao-j
opsf.zti/.v
Eu-
1,
-ov
50, 126.
dictamus Trae-
fon. 1185) Driadi, op-jf-c, deriv. da op'jc, quercia ninfe degli alberi dryades
,
,
Verg. geo.
],
].
Dromedario,
3,
i
vb. dittongare.
dromedarius
117
Taccus. 5ouxa da SoO?, o al nom. titolo dato dai Bizantini al comandante militare d' una provincia. Deriv. duchessa, ducato, duchea, ducale.
5oj/.a5,
E
Ebano)
sjSsvo?,
117: Sola
num.
Deriv. ebanista.
nomus
riv.
economo,
Cod. Just.
otxov/xos,
1,
oeco-
3, 33. 11
Deoeco-
economico,
ox'jvo/jitx;,
nomicus Quint. 7,
10,
eco-
nomista, economizzare.
Ecumenico,
otxou/^v/7
,
menicus
Ecatombe,
cento de jSvj
j3ot/j,
har/j.^-n
sacrificio
(Ixarv)
buoi
(^/j.
Altri cre-
suffisso
aggettivale,
per
e
sottinteso
S'unta, sacrificio,
indicherebbe un
to vittime.
sg.).
sacrificio di cen-
abitata, Eckel Doctr. Nura. Ili , p. 336, 372, Comunemente attributo dei Concilii della Chiesa universale. Edema, oiS-ri^u, gonfiezza, sost. vb.
Cfr. Vanicek p. 229 Poi signific un sacrificio di pi vittime, anche se erano molto meno di cento; hacatombe Varr. in Non. 131, 19. Eccentrico, vedi centro. Ecclesiastico , izx).-/3JtTTx; agg. da hariicc ecclesiasticus Tert. pud, 22. Cfr. Chiesa. Eclettico, sx-)>cXTxo,-, agg. da y.-Uyoj, scegliere fuori. Cos furono detti i filosofi che sceglievano le dottrine da altre scuole e ne componevano un sistema misto. Astr.
da olSio'j ^Sg- edematico. Efebo, if-Yj^o adolescente, ephebus Tert, Andr. 51.
Effimero,
giorno.
kf--riJLtpo;,
che
dura un
Egemonia,
v^ys/zovta,
comando,
di-
eclettismo.
rezione suprema, principalmente in guerra. Egida, atyt,-, propr. uragano; poi il terribile scudo di Giove, che scuotendosi produceva tuoni, fulmini e tenebre Gli antichi deri-
Ktyt's,
Eclittica,
agg. da sxXsittw, cfr. eclissi. Plin. 2, ic, 13 medii latitudinum articuli, quae vocant ediptica scilicet quia ibi contingere eclipses solent. Serv. ad Verg. Aen. 10, 2l6 sol cursus agit per eclipticam lineam. Eco, yi//J), echo Att. trag. 572 Rbb. vb. echeggiare.
Ix-^stTTTJxv;,
,
pelle di capra, favoleggiando che Giove nella guerra coi Giganti si fosse fatto lo scudo con la pelle della capra amaltea , che l'avea nutrito bambino.
Egloga,
ix.).07v,
scelta, poi
squar-
Economia,
significa il genere virgiliano di poesia pastorale. governo della famiglia, oeconomia Quint. 1,8, Elastico, agg. derivato da klx<jr-/i,
oho-vo/j.{x,
118
gliano per propria spinta la loro posizione naturale alterata per compressione, distensione, ecc. Elaterio^ i/arZ/ptov, dal tema di Holv&), mezzo per spingere fuori. In
,
'EXexwv, catena di monti in Beozia, sede delle Muse. Helicon Verg. Aen. 10, 163. Agg. eliconio. Eiso, ;j>u5tov, salita, luogo dei
Elicona,
medicina un purgante. Anche il succo del cocomero selvatico. elephas ed eU' Elefante, Di'^as al loro paese. Hellas Mela 2, 3. phantus Lucr. 6, 1112. Plaut. Mil. 25. Probabilmente fu cono- Elleboro, tul^opoi, pianta con cui helleborus curavasi la pazzia sciuto dai Romani nelle guerre di Pirro. Dapprima dicevasi luca (-um) Plaut. Pseud. 1185, Cat. r. r. 157, 12. bos, bue lucano. (Plaut. e Naev. beli. pun. f)\ ine. 11). Fu veduto Ellenico, kll-m-Ai agg. di "E/iyjy
,
563. Elysium beati Odyss. 4 Verg. Aen, 6, 538. gira-sole, Elitropio, Tilio-rpruov helotropium Varr. r. r 46. Eliade, 'E)M, nome dato dai Greci
,
, .
in Roma la prima volta nel trionfo di M. Curio Dentato (Senec. brev. mt. 13, 3, cfr. 13, 8). Agg. elefantino.
,
greco. Deriv. ellenista, I/)./3vi7t-4-, ellenismo, DJvjvjt/z?, hellenismus Diomed. 440, 22 K, ellenizzare,
Ellissi, sl~hA<iii omissione, ellipais Quint. 8, 6, 21 agg. ellittico,
;
Elefantasi,
sk^avTta^t,-
malattia
della pelle, per cui diventa rugosa come quella dell'elefante; elephantiasis Plin. 20, 144. Elegia, li /Eia, componimento in
distici dattilici, elegia Ovid,
-',
Ehninti,
vermi. Elogio,
i
DutvSrsg,
ti-elniintico,
am
yio-j.
iscrizione
sepolcrale,
Elemosina,
Beuerl.
409. Altri, fra i quali il Curtius, [Accad. bav. 1864), derivano questa
parola da kUyzXov
nome che
gli
mosniere.
'iUyxoi, prova, controllo,! quindi registro; elenchus fu anche nome di perle grosse e bislunghe, Plin. y, 113. Elettrico, agg. da rtlzy.Tpo^^, ambra,
Elenco,
componevano le iscrizioni
tra
le
funebri,
Elettuario,
sxkt'/w, leccare,
To-j,
Aur. chron. 1, 4, 112. Forma popolare italiana lattovaro. Eliaco, v^/ta/,-, solare, attrib. del
levare e tramontare dei pianeti in dato posizioni rispetto al sole.
/syoj,
l'/oz,
Emblema,
|3aA).w;
zi^-p.-ny-oc,
Elice,
uii ed
(i>icr7W;,
scio della chiocciola, Cic. de univ. 9, 27 H e B; h<dix specie di edera, Plin. 16, 105.
Embrione,
>.-j2/5uov,
che germoglia
119
In italiano pass forma dei nomi in one.
dentro.
nella
/xm
da
emeticus
GMI9
i/Mt, mezzo, corrisponde al Encefalite, deriv. da yyAfaog, cersemi latino e si usa in varii comvello, infiammazione cerebrale.
posti
Enciclica,
fl/^ii-xuxXog
Emiciclo^
118.
hemicydus
da
fica
l'/xu/itoj
sottint.
del Pontefice
Romano.
dolore di Enciclopedia, hy/.^ho^ nociBua, prEmicrania, YlfXl-CpCiVKX. mezza testa, hemicrania Cael pr. coltura generale. Deriv. en-
Aur. chron.
1,
1,
4.
Emiplegia,
ciclopedico enciclopedista. Enclitico, y-x).iTtx?, agg. da iyxJ.tvw inclinare, encliticus Prisc. 14,
,
l.
7,
2,
7; agg. emisferico.
Emistichio, rfjn-a'rixtov, mezzo verso hemistichium Svet. Yit. Lu- Endecasillabo, vsxa-ffu)ij3o?, di undici sillabe can. p. 51, 8 R. hendecasyllabus in Catull. 12, 10 il verso faEmorragia, cdixop-payiK^ eruzione di sangue lecio. haemorrhagia Plin. 23, 132. Endemico, agg. deriv. da iv-or,iJiOi, che sta nel popolo indigeno corso di Emorroide, ul/j.o-p-poi sangue, haemorrhois Amm. 30 presente. Dicesi di malattie pro6, o; agg. emorroidale. prie di certi paesi. sost. da Endica, h-^m-n, deposito di merci. Empiastro, if^Tzdarpov Endivia, svtujSov, gloss. geop. 12, >x-Tzly.'7iM, spalmare, emplastrum Cat. r. r. 39, 1. 1, l,intubus,F\m. 20,8, 29. La da forma italiana deve derivare da derivata forma e/x-n:uEmpireo,
,
,
Cos fu detta la sfera del fuoco, il pi alto dei cieli. Empirico, h/^nsipiMi, sperimentale, agg. da Ifi-nzipia, empiricus Cic. Acad. 2, 39, 122; sost. empiripoi infocato.
Energia, h-ipynu
Hieron.
ep. 50;
smo.
piazza di
com- Energumeno, iv'zpyoy.zvoi partic. Emporio, e/A-rr/stov, di v-spyio, operare dentro, enermercio, deriv. da t/j-nopoi mera daemone correpius cante, emporium Naev. beli. pun. gumenus
1,
20, 9.
Enfasi,
9,
13, 36.
2,
agg. enfatico, s/jiyanxos. fig. gramm. enallage CI. Sacerd. Enfiteusi, im-pianta//.-yTU(Tt$ , art. gramm. 1, 88. gione, poi il diritto d usufruire concorun fondo altrui, con l'obbligo di Enarmonico, h-ocpfi'jioi dante, specie d'intervallo musipagare un canone e migliorarlo con piantagioni. I Romani precale, enarmonius Macrob. Somn. sero la parola dai Greci d'oriente; Scip. 2, 4, 13. Encausto, ey-xauTTov, agg. vb. da emphiteusis Cod. lust. 4, 66, 1 enflteuta, s/AijjtTsuTigs, emphiteuta y-xatoj in-urerej metodo di pit,
Cod.
lust. ihid.
f20
sTrtx^,
Epico,
agg. di
1,
stto;,
1.
epicus
Epicureo,
sost, vb. di
avi-ral-?
Enigma,
To//aj,
arvr//y.,
del
significare oscuramente,
rei 8 mo."
tv(y//av
Epidemia,
km-o-o/uoc,
nola, ed anche ella, iella, klhio specie d'erba, inula Hor. Sat. 2)
8, 51.
propr.il sog-
apidomieo.
Epidermide,
m-Sipy.ii, lo strato
su-
Enologia,
e. m. di oho-lo'/v.^ dottrina del vino. (Ateneo, 2, 40 ha il verbo ov^oyiw, parlare di vino). Deriv. enologo, enologico.
perficiale della
1.
pelle
epidermis
Enorme,
Enterite
,
vedi noima.
deriv.
Amm.
mod. da svrs^ca, inintestini, significa infiammazione intestinale; agg. da I'vt^/z, enterico, SVTOtZ,.
v-&u//-///a,
,
Nella pronunzia popolare divent befana, che indic poi anche un fantoccio di strega usato
4.
,
r-
nel giorno dell'Epifania. da Epifonema, 7rt-vojv/;,ua esclamaconsiderare v-3-u,uoD//at enthyzione, epiphonema Senec. conU\ 7nem.a Lucil. 9, 45 M z:= conimen1, praef, 23 Burs,; agg. eplfonetatio lico. agg. entmematico. Entomologia, e. m. hzoij.o-lo-^io^, dot- Epigastrio, -vjiizpio-j agg. sopra trina degli insetti il ventre. entomologo, -ciUom o io gico-:Epigoni, nati dopo, discendenti.
Entimema,
sost. vb.
,
Entusiasmo,
ne divina;
enthusiastae
v,^ou77,v.
ispirazio
(IvS-ousfa^oj
da
sv-rsog,
;
tusiastico, entusiastare
entusia
^smare^
Eolici)^"
tci/t/.'?,
dei Sette a discendenti dei successori d'Alessandro. Significa ancora discendenti degeneri, successori indegni. pigrafe, i7zi--^pu.or, iscrizione. Deriv. epigraOa, epigrafico, epigiansta.
i
Comunemente
figli
'aoUcus Quint. 1, 4 Eoo, r/^ioi, orientale, agg. da -^w,-, aurora; eous Verg. g. 1, 221, 288. Epa, YtTzcip, fegato, hepar Plin. 32, 149. In italiano sinonimo di pancia. Ma si riferiscono al fegato l'agg. epatico, -hTiczc/.;, hepaticus Plin. 26, 39, e la malattia
epatite.
Epigramma, epigramma
lTd-/py.ij.p.o(.
iscrizione,
epi-
epigrammatico
Epentesi,
n-h-^tau, inserzione, epenthesis Donat. 396, 3 K. Usasi per indicare 1' introduzione di
qualche lettera in una parola, p. e. spasimo per spasmo, Epesegesi, 7z-i%T,yT,^ii spiegazione aggiunta epexegesis Serv. ad Verg. Aen. 1, 12. Epicedio, i-i-ArfitXo-j ^ canto funebre, agg. di A-r.^oi, epicedion Stat. Silv. 2 praef.; agg. epiccdico.
,
questa parola. Epilessia, int-Uirx assalto di mal caduco, epilepsia Cael. kuv.chron. 1 4, 60. agg. epilettico -mkmzmi epilepticus. Auct. fr. iur. anteiust. p.38 Mai. Epilogo, sTTi-^oyo,- discorso che vien dopo, conclusione, perorazione; epilogus Cic. de or. 2, 69. vedi veEpiscopale, episcopio:
,
msetta. In italiano pass fra i nomi in ia; haeresis Laber. Mim. 36 Rbb =5ecia,- agg. eretico tjOSTtx? seguace d' una setta religiosa,
Episodio^ iTC-stff^tov, aggiunta ad una cosa principale. Nell'antica tragedia dove il coro era dapprima la cosa principale, furono
detti episodi i dialoghi fra l'uno e l'altro coro.
inseriti
haereticusTQvi. de bapt. 15. Deriv. ereticale. Comp. eresiarca oclptsidi setta, haeresiarcha t-py/i capo Sidon. ep. 7, 6.
Epstola^
epistola ed
eccitamento p&^fs/j.i da IpSt^w. Ergastolo, ergastulum Cic. Gluent. 8, derivazione ibrida da ipya.'jx-^pio-j
,
,
Eretismo
sost. vb.
fig. fig.
Epitaflo,
phium
ln.iT(.'jioi sepolcrale, epitaiscrizione funebre Inscr. Il pi antico esempio che resta in Italia l'iscrizione di sul sepolcro L. Scipione Barbato, console nell'anno 298 a. Cr.
laboratorio, fabbrica, officina. Ipiro ed IptUn specie d'erba, erice Plin. 24, 64. Erinni, 'Eptvus? divinit punitrici,
Erica,
furie,
Orell. 4518.
Eristico,
2, 337 agg. da
Epitalamio, T:&a>://.tov, inno che si cantava davanti alla camera nu- Eritreo, p^j'^pcdo^ rosseggiante, erythraeus Col. 7,2. Ora nome del ziale, epithalamium Quint. 9, 3,
Epiteto,
talamo; agg. epitalamico. aggiunto, agg. vb. da sTrt-Tt&yjy.t epithelon Quint. 3, 3 20; vb. epitetare.
7ti-&Tov
,
zpiz. Eristici erano detti i filosofi della scuola megarese, perch disputavano e si esercitavano nella dialettica.
16. Cfr.
golfo persico.
Erma:
teste
Epitome,
7rt-To/xv7
compendio, epi-
i Greci dicevano ipi^-xi le che uscivano da una base quadrangolare o da una colonna. Le usavano nelle strade e da-
toma
Avevano
il
nome
interpre{pix-n^no tare\agg. ermeneutico py.rivzvzug. epico. da ermetico, Erelbo, ps/2o<;, caligine sotterranea; Ermeticamente, avv. la parte pi profonda dell'Orco; usasi col verbo chiudere, ed inErebus Cic n. <^. 3, 17. dicava propriamente il chiudere a fuoco un vaso, come usavasi Eremo, ermo, if>r,,uiOi solitario, eremus Tert. idol. 5. Deriv. eremita nell'alchimia, detta appunto arte ermetica o mercuriale da Hermes kp-ofj.iTri eremita Sulp. Sev. rfia^ 1, 17, 1. Come agg. usasi romito. (Mercurio) suo protettore. ErmeDeriv. eremitico. ticamente equivale adunque a chimicamente. Ora indica chiEresia, odpzaiq scelta, quindi partito,
punto di fermata quindi tempo segnalato da qualche avvenimento memorabile. Epodo, zn-oSi verso minore che vien dopo un verso maggiore, epodus Quint. 10, 1, 96; agg. epodico 7r5w5tx5. Eponimo, krto')vv[j.o? che trae il nome o d il nome a qualche cosa. Ad Atene 1' arconte da cui denominavasi l'anno. Epopea, Tvo-rzouu fattura d'un poe, ;
da Hermes, Mercurio, che i Pelasgi, nei loro primi e rozzi tentativi di scultura, rappresentavano senza mani e senza piedi. Poi si scolpirono cos anche altri di. In Italia si usavano special-
mente come termini o pietre di hermae Cic. leg. 2,26, 65. Ermafrodito, kpii.-at^phixoi di doppio sesso, hermaphroditus Titin. 112 Rbb. Ermeneutica, pfXYi-jivrvKr arte inconfine;
,
ma
terpretativa
122
dere in qualsiasi modo un recipiente a tenuta d'aria. Eroe* >?pw;, heros Catull. 64, 23; feram. eroina ripo-j-n heroine Prop. semidea. Deriv. eroico 1 13, 31 vvpwi/; heroicus Cic. n. d. 3, 28; e
,
Esofago, anim. 2,
o70-fxyoi
3,
Arist.
pari,
il
Esorcismo
(degli
ll-opy.isiii
scongiuro
roicamentev9pwuJ5^e?rojceMacrob. Saturn.b, 14; eroismo. Eroicomico, per eroico-comico l'unione dei due aggettivi rpmx<;
,
xw//tx;.
Erotico,
pw5
Mm. epwTt/,- amoroso agg. di amore, eroticus Geli. 19, 9. Esperidi, 'E77TS/5105, figlie di Hesperis
,
spiriti maligni), exorciTert. de cor. mil. i. Deriv. esorcizzare elop/.^M exorcizo Ulp. dig. iOj 13, 1, 3; esorcista slopy.i(STr,? exorcista Cod. J ust. 1 , 3, 6. Esoterico, ijwTsptx; interiore. Esotico, s^&JTtxs forestiero, exoticus Plaut. 236, Plin. 13, 24.
smus
Erpete,
serpeggiare)
di Atlante, custodivano ne' giardini posti all' estremo occidente le mele d'oro che G (Terra)
ES, pu corrispondere ad s? sei, Il fuori h dentro. Da II sei abbiamo alcuni composti come i
,
aveva donato ad Hera (Giunone) quando spos Giove. Hesperis significa occidentale. Hesperides
Cic.^n.rf.3,
17.
tre seguenti
Esaedro,
klt^o-j
Estasi,
edrum
Esagono,
:
Chalcid
Tim.
p. 53.
s?vwvov
exagonum gulum
Esametro,
di sei Col. 5, 2, \Q
= angoli, sexan'misure;
j
stare fuor di se, ecstasis Tert. anim. 45; agg. estatico Z7Txrtx5,
x-(TTa7i5 lo
ali'^-oxiy.r,
Estetica,
a-iojj.ai
agg.
da
ah'^-
ia//.-:Tpov
di sei
nome
di
versi
hexametrum
Lucil.5a.6,
39M.
sentire; la dottrina del sentimento e di ci che fa impressione sui sensi. Ora s'intende la teoria del bello. Estro, oTazpoi tafano, oestrus Verg.
geo. 3, 148. All'effetto che produce il morso del tafano fu poi rassomigliato il furore poetico, l'eccitamento dei sensi nell'amore ecc. agg. estroso.
Deriv. esarcato, circoscrizione d'un esarca. Escara, '^yipoi. crosta, esciara Cael. Aur. chron. o, 1 extr. agg. esca4.
Etere, od^r.p, aether Enn. ann. 520 V. agg. etereo oi.l'r,pioi aetherius
Host. bell.istr. lib. 1. Eteroclito, irep-x^tTos d' altra declinazione, parola che s' inflette in modo diverso dalla regola generale, heteroclitus Charis.l 23.
,
rotico.
Esedra,
l-iopa sedile esterno, semicerchio nel portico con sedili. Nelle case salotto da conversare, exedra Varr. r. r. 3, 5.
el-vi/vjTtj
Esegesi,
spiegazione, agg.
Eterodosso, h^.p-Solo^ d'altra opinione, particolarmente in religione, di altra fede; astr. eterodossia.
exegetice l'arte 426, 16 K. Esergo, Il ip-jo^i fuor d'opera, dicesi lo spazio della medaglia sotto il campo delle figure dove sta un motto o una data , fuori della
l-ny-nriM;,
esegetico
di spiegare,
Diom.
Eterogeneo,
nere.
ge-
Etesii,
rappresentazione principale 000^ uscita. Titolo del seEsodo, condo libro di Mos, che contiene
l'uscita dall'Egitto.
propr. venti che spideterminati tempi dell'anno (70^-); pi particolarmente venti di nord-est che spirano per qualche settimana dopo levata la
T/i7tat
rano
in
6, 7.
Etica,
h^iy-n
,
123
poi anche
1,
il
morale; agg. da
carattere
,
v^o^;
costume
Acad.
p.
ehica Cic.
ethicus
di
1,7; etico
y).9fy,5
Eufemismo,
lj.iioij.a.1,
sost.
da
eyvj-
etymologia Quint. 1 , 6, 28 veriloquium, nominum interpretatio'-, etimologo Eufonia, e-^wvta buon suono, agg. eufonico. rvfxolyoi etymologus Varr. L l. 6, 39; etimologico tu/aoo'/x; ety- Eugenio, e-yvstos bennato, nobile, eugeneus Cat. r. r. 6. mologicus Geli. 1, 18, 1; vb. etimologizzare. Enmenidi, E/zsvtSss benevole, appellativo delle Erinni placate; Etnografia, e. m. l'Ss-jo-ypoi.fx descricfr. Erinni. zione delle stirpi; agg. etnograflco; etnologia k^fvooyia. scienza delle Eunuco, svoOxos custode del letto; servo evirato degli orientali, custirpi. stode delle donne, eunuchus Ter. Etologia, h'^Q-loyix descrizione dei
Tu^ao->oyta,
Etimologia^
dir parole di buon augurio poi l'indicare cosa di cattivo significato con una parola o frase che l'attenui.
significa
;
caratteri. formazione di hOo-noux caratteri , ethopoeia Rutil. Lup. de fig. sent. 21 Etra, aXrpa. cielo sereno, aethra Naev.in Varr. ^ LI, 81. Ettacordo, tm-xopSo^ che ha sette
EtOpea,
Euritmia,
tivo del mar Nero, Euxinus Ov. mus., 120. Trist. 4, 4, 55. Ettagono, irtr-vovos di sette angoli, Evangelio, z-ayyhov che reca heptagonus Vitr. 190, 19. buona novella, evangelium Tert. Etto, nei moderni composti corride idol. 9. Deriv. evangelico eaysponde ad Ixarv cento, p. e. ettolitro cento litri y>tx5 evangelicusTev. adv.Marc. ettogramma cento grammi. 39; evangelizzare euayye/i^w evan,
corde, heptachordus
Boet.
inst.
appella-
Eucaristia,
gelizo
6, 77.
zha.yy-li'jfni
agg. eucaristico.
ETO,
suot
bacchico
euoe
Plaut. A/m..836.
F
Fagiano, ^astavs uccello del fiume Phasis. phasianus Suet. Yit.. 13. Dalle regioni del Phasis fu portato in Egitto al tempo di Toglia, anche parti delle dita, phalanx Caes. h. g. 1 24, 5. Deriv.
,
falaustero.
Fallo, (fcUi simbolo della genelomeo Euergete. Al tempo di razione, phallus 5, 28; agg. fallico aclf/.i. Augusto era in Roma fra le delizie della tavola. Colum. 8, 10. Fal, corr. di yavj lanterna, fiacPetron. 93.
cola.
(f(i.<s-filoi,
Fagiuolo,
phaselus Verg, Fanale, deriv. ibr. d fxvi. geo. 1, 227, poi phaseolus. Fanfaluca, 7to//^Au| propr. favilla o frasca che bruciata si leva ia Falange, f>ay? ordine di batta-
124
gine settentrionale.
terpreta
II
aria ; quindi ciancia , bagattella e burla.; pompholyx Plin.34, 128. Fanfulla pare abbreviato da fanfaluca.
Diez lo indi
Fantasia, favrccGia immaginazione, sost. da yavra^w, phantasia Petr. 38 extr. )eriv. fantasilco, fantasticare, fantastichera, fantasfare,
fantasioso.
sost.
Plin. ep.7,
'^av-
comp. fantasmagoria
Filippica, int. orazione, invettiva smille a quelle di Demostene contro Filippo re di Macedonia,
(^.m-KiMi-jGi.orationesphilippicae.
Faretra, fxpirpx, pharetra Liv. Audr. in Terent. Maur. 1937. Faringe, fpuy^ le fauci. Filodramatico, e. m. di ^aoamante del drama. Farmaco, -fAp/j-x/.o-^ rimedio e anche Spy./j.oiri/.6c^
,
maco
farmaceutico
'^pac/za/suTt/.;
nimo
di
letteratura,
philologio
Cic. Att. 2, 17; filologo fiW.oyoi philologus Cic. Att. 13, 12; filolo-
farmaci.
gico
V.oloyi-A~.
Farneticare, vedi frenetico. Filomela, '-^Q-p-ilfi figlia di Pandione e sorella di Procne muFaro, *a/5o; isoletta presso Alessandria d'Egitto, che Alessandro un o secondo tata in usignuolo alla costa mediante una diga. un' altra versione in rondine. Ivi era il fanale del porto, e cos Quindi in latino philomela vale fa detto poi ogni altro fanale di anche usignuolo, Verg. ^. 4, 5M. Con io scambio di l in n divent costa; pharus Cod. Theod. 14,9,3. Filomena. Fase, ^v.'jii apparenza. Le fasi della luna e dei pianeti sono i varii Filosofia, '^.o-GQ'^ix amor del sa,
,
Febo,
agg. febeo.
pere, philosophia Cic. off. 2, Z; fllosofo '^iofo; philosophus Cic. Tusc. 5, 3. Deriv. filosofico, filosofale, filosofare, pihilosophari Cic.
Fenice,
-^oi-ni
n.d,\,
3.
'^t/o-Ts/vt/c;,-
Egizi, (Ilerod. 2, 73); significa anche palma; phoenix Plin. 29, 56; Manil. in Plin. 10, 4.
Filotecnico,
'^A-Tiyyoi
deriv.
da
Fenicii,
2,
Phoenices Cic. n. d. Poeni, da cui l'agg. punico. 11 paese Fencia, <4>'5fv(zta, Phoenicin Cic.
'^otvixt?,
4!.
La forma latina
Fenomeno,
part.
di
'jaiyfj-vjo-j
apparente,
fxtvofj.xi,
Theod. Prisc.
2, 7.
47.
Fiala, yta/v), phiala Plin. 3:^, 12, 55. Fiasco: alcuni lo derivano dal gr.
^/aTxstov, lat.
difficolt
(Curtius p. nella f e
phlasca
Isid.
Orig.
16.1,
Pick
KZ. XXII,
125
infiammazione, tumore, phlegFisarmonica) e. m. di 'j^j(sa'a.piiovi/.-fi mone Plin. 20, 24. strumento a mantice. uTtxa cose naturali, physica Foca, f f'V-vj, phoca Verg. geo. 4, 395. Fisica^ f Cic. or, 34 fisico ^uutx^ physicus Fogna, vedi sifone; vb. fognare.
;
Fondaco, dalla forma arabica foncosa gonfiata, sost. bolla, vescica, phi/9, 35, 54.
Fsima,
vb.di
fVTrifia.
doq,
albergo
le
fuado),
per
x.tov
loro
per merci
sema
Plin.
Significa
dal greco
na.vSo/.o-j
anche un mucchio d'alga. Il Caix lo deriva da fisare e vorrebbe dire fissazione; lo crede formato con r analogia di fantasima. Ma n per la forma n per il significato parmi che si abbia a dubitare dell'origine greca e ricorrere ad una formazione tanto singolare. Fisiocratrici, e. m. da yujjg e xparo? dominio della natura indica i seguaci d'una scuola che ammettevano la natura come unica
,
albergo.
Fonetico, ycdwjTtxs che appartiene al suono, alla voce, alla parola, agg. da f(rv/i. Fonologa, e. m. di ^ wvo-/ovia, dottrina dei suoni della lingua. Forziere, il Ferrari lo crede un derivato da fopriov carico; ma pi comunemente lo si deriva da
^
forza.
Fosforo,
fonte di ricchezza e perci anzi tutto l'agricoltura. Fisiologa, 'fj<7iQ-).oyC'/. ant. studio della natura in generale; ora lo studio dei corpi vivi e delle loro
che porta luce. 20 la stella del mattino. Ora indica un corpo che al contatto dell'ossigeno diventa luminoso; poi anche zolfanello. Deriv. fosorico,
fo'y-'fpoi,
Phosphorus in
Cic. n. d. 2,
funzioni
2, 16:
Fotografia,
agg. fisiologico ^uTtoAoyt/.,-, physiologicus Tert. ad nat. 2, 4. Fisonomia, ^usio-yjoy.ia, forma rara per fU7io-yvo)/j.ov(oc, scienza di giudicare gli uomini dal loro corpo e principalmente dai tratti del viso; agg fisionomico yujtoyvw/xix^
Frase,
'fp^cr^
1;
locuzione,
phrasis
vb. fraseggiare; comp. fraseologia, raccolta di locuzioni. Fratta, ypaxTvj, (Du Cange) siepe, da fpi'ZTO) chiudere, otturare. Frenetico, fpz^r,Ti-/. e 'fpfjiTi-/.i, da e fpzvXrii, malattia di spifpiv/)ni rito, (fpv;-'), frenesia. Deriv. con farneticametatesi farneticare mento, farnetlcberia.
Quint. 8,
iper
salasso
la
Ora indica
la vena; astr.
Frenologia, e. m. opi-^o-oyix, da studio delle fprr^, anima, spirito; qualit e tendenze dello spirito dalla forma del cranio e delle
sue sporgenze; frenologo.
Flemma,
da corr. Froniba e frombola, rombo. La fionda ebbe questo mata, nome dalla forma romboidale In medie, muscosit nel corpo della reticella dove posavasi il umano che credevasi prodotta da
f ^sy/za, propr. cosa infiamsost. vb. di fiyo) bruciare.
infiammazione.
la
Poi la tardit e affetto da quel male. Usasi anche in senso buono per calma, pazienza. Agg.
lentezza
di
chi
aemmatico
(fzy/xxztxi.
Flemmone,
fUyfj.ov/i
deriv. da fUyo
Da questo nome della fionda s'intende come rombo significhi altres il ronzio della fionda, e da questo altre specie di suoni. Fuco, fi>-/.o;, pianta marina da cui traevasi il belletto rosso fucus
sasso.
,
Plaut.
126
'
^fyyos
,
Most.
215.
Veramente
che
Fungo,
I
fungus
Plaut.
parola
i
semitica,
pass in
Plaut. fr. 21, anche gammarus. Gaggia, vedi acacia. Gala, r etimologia pi verisimile Gamma, vw> terza lettera dell'alfabeto greco; poi prima nota xa/a, cose belle, proposta dal della scala musicale, e quindi Perion. Altri propone /a/ktv, orscala. nare, e nel medio ornarsi, pavoneggiarsi; ma l da li non si Gancio, alcuni lo derivano da xa/^Per \i:, adunco, spagn. gaucho. spiega facilmente. Meno probanon facile il passaggio da jps a bili sono due altre etimologie, eh pi facile sarebbe quello da una dall'arabico chalaah^ veste d'onore regalata da un principe; sincop. pi di /.xiJ.-Kloc, ricurvo l'altra dal germ. geilt, fasto, orcamplos; vb. agganciare.
;
,
Ganghero,
X/^",
/.pi/.oc,
in
che ha
b
TT
forma aggettivale
di calathus,
Esichio trovasi zaylo stesso significato, Tati pxii'j vb. agganenfiagione d'un'
7, 6.
/Muoi, cesta, recipiente, da cui calatia. Galbano, x^/;?a;/;, specie di pianta, galbanum Cels. 3, 21, ';?,5.
gherare.
Ganglio,
osso;
'/a/y/tov,
ganglion Cels.
Gala, alcuni
Gangrena, vedi cancrena. pesce-cane, per una certa somi- Gargarismo, lap-jLpi'Jij.v.^ sost. da /7.p'j(xpi'i'A parola onomatopeica glianza di forma con questo animale altri da /' vocabolo rigargarisma Theod. Priscian 1
la
ya//;,
,
derivano da
'5,
portato da Esichio col significato d' una specie di galleria ( U^pu^ dooi ) a cui poteva essere rassomigliata una nave. Muratori la deriva dall'arabo chalaia o chalion. diali A alveare e poi nave galera grande. Deriv. galeone
,
15;
vb.
gargarizzare,
4,
-^,
1
;
yapya/si^'j),
gargarizo Cels.
gargari-
Garofano ogarofolo,
propr. phjllon
(
xapj-'fu>)ov,
do-
rettamente da ys^-rwT/]?, pesce spa- Gastrica, agg. derivato da ya7Tr,p, ventre e stomaco, indica malatda, e invero trovansi descritte
galee collo sperone. Gallio, v/t5v, specie di pianta, galion Plin. 27, 81. Gamba, trovasi in Veget. vet. T-), 19, nel significato di giuntura del piede delle bestie. Nello spagnuolo
tia
fiammazione dello stomaco gastro-enterite, infiammazione dello stomaco e degli intestini (evrspa);
gastricismo.
Gastronomia,
y^arpo-vc/^ta,
regime
antico camba.
La forma camba,
Gambero
x/7.^ua/io;
cammams
dello stomaco, gastronomo. (Trovasi anche gastrologia che il titolo d'un poema di Archestrato). Gatto, /y.TTa, catta Mart. 13, 69. Mentre il gatto selvatico {felis), era noto ai Romani in tempi
antichissimi
il
gatto domestico,
127
ricordato da Cicerone n. d. 1, 36, pare che siasi portato molto tardi in Roma. Esso trovasi in alcune pitture murali di Caere e di Tarquinia ; al mezzod solo in alcuni vasi di Taranto .(Lenor-
stot. Metaph. 2, 2 agg. geodetico. Geografia, yto-ypxf(<x descrizione della terra, geographia Cic. Att. 2, 4, 3; geografo, yswy/sayos, geographus Amm. 22, 15, 4; agg. geograflco, yswypa^ixs, geographcus Amm. 23, 6, 13. mant, Grande Grece j, 97 sgg.). Fra i Romani ricordato da Pal- Geologia, e. m. yw-)>oyia studio della terra, cio della sua formaladio 4, 9, 4, circa alla met del zione e struttura fisica; geologo, secolo. Forse la cura re quarto geologico. ligiosa degli Egiziani per la conservazione di questa bestia (Diod. Geometria, yz^-ixi-rpia^ misura della terra, geometria Cic. de or. 1, 1, 83) ne rese difficile l'esportazione. D' altra parte i Romani 42, 18 /; geometra, ysw/ATpyjs, geO' metra Cic. Acad. 2, 7, 22; geonon ne sentivano gran bisogno, servendosi della donnola e della metrico, yzdiixtrpi-AQii geometricus martora per pigliare i topi. Del Cic. fin. 1, 6. 20; geometrizzare. resto il Pictet crede che il lat. Georgico, ysw/syix,-, agricolo, agg. di ycw/syia, agricoltura sia catus e derivi direttamente georgica, e dal siriaco gat. Secondo lui il yewpytxa, sono cose agricole
,
gatto delle regioni dell'Alto Nilo e dell'Abissinia sarebbe passato in Arabia donde l'avrebbero preso
i
quindi^ un
tura.
trattato
titolo
il
;
d'un
d' agricolpoema di
Romani.
ibr. di
amante
Oazometro , comp.
XVII}, e
gas.
gas (pa- Geranio, yipx^to-j, dimin. di ypxvoi, gru. Poi specie di pianta, gera-'
11, 68.
misuratore del Gerarca, hp-xpxni, capo dei sacerdoti. L'ufficio suo hp-apxix, ge-
Oelosia,
Alt.
rarchia; agg. gerarchico, Upxpxi^i. zelotypia Cic 8, 1; geloso, C^).tu7to?, Geroglifico, ispo-y^u'^txs, agg. comp. da hpi, sacro e ymo) scolpire, zelotypus Petron. frag. trag. 45 Burm.= aemulus; vb. ingelosire. ed indica i segni della scrittura
C/)^o-TU7rta,
10,
sacerdotale degli Egiziani; hierov^vj->cyta, studio delle glyphicus Amm. 17, 4, 8. generazioni e famiglie, genealogia Vulg. 1 Esdr. 2, 62; agg. Gesso, yu'^o,-, gijpsum Cat. r. r. 39, genealogico, yzvexoytxi;. Genesi, yivz^ii, generazione, na- Gheppio, specie d'uccello di rapina, scita, genesis Petron. 39, 8. O aiyuy{j'p, yuTT?, avoltoio
Genealogia 9
Genetliaco,
da ytTTtog, (Caix p.26). Anticamente astro v-/i, Giacinto, ua/.v&o?, hyacinthus Verg. era detto che genetliaco quello ed. 3, 63. presiedeva alla nascita d'una per- Giamlbo, toLixZo^^ piede metrico comsona genethliacus Varr. fr in posto d'una breve e d'una lunga, August. civ. dei 22, 28. Ora si iambus CatuU. 40, 2. Indica alusa per giorno natalizio, la cui tres un genere di poesia in quel festa gli antichi chiamavano -ri metro organo dell' invettiva e yV&).ta. della contumelia che prorompe Gengiovo, vedi zenzero. dall'ira. Genia, Pasqualino lo deriva da /-:- Gigante, yiy? yt'yavTo;, gigas Cic. Via, generazione Senect. 2; agg. gigantesco; comp, divisione Geodesia , ys&j-SatTia gigantomachia, ytyavTo-//.axi, la della terra o d'una regione, Aribattaglia dei giganti contro Giove.
v-:v&kax?, agg.
(Diez)
nascita.
128
y)aux$, cilestro,
gigantomachia Ampel.
8,
14.
lib.
mem. Glauco,
coma,
glaucus
Verg. Aen.
Gineceo, yuvaaeiov, luogo della casa riservato alle donne (vuvat/.i;) gynaeceum Plaut. Most. 755. Dal nome yuvsctx.ss e /.paro;, formasi il
xw, cataratta verde dell' occhio, glaucoma Plaut. Mi7. 148. Glicerina, deriv. da y^uxspg, dolce,
composto
giiiecocraiia,
yjvxi/.o/.p.-
potere o go, ,
verno delle donne. Con fix-jiu formasi ginccoiiianla /^rjii.uo/j.a.-Jicc Athen XI, 464 d, follia per le donne. I moderni dicono ginecologia, quella parte della medicina che tratta delle funzioni fisiche
femminili.
materia zuccherina. Glittica, yl-oTzxu-n, l'arte d'incidere. Glossa, y>wc77, lingua, poi parola frase oscura che abbisogna di
spiegazione, e quindi la spiegazione stessa, la nota; glossa Varr. l. l. 7, 2, 10; glossario, raccolta
di glosse, glossarium, Geli. 18, 7; glossatore, glossografo.
Ginnasio,
190; agg. ginnasiale. Gfr. ginnastica. Ginnastica, vj/'.vacTfzv;, l'arte di esercitare (v'j'/v^w) il corpo ginnastico yv/v.vaffTt/; , gymnasticus
; ,
Plaut. 7iM(^. '296; ginnasta, yu^vamaestro di ginnastica. c/T-4-, Ginnico, yj/zvtz;, ginnastico, ggmniciis Cic. Tusc. 2, 26, 62.
Vitr. 10, 18; gnomologla, yvoy.o-'j.oyix, raccolta di sentenze. Gnomo, specie di spiriti. La parola risale a Paracelso, e forse deriva
agg. di
yvoj//v5,
gnomicus
da
yvw//wv, conoscitore.
Gnomone,
solare.^
Giro, yyf'f5;, curvatura, cerchio, ggrus Catull. 66, 6. Deriv. girare, aggirare, giramento, girandola. Fra le etimologie proposte per ghirlanda, havvi pure r^poi, cfr.
Dip^z,
p.2I0.
scorpA.
cismo.
teria di re\g\oi\Q\, gnostici Tert. Il sistema dicesi gnostiil latino gibbus , avrebbe dato gibbo. Gobbo, non pu spiegarsi altrimenti che da una forma popolare gubbus. E invero
,
Giubileo,
io-j^MOi, agg. derivato dall'ebraico iobel, specie di tromba con cui annunziavasi la gioia del cinquantesimo anno, (anno sacro, nel quale si rimettevano i
Gobbo,
nel
latino medioevale
,
troviamo
gybbus
stessa origine.
Giuggiola,
15,
altra forma di zj^.^Sa, cym^tu'jov, zizyphui Plin. A-j^^py., forma popolare latina ba, barca, dalla convessit del iuiuba. Pi vicina al greco la suo fondo. forma zizzola. L'albero conosciuto Goffo, forse da xo)-vc, sordo, e poi
47,
dai Romani nella Siria, fu piantato nel campo romano da Sestio Papirio (che poi fu console nel-
ottuso, stolto.
Gogna,
xv/;,
il
Mnage
lo deriva
;
da
y-
Giusquiamo,
porci,
:-^3,
fava
da
2,
7.
zione di vergogna. A me pare che il senso corrisponderebbe pi ad agonia^ ywvia, con 1' accento ritirato e l'aferesi tanto frequente dell'a iniziale. Cfr. agognare.
(xolfo,
129
seno. In un antico /.>-a,gossario trovasi la forma dialettale y.looi; vedi Ducange, gloss. graec. Deriv. ingolfare.
x.ij.ij.i
,
Graffio
Ooinina,
cummi
r.
gummii
Gondola,
Cat. r.
69, 2.
cummis E nome
,
1 o segno fatto ) parola con la ypoL^fic, o stiletto da scalfire e da scrivere: 2) materia con cui si fanno matite per disegnare.
,
d'origine egizia; agg. gommoso. xvou, specie di bicchiere, quindi barchette. E parola persiana. In latino il Manage cita
Grafico, vpr">'-.-, agg. di yp'ju scrivere, disegnare, grophicus Plaut. Pseud. 519. Graiima, ypy.p.ii.v., come peso era
anticamente la ventiquattresima
parte di un'oncia.
ypja.p.iJ.v.-.iv.-ri
arte lettegondus spiegato con scyphus^ pa- Grammatica, raria, agg. da ypcijj.ixoLxv. lettere; tera, e uno Scoliastadi Giovenale, Sat. 5 grammatica Cic. fin. 3,2, 5; gramgenus navis quae gon:
matico,
ticale;
vpKv.aaTix,-,
graniniaticus
GrOnga
yo'f/-j\r,
gramma-
acut. 3,
c.m. grammatologla, dottrina grammaticale. Granciporro, vedi porro. Grascia^ ayopAaLv.^ propr. cose in
vendita comestibili al mercato. 11 Caix propone invece il lat. med.
,
178.
zovT,-
Oonzo,
Aen.
t
5,
si
granea, grano e granaio, attraverso alla forma francese granchi (p. 28).
Greco,
ypai/.^,
graecus Plaut.
A-
per
uomo
golfo e scimunito).
xu,?-:pvav
Gorernare,
reggere
,
il
mone
della nave,
gubernare Enn.
Men.
prol. 7 R.
ann. 472; governo guhernium Laber. in Geli. 16, 7. ( U greco xu/3e|5vo5 una tarda forma per governatore, gubernay.ujS/svyjT/!; tor pilota Cic. Senect. 6. gubernio-onis, Isid. Orig. 3, 19, 1). Graffio, ypxfuov stroraento da scaldisefire, e quindi da scrivere o gnare, stiletto, graphium Ovid.
,
,
Grifo e Grifone, ypi/'p, animale favoloso, quadrupede alato, gryps Verg. ecl.S, 27; ipur. gryphes.
gryllus Plin. 29, Grillo, ypfAlo: 138. Deriv. grilletto.
,
11,23(11 Diez,non potendo spiegare il significato di uncino, inclina a ritenere questa parola
1,
am.
Men.
namento, grafliatura.
ladi,
bx5zi,
quando incomincia
chi derivavano
nome da
si
Ctv,
antepone
l'
us.
maiale, perch rappresenterebbe una mandra di giovani maiali. Z. XIX, 10). (Cfr. Savelsberg, hyades Cic. n. d. 2, 43, 111. Ialino, ua^tvoj, agg. di yio;, specie di quarzo verdastro.
Zamb VLDi
La parole greche.
i30
Ibi, '$1^, uccello egizio, ibis Cic. n. d. \, 36, 101. Ibrido, agg. che vien derivato comunemente da u/3p(?, violenza e
anche stupro, e indicherebbe un animale nato da genitori d'ordine diverso, appunto perch il loro accoppiamento fosse riguardato come una violenza alla natura; hybridaPm. 8,53, 79. (O.Mller
Fest. p. 33, 14 lo deriva dallo spagn. iher , rj/j-io-joi una (3o,- xs
Tizpo-j.
Idiota^ SiwTvj^ uomo privato, poi profano ad una cosa, imperito ; anche plebeo, Sost. da tho^ proprio, privato; idiota Lucil. 26, 32 M; idiotismo, iSiorL:j/j.i, il parlare del volgo, idiotismus Senec. contr.2, 3, 21. Cfr. zotico. Idolo, si^M/ov immagine, idolum
Plin. ep. 7, 27, 5; vb. idolatrare;
comp, idolatra,
ad
l Weise, p. 23 crede che trico. h e y siano stati aggiunti dai grammatici per avvicinare la for- Idra, ypv. serpe d'acqua ma ad t^pii e spiegarla con una hydra Lucr.5, 27.
ziSMlo-rp/n adoratore di idoli, idololatres Tert. deidol. 1; idolatria, Etw/o-zarpita, idolatria Tert. ibid. Agg. idola(-^wp),
parola nota).
Icneumone,
Cic. n.
(:4.
d.
33,
101.
,
aggettivale bopupypzo;.
Icnografla,
t^'^o-ypccfioc
pianta
di
un
Vitr. 11,
IconograJaa,
di
ritratti
pittura iconograpliia JNot. Bern. 29, 29. Agg. icoMOgraflco. Dallo stesso zI/m-j composto con x/w rompere, si form il composto iconoclasta, il/.o-jo-y.ly.nTric
, ,
Idraulico, agg. formato da uSojp acqua, e aj/ojv canale, condotto. Quindi r idraulica propr. la scienza di condurre l'acqua mediante canali o condotti. Per gli
antichi
/tg,
bpot.vM/.6i
agg. di uopau-
setta religiosa che rifiutava il culto delle immagini e le distruggeva, jcosiologia, zi/.o-jo-).o-/iy., spie-
gazione delle immagini. Da s/.wv viene altres ancona o anconeta, immagine offerta ex voto.
Idea,
cie,
ta, forma, apparenza, speidea Senec. ep. 58, 18. Deriv. ideare, ideale, idealismo, ideali-
per organi o per orologi. Idrocele, bopo-y.-O.ri tumore acquoso, V/drocele Mart. 12, 83, 3.
Idrodinamica,
va//5,
e.
dottrina
uli-
quidi.
Idrofobia, hpo--^o^Ax paura o ribrezzo dell'acqua, hydrophobia Cael. Aur. acut. 3, 9, 98; idrofobo,
lopoo^oi^
'
sta, idealit.
Comp.
ideologia, ideo-
logo, ideologico.
99.
Idrogeno,
si
e.
corpoche
sepa-
dimin. di cT^jo^^ quindi una breve e graziosa scenetta pastorale in versi; idijllum ed edijUium Lucil. 19, 38 M. Agg. idillico. Idioma, ttow.a, cosa propria, particolare, sost. vb, da foj, e questo da ioioc proprio; idioma Cha9 K, ci che caratteris._254,
ristico nell'espressione.
{\jSo)p)
m. bSpo-ypcc^ic, deIdrografia, scrizione delle acque d' una regione. Agg. idrografico. Idromele, bop-y.-li bevanda mista Pn. d'acqua e mele, Jti/dromeli ^
14,
113.
e.
Idrometro,
m.
'jp-y.-.rpo-j^
mi-
131
la forma aggettivale imeneo, xj/mzIdrope, ^Sp-c^'^ d'aspetto acquoso, jxiog, hymenaeus Plaut. Gas. 667, hydrops Hor. carm. '2,2, 13 idroin significato di nozze. pico, bSpouu^, hydropicus Hor. ep. I, 2, 34; idropisia, O^pwTttfft;, Impiastro, vedi empiastro. hydropisis Plin. 20, 43. Inchiostro, s/xaucrTos, agg. vb. da sv-xai'w in-urere, dicevasi cos una Idrostatica, agg. da u^po-crraT-/?? bilancia d'acqua, Proci, dottrina specie d'inchiostro rosso con cui dell' equilibrio dei liquidi firmavano g' imperatori greci; agg. masch. idrostatico. encaustus Plin. 35, 149. Cfr. encausto. Idroterapia, vSpo-Sfzpxix-Ja^ cura di
;
;
acqua; agg. idroterapico. Indaco, vi5uov indiano, indicmn Iena, liaiva, cos detta per somiPlin. 3'\ 46, il succo d' un' erba indiana per tingere. glianza alla scrofa, 5?, hyaena Ovid. met. !b, 40J. Probabilmen- Inno, C/Avo?, canto religioso, hymte fu veduta a Roma nel circo nus Sen. fr. 88; deriv. inneggiare. insieme ad altre bestie africane cos denoloziol^
fino dall'anno 169 a. Cr. Ieratico hpcccixi sacerdotale, agg.
,
Iodio,
violetto,
da hpxr-iLx, sacerdozio, hyeraticus Plin. 13, l, religioso. lerofante, hpo-yavTvjg che mostra le cose sacre, capo dei misteri
eleusini che dimostrava
;
sacri
simboli hierophanta Arnob. 5, I misteri eleusini s'introdussero a Roma sotto Claudio e poi sotto Adriano. Igea, uytEia sanit, come dea era
25.
figlia di Esculapio: 34, 8, 19.
un metro poetico, ionicum Serg. 454, 1 K. Iota, nome greco della lettera i: s'usa in italiano per indicare una cosa minima, un nonnulla, comunemente in frasi negative, per
es.
riv.
De-
Hygea
Plin.
Igiene, hyiim^ agg. femm. sottinteso arte o scienza della sanit. Deriv igienico, igienista.
iotacismo, twTaxtr7//.; pronunzia sbagliata della i iotacismus K. Poi signific la Donat. 393,
1
come
le lettere
/?,
e varii dit-
Igrometro,
trico.
e.
hyp-iJ.zrpo-i
misu-
tonghi.
hlarus Plaut. Mil. Ilare, t^ap^ 1199; poi pass anche alla terza
,
Ipallage, hn-aC/layn permutazione, fg. del discorso, hypallage Serv. ad Verg. Aen. 1 9.
,
Iperbato, vmp^xT'j trapasso, agg. vb. da imzp^xhoy fig. gram. che declinazione, hilaris, (cfr. Lachconsiste in una trasposizione di mann ad Lucr. 2, 1122,1 donde parole, hj/perbaton Quint. 8, 6, hilaritas, ilarit. Per l'origine 62 verborum concinna transgreca di questa parola cfr. Sergressio vio ad Verg. ed. 5, 69. Tuchh.
22; vb.
,
ex-liilarare
Ilota
3.
Iperbole, b^zip^oH esagerazione, hyperbole Senec. Benef. 7, 13. Deriv. iperbolico, h-rz-.p^oliy.i, hyIperperholicus Sinod. ep. 7,
'i?;
boleggiare. usa di persona soggetta e trattata duramente. Ipercritica, e. m. {)Tzzp--/.pi-u-A-f] critica esagerata. Imene, uiJ.r,v, inno nuziale che si cantava conducendo la sposa a Iperestesia, e. m. uTrsp-at^s-zj^isc sensibilit eccessiva. casa dello sposo, liymen Plaut.
si
,
Ora
Cas. 668.
Lo
stesso significato ha
Ipertrofia,
e.
m.
hnzp-zpoolv., nutri-
132 -^
zione eccessiva
sviluppo eccesdell*
'^tto^O''-
imma-
Ipocondria, malattia
Spioi
(sotto la cartilagine) parte dell'addome che sta sotto la cartilagine del petto; agg. iiiocondriaCO, 'j7:oyo;>Spty./.;. Ipocrita u-o-/piTvi,-, propr. attore
,
Ippopotamo, ir.-KO-iirx/j.oi hyppopotamus Mei. 1,9,3. Fu veduto per la prima volta a Roma
,
dramatico, hypocrita Svet. Ner. 21 quindi uno che sostiene un carattere o una parte non sua
; ;
ipocrisia,
b-y.pt'zu.
l-o-'j'X'jTpio-j
nei giuochi dati dall'edile curule M. Emilio Scauro l'anno 58 a. C. Ipsilon, y tenue, cos detto perche il segno di questa lettera usavasi anche pel digamma, cio
Ipogastrio,
tre.
basso ven-
Ipogeo,
Ipoteca,
56, 2.
u---jxt.oi
per una semplice aspirazione. Iride, ''-pu arcobaleno, iris Cat. r. r. V. 107, 1. Deriv. iridescente, iridesccsz.n;.
pogaeum Vitr.
'jTHO-xrry.r,
COSa
Cic.
sottoposta,
pegno, hypotheca
Fani.
13,
Deriv. ipotecare, ipoiecari. Ipotenusa, O-o-Titvou^a linea sottesa, hypotenusa gromat. vet. p. 190, 11.
dissimulazione Ironia, i'.pwiix propr. il mostrarsi da meno di quello che uno quindi la simulata ignoranza di Socrate ; finalmente la dissimulazione unita a derisione, ironia Cic. de
,
,
or. 2, 67, 270. Agg. ironico, Ipotesi, -'j--^i-ni supposizione. I spwLatini lo sci'ivono in greco, p. e. ironicus Fulg. nytk. 1, Ji/.;, Cic. Top. 21; Quint. 3, a Agg. prae/: 25 M. ipotetico, 'jr.o-hi-v/.; condizionale, liso, t7o; eguale, entra nei composti. hypotheticus Cassiod. ds Syllog. 7-/.',.Q-j Isocolo pari-membre p. 542. isocolon Rutil. Lup. de flg. Ssnt. IpotipOSi, iTiO-TJTZO'^ii, sost. Vb di
!
jr.rj.z-j-o)
raffigurare,
come
fig.
ret. la
descrizione al vivo di
una
IPPO,
cosa.
e-
Trovasi come componente in molti nomi proprii, come Ippoersue 'lKno--/.prrrri fonte Isotermico, e. m. da iipfj.i caldo, di calore eguale. del cavallo, secondo la favola, fatta sorgere dall' unghia djl cavallo Issopo, v-70~c,-j ( -0,- ) hyssopum 4, 8. Pegaso. Ipparco "l-irap/o, ( coi-US) Cels. 2, 21 mandante la cavalleria). Ipyo- Isterico, 'j77ipi/.; uterino, agg. di crate, 'iT-o/.pirr,;, Ippodamia, 1-jG-ipx utero, hystericus Mart.
,
,
,
Isoscele, ^o-'j/.zU di gambe eguali (triangolo che ha due lati eguali), isosceles Auson. praef. ad edylL p. 205, 23 B.
-oov.fj.z'.x
Ippolito, Mtt-/utjj
tn-o-xaT-rav^v,
ecc.
come:
Istmo,
i
72r;/5--
(-(7-3--//-C''.-,
dalla rad.
Ippocastano.
passo, passaggio ), isthnius Prop. 3, 21, 1; agg. istmico. Istologia, e, m. Tvo.iy.iy. dottrina
dei tessuti. [storia, vedi storia.
di ire
Ippodromo,
37, 90. Istrice, \j^-zpii a peli di maiale, ovvero a peli ritti (Vanicek, p. luogo dove corrono cavalli, circo, hyppo400), hystrix Plin. 8, 1 25. dromus Plaut. Bacch. 431. Italia, 'ira/i'a forma greca. Inircizo-opfMo:,
dico dapprima
al
133
una piccola regione bergk, iiher den Namen Italien, Freib. u. Tiibing. 1881. mezzod fra il Silaro ed il Lao. Secondo il Cocchia (il santo no- Itterizia, da wTEpo,-, icterus Plin. me d'Italia, N. Antol. 15 sett. 30, 11, 29, uccellino giallo. Avis icterus vocatur a colore ; quae si 1882) una colonia sannitica scesa ad occuparla le avrebbe dato il spectetur^ sanari id malum tradunt et avem mori. La forma nome di Yitelio, per ricordare la sua discendenza dal toro Sannita. italiana dovrebbe provenire da I Greci avrebbero trasformato un aggettivo ictericia che ha il Yitelio in Italia e ne avrebbero ecolore dell' icterus-, agg. itterico,
steso
il
significato al continente,
l/.rtpiy.g,
Labaro
, la^xp-j V insegna di Costantino, labarum Symm. 1, 487. Sull'origine di questa parola v' molta oscurit, cfr. Du Gange.
Laico, xi/.i popolare agg di ).a,popolo poi conlrapposto a sacerdote laicus Tert. exhort. ad
;
; ;
castit. 7.
Probabilmente
voce barbara.
Lampada,
Dalla viene
'^ay-i.;
Labirinto, ).5c,3u/3tv.9-o5(>aF^p-'--'S''2) propr. gli avvolgimenti sotterranei delle caverne e dello miniere; poi
i
F'dVit. Men.
forma
popolare lampana
,
colla stesso
sost.
pelle
lamp
si
form poi
il
tema lampo
cosa o discorso avviluppato; lahyrinthus Verg. Aen. 5, 5H8. Lacca, luogo fondo, probabilmente da >a/.zo; fosso, buco, oda /a/.// fossa. Laconico, >ax.wvtx.o',' di Laconia, laconicus Hor. Carm. ?, 18, 7. Ri-
da cai lampione, lampante, lampeggiare, allampare, ecc. Lanterna, Ix/xr^rr^p {lampterna) lanterna Plaut. Am. prol. 149 Ir. Deriv. lanternrio lanlernarius Inscr. Regni INeap. 3710.
mase
Lapato,
l.ny.xjo-j
M.
Lappare,
/c^ttt^iv
damente. Laringe, Hp-/?. Deriv. laringite infiammazione della laringe, comp. significa breviloquenza. laringotomia j.c<p'jyyo-zo/j.ix taglio Ladro, eLaclrone,/T|5ts mercenario, della laringe, laringotomia Cael. principalmente soldato; poi ladro: Aur. acut. 3, 4, 39. trapasso di significato che contiene un giudizio storico sui Lasca, il Mnage e con lui il Diez da tvy.h/.oi barbio, specie di pesce. mercenari; latro Plaut. r)iil. 74; 11 Caix p. 118 dal germ. 5C0, un cfr. Varr. 1. 1. 7, 52 latrones diati qui conducehontur: ea enini merpesce di fiume, con agglutinazione
Spartani. Sost. laconismo /a/.ove(T/z; laconismiis Cic. Fam. 2, 25,
ces Graecis dicitur luzpo-j. Dalla forma latina latro, latronis venne ladrone. Deriv. latrocinio latrocinium servizio militare; poi banda di malfattori e brigantaggio: Plaut. in Non. 2, 508, Cic.
Catil. 2, 1; ria, ecc.
dell'articolo.
vedi
ladronesco, ladrone-
cave di /a-ro/y-cac tagli pietra , lantumiae Plaut. Poen. 817, poi usato a Siracusa come prigioni. LattOTaro: vedi elettuario.
Latomie,
134
d'
Laudano,
12, 73.
)aavov,
ladanum
3,
Plia.
Leonino, nome
ne' suoi
un verso rimato
Secondo Herod.
/-npx
112
voce arabica.
Lebbra,
(Un-M pelare, sguleprae Plin. 24, 8, 33; lepra ycribon.250. Leccare, il Diez nega che questo verbo derivi da ^st'^w, perch in
sciare)
,
Partendo
dalla
forma
italiano
sarebbe
licare,
la
prima volta che apparisce questa parola in Isidoro, ha Ve [lecato?^, non licator). Perci lo deriva dal germ. lecchon, e solo al valacco
concede 1' origine greca. A pare che il Diez dia troppa importanza ad una vocale atona che facilmente si muta; per esempio il venez. dice licar ne
li^ei
me
francese di rime leonime, che la consonanza di due parole nelle due ultime sillabe (in francese la tonica , che l'ultima, e la precedente) il Wackernagel deriva leonino da imw/.'.o (e questo da ktog liscio) nome che corrisponderebbe a quello della nostra rima piana. Il Diez per crede che leonime sia mutazione eufonica di leoninus, e si usasse ad indicare la rima latina che con-
suona
in
due
sillabe.
certo
mancano esempi
e latino
,
di
ri-
Leopardo,
non solo come dS/lto-j ma anche quando edylliu'm tonico, come spesso nel suffisso
prodotto con quando atono
,
eu>!
per
sto;;
).Iij.<u
cfr.
Lemma,
che
di
si
da /wy e TipSoc o -KupouyiiJeopardiisLamprid. Heliog. 21, 1, leopardalis Paul. Diac. p. 33, 14. Bench si trovi ricordato solo da questi tardi scrittori verisimile che
li-napSoi unito
,
sia stato
veduto a
Roma
con
le
lemma
Plin.
altre
169
a.
proposizione
ammette a dimostrazione
vano
un problema.
Leone,
>wv, ieo Plaut. Vidid.fr. Conosciuto nelle probabilmente fu portato a guerre africane Roma da M. Fulvio nell'anno 186
,
a.
Essendo stato
il leone conosciuto dai popoli europei fino da tempi antichissimi (e perci da credere che i Romani l'avessero dimenticato fino a che lo rividero in Africa}, il
caboli
le parole.
3, 405.
Pauli
vuol
dimostrare
che
Ieo
derivata, ma comune dalla rad. liv. Ma in questo caso la forma latina avrebbe conservato la V fra le due vocali e
non
parola
sarebbe
con
hi
(1,
Liceo,
ginnasio in Atene tempio di Apollo liceo, dove insegn Aristotele; agg. li/'j/^iov
il
presso
ceale.
perch sarebbe htus o Lichene, tiyyr^ Plin. 26, 2 Uchenas una forma simile a questa. Leo graeco nomine appellavere, latine menta gram. pass in latino dalla classe dei nomi in vt ().ssvr-o,-) a quella dei Lieo, , >uajo; appellativo di Bacco nomi in v (leon-is). che scioglie (j.vv.) le cure.
J35
Ligustro,
>r/uaTtxv (ligure) ligustiCol. 12, 59, 5. Lince, >ii-/?, lynx Verg. ed. 8, 3. Fu veduta a Roma la prima volta
Litotrizia
cum
ne' giuochi di
a. Cr.
ed ebbe
il
varius Plin.8, 84, e il nome di lynx trovasi la prima volta nei poeti del tempo d'Augusto. Anche Plinio l'usa soltanto delle specie
comp. ibrid. da >t&o; e tero tritum^ frangere pietre. Cos si dice un'operazione sulla pietra della vescica. Litro, da lirpc*. libbra. Liturgia,). 5 tT-oupyt un servizio pubblico. Dai cristiani prese il significato di servizio divino. Liturg:o
,
ztrovpyog liturgus
Cod. Theod.
11,
Lobo
r estremit inferiore )o(25 dell'orecchio esterno, parti sporgenti degli organi, come del cervello, del fegato. Deriv. lobato.
,
forma accenna ad Logaritmo, e. m. dicevo? rapporto e pt3-//5 numero, indica il nuuna pronunzia popolare luncea. mero che sta in un rapporto con Il Wackernagel per antepone altro numero. Ora significa l'el'etimologia /evTEto?, agg. di )iwv, e vorrebbe dire a forma di sponente che deve prendere un numero costante, preso a base leone . d'un sistema, per produrre un Linfa, il Saalfeld la riguarda come altro numero; agg. logartmico. un riflesso di vj/y-fi (cfr. Yarr. ^. 1. 1, 87. Mommsen TJnterit. Dial. Loggia, molti derivano questa parola da '/.oyiiov Weise lo nega, yiv, la parte p. 256); ma il
anzitutto
di
per
,
la
gran diversit
essendo
dea.
lympha
pazza
una
Lipomania,
e.
m.
)jTr/:-/;.avtK
Liquirizia e ligorizia, -/v/.-p-pi^x radice dolce pianta d' onde si trae un succo dolce, glycyrrhiza Logismografia,
Plin. II, 284.
anteriore della scena. Ma il Diez tiene l'etimologia dal germ.lav.ba o laubja, lat. med. laubia da cui loggia (cfr. cambiare e cangiare). Deriv. alloggio, alloggiare, alloggiamento. Logica, loyv/.Yj agg. da Uyoi ragione, l'arte di ragionare, logica Isid. 2, 22, 1 agg. masch. logico.
;
e.
m.
di
>ovt7//.5
i
cal-
Lira, l'jpo(. stromento a corde, lyra Hor. carm. 1,60,10; agg. lrico Mpiy.i lyricus Hor. carm. 1, 1, 35. Liscio, incerto se dal greco >ic77;, che ha lo stesso significato, o dal
conti;
Logogrifo
yp~i'fo<;
e. m. di lya parola e cosa intricata, specie d'inin cui con le lettere dovinello
, ,
componenti una parola se ne formano altre che si debbono gerra. Usi (oggi leise) piano, mite. indovinare da una definizione. Litania, Inxvzix preghiera, litania Cod.Just. 1, 5, 3, 1. Logomacliia loyo-ij.r/.yi(/, battaglia
,
argenti.
Loppa
loT.i
il
Mnage
lo
deriva da
scorza, buccia; agg. lopposo. Loto, /6JT,- specie di pianta. Ictus Cic. fam. 7, 20, 1 ; comp. lotofagi
Litologia,
e.
m.
li'o-lo^iv.
dottrina
delle pietre.
Litotomia,
tre.
mangiatori di loto, popolo favoloso nell'Odissea IX, 82-104, lotophagi Ovid. Rem. am.
^wTo-'^ayot
789.
f36
M
Maccheroni
,
alcuni
lo
derivano
magia Apul.
/j.xyixc
definita da Esichio per una vivanda di orzo in brodo. Il nome, che siij.-x/.y.pix
Magnete,
y-y.-prii
iJ.yprr.ii
pietra di
accenna ad gnifica beatitudine una vivanda prelibata. Altri deriva da Macco, minestra di fava ridotta in pasta. Per fra macco e maccarone convien sempre ammettere la forma di mezzo r/iaccaria. Agg. niaccSjercnico. Macchina, y-rr/_y.->, machina Piaut. Mil.S'. Deriv. inacchinaie, mac,
Magnesia, magnes Lucr. 6, 908, Deriv. magnetico magnetizzare, magnetismo, magnetizzazione. Lo stesso nome nel magnesio e nella magnesia. Mago, y-y.yoi. I Magi erano la casta
,
venne
ma-
Mace,
scorza di pianta iny.y./.so diana, onacii- Plin. 12, :-)2, ex India adceiHur. Macello, Varrone LI. 4, 35. deriva macollum.mQvcdito, i carni, dal gv. (j.yy.io-j chiusa, ricinto, e osserva Jones hostia horlorum et castelli iJ.y./.'joji vocant. Invece Donato ad Terent. Eun. 2, 2, 26 deriva macellum a mactandis
:
-
sacerdotale dei Persiani maqus Cic div. J, 23. Maiorana: trasform. di anaracus; vedi nmaraco. Malachite, fu detta da /j.yj-y.yr, malva forse per il bel colore verde di questo minerale. Malinconia, vedi melanconia. Malta, y.y/'^y propr. mistura di cera e pece, ^naltha Lucil. 27, 38 M. La malta di calce in Plin. 66,
,
,
24, 3H-. Da malta si volle spiegare anche smalto, ma questo pii probabilmente deriva dal germ.^me^ 2o.n (oggi schmelzen) fondere. Mrilvavischio, comp. ibr. di malva
e i'oiscuni^ gr.
("St^xag.
Mandorla,
5, 10.
cv/j'/oa/-/?,
Fu
detta
'pecoribiis.
Weise p.4o2 segue Grassraann e il Vanicek p. (i83 seguono Donato (cfr. anche Ascoli K. Z. XVII, 334). Mactare starebbe in relazione con
Il
V^arrone;
il
Mandra
rad. mrt/j
Madia, y-y.yi;, acc. >j.y.-n'.Qy., rad. m.ag. domare, impastare niaqis Plin.
,
ricinto , special/j.y-jopy. pel bestiame , mandra in Mart. 5, 22, 7 giumenti attaccati al carro , e poi anche i mulattieri e custodi del treno. In generale turba di gente vile. Deriv.
,
mente
33,
146.
Madrigale, vedi maadra. Magari, /J.y./.y.pi0i VOC. /j.y/.y.pit, gr. mod. /j.y./.y.pi beato felice. Come forma desiderativa significa me
,
,
manih*iano mandriale, che poi divenne madrigale nel senso di canto pastorale. Mandra signific
,
sia per poi anche monastero sia perch i moluogo chiuso naci per umilt si chiamassero beato se, ecc. In Giulio (o Cielo) cos; donde archimandrita il capo del monastero d'Alcamo gi passato in senso py'.acc-jophr^i archimandrita Sidon.ep. 8, 14. avversativo macara se dolesseti anche se tu ti dolessi. Mandola, sembra corruzione di it. Magia, /j.y.yiiu propr. la dottrina e Kx-j^o'jpy. pandra e sarebbe
, ,
<(
il
culto
dei
dalla
137
stridere coi denti, sgreIn Esiodo Sicut. 389 v' Il Bral. Etym.lat. li.T.'-j'.v/Quyi. p. 383 non crede all' origine greca e l' ammette derivato da mandere. A masticare il Grimm
li.y.'7'zv./Ji.r^
strumento
corde;
cfr.
musicale pandra.
quattro
tolare.
Mandragora, ij.xvop7.yQp7.i specie di erba, mandragora Gol. 10, ^0. Mangano, ..avyxvov. Mania //.xvt'a pazzia mania CaeL Aur. acut. 3, 12, 107. Con l'accento
,
,
comio ospitale
di matti.
Manna,
micas concussu elisas mannam vo Camus. Mantica, /j-cc-jn/.- arte del divinare,
rad.
//.ocv
y.awa
manna
Plin 12, 62
[Mythol. \0'Q) riferisce masca come tale che divora i strega bambini. Da masca poi inserendo r sarebbe venuto mascra e quindi maschera. Altri invece riferiscono maschera a j3a(7/3c , che si trova
,
in F]sichio.
Ma
|3d7xa
avrebbe
il
significato di jSaTzavt'a,
mania
di
follia,
rete e l'arab. mascharat risata. spirazione divina; mantice Mart. Mastice, y.a.'jzix-n resina degli alberi, cap. 1, 6. mastiche Plin. 12, 72. Marasmo, //.y-pa^/i^ languore, sost. da ft.sipot.ho) estinguere, consumare. Mastodonte, e. m.da //.ctt^s mammella e oovT dente animale fosMargarita o margherita, //scpyapiTvj,sile i cui denti molari hanno la pietra preziosa margarita Cic. Yerr. 4, 1 1 corona con certe protuberanze simili a mammella. Marmo, fjApuxpo^ (rad. mar scin:
marmar Enn. ann. 377. Masturbare, [j.(/,'jtpo)izvjm, masturPare che a lipoma non si usasse bari Mart. 9, 42, 7. Deriv. masturbazione. molto prima del secondo secolo. Il primo monumento in marmo Matassa, >j.ir%ly, seta greggia poi che sia ricordato la statua di seta in generale metaxa Lucil. Ennio sul sepolcro degli Scipioni 3, 44 M. {Cic. Arch. 22). Le cave di Lucca Matematica, y.a5v7'/.aT(/.-/3 agg. da //.ae di Carrara non si conoscevano "r^ij.y.-zx insegnamenti mathema^ ancora e il marmo importavasi tice Senec. ep.H8, 23, matematico dall'Attica e dalle isole greche. mathemalicus Cic. ^v.3'/;//aTtz5 Tusc. 1,17, 40. Marsupio, /xxp^-uo-j borsa, marsupium Plaut. Men. 2, 51. Deriv, Matita, at//.aTiTvj; pietra sanguigna
tillare)
, , ,
Martire,
(da u/uLd sangue) propr. lapis rosso, haematites Plin. 36, 129. /j.prup testimonio, martyr Tert. ad mart. \. Deriv. martrio Matto, tra varie etimologie si e martoro, jj.apTJpio'j martyr iuni propose anche !J.raioz che ha lo Tert. de pud. 22; comp. martiroma la forma stesso significato
j
marsupiale.
logio.
Mascalzone, forse
Xa/ti^wv;
y.rrj
/j.x'j/./]
capzi-j
ratamente a braccia alzate. Maschera, vedi masticare. ignota Massa, //^a pasta massa Plaut. Mausoleo iia-onoiiio- ^ sottinteso Mil. 1065; nella forma maschile monumento. E aggettivo /ji'j?/j.x del nome Mausolo che fu prinmasso, ammasso, vb. ammassare. Masticare, /Aa^rd^w, mastico Apul. cipe di Caria negli anni 377-353 herb. 79. Altri lo derivano da a. C. La moglie Artemisia gli
[J.C/.-Z-..
, ,
,
spiegata abbastanza, perch si aspetterebbe mateo o m.az20. In Petronio sat. 41 si trova matus o mattus per ubma forse sinonimo di briaco madidus o identico ad una forma
;
non
138
Melanite- deriva da
sepolcrale fu poi detto mausoleo. Meandro, /j.y.ix-jSpoi propr. fiume dell'Asia Minore, molto noto per le sue tortuosit. Poi signific qualsiasi fiume o via tortuosa;
monumento
meander
Meccanica,
te delle
macchine
ij:r,-/y.-ny.;^
masch. mec-
menia, armeniaca Coli, 11, 2. Melico, fxzhxi;, agg. da /Jis/o,' canto, melicus ^Lncv. 5, 335, musicale; melica la lirica cantata. Melissa, /ji^^oc, l' ape (da ///t, miele). Poi melissa indic il fiore prediletto dell'ape, che i Greci dicevano fJzj.i's\j}jo-j, e ///tTTatva, 1 Latini opiastrum,. Cfr. Varr. r.
,
13;Verg.
inechanisma
Cassiod.
var.
1,
45.
Meco,
trui,
>j-oiy;,
amante
di
donna
al-
moeclius Piaut. 2?acc/?. 918. Meconio irr^/^vio'^^ succo di papavero (//v:/.o)v, papavero), ^neconion Piin. 20,202. Poi per somiglianza di colore le feccie del neonato.
,
melodia Mart. ii..wiy. modulano. Deriv. 905 melodico, jj.i'j'aoia:, e melodioso. Melodrania, e melodramma; e. m.
Melodia,
Co.p. 9,
di
j
I
ij.i'j.oi
orA/j.y.,
drama
cantato;
agg. melodramatico.
'
Melone, anche
19,
//-^^^^v,
melo Pali.
frr,'j.o~i~o)-j,
4. 9; nelopepo Plin.
Medaglia, metaltea
tivale
di
forma aggetmetallo, /j.i-rclo-j 'jNel XII secolo indicava una piccola moneta. (Altri deriva questa pa,
.
Melopea,
i
di canto; 3, 9.
Menade,
Meninge,
il
//aiva,-
(//aivo/^at
e.
rnedielas
nummi ma
;
se fosse
;
maenas
colare la
2, 2, 9.
messagliaome.
Deriv.
Medica,
il
//^j/.v:,
nome
\,
di
r. r.
tivare
nel
tempo
fra
Catone e
Varrone.
Mefite,
iJ-ifi-'.;., propr. puzzo di esa lazioni d'acque sulfuree o corrotte; mephitis YQvg.Aen. 7, 84;
meninga Theod. Prisc. Deriv. meningite, l'infammazione di quella membrana. Menta, yi-^^n, menta Cat. r.r 119. Piin. anche mintha e smintha. Mesopotamia, Mi^onozy.y.ix interliuv'iale, sottint, terra; in particolare la regione fra il Tigri e
cervello,
,
l'Eufrate.
Mestola,
agg. montico.
mistula Gloss. /unr-'Ar, Philox. propr. un pezzo di pane incavato a forma di cucchiaio.
, ,
Megera, Mi/a-pa, una delle Furie; Metacarpo, /j-iza-y-upruov parte della Megaera Yerg. Aen^ 12, 815. mano che sta dopo il carpo fino Mela //vj/ov; cfr. mpione. La forma alle dita. Cfr. carpo. latina originale malum. Quindi Metafisica, l. /j-i^. r ov^i/J., titolo
i
g;rauo.
Melanconia,
lanconico,
licus Cic.
atra-bile,
melanclioUa Geli.
Tusc.
iJ..yjyo'.ny.q,
agg. memelaucho-
d'un' opera di Aristotele che veniva dopo la fisica. Poi dal contenuto di quell'opera indic la dottrina del soprasensibile. Masch. meian$ico. Deriv. metaflsicare, mctaflgichcria.
\,
33, 80.
f39
Metafora;
iJ.ixy.'^or3x
traslato,
meta-
pliora Quint.
6, 4; agg. metaforico, /x&raf opiy.;. In lat. v' l'avv. metaphorice , Acron. ad Horat, ep. 1 20, i vb. metaforiz8,
, .
Vitr. 103, 10; agg. metrico, //smetricus Plin. 1 1, 219; fem. metrica, dottrina dei versi; comp. metrologia, dottrina delle misure e dei pesi.
-zpiMi,
zare.
Metronomo,
/j.i7x>loj,
//.it,oo-v/>io?,
antic.
ma-
Metallo 9
mstallum Verg.
geo. 2, 165; agg. metallico, //.iTatmetallicus Plin. 34, 173; x;, comp. metallurgia , lavoro dei metalli ; agg. metallurgico. Metamorfosi, rj.i7x-/j.f)fo7ti trasformazione, (sost. vb. di /j.trx-fj.opuw, trasformare) Quint. 4, 1, 77.
gistrato che vegliava sui pesi e sulle misure. Ora significa un apparecchio d'orologeria che batte
il
Metropoli,
mdamorphosis
trasfiga-
Metaplasmo,
iJ.nu.-7z).v.niJ.^
detta cos rispetto alle sue colonie, poi capitale d'uno Stato, metropolis Cod. Theod. 13, 3, 11. Deriv. metropolita, /j.r,rpo-n:Qlizr,i , il vescovo della capitale, metropolila Ven. Fort. Carm.'^ 4, 20;
Metatarso, e. m. di //.ira e raoT;, Miagro , ii.^xypoi myagros Plin. dopo il tarso, parte del piede fra
il
d'erba
,
27, 106.
tarso e le
Miasma
vb.
iJlxnixx
fj.ixh'j)
infezione
sost.
trasposizione, metathesis Prob. 264, 15 K. Metempsicosi, //ir-s/y.-lux'-'J^t^ animazione trasportata, cio trasmigrazione delie anime in altri corpi, metempsychosis Tert, de
[j.fz-'^i'jii
,
Metatesi,
da
insudiciare,
infet-
in aria,
tar'; agg. miasmatico. Miccia, y-v?a stoppino della lucerna, niyxa Plin. 13, 51. Dalla mutazione di xn e il Diez crede che questo nome sia entrato in italiano dal francese, dove appunto X diventa c/i, come laxus,
neutro piar, r /xiriopx, i corpi celesti, le nubi, le procelle, ecc., agg. meteorico, conip. meteorologia,
iJiZTZ'jpo-loyix,
lache.
Microcosmo,
in piccolo, 22, 2.
/M/.p-y.oafj.oi, il
mondo
Isid. 3,
microcosmus
dottrina delle
meteore; meteorologo, /j.irzpto-).- Microscopio, e. m. iJ.vApQ-T/.oiziXo-j, stromento da osservare gli ogyo:, meteorologico, iJ.irto>pooyi-/.i. getti piccoli; agg. microscopico, Metodo, //Sr-c3005, methodus Vitr. sost. microscopia. 7, 5; agg. metodico, methodicus Tert. de anim. 6, fem. inetti o dice Millefoglie, iJ.r)Q^'^^A\o-j, a foglie di melo, melophyllum Apul. herb. Quint. I, 9, 1; metodica, la dottrina del metodo; metodista, setta 88, millefolium Plin. 25, 4V, mili religiosa; e. mod. metodologia. folium Plin. 24, 152.
Metonimia,
denomi- Mimo, /^c/jLo,-, specie di farsa, mimus Laber. mim. 11 Rbb.; agg. metonymia Fast. p. 153, 21; agg. Metonimico, mimico, f/.ifj.u:, mimicus Cic. de or. 2, 59, femm. mimica, nome fj.iro^rjfiLu;^ melonymicus Eucher.
ij.i'7-w\>/ux
,
nazione trasportata,
in genes.
\ ,
6.
dell'arte;
ypx'fog,
comp.inimografo,
//t//o-
Metopa, fAiTTryj, propr. spazio due fori, Vitr. 90, 30, metopa
dove
tra inter denticulos et trigh/phos, intervallo fra i triglifi del fregio dorico,
si
pongono
misura,
gli
orna-
menti.
Metro,
[xixpo-i
metrum
scrittore di mimi, mimographus C. 1 L. 2, 4092. Mina, /Jtva, valore di cento dram87. me, mina Plaut. Pseud. Anche l'antico mezzo staio. (Mina nel senso di scavo sotterraneo parola italica da minare,
uo
menare
niera).
;
1,
deriv.
minerale
ibr. di
mi-
8, 6;
comp. mitologa,
v.y.9ro-).o.
Vta.
Mineralogia, comp,
rale e //o;,
mine-
Poi
dottrina dei minerali; agg. mineralogico. Minotauro, /y.tv';>-Taupo^- toro d Minos, minotaurus C. I. L. 4, 2331.
ypyos
mitcgraflco.
yirpx,
Mitra,
testa,
mitrato.
Miope,
occhi,
iJ.'j-f^'b
che pocchiude
di
gli
Mnemonica,
cordare
arte di ri-
corto
monicimi Cornif. rhet. 3, 30. Moccio, da muceus, forma aggettivale di mucus, muco. Cfr. muco. Mirabella, alterato da mirabolano e applicato al frutto; vedi mira- Mogio, yoipi stolto, poi tardo,
probi. 31,
ixjfjiiziy..
Aristot.
[wi-f^p-w)
memore), mne-
miopia,
bolasso.
Mirabolano,
wpo-fj/j.-jo-?
fnyrobo-
Gij9.
lanum
susino.
Piin. 12,
/^.'>>ta
lUO, specie di
traverso
Miria
composti
miragraHima
uirsameiro, ecc.
Molosso, yoAor^^c, paese Molossi in Epiro, razza di cani, molossus Lucr. 5, 1052. Anche
del
dei
Miriade,
poi
/^upia?,
decina di migliaia,
myrias
Mirice,
''
4,2.
Mirra,
y--^pp,
murra
un piede metrico. Monaco, u.o-juxi solitario, rnonacms Rutil. Nam. ], 441; m.onacba Hieron. ep. 39, 4. Deriv.
monacare, monacale, monacliismf>, iionacazione.
Plaut. Asin.
929, poi Yiiyrrha. Mirride, y-'^pi^k., specie di geranio, myrrhis e rmjriis Piin. 26, 10?^. Mirto y.-uprog, murtus, Cat. r. r. S,
,
Monade,
1
yo-ju:^
il
2,
/A-jp-rov
30b. Da murtum viene mortella Piin. 15, 119 dice del mirto:
muriimi Yerg.
geo.
1 ,
\
Monarca
!
\
yrj'.pyr.i
che
governa
,
graecumque
ei
nomen
re^nanet
moBalb.
y.o-jc.p-
quo peregrina esse opparet. Fu ]Ortato in Italia col culto d'Afrodite e nel 300 a. Cr. n'era gi
pieno
il
Deriv. monarchico,
nioiiarcaCo.
/7.ovy.77/pfov,
xtxi?,
Monastero,
luogo di
Lazio (Theophr.
3).
,w.t7-avSrr,o)7:5,-,
hist.
I ;
vita solitaria,
monasterium Au-
plani. 5, 8,
Misantropo,
^y.vS-o'/j-ia,
odiatore
^v.t-
Cassiod.
hist.
trip.
10, 2.
/^.vo,,
Mistero,
monodia Isid. 6, 19, 6. Monogamia, u.o-;o-yo(.[j.u, connubio steri con una sola persona, monogamysticus Att. trag. 6i)7. Deriv misticismo. mia Tert. de ieiun. adv. psych. Mito, //.:,^5; favola; agg. mitico, 1. monogamo, [j.o-j'jv.yoi monoyj'vA; mythicus Macrob. Sat. gamus Tevtde 7nonog.S.
,
culto segreto di anticiie divinit naturali, e specialmente quello di Cerere ad Eleusi. I misteri furono introdotti anche a Roma nel primo secolo di Cr. mysterhim Caocil. Stat. 223. Deriv. ii^sterjoso. Mistico, //urrtzi,- relativo ai miuj^rr^^-stov,
,
oculus
monoculus.
ad
Monocordo
iJ.o'j-yopooi
una
corda, m^onochordus Acron. ad Horat. ep. 2, 3, 216. canto a solo, Monodia y.o/.-ow.ot.
,
.,
14i
e.
m.
//ovo
- ypa^ia
u soggetto Mosaico, agg. da Musa, gr. /Jtoy^cto,-, musivus Inscr. Orell. 3323. speciale. Monogramma, [j.Q'J--^pxiJ.tj.x un Mota, alterato da malta (mauta),
d'
,
intreccio di pi lettere unite in una cifra sola , monogramma Paul. Noi. in natal. XI .S. Felic.
Macco,
Monolite /j.ow-h^oi masso di pietra in un pezzo solo, monolithus Laber. com. 39, Rbb. Monologo, antic. trovasi fj-ovo-lyo:, attivo, che discorre solo. Ora si prende passivamente pel discorso di una persona con s stessa;
,
usasi per fango. Cfr. malta. fj.'J/.oi, materia viscosa, moc17. Del ^'^ cio, mucus Catull resto se mucus parola derivata , dovette entrare molto presto in latino , dove 1' aggettivo niucius divenne fino da tempi antichis-
astr. nionologia,
^ovo /oyta.
simi anche nome di famiglia. Deriv. muccoso, mucido, mucillaggine. Da mucus proviene anche moccolo, propr. ci che cola dalle
candele.
Monomachia monomachia
,
duello, Cassiod. var,3, 24 certamen singulare. Monomania e. m. iJ-a^o-'j-yMoi. pazzia particolare ad un solo ordine
//5vo-//.axia
Mulo,
d'idee; agg.
niaiiiaco.
monomaae
,
o [j.ylQi, asino da Hesych. -jo^j lu oy_ti(x.v 7i-/A7r&^(/.v(5u,-). Dal Ponto, che pare essere stata la sua patria {liiad.
iJxt/jM
(
monta.
mono-
2, 852) fu portato probabilmente dai Focesi nelle loro stazioni occidentali dei Mediterraneo (Velia.
Monopolio,
gio di
fj.ovo-Tzoho'j^
il
privile-
vendere solo una cosa, biali di Plauto, \i.Q.mulo inscirnonopolium Svet. Tib. 3J e 71: tior, Cist. 4, 2, 12; Aul 3, 5. 2l. m,onopolium nominaturus prius veniam postulami quod sibi verbo Murena, //-vpatv a, specie d'anguilla di mare, muraena Plaut. Aul. peregrino utendum esset. Deriv. 396. Il nome pi antico di questo monopolista. Monosllabo, v.o-jo-a-y.'x^oc, d' una pesce fiuta, tt) wt/^, Varr r, r. 2, sola sillaba, monosillahus Quint. 6, 2. La qualit migliore pesca9, 4, 42.
ecc. Cfr. Sardegna Marsiglia Hehn. p. 515) La diffusione del mulo in tempi molto antichi provata anche dai modi prover, ,
Monoteismo,
da //vo^ e Muse, Moucxi. Musae Cic. n. d.3, 21. 3-$, dottrina religiosa che ammette un solo dio, monoteista, Museo, //'juov tempio e luogo sa-
m.
deriv.
Monotono,
cro alle Muse, musaeura Varr. d un :o-Joi, che r.r.3, 5, 9. tuono solo; poi uniforme. Ora Musica musica Cic. de [j.oMGCAr, indica l' uniformit noiosa. Sost. or. 3, 33; masch. musico, //.ouTt/.,-, musicus Pacuv. 1 J4. Deriv. musimonotonia, ij.o'jo-xovv..
monoteistico.
,
Morchia,
u-pyo
amurca
194. (Cfr
feccia dell'olio,
.
care.
Mustacchio,
fxxjfjTO'.^,
Morocomio
matto e
e.
m.
di
//wp; stolto,
y.o//sw,
guardare, curare,
dimin. di jW.u7Ta/.tov (dorico per //aira?, il labbro superiore, poi i peli che vi spuntano. (In varii dialetti della Italia superiore, mustag ritiene l'antico significato del greco /^<7Ta?, cio di bocca e della regione del viso intorno ad essa).
,
142
N
Nafta
,
va'y),&,
iha Pln.
^,
il
manzia.
fiu-
Naade,
vaia?,
vao)
ninfa di fonte o
fluire
Nemesi,
v/xsis,
la giustizia divina
me
Xano
,
dell'acqua)
,
Naias Verg
vavo,,
ecl.Q, 2l.
parola
che punisce. Nenia, (v/;vta), canto funebre, nenia V\2i\\t Pseud. 1278; rri^iu non dalla
attestato
,
ma
vuoisi
ammettere
nanus Laber.
Geli. 17,
13.
Ginn, in
Narciso,
ed.
2,
vacxt77(3-:,
narcissus Verg.
perch Cic. de leg. 2, 24 dice che nenia voce greca. NEO, vo5 nuovo; si formano composti come neocattolico, ncoellenico, neologia, neologismo, e ibr. neolatino, neonato, ecc. Neolto, vi-'juT&c piantato di recente. Negli scrittori cristiani il nuovo convertito, neophitus Tert. adv. haer. 41.
^-npiuitz
48.
v^ozoTt/;, agg. de vapo),
Narcotico,
irrigidire, agghiadare.
naumachia
Lucil. 14,
l(J
figlie
di
Kereo,
44.
Nausea, ^y.-j7iy.^ mal di mare, deriv. da yv:^: nave, nausea Plaut. Mere. 375. Doriv. iiaut^earo, nauseabondo.
ninfe marine. Nereides Serv. ad Vgv^. Aen. 1, 500. mespilum Plin. Nespola.
lo, 84, nespolo [j-in-x-r, nespilus Plin, ibid. Catonis aevo non fuit. Fu portato in Italia nell'et im-
Nautico,
vy-j,-
periale.
'21; fem. nautica, vaJT'.x/;, arte del navigare. Nebbia, nebula. Che questo nome latino sia ti'atlo da vz-^t) lo sostiene il Georges (vedi Bursian
Nettare, -ji^rrup bevanda degli di, nectar Lucr. 2, 848; agg. nettareo ^f/.Tv.pzoi nectareus Ovid. met. 7,
707.
Neyralgia,
nei'voso.
e.
m,
jvipy.l-/tcf.
dolore
Nicchio, dattero di mare, lat. mytulus o mutulus Cat. r. r. 158, derivato dal gr. /Jival, dim. ///jtVxo?; nicchia 1' incavo a forma di
conchiglia. Deriv. rannicchiare.
Nichetto
,
niccolino, dimin.
di
Necropoli,
v-:/ci-/.o;.(c
citt
dei
onice, V.
morti, cimitero.
Necroscopia ,
v-Y-^-^xo-ta
l'esame
Ninfa, -rjfj.'^r,, nympha Liv. Andr. Od. 16; agg. ninfea, vu///^aia specie
di pianta,
d'un morto; agg necroscopico. Necrosi, -ji/.pozn mortificazione, cio3 il morire d'una parte del corpo, necrosis Cael. Aur. chron.
1,
ninfeo
tana
nytnphaea Plin.
ij.-jxio-j
nymphaeun
Ninfomania,
e.
4,
125.
vxc-//.xvtu-
m.
jjy.'^o-fj.x-nufarore
Negromante,
dai morti
li
,
divinatore
i
uterino.
che evoca
morti e
Nitro,
2,
pop.
Cael. in Cic. Deriv. nitrico, nitrato, nitroso, nitrite, nitrogeno. Nolo, vKuJ&v prezzo del trasporto
virpo-j^
nytrum
fam.8,
14, 14.
per nave {jx^),
143
vjtoj ritorno in dolore. Malattia prodotta dallo stare lontano dal paese nativo.
naulum
luven.
Nostalgia, era. di
patria
e
uyoi
Nomade, vo/z-as propr. pastore, numida Fast. p. 173. Norma, yjo)pi/j.n, agg. femm, nota, Noto,
conosciuta, solita (sottint. misura, via, regola, metodo), norma Lucr. 4, 512. Deriv. normale, enorme,
VTO?
Verg Aen.6, 355.' Numismatica, agg. da ^oixi'^ixxTot. monete correnti. (Dalla forma
jouy./jiOi
enormit, enormczza.
Nosocomio,
riv.
^o'70AOfMiXo-j
ospitale, de-
mus
num-
da
voioAoixi'j
curare ammalati,
lust. 1,2, 19.
nosocomium Cod.
O
Oasi, oy.7ti probab. la parola copta ouahe. oasis Ulp. Dig. 48, 22, 7,5. Obelisco, o',3Xi5; dim. di ^zi
spiedo, obeliscus Plin.36, 64.
Oligarchia,
o)vj-xpyj.x
governo
di
okvj'j.pY,iv.c,.
Olimpiade,
omij.-kix-
celebrazione
Obolo,
^oloi
un
all'
altra festa;
8, 6; agg.
/uv.rrtK/i,-.
olim-
Obrussa, o^puiv-j prova a fuoco del- Olimpo, "0/u,aTco,- monte di Tessaglia, creduto sede degli di poi l'oro, obrussa Cic. Brut. 1\. il cielo; Oceano, &ixiav;, oceanus Enn. ann. Olympus Nqv'^. ed. 6, 8o 418. Deriv. oceanico, oceanino. agg. olimpio l'j'j.Tuoi olympius Liv. 24, 21, agg. di Giove. governo '/)o-y.pcKrLx Oclocrazia, della plebaglia, Poi. 6, 4, 6. Olio, iXxio-j^ oleum Plaut. Poen. 201. La forma latina dovuta probaOde, )- canto, ode oda Anth. Lat. bilmente ad un'etimologia popo763,' 13. lare da olere. Odo, iXo-j luogo per cantare, edifizio in Atene per spettacoli Oliva, ilxix^ oliva Plaut. Cure. 90. Fu portata dalla Magna Grecia musicali, odeum Vitr. 122, 4. circa al tempo dei Tarquinii (cfr. Odontalgia, e. m. ovT-a/yia dolore Fenestella in Plin. lo, 1). Gi la di denti agg odoiitalgico. forma oliva indica grande antiOlcleide, e. m. di S-fti serpe e x/st's chit come pure 1' influsso di chiave, strumento musicale d'otolere. Il Fick 2, 26 la vorrebbe tone a chiavi , di forma serpentina. parola originale; ma stanno per la derivazione Curtius 361 VaOftalmia, f^x/jXx malattia dell'ocoftalmico nicek 82, Benfey 2, 120, Diefenchio (9fa>/x5), agg. bach 1,36, Mommsen St. Rom. 1, 'fxff.ui ophthalmicus Mart. 8,
; ;
74,
= oculista.
greca la crede abotjSot. Muratori per a heu breviazione delle parole bone deus . Oleandro, corr. da poSo-Siv^po-j albero a rose rhododendros{-on)
Plin. 16, 79. Fu trasportato dalla Siria nelFet imperiale.
191, Hehn 99,513. Deriv. olivcto, olivastro. Olocausto, /xKVTTov arso tutto intero (da oloi e /.aiw) sacrifizio in cui si abbruciava tutta la vit-
tima
holocaustum
i-y/saspos
Prudent.
apoth. 537.
Olografo,
intero.
Dicesi di
un
ili
tutto dall'autore, come p. es. un senza negare per che questo stesso provenga dal basso lat. testamento; holographus Hieron. holcas. adv. Ruf, 3, 5. Omelia, y-ioc. propr. conversazione, Orchestra, px-arpx luogo nel teatro dove danzava il coro {pyjo/j.oi.i poi discorso popolare , homilia Isid.6, 8,2. danzare) , orchestra Varr. Sat. Mm.fr. 561. Omeopatia ed miopatia, e. m. bixoio-it'iti'x patimento eguale. Si- Orchite, deriv. da opyj?^ infiammazione dei testicoli. stema di medicina che cura le malattie con rimedi che ne pro- Oreadi, ptiStg ninfe montanine vocano i sintomi e gli effetti; (opoi monte), oreades Verg. Aen.
agg, onieopalico.
2, 502.
d'
Omogeneo,
Omologo,
/zo-viv/^^-
una
stessa
Orfano,
se^ni.
Tpi'f'j^
p^^-x-j;,
2, 4, 3,
si
orfanotfoflo
luogo dove
2, 17.
ma
forma identica,
il
p. e.
Organo, opyx-jo-j strumento organimi Vitr. 9, 15. Deriv. organico in Non. opyv.viy.i organicus Cat.fr.
75, 9 (== musicale),
op-javCio)
,
ridere
organizzare
,
(risus).
organismo
.
organista,
,
Onice, oyj'i unghia, poi qualit di quarzo che ha il colore e la trasparenza dell'unghia umana; ont/x
Catull. G6, 82.
disorganizzare
Orgasmo,
SOSt.
op/acru--
concitamento
da
pyr,^
pyxtvo).
Orgia,
opy-y- neutr. plur. feste del culto di Bacco, ot'-gia Catull. 64, 260; agg. orgiastico cpytacrTtx;.
una persona porta il nome. Onomatopea, o^ouc^.to-tzoucc formazione di nomi, agg. onomaioieico dicesi di parola il cui suono imita la cosa significata come
,
del cui
giorno
dedicato al santo di
Gc. off
^i,
23, 92.
Orizzonte,
di
pitoi^
piio)v
sottint.
mita
agg.
homba,
fischio.
orizzontale.
Ontologia,
'j/j.^
odore;
Ormeggiare,
pidio
Opale,
in luogo sicuro
{op/j.oc)
Oppio,
di papavero, opiiun Plin. 20, 199. Ora, '"'pu stagione, tempo, ora, hora
succo
Aquil.
gli
1.
Romani conobbero
,
r ora in
Sicilia
dove trovarono
,
nella prima orologi solari guerra punica. Ora, contraz. poetica di oAira, vedi anra. Orca, specie di nave. Il Nerucci la deriva da /x5. Il Caix p. 130 crede che sia dal germ. holchum,
porto o rada; ormeggio, ormegglamento. Ornitologia, opvi^o-lr,yh. dottrina ornitologo pMtodegli uccelli )(>/o?; agg. ornitologico. Orografia, e. m. po-ypafix descrizione dei monti; agg. orografico.
,
Orologio,
Varr.
di
>po'/iGv
horologium
Anassimandro
Anassimene
145
Ossitono, ?u-Tovo5 di suono acuto. Osteologia, e. m. oVrso-^oyta dottrina delle ossa; agg. osteologico. sina a Roma e Io fiss in una co- Ostico, w!7Tx.<5? urtante, agg. da w&w frequent. c-Wri^w, osticusMB,rc. lonna vicino ai rostri (Plin. 7, 212). Emp. 15. Il Mnage deriva ostico da asTTs secco donde affr/s? Oroscopo, po-axnoi che osserva le
durante la prima guerra punica. Il console M. Valerio Messala port il primo orologio da Mes-
ore, principalmente quella della nascita; horoscopus Manil. 3, 190. Ortodosso, p^-Soioi che ha rette opinioni, poi seguace della vera
fede,
orthodoxus CodAust
1, I,
2,
2; astr. ortodossa /jS-o Sott'a. L'opposto eterodosso. Ortoepia, pS^o-sTrsta retta pronunzia. Ortografia, p^o-ypxfix lo scrivere rettamente , orthographia Lucil.
lib.
aspro. Ostrica, ocrpuMv. In lat. ostrea da 57T(5ov Plaut. Rud. 297. Erano ricercate dai ghiottoni fino dal tempo di Plauto. Pi tardi Sergio Orata guadagn tesori con la coltivazione delle ostriche, Plin. 9, 168. Da sTpaxt'^w venne ostra-
cismo
'JTpa/.iv/j.?.
Ortopedia,
IX, Agg. ortografico. e. m. opo-T:xihix educazione diritta, regime per far crescere diritti i bambini; agg. ortopedico.
tit.
Ottagono,
al
capo
si-
nistro dell'antenna; p^ixi (Hesych.) ed p^ia? era la parte inferiore dell* albero di nave; vb. orzare.
Arx-y moi ad otto angoli, octagonos Vitr. 25, 4. Ottica, TCTtxy? agg. da u vedere, '
la dottrina della visione, la parte della fisica che tratta della luce; optice Vitr. 4, 1
.
Ossigeno,
di
acidi.
e. m.|u-vv>75
generatore
Ozono,
ossido
plice.
Da
che
la
parola mal derivata da o^wv odoroso , olezzante partic. di o^w. l'ossigeno che posto in certe condizioni acquista un odore.
,
Pacchia, il Du Gange registra Paleografia, e. m. Tca^ato-y/sa^ia scrittura antica: paleografo, paleograpachOy porcus saginatus. Questo fico. a Tra^j? risale probabilmente grasso. Deriv. pacchiare, pacchc- Paleontologia, e. m. di nulocio-o-nornne, paccbinco.
loyltx.
Pachidermo,
nxx'j-Bip/j.oi
di
grossa
pelle, ordine di animali, Arist. Paletnologia, e. m. di Ti>at-s&vooyia. dottrina delle razze antiche; gen. anim. 5, 3. paletnologo, paletnologico. Paggio, Ttat^t'ov ragazzino , piccolo servo. In questo senso il nome Palingenesi, e. m. Kxhv-yysvig riprovenne dai Bizantini. generazione.
Palafreno, probabilmente com- Palinodia, 7raXtv-w5ta ripetizione dei canto, poi cantare sulla stessa posto ibrido da napA veredus cavallo aggiunto. melodia il contrario della prima Palanca, vedi placca. volta, quindi ritrattazione palinodia Amm. 18, 5, 4. Palestra, nalaiarpu luogo per loty
;
tare
{nodib)
palaestra
Plaut.
Bacch. 66.
^0
Zaaibaldi
,
raschiato
faw,
libro
Le parole greche.
di cui raschiavasi la
J46
se
prima
5.
scrit-
Pantano, incerto
da
nxr-^fj.x,
sost.
Fnlladio, Pallade
Athena Minerva. Cos Panteismo, e. m. derivato da ttcvchiamavansi le piccole statue di &C5 sistema filosofico secondo il
quale l'universo
(7tv)
questa dea e specialmente quella a Troia, che proteggeva la citt. Quindi prese il significato di
tutela, difesa.
dio (^sj);
4,
panteista, pantelstico.
Pantera,
-mv^-np^
panthera Lucr.
Panacea,
T^av-/sta
che
guarisce
num
186
1009. In Plauto l'agg. pantherigenus,. Epid. 18 Non sappiamo per se la pantera sia stata
veduta a
a.
Roma prima
dell'
anno
Cr. in cui ebbe luogo il primo spettacolo di bestie feroci (Liv. 44, 18). Pi tardi fu indicata
anche con
izpooq
gli altri
nomi
greci
pardus Plin.8,
1,
Milton,
nav-oat/y-vKsv
luogo dove
pardalis Curt. 5,
radunano tutti i demonii. Pantheon, Trav-Ssov sottinteso Pandette, r.v.-j-^i/.Tr,q che comprende tempio dedicato a tutti gli
tutto, raccolta di scritti, di leggi,
di,
cio a tutti
dodici di maggiori;
TravTO-ypa'^os,
Pandora,
pandectes Charis. 194, 20 K. k7.vo&U|Ssc strumento musicale, Specie di liuto a tre corde
ecc.,
pantheum
usato dagli Assiri (Poli. 4, 60;, pandura Varr. l ^.8,33, 61; cfr, luandla Ha diversa origine il nome Pandora, Wu-jo^.x. moglie favolosa di Epiraeteo, dal cui vaso scosi diffusero sulla terra tutti pei'to i mali. Panegirico, :tu-jr,-fjpui agg. di navv,yu(jii
Pantomima,
dramatica con ballo
TtavTo/At/;.wj
naw-iJ.i/j.o^
azione
Piin. 7, 184;
ep. 29, 11.
Papa
folla di gente, quindi festa solenne o spettacolo a cui tutti accorrono. Discorso panegirico quello che si tiene in qualche solennit lo per pi laudativo paneyyricus Cic. or. 1 Quint. 2 Pape, interiezione nu-Kcd^ papae Plaut. Pseud. 365, babae ibid. 10, 1 zmzlaudatio. L'oratore dicesi
, ;
1
parola infantile che Cos poi furono chiamati i vecchi ed i sacerdoti. Ved. Prudent. peristeph. 11, 127. In Giovenale 7, 653 nel senso di educatore, maestro. Deriv. papale, papato, papismo, ecc.
,
TraTTTras
significa padre.
panegirista
Ttuvrr/vfAaTr.i
panegy^"
353.
Panico
"jPapiro,
,*
-arcupo,-,
papyvus Catull.
35,
2 papiraceo papyraceus agg. timore. Plin. 2S, 11,47. questa specie di turbamenti ad; Parabola, Tzr/.pufior, confronto, simiopera del dio Pane, llav, da cui/ litudine, parabola Sen. ep. 59, 6.
,
__^
Tiravwv
^.^.J'agg. 7Tavt/5,^
^.,_.,.,-.,-
-'-"''^^T
Negli scrittori di matematica una sezione conica. Deriv. parabolico Tiapaj^o/ixc; parabolano. Cfr.
parola.
ai
Ve-
Paracentesi,
7ra/>a-xVT/5<3t
puntura,
147
Trapa-Aoyw/xs
invocato, agg. vb. di TTa(5a-x)iw, paracletus Tert. de ieiun. adv. phych. 13.
Paralogismo,
sbagliato
,
calcolo
j
deduzione falsa
Trapa-vu/A^o,
[j/xfYi),
agg.
paralogistico.
Paradigma
^ii7//.a
paradimma,
rra/sa-
Paraninfo,
cosa
vb.
mostrata, esempio,
so la sposa
da SzUw/xi, paradigma la sposa al mRnio, paranymphus de anim. 43. Augnat civ dei 6, 9. Paradiso, izoLpiUirso^ parco, quindi Parasito, Trapa-utros chi mangia luogo delizioso paradisus Tert. presso altri alla mensa altrui, de monog. 16} agg. paradisiaco parasitus Naev. com 60; agg. parasitico parasiticus Plaut. Capi. TzocpxSei'sicc^i paradisiacus Alcim.
sost.
Tert.
Avit. 1,298.
4, 69.
che contro Pardo, 7Tp5o5, pardus Plin.8, (:3; cfr. pantera. l'opinione inaspettato e quindi strano, paradoxum Cic. titolo Parelio, nap-ZiUoi un secondo sole. d' un' opera. Deriv. paradossale, Fenomeno di riflessione per cui paradossare. apparisce un altro sole accanto al vero parelion Sen. nat. qu. 1 Parafrasi, Tra/sa-^p^crts l'esporre am11,2. pliando e dilucidando, paraphrasis Quint. 1,9, 2. Deriv. parafra- Parentesi, Trap-v-Sscrts frapposizione cosa stico, parafrasare. aggiunta in mezzo parentiesis in Rutil. Lup./?^. seni. 1, 17 Paragog'e, tta.p-oL-jwj-h ad-duzione, l'intromissione d'una lettera. aggiunta in fine di parola, 'paragoge Diom. 523, 19 K. agg. pa- Parisillabo, comp. ibr. pari-<ixjlragogico. Ix^oij parola d'un numero pari di
Paradosso,
Trap-^olov
,
Paragone, comp.
il
di nap e ycv, della pietra sulla quale si prova l'oro; poi in generale
sillabe.
nome
Parnaso, napvaTs monte della Focide sacro ad Apollo e alle Muse, Parnasus Verg. ed. 10, 11. vb. paragrafare. Isid. 1 , 20, 8 Parodia uap. w^ia canto parallelo od altro che lo imita, poi che ne Paralipomeni, Ko.^T.-Xtiv.ii.viv. cose omesse e quindi restanti, avanzi, imita la forma mutando il concon-fronto.
'paralipomena Hieron. ap. 53, 8. Paralisi, nv.p-l-o'sie, dissoluzione, rilassamento, paralysis Vitr. 193,
tenuto
di
solito
2\=nervorum
resolutio; agg paralitico TxxpxlvTiMi paralyticus Petr. Sat. 131 j vb. paralizzare.
scherzo; parodia Ascon. ad Cic. Verr. 1, 10, 29 replica; agg pavb. parodiare rodico 7TKp-w5tx5
gr.
TlOCp-OlSio),
Parallasse ,''E7rap-ana?js|differenza.
Indica la differente posizione di un astro veduto dalla superficie o dal centro della terra. Parallelo, Trap-a^/j/os l'uno accanto
pass
Niv.
lelepipedo Kv.pol-fil-ziziizih-J solido a facce parallele , parallelepipedum Chalcid. Tim. p.l8; parallelogrammo 7iapaX)-/3).-7p//./jio5 a linee
^a.r3i\ee,parallelogrammv,sGrow.-
vet.p.249,9.
Da parola venne Parlare (parolare, parabolare. Gap. Car. Calv. nostri seniores parabolaverunt simul et consideravcruntj. Deriv. parolaio , parlala, parlamento, parlamentare, parlamentario, ecc. Paronomasia, ri%p-o^)oit.v.ilv. leggera mo4ificazione di vocabolo, fig. ret.
detto, vocabolo.
stare.
Roma
Toma.
jta/j-o^usr/xs
Patema,
irritazione,
Parossismo,
vb.
mo.
ParOSSitonO, Tta/s-ol-rovos quasi OSsitono , parola che ha 1' accento acuto sulla penultima sillaba. Parrocchia, izup-ouia, propr. l'abitare dappresso, e dicevasi l'abitazione in paese forestiero. Poi
signific la coabitazione, il vicinato; quindi paroecia in S. Agostino ep. 261, 51 la circoscri-
Patereccio, vedi Panariecio. Patetico, TraS-vjTws commovente, /)atheticus MaiQvob.Sat.rr 2, 1. Patologia, e. m. 7ix^o-loyia^ dottrina delle malattie. (La forma antica era Tzx^ooyu/j). Agg. patologico,
Patriarca, Tzurpi-xpx-rn capostipite d'una famiglia o gente, patriarcha Tert. ad nal. 2, 10. Deriv.
,
zione
d'
mente detta
stesso
diocesi.
Per
forma
di cose e di
italiana dovrebbe essere pareca, nella stessa guisa che in francese paroisse. L'anomalia si pu spiegare in due modi: o che oi sia divenuto o come in diocesi
(cos vuole il Diez, p. 307), o che parrocchia venga direttamente da -nxpoxoi, che ha diversa etimologia; e veramente parochia trovasi in Hieron. ep. 51, 2 per circoscrizione di un paro^hus. Deriv. parrocchiale parrocchiano. Parroco, -ndpoxoi, fornitore, specialmente chi forniva i viveri
oiovAvsti,
,
anche
di
uomini.
Patrizzare,
-rtarpt^w,
patrisso Plaut.
Pseud
442.
da
tronimicum Donat. 373, 23 K Pausa, TicciJuti cessazione, pausa Plaut Pers 878; contratto posa, vb. posare, comp. riposo, riposare.
pa-
Peana,
Cic.
de
paean
all'esercito
in
marcia
{Tzxpixo
somministrare); parochus in Cic. ad Ait. 13, 2, 2 albergatore, in Hor. iS^ 1, 5, 45 il padrone di casa che d un pranzo. Nei tempi
cristiani
fu
detta
parochus
la
Pedagogo, rtato-avw/'s, chi conduce o dirige i fanciulli. Prima dicevasi lo schiavo che conduceva a scuola i figli, poi il precettore; paedagoyus Plaut. Bacch. IrS; astr. pedagoga, Trat^aywyta; ora la dottrina del metodo nell'educazione. Agg. pedagogico, -hxiSu'/oytx,-.
persona che distribuiva l'elemopoveri; poi signific chiunque avesse cura 'd'anime.
sina
ai
partic. di un verbo paedare, forma romana del greco -rrattiutv, educare. 11 primo signiPartenone, naps-svwv, tempio della ficato dunque di maestro eduVergine Athena, {Ttap^bjoi vergicatore. (Il Mahn crede che sia ne). Il pi famoso quello sulla derivato da paedagogus, ma vien acropoli d'Atene. confutato dal Diez, p 310) Deriv. Pasqua, ebr pesach passaggio uscita (dall'Egitto), 7Ta7xa, pasrha pedanteria, pedantesco. Tev.de hapt. 19. Deriv. pasquale, Pederasta, Trat^-s/ja^Tv^?, amatore di fanciulli. Deriv. Pederastia, t: iSzPasquino. Pasta, Tr7r/5, pasta Marc. Emp. 1. pacyria-j pederastico, rrat^i^ac-Ttzs,
Pedante,
Pegaso,
favole.
Ur.yxio:,
Pegasus
Quint 80
i49
agg. pegaseo, pegaseus CatuU. 55,
24.
alto,
quindi nel
tempio
^
il
pul-
pito.
v:\xyoi
Pelago 9
Pericardio, nspt-xApSto? che intorno al cuore; la membrana che lo avvolge. L'infiammazione PelicaaO) 7rj).s)tvoi pelicanus Hiedi questa dicesi pericardite. roa.brev.in psalm. 101. Pellagra 9 e ibr. di pelle-iypx, se- Perielio, e. m. Tcspe-vj^to; intorno al sole. Dicesi il punto in cui un condo 1' analogia di TzoSAypix. e
mare,
pelagus
Piauxt.Pers.ilS.
X^ip-xypoc.
Pena,
8, 3.
poena Leg. XII Tab. Periferia, Tz&pi-fptia. linea che gira Da poena venne punire [poeintorno, p^rip^ma Mart. Gap. 8,
Trotwi,
nire, Cic. rep. 3, 9, 15), punizione, penitenza, poenitentia Liv. 31 , 32, penale, penalit, penitenziere, penitenziario.
8>7.
PENTE >
cinque, entra in composti come pentagono, Trvraywvos di cinque angoli, pentagonus Grom. vet. p. 106, 24 pentametro, nvjrd'fjierpov di cinque misure, specie di verso, pentameter Quint. 9, 4, 98: pentapoli, Tt^vrTzolii unione di cinque citt pentapolis Solin, 35 pentateuco TTVT-Tuxo9 Opera in cinque volumi pentateuchus Tert. adv.
TrvTs,
r
Perigeo,
e.
m. mpi-yaioi, intorno
sottinteso T:epi-/j.zrpQ?^ linea che gira intorno, perimetros Vitr. WQ^ 27; agg. perimetrico. Perineo, izsp'vzo?, perineos Cael. Aur. chron. 5, 3, 59.
Perimetro,
ypxa/j.ri,
Periodo, TZipi-oSo? circuito, periodus Quint. 9, 4, 14. Deriv. periodico, TTspioStxj, periodicus Piin. 20, 15 detto della febbre; periodare.
di
Periostio, TTept-TTtov, membrana che sta intorno alle ossa, periosteum Cael. Aur. chron. 5, i, 5.
Peripatetico,
Tzzpi-Kxxoi
Trept-TTar/jTtxcJs agg. di dissero passeggio. Si peripatetici i seguaci di Aristotele dal costume del maestro di passeggiare nel Liceo facendo lezione nel pomeriggio. Peripezia, Trspt-TrTsta caso, acciden,
te.
Periplo,
zione.
TTEp^TT/ous
circum-navigacon,
Pepsina,
stione
sost. deriv.
(TTfjffw,
da
Tr^-t^
dige-
Perispomeno,
Trspi-ffirc/zevov
digerire), sostanza che facilita la digestione. Pergamena, uspya/jtyjwi , carta di Pergamo, citt di Frigia e capitale del regno degli Attalidi,2?er-
spomenon Macrob.
Peristaltico,
TreptiTTsXXw,
c?e diff.
peri' 4, 1.
di
Trspi-ffra^Ttx,-,
agg
gamena Pergamo,
stini.
Peritoneo
no,
utpt-z^jxiov
f50
^
consonante iniziale
disteso.
steso intordistesa intorno ai visceri; peritonaeum Cael. Aur. acut.3, 11, 142. L'infiammazione di essa peritonite. Perla fra le etimologie tentate
membrana
largo,
piattola. platino.
pillula,
(che sono pirula^ piccola pera, Piazza, pronunzia popolare di platea, vedi platea. Deriv. piazzale, perna, conchiglia, herul, piazzaiuolo. siriaco), il Grimm, propose il ger'm. herala, alterato da /5/;pu/" Pietra, nirpci rupe, petra Plaut. 5cc/i. 23. Deriv. agg. petreo, ueberillo, di guisa che sarebbe /o,-, da fonte greca. Non credo per TpcxXos, petraeus Plin. 20, 92, petroso. che a sostenere questa etimologia occorra passare pel tedesco, se la Pigmeo KDy/xoaoi, nome d'un popronuncia popolare di ,3/-p//o,polo favoloso di nani all'estremo dovette esser brulus brula mezzod. Significa lungo quanto
, ,
perula.
un pugno
-F.pii,
(ttuv/a/;).
Piloro, TTuz-op,-, portinaio, anche Non. 3, 163; Plin. 10, 100. Le meato inferiore del ventricolo, galUnae rusticae di Varrone r. r. pylorus Cael. Aur. chron. 2, 1, 10. 3, 9, 7 sembrano essere state per- Pinacoteca 7rtvazo-&-//xv5, luogo dove si ripongono i nici, il che vorrebbe dire che fino quadri (Titvaxsi). da quel tempo le pernici si al- Pinna ttiwk o Triva, pina Cic. fin. levavano in Italia. 3, 19. 63. Il Vanicek per la tiene come parola latina, per pitna. Persa, erba maiorana, il Mnage la deriva da tt^sc^wv o np7ov aglio. Comp. bipenne, (hi pinnis) hipenPernice
perdix
Varr. in
Persica
-acp^f/.v^
frutto persiano,
11,
1^.
nis Verg. Aen. 1, 135. Pira, mp rogo, pyra (da nup fuoco) Verg. Aen. 6, 215.
1
Piramide,
n.d.2y
r.xtpof.ijli^
pyrams
Cic.
piramidale,
piramidare. Petecchia, -tTra/tov, e T^irz/Ax, bollettino da attaccare con pece Pirata, Triparv;?, sost. da T.iipu.o, che arrischia avventuriere (-('tra), etcheUa pittacium Laber. pirata mim.Q\ Rbb. Ora significa una Cic. Rose. Am.oO. Deriv, piratico,
,
Pirite, T.upTr,;, pyrites Plin. 36, 138. Pezza, l'etimologia pi verosimile da TT^x, piede, orlo, lembo. Piromanzia, 7tupo-/aKVTita divinazione dal fuoco, pyromantia Isid. Piaga, -rz'i.Tiyri colpo plana Cic. Yerr.l, 51. 8, 9, 13. Pianeta, Tr/awir/j?, viaggiatore, er- Propo, 7ru/5-wT:;, d'aspetto igneo, rante, quindi le stelle erranti pyropus Lucr. 2, 803. contrapposte alle fisse, planetes Piroscafo, e. m. Ttvpo3b, barca Geli. 14, 11, 12. Deriv. planetario. a fuoco. Cos pure dicesi pirofregata pirocorvetta, ecc. Piastra, lamina di metallo, da /j.ncir:rpo-j^ (cfr. eiiipastro), pasPirotecnico, e. m. 7ivpo-Tiyviy.i resato a significare materie dure. lativo all' arte del fuoco. Usasi Da plastron, vennero poi piadei fuochi artificiali.
,
,
nialattia in cui la pelle coperta di maccliie rosse, quasi di brandelli attaccati ad essa; agg, petecchiale.
TizipuTi/.; piraticus Cic. Verr. 2, 5, 28; pirateria, pirateggiare. Pirico, agg, deriv. da Tzvp fuoco.
,
strone,
piastrello,
perduta
la
Pisside,
Trulla,
propr. scatola
di
-^ 151
bosso, pyxis Cic. cfr bosso.
Cael. 25,
,
Planisfero, comp. ibr. di planus e (jfopx^ proiezione della sfera terrestre sopra un piano. Pistacchio 9 TTtffTaxtoy pistacium Plin. 13, 51. Fu trasportato dalla Plastica, Tzlx7TiA-/}, arte di formare Plin. 34, 35; agg. Siria e piantato la prima volta {Kl'x'iao), plastice in Italia da Lucio Vitellio, legato plastico, TT^aijTtx;, plasticus Vitr. di Tiberio nel suo podere ad 8, 13. Dal sost. plasma derivano Alba; Plin. ibid. plasmare, plasmatore. Pitagorico, agg. da Pitagora, Uu^a- Platano, -n-Xaravo^, (rad. n\a.r, donde Kxrg ampio, largo), platanus ypui.
61.
di
Pizia,
iNot.
Cat.r.
tica;
pythonissa
il
Grut
p,
CLXXIV;
cosa
Pitocco,
TTTwxs
7r>.aTavt7To?.
toccheria.
Pittima,
sta,
nl.z/j.<x,
sovrappo;
coperta; medie, fomento epithema Scribon. 160. Pinolo, il Flecchia (A. G. 2, 316), lo raccosta a piron che in varie regioni dell'Alta Italia usasi per forchetta, e deriva dal neogr. -kusucchiello, f.oviov^ come TzzXpoq cavicchio. Ma il Caix (p. 134) sostiene la derivazione da epigrus, o epiurus che nel basso latino significa cavicchio.
sere stato conosciuto dai Romani per mezzo di Ateniesi Piin. 12, 6 , umbrae gratta ex alieno pentita orbe.
Platea^
%\oLxtioL
sostantivato ital. largo), platea Plaut. Trin. 840. Deriv. plateale. Ritirato l'accento, da platea venne la forma popolare piazza. Platino, vedi piatto.
(Cfr. l'aggettivo
Platonico^
tone.
7T).aTwvtx?,
agg. di Pla-
Ora
si
usa comunemente
come
Pizio,
pythius Hor. Od. 1, 16, 5, appellativo di Apollo. Pizia, IluSia, pythia Cic. div. 1, 19 la sacerdotessa d'Apollo a Delfo.
TTu&ios,
secondo
tone.
Pleiadi,
Placca,
u/xa, tavola, lastra. Dalla stessa radice, e forse derivato da Tr^a^, il lat. planca, tavola e l'it. palanca, palo diviso per lungo e che serve a fare il palancato o chiuso a difesa delle
-n/al, acc.
Tzlzichq^ figlie di Pleione e di Atlante, divenute secondo la favola una costellazione di sette stelle nel segno del toro. Il loro sorgere recava l'estate, il loro
porte; quindi spalancare, per togliere o sfondare il palancato II Littr deriva palanca da yaMyyta o ^).ayyat, bastoni rotondi.
Placenta,
Plagio,
Tr^a/ous-oOvTo?,
1
placenta
Cat. r. r. 76,
TT^ayto; sbieco, storto; quindi sleale, insidioso. In lat. piagium furto d' uomini il fare
,
beck deriva il loro nome da uJ-w, navigare. Ma il Voss riferisce questo nome a Trs>o//at, versori; il Pott e il Savelsberg lo identificarono a TXiziaSzi colombe , e quest'ultima interpretazione
,
pi generalmente
accettata.
sost.
Pleonasmo,
v^w
,
-nrXeovaff/x?,
,
da
Tr).o-
soverchiare
fig.
pleonasmus
seni 45; agg.
51,
1.
In
Pletora,
e.sser
TrXyj&ojpa
sost.
da
-k-Zi^o
fjLirpov^
misura
di superficie piana.
per
pieno, plethora, ISot. Tir. Kopp. p. 282, agg. pletorico. Plettro, 7T><ixT|5ov stroraento da
~
battere (TrXviuffw), n. d. 2, 59.
i52
plectrum
Cic.
Ora
si
usa per controversia. Pleura, nUupa lato, costa. Ora si Poliandria, TroXu-avS/s^a, connubio di donna con pi uomini (av^ps,-), dicono pleure due membrane del e la loro infiammazione Poliantea, Ttoivu-avarsta, propr. agg. petto fem. molto fiorente. Ora usasi peipleurite Tzvjpiti^ pleuriiis Vitr. raccolta di molte cose. 24. 15. Plinto, 7z).tv&oc mattone. Signific Policlinico , e. m. ospitale ove sono riunite pi cliniche vedi; clinica. poi il zoccolo quadrato sotto la colonna plinthus Vitr. 4, 7. Policromia, e. m. da -rzoiu-xpst/xcr. Plutocraza, Kou-ro-y.px'ricx. dominio pluralit di colori; agg. policro della ricchezza, governo dei ricmo. chi. Poliedro, e. m.d7ro/u-lpa, corpo di Pneumatico, jiviv^-umg agg. da pi faccio.
,
:
,
r:-j-j/j.x
soffio,
pneumaticus
Vitr.
ttvu-
Poligamia,
-///ia,
pluralit di
237, 6.
Pnenmonia,
Mvisc,
pneumonite,
connubi, spec. dell'uomo con pi donne, polygamia UQV.expos.in Ter.praef. agg. poligamo. di molte Poliglotto, TTO/u-v/ojTTo?
,
Podagra,
-KoS-.ypx
morbo articolingue. (tt^,-), podagra Polgono, r,ol-/^yfO'i di molti an10. goli, polygonum Censor. 8,
,
Podio,
TT^jov,
Polgrafo,'
grafico.
dell'arena,
teatro, poi ogni sporgenza o parte sollevata d'un edifizio, donde pog-
agg. pollraetrico.
e.
Poema,
sost.
-oir^fj-u
Ttotio),
componimento, Polinesia,
Plaut. Asin.
m.
di
tt^/'j-v^j^o;,
plu-
da
poema
ralit di isole.
174.
Polipo,
TTToiVt;
7To/y-7T5u;
Poesia,
Poeta,
composizione, poe-
pMypus
Mommsen,
Rom
dica che la forma latina fu presa dalla dorica tio.'j-ov^, e perci probabilmente dai Dori di Taranto
positore, poeta Plaut. Mil. 211. Deriv. poetico, -rrot/iT'./;, poeticus Cato ad M. fil. p. 83, 2 fem. poetica, Tzoi-nrty., r arte del poetare,
;
40.
tto/j-ijvSstov
Cic,
Tusc.
1,
1,
';
poe- Polisindeto,
capo
pi
al
Greci dicecorde legate tacolo vario, teatro per ogni speai capi inferiori della vela. Procie di rappresentazioni. babilmente poggia il plur. di- Politecnico, e. m.Gli antichi hanmin. ixQia.. no Tzo'j^-nyjog^ TToXu-Tx'-'iK, pluralit di arti. Ora istituto dove si Poggio, poggi uolo, vedi podio. Poledro, probabilmente da -wJ.tinsegnano pi arti. Sio-j, (e forse -u).(Bpto-j) dimin. di Politeismo, deriv. da rzo/-^eo;, di TTi/os cavallo giovano. Cfr. Diez molti di, sistema religioso che
congiunzioni, agg. vb. di <7uy-5w, polysi/ndeton Donat. 399, 4 K. Politeama, e. m. TzoXv-Bocy.x a spet-
vano
TzStc^ piedi, le
1, p.
327.
TxoUf^.i/.r,,
ammette pi
arte della guer-
di; politeista.
Polemica,
Politico
TTO>tTtxcJ,',
agg. da
-rtXi;
153
staio, politcus Cael. in Cic. fam. 1 . Fem. politica TroXmxv^ l'arte di governo.
,
8.
in Fab retti. Inscr. 750, n.573. Postema, vedi apostema. Prammatico, Kpoc/i/.oLrv/.i relativo
alla pratica degli affari (TTpy/iara)
governo
politia Tert.
ad Mart.
per7rv5u//.v,
Polmone,
izlt-iiw
ionico
pulmo
Polo,
pragmaticus Cic. Att. 1, 20, 1. Il femm. sostantivato prammatica indica la costumanza di rito.
Pratico, jzpa.-ATty.q atto ad operare, agg. da -Kpxisu; femm. sostantivato pratica.
Pompa,
7ro/ATc>7
accompagno, proces-
pomposo, pompegr^iare. Il Mnage deriva da tto/ativ anche pompa nel senso di macchina da spingere
acqua,
avanti.
dall' atto dello
difetto
presbitismo.
Prete,
spingere
Ponto,
399.
TTvTo;
Popone
dolce,
pepone,
maturo,
Tr^scr/Surspos pi vecchio, pre^ sbyter Tert. de bapt. 17. Nelle comunit cristiane i pi vecchi avevano uffici sacerdotali. Deriv. pretesco, pretino, presbitero, presbiteriano.
specie di cocomero, pepo, melopepo Plin. 19, 65. Fu portato a Roma dalla Campania;
poi
Prezzemolo,
num
7rcTpo-j).tvov,
petroseli-
Hehn p.275. Porfido, Txopfupoui purpureo, antic. questa specie di marmo dicevasi
Kopfrjpir-fi,
Priapismo,
Priapo
,
priapismos Cael.
Aur.
Prisma
upiV/Aa
gare), poi
agg. prismatico.
Pornografia,
Tzop-jo-ypxfix
lo scri-
Problema,
sost.
Kp-p:r,ij.a.
vere intorno a cortigiane, quindi scritti osceni; TTopvoypaoo? in Athen. 13, 567 b. Poro, Tzpoi meato, passaggio, porus Plin. 20,21,84; poi i pori nella
pelle degli animali, Isid.
80. Deriv. poroso, porosit.
\U
^,
Porpora,
Od.
problematico npop.-fiiMxmi problematicus Cael Aur. chron. 3, 3, 46. Proboscide, TTpo^ouxig proboscis Varr. . men. 490=:manus. Proclitita, Trpoz).eTtxv5 che s' inclina in avanti (7Tpo-x>tvw), parola che s' unisce strettamente a quella che segue cfr. enclitica.
, ;
prodromus
Proemio,
or. 3, S()
npo-oLy-ioy
pre-ludio,
{ot/^-n
canto epico)
TravTt'./uTTos
= exor-dium.
prooemium
Cic.
de
che fa cessare
Profeta, npof-riTrt; chi predice, propheta lui. Caes. Strab tv. fr. in
Fest. p. 229, 10.
Tzporfrirzict.
Deriv. profeza
profetare
9
154
Prosoda,
Tzpoa-wSix ac-centus,
;
pro-
prophetizo Vulg. Matth. 26, 65. Profilassi, 7Tpo-'^u).a?tg pre-cauzione, cura intesa a prevenire una malattia agg. proniattico. Programma, Kp--jpa.ixiiv. manifesto, programma Cod. Just. 1, 14, 3. cose Prolegomeni Tzpo-ityiJ.fjx
^
,
sodia Varr. la Geli. 18, 12, 8 agg. prosodiaco npoa'^Sixxi prosodiacus Mart. Gap. w. Prosopografla, TrpoffMTro-ypayta descrizione di persone. Prosopopea, npoacmo-KoUx personificazione, prosopopoeia Quint. 1 8, 3 /?c<a persmarum inductio.
Protagonista, Trpwr-aywvtTT/? primo attore. Aveva questo nome perch le rappresentazioni dramatiche erano a concorso (ycv) e garegprolepsis Charis.280, 1 K. giavasi per il premio. Prologo, -p-oyo^ discorso che preProtasi, u/2-Ta7t,' cede, prologus Ter. Andr. 5. proposizione, gramm. la prima parte del pePronao, -rrci-vao? avan-tempio, atrio,
dette innanzi, prefazione. Prolessi, TTp-vjft,' anticipazione,
pronaus
riodo.
Pronostico, Trp^-yvwTTix,- presciente, prognosticus Isid. 4, 10, 1, prognoslicum indizio del futuro Cic. de divin. 1, 8, 13.
Proteo, UpMTixji antico dio marino che trasmutavasi in tutte le forme; Proteus Hor. Ep. 1, 1,90. e. m. ibr. proteiforme.
Protesi,
thesis
7Tp-&75
Propedeutica,
7rp5-7iat5-:uT(//5
istru-
propylaeum
Propinare,
,
Cic.
o/f. 2,
17,
60.
Dom. 443, 1 il preporre lettera a una parola. Proto, npwTo; vale primo, ora direttore dei lavoranti. Entra nei
una
composti protomartire, protomedico, protonotario, prototipo, ecc. protologia la scienza delle verit prime.
premessa, pro-
-Kpa-rd-jw
bere avanti ad
;
Stich.
420
in a-
Ttpo-niTr,;
inclinato
,
Protocollo,
npoz-y.o'oi)
propr.
il
quindi pronto
disposto,
Altri jjropitius Plaut. Trin 836. crede che sia termine augurale
prospere pro-p-ius advolans (cfr. Ascoli KZ. XVI, Magazin di Hugo, VI, 132). 211, Vanicek p. 467). Il Weise p. 59 sostiene l'origine greca, Prugna, npoCi/j-vov^ prunum, Plin. 15, 13. derivato dal greco secondo perch se fosse parola latina, Lobeck, Hehn, Saalfeld, Ruge. pr sarebbe lungo, di che trovasi un solo esempio in Giovenale. Secondo il Weise p 80 voce latina, prono l'albero, prunus. Propontide, -po-izo-nii avan-mare, nome del mar di Marmara che PSEUDO, ^'--oo falso, nei composti sta prima del .mar Nero; propseudograna '|iu5o->pa'^t scrittura
, ,
romano,
foglio incollato sui rotoli di papiro, contenente la data e il nome dell'autore. Poi signific il nome riportato nei registri notarili ^vedi Tychsen nel Civil.
falsa pseudolatria ^^vjSo-ocrpzix pontis CatuU. 4, 8. culto falso, pseudonimo ^zuSProra, np'ytpx, prora Lucil. 20, 12; mutata la r in c?,"/liven ne proda. wvu/zov nome falso, ecc. Proscenio, npo-^/.-rrno-j anti-scena Psicologia, ^uxo-J.oyiu dottrina dell'anima. Deriv. psicologico, psicoproscaeniumPani.Poen.prol. 17. psicologismo. Da 'pux'n logista, Proselito, Tipo'j-Yi/.ur; sopravvenuto, quindi passato da una ^religione proviene 1' agg. psichico ifo^w,ad aL\ivai,proselytus Cic. pr Flacc. psychicus Tert. de pudic. 21. 28. Deriv. proseiiisiuo. Punire, vedi pena.
,
if>^
R
Rabarbaro,
pa.
barbarum
dalla
Reuma,
rere,
rheuma
costa
(cfr.
settentrionale
del
2, 2,
Ponto
118 b).
Lennis, Synopsis
122, 1; agg. reumatico psu/iarex; rheumaticus Plin. 29, 142; reumatizzare psvfj-xri^M rheumatizo Theod.Prisc. 1, 10; reumatismo
r.
46.
Ragade,
ture,
fenditure
crepapix^i
Rinoceronte, piv.xspw? col corno sul naso, rhinoceros Curt. 8, 9, 16, mostrato a Roma da Pompeo l'anno 55 a. Cr. (Plin. 8, 71). Di anche servo, cos all'opposto ranome era noto anche prima (cfr. gazzo da servo pass a signifiLucil. sat. 3, 9 Miill.) care fanciullo. Ragno, dal latino aranea Plaut. Riposo, riposare, vedi pausa.
o mantello cencioso , poi servo, e come itat; e puer significavano
Stich.
2,2, 24. L'etimologia di Risipola, pMni-Tizlai enfiagione rossa della pelle (lpu^-7rs>, cfr. Vaaranea fra le pi contestate. nicek p 502, 821). Secondo Corssen 1,6 4, Vanicek 54, Lachmann ad Lucr. 3, 383, Riso, pu^a, oryza Hor. sat. 2, 3, 155. Gli antichi lo usavano solo aranea derivato dal gr. /sx-'^)
secondo
Fick,
Weise
p.
75
nella medicina.
La
coltivazione
fu introdotta in Italia dagli Arabi Tuchhandler 5 voce latina. Restano in dubbio Curtius p.34l (Hehn p.440sg.) e loh Schmidt Vokalism. 2, 343. Ritmo, pu&//-? sost. da pu scorrere, di raRamolaccio^ p/zopaxta specie rhythmus Varr. in Diom. 513, 1 K. fano, armoracia Colum. 12, 9. Agg. ritmico pv^fiu? rhythmicus Cic. de or. 3, 49, 190, fem sostanRannicchiare, vedi ncchio. tivato ritmica pufjLtx-^ 1' arte o Ranno, pAi^vo^rhamnos Col 10, 373. dottrina del ritmo Rapsodia, p^m^Ix canto epico, rharhythmica Mart. cap. 9, 969. Da ritmo popsodia ISep. Dion. 6, 4; rapsodo trebbe venire anche rima, perch versus rhythmici dicevansi anche Refe, pa'f/g cucitura. (Havvi per i versi rimati della anche il germ. reif striscia, fetpoesia popolare. Ma la forma presenta non tuccia, a cui potrebbesi riferire). Regoliza, metatesi di Icgorlzia; piccole difficolt, laddove il germ. vedi liquirizia. rim, numero, molto pii vicino.
,
Resina,
germanica per indicare una cosa schiettamente paesana. noso, resinaceo. Ritorno, ritornare, vedi torno. Retore, pr/Twp oratore, rhetor mae- Rombo, p/Aj3o5 fig. geometrica e stro di retorica Cc.de or. 1, 18; sorta di pesce rhombus Hor. sat. 1,2, 16. Deriv. romboide po/jijSoagg. retorico, p-mopi-A^ rhetoricus
,
py)Tiv/5, resina Plaut. Mere. 139, Plin. 14, 120, resina condire musta vulgare ei ( Italiae ) est provincisque flnitimis. Agg. resi-
Italia
de or. 1 , 29; fem sostantivato retorica , pvjToptxv; 1' arte del parlare, rhetorica Cic./n. 2, 6.
Cic.
tiSr,i
rhomboides Gromat.
vet. p.
156
latino
runcare
runcus?) venne probabilmente da pyyxo? rostro, come pi tardi r uncina pialla da puxKvvj. Ronchizzare, per russare, da py/oi che ha lo stesso significato, rhoncus Mart. 3, 82, 30. Trovasi pure ronchare, ronchismus. Rosa, la derivano da pov Hehn
p 527, Vanicek Fremdwrter 45, Pott,2, 817, KZ. 5,528. E invero
passaggio di e? in 5 molto strano, sicch la credono parola latina il Saalfeld Ind. Vili, il Corssen 1,311 e Beitr. 506, Leo
il
Meyer KZ.
15, 12,
il
Sonne KZ.
Curtius
,
poSlof.
Sbato, 7a32aTov, sabbatum Hor. sai. 1,9,69. Sacco, ffax./.o?, saccus Plaut. Capi. 90.
Deriv. saccoccia, saccliegg^io, saccheggiare prop. ilporre nel sacco. Saffico, axTzfi/.-j agg. di Saffo, specie
,
Macrob. 5a^.
posto con
w5i
19.
2, 10; salmista.
hri
Com(|/)./ji-
salmodia
ep.
psalmodia Hieron.
harpagare, e
di
459 Saggio,
metro 22 K.
lldyio-j
sapphicum Serg.
rampicone
8?,
peso, il pesare, exagium Edict. L. Turcii Aproniaui praef. Urb. a. 362, a. Cr. (in
il
Gruter. 647, 6) sub exagio pecora vendere, vendere a peso; vb. saggiare.
barca togliendo il ramcon cui il barcaiuolo la tiene ferma alla riva. Muratori cita puramente pizi^zi-j strappare;
care
la
pone
a
salpare
,
sarebbe pi vicino
loipniti-j.
il
composto
Sagoma, cra/w/za contrappeso, sa- Sambaca aaii^^ri specie coma Vitr.239, 15. sambuca Plaut. Stick. 38 Salamandra, 7a).a//avopa, salaman- Sampogna, vedi sinfonia.
dra Piin. io, 188. Sulla origine orientale di questa parola vedi il Westermann Monatshefte 3 serie, n. 28, p. 395. Salir, secondo Saalfeld 71 e Ruge p. 11 dal gr. 'lciloi. Il Curtius, il
d'
1 .
arpa,
Sandalo, ravoa/tov, sandalium Ter. Eun. 1028. Per somiglianza di forma dicesi cos anche una specie di piccolo barchetto.
Sandracca,
aav5pxvj,
sandaraca
Vanicek, il Weise riferiscono Sanna, cczwa; smoi'fa contorsione del viso mostrando i denti, sanna ambedue le parole a una radice comune sval che in latino prese Pers. 1,62.
il
suffisso ivus.
<Ty7//a
Sarcasmo,
di a^TTw,
cot.py.oi.QiJ.oz
sost.
,
da
ffapxdJ^w
Salma,
peso,
sost.
sagma
Deriv. saimeria.
dilaniare le carni sarcasmos Charis. 276, 2bK =:exacerbato; agg. sarcastico aapxadTixj.
vapy.o-tfdyoi
di
che consuma
soma, da cui somaro, somiere, assomare. Salmo, 'iK//^.; suono, sost. da ia/Jw, psalmus fQYi.adv. Prax. 1 1. Dallo stesso verbo deriva salterio fa)-
provenne
carni, sepolcro, sarcophagus Plin. 2, 210. Sardonia, e sardonico, ascpovu? onice, sarda, specie di pietra preziosa sardonyx Plin. 37, 86. Sardonico, attrib. del riso forzato,
Tv^ptov
"psalterium Corn.
Scip, in
157
aapScanoi yXon gr. in Cic.
fam.
7,
26.
La forma
che
il
5iv05
orientale Sandan o Sardan. La leggenda facea morire questo dio Scarabeo e scarafaggio, a^apx^otXoi scarabaeus Plin. 11 99. Da questo sul rogo (cfr. Sardanapalo ed Er;
,
dalum Tert. Marc. 3, 1. Deriv. scandalizzare ajtavSuU^o scandalizo Tert. de idol. 7 scandaloso.
viene altres scarabocchio passato a significare macchia d'inchiostro come sgorbio da scorpio. Scartabello, vedi carta. ai Greci doveva parere orribile. Scena, jx/jw:, scaena Naev. com. 17. Deriv. scenico ffxvjvtxs scenicus Sarte, gr. med. lip-zio-j attrezzi di Ter. Hec. 8 sceneggiare comp. marineria, \iptiov Ducange, ^a/oscenografia T^^stv armare una nave. (7y.-/)-Jo-ypccfix propr. Satana e Satanasso, aot.zxvoLi voce pittura di scene , quindi scenoin 1 1 Vitr. Tert. 27 adumhraebr. oppositore , nemico , graphia de fug. et pers. 2. tio, forma; scenografo a/.-/vo-ypafO] scenografico (xxvjvoyioa^txs; scenario. Satiro, lirMpoi compagno di Bacco, Satyrus Lucr. 4, 578. Deriv. sati- Scettico, ffxsTCTtxs che riflette e inrico aocmpui satyricus Plin. 19, daga sottilmente, agg. da crxuTO/Aat; 4, 19; satlriasi uaTu/sc'affts satyriapoi miscredente, in quanto vuol sis Cael. Aur. acut 3, 18, 175 (Saesaminare i misteri della fede. Deriv scetticismo. tira ha origine latina, da satura^ e da questo 1' agg. satirico nel Scettro, ffxvjTiT/sov arnese d'appoggio, senso moderno). bastone, sceptrum Pacuv. 217. Satrapo, sarpin-/)^ governatore di Sclieda, (^x^S-n lista di carta, sost. da axi.S fendere, scheda Plin. 13, provincia nell' impero persiano, 77. Deriv. schedario. Dal dimin. Ksatrapnan, satrapa {satrapes, schedula, in cui la pronunzia posatrapi) Terent. Heaut. 452. Dalla polare omise l'aspirazione, venne superbia e dal fasto di quei gocedola. vernatori pervenne il significato
; ; ,
cole suirOeta) e le vittime umane che si sacrificavano a lui per celebrarne la fine si gettavano sul rogo sorridenti, ma d'un riso che
italiano di chi fa il grande, l'autorevole, e presume di s. Deriv. satrapla. Sanro, tra varie etimologie il Die-
Scheggia,
;
ax^Sia, sost. da a/iS fendere, dividere, schidiae Vitr. 180, 17 vb. scheggiare. Scheletro, ^xs/st; disseccato, sce-
fenbach KZ.
12,
79 propone
<sca>poi
letus,
Apul.
,
rfe
mag.6\.
figura
,
per apoi di Siria. Scafo, ffx'^05 (j/a^vj corpo incavato, barca (axarr Scavare) scapha Plaut.
Schema
^x'^fioc
schaema
Rud.
163.
<Txa>y3v5 zoppicante, ineobliquo, scalenus Auson.
Scaleno,
guale,
Rbb. Deriv. schenoatlco, ffx^yoiarix?, schematicus Mot. Bern. 29, 24 ; schematismo, ff^/J/^aTiff/A,-, sost. da (Tx/j/jtaTi^M figurare,
INaev. trag. 35
maniera figurata
di parlare, sche-
praef.ad
edyll. 13.
Ora
Scalmo
scarmo,
axaXy-;
caviglia
a cui si lega il remo, scalmus Cic de or. 1, 38, 178. Scamonea, sx.(x/x[jovix specie d' erba e succo che se ne ricava, scam-
Schizzo,
(syihoz
improvviso
fatto
dig. 14,
monia
Sciamito,
fili,
Scandalo)
trappola, tra-
Sciatico,
agg.
da
itixiov
158
coscia, ischiadicus, Plin. 23. 53} sciaiicus sofferente alle coscie , Plin. Val. 2; 37, fem. sciatica, sottinteso, malattia. Scilla, ffxta specie di cipolla, Scilla o squilla in Lucil. 4, 6, specie
di
^tvaTrt,
Senape,
Pseiid. 8,
aiva7Tt(T//s,
gambero,
(cfr. il
venez. schilla);
color rosso, atvwTcfa, sinopis Vitr.7, 7. Sepa, specie di lucertola, 5j;, seps
di
naviganti Seppia, cr/iTrta, sepia Plaut. Rud. 659. nello stretto di Sicilia, dirimSerico cr//pu?, propr. del paese dei petto a Cariddi. fra la Scizia la Cina e Seri Sciinia) simiay pare derivato da l'India. Il prodotto principale del naso schiacciato. Il Vaaii^-cj coi paese era la seta, e perci serico nicek, p. 975 congiunge smia a smilis, quasi fosse denominata signific di seta] sericus Hor. carm. I, 28, 9. dall'istinto d'imitazione ma con un segno di dubbio. L' conviene Serpillo, lp7ruX>ov, specie d'erba da
XII,
che
divorava
con ae/x?, non con similis. Scirro, a-Aifipoi ogni corpo duro,
agg.
!7Xl/jpc.
(^yj'y/j.x
la
forma
specie
Scisma 9
Sesamo o sisam,
,
nhicf-iio-i,
da
t^c^w,
schisma
schismaticus August.
1
1
,
di pianta sesamun PI. Poen. 319, Plin. 19, 96 sesima ab Indis venit.
quaest. in Matlh.
Sesta,
altri
Scoglio, ffx7T).05, scopulus Enn. ann. 223. Scoiattolo, dim. di T/.iovpog, sciurus Varr. LI. 8, 68, probab. dalla
vb. di ?uw levigare; masch. sesto, ^U7T5, si disse anche il colonnato col suolo levigato, xystus Cic.
si confonda con che risale a sistere). infiammazione Sfacelo, n'y-xAiloi delle parti carnose, cancrena. Il Caix, p. 154 ricorre senza necessit a sfracellare, che risale a flagellare, e spiega sfacelo con la falsa etimologia da sfasciare. Sfera, oa^apot. palla, sphaera Enn.
Att. 1, 8,
2.
(Non
pesce,
sesto, ordine,
meta. Scordio, sxpSio-j, specie d' erba, scordion Plin. 25, 63. Scoria, W|Cia, scoria Plin. 33, 69. Scorpione, i-Aop-nU-j scorpio Cat.
^
Dom.
19
mira, scopus
Suet.
\r. 158
gnificare macchia d' inchiostro. (Cfr. scarabeo). Scuola, c7xo>v5 ozio, riposo, tempo libero, specialmente dagli affari pubblici, poi occupazione letteraria, trattenimento scientifico, sd ola Cic. 2 use. 1, 4. Deriv. scolastico , scholasticus '^'/^olot.iTVMi Varr. fr. Tac. or. 35 scolare, sco,
;
ricus Macrob.
Somn.
Scip. 2,
14,
sferoidale, sferisterio,
cr'^atptc7TV57iov,
luogo da giuocarc a
Plin. ep. 2,
palla, sphaeristerium,
17.
12.
Tiity?,
Sfinge,
337.
laresca.
Sfintere
^ihvr^
,
af lyxxp
,
sost.
da
fsfiyy^
Sedano o sciano,
Apul. herb.
8.
selinon
stringere
chron.
2,
159
ret. syllepsis Donat. 397, 23 K. che un fermaglio che le donne Sillogismo av-oyia/j.i, com-puto, portavano al braccio sinistro Plaut Men. 3, 3, 4. La forma pospecie di ragionamento, syllo,
gismus
stico
,
Geli.
1 ,
2.
Deriv.
,
sillogi-
Sfragistica,
yi's,
^'^paycTTi/yj
sigillo, usasi
7xt/x|3?,
archeologico dei
sigilli.
Sghembo,
picante
,
(Hesyeh) zopaccoscia.
Il
che
s'
Diez
preferisce
Siluro, ailovpo, specie di pesce, silurus Lucil fr. 4, 7 M. Simbolo, au/z-^o^oy contrassegno, bliquo, sghembo). symbolum, Plaut Pseud. 648. Deriv. simbolico, (ju/x|3oXtx?, symboSgorbio, vedi scorpione. licus Charis. Sibarita, abitante di Sibari, SjSapt?, 160, 21 K; fem. citt antica sulla costa lucana, arte o dottrina dei simbolica molto voluttuosa agg. sibaritico. simboli; simbolismo, simbolegSibilla, crt^ua, probabilmente pagiare. rola dei Greci d'Italia, ma adot- Simmetria, nv^u.-i^^-cpioc, com-misura,
,
il germ. slimh, sbieco, perch pi vicino di significato. Sghimbescio dev' essere formato da sghembo con un'altra parola. (Per hescio cfr.il frane. 6m^5, o-
anal. post. 1, 9, p. 350. Silografia, e. m. |u>o-vpa'^ia, stampa su forme di legno (?u^ov); agg.
silograflco.
tata dagli altri, perch trovasi in Aristofane e in Platone Phaedr. p. 244. Sibylla, Verg. Aen. 3,
zione,
symmetria
Vitr.
12, 14;
agg. simmetrico.
Deriv.
simpatico,
simpatiz-
zare. Sicomoro, avK-ixopoi, comp. di fico e moro, sycomorus Cels. 5, 18, 21 Simposio, <7u//-7Tfftov, il bere inSidro, oiy.tpv., specie di bevanda di sieme, convito, banchetto, symfrutta, sicera Hieron eiJ.b'2, 1. posium Apul. Apol 57; agg. simSifilide, titolo dato dal Fracastoro al suo poema sulle malattie veneree. L'etimologia ignota, ma l'aspetto della parola greco.
poslaco.
amore altri dall' arab. es-siflon di c!i>vuoi.-/fj.x transazione, conche sono i due pianeti Venere e tratto. Mercurio. Sincope, <7^jy-y.on-n, l'abbreviare taSifone, atfwv, corpo forato, tubo, gliando nei Gramm. il togliere una sillaba in mezzo di parola; sipho Lucil. 22, 3 M. Da questo il Mnage fa derivare fogna; la syncope Charis, 278, 1 8 K. forma intermedia sarebbe sipho- Sincretismo, ^uy-zp/iTtc^/x;, unione nia. di pi parti. Secondo Plut. de Sillaba, ffuX-^a|3v? comprensione, frair. am. 19, il nome verrebbe dai Cretesi, KpvjTcs. Poi sistema syllaba Plaut. Bacch. 433; agg. sillabico syllahicus a^AlupiMi neoplatonico in cui erano fuse Prisc. de acc p. 528, 22 K; masch. pi dottrine diverse. sillabo, (Tu>/ai3o$, syllahus regi- Sincrono, ruy-xpovo?, con-temporastro, August. conf. 13, 15 = inneo, synchronus Hieron. praef. dex. in 12 prop/i. Deriv. sincronismo, sincronisti^O, Sillessi, ^v^-J^jf 5 comprensione, fig.
5
Sinagoga, ^uv-ayo'/vj', riunione, sindgoge Tert. de fug. et pers. 6. Sinalefe^T'jv-a^ot'^v), fusione (comun. Letteralmente au-fUi, vorrebbe di due vocali in una sillaba), sydire canna porcina. Alcuni la denaloephe Quint. 9, 4, 109. rivano da avfji-'fio, unirsi in SinallagmatiCO, 7Uva>>a7//.aTcy.5, agg.
Sindaco,
160
I
il
auv-Stx.os avvocato, syndicus Gai. dig. 3, 4, 1,1; attore, avvocato del fisco, di societ o Deriv. sindacare, sindacollegi
calo, sindacale.
Sintomo,
ffu/A-TtTw//a,
Sinderesi, crjv-Tv=p/,pt,- osservazione, poi rimorso di coscienza. La parola fu cominciata ad usare pi'obabilraente nel secolo XVI.
cide, accidente,
fjU'j.Tzroyij.a.ruoi
symptoma, Ori-
La
rf
t corrisponde alla pronunzia moderna. Sindone, (ti-jcv stoffa fine dell' India, sindon Mart. 4, 19, 12. Da sindone derivano le forme po-
per
teatro, cons. 6,
siparmm
1
(Il
Sineddoche,
auv-i/.-oxv,
il
com-
voce ibr. sub t^poi il Pauli la deriva dalla rad. osca spa). Sirene, '^uprrjn, sirenes Cic./?n. 5,
18. prendere insieme, fig. ret. per cui una cosa viene indicata com- Sirima, coda d' una strofa, apixa. strascico, syrma Valer. 1. prendendola in un' altra p. e. la parte pel tutto; synecdoche Quint. Siringa, '::~^[a-/1 canna, sytHnx Ovid.
;
niet. 1,
Sinedrio,
fj-rj-ipio-j
il
sedere in-
sieme, seduta d'un consiglio, di un'assemblea, ecc. synedrium Arnob. in psalm. 103. Sineresl, ^uv- t'osai,-, contrazione,
Sirio, 'yiipioi canicola, sirius Verg. geo. 4, 4l'5. Sirte, 7:pTt,-,5//r<wPlin.37, 10, 67. Sisaro, '^iaa.po-j specie d'erba, siser Ysirv. 1.1.8, 48.
Sisma,
7',7^u,-
scuotimento, agg.
,
2,
3, 41,
Una
forma popolare
,^
\
\
\
^i
sanipogna aduSinodo, a-j-ooi convegno nanza, synodus Amm. lo, 7, '7; Sistema, aJam/Mx cosa composta, rasy stema Mart. Gap. 9, 947 ^.gg ^iuodale. tio, disciplina, ars.; agg. sistemaSinonimo, cruv-ojyu//o,', che ha egual tico, tj-jaTrifLccTu? nome; poi fu detto di due parole systematicus che indicano la stessa cosa; sy^Mar.Vict.p.57, 2 K. de Front, 327. cru7To//j nonymum contrazione, agg. elog. p. Sistole,
,
sismico, relativo alle scosse. Entra nei composti mod. sismografo stromento che segna le scosse sismografia, sismologia, dottrina delle scosse terrestri.
,
Deriv. sinonimia,
cr'jvwyj/;,ta,
syno-l
l
sistaltico
!7U7Ta),T(x;
systalticus
''--nymia
Aq Rom. de
-
sinonimico
Sinottico,
Ora
si
usa, come
attr-ibuto
di
Mart. 9, 994. E il movimento opposto a diastole. Sistro, f7trcTpov stromento da scuotere (ffscw), sonaglio di rame o bronzo, sistrum Verg. Aen. 8,
696.
tavole storiche, statistiche, ecc. in cui sono riuniti pi dati. Sintassi, ^jv-ra'^t;, co-ordinazione
Smania, vedi mania. Smeraldo, iixipocyQOi smaragdus Lucr. if, 805. Provenne dall'India;
,
sanscr. marahata.
Smeriglio,
'sij.xjpi^
of>.ipig,
(^/jiaw,
Sintesi,
sis
7Jv-&-5tc
com-posizione,
oggetti, synthe44.
riunione di
pii
Stat. sylv>. 4, 9,
Poi riu-
161
Plin. 32, 36. Deriv. spasmodico, spasimare. Spatola, vedi spada. Spelonca, sTty^^uy?, spelunca Lucr.
1,
Smorfia; forse da /^op^>^, alterazione della forma. Socco, 5U)c;<o? specie di calzare, soccus Cic. Rabir. post. 10. Usavasi dagli attori comici , e per ci indica pure la comedia. Sofisma^ (7fi<Ty.x trovato prudente o scaltro, sophisma Sen. ep. 45.
Sofista^ fTOfiuTYii savio, maestro, sophista Lucil. 15, 13; agg. sofistico, in Geli. ffoyt(7Ttx$, sophisticus Tiro 7, 3, 35; scosti care, soflstlctaeria. Solecismo, aoioiy^iaiJ.<i. Gli antichi
.
348.
(jnp/ia
Sperma,
seme
sperma
Sulp. Serv. chron. 1, 11; agg. spermatico, amp/xaru^f spermaticus Cael. Am. cwif. 3, 18, 180.
a-Kiloi
macchia
chiato.
mac-
derivano questa parola da Soloi, citt di Cilicia e colonia degli Ateniesi, dove gli abitanti, dimenticata la purezza della patria fa-
Spitamo,
ffTitS-a/Avj
spanna.
vella
parlavano
commettendo
molti errori. Significa modo errato, principalmente nell'unione delle parole; soloecismus Lucil.
9,
Soma,
2 M. vedi salma.
Sporadico,
crTropa^txs
disseminato.
Sonco,
spongia Cat. r. r. 13, 3; agg. spugnoso. Sorite, sopdzYii^ deriv. da sMp? S(|nilla, C7xt.a specie di gambero, Scilla cfr. mucchio, specie d'argomentazione, ; squilla Lucil. 4, 6
syxoi specie d'erba, grispignolo, sonchos Plin. 22, 88.
Spngna,
^Tcov/ta,
sorites Cic. div. 2, 4, 11. Spada, anidri, spatha Col. 12, 42, 3. Dimin. spatola, spaiula Apic.
4, 3.
Scilla.
Stadera
Hieron
deraio
^raT/jp
pesatore
stater
Da
8, 13.
strappare),
mim. 6 Rbb.
spado
Pubi.
Syr.
Stalagmite, deriv. da oxa.yi.Uj gocciatura, materie calcari accumulate sul suolo delle caverne dalle goccie dell'acqua che stilla attraverso le roccie. Stalattite, concrezioni calcari simili alla stalagmite, ma pendenti. Statica, cTTaTtxv?, antic. l'arte di pesare ; ora la dottrina dell' equi librio dei corpi (dalla rad. rra,
Sparlo, T7tpo5, genere di pesce, sparus Cels 2, 18. La forma itastare). liana viene dal dimin. sparulus. Stearico, agg. di u-ciap sego; la materia dicesi stearina. Sparto, andpToy, specie d'erba, di cui si facevano corde, spartum Stefano, ar^avos corona, divenne Cat. r. r, 1 35 , 3. Dovette essere nome proprio. noto ai Romani fino dalla seconda Stemma, 'sxiij.fxx corona, sost. vb. di iTT^w cingere, stemma Sen. guerra punica, Liv. 22, 20, Plin. 19, 26. Gi Pacuvio conosce oghenef. 3, 28. getti di sparto, 251, 385. Stenografia, e. m. arsvo-y/sa^ia scrit.
Spasimo
Zambaldi
Le parole greche.
162
stramberia, strambotto
specie di poesia che probabilmente violava qualche regola o la giusta misura del verso. F. Pasqualino spiega invece: ut innuatur deflexio a vera signifcatone in malam partem accepta. Neil* uso comune ora significa errore
, ,
Stentoreo, agg. di Stentore, personaggio omerico che aveva fortissima voce, 11. V, 785, stentoreus Arnob. 2, p.97. STEREO, axzpzi solido, eatra nei
composti, stereoscopio, ':xzpzo-'^y.ocui si vedono rziio-j, strumento su in rilievo immagini piane, agg. stereoscopico: stereometria aTipiodi corpi solidi, asTpia, misura agg. stereometrico, axzpioi/.trpiy.i: stereotipo, e. m. a tipo fsso, cio
sproposito.
Strangolare,
forma tipografica
deriv.
fssa,
:
stereotipia
solida; stereografa ,
solidi,*
Stratagemma,
Att. 4,
2.
propr.
l'arte di
disegnare
agg.
stereograflco.
Strategia, arpaT/j/ia, modo ed arte Sterno, crT-ipv^v, petto. di condurre eserciti strategia Stetoscopio, e. ra. ^.zr;^o aMTtiXov, Plin. 4, 40; agg. strategico, ffrpastrumento per esaminare il petto. Yvoniin. strat. Tr/'//.g, slrategicus Stimmate, nxi/ixv.-zx punture, marpraef. lib. 'i. chi, sost. vb. di arCCo) pungere; poi i segni delle cinqae piaghe. Strega, vedi strige. Stoico, (7Twf/.i,-, filosofo della c^toz o Stricnina, estratto dello axpyyoi di morella, pianta velenosa. portico. Hos era detta la scuola Zenone, il quale aveva insegnato Strige, 77pi? o TTpi'v?, uccello notnella celebre 7To -Kouilri d'Atene, turno, barbagianni ( crpiy-rp^^w, Stoicismo il sistema. stridere), sirix Plin. 11, 39, 95. Su questo animale correvano molStola, c-To/vi vestito, costume, stola te superstizioni, raccolte da Ovid. soprabito lungo, Enn. trag. 134. Poi indic il vestito femminile. Fast.Q, 133. Gi-ande caput, stantes oculi rostra Stomaco, <:xixoL-/pz. stomachus LuCanilies pennis, apta rapiiiae cil. 4, 21 M. L'agg. stomachico diNocte unguibus haniu.s inest. venta per eufonia stomatico, che volani puerosque petunt nutricls veramente sarebbe agg. di 'yr/j-x, Et vitiant cunis corpora egentes, bocca; vb. stomacare. rapta suis. Carpare dicunlur Et plelactenlia viscera rostris, Stoppa, cTTJTrTiv;, sluppa Lucr. 6,
,
,
8ya. Deriv. stoppino, stoppare. Storace, balsamo che si trae dallo cTjpa?, storax Solin, 33, 10.
num
Storia,
b-ropi'a,
propr. investiga-
zione, historia Plaut. Bacch. 158Deriv. storico, (jroptz;, histovicus Cic. Brut.'', 286; istoriare, comp. istoriografo, l'jropt.oypu.voi scrittore di storie, historiographus Capitol. Gord. iun. 21, 4; istoriografla,
l-~op'.o--jpv.'iioi.'^
Da queste superstizioni s' intende come dallo strige abbia avuto origine la strega, che appunto rapiva i bambini e ne succhiava il sangue. Striga Apul.
met. 5. Deriv. stregare, stregone, stregoneria.
Strofa,
(jTps^v;
torcimento, conver-
Istoriograllco,
hTOpl'j-jp'X'jVM^.
sione, probabilmente la conversione del coro al termine della strofa per tornare al suo posto
Strambo,
'^zpot.^i contorto, losco, strabus Varr. sat. men. 344, straho Lucil. sat. 21, 8 (ffTp,8wv). Deriv. strabuzzare cTpacjSi^w
M
,
Strombola,
agg. stronco, uTpo-^t/.s. arnese da scagliare sassi, ruota idraulica, poi per la
163
;
da
Struzzo^ (TTpou&twv, struthio Capitol. Gord. 3, extr. In Plaut. Pers. 2, 2, 17 passer marinus. Stroppa, (jrpfoi cinghia o corda StuolO} <7T>o?, spedizione, specialmente marittima, flotta, quindi contorta, struppus Liv. Andr. Od. ti. In Isid. ortg. 19, 4, sono le le persone che fanno parte d'una strisce di pelle o di lino che lespedizione, stolus, Cod. Theod. 13,
vorticoso, 117, una specie a chiocciola.
,
un tappo.
un coperchio,
di conchiglia
5. 7.
T
Talamo,
^ufioi, propr. stanza interna della casa; poi camera nuziale, thalamus CatuU. 61, 188.
Teatro,
^sar/sov,
luogo di spettacoli
,
Talento^ TsJ^avTov, bilancia, poi un Teca, &r]xv3 ripostiglio (Ti-&v;-/At peso e una somma di denaro porre), theca Varr. r.r. 1,48, 1. corrispondente a quello talen- Tecnico, txvx? relativo all'arte, tum Plaut. Cure. 64. Dal signifiagg. di TSXVV2 arte, technicus Quint. cato di peso provenne nelle lin2, 13, 15, maestro d'arte. Deriv. tecnicismo tecnologia gue moderne quello d' inclinacomp. tecnologico Texvo-^o'/ia tsx^ozione, voglia. Da quello di denaro venne l'altro d'ingegno, quasi di ^oytxs. tesoro che uno porta in se. Teda, il Saalfeld e il Fleckeisen,
, ;
Tallo,
cUi,
gambo
verde,
ramo-
(Jahrb.
f.
Phil.
90, 11),
la
de-
TapinO)
TaTretv?
disteso a terra; vb. tapinare. Tappeto, TaTTvj,-, tapete Plaut. 5ic/i. 378, (rad. tapy distendere, spiegare). Deriv. tappezzare, tappezziere, tappezzeria. Tarso, raps^, la parte piatta del piede fra il calcagno e le dita. Tartaro, ruprapoi luogo oscuro e profondo negli abissi della terra,
rivano da ^5 SocSi. Il Tuchhndler, p. 26 incerto. 11 Corssen 1, 372, 2, 1012, il Pick 7, 105, il Weise, p. 81, la credono parola
latina.
TELE,
T^/,
lontano; agg. telescopico. Tellina, -czlio-n specie di conchiglia marina, lat. mitulus.
Telonio, rsi-wvstov e
Taumaturgo,
s-au/jiar-oup'/?
opera-
tore di meraviglie, antic. prestigiatore; pi tardi santo miracoloso. Tautologia, TauTO-/oyia, il dire la stessa cosa, ripetizione, tautologia Aquil. Rem. de fig. Sent. 39.
\\
ufficio di riscossione,
dogana,
te-
loneum [-ium) Tert. trfoM2. Tema, &s/*, cosa posta o proposta, sost. vb. da S-s (Ti&yj/At), thema Seu;
contr. 3, 20; agg. tematico, Ss/^aTtX^?.
Zadibaldi
Le parole greche.
Temolo,
164
TIX5 , theoreticus Fulg. myth, s= contemplativus. thymallus Ambros. Henaem 5, 2. Teniaj -ratyta benda del capo, tae- Terapia, ^pandu servizio, coltura, cura di ammalati; agg. terapeunia, Enn. trag. 69 V; quindi ogni
lunga e stretta, nastro, fettuccia, e finalmente una specie di verme. TEO5 2r;, dio. Deriv. teista che ammette Dio; teismo, sistema teostriscia
tico, .S^yjpausuTtxg;
S/jaTTuTtx/j
,
fem. terapeutica,
il
l'arte
modo
di
curare.
Teriaca
triaca^
s-vj^iax,
cose re-
specialmente velenose. Poi mezzo contro i morsi di serpi velenose; theriaca Scribon. 163 Teodoro, Timoteo, Fioteo, ecc. e nei seguenti composti: Terme, thermae Cic. Yerr. 2, 2, 35, 86 l'agg. fem. plur. '^tpjj.oi.i, Teocrazia, ^to-y.puTiu, signoria di calde (int. aquae). Erano i bagni Dio, poi governo sacerdotale agg. teocratico: teodicea, e. m. zo-Sicaldi, che i Greci significavano col neutro plur. 'ipi^. (int. vSara, xaia dottrina della giustizia teoacque) agg. termale. logica poi di Dio e de' suoi atcaldo, entra nei tributi; teofania, &io-yavta feste TERMO, '^tpiiM a Delfi in cui mostravansi le composti moderni termometro, misura del calore, ^ipij.-ixzxpo-j immagini degli di. Nei Cristiani la festa dell'apparizione di Critermologia agg. termometrico dottrina del calore; sto: teogonia, &-:o-yovta genera"btpiJ.Q-lo'jiv. zione degli di; agg. teogonie; termoscopio agg. termologico strumento per osteologia, ^co-loyici dottrina della iip/j.G-!7y.oriiXo-^ servare il calore agg. termosco divinit, iheologia Varr. in Aupico: termo-dinamica, &ip//o-5uvagust. ciu. dei 16, 5; teologo, zoijMYi dottrina degli effetti mecca/'/os, theologus Cic. n. (i. 3, 21 nici del calore: termidoro, &sp53; teologico, ^loio-jui, tieologicus Amm. 16, 5, 5; teosofa, ^toy.o-jpo-j datore di caldo, il mese co'^ia sinonimo di teologia. d'agosto nel calendario della reTeod[olite5 strumento che misura pubblica francese. l'angolo di due visuali riportan- Tesi, &^5t5 posizione, quindi il dolo all'orizzonte. La prima parte proporre, thesis Sen. rhet. con(3-*3|5ta,)
entra logico che ammette Dio nei nomi proprii Teollio, Teodato,
5
trov. prooem.zzz propositum. composto da&sa-o/xat, guardare; la seconda oscura; chi ci Tesoro, ^vj^aups, thesaurus Naev. trova Si via, altri Ut^oi lunin Geli 1, 24, 2. Deriv. tesoriere, tesoreria. go. N l'una, ne l'altra derivazione soddisfacente. Teurgia, S'so-spyta, ^loop-^ia. operazione divina, poi specie di magia, Teorema) S'swp/j/Aa, cosa osservata, sost. vb. da ^zupio), quindi il rievocazione di spiriti theurgia sultamento d'una ricerca scienAugust, civ. dei 10, 10; teurgo,
,
I
del
tifica,
theorema
zovpyi,
theurgus ih
= esorcista
Teoria^ ^^opix^ osservazione, quindi cognizione e trattazione scientitheoria fica, opposto a pratica Hieron. in Esech. 12, 40 cogitatio, nodo. Deriv. teorico, Sriopi;
agg. teurgico, ^sc^ jo/t/c, theurgicus ib. 10, 9. Tessera, v'ha chi lo deriva da rsaapa, quattro, e indicherebbe il
l'etimologia incerta, p. 26 ). Il Vanicek, p. 274, lo trae da tensera, cosa
;
dado
(
ma
cfr.
Weise,
X5,
theoricus Mythogr.
lat. 3,
1 1
= contemplotio
,rad.
; teoretico, ^io)p-n-
165
acut. 2, 15, 93; e. m. tipografia, TTRA9 riTrocpoc. quattro, entra nei TUTTO -7|5a(pta, scrittura a tipi, tipocomposti; tetracordo, nrpaxop^o?, strumento a quattro corde , tegrafo, tipografico. trachordos Varr. Sat. men. 458: Tiranno, Tupawog, principe assoluto, tyrannus Plaut. Pseud. 703. Detetragono, Tsrpa-ywvos a quattro riv. tirannico, Tupawt/.s, lyranniangoli , tetragonus Grom. vet. cus Cie.leg. 1, 15, 42; tirannide, 219, 2; tetrametro, rc.rpx-iic.rpov verso di quattro metri, tetrameTupavvt',, tyrannis Cic. Att. 14, 9, ter Diom. 506, 28 K; tetrarea, 2; tirannia, rupx-jvia: tiranneggiarzrp-pxn'i
clies
,
propr.
d'
signore
quarta parte
Cic.
un paese,
della tetrar-
Att. 2, 9, 1 ; astr. tetetrasillabo , rzrpx-avX/aj2o5 di quattro sillabe, tetrasyllabus Frsc.de acc. p. 126, 19 K; tetralogia, nrpx-loyicx. il complesso
trarchia;
Tiade,
9-y5
furiosa
baccante
thyas Not. Bern. 45, 65. Tiara, rtapa, cappello orientale, tiara specialmente persiano Plaut. Pers. 463. Tiaso, ^i70i^ riunione in onore d'un dio, specialmente di Bacco, thiasus CatuU. 63, 28. Tifo, vedi tufo.
,
Tirso, verga bacchica circondata d'edera e foglie di vite, che terminava in un cavicchio di fico, thyrsus Att. trag. 239 Rbb. Dalla pronunzia popolare thursus o tursus venne torso, col significato generale di fusto di pianta vestito all' estremit di foglie e fiori, come quello del cavolo. Tisana, TrTwayv?, ptisana Varr, Sat>
men. 318.
Tisi, f^tryii consunzione (y&i'vw, consumare), phthisis Cels. 3, 22,
Vitr. 24. 15; agg. tisico, f'^iaiKi, phthisicus Vitr. 60, 20. Titani, TtTavsg, antichi di figli di Uranos e Gea (Terra), immaginati come grandissimi e fortissimi. Perci titanico usasi per
Tigre, riypiz, tigris Varr. 1. 1. 5, 20, lOO. Una tigre fu donata da Augusto in Samo da un'ambasciata indiana l'anno 18 a. Cr. (Diom. 54, 9). A Roma fu veduta la pri-
enorme, smisurato.
Tomba,
Tomo,
tu/ajSo?,
ma
risleph. 11,9.
T/Ao;
volta
r anno
12 a. Gr. (^Plin.
sezione
taglia-
8, 65),
re), parte di un'opera. perch prima non si pot prenderla viva (VarrJ. Z. 5, 100). Tonno, ^Ovvos, thynnus Lucil. 1, Gli Ateniesi per ne aveano ri34 M. cevuta una molto prima da Se- Tono, Tvog, tonus Caecin. in Sen. leuco (Athen.l3, quaest. nat, 2, ^6 agg. tonico. p.590)._
;
Timiama,
sost. vb.
^u/Aia/^a
aroma, incenso,
abbruciare,
18,
da
Brv/xKku
thymiama
timo.
Cels. 5,
(-0"),
di
Topazio,
9-U/A05
rizx>;o;^
Timo,
thymus {-um),
,
107.
Timpano,
Topica, romm, agg. da r-no^ luOgO, la dottrina dei luoghi o argoPlaut. Poen. 1306. Deriv. timpamenti oratorii, topice Boeth. in nista. Cic. top. 1, p. 276, 37 B. La forma italiana per deriva pi proTipo 9 TUTtos , impronta battuta babilmente dal neutro plur. ro[rTz-rm, battere), forma, modello, titolo di un' opera -nui, topica typus Cic. Att, 1, 10, 3; agg. tidi Cicerone. pico, TUTTtxs, typicus Cael. Aur.
Yerg.ecl.b, 77.
Tu/ATiavov
tympanum,
Topografia)
di luoghi,
izo-ypckfog,
f66
rpuTtavov,
(rpyTrav).
To:ro-yp'^ia
descrizione
Trapano,
perforare
sulla
stromento da Probabilmente
topografico. Torace, &wpa? difesa del petto, corazza, thorax Verg. Aen. 10, 337.
significa toracico.
forma italiana influ l'etimologia popolare da tra, trans. Deriv. trapanare. Per aferesi anche pannare, bucare, forare (Caix,
131).
Ora
il
Trapezio,
rpaTr^tov,
dim. di
;
TpTis^a
Torneo, tomeamento, vedi torno. Torno, rpvo;^ tornus Verg. geo^ 2, 45y. Dalla pronunzia francese [tour] venne turno. Deriv. lornare, propr. volgerecome iltorno^
'
tavola a quattro gambe poi fig. geom. a quattro lati con due lati paralleli, Aristot. ^ro&/. 15, 4; trapezion Grom. vet. p. 290
4r
. ..>
ritorno, ritornare, torneo, dalle Traumatico^ Tpau/zaTtxg relativo i "^ 'i ,> -" svolte ui s>vuii dei cavalli in t^utjai'J giuo t^j^^^^^^ questo giuuferjtajT^i^ j^^^^w^^^-^ CO cavalleresco, torneare, tornea- Treccia, incerto se da Tpt'xa acc. di mento. ^p'i capello, o da rpiy^a. avv. di tre, -rpta perch occorrono tre Torre, t^o^j,- e rup^t?, turris Att. capi a fare la treccia (cfr. trina trag. 408 Rbb. La derivazione da trinus). Comp. in-treccio, inper non h fuor d'ogni dubbio; trecciare. vedi Fick 451: Lottner. K Z. VII, 178. Treggea, confetti varii , -.p.rriii.v., tragema Plin. 13, 48. Torso, vedi tirso, Tossico, Tr4(/v, agg. di T^^v, arco. Trementina, TspsjStv&tvv; agg. fem. da
| \ \ ' I
Dicevasi T&?w&y O7.p;j.a.y.ov il veleno con cui tingevansi le freccio, toxicum Plaut. Mere. 492. sincop.
attossicamento. tossicologia, dottrina dei veleni.
Trenodia,
tosco;
comp. attossicare,
Trachea,
y.p7-np(u.
trigamo
-zpiyx/j.oi
trigamus ihid.,
respirazione per la natura scabra della sua superfcie a nodi. Dagli antichi era rassomigliata ad un' arteria. Agg. tracheale,
la
comp.
m. tracheotomia,
taglio
della trachea.
Tragedia, rpay-uSiu, canto del capro. In origine coro bacchico intorno al capro che sacrificavasi a Bacco, tragoedia Plaut. Cure.
viene l'agg. traPlaut. tragieus Pers. 465; iragodo -zpy.ywji attore tragico, tragoedus Plaut. Poen.
Tpc/.y^.c
591.
Da
gico,
rpayjxi,-
24: triglifo Tpi'v^jyo; a tre incavi, fregio della colonna dorica, triglyphus Vitr. 13, 19: trigono -rptyorjoi a tre angoli trigonus Manli. 2, 276: trigonometria, misura dei triangoli, agg. trigonometrico: trimetro rpi/j-irpoi verso di tre metri, princip. giambico, trimeter Hor. ep. 2, 3, 252: tripode rpino^Ji a tre piedi, tripus Lucr. 1, 739; trisillabo trisyllahus zpi'yjla.^oq Yarr. LI. 9,52, 91: trittongo rpl,
f'^oyyo;
tre
suoni
unione di
di tre, tri-
tre vocali.
.572:
comp. tragediografo,
rpuyr,Sio-
Triade,
nit.
rpt.: il
numero
tribas
yp'y-'fo:
ecL
Tribade,
10;
rpt^s^,-
Phaedr.4, 15
di pianta a tre punte,
1
frietrix.
r
,
Tribolo, spinosa
pinole i specie
poi
ferro
.
Amph.proL 59
64.
167
Trichina,
rpixivo^ capillare,
agg. di
men. b9=:ienuis. Cos si denomin un animaletto per la sua Troglio, Tpau/5 tartaglione. Troglodita, Tp&)y).o-5uTy!s abitante piccolezza.
Triclinio, zpuhvov a tre sof, sala da pranzo a tre sof, triclinium Naev. com. 81 Tridace, ^ptoa? specie d'erba. Triglia, TpOjlfi. Dai Romani dicevasi muUus, Varr. 3, 7; ma pi tardi il nome popolare dovette essere
. 1
caverne.
Tronfio,
cfr.
Diez lo deriva da rpj^, Ma il Caix p. 40 la crede forma abbreviata di tronfiato ch'egli riporta a trans-inil
truffa.
flare.
'^pvoi sedile, thronus Plin. 63 solium. Trinacria, Tpiva/.pta e Tptva/.ia a tre Tropo, TpTzog svolta, quindi traslato tropus Quint. 9, 1, 4; agg. punte, antico nome della Sicilia. tropico TpoTTiz? figurato; poi anTrionfO) ^piu/j-^o? canto e processione in onore di Bacco. Pare che il circolo solstiziale dove il che il grido triumpe dei canti sole si volta tropicus Manil. 3, di Bacco sia passato nel canto 614. dei Fratelli Arvali,C. I. L. 1,28, Trota, Tpw/.T/js divoratore, sost. da triumphus. Del resto gli eruditi rpojyw, specie di pesce, trucia Isid. non sono d' accordo sull' etimologia di questa parola. Il Pick 2, Truffa, incerto se da rpu'jj? boria, 42 crede rp{xfj.^oi sia per zpixfj.TZ'zog dall' antico frane, trufle fasto, e questo da rpfj.t^og rad. trap. Il bitorzolo e buffoneria. Deriy. trufWeise p. 18 trova in pt il nufare, trufferia, truffaldino e forse
Trono,
35,
frigia.
tre e in la/^^og la rad. iap in ia//.^og e oi'^pa.jj.^Oi. Il Dntzer KZ. XV, 48 vi trova la rad. &op saltare e quindi ^piu/x^og sarebbe per pua-ix^oq. Altri ricorrono a S-ptov foglia di fico. Tripode, rpi-Troy? a tre piedi, tripus Lucr. 1 , 739. Tritone, Tphorj antico dio marino.
I
mero come
tronQo.
Tnfo, Tu^o5 fumo vapore, esalazione, poi trasl. superbia, typhus Arnob. 2, 43. Quindi stufo per stufato, soffocato dal puzzo (ex-tufare^ cfr. il frane, touff'er) e quindi nauseato sazio, r-fog indica aldella mente tres^ quello stupore che prodotto dal fumo e quindi
,
Tritoni
si
raffiguravano
poi
si
spiega
il
nome
della malattia
met uomini e met pesci, e con tifo, accompagnata spesso da inla tromba che suonavano in torpidimento intellettuale e delimare agli ordini di Nettuno. rio. Deriv. tifoide, tifoidea (febbre) TU'vo-5t/ig che ha l'aspetto di tifo Trocheo, Tpo^aio; corrente, rapido, poi nome d' un piede metrico, Turibolo, composto di Suog nella trochaeus Cic. de or. 3, 47, 182; forma latina tus, turis soggetta
agg. trocaico rpo^a'/; trochaicus
al
rotacismo
Quint.9,4, 140. Trofeo, rpnatov segno del luogo dove i nemici fuggivano [rpoizr, fuga). I primi trofei erano le
|3/).w
fumo
d'incenso.
168
Usma,
e
il
Urano,
Musa.
olpa-jg cielo
dio Cielo.
'[
nome d'una
o'7///3 odore, quindi la traccia delle bestie seguita dai cani. Con la mutazione di 5 in r (cfr.
uranografla descrizione del cielo, agg. uranogradco uranoscopio, e. m. olipuvo-T/.o-iXo-j strumento per osservare il cielo; uranoscopia, l'osservazione del cielo. Uretra, op--/px canale dell'urina, urethra Cael Aur. chron. 5, 4, QQ. Deriv.ureirale. Da oupt- l'agg. urei
Poi
comp.
;
olipvyo-'/pufiy.
Utopia, e. m. di oh TTco,- senza luogo. Paese immaginario per cui Tomaso Moro compose una sua
legislazione e di godicesi uto pia qualsiasi progetto fantastico e inapplicabile.
teoria
di
verno.
Da questo ora
Mem.
p-
Immag.
Iru-a-Ao-noi
del
M. Evo
,
386.
,
VeseoTO
ispettore
epi'
Veronica,
Berenice Catull. 66. Alcuni credono che la S. Veronica della leggenda meBiprM/.a.
[-y.r,)
scopus Tert de bapt. 17. ISei primi tempi cristiani era il sopraintendente d' una piccola comunit
cristiana.
dievale
sia
vera (con
(stxwv)
Deriv.
vescovile,
Roma
nelle
Zaffiro,
119.
a-ufcipoi,
sapphirusPn. 37,
del discorso,
Zampogna,
Zigoma,
stroDeriv.
zappare, zappatore. Zefiro, i^-fjpog vento di nord-nordovest, zephyrus Lucr. 5, 7, 36 favonius. Zelo, i-nU;^ selus Vitr. 156, 10; cfr.
gelosia.
annexio. cosa che congiunge, sost. vb. da ^uy- in architett. architrave, in medie, clavicola. Ora le due ossa laterali
15
^u'/w/za
K = ligatio,
si
Zendado,
'li.('^tpii^
v.
Zimbello, il diminutivo di cymbalum, z,y.j3a/ov (vedi cembalo). Nel lat. med dicevasi cymhellum la campanella che chiamava i monaci a refettorio. Quindi l'uccello di richiamo.
Zio, zia,
^sto; Sst'a,
Auson, techn. de
significa fine alla zeta.
Ut.
monos.
9,6. Zizania,
biade,
^tCvov lolio,
zzanion
efjp.
plur.
Zeugma,
^eS/z-ia
cosa compiuta,
fig.
August.
119, 19.
169
Zodiaco, ?w5tax5 (int. xux/05) agg. da ^cJtov animaletto il cerchio delle costellazioni che rappresentano animali; agg zodiacale.
m.
?wo-T(3,u(a
mali.
lo
,
deriva da
la
ma
z non
Zona^
zona
Plaiit.
ticus, dioticuSf zoticus. Cfr, idiota posti: zoologia e. m. ^ws-zoye'a dot- Zucca, secondo Mnage da otxua. trina degli animali, zoologo, zooDiez manifesta il dubbio che sia abbreviato e trasposto da culogico : zoofito ^wo-^uTv animaliche hanno aspetto e modi di cuzza (cuzucca , zucca) e questo piante zooiatria e. ra. ^wo-^ar/ista poi corruzione di cucurbita.
:
0>s^ L^ -'^
(
INDICE
I.
pag.
II.
Le trasformazioni
27
III.
Indice
89
PC
Robarts Library
DUE DATE:
Nov. 11,1993
^l^-
'S^^'^
'ft-
.P^
.VK
^-i.^/'S:
'
'9^
Va
:a
--^.0
L^^^mm