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The Estate of the Late Professor J. E. Shaw

pranp:sco zambaldi

LE

PAROLE GRECHE
DELL'USO ITALIANO

SECONDA EDIZIONE
compiutamente
rifatta

1883

DITTA

G. B.

PARAVIA E COMP.
I.

DI
TORINO
-

VIGLIARDI
-

ROMA- MILANO FIRENZE

TC
1582.
I
l'-^-i

/"^

':2*

PROPRIET LETTERARIA

s2608fl

Torino 1883

Stamperia Reale

di G. B.

Paravia e C

PREFAZIONE

Nella prima edizione di questo lavoro


alterazioni a

io

studiai

le

soggette entrando in italiano e le cause della loro grande variet. Invitato ora dall'editore a prepararne la ristampa, parvemi utile trattare pi diffusamente questo soggetto,

cui le parole

greche andarono

aggiungendovi una breve rassegna degl'influssi greci


sull'Italia antica e

greca.

N con
,

ci

nini (1)

n di

un indice di parole italiane d'origine mi proposi di rifare l'opera del Cacomporre un altro dizionario tecnoloi

gico , recando

tutti

vocaboli che le

scienze e le arti

moderne presero dal greco. Queste formano un linguagche ha poca attinenza con le vicende gio artificiale
,

di spontanee della coltura; laddove, proponendomi io contribuire in qualche modo a mettere in luce l'influsso

ellenico sulla coltura nostra, doveva aver di

mira anzi

tutto le parole divenute popolari e da lui in gran parte omesse. Queste adunque mi studiai di raccgliere ; delle parole dotte scelsi soltanto quelle che sono d' uso co-

mune, e non avendo per

lo pi

un equivalente popolare;

(1)

Dizionario etimologico dei vocaboli italiani d^ origine ellenica.


ediz.

Ultima

Torino, 1882.

possono essere considerate come elemento vivo del nostro


linguaggio.

La civilt di ciascun popolo composta di varii elementi fusi insieme in un tutto organico, di maniera che
non
sono
facile separarli.

Le cause

costanti d'una cultura


il

le

disposizioni naturali del popolo,

clima, la con-

Dove queste cause operano sole, un marchio cos profondo nell'uomo sembrano imprimere e foggiarlo in modo tanto rigido, da togliergli ogni fafigurazione del paese.
colt di rinnovarsi e di progredire.

Lo provano

alcuni

popoli che crearono da se


sero
schivi

soli

un'alta coltura ^

ma

visgli

di contatti stranieri,
i

come gl'Indiani,
i

Egizi e pi di tutti

Cinesi. All'opposto

popoli pro-

gressivi cominciano con quelli che ebbero maggiori contatti

con altri questi soli lasciarono dopo di s qualche cosa di perenne e universalmente umano, che s'innest
;

come

lievito di civilt e di

rinnovamento nell'avvenire.
della

Nessuna coltura apparisce pi originale

greca;

ma
in

l'ingegno greco

si

dest al contatto con

l'Oriente;

Asia brillano

le

sue prime scintille nei canti im-

prime

mortali di Omero, nei tentativi di filosofia naturale, nelle storie. Deirinflusso greco sui Romani piena la

letteratura e Tarte di questo popolo. Dopo l'antichit pagana, il Cristianesimo e la discesa dei popoli settentrionali apportarono idee ed istituti nuovi, e quindi in-

formando

nanzi un intreccio avviluppato di mutui influssi and la coltura dei popoli d'Europa; i quali ormai hanno comuni tante parti della vita e sono stretti da
,

relazioni cos facili e continue

che

diventer

sempre
con-

pi faticoso riconoscere quanto ciascuno vi abbia


tribuito.

Fra

tutti

mezzi per ottenere tale

separazione uno
tutti gli

dei pi efficaci di cavar fuori da

una lingua

elementi stranieri e

idea nuova porta naturalmente


e

Ogni cosa nna parola nella lingua, prendendo una cosa straniera, comune la tendenza
riferirli

alla loro origine.

ad accettare anche la parola da cui significata. Certamente molte cose straniere vengono indicate anche con
parole paesane, e per converso molte cose nazionali ricevono il nome da lingue diverse. Questo ci avverte che
nelle parole, allo studio della forma, bisogna accoppiare

quello del significato,

il

quale, posto in relazione

con

la storia della coltura, chiarisce sovente l'origine delle

parole e

il

tempo

in cui entrarono in

una data lingua.


l'

Per esempio la storia delle scienze e delle arti antiche


e quella del Cristianesimo ci spiegano l'origine e
di

et

molte parole entrate in latino, come la storia delle scienze e delle scoperte moderne mette in rilievo il carattere artificiale della nostra nomenclatura scientifica.
allo

Appunto perci

studio

sulle trasformazioni

delle

parole e alla ricerca dei criterii morfologici della loro origine, io credetti opportuno premettere una breve ras-

segna degli antichi


traccia in italiano.

influssi greci

che lasciarono qualche

Nell'Indice, alle parole che entrarono anticamente in


Italia e di cui si trovino

esempi

latini,

aggiunsi quello
i

che a mia notizia


di guisa

il

pi antico o fra

pi
la

antichi,

che

il

nome

dell'autore citato pu, fino ad

un

certo punto, essere indizio del

tempo

in cui

parola

entr in Italia.

Dove non

aggiunta la forma latina,


antichit

segno che della sua esistenza nella nostra


ci

manca ogni

prova. Nelle parole, di cui oltre a sem-

esempi restino pi particolari notizie, recai tutte quelle che potei raccogliere. Intorno ad un numero conplici

siderevole di parole,

moderni non sono d'accordo


od abbiano
altra
origine.

se

derivino da fonte greca

Io

VI

compresi, senza darle per sicure, tutte quelle, la cui origine greca abbia per s l'autorit di filologi riputati,

n sia stata dimostrata evidentemente

falsa.

Al gran numero
mini
che
dotti,
il

di parole

greche entrate in latino,

fu rivolta l'attenzione fino dall'antichit, ed alcuni uo-

come Ennio

e Terenzio

Yarrone, pensarono
opi-

latino fosse derivato dal greco (1). Questa

nione prevalse anche tra i filologi dell'et moderna fino al principio del nostro secolo (2). Ma, prima che sorgesse
la linguistica,

l'etimologia, piuttostoch
all'arbitrio,

una scienza,
filologi si sbiz-

era

un campo aperto

dove

zarrivano a giocare con le pi fantastiche combinazioni. Cos ben poco da rimpiangere la perdita degli antichi lavori intorno a questo soggetto (3), e dei copiosi studi
etimologici

che vennero dopo

il

Hinascimento, o contedi Gr. C. Scali-

nuti in opere speciali,

come quella famosa


i

gero
di

I)e causis linguae latinae, Y Etymologicum linguae

latinae di Grer. Jo. Vossius

Daniele Vechner,
ecc.,

Parallelismi graeco-latini Bizionarii etimologici del M,

poco sicuri e debbonsi assoggettare a pi accurato esame. La ricerca


felici divinazioni,
i

nage, alcune

sparsi in

commenti

e in altri libri, salvo

risultati sono

veramente

scientifica delle parole

greche entrate in ladi Griorgio Curtius

tino incomincia con

una dissertazione
altri

al Congresso filologico

d'Amburgo nel 1855.


filologi, fino

lui

seil

guirono

il

Corssen ed

al

Weise,

(1)

Varr, Ling.
,
1
,

lat.,

passim.

Cfr. Quintiliano, 1, 6, 31

Dionys. Halic.
(2) L'

90.

ultimo e oramai solitario sostenitore di questa opinione

fu LoD. Ross. Ftaliker


(3)

und
^

Aulo Gelilo

Grcken, Halle, 1859. ricorda un Liber verborum a Graecis


,

tractorum di Cloatius Verus, e un Hypsicrates, che scrisse Super his quae a Graecis accepta sunt

VII

pi recente e il pi compiuto di tutti. Per le parole entrate in Italia nell'evo medio e nel moderno molti e
preziosi dati si trovano sparsi in

opere

generali

e in

molte monografe,
io

ma uno

studio speciale,

per

quanto

sappia, non fu tentato ancora.


I titoli delle

il

opere pi spesso citate nell'Indice sotto semplice nome dell'autore sono:


Gruudzge der griechischen Etymologie,

G. Curtius,

5. ed. Lips.

i879.

W. Corssen, Aussprache Vocalismus und Betonung der lateinischen 2 ed. Lips. 1868. Sprache,

0. Weise, Die griechischen


G. A. Saalfeld,

Wrter im

Latein.

Lips. 1882.

rum.
Id.

Index vocabulorum in linguam latinam translato-

Berlino. i874.
in

De
1874.

graecis vocabulis

linguam latinam

translatis.

Lips.

Id.

Griechische Lehnwrter
Italograeca,
I.

im Lateinischen.

Berlino. 1877.

Id.

fase. I, II.

Hannover. 1882.

N.

Tuchhndler,

De vocabulis

graecis in linguam latinam translatis.

BerUno. 1876.

W. Ruge,

Bemerkungen zu den griechischen Lehnwrtern im La-

teinischen.

Berlino.

1881.

Th. Benfey, Griechisches Wurzellexikon Berlin. 1839-42.

A. FIck, Vergleichendes Wrterbuch der indogermanischen Sprachen. Gotting. 1874-76.

A. Vanicek,

Griechisch-lateinisches etymologisches Wrterbuch.

Lips. 1877.
Oiez,

Etymologisches Wrterbuch der romanischen Sprachen.


Studi di etimologia italiana e romanza.
fiir

Lips. 1878.
N. Caix
,

Firenze.

1878.

K. Z. Zeiscthrift

vergleichende Sprachforschung von D' Kuhn.

V, Hehn

Kulturpflanzen und Hausthiere in ihrem Uebergang aus Asien nach Griechenland und Italien, sowie in das iibrige 4 ed. Berlino. 1883. Europa.
,


1694.
Id.

vili

~
Paris.

Mnage, Dictionnaire tymologique de la langue fran^aise,

Le origini
Parisiis.

delia lingua italiana.

Genova. 1685.

Du Gange , Glossarium mediae


1840-50.

et infiraae latinitatis.

ed.

Henschel.

Id.

Glossarium

ad

scriptores

mediae

et

infimae

graecitatis.

Lugdun.

1688.

I.

Degli nilussi

greci

che lasciarono tracce

in

italiano.

Un

gruppo di quelle genti, che movend^dairaltipiano


nell'Occidente e
al

_derKF]sr^^^ero]^^^^^S^ direzioni
nell'India ^^ivoltosi

mezzod

ceir

Europa form una

grande lamiglia, cne visse a lungo muta e lece alcuni passi imporlaSH^nelIa civilt, mentre il clima meridionale, la natura del paese e nuovi bisogni andavano staccandolo a
poco a poco nella maniera del vivere, del pensare e del parlare dalle altre genti, con le quali aveva comu^le
origini.

Questo

gruppo

fu

detto grecoHitalic^

perch^semlosi

pi tardi separato in due^grandi rami,

in quelle deiritalia.
le ggenti ve^"^-f^ Tf.a.li^, ImcririjLigi!!!!^^' della coi dell'India e dell'Europa, origini popoli lingua ma partendo dalle stesse radici

Mentre adunque

^^

le

~aHeggiarono"'eT^5^c^^
Greci^^u^
ijO^olto

fono ir^Iro^^Tm^u^^ germanici e slavi, il loro distacco dai


liieuo
,'

JmiLymu^ pp uiitlir^p^f^ quenaTvita comune ch'essi miiarono per un tempo a noi ignoto, ma certo conside\

Zambaldi

Le parole greche.

~2revole.

Cosi accade che


stesso

di oggetti un^ grgjidissimonumero

abbiano uno

nome

in

dialetnitalicij_s^^
l'altro e questa

greco, in latino e in altri presi dal-

siajpSF noTjinar prejioM^ -i^eli4uIlT~^5[ias t a ad attestare

parte^omune^el vocabolario""greco-italico

quali idee e quali oggetti fossero noti in quegli antichissimi tempi, e a qual grado di coltura fossero arrivate
quelle genti

quando

si

distaccarono l'una dall'altra.

Ma

pose che fino dalle pi antiche memorie storiche i popoli greci e gl'italici appariscono con caratteri, attitudini, costumi
,

dopo quel distacco la varia natura dei paesi imai nuovi abitatori condizioni di vita cosi diverse

istituti

differenti.

Quelli

in

un paese montuoso

ma

pieno di golfi,

con

difficili

con tante piccole regioni sboccanti al mare, comunicazioni terrestri, con un arcipelago co-

perto disole, con le belle coste dell'Asia minore a poca


resca.

distanza, vengono naturalmente tratti alla vita marinaLa configurazione del paese non permette loro di

molte popolazioni

aggrupparsi in grandi stati, ed essi rimangono divisi in col sentimento d'indipendenza proprio
il
li

delle piccole societ e non oltrepassando mai politico del comune. 1 viaggi e i commerci

concetto

pongono

a contatto con popoli pi


lo
spirito

colti e in essi

va destandosi cos

il bisogno dell'agianei il sentimento del bello, tezza, l'accorgimento negozi, la curiosit del sapere. L'Italia meridionale piena di selve

operoso e intraprendente,

con pochi porti fece de' suoi abitanti un anzi tutto ed pastorale agricolo co' suoi pregi e popolo co' suoi difetti. In esso si risvegli col tempo l'istinto
di

paludi

politico

militare e religioso, le tendenze conservatrici,


;

l'energia e la costanza del carattere ma la fantasia rest povera e quasi infeconda, l'ingegno rude, poco flessibile, rivolto all'utile immediato non curante di tutto quello
,

che

avesse pronta ed utile applicazione ottuso il senso della forma, la vita severa e non temperata dalla
;

non

serena e allegra socievolezza dei Greci.

-^

Allorch dopo una lunga separazione questi tratti fondamentali del carattere erano gi formati nei due popoli,
essi
i

cominciarono

loro primi contatti. Vuoisi^ che ^rimi

Fo^ei_seiiissero..-Jiella_ilampania

a fondare

Puma

in

tempi antichissimi; appresso tutte le coste meridionali delritaliaT e Sella Sicilia ""Turono^'coperte^ yia via djb^ stabi^
limenti greci, "che ~v1mpKar^oTI^ua^]c^umi^^S^^ dei pesi, JelTe"^' mrsure,'13[egGTc^^
di cose appartenenti ai

ti'^^^gnid^lknato

pro-

dotti industriali dell'Oriente.

Da

q"st "tmpo^n^^

la storia_^^]]jnflussogreco

in JJala^^ per dura^uT'per''"^cacia

non ha7iocre3o7

riscontro nella storia di altri popoli. Gli eifetti delle colonie greche sulle popolazioni indigene delF Italia meridio-

nale per questi primi tempi si possono immaginare pi che provare e, salvo alcuni nomi geografici, forse non avrebbe

nute

alcun risultamento certo la ricerca delle parole, che vefin da quel tempo rimangono ancora neiruso italiano.
storia della colonnizzazione greca nell'Italia meridioSicilia

La

nale e nella
effetti (1)

troppo oscura per

misurarne

gli

non possiamo capire se non quelli che sentirono i Eomani. Perci anche di tempi pi chiari e di fatti pi illustri, come la scuola di Pitagora, l'impero di Dionigi, la poesia e l'arte fiorita in Sicilia, non dato
e

noi

stabilire quali tracce

abbiano lasciato nella lingua degli


la storia di quelle colonizzazioni

indigeni.
ci

Ma

nondimeno
i

assicura clie

contatti coi Latini

debbono

essere stati
;

molto pi antichi di quanto si crede comunemente perch appena i Komani cominciarono qualche scambio commerciale con la vicina Campania, dovettero incontrarvi
i

mercanti greci, e j)robabilmente questi medesimi vennero primi a trovarli nel Lazio. Poco dopo la cacciata dei re

(1) Vedi Lenormant , La Grande Grece, Litoral de la mer ionienne, Paris, 1881. - Luyjses, Metaponte, Paris, 1874, e trad. da G. Gallo, Castro villari , 1882. - Saalfeld, Italograeca.

Komani

strinsero coi

Cartaginesi
il

un

trattato di

comi

mercio.

Ma
,

prima

di

sentire

bisogno di regolare

loro

rapporti con un popolo d'oltre mare e comparativamente lontano quanti vincoli commerciali non dovettero essi contrarre coi Greci del mezzod? Certamente il popolo

che esercita
sono
gli

il

primo
:

il

pi diretto influsso su

Eoma
'

Etrusclii

ma

molte cose dai Greci, narchia il loro influsso va scemando per cedere a quello
,

questi alla loro volta impararono e in Eoma, appena abolita la mo-

dei Greci.

verisimile

che

le

prime cose importate e cercate

dai Latini ancora tanto rozzi fossero piante, animali, vesti, ornamenti commestibili unguenti monete ; al tempo dei
,

gl'influssi morali con Tintportazione di divinit greche, alle quali non molto dopo s'inalzarono templi con architetti greci e si fecero dipingere e ornare

Tarquinii cominciano

da greci

artisti.

Ma
flussi

le

porte di
diretti

Eoma

pi quista morale, quando le armi romane, domato il Sannio, s'incontrarono con Pirro, e poi con la presa di Taranto conquistarono via via lltalia meridionale. Venne poi Tocoggetti d'arte. Alle guerre puniche succede la conquista della Grecia e dei regni ellenici ch'eransi formati dall'impero sfasciato
d'altri

ed

efficaci

furono veramente aperte ad ine per cos dire ad una con-

cupazioiie della Sicilia, grandissimo numero di

da cui
statue

si

trasport a

Eoma un

di

Alessandro.
i

Tutto

ci

ebbe per
di portare

effetto

non solo

di

portare

Eomani

in paesi greci fiorenti d'arti e di lettere,

e superiori per civilt,

ma

anche a

Eoma una
,

considerevole
avventurieri
ellenico

popolazione
greci
,

di

schiavi

di prigionieri

di

d'innestare cos

un

forte elemento

plebe della capitale. Aggiungasi che la era a quel tenipo^il^solo ofgno^d^urra -eilingua greca vitta3plendicla e^gloriosa, che era parlata ed" Intsa quasi
nella
in
t utte Jejcoste^ Jel mediterflieo^ Tlhe'pTCitr^ bentosto anche a Eoma. Gi fino daI^princrpio"dlTra^
.

tarentina ^2^jS:sLsh^^l^yi^<

p,g^.7anf-.

rAmima..jaJ:Jia.

pRirJfffn

greco (1). Al tempo degli Scipioni la classe colta cominci

a prediligere il greco nella conversazione, e quanto se ne diffondesse Fuso lo provano le prime prose degli annalisti

romani che
Acilio
;

scrissero in greco, p. e.

Fabio Pittore, Cincio,


tutta sparsa di parole

poi greche, che sarebbero state fuor di proposito davanti ad

la lingua dei comici,

un pubblico ignaro
il

di quella lingua. Al tempo di Lucrezio la era greco lingua prediletta dagli amanti pi tardi
;

le

greco per civetteria. Ben intendevano alcuni uomini gravi e severi che questa nuova specie d'invasione straniera avrebbe fiaccata l'antica
il

donne cinguettavano

disciplina e sciolti gli ordini patrii. I Greci di questi tempi, eredi di un nome e d'una civilt meravigliosa,

erano per gente corrotta e degenerata, e dopo la spedizione di Alessandro misti a genti asiatiche ne avevano contratto la superstizione ed i vizi.

d'un popolo che

Nulla adunque poteva essere tanto esiziale ai costumi si fondava sulla tradizione religiosa mo-

rale e politica dei suoi padri costume, lo scetticismo filosofico,

quanto la rilassatezza del


i

lenocinli dell'arte, le su-

culto orgiastico di dei orientali. La perstizioni magiche storia piena di sfratti dati a filosofi, retori, sacerdoti
e
il

e indovini

essi rispondevano ormai tanto alla piega che cacciati oggi in massa ricominciavano degli animi, a ritornare domani alla spicciolata e perseguitati dal go;

ma

verno, trovavano protezione nell'universale dei cittadini. Cos a poco a poco l'ellenismo pervase quasi tutte le alcune cre, altre trasform parti *della coltura romana
;

compiutamente, in altre invece, dove le disposizioni originali del popolo avevano fondato istituti vigorosi e schiettamente nazionali, quell'influsso appena si avverte.
Cos,

per esempio

costituzione

fu minimo nello stato perch la and esplicandosi per virt interna, e dap, ,

(1)

Vedi Dionys.Hal.

17, 7.

Appian.

3, 7.

prima

solo qualche cosa esteriore fu presa, come la veste lo scettro d'avorio. Che nella legidi porpora dei re slazione dei Decemviri sia entrata qualche legge e isti,

tuzione

greca
si

pare accertato,

ma

nella lingua

non

se

ne trovano
Greci che

traccio.

reliquie della lingua politica dei trovano in tempi antichi indicano per lo pi

Le

istituti greci,

come tyrannus prytaneum


si

ecclesia synedri.

Maggior messe
si

raccoglie negli scrittori politici: politia

e poh'tictis si trovano fin da Cicerone. L'influsso politico scorge nella lingua incominciando con l'impero, dalla met del primo secolo dopo Cr., dove la corte si chiama

aula, la commendatizia pubblica diploma, ecc., e cresce poi a dismisura col trasporto della sede a Costantinopoli,

dove troviamo metropolis, syndici, arcihim, nosocomhim,

hrephofrophium, orphanotrophium, Sulle istituzioni militari i primi


nella riforma di Servio.

ecc.
influssi si

manifestano

l'ordinamento
della
presto,

falange dorica fu modello per la quinta classe fu armata la tattica


;

La
I

funda,
e sono

acosv^vrj.

mercenarii
i

si

conobbero ben

molto antichi
,

nomi latro Idzptg, latro-

ma i Komani ne usarono soltanto cinimn, latrodnari in Mario. Quando tempi posteriori, entrarono stradopo nieri negli eserciti romani, vi portarono le proprie armi, come idi spaili a and^Ti una larga lama a due tagli e
,

appuntata (Tac. 12, 35). Pi tracce d'influsso greco si come Varies trovano nelle macchine e arnesi militari
,

y.fjtg,

la festudo y^fjVTi,

il

trapano {terchra rpvnocvov),


il
il

le
(

catapulte naTanilrat, le halliste (^dloi),


)

trihulus

rpl^olog
.

per
il

impedire

la

cavalleria

^p'!c<iJ.^og

trofeo zpncaov, ecc.


a.

La

trionfo poi divisione della notte


,

in

quattro

vigilie,

data probabilmente dalla met del seCr.

condo
e

secolo
essa

quando fu introdotta

la

clepsydra
il

con

fu

possibile

misurare esattamente

tempo

(Cfr. Veget. 3, 8). L'introduzione relativamente tarda delle vigilie provata anche dall'essere quattro, laddove in tempi anteriori i Greci ne avevano tre.

Nel calendario non appariscono voci greche, e nondimeno l'influsso greco evidente. I mesi di 29 e 30 giorni,

Tanno

di dodici mesi col mese periodicamente intercalare sono dovuti ai Babilonesi, da cui li presero i Greci; e questi certamente li trasmisero ai Komani. Al tempo dei

Decemviri fu introdotto

il

ciclo

attico

di otto anni

poi,

specialmente nelle campagne, s'infiltr il periodo di Eudoxus, sul quale poi si fond la riforma di Cesare. Dai

Greci poi si prese pure Vhora vandone i nomi. Molto maggiore^clie^jjal^^


^i1],fl.

Vhorolognim

conser-

YJtp privata,
,

f]fii

l^Qmgj,ni. Il

mercato dei commestibili

p.aKsk\ov, fu fondato nel 179 a. Or. su modello greco. Dai Greci fu preso il costume di stare sdraiati nel triclinio, laddove l'antico costume romano era di stare

macelum

seduti.

gusto dei banchetti e delle gozzoviglie (comissor xoj//,afco) forse insieme al culto della Madre Idea nel 204 a. C. In quel tempo s'introdussero
fu preso pure
il

le

parole propinare
ecc.
Il

crapula

massa

placenta

pti-

sana,

lusso della tavola crebbe poi con le spedizioni d'Asia; ma dei nomi di cibi che allora s'intro-

dussero

quasi nulla si conserv fino a noi. L'apotheca o canova (bottega) della fine del secondo secolo (Plin.

19,

34).
infinito

Un numero
mana
greco.
,

di

il

vestito stesso,

cose greche invase la casa roche avea carattere nazionale,

cedette

a poco a poco in molti particolari al costume Anzi tutto i Komani impararono dai Greci del-

molto
tetto
e la la

ritalia meridionale a fabbricare in pietra, e fino da tempi antichi' presero la calce la camera ;^a).i5,

(x^^apa, a vlta). In progresso di tempo ne imitarono le parti

disposizione e s'introdussero i\ peristilio, i hanea, hihliotheca, la pinacotheca, ecc. Di arredi domestici

restano fino da quel tempo i nomi di cattedra, canap, cofano, canestro, cratere, lanterna. Di nomi relativi aiantico vestito

abbiamo clamide,

stola, 0ona,

ecc.

Al

tempo

di

Numa

si

ricordano otto associazioni di

operai (Plut., Numa 17); allora molta parte delle cose necessarie alla vita si producevano in casa. Qualche secolo

dopo troviamo pi che duecento nomi


in arius,

di mestieri terminati

Tra
gilla,

le

e tra questi oltre settanta derivati dal greco. materie e gli arnesi che servivano alV industria
il

troviamo Vindaco,
il

canape, la stoppia,
nazionale
e

lo sparto,

Varsi

torno,

ecc.

L'agricoltura

arte

nomi

greci

non

trovano quasi ne negli strumenti adoperati n nei primi


prodotti agricoli. Pi tardi vediamo introdursi la coltivazione di piante straniere , come diremo parlando di queste. Solo la voce ergastulum ci avverte che il sistema

da qualche paese abitato da Greci, mentre la sua ibrida derivazione indica che essa risale a tempi molto antichi.
delle piantagioni con servi incatenati fu imitato
Il

commercio, come osservammo, dovette incominciare

in tempi antichissimi e l'influsso

del commercio greco si avverte nella riforma del sistema monetario e delle mi-

volume poste in relazione col sistema voOjUp.og siculo, che era una moneta particolare, divenne per i Komani il nome generale di moneta. Fra tutte le parti della giurisprudenza il diritto commerciale
sure
lineari
Il

di

greco.

porta maggiori tracce d'influsso greco. L'arrJia, d'origine fenicia, fu presa dai Greci d'Italia; da quelli dell'Asia

minore Vhypotheca; pi tardi


teiisis,

il

cliirograplms
si

Venpliy-

ecc.
le

Fra tutte
l'influsso

arti quella

dove

greco

la marina.

manifesta pi evidente tutta la nomenclatura Qui

trasportata in latino: nauta, guhcrnator, ancora, prora,

machina, artcmon, pahinis, scapila, nausea, pausa (l'ardei rematori). Carahus {caravella) del tempo deirimpero. E mentre i venti principali avevano nomi romani questi nella marina cedettero ai greci il volturnus divenne eunis, il favonius !^ephyrus il caurus argestes, Vauster notus, Y aquila boreas.
restarsi
,

-9Quanto
i

Romani debbano

ai

Greci nella cognizione

della natura provato dai

nomi che ritennero molti prodotti dei tre regni, che non si trovavano in Italia o non erano conosciuti ancora. E tra questi forse il minor numero d'origine greca la parte maggiore provenne dall'Asia e dall'Africa, e i Greci o vi diedero un nome o presero quello del paese foggiandolo alla greca. Avvenne
:

i Romani vedessero perci lo strano fatto che, quantunque loro nelle cose molte volta la spedizioni d'Asia, prima per ne accettassero il nome greco o grecizzato, o perch gi

lo

conoscevano

prima

perch

rispondeva

alla

loro

pronunzia pi del

nome
il

indigeno.
la calce,
il

Di minerali presero

V argilla,

il

gesso,

il

porfido ; poi V arsenico, granito, il la sandraca la naphtha nitro, V ammoniaca. Dei di rame e di zinco) il p tropo Y metalli oricalco (mistura il magnete. La maggior parte (misto di bronzo e oro),

marmo, V alabastro,
,

pietre e l'Egitto
,

qualcuna dali Greci le conobbero quasi tutte per mezzo dei Semiti, dai quali presero i nomi dopo la spedizione come lo di Alessandro anche direttamente dall' India smeraldo e il ber ilio. Siila Lucullo Pompeo Cesare
delle

preziose

veniva

dall'

India

campagne d'Asia predarono ricchissime collezioni di gemme, e da quel tempo in poi se ne dest il
nelle

loro

37, 12). Le perle sembrano ingusto a Roma (Plin. trodotte da Pompeo col trionfo mitridatico, ma Fuso ne
,

divenne comune a
e
i

Roma dopo

che fu assoggettato T Egitto


diretta col

Romani

si

trovarono

in comunicazione

Mar Rosso

e con

FOceano Indiano.

Dei vegetali la prima importazione accertata Votivo; venuto col culto di Aphrodite il lauro fu poi il mirto insieme al culto di Apollo ma senza da Cuma importato
,

il il

suo nome. Vennero poi il bosso, il cipresso, il 2^1 alano, cotogno, la palma. Nelle spedizioni d'Asia i Romani

trovarono e portarono in Italia


il

ciliegio,

V oleandro

il

castagno, il mandorlo, tamarisco, il pisjtacchio il


il
,

-iogiuggiolo^
il

il

nespolo, Yalbicocco, Yerba medica,


il

il

citiso^

canape,
il il

lo sparto,
il

coriandolo, Vasparago,
il

la

menta,

la maiorantty

giacinto,
il

croco, la melissa,

la

scam,

monea,
Vissopo,

fagiuolo,

narciso,

V acanto,

il

giusquiamo

cappero, Vasfodillo, H pepe, il popone, ecc. Queste piante entrarono nella comune coltivazione e perci nell'uso popolare. L'immenso numero di altre piante che
in Plinio
e

circoscritte

alla

poi in Apuleio portano nomi greci, rimasero scienza botanica e non entrarono nel

parlare comune. Dall'oriente vennero poi gli aromi,

il

balsamo,
,

il

cin-

namomo,

il

nardo,

la
il

mirra, V incenso
papiro,
se
il

lo

^en,?ero,

Vebano, lo zucchero, non si coltivarono in

dittamo.

Questi per

non negli orti botanici e medicinali. Sappiamo che gomma, papiro, cicoria, acacia sono d'origine egizia: il dittamo da Creta, il rabarbaro dal Ponto, il riso dall'India, il cipero da Cipro.
Italia

Greci importarono pochi animali in Italia; probabilmente il mtdo. Fra i domestici il gatto pare una
I

tarda

importazione dall'Egitto. L'elefante fu conosciuto


nella

da

essi

guerra di Pirro. La maggior

parte delle

bestie

fu portata in Italia dai Komani stessi per dai paesi eh' essi domarono con gli spettacoli del circo
feroci
le

armi

(1),

eppure molti portano nomi


il

greci,

bench
e.

Greci
Q\idi

stessi pigliassero

nome

degli orientali, p.

quello

pantera (che

del camello

sanscrito), quelh) ^qW elefante e dai Fenici e quello della tigre dagli Armeni.

La maggior parte per sono nomi imposti stessi, come dromedario ((Jpo[j,ag corridore)

dai

Greci

eoccodrillo,

rinoceronte, iena, istrice, cinocefalo, sfnge, bufalo, ecc. Degli uccelli qualcuno manifesta la sua origine greca

per essere una traduzione del nome greco p. es. earduelis (cardello) da cardims corrisponde ad ^x^v^^g da
;

(1)

cirques.

Vedi MoNGEZ, Sur les animaux promens ou Lus dans Mm. de l'Institut 1833, X, 379.

les

axav^og
il

falco

connesso

con
e

fax

come
Il

puTt

ha
e la

falco. pavone doppio significato gallina faraona furono importati dai Fenicii; incerto se da questi o dai Greci la gallina comune e la cocina.

di falce

lomba, che troviamo dapprima nel culto di Venere EriImportazioni greche furono il fagiano, il fenicot-

lo tero, la pernice; e nome foggiato alla greca hanno struzzo d'Africa, il pelicano e molti altri di cui non rimase il nome in italiano. Aggiungansi poi gli uccelli

favolosi,

come

La

notizia

raffinamento

grifo e la fenice. pesci crehbe in particolar modo col della tavola. Il vivo commercio del Lazio
il

dei

con la Campania e con la Sicilia contribu certamente a far conoscere molte sorte di pesci di cui ricco il
mediterraneo. Pochi nomi per bastavano all'uso comune e per gli studi scientifici Plinio si valse di nomi greci
(Cfr.

9,42). In italiano
,

ne rimasero
trota.

pochissimi,

p.

es.

acciuga

foca, granciporro,

Degl'insetti

cantaride

il

pochissimi sono greci: lo scarabeo, la baco da seta lo scorpione, il grillo il


, ,

bruco. Dei vermi

la

tenia.

Degli
il

anfibii

il

drago

la
il

salamandra,
coccodrillo.

il

camaleonte,

basilisco,

Vanfesibena,

comune con
infantili

bench partita da un' origine religione romana la greca, erasi formata in un sistema indipendente da essa. Le forze della natura, che alle menti
,

La

individuali,

dei popoli primitivi erano apparse come esseri in Grecia avevano a poco a poco preso fiI

gura e carattere umano.


uomini, con
posto in
tale
e in
affetti

stiche creando quei tipi geniali n'aveano fatto


e

canti omerici e le arti plaaltrettanti

abitudini

umane

sublimate. All'op-

Italia

ne poesia

ne arte

aveano. contribuito a

evoluzione; gli dei erano rimasti potenze, astratte tutta la religione dominava la rigidezza del rito e della consuetudine. A questa forma religiosa contribu

certamente nei

primi secoli TEtruria col suo organismo

- i2sacerdotale e la sue dottrine augurali.


coi

Ma

pel contatto

Greci deir Italia meridionale le divinit greche trovarono bentosto accesso in Koma. Primo sembra essersi
introdotto
in
il

culto

di

Apollo da Cuma, e

il

primo tempio

Eoma
i

gli

fu

eretto l'anno

432

a.

Cr.

La leggenda

conosce
nel

JDiosciiri fino
essi

dalla battaglia al lago Eegillo:

ebbero un tempio. Presto troviamo anche Demeter, Bionysos, Fersephone sotto i nomi di Ceres
Liher, Libera ; poi Latona, Artemis, Hermes. Aphrodite ebbe un tempio nel 295 e con essa Friapo ; Esculapio fu portato da Epiclauro nel 291. Tale invasione si spiega

304

non pur
lo
libri

col vivo
di

commercio

di

stabilirsi

gente greca in
culti
ellenici.

Roma coi Greci, ma con Roma e con l'autorit dei


greca e favorivano la qui vuoisi notare come

sibillini,

che erano d'origine

diffusione
i

di

Romani

tentassero
sia

di

dare

nuove
Azj^iog

divinit,

traducendo

un nome nazionale alle il nome greco, come


sia

Liher,
p.

ID.ourwv
e.

Bis,

proprie voci
cari,

Hermes Mercnrius
(di
,

denominandole con connesso a merlatina


alle

Apirodite

cui

l'antica

storpiatura

Friitis)

con

Venus

Artemis con

Diana. Insieme

divinit furono introdotte naturalmente tutte le parti del culto, sacerdoti, riti, pompe, giuochi, il tempio col suo

thesaurus e le imagini. Agli dei seguirono gli eroi, Ulixes, Aeneas, Aiax, Laomedon, ed altri pi o meno alterati. Ed anche gli dei nazionali pigliano figura greca come
,

Mars
Con

Neptmms.
ad entrare
in
,

la seconda guerra punica cominciano


e.

Roma

Cihele dalla Frigia nel p. 204, Bellona dalla Cappodocia, Lside dall'Egitto; il culto delle quali aveva carattere d'orgia e dissolutezza. Quanta
divinit greco-orientali

corruzione

diffondessero

questi

nuovi

riti

quanto

ne

rimanesse sgomenta la parte sana della popolazione, lo dimostrano il Senatusconsulto de Bacchanalibus ed altri
tentativi fatti per sradicare
il

male.

Ma

ormai nessuna

forza poteva arrestare la corrente impetuosa.

Una

quantit

immensa
la superstizione e
il

f3

Eoma

di servi orientali diffondeva e conservava in

gusto di religioni orgiasticlie, e la severa religione nazionale rimase sopraffatta dalla mitologia

greca e da ogni maniera di superstizioni e magie orientali. Anche nei riti romani delle nozze e dei funerali si
scorge qualche influsso greco. Alle consuetudini nazionali
delle nozze
si

aggiunsero col tempo

thalamium ;
parole

in quelle delle
epitafio
,

l' hymenaeus e Vepitombe vediamo introdotte le

nenia,

cenotafio,

catacomba,

elogio,

sarcofago, tomba, crypta, cimitero. L'influsso dei Greci sulle arti belle fu tanto grande, quanto era piccola l'abitudine dei Eomani ad esercitarle.

Nell'architettura primi maestri dei

Eomani furono

gli

Etruschi, che fabbricarono l'antichissimo tempio di Giove Capitolino. L' influsso diretto dei Greci connesso pro-

babilmente all'introduzione di
imitazione crebbe
Oriente.

divinit

greche.

Il

circo

massimo fu costruito ad imitazione dei Greci.


poi

con

questa le spedizioni in Grecia e in

Ma

La

basilica

sua censura del Poi


si

Porcia, costruita da Catone nella 184, fu imitata dalla basilica d'Atene.


;

fabbricarono altri portici


si

con l'introduzione degli


i

atleti

bagni, i teatri dapcominciando da quello di prima provvisori, poi stabili, nel li' anfiteatro, bench sia romano, 97 a. Cr. Pompeo ebbe nome greco. Abbiamo dunque un gran numero di
lo

costru

stadio,

poi

parole greche relative all'architettura, conservate in molta parte da Vitruvio, come architectus o arciitecto, thea-

trum, basilica, tJiermae, stadium, e^nstUitcm, ecc. e delle


parti del teatro

ritennero scena, orchestra, siparium, aulaetim, cothurnus, soccus, si tradussero cavea, arena,
si

cunei, praecinctiones, ecc. I principii della plastica

sembrano essere
i

stati indi-

pendenti da influssi stranieri, per quanto almeno


ricavare dall'essere
originali
,

nomi
,

di

si pu forma, furnus,
,

fornax

incudo

malleus

forceps

follis

scalprum

che

14

signum, statua, simulacrum, effigies, imago. La parte da principio ebbero gli Etruschi nella plastica a Koma vuoisi riguardare come un influsso indiretto dei
Greci

che furono

loro
le

maestri. Poi

Greci
e coi

influirono
lavori

direttamente

con

imagini di cera

nel

tempio di Cerere (Plin. 35,154). Nel 485 fu dedicata la prima statua in bronzo a Cerere (Plin. 34,15. Liv. 2,41. Dionys. Hai. 8, 79). Poi cominciano i monumenti pubblici
e privati, e
Sicilia,

con la conquista dell'Italia meridionale e della


diviene

Koma
in

un vero magazzino
per

di statue. I termini

tecnici appariscono

relativamente tardi, come

em-

blema

Cicerone, plastica in Plinio, ecc. I Eomani conobbero la pittura nei vasi greco-orientali,

ma non
il

Pimitarono. Invece piacque loro l'affresco, talch famoso Fabio pittore nel 304 dipinse il tempio della Salute. Ma poi la pittura scadde nella stima dei Eomani
sicch tranne pictor

e fu esercitata dai Greci,

penictdum
la tibia
:

tabula
tutti

termini tecnici erano greci. Nella musica gli Etruschi diedero ai


i

Komani
si

gli

altri

stromenti e

il

sistema del canto

presero

dai Greci; la tromba {laknq^) e il lituo o corno {"/.ipug) nell'ordinamento militare di Servio Tullio gli stromenti a
:

corda probabilmente con Pintroduzione del culto greco. In seguito alle spedizioni d'Asia accorsero a Roma turbe
di

musicanti portandovi
il

nuovi stromenti, la citJiara,


il

il

psalteriim^

barbitos, la

dura

siriaca,

V arpa. Col

sambuca, pantrigono, culto di Cibele entrarono gli

la

strumenti da battere, cembalo, timpano, crotalo o caL^ organo ad acqua (hydraulos) del tempo imperiale. A Roma si diffuse il gusto della musica, che volevasi nelle feste, nei banchetti, e un po' dappertutto
stagnette.
;

ma
e

l'esercizio

cantando

era spregiato, fino a che Nerone, suonando egli medesimo, non indusse i nobili a diCos la nomenclatura fu tutta greca:
,

ventare dilettanti.

symphonia, hymnus, harmonia, musica rhythmus trovansi gi da Lucilio a Cicerone. Yitruvio ha dir orna,

diatonon
,

i5

hemitonion, diesis diapason e molte non si conservano nella musica moderna. altre voci che L' educazione romana ebbe nei primi secoli carattere
tonos
,

nazionale.
il

giovani facevano esercizi ginnastici, la corsa,

il pugillato, il nuoto, il cavalcare, lo scagliar sassi e frecce e giavellotti. La ginnastica greca fu conosciuta soltanto nel 2" secolo, allorch essa avea

salto,

la lotta,

perduto

il

atletica professionale.
(Liv.

suo carattere educativo per diventare un'arte E questa introdotta nel 186 a. Cr.

39,22) piacque e prese stanza a Eoma, ebbe alcun valore educativo.


Nella coltura intellettuale
i

ma

non

Komani dipendono quasi

per intero dai Greci. Anzi tutto presero da essi l'alfabeto, che non invenzione greca, ma, come pare, egizia e dall'Egitto pass ai Fenicii. Di cose relative alla scrittura durano ancora
i

nomi

greci alfabeto,

carta, papiro,

scheda, pergamena, inchiostro, hihiioteca, ecc. Gi fino dalla seconda guerra punica accanto al maestro
di lettere

(litterator)
,

vediamo sorgere

il

grammaticus
,

maestro greco professione esercitata anche da Livio Andronico e da Ennio. Del grandissimo numero di Greci
che poi affluirono a Koma in seguito alle guerre orientali buona parte dedicavasi all'istruzione dei giovani;
,

alcuni entravano nelle case della nobilt, dove all'antico

custos vien sostituito

il

paedagogus ;

altri

aprirono scuole

interpretarono i poeti greci e latini. Al principio dell'ultimo secolo s'aggiunge il rhetor o maestro di elo-

dove

quenza. Del resto la scuola a Eoma fu istituzione privata indipendente dallo stato, anche quando i primi imperatori stipendiarono maestri famosi. L'istruzione pubblica

una creazione

di

Adriano.

storia della letteratura latina poco pi che una storia della imitazione greca. I primi poeti non fecero

La

dal greco ed erano di paesi Livio Andronico fu probabilmente un prigioniero tarentino, condotto a Koma da Livio Salinatore
ellenizzati:

che traduzioni o parafrasi


nel

16

di

272

a.

Cr.

Nevio

di

Campania, Ennio

Eudiae

nel paese dei Peucezi in Puglia, fra Bari e Brindisi. Cos i nomi dei generi poetici furono greci: poesia,

poema, comedia
ode,

tragedia

mimo pantomimo
,

elegia,

epigramma

epitalamio

egloga
i

idillio,

loro

epinicio, rapsodia, elementi.

ecc., poi tutti

nomi

epicedio, dei versi e dei

Grammatica e retorica cominciarono a circa alla met del secondo secolo a.


terati

coltivarsi

Koma
let-

Cr.

quando

e oratori greci vennero

prima

legati di citt o di

Komani

poi vi si stabilirono. In queste dottrine per i presero una parte pi viva ed efficace che nelle arti e nelle scienze speculative, e tentarono di renderle
principi,
i termini con nomi latini. Cos da le rimangono quel tempo parole: vocali, consonanti, lunghe, brevi, nome, verho, flessione, declinamone ecc. L' autore della Wietorica ad Herennium,

nazionali

traducendone
fino

che

si

crede essere stato

Cornificio,

trasport in latino

le parole;

causa, quaestio, genus demonstrativum delihe-

rativum iudiciale, accusatio, defensio, invcntio, dispositio, elocutio, memoria, pronuntiatio, actio, exordium,
narratio, propositio, argumentatio rcfutatio, digressio, conclusio, ecc. Solo alcune parole difficili a tradurre, prin,

cipalmente le composte,
All'opposto
la
i

furono ritenute,

come

sillaba,

apostrofo, glossa, analogia, anomalia, patronimico, ecc.

grammatici e retori posteriori, quando ormai

le cose greche era tale, che non si riguardavano pi come straniere, non si presero la briga di cercare il corrispondente latino, e perci troviamo le

famigliarit con

voci grammaticali: dieresi, sincope, metatesi, eupionia, e le retoriche metapliora, sinccdoche, meidioma, ecc
,

tonymia, allegoria, rliythmus, periodus, aphorismus, peri^Jirasis,

apostroplie, plconasmus, ellipsis hyp)erbole parabola, prosopopoeia, barbarismus, soloecismtis, idiotismus, panegyricus, paradoxon, ecc.
,

ironia,

Anche per

la

filosofia

Lucrezio e Cicerone tentarono


di creare
filosofiche

17

un linguaggio nazionale. Di tutte le discipline i Romani non intendevano ne apprezzavano se

non

che pu trovare applicazione nella appunto perch divenisse popolare e contribuisse a rendere gli uomini buoni e felici, si volle usare il
la parte morale, e

vita;

linguaggio del paese. Perci poche parole greche attinenti a filosofia si trovano negli antichi tempi, sophia
in

Ennio, philosophus, philosophia philosophari in Ennio e Plauto, poi i nomi delle parti della filosofia etlica, physica, logica, e i nomi delle varie scuole. In
,

Lucilio troviamo atomos, in Cicerone dialogus,


litici,

libri

po-

phy Biologia,

sciola,

sorites.

Alcune

egli

usa ora

nella forma greca, ora nella latina, come dogma e decretum, haeresis e seda, idolum e imago, paradoxa e mirabilia. negli scrittori posteriori, come nei gram-

Ma

matici e nei retori,


latini, sicch

cessa lo studio di trovar

vocaboli

troviamo idea, theorema, problema, axioma,

entelechia, pathos,

sophismata, metempsychosis, microecc.

cosmus

cynismus,

La

filosofia

diede poi l'impulso


del diritto,
e qui

alla trattazione teorica e sistematica

vediamo sostituiti alcune volte termini greci ad istituzioni e cose romane preesistenti, come parapherna, apocha,
olographus
greco.
,

antinomia,
fu

ecc.

Anche pandette
dai

nome
il

La matematica

coltivata

Romani per

fine

pratico delle operazioni aritmetiche e geometriche necessarie nel commercio e nell'agrimensura. Questa parte ele-

mentare porta quasi interamente nomi romani. Quando alcuni studiarono questa scienza, presero dai Greci insieme alle dottrine anche il linguaggio scientifico. Sono gi molto
antichi
i

nomi

di

matematica, aritmetica, geometria, cubo,

cilindro, sfera, trigono. Un po' pi tardi gli altri composti di yodvia (tetragono, pentagono, ecc.), prisma,

cono, piramide (come


trapezio,

fig.

geometrica), isoscele, rombo,


cateto,

parallelogrammo, emiciclo, ipotenusa,


Zambaldi, Le parole greche.

diametro, perimetro, ecc.


2

Nella
fisica
i

t8

erano

fenomeni pi appariscenti

natuche

ralmente noti ed

hanno nomi romani

ma

quelli

richiedono un'osservazione pi attenta, furono appresi dai


Greci,

Nella

ma

p. e. aer, aura, aether, ecc., e perfino V eclio. meccanica poi le macchine erano tutte greche; loro nomi non si usano pi.

L'astronomia nacque in Oriente, dove la religione stessa degli astri spingeva a studiarli. I dotti greci la conobbero viaggiando in quelle regioni e poi con la spedizione di Alessandro. Essi poi l'insegnarono ai Komani. I nomi
dei cinque pianeti furono presi certamente
tele,

perch prima quelli

avevano

altri

dopo Aristonomi indicanti

splendore (^at'yoov, <Pa^wv, IrAjSwv, <^c)7(ppog, Uvpsig); dopo si chiamarono con nomi degli dei.

Lo
mente

studio dell'astronomia a
al

Koma, comincia
di

tempo

di

Varrone e

Cicerone

propriavocaboli

per lo pi sono tradotti, come lo dimostrano i nomi dei segni del Zodiaco. Per s'incontrano anche nomi greci,

come Astronomia, Arcturus Andromeda, Cassiopea, Cepheus Centaiirus ecc. In italiano rimasero alcuni nomi astronomici latini, come: equinozio, solstizio, oriente,
,
,

occidente,

equatore,

ma
,

molti pi greci, bench avessero

polus e non vertex, horizon non finiens circulus eclipsis e non lunae defectus planetae e non stellae errantes, cometae e non stelae zona e non regio orhis crinitae (Cic. cincinnatae) e non sectae pilae pars. Il che plaga, Jiemisphaerium

un corrispondente

latino, p. e.

Jul.

dovuto principalmente agli scrittori posteriori, come Firmicus Maternus, che anteposero i nomi greci.

L'astrologia, rispondente alla superstizione e al fatalismo popolare, si diffuse molto a Roma, ne valse cacciare indovini e astrologi e ciarlatani, come si fece pi volte. Al tempo d'Augusto Roma era piena di cos fatta

gente,

che port

nomi

greci dell'arte sua,

astrologia,

horoscopus, genesis, genethliacus, ecc. Nella geografa i Romani non conobbero direttamente

prima
d'altri

i9

spedizioni in

non paesi settentrionali nelle loro tarde Germania e Britannia. Per l'oriente l'Asia e rAfrica essi presero i nomi dai d'Europa, per Greci che li avevano preceduti, come Aethiopia, Aegyptus,
se

Gallia,

Lihya, Cirenaica, Babylonia, Syria, Arabia, India, Armenia, Scythia. Perfino Hispania ha impronta greca. Italia prohahilmente la forma grecizzata ( ^noCkla. ) di un nome Sannitico dato dapprima ad una piccola regione meridionale. Greci del pari sono i nomi di tutte le
,

fondazioni greche dell' Italia meridionale e della Sicilia. Perfino i nomi fenicii passarono attraverso i Greci, sicch
i

Komani

dissero

Tyrus

non Sarra, Berytus e non

Beerth,

Tartessus e non Tarsciisch, ecc. Presero poi oasi, cataratta, istmo, hosforo, oceano, pelago, ponto,
scoglio, ecc.

Per_quanto riguarda

lo studio del

corpo umano,

Eoben
il

maj^onosevaiw

ment^ esterne^jjgLcj^^o,
prDaE.&-^liere.^^
nonie^,^,,greco,.^jMn^

e alcune, malattie e difetti ,

Nai)^meiiQ.4.uache
,

bench

esistesse

nome

nazionale, come hraccJiium per armus, arteria per canalis, stomachus per venter.

col trasporto del culto neirisola d'Msculapio irBrma''~ni^'Maicme^3^^^

La medicina^comincia a Koma

det 29 1" (Liv7'"Tt)7''^Tfr"Fu


saceiidii^tij^i^^HJiP^i^^i greci,

esercitata

in

principio

da

da schiavi

liberti (Plinio,

29,

17).

DapprirQSTl^serc^zio'd

senza
col

(Plut., Cat., M., 23), acquistarono la fiducia pubblica

sospetto

ma
;

tempo

medici

Cesare diede la citta;

dinanza romana a quelli che pigliassero domicilio in citt di guisa che Augusto concesse loro alcune immunit
,

anche persone libere affluirono a

Koma

e perfino qualche
il

romano
medico
i

esercit medicina.
di casa.

Le grandi famiglie avevano

V'erano anche
scrisse

gli specialisti per gli occhi,

denti e gli orecchi.


Il

primo che

di

medicina

fu

Catone,

bench

20

tanto avverso ad ogni cosa greca. Durante l'impero ne scrissero Celso, Scribonio Largo, Plinio, sempre per di-

pendendo dai Greci.


Malattie
esistevano

naturalmente

anche
^m^^

prima,
'

ma
da

poich i Greci furono" ipnini 11 crrl^^ esse^f itnnero p5?TBr"^iunnr"nonre "gf^^^^

ftio

Plauto troviamo nausea, podagra, glaucoma', in Lucilio,

gangraena, herpetice] in Lucr., lethargia; in Cat. r. r., dyspepsia, ischiacms, carcinoma; in Cc, artJir iti cus,
phreneticus, cardiacus. 'U elephantiasis fu portata nel 62 a. C. dairesercito di Pompeo che la prese in Siria;
la

colica (colum) trovasi al tempo di Tiberio. Alcune malattie furono dai trattatisti tradotte in lacancer tino, p. e. articularius morbus per artJirits
,

per carcinoma, ascessus


nancJie,

per apostema,

lunaticus per

seleniacus, carhunculus per anthracion, angina per sycaleuli per lithiasis, suffucatio mulierum per
hysteria, scropJiulae per clioirades, ecc. I nomi pi comuni di medicina entrati in Italia fino

dair antichit e conservati poi sono


dissenteria,

artrite, diabete, afte,


tisi

cholera, scrofole,

emorroidi,

(phthisis),

cachessia,

spasmo,

tetano,

epilessia,

isterismo,

apo-

plessia, paralisi,

coriza,

cefalea,

emicrania,

diarrea,

melanconia, reuma, pleurite, idrope, esantema, polipo,


panariccio, accidia. Fra i rimedi: collirio, empiastro, pittima, anodino,
emetico,

caustico, diuretico, flebotomia,


ecc.

clistere,

elet^

tuario, gargarismo,
L'influsso
all'et

dei

Greci sul

mondo

latino

non

s'arresta

pagana. Abbiamo gi ricordato come il trasporto della capitale per opera di Costantino avesse per effetto
di ellenizzare la Corte e

ancora di questo fatto


nell'Asia,

V alta amministrazione. Prima una religione nuova era sorta

gettando nella societ decadente

vigoroso del suo rinnovamento.

Ma

principio pi quella nuova dottrina

il

-21

tutto
al

sarebbesi forse circoscritta nell'Asia e avrebbe

pi creato una nuova setta israelitica, se non fosse stata bentosto conosciuta dai Greci e nel loro paese nativo e in quelli ellenizzati dell'Oriente, e questi nutrendola di
filosofa

inalzato

non avessero sopra quelle semplici fondamenta un edifcio teologico e fondato una nuova chiesa.

La

letteratura cristiana per due secoli fu greca. Minucio Felice intorno al 220 di Cr., il primo scrittore latino

di cose cristiane.

Poi

a Koma,

ma

in paesi

dell'Africa,

primi scrittori latini non vissero dove la coltura greca

era predominante. Non dunque da meravigliare se la nomenclatura della gerarchia e della dottrina cristiana
quasi interamente greca.
si fondarono in Oriente, ebbe, come le adunanze popolari, che presero ufficio saceril nome di ecclesia. I vecchi dotale preshyteri. Nella comunit entravasi col battesimo

Nelle comunit religiose che

la riunione dei fedeli

e il nuovo venuto era proselito. Il capo della comunit fu detto ispettore, episcopus, quelli che servivano i poveri e gli ammalati diaconi. L'ordine sacerdotale and

organizzandosi sempre meglio e vi furono


gli arcipreti, gli

gli

arcidiaconi,

metropolitani; l'intero ordine contrapposto al popolo (laici), fu detto


arcivescovi,

patriarchi,

clero

suoi

membri

clerici.

Le

circoscrizioni

ammini-

Chiesa furono, come quelle dello Stato, dette diocesi. Le assemblee generali, sinodi; la prima
strative

della

universale o ecumenica fu quella di Nicea nel 225. La deliberazione conciliare fu il dogana; la fede universale,
cattolica;
eretici
i i

credenti

orthodoxi;

la

setta

haeresis

ed

suoi seguaci.

L'amore
gli

della vita solitaria proi

dusse
i

gli

anachoreti,

eremiti,
ecc.

monaci,
i

monasteri,
per
eccel-

cenohii,

gli archimandriti, Nella dottrina i libri santi furono

libri

lenza, Bihlia (Bibbia);

le loro parti

ritennero quasi tutte

nome

greco: genesis, exodos,

leviticus,

deuteronomion ;

^oi profeti, salmi, evangeli, paralipomeni, apocalissi, ecc.

22

padri usarono; idolum^ idolatria^ ethnici, diabolus,

antichristus,
disus,

angelus

archangelus

paracletus
,

para,

abyssus^ pentecoste, epiphania


,

thema
zelus,

scandalum
exorcismus

schisma

haptismus anacatechumeni apostata


,

eucharistia, agape, eleemosyna,


,

monogamia, hlasphemia, coemeterium ecc. Pochissimi nomi


,

ebraici,

come: pascha, satanas, gehenna.

Caduto rimpero d'Occidente, non perci hanno termine i rapporti del mondo latino col greco. La dominazione bizantina che dura con varie fortune dal YI ali 'XI secolo, poi le crociate, il vivo commercio di alcune citt italiane con T Oriente, il lungo dominio dei Veneziani in
Grecia, Temigrazione in Italia degli eruditi bizantini prin-

cipalmente dopo la caduta di Costantinopoli formano una continuit di relazioni, che rannodano in qualche modo
,

il

mondo

antico col

moderno

e la

promuovono
storia

in questo

il

rinascimento degli studi.


di quelle relazioni
la

Ma

particolareggiata

non

ancora abbastanza chiara,

ne

quantit di vocaboli rimasti vivi nella nostra lingua abbastanza considerevole per giudicare quali e quante parti della coltura nostra siano effetto di quelle.

Certamente se dalla lingua comunemente intesa, che forma per ora soggetto dello studio nostro, volessimo
passare ai dialetti, troveremmo una messe abbondante da
raccogliere. Un gran numero di documenti e diplomi del e deirXI secolo attesta che la Calabria la Terra

d'Otranto

e la
il

Puglia
si

seguivano meridionali in cui


volle

rito greco.

a quei tempi parlavano greco e noto che vi sono ancora paesi

prima

spiegarsi col

parlano dialetti greci. Questo fatto durare degli antichi abitatori,

che avrebbero conservato la propria lingua attraverso la conquista romana. Ma studi pi accurati dimostrano che

Pelemento greco dell'Italia meridionale soggiacque compiutamente alla vigorosa propaganda romana. Gi Strabene si lagna che al tempo suo soltanto Napoli, Reggio

~
dice,

23

o com'egli sembra che anche

e Taranto resistessero all'invadente latinit,


alla barbarie
;

e durante l'impero

questi ultimi focolari delF ellenismo andassero spegnendosi. Tutti i documenti medievali del mezzod sono redatti, non
gi in un dialetto che possa considerarsi come una evoluzione spontanea dalF antico, ma nella pi schietta lingua bizantina (1). Il Bruttium di Cassiodoro nel VI secolo

compiutamente latino laddove la Calabria del X greca. Devesi adunque attribuire ai Bizantini, cosi spregiati e derisi egualmente dal fanatismo cattolico e dallo

spirito

filosofico del secolo scorso tanta superiorit di coltura e vigore di propaganda, che poterono rifar greco un paese gi divenuto latino da qualche secolo, bench
,

predisposto pi d'ogni altro a trasformarsi per il suo antico fondo di popolazione ellenica. Che se l' ellenismo bizantino non fosse stato combattuto da due potenti avversari, le armi dei Longobardi e la chiesa latina, si

sarebbe probabilmente
provinole meridionali.

diffuso

molto

pi

in

qua

delle

La causa precipua
Quando Leone

di cotesta ellenizzazione fu religiosa.

Isaurico volle imporre colla forza la dottrina iconoclasta, i fuggiaschi dalla sua persecuzione tro-

varono

rifugio

principalmente

in

Calabria

in

Terra

d'Otranto, portandovi le sacre imagini sottratte al fuoco e con esse i primi modelli d'arte bizantina. Circa cin-

quantamila persone vennero allora in Italia, e molte di queste erano monaci, che l'imperatore voleva aboliti, di guisa che resta memoria di novantasette conventi di Basiliani,

stabiliti a quei tempi soltanto in Calabria. Questi divennero altrettanti centri di studi teologici filosofici e

letterari,

ed assorbirono in breve la

scarsa

coltura

del

paese rappresentata dal clero latino. Leone capi il partito che poteva trarre da questa immigrazione e li lasci

(1)

Vedi ZaMBELLIS,

'IraXoe^iyjvtxa

i^TOt

y^pimr) npocy/xa.rdoc itspl

Twv

roti ''A.px^ioti Ne7rAW5 vsxtwv IWyjvtxwv mpyaiiYivSiv.

Atene, 1864.

24
tranquilli,

denza di

Eoma

contento di staccare alcune diocesi dalla dipenper sottoporle a quella di Costantinopoli.

Questo spiega come non molto dopo il paese fosse ridivenuto greco nella lingua, nell'amministrazione, nei riti, e tale si mantenesse per qualche secolo, rinvigorito dalla
conquista di Basilio e da nuove colonie venute dal Peloponneso e da altre parti. I Normanni stessi ne subi-

rono

l'influsso nella lingua della cancelleria, nelle

monete,

nei costumi del vestire.

Di

l vennero Leonzio, Pilato e

Barlaam,
cos
l'

S.

Nilo fondatore dell'Abazia di Grottaferrata


il

si

spiega

Italia

numero considerevole di Papi greci delmeridionale dalla met del settimo a tutto il
(1).
rifiorire

decimo secolo

Ma

questo

deir ellenismo

non poteva durare

in paese straniero,

sotto altre dominazioni e con l'inimi-

cizia delle due Chiose che divenne sempre pi aspra. Il conte Buggero, per ottenere da Urbano II la dignit di Legato a latere, ridona alla soggezione della S. Sede le diocesi che dipendevano dal Patriarcato Costantinopolitano. Una rivolta delle Puglie sotto Guglielmo il Mal-

vagio seguita da una fiera persecuzione contro


i

Basi-

liani, quali vanno sempre pi diminuendo di numero e d'importanza, e con essi la lingua e la coltura che

rappresentavano,
sotto gli Angioini

la

quale

scompare

quasi

interamente

(2).

Toccai brevemente queste vicende dell' ellenismo nell'Italia inferiore per mostrare quanto influsso esso abbia

avuto nel medio evo e come debba aver lasciato larghe


tracce
nella

lingua

del

paese.

Gi

fino

dal

1634,

Leone II di (1) Teodoro I nel 642; Agatone di Reggio nel 678 Piana presso Reggio nel 682 Giovanni VI nel 701 ; Giovanni VII di Rossano nel 705; Zaccaria di S. Severina nel 74 i Stefano IV di Reggio nel 768, Giovanni XVI di Calabria nel 997. nell' Italia Inferiore (2) Per le vicende dell'ellenismo bizantino
;
; ;

vedi

Lenormant nell'opera

citata a pag. 3.

- 25G. C. Capaccio nei Dialoghi intitolati // Forastiero, parlando dei Napoletani, osservava che sempre greil quale, corrotto gi, pur fa sentire suono delle voci greche, e alle volte par che i Napoletani parlino goffamente, che non parer cosi a quei

cissano nell'idioma,

il

che pratici della lingua greca sanno il significato di e '1 mescolamento di molte considerano che quelle, lingue
,

l'ha gi guasto in quella maniera (1)

Cos dal dia-

(1) A pag. 19 sgg. trovasi un lungo catalogo di parole greche comunemente usate a Napoli. Tra queste egli comprende un certo numero che non sono d'origine greca, come sbandito da ajSswuw, catafalco da altre non sono proprie solxara^a^vw, maschera da /j-xvtag x<^p<^ ecc. tanto del dialetto napoletano. Del resto buona parte delle etimologie indovinata. Ecco un saggio di quella raccolta spamfiare Tra/A'^atvw
;
: ,

smargiasso //a/jyatvw, chiafeo (sordido) yva'^eu?, perchia (brutto) Ttp/.r] o Tcspxi; (pesce nero), vallane (castagne cotte) |3a>avot, strummolo caia pede (pian piano) tto; xar 7r5a, infenocchiare (jTpj3u/og, pede w Taptx, sia (voce marinaresca) ^stw, zaffio ^svaxi^siv, ova tariche
(che non sa parlare) aa^y^s, far lame (dar belle parole) zhla^ioc^ scatapuzza (sorta d'erba purgativa) xaTKTroxta? smorfia da //-opf/?,
tiano (vaso di creta)
Tfrjv.vo'j^

vesenieria luvripCa, spatolare

<77T^t'^w,

incegnare (incominciare) lyxatvstv, encenia treccia &pii tnostaccio [/.-cxa^ lyAcx.tvi(x. infratta o sfratta k/j.'fp!x/.ru. farmaca (purganti) ^ap/jiaxa, schizzare da ffx''^, spata aiza^-ri, molutrarse da Xourpv, lagana ^ayava, stola (s-zoln stoppa c-runTr/?^ scalmo hastazo /SaTra^oiv , TAofjL^ , msce ( voce che si dice al gatto ) fj^'^i sparare anapurru, ancino (frutto di mare) sx^^os, ancarella yxwv,
stVwv,
, ,
, ,

cona (immagine)

galliare
Tpo-Kv.ix^

(pigliarsi gusto) yltiv , tropea (conversione di venti) trappito (luogo da calcar Toliva) rpaTrw, catarratta (parte superiore della casa) xarappa/.r/js , intonato da rvo;, sbano (raro)
77Tvtos,

camorra (veste che corre


ffxuTe).>ov
,

fino a terra)
yp'zoc,^

x^l^-^^'-

P^^'^t
^

cristiero

xAu^siv, scutella

cortiglio
^

cancello
^

if.y/.zlloi;

casacca
,

xaaas?
ypaipstov

magagna
,

iJ.cc/ycc-i7ia.

canistro
,

nAvwJTpov

cesta

xiVt/j

graffio

sfamato
Pausilipo

^uff^rj/Ast^S-at

attizzare
,

cTTi^stv,

^pa^eiv

navTiAuTTOS
^

malinconia
^

borsa ^pax^ brasa zaino t^avv; ii..(x:jio\Loc ,

(pelle),
Mylt(.piov

morale
^

iJ.pv.

pasta

'rzy.'sxr\

cofino Mfivoi,
spilorcio

cannavo

menta

/^it'v&y;,

O7r0.o/Aat,

cuscino (vaglio) xuxtvov , cocchiaro xawa^t;, sarpa axln-/], ceraso y.ipocTov, centrelle xivrpov^ fratta ypaxTyj, impiz.[x-pyri,

zare (accendere) w^a?, mattra [j-iy-rpa^ cria (nulla) ypt, morga matto {/..rocio^, calafato xa^a^ar/;?, urea /xaj , discolo ScKoT^oq.

letto

26

ci

veneziano sarebbe facile trar fuori un numero con-

siderevole di voci greche.


i

Ma

allargherebbe
;

troppo

confini imposti al presente lavoro

il

quale proponen-

dosi di ricercare le tracce presenti dell'influsso greco nella lingua comune, deve omettere e l'importanza dell'arte bizantina, di cui la costa orientale della penisola conserva
preziosi, come il S. Marco di Venezia, e quella che mirarono alla ristorazione dell'antichit, studi degli fatta astrazione dalla parte antica, la lingua preperch sente conserva troppo scarse vestigia d'influssi che abbiano

monumenti

innestato idee e cose nuove nell'organismo della coltura

moderna.

Nel gran numero di parole che siamo venuti recando


finora
il

lettore avr forse notato


,

come alcune

fra esse

siano di tal natura

che

Latini non doveano certamente

aver bisogno di pigliare dai Greci. Epjg]ire_si_J[_jqu^s^ che la parola greca si stabili nenajingua fatto strano
,

^anto
cycnus
culus,

ad uniriTin^'^""qug<^Tvon;3^
cacci

laiiflSQuelIaT'^tTos^
si sostitu

dall'uso

ad

olor, ^slog e ^s/a a

armus, patrmis, avun-

amita, matertera; poeta a vates ; poema e poesis a Carmen; e pi tardi golfo Sisintis; trapano {rpvnocvov) a terehra. Dei nomi di venti abbiamo parlato pi
su. Altre volte

pontos

due nomi durarono paralleli come mare, e pi spesso con peagus ; stella ed astrum
i
, ,

poco o molto diverso, come venter e stomacms; vesper ed hesperus ; feretrum e faretra; cuneus e conis; silva ed hyle. Cos durano paralleli in italiano
significato

aria ed atmosfera; iscrizione ed exrigrafe; trasformazione e metamorfosi ; florilegio e antologia, ecc., e con significazione modificata palla e sfera; ascesso e po-

stema; immersione e battesimo; compassione e simpatia; individuo e atomo e attimo; circolare ed enciclica; lucifero e fosforo; supposizione e ipotesi; bastone e
scettro ecc.

-27

IL

Le trasformazioni

delle

parole greche entrate in italiano-

Dopo aver

maggiore in Italia ed abbia lasciato pi


nella nostra lingua,

detto in quali parti l'influsso greco sia stato copiose tracce

dobbiamo studiare
le

le

trasformazioni

a cui furono soggette


liano.

parole greche entrando in ita-

che in molti vocaboli noi

forma italiana con la greca s'intende siamo proceduti su per gi come Lucio Mummio a Corinto: ne abbiamo fatto strazio.

Paragonando

la

Figuriamoci che d% amygdala

Mm^^m^J^ojmoMd^^

proprii, dove Ahragant-i diventato Girgenti, FolydeuJces Polluce, TheoMeia Tecla e via via. E non so-

lamente abbiamo storpiato le parole nelle quali c'erano combinazioni di lettere ripugnanti alla nostra pronunzia, ma offendemmo anche quella che ben fu detta l'anima
della parola (1) e accentra la sua unit melodica e tridda ritmica, l'accento. Cos historia divenne storia
,

Sappilo Saffo. Con altri ci siamo contenuti pi politamente, e se abbiamo fatto pur sempre qualche
triade, in

strappo nelle lettere, abbiamo rispettato Tccento, come melodia miope tetragono Taranto Lepanto. In
, , ,
,

alcuni casi

abbiamo coniato due forme, una

di

lusso e

At quid est ipse accentus? ita definitus (1.) quasi anima vocis. Pompei Comm ad Donat.

est:

accentus est

~
l'altra

28

e hefdna^

da strapazzo

come epifania
significato

Berenice
,

Veronica e con diverso

sinfonia e rampogna, plata e


cina^ p)arahola e parola,

mana e smania piazza^ machina e ma-

atomo ed attimo, encausto e

inchiostro,

ecc.

Ma dunque le parole greche passando in italiano non tennero veruna norma, non seguirono alcuna analogia? E proprio vero, come fu detto della quantit, che graeca
per Ausoniae fines sine lege

vagantur

Abbiamo

noi

adoperato in queste parole maggiore arbitrio di quanto ne usassero gli antichi verso i meteci e i peregrini, in

cambio degli

utili

servigi

che

ci

hanno reso

col farci co-

noscere tanto cose e idee nuove?

Nelle parole che si trasportano da una lingua in un'altra convien distinguere quelle che entrano nell'uso popolare dalle altre che rimangono nella cerchia pi
del linguaggio colto ed erudito. Ciascun popolo frazione di popolo ha gli organi della favella conformati dall'uso del proprio dialetto in maniere diverse, di
ristretta

guisa che
l'altro

l'uno

ama

certe

combinazioni
ai

di

suoni

che

rifiuta.

Per esempio
le

Toscani costa un
i

grande

sforzo terminare le parole in consonante, laddove

Lomperparole

bardi

amano troncare

vocali finali.

Perci se
le

le

sone colte riescono a pronunziare


straniere,

esattamente

come
le

il popolo non capace di quello sforzo, e fa bambini, i quali storpiano con tutta franchezza parole che loro si fanno ripetere, adattandole alla
i

capacit dei loro organi,


reggerli,

ripetono la
i

per quanto si tenti di corstorpiatura credendo di dir bene.


e

Se non che
cento
:

bambini sogliono
il

almeno
popolo
,

rispettare
il

ci

che non sempre fa

quale

Pacnon

sorretto nelle parole straniere dal naturale senso etimologico ond' guidato nella propria lingua, procede senza

bussola lasciandosi illudere spesso da false analogie. Cosi come dicevasi gloria, memoria, inedia fu. detto histria
e

tragodia.

Come

tutti

prodotti

del

mondo

vegetale

- 29debbono modificarsi per allignare in altri terreni e sotto altri climi, cos una parola straniera pu acquistare cittadinanza in altra lingua soltanto adattandosi alle regole
e alle analogie della lingua in cui entra. Quindi la bella osservazione del Pott (1), che dal modo in cui una lingua

riduce le parole d 'un'altra e ne toglie la parte per cos dire indigesta, spesso dato cogliere la natura di quella

che riceve come di quella che

d.

Le

parole dotte

poco alterate restano sempre straniere. Per se le due lingue fossero rimaste
e avessero conservato
le

sempre uguali
,

quantit, di accento, greche entrate in Italia sarebbero rimaste sempre eguali e riuscirebbe ora pi facile e pi semplice classificarle.

di regole di fonologia le alterazioni patite dalle parole


stesse

Ma nel lunghissimo intervallo di tanti secoli il greco fu soggetto a gravi mutazioni nella pronunzia, il latino divent italiano e oscurandosi la quantit manc il fondamento principale dell'accentuazione. Cos per esempio le
stesse parole
'/.fi^og

YiijJpa

entrate in latino, e

di

in italiano,

quando pronunziavasi e, questa pronunzia nei composti epicedio, effemeride


v:

la

conservano
;

tolte

pi tardi, quando pronunziavasi ^, questa pronunzia in accidia, effimero. Quando la Yi conservava in latino il suo valore di e, secondo la legge dell'accenv:

la

hanno

tuazione latina ebbe l'accento sopra di se nella

tima

penulancorch atona in greco, p. e. in Aristodemo, sistema; quand'ebbe perduto il suo valore di


sillaba,

lunga, l'accento prevalse nelle parole entrate pi

tardi,
le

come

in eremo,

diocesi.

Pertanto oltre a distinguere

parole entrate nell'uso popolare da quelle adoperate soltanto dalle persone colte, devesi determinare anche il tempo, nel quale ciascuna parola fu cominciata ad usare
in Italia,
cosi che

sarebbe

ufficio

del filologo rispondere

(1)

Etymologische Forschungen

II,

- 30domanda: data una parola con determinate alterazioni, in qual tempo entr nell'uso latino o italiano ? o invertendo i termini della domanda: in un dato secolo, qual forma doveva prendere una parola greca entrando
alla in

Italia?

Dal diverso modo in cui le parole greche furono trattate in Italia da pi di venticinque secoli, si possono
formare quattro grandi periodi.
Il

primo incomincia dai

pi antichi contatti dei Greci Italioti coi popoli italici e principalmente coi Latini. Carattere di questo periodo
la

rude libert con

cui

le

parole

venivano

alterate,

mutate di flessione, fino a che prendessero filatina. Basta aprire Plauto per vedere il governo gura che fa delle parole greche, come derivi da esse parole
storpiate,

con
role

sufiissi

latini

formi composti

ibridi.

Dalla forma

stessa s'intende che entrarono in questo periodo le


:

purpura

talentum

mimmus

mina

paobulus
,

amurca, haaena, cadiiceus


tus, apiia, tessera,

halneum, camera, nauta, scopuhis, cupressus, huxus, muraena,


,

murra, stappa, mtirtum, funda, fiicus, fundus, platea, ecc. poi i nomi proprii Agrigentum, Siculi, Sicilia, Bruges, TJlixes Foeni, Tarentmn, Sipontum Paestus Aiax,
, , , ,

Hercules, Follux, Froserpina, Alcumena, Heciiha, ecc.


greche trapiantate in Italia in antichissimo necessario non dimenticare questo periodo

Ma

parlando di voci

che greco e latino sono due rami d'uno stesso tronco, e che perci un immenso numero di parole, che potrebbero parer tolte dal greco non passarono gi da un
,

ramo all'altro, ma nacquero contemporanee dalla radice comune d'una lingua primitiva. Tale identit fece nascere e conserv cos a

lungo l'opinione che il latino fosse derivato dal greco. Poich adunque in questo primo

periodo le parole tolte dal greco prendono figura latina, non sempre facile determinare se una parola fosse comune al ceppo greco-latino ovvero sia derivata pi tardi
dal greco, e non di rado gli uomini pi autorevoli sono

31 ~
Per esempio dice Giorgio Curtius che crapula derivato evidentemente dal greco xp/xtnakTj, e per contrario il Corssen crede altrettanto evidente clie sia padiscordi.

rola latina formata dalla radice

controversia

si

agita

comune Jcrap. La stessa un considerevole di numero per

parole (1), e la disparit d'opinione tra filologi di grande autorit deve consigliare molta cautela e molta modestia

prima d'affermare risolutamente l'una o l'altra cosa. Certamente il confronto colle altre lingue ariane, le forme di derivazione, la storia stessa della civilt vanno restringendo sempre pi
il

numero

delle

parole

dubbie.

Cos

per esempio certo che navis non deriva dal greco vaDg, ma parola comune alle lingue indo-europee, naus in
sanscrito,

nico:
rivela

ma nausea

navi neirantico persiano, nau nell'antico iradalla maniera della sua formazione si

come derivato dal greco vav7ia. Inoltre non i Komani provassero il mal di mare e gli dessero un nome ancor prima di venire a contatto coi
verosimile che

Greci delle colonie italiche. Al contrario prima di quel tempo essi aravano i loro campi, ond' certo che ara-

trum, hos, ed altre parole attinenti all'agricoltura, pur

(1)

Ecco un saggio
alea,

di parole contestate: acero, acino,

addome,
^

borgo, braccio, cacare, calice, canale, capestro, caprone, carcere, cassa


aglio,
^

allucinare, angina,

anima

antenna,

asse,

castrare, catino^ cipolla^ circo, classe, colomba, colubro, coppa, corona creta , cubito , cuoio , duomo , elogio ernia faggio , falce,
, , ,

fascino^ feretro, fico,

flemmone, formica,

giglio, inclito, lana, lardo,

lauro, linfa, lino, lontra, lorica, lusso, macerie, malva,

mammella,
^

monile, moro m,usco nave, nbbia, nervo, nonno, oncia, orca, or duolo pagina, pallio,

marra, melo, mica,


^

miele, miglio, moggio,

palma panno, patina persona piaga,


y ,

pilare

(nei composti com-

pilare^ espilare), pisello^ pituita, porco, porro, polmone,

pruno, pus, remo, rima, rogo rosa, ruta, saliva, satira t scrofa, scudo, setola, socco, spazio, sponda, sporta, stame, stile, stipite^ strige, stuoia, sus {su-ino), teda, torno, turba, ideer, uncino ^
fpur-ulento), ragno,
^

upupa,

vescica, vespa^ vino^ viola, vischio, vitello.

32

essendo identiche a parole greche, non derivarono dal greco ma da radici comuni. Per ne le leggi di formazione,

buon numero
a

ne la storia della

civilt,

delle quali comune alle due lingue, in parte ancora nel buio^ vali

gono sempre
proprii,
il

chiarire

dubbi.
dei

Fra

gli

stessi

nomi

quali parrebbe pi evisignificato se derivi dal greco incerto n'ha alcuno tuttora ve dente, come sia schiettamente latino, Proserpina greco Perstorico
,

sephone

(1).
il

durante il periodo quale la coltura greca va diffondendosi fra i Komani e con essa un rispetto maggiore della forma. Allora furono

Con Attio incomincia

secondo

introdotte le
th,

lettere

greche

?/

e ^,

le

aspirate

ph, eh,

l'uso

dei casi greci,

come Laomedon, Hectora, Ore-

sten,

Laertiade. Questa tendenza, validamente sostenuta

coi poeti del secolo d'Augusto, per la declinazione dei greca divent d'uso coquali opera mune nella letteratura, sicch troviamo i genitivi musices,

da Yarrone, crebbe

matheseos, Pallados,
accusativi
lieroa
,

Tetiyos
,

Peeos
,

Sapphus
,

gli

poesin, tapeta tyrannida musicen, Aeschinen, i vocativi Alexi, Bapmi, Perseti, Atla, Achille, i nominativi plurali Arcades, Erinnyes,
cete,

Perseci

Tempe,
i

satyricon,
ccidas,
di

i genitivi metamorphoseon, epigrammaton, dativi Troesin, Charisin, gli accusativi Ar~


,

CycJopas

ecc.

Oltre

a ci

si
,

usarono

derivati

greci

nomi

latini,

come Seipiadas

Memmiadas. La

tendenza latina ad abbreviare la vocale davanti a vocale, (tendenza non originaria in latino, dove si conservarono

lunghe aiddi, terrai fio dius Diana, avanzata al tempo di Plauto), non imped
, ,

ma
ai

gi molto

poeti clas-

sici di

ritenere le vocali lunghe dei Greci, come in aer, Aeneas, Argeiis, Medea e in cento altri nomi.

(1)

e lo Zeyss nel Giornale di

Vedi rUsener nel Museo Renano XXII, 436, il Grassmann Kuhn XVI, 106 XVII, 436. Cfr. Curtius.

Griech. Etym. p. 265.

Questa maniera
di-

33

nella lingua letteraria e

trattare le parole greche dura poi forma una tradizione delle scuole

popolo non partecip mai a questo sforzo erudito e continu a trattarle a modo suo. Quando pertanto e
il
il cristianesimo e l'impero d'oriente cominciarono a diffondere in occidente parole greche attinenti al nuovo culto e all'amministrazione, incomincia il terzo periodo.

ma

La pronunzia

del greco erasi modificata con l'iotacismo

progredito, coi dittonghi fusi in un suono semplice, col yalore della quantit quasi scomparso, e il popolo pronunci i la vj e la y, ritenne l'accento sulla terzultima

fona, Agapito^ dicesi, ecc.,

anche con la penultima lunga, dicendo par adito antile quali forme compaiono
^

anche in Prudenzio e negli altri poeti conservatori delle forme letterarie.


In questa guisa si continu ritenendo la pronunzia latina
scrittori
classici

cristiani,

tuttoch

per tutto
nelle

il

medio

evo,

parole date dagli

pronunzia greca Greci viventi. L'ultimo periodo incomincia cogli umanisti e dura ancora ai tempi nostri, nei quali si formano ogni
nuovi per i bisogni della tutto artificiale tende a pronunQuesto periodo ziare le parole greche con quelle lettere e quell'accento
giorno
derivati
e

nelle

imparate nelle scuole e seguendo la parole che venivano prese dai

composti

scienza.

che avrebbero se fossero prima diventate latine e di l


passate in italiano, ma non sempre con perfetta coerenza nel ritenere o rifiutare certi gruppi di consonanti e nel
collocare l'accento secondo la quantit.

In questi quattro periodi popolari e due et erudite,


l'altra sotto

abbiamo pertanto due et

ma

ciascuna differente dal-

un doppio

aspetto.

lare

il

latino ancora vicino

alle

Nella prima et poposue origini il sistema


;

consonantico quasi intatto; il greco da cui attinge ha tuttora integra la quantit. Nel secondo periodo popolare
cristiano le

due lingue sono gi molto progredite nella


l'iotacismo diffuso, la quantit cede via
,

loro evoluzione,
3

Zambaldi

Le parole greche.

-34~
via nell'importanza all'accento. Delle due et erudite la prima pu ritenere la forma genuina delle parole greche
co' suoi
i,

dittonghi,
i

colle aspirate,

col

con tutti

gruppi

di

consonanti.

suono y distinto da La seconda et

erudita non

lismo

ammette pi alcuni di questi, ha il vocaconfuso e turbato l'accento, riproduce insomma

quanto pu, e non quanto dovrebbe, la forma originaria. Altra diversit essenziale fra i due periodi eruditi questa,
che
il primo attinge liberamente dal greco ma non crea nuove parole se non di raro e pi che per altro per comica festivit laddove il secondo non fa che creare nuovi composti non mai usati in greco, e attribuisce a
,

parole semplici significati particolari e

convenzionali che

non ebbero mai.


Questi

quattro
e

periodi non

si

cos separati indipendenti parola passando dall'uno all'altro prendesse forma diversa e consentanea alla tendenza di ciascuno; ma ogni periodo lascia ampia traccia di s nel seguente. Il primo
,

V uno

devono per intendere dall' altro che ogni

periodo erudito accolse molte parole nella forma popolare che avevano gi ricevuto, come amp-ulla pwrpura Siculi Hercules Poeni mente dal greco gli
, .

ecc.,

laddove
classici
,

attingendo direttadissero

scrittori
,

porphyritis forme furono rigettate

Siceides

p. e. Bruges per Burrus Patricoles per Pyrrhus, per Patrocles, Phryges, Procina per Procne, Acumena per Acmena. ytimina-

HeracUdae come rustiche

Pioenices.

mnpiora, Altre

smm

per gymnasiw
la
l'

ecc.

Il

periodo classico, avendo

resa tradizionale

pronunzia di un gran numero di azione sua sopra i periodi seguenti e la voci, estende conserva pi che mai nel nostro. Finalmente il periodo
cristiano

consacr

la

tutto

il

tempo
di

posteriore,

pronunzia di alcune parole per anche quando la conoscenza

dell'antico greco avrebbe potuto

suono,

correggere gli errori di quantit, di accento. Quindi si vede che in generale le parole conservano la forma e la pronunzia

35

fonetici

che avevano quando la prima volta entrarono in Italia,


qui patirono
i

mutamenti

comuni

latine nella loro

evoluzione verso l'italiano.

alle parole Perci salvo

alcune parole che si mantengono in una doppia forma, una dotta e l'altra popolare, (cfr. pag. 27 sg.) la forma
italiana

pu essere fino ad un certo punto indizio del tempo, nel quale furono per la prima volta adoperate
in
Italia.

Kispetto al genere delle parole greche entrate in italiano vuoisi osservare che in ogni lingua i vocaboli presi da altre lingue sono quasi tutti sostantivi; poi aggettivi
Gli aggettivi semplici sono pochissimi, austero^ bleso, ecc. E invero un altro popolo e un'altra civilt possono far conoscere un numero infinito di cose e idee nuove, ma non molte azioni nuove ne elementari quali sono indicate da verbi semplici
derivati
essi.

da

come

ilare,

nuove relazioni di cose indicate dalle

particelle.

Perci

nel gran numero di parole greche usate in italiano non si trova quasi alcun verbo primitivo, e v'ha solo un numero di verbi derivati. certo

ordine tutto particolare di vocaboli formato dai nomi greci di paesi e fiumi italiani, i quali da tempi

Un

continuarono sempre ad essere pronunziati anche attraverso la dominazione romana. Alcuni di essi rimasero nella forma data loro dai Latini,
antichissimi
sui luoghi
p.
e.

per

Acragante.

Sicilia per Sicelia, Agrigentum e quindi Girgenti Altri invece ritennero la loro forma

primitiva, come Taranto e non Tarnto. La forma italiana di altri nomi geografici, quali per esempio Otranto

non Idrunte (Iscr. lat. anche Hutrentum), Ofanto e non Aufido, forse non senza importanza per risalire
(1).

alla pronunzia primitiva

Non

tutte

le

parole ricevute dai

Greci sono greche.

(1) Cfr. Ascoli,

Archiv. Glottol. Ili, 126,

N; IV,

461.

se-

ne tutte entrarono in Italia direttamente. Vedemmo esservi un numero considerevole di parole die i Greci presero

da popoli orientali e trasmisero ai Latini dopo averle accomodate alla loro pronunzia e dato loro impronta
qualcuna
attraversando
il

nazionale. Qualcuna pervenne dal greco attraverso l'arabo,

provenzale

od

altre

lingue

neo-latine. Di queste parole che patirono un doppio o triplo ordine di mutazioni non potremmo trattare com-

piutamente senza addentrarci nella fonologia di pi lingue e senza accrescere smisuratamente la mole di questo lavoro.

Del pari quando avremo accompagnata una parola dal greco in latino, non potremmo accompagnarla sino alla forma italiana senza rifare la grammatica storica
della nostra

lingua e ridire cose

gi note.

Limitandoci

adunque a segnare le mutazioni pi degne di nota, ci rimetteremo pel resto alle regole generali. Le alterazioni che patirono le parole greche passando in latino e in italiano si possono ridurre a due specie:
fonetiche e toniche. omissioni
e

Le prime consistono
di lettere
si
;

nelle mutazioni^

aggiunte

le

altre negli

sposta-

menti dell'accento, a cui


tazioni di

quantit che vi
in

possono riferire anche le musono strettamente legate. Di-

remo adunque
dei suoni;

appresso

primo luogo delle principali alterazioni ci occuperemo dell'accento.


alterazioni fonetiche

Nello studio

delle

dovremo

ri-

volgere in particolar

modo

la nostra attenzione ai suoni

forma prendessero

particolari del greco ed estranei al latino, indagando qual nel passare dall'una all'altra lingua.
la
,r,

Questi suoni sono le aspirate, binazioni di consonanti.

la

?/

alcune com-

ma

Le mute aspirate non erano in greco suoni semplici, l'unione della tenue con una seguente aspirazione; cio (p non era /"ma p -+- h, -h h, ^ t ~h Ji. Ci y^Jc
effetto

ebbe per

che

Latini,

alla loro pronunzia popolare,

per adattare questi suoni ritenessero la tenue omet-

tendo l'aspirazione,
il

37

guisa

nella stessa
th
t

che noi
in

Italiani

tuttora pronunziamo come Pantheon e il per eh per k come in architetto. Cos nopfvpa divent pur-

pura, 7Tp6'^og struppus (stroppa), mopsvg nel diminutivo amp-uUa, yjt apua (acciuga), <^oivty.eg Poeni, G^atptrTig
spaerita
(cfr.
it.

acpoclpa

e
,

il

poet.

spera)

<7)(^lY}

scida

yjy.ipi(^vX\ov caerefoUum, yjxki^ calx^ p.7j7Xi/ri masticum ; [jav^T menta, ^vog tus, cmy^Ttp spinter. Anche triumphus, antic. triumpe, sembra derivato da ^ph.p.^og. Pi di raro all'aspirata corrisponde

(=

skida,

scheda)

come (^akaivx balaena, ^pvyeg Bruges, ^i^v^ov forma popolare iuiuha (giuggiola), ^oy^Ci doga, ^py.yjjM dragma. Cos in parole comuni vediamo corrispondere ambo ad CK[j.(pj), umbilicus ad p/^oHg, ecc. In tempi posteriori, quando Timitazione fu pi esatta
la media,

nella tarda

pi consapevole,

le

aspirate

si

riproducevano aggiun-

gendo h alla tenue, come philosophia, achates, Athenae, e bench per la labbiale i Latini avessero /*, distinguevano da questa il suono ph, (1) e dove innanzi Si ph stava n lo
facevano
nanzi ad
m-,
f,

come come

in

infelix.

amphora, laddove ritenevano n inMa in progresso di tempo la

distinzione
italico.

scomparve e si ritorn all'antichissimo uso Perch nelle parole comuni alle due lingue la la-

biale aspirata bh della lingua primitiva, segnatamente in in greco, /' in latino, principio di parola, suol diventare
(p

come

fCiiJSf

fama,

(pip<:

fero, a^vjri

fuga

di

che trovasi

esempio anche in parole prese dal greco in tempi molto


antichi,

come
,

fungus

(papirpa faretra, (paWtazpa fenestra, (jfyyog E cos nelle tarde iscrizioni (7(pv^ovyj funda.

dell'impero troviamo sarcofagus, per sarcophagus, triumfatori^er triumphator,

Filoxenus

iper

Philoxenus,

ecc. (2),

Vedi Quintil. 1, 4, 14; 12, 10, 29. Anche Prisciano 1, l4 non fixis labris est pronuntianda ^/i quomodo f. (2) Per la rappresentazione della f in tutti i periodi della lingua latina vedi Moramsen, Hermes XIV, p. 65, sgg.
(1)

dice:

38

da /* seIn italiano adunque la 9 riprodotta da _p condo il tempo in cui la parola entr in Italia e secondo
forma dotta o popolare; abbiamo perci e anda porpora nop(Pvpa, colpo da Klacpog, ampolla da ecc. Alla fora da u/sopsvg, filosofia doppia rpi\G7Gcpia,
che vi prese

tenue

con

aspirazione
Saffo,
altre

corrisponde

la

doppia
zaffiro.

aspirata,

come da Anche
si

lancprj)
le

da 7dn'fipog
,

due
,

scrivevano eh th
di

che nel tempo classico aspirate nel linguaggio popolare rigettarono


in

l'aspirazione,
forti

maniera che

italiano davanti a vocali


p.
e.

a consonanti rimasero tenui,


coro,

yapoc/.vhp

ca-

rattere,

^alaixog talamo, X^pib Xpi^vg In trono. mezzo di parola alcune torace, 3pvog .^wpa volte diventarono medie, come Ir/LTdg agata, 'inibri spada. Davanti alle vocali e i la gutturale aspirata suol
conservare in italiano
'

Cristo,

il

ronte,

hyaiig

actf<o,

suono duro, come hyip(^v Acheyip.aipa chimera, y^upi^i pOLc^ov


. ,

chirografo, 7yri[JM schema, (jyitoi' schizzo, ecc., ma in alcune parole popolari corrispondendo al e latino
yslidovtoc celidonia, scisria, cerfoglio, hyiadt/.ri sciatica. 7ym\/j, yaipifflov La parola 'yyirj ha le due forme scheda e cedola (sce-

pat la modificazione di questo, p.

e.

dula)

apy

si

mantiene duro in archivio, architetto, ar-

archiatro, archeologia, monarchia, gerarchia ed aire parole dotte, ma diviene e nelle parole dell'uso
chitrave,
cristiano popolare,

brachi um
hracitim

arcivescovo, arcidiacono, arciprete; divenne braccio dalla forma popolare latina

attestata nelle iscrizioni.


t,

La

dentale aspirata th

rimane
timo,
piata,

p.

e.

otog ateo
(/.'^^c/.i

^vpGog

tirso,

^Eoloyia theologia, ^u[j.og a /"ii^e ; alcune volte raddop,

come

in

cattedra
i

Y.y.^o)iY.ig.

Davanti ad

da 'Aoi^py., in cattolico da seguita da altra vocale suole

diventar z

come

il ti

latino, p. e.

^dog

zio

crestomazia, pizio. Conserva il suono di


yprj'7T0iJ.(/3i(/,

GXpov^f/^v
t

p^lag orza struzzo, nv^iog


, ,

in

alcune parole del lin-

guaggio colto, come da t.v.^uol diciamo simpatia, antipatia.

latine

39

Del resto la presenza di mute aspirate nelle parole non sempre indizio certo che derivino dal greco, sia perch possono essere entrate anche da altre lingue,

come Chatti,

Cherusci, sia perch una volta presa la consuetudine della pronunzia greca i Eomani usarono aspirate anche in parole latine, e pare che divenisse un

vezzo nel
turale (1).

mondo
Cos
ai

elegante aspirare principalmente la gutsi

disse pulcher,

sepulchrum, inchoare,

aggiunse h, come Gracdare loro chi, Cetliegi, per aspetto di grande antichit. Per gli altri gradi delle mute da osservare che la

ed anche

nomi

di famiglia

si

delle parole greche tende in latino a diventare media, come nxj^og buxtis, y.ap^c7Gg carhasus, 'Mig ahsis npyog burgus Xinpa lebbra. Si d per

labiale tenue

anche

il

caso inverso

come xavva/3ig divenuto canape.


al latino

Del resto
stesso,

q b

scambiano facilmente entro


ptiblicus.

come populus, (poplicus)


di tenui e
,

N mancano
,

esempi

medie riprodotte con aspirate, come il che av^piaiJ.^og triumphus viene pi spesso in italiano, p. e. y.Onog golfo, rpnatov
Bijnopog Bosphorus
trofeo, no[XfG\v^

scarafaggio. La
,

fanfaluca, ^ov^akog bufalo, ^Kapa^aiog stessa modificazione avvenne anche in


,

come bubulcus bifolco tabanus tafano, parole latine In qualche caso la labiale tenue e media in italiano
divent
v,

come snhzonog vescovo

y.apa^og

caravella

dta^olog diavolo, B^.povUin Al suono kv della lingua primitiva corrisponde in latino qu, in greco z n r, e ci segnatamente in principio
di

Veronica.

parola.

Il

di
la

innog ed equus,
^5

che spiega l'identit di nivrs. e quinque, ecc. Ove adunque troveremo in latino
,

corrispondere al primitivo suono kv

sar ragionealle

vole

ammettere che

la parola

non

sia

comune

due

lingue,

ma

derivata dal greco. Cos per esempio la forma

(1)

Cfr. Cic. orat. 48,

160. Catullo 84.

Quintil.

1,

5, 20.

40

regolare di petra in latino sarebbe quadra, i pepo (popone) sarebbe coquo, di opium sarebbe succus. E verisi-

mile adunque che petra

pepio

opium

sieno

le

parole

greche nirpv., nincv^ nog. Anche la gutturale tenue seguita da vocale o da liquida tende a diventar media in latino p. e. xo^ap,?
,

gummi,

Kv^spvav gubernare, ^Axpdyag Agrigentum KTjxvog cygnus, Rvcoo-o-og Gnossus, Upxvn Progne. In italiano xarra gatto, y.arjv6(pvllov y.a(j.[j.c/.pog gambero,
, :

garofolo

xoXrrog golfo

xwocog

goffo
ecc.,

iv.7.Aio(.
il

gaggia

sagoma, '/.pvma. grotta, (7ay.ciJ.c/, risimile Fetimologia di gala da y.c,a, di

che rende ve/.aiJ.nri.

gamba da
mugio,

la stessa
alle

tendenza

che

si

manifesta nelle parole coTpidy.oyT(x

muni

due lingue, come


ecc.

[jjjy.do[j.yA

triginta,

La
i

gutturale

tenue e la media innanzi alle vocali


e.

patirono l'assibilazione delle parole latine, p.


ysvcTig genesi,
o-xy^v/f

xivTpov

centro, i/.ri^sca. accidia,

neceo,

o'T.riTiTpoy
il

scettro,

scena,

yuyar/.sio'u giecc. Poche man-

tennero
letro,
suffisso

suono duro, come

/.r/,y.og

chicco, ^Kelsrg schecol


e.

m7Toiy.iov pistacchio, quest'ultimo per analogia

a culti s Anche la dentale tenue


.

si

assibil,

p.

nohxsla polizia, npo'^mucf. prodrj[xoy.paTLa democrazia, ecc. La media cominci pur essa fezia, nlcnziy. piazza ad assibilarsi, e come da medius, radius si fece mezzo,
,

razzo, cos nei manoscritti di tardi scrittori latini

tro-

viamo zeta per diaeta, zabolus per diabolus, zaconus per diaconus; ma poi queste forme si abbandonarono quasi
tutte e rimangono scarsi esempi,
e forse
idi<y)Tty.Gg

come

(jyJdtGg

schizzo,

zotico.

del ^[
(jy^lia

in

gi,

come

in

infrequente il passaggio naiUov paggio ntov poggio,


,

Meno

scheggia.
e

L'aspirazione iniziale

quella di p pp furono
e
e.

comu-

nemente conservate

in latino,
p.

sono indizio abbastanza


,

sicuro di origine greca,

hilarus

halec, rhombus,
indizio

Pyrrhus, calar rlms. Per

la sua

mancanza non

41

del contrario, perch la pronuncia popolare rifiutava l'aspirazione, e cos troviamo le parole greche resina, ra-

phanus con semplice


che pi
in latino

r;

Plauto

dice

murra

quella

tardi

si

disse

myrrha. D' altra parte anche in


iij

questo caso l'aspirazione pu trovarsi

parole entrate
dall'etrusco, e
alle

da
di
si

altre lingue,

come
le

histrio

la

smania

rannodare

origini

romane

greche
altre

fece che

scrivessero con h Biammes,

Bhea ed

parole schiettamente latine. La ^ nel latino popolare del primo periodo era rappresentata da 55, come si vede nel gran numero dei
verbi in /^w isso che troviamo nei comici p. e. cymhalisso, ecc. Questo ci spiega la forma di
[xi^ot..

atticisso,

massa da
^ entr

Pi tardi,
e

circa
vi

al

tempo

di

Siila,

la

rimase stabilmente. In epoca molto tarda fu per anche rappresentata con di, p. e. glycyrneir uso latino
ridia,

haptidiator, ecc.

(1),

questo

ci

spiega

come
p.

in
e.

alcune parole

sia rappresentata in italiano

da g,

selotypia, gelosia, ^i^vcpo'j giuggiola (mi. iuiuha). Le semi-vocali iniziali ; ^* e la 5 davanti a vocale

andarono regolarmente perdute in greco in latino furono mantenute, come si vede nelle parole comuni ifjuipcx. ve,

spera, Ttiiap iecur


iniziali

inrci septem. Qualora dunque troviamo in latino una parola che abbia perduto queste
,
,

e. ep^os greco p. Finog, ergastulum da Fsoyd^oixat. Fra due vocali la F scompare anche in latino, ma lasciando traccie di s nella

segno

che

fu

presa

dal

vocale lunga, p.
se fosse

traccia, e perci

hoszzzhovs. In greco non lascia questa hoare probabilmente derivato da j3ov originale hoare avrebbe o lunga, bench del
e.
;

resto

Latini tendessero ad abbreviare la vocale davanti

ad altra vocale.

(1)

Vedi Schneider elem.


1,

p.

385, Ribbeck Rhein. Mus. 12, 4t9,

Corssen Ausspr.

216).

Intorno
all'anno
s

42

mento della
sotto
il

fra

nome

di

300 a. Cr. si compie quel mutadue vocali nella r, che si conosce rotacismo (1), come in mos, moris, g-

mis, generis, ecc.

Le parole entrate in latino prima di quel anch'esse quella mutazione, e perci abtempo patirono donde turibolo. Ma in quelle entrate biamo thus, thuris,
e perci V s fra due rispett la forma greca vocali, p, e. in musa, hJaesus, anisus, sesamum^ indizio

dopo

si

della loro origine.

Quello scambio
al latino,

di

d con

che trovasi anche dentro

{dy.pu) e lacrima, trovasi pure in derivati dal greco, come '0du77vg TJlixes, e l'inverso akHOx adeps, 'jkIVov sedano, aiivXov in amido; d provenne da r in caduceus da
y.apuy.tov,

come odor

e olere,

dacruma

proda da

da nop(pvpovg. Vi sono pure alcuni esempi dello scambio delle liquide, come dattero e dattilo, (Qavg e fal, philomela e philomena, nzrpodel mutamento (jdvov petrosemolo e poi ])rezzemolo di d nn -proja, pernice da nioiB. In principio di parola troviamo lo scambio di m in n, come nespola da [j.hntXov, nicchio da [j.vc/.^ mytuus (cfr. nibbio da milvius
nprJpy.^

in porfido

nappa per mappa),


di

ecc.
le

Saranno indizio d'origine greca anche


cipio di

combinazioni

consonanti estranee al latino, quali sarebbero in prin-

raldo,

Mnemosine, pnetimatico, smeparola Cnido tmesi ptisana Ctesia, pseudo, xystus, drama,
, , ,

Tlepolemo, ecc., e in mezzo di parola Alcmena, Echidna, Admeto, amygdala. hebdomada, Atlante, Latmos, ecc. Nella pronunzia popolare del primo periodo queste combinazioni difficili in mezzo di parola si accomodavano per lo pi separando le consonanti con una vocale, p. e.

Alcumena per Alcmena, drachuma per

^o^.y^^M,

techina

(1) Cfr. Edw. Walter, rhotacism in the old Italian languages and the exceptions. Lips, 1876. - Jordan Krit. Beitr. p. 151 sgg.

43

per rs^vv:, Hercules per 'HjOaxXyJg, cocula per cochlea, ecc. Ci stesso facciamo ancora in italiano nella combinazione

sm, come spasimo per spasmo, cresima per chrisma Cosimo per Cosma, cristianesimo per cristianismo, ecc.

In principio di parola si ometteva qualche lettera nelle combinazioni ripugnanti alla pronunzia. Come per esempio nelle parole comuni alle due lingue gn e cn divennero n,

clamentum)

(natus natus novi amentum per gnatus, gnavus gnovi, si fece cos da (norima) norma. In sul
yvcpiixYj

cadere della latinit troviamo

Toomeus,

tisicus,

tisana

per Ftolemaeiis, phthysiciis, ptisana; ylvxvppi^oi divent liquiritia. rara in principio l'inserzione d'una vocale,

come
di

le iniziali

In italiano poi abbiamo ridotto ad s juva. come sesto ^j7t6v, silografia ^uloyp&.'^Kx; abbiamo fatto arnica ; lastra e piastra si mapiiVAT,
in

mina da
?
dj,

ritiene

essere

la

stessa

parola

derivata

da

n'k&.7vpov.

Probabilmente barattare da

abbiamo

fatto anclie in

mezzo

npoirrsiv. di parola, p. e.

Gravi mutazioni

da

(jocyixoc

usammo largamente salma, (7iJ.ap7,y^og smeraldo; come l'assimilazione, poc/^ixc dramma, ^Ib^ij.gc flemma,
da
^r/.zotiJ.GV

dittamo,
apoplessia,

npaxrtiri

(prattica) pratica,
'

no-

TXi^ioL

(Amfittioni) Anfizioni.
s'

incontrarono

epilessia, A(j/fiy.Toovsg pSj^a venuto miccia. Dove tre consonanti ne omettemmo una per
inrt^iGL

Da

esempio

sintomo, apy.zr/.og \(/.p.nxrip lanterna, criJ.nvcU.a artico, (ka'^ixa asma. Cosi questa forma si confonde con

l'altra corrispondente

ad

aau.c/,

canto

nella stessa guisa

che nella pronunzia fiorentina dramma pa[j.cx. si confonde con dramma ^pof.yj^:^. Combinazioni ripugnanti all' italiano
si

consertano solo nel linguaggio colto, come dogma,

apoftegma, oftalmia, autoctono, atmosfera, etnografia, ritmo, istmo, psicologia, ecc. Rispetto alle vocali da osservare che esse mutano
per lo pi secondo certe affinit che hanno in latino con le consonanti vicine. Cos p. e. a seguita da r tendeva

a divenire e, come

fcx'koipa

phalera

KajJLcipa

camera,

44

'

xh^upoL tessera, e pi tardi citer per cithara. Diventava e altres davanti a nt, come p. e. xdXavxov e talentum, HapoLVTOv e Tarentum,

kzpdy a'ur

Agrigentum.

Anche

navy.^rpov divenne e. Quando atona entro alla parola, segnatamente nella penultima sillaba, tende a diventare i, come da (xocyava machina,
in

canestrum

da

namva patina,
fine

trutina (1). Diventa rpvrawj

halineum, ^ukoi^T bucina, / anche nei composti alla del primo componente; nella stessa guisa che da
^o.olvzXov
si

causa, terra, stella,


stellifer
,

per monistero per monastero iJ.o'j(/.7Tripio'j. Diviene o nella forma del tardo latino fiola per uo.a, in mandorla per
/ui7^aXvy

cos

es.

formano, causidicus, terrigena, Mithridates per Mp7.^c/.i:rtg e

per attrazione alla o della sillaba seguente

forma notomia per anatomia. Seguita da labiale diviene o e poi u, come Hecuha (antico latino Hecoha) per 'ExajSy?, triumphus per ^ptaiJ.^og. Diventa u anche seguita da /, come crapula, spatula, strangulo da /.painella
nakTi, Gn(/.xd(.):Ci, (jXp(/,Yid)(^, Questa u ridivenne in italiano l'antica o. Ad a di ).do(.vov risponde in italiano
il

dittongo au di laudano. Alcune volte a iniziale, prin-

il privativo, si perdette per aferesi, come in diamante per idixavT, in mandorla da amygdale in ecc. In sillaba atona scomparve gaggia per acacia in volta anche mezzo di parola, p. e. y.un(xpi<j(7og qualche

cipalmente

in u davanti a /, per da T/,n.oq, Siculus da lc/.{kiq. Ma esempio scopulus

cuparssus, cupressus. La vocale trovasi mutata

^1)

tale

questa tendenza in

latino,

che a conservato nella


di origine greca;

penultima
p. e.

sillaba

pu riguardarsi come indizio


,

amygdalum, asparagus, astragalus, barathrum, barbarus, calamus cantharus cithara crotalum cymbalum eschara hilarus libanus organus orphanus pelagus petalum phiala platanus plisana raphanus scandalum thesaurus supparum tetanus
,
,

tympanum

ecc.

-45
questa medesima
della
i

per assimilazione al suono

diventa

seguente in Sicilia da ltY.{kia. Ci sembra avforma pi accertata di venuto anche in Brundisium


,

quanto appare dalla forma grecizzata Bpsvrhtoy, analoga alle formazioni latine Vaesium, Nervesia, ecc. Nel linguaggio popolare tendeva a diventare i anche nella penultima sillaba atona,
e pi verisimile per

Brundusium

come Melpomina

MslnoixiyTi^

catecumino

Y.axriyo\)jj.Evoq^

pittima intasila. In italiano i participii medii ritengono la e, sicch diciamo fenomeno, Melpomene, catecumeno.

La

e trovasi

mutata

in o nell'italiano risipola per pv7t,

in Veronica per nslag, in Cefalonia per Cefallenia Berenice, in Tolomeo per Ptolemaeus. Ma forse questi

due

nomi patirono

il

mutamento anche

in

greco;

di

{ToloiJmog v' esempio in iscrizioni, ed verosimile che si dicesse anche BcGovtxvy. Probabilmente erano maniere

macedoniche portate ad Alessandria. Nell'italiano Uonfante


per

come elefante forse qualche antica storpiatura, al n. 1091 del che trovasi olopantus Corpus Inscriptiooccasione all'etimologia popolare

num, diede

da

leone.

Finalmente trovasi qualche volta mutata in a come in Trapani da Drepanon. L'aferesi della e iniziale ha luogo in saggio da in scia^aytov, in risipola da ipvdinslag
,

mito da ^dp.ixov ecc. La lunga v: ritiene l'antico


,

suono di

nel maggior

numero

delle parole italiane

o perch

furono tolte dal

greco gi ab antico, o perch si formarono dai moderni secondo l'analogia degli antichi derivati. Cosi diciamo
dicastero
dixaGr/ipioy ,

Peleo

yiYjlEvg,

problema np6^1rjiJ,a, eremo prip^og, matematica [j.c(^YjiJ.oiTi}iri, ecc. E indizio

di parola derivata la vj ionica conservata in quei vocaboli, che nel dialetto dorico e in latino dovrebbero avere a.

Mentre
la
e

p. e. rl^i/g,

dor.

dvg, (jFaug,
dor.
v.OLpg,

in lat.
in

suavis,
ion.

in

cera,

ion.

xvjpo'g,

sceptrum

cyrinrpov dor. (7y.dmpov, in sepia cTiTiia^ dimostra l'origine l'iotacismo di y? cominci greca di queste parole.

Ma


molto presto nel greco,
phrenisis

46

che negli scrittori


cristiani

cos

gi trovansi eclisia K7lrj(7ia,


Ixol^Yacg^
(ppEvri(7ig,

erimus
ecc.

epr[XGg,

mathisis

NelFuso nostro rimansuono i, p. e. camomilla jOL\m'gono poche parole col a Paracleto Uapazlmog, ParacUfo parallelo [xr^lov, Agapito 'Ayanrjzog, accidia /xx/i^sta, amnistia dijyrjdvia, effimero Sf/jiispog, Giovanni da lodvvYjg (nelle iscrizioni s'incontrano le due forme Ioannes e lohannis). Del
resto anche la e dei latini
riori
si

iotacizz nei secoli poste-

ci danno p. e. Cor senza esempio. non Dante Corniglia L'antica pronunzia dorica Me s sana detta comunemente

all'et

classica,
il

e le iscrizioni
di

nilitis,

onde

dagli

scrittori

per tempo
"A(TZ/;/;7rtog

l'iotacismo greci flessene, diventare Messina. L'a di Aescuapius per connesso ad un'antica storpiatura latina

dovette patire

da una forma dorica. Quello di stratagemma per axpyj.i^iriixoL, lat. stratagema, o una forma dorica,
forse deriva

o assimilato all'a della sillaba precedente. La davanti a l diventa in latino regolarmente


p.
e.

ti ;

jSoXjSog

nilhus,

(paivlrjg

paenula, rpt^oloD trio-

hidimi.
vasi
0,

nel linguaggio popolare quella u pronunziae fino al tempo dei Gracchi e della guerra cim-

Ma

si trovano le forme consolihus, epistola, Hercoles, laddove quelle predominanti nei tempi dell' impero sono consiilibus, epistula, Hercules (1). Anche nella terza

brica

persona plurale dei verbi la

esempio cledcront,
le

forma antica ont, per Che feceront. questa pronunzia antiecc.

chissima sia sempre rimasta nell'uso popolare lo attestano

forme italiane Console, Ercole, diedero, fecero,


diventa
i

La
nente.

nei composti alla

fine del
si

Come

con

agro,

(diro,

fato

primo compoformano i composti

(1)

Vedi Prisciano

1,

27, 9.
(u)

Romanorum quoque
II, p.

vetustissimi in

multis dictionibus loco eius

o posuisse inveniuntur. Cfr. Schui79.

cbardt, Vocalismus des Vulgrlateins


agricultura
,

47

fatidicus, cos gi fino dai primi divenne tempi zpo(.yo}iCixct){o(. tragicomoedia ^spiJ.on^hov thermipoUum, Patrocles Patricoles, ecc. Seguendo la tendenza latina ricordata sopra nella penultima sillaba
aurifer,
,

i in attimo da UToixog. In Acerentia per Acherontia la o fu mutata in e; la o atona della penultima sillaba divenne a in abrotano da <x^p6TO)/ov. La muta-

divenne

zione di

in a* nella parola

non segue veruna analogia


errore etimologico. La w suol conservare
tisce
il

aurichalcum da pziyoL\Y.oq fonetica, ma dovuta ad un


suono di o e raramente pache divenne

qualche mutazione
i

p. e. in 'ATroXXwvog

ApoUmis, perch

Latini declinarono Apollo secondo

homo

hominis. Divenne a in canap da zcavwTrsrov , forse per assonanza con canape. Scomparve in cornice da y.opcvtg.
Nell'antico latino la vocale
zione ea
italiano
;

diventa e nella terminaxo/}d(xg. in ig, come

nausea cochlea per vauma diventa e alla fine di alcuni nomi


p.
e.

In

dose per (BaV^g, (pacig, mg e sotto l'ace in desco per disco, nel suffisso ismo diventato esimo, come cattolicismo e cattolicesimo. Dibase,
fase,

cento mutasi in

venta a nella penultima sillaba atona di cronaca y^posindaco (7vviy.Gg, come tunica viY.(/.^ cofano xcptvog
,

divien tonaca

pampino pampano. Viene


come
in

poi

spesso

monastero [xovocdicastero v/.OLG'ripiov, ecc. Per attrazione della ^Wjpiov, vocale seguente diviene o in nespolo da ixi^nCkov. Bench la greca non sia mai consonante, in principio di sillaba e seguita da vocale si consonantizza in gi, per
assorbita nella desinenza io,
i

esempio laix^og giambo, hpy.pyioL gerarchia, Upoylvc^uv


geroglifico; l'ci7nig divenne diaspro. Bimane i consonante nelle forme dotte ionio, iodio, iotacismo, ecc.

La
(1)

lettera v nell'antica lingua popolare passa in u, (1)

Mario Vittorino, de acc. Quae sunt litterae peregrinae? y et

Quare peregrinae? Siquidem a nobis propter graeca nomina ad-

48

e questa era la sua pronunzia originaria anche in greco, quale si mantenne nel dialetto di Beozia, anche quando
erasi

attenuata negli

altri.

Ahbiamo pertanto purpura

da

uxus da nv^og^ cupressus da y.vndpt7(7og, nop'pvpCiC, urgus da nvoyog, muraena da [j.vpai'ua, guhernare da spehtnca da (jnfilvy^ , amulum da ajuiuXoy 'A.u^Epv<xy cuhus da y.u^og. Davanti a r e ^ trovasi pure mutata
,

ancora da cxyyivpa^ in cotonia per cyScomparve nella forma Polhices da UGlvdvy.rig, probabilmente con la forma intermedia Foduces. Nella stessa guisa fu tolta nella parola prete, da presbyter,
in
0,

per

es.

in

(ionia.

dove equivale ad i atona. Circa al tempo di Siila la u entr nelF alfabeto latino insieme alla C, e per tutto il

tempo
di
i.

classico la pronunzia della

y distinguevasi da quella
diminu
e

Ma

a poco a

poco

la

distinzione
affatto.
i>

nel

ijuarto secolo era scomparsa gi entrate nell'antico latino la

Perci nelle parole

corrisponde in italiano

ad 0, che
grotta

sostituisce l'antica ti,

come

tomba

Ti>/aj3og,

mortella [JMproc, bosso nv^og, y.pvr.Tc^.^ borgo nvpyog, tonno 3uyyog, cotogno ancora (iyy.vpc/.^ torre
rvpptg
,

zv^cvioi,

ovvero

si

mantenne

-u

come nmrena pMpatva


i7a[j.^vy.rj
,

cubo
yjivrj
;

7.vfiog,

mulo

ujjylog, sambuca^

acciuga

invece corrisponde ad i nelle parole entrate nel tempo classico o dopo, come cimino -/.viJdvov, giro yupog,
lira Xipa

timo

gineceo 'frjax/.ihv elemosina D.gyyjUtC/O'KVV; , rara la / nelle parole entrate nel primo ^x)\sjg.
^

periodo,

come
es.

IJlixes,

stilus.
tifo

Alcune hanno una doppia


torso e tirso
,

forma, per

tufo

r'^og,

^vpaog,

porpora

porfido posteriore nopcpup martirio [j^aprupioy^ Sorta {Suria) e Siria


la

antico,

martdro e Ivpia. Nei

tardi scrittori
p.
es.

una

reminiscenza

arcaica,
,

come

in

Cledonio le forme amphibracJius

dactulus e

suraptae sunt, ut puta Hylas Zephyrus; essent Hulas Sdephurus diceremus.

quae

si

adsumptae non

Tpvnavov divenne trapano, credo per falsa derivazione da tra trans. Alcune volte la v pass in oi,
simili.

principalmente nel dialetto di Beozia quindi Motfjoi per Mv(7oi. Ci spiega come Mvata in latino sia divenuto
;

anch'e

Maest, in italiano Mesta. Poi come


e,

Vi

tonica

pass anche in vocale qualche


Il

come
si

volta

yiii^akov cembalo. Seguita da consonantizz come la ^, per

esempio vo^Kvaixog giusquiamo, vdxLV^og giacinto.


tico
ai,

dittongo oa, passato nel latino classico in ae, an divenuto e in italiano. Gi fino dai primi
cristiani
si

secoli

confuse col suono della


es.

cristiani

usano come breve, per

e, che i poeti heresis per haeresis,

enigmata per aenigmata, spiera per sphaera, rompJieal per romphaeali. In alcune parole esso rappresentato dalla semplice a, per es. amatita per haimatite, crapula
camaleonte per chamaeleon paggio_ per indurrebbe ad ammettere che queste naitoVy in Italia quando distinguevasi anfossero entrate parole cora il doppio suono e quello dell 'a era il pi spiccato dei due. Ma dacch alcune di tali parole entrarono eviper craipale
il
,
,

che

di
le

dentemente in tempi tardi forme dialettali. Atono


semplici vocali, p.
e..

si

pi verisimile che si tratti mut in altre lettere, come

)(^a[j.'xiiiri\ov

camomilla. Ai suf-

aiog e atsug corrisponde l'italiano eo, p. e. Imeneo, Pango, N'emo, Pireo. In parole molto antiche atog trovasi diventato ivus, come kyjxioi Achivi, Hata, oliva.
fissi
'

di (jxapa^alog gener le due forme scarabeo e scarafaggio. Il dittongo av che per lo pi s'incontra in parole dotte, mantiene in italiano la pronunzia aw, p. e. austero

La doppia pronunzia

automa avrixaTov, amaurosi daavpco7tg, areoaxxjxTipiq, nauta zpovamnq, caustico xavfJTtKg. In alcune parole fu contratto in o, come posa e pausa, tesoro da ^Tj^avpg. Nel riprodurre il dittongo et non si trova uniformit
nei Latini,
i

quali ora ne fecero e ora

i,

p. e. Uolv^iksizog

Folicletus,
4

'Epaxlsizog

Heraclitus.

Cos

accadde nel

Zambaldi, Le parole greche.


suffisso
eio,

50 ~-

eia,

eo,

ea, abbreviando la

che negli antichi Latini prende la forma e davanti a vocale, e come di-

cevasi vinea, dleum, cos si disse platea iikoLxda, chd~ rea yo^doL, hdlineum ^alavBiov gynceum yuvar/sbv,
,

Epeus 'Kmig
scrittori

classici

come fiducia cos Selucia. Anche gli variano da e ad ^, ma conservano lunga


il

la vocale che
Ao^pelog,

rappresenta

dittongo, per

es.

Barus

Alexandra

^AlsBd'j^psia,

Medea

Myj^sia,

mu~

sum
cJius

[j^ovasiov,

platea nlarsia, panaca navdy.eia, Sperspondus GnoyEiGg\ e JDarius, AleInepyjtg


,

xandria, Clio KXsic, elegia .systa, Nicomedia, Selucia, Basilius (BactXsrog). La i prevale in principio di parola,

come Irene
I

Sirenae IztpriVsg Sirius idpioq. l'uso poeti seguendo popolare abbreviano di nuovo in Ddrius, cydneus, epictlreus, glicdnius, pherecrdtius, ecc. Del resto Ve indizio di origine greca,
Elprii^Yi
,
,

cristiani

perch nelle
conoscono
elettuario
Il

parole
?',

comuni
p.
i

alle

due lingue ad
dico.

Et

corsi

risponde in latino

e.

^er/.-yvp.i,

Cos

ri,

per

greci

vocaboli

ipotenusa vnoTclvovGa
e in italiano

skXsr/.rov,
si

ecc.

dittongo su

mantiene in latino

nel

suono eu, come in aneurisma


TcVGig, eupJionia sv(^(f)yia,
si

dvsvpv(7iJ.a, enfiteusi Ip/^v-

Eunienes
i

Eup.fvyfg, e

raramente

turb in u, come nell'antico Follucc ilolv^sy.rjg. Pi


il

incerto

Latini riprodussero la fidiedero ai nomi in vg la forma latina della terza declinazione in es, come ap-

modo

nel quale

nale Evg.

Nel primo tempo

essi

pare nei nomi degli eroi prima conosciuti, Aciilles


levg, IJixes 0^L7(7yg
(cfr.

'A)(^tl-

Servio ad Verg. Aen., 8, 383). Per il genitivo nei tempi migliori ed anche in Cicerone TJUxi, Achilli. Negli altri nomi prevalse la forma eus,

come Protens, Nereus,


in molti casi

ecc.

Nei primi
se

pendevano od aeus corrispondenti alle forme greche svg e aiog. Il grammatico Mario Vittorino, p. 2510 P scrive: consimili ratione quaeritur

incerti

secoli dell'impero dovessero scrivere eus

Orpheus

in

metro utrum

trisyl-

51 labum an disyllabum
sit, an idem nomen duplici enuntiatione promatur, aut sine a littera, ut Pentheus, aut cum a, ut ita declinetur Orpliaeus ut Aristaeus. Visum

est
sit

tamen hoc posse


haec

discerni, ut illa sine

littera graeca

enuntiatio, fertur (1).


Il

latina

quae

per

diphthongon

ef-

dittongo

01

per
e.

Komani

classici

oe, che in ita-

liano rimane

coenohium,

e, p. Phoehus, Fhoenicia^ oecumenicus, Oedipus, oestrus, sooecismus. Ma come ve-

demmo
dittongo

al dittongo ai
01

vediamo

in

corrispondere in latino a, cosi al parole entrate nella lingua in


o,

tempi antichissimi corrispondere

p.

e.

noirjv/ig

poeta,

noiTifLa poema, e questo antico uso popolare si mantiene anche in parole entrate pi tardi, p. e. ^loiKYj^ig diocesi, nopoiiiix par occhia. In altre parole la e atona che rappresenta oe divenne ^, come }ioiiJ.rjTy]piov cimitero, il che avvenne certo per assimilazione alla seguente i. Nelle

parole non derivate dal greco,

ma
ot

comuni

alle

due lingue,
i.

come
Il

oiy.og

vicus,

ovog vinum,

e nel nominativo plurale

della seconda declinazione ad


co

corrisponde in latino
italiano

dittongo improprio ticamente in latino ebbe la forma

nelle parole entrate pi anoe,


e,

come

tragedia, comedia, citaredo : in altre entrate nel tempo classico rimase o, come in rapsodo, epodo.
Il

dittongo ov rappresentava

in latino riprodotto regolarmente

esempio Musa. Ma ed anche in con


dialetti,

e suono u da questo suono, per come osservammo ti scambiavasi greco troviamo forme parallele nei
il

semplice

[xvog e p^ovvog,

per Trasiholo Euholo e

lo

pi davanti a

e y.po(. xovpa, ecc. Ci accade onde troviamo le forme italiane l, Trasihulo Euhulo ; da 'zo^ouloi

venne

cognome Theddoi. In acolito il dittongo ov di dy-okov^og rimese v e questa fu pronunziata per i breve.
il

(i)

Pel dittongo eu in latino vedi Th. Birt, Rhein. Mus. 34,

I,

Il

52

^,

dittongo ut e rimasto in italiano semplice


Arpie.

come

'hpnvloLi

Anche eli due vocali che non formano dittongo abbiamo qualche esempio di contrazione e fusione in un suono solo. Per esempio in ^ai^(*)V Phaeton le vocali ae si pronunziarono gi ah antico in una sola sillaba, come nel verso recato da Mario Vittorino, 1, 20:
cura te flagranti deiecit lumina Phaeton,

il grammatico Pompeo (p. 297) cita questa parola come esempio di sineresi. In italiano diciamo Fetonte. Le forme che prendono in italiano i suffissi dei nomi

greci seguono
suffissi

di

regola

l'analogia

delle

parole

latine.

nel pi dei casi bastano anche Questi a contrassegnare le parole derivate dal greco,

da

se

soli

perch

le

due lingue o usarono suffissi diversi di derivazione o quelli comuni foggiarono in diversa maniera. Sono suffissi greci
:

come drama, Nel latino popodiadema, emblema, diplomila, idioma. lare questi nomi furono trattati anche come femminili

MAT,

suffisso di sostantivi verbali neutri,

in Plauto troviamo gaMcomam, Pomponio diadcm.am, in Cecilie Tabi, schema. Di che abbiamo anche esempi italiani, come (pliyiJ.a flemma, [j.dla^iJ.a amalgama, XP'^p^oc croma,

della

prima declinazione

in Laberio

dogmam,

in

(pv<7riiJ.a

fisima.

Altri

come nomi

auuTZTQiJ.a in ismo, come

passarono nella declinazione in o, sintomo, e parecchi nell'analogia dei


[xriyjxvtiyiia

meccanismo,

yapyo(.pi.(7U.a

gargarismo. Bimane poi la regola costante che questi nomi non si derivano da casi obliqui, come j^oemate,

dramate,
inteso

ma

dal

nominativo.

Il

plurale

Gvr/[J.Cicra

fu

nella

lingua popolare come un femminile


il

singo-

lare e se ne deriv

plurale stimmate.
,

AA

TA
p.

lafj.nag

ylafjvg chlamys,
obliqui,
e.

ecc.

lampas rptag trias, Iholg Ilias, La forma italiana deriva dai casi
Iliade^

triade,

clamide.

Lampada

pass

53

Di

nell'analogia dei femminili della prima declinazione. decade, ^EY.iq, v' anche la forma deca.

lA puossi riguardare come suffisso greco perch di temi latini non si trovano che cassid- cuspid- hellidcapid-. Tutti gli altri, come aegis, holis, iris, tyrannis,

pyramis
nvpocfxlg.

ecc.

In

italiano

sono greci ar/ig (BcX/g iptg xvpoL'uvig diciamo bolide, iride, tirannide,
:

piramide.
della

Egida

fu

preso

dall'acc.

greco

divenne

riyptg in-^5, come

prima declinazione. In latino magis, [J-Oi^tg, divenne magida, e da questa forma venne (magdia) madia. Tigri ssb divenne un nome nyptog^ ion.
xlypiog,

classis,

donde noi traemmo

tigre.

AAj lAj il suffisso dei verbi terminati in a?w ed i^( come x/Jia?so, y/xv/?w, 7aknl(^(^, ecc. Nell'antico latino, come gi osservammo, ? diveniva 55, onde i verbi atticisso, malacisso, ecc. Poi si disse azo, izo, come in
citliarizo,

haptiso, exorcizo, e quando tale suffisso entr nella consuetudine latina, fu applicato anche a parole
latinizo,
e cosi

non greche, come

paganizo, sollemnizo, chricontinua a fare in italiano, derivando stianizo, in ogni maniera di verbi azzare, izzare e poi ezzare,
si

eggiare, care (1).

Dai verbi
tivi

in

a?w

e e^ca derivano quasi tutti

sostan-

coi suffissi:

A2M02 I2M02
vacp-og

come
,

iv^GV7L(X7tj.6g entusiasmo, nls-

pleonasmo

(/.(popi7ix6g

aforismo

GuWoyi(jp.6g

p.

suffisso eggiare si deriva comunemente dal latino icare rammaricare e amareggiare albicare e albeggiare. Anche ammettendo come sicura tale derivazione, rimane per che queste
(f) Il
e,
,

varie forme di
t'^w

derivazione si applicano in italiano anche a verbi indipendentemente dalla loro origine. Nessuno certamente vorr

riferii'e

i verbi inneggiare, e tiranneggiare ai tipi fantastici hymnicare tyrannicare, se esistono i verbi f.vi^co e TupKwt^w. Anche in

italiano

abbiamo

le

doppie forme particolarizzare e pariicolareg,

giare, grecizzare e grecheggiare

cilarizzare e citareggiare, ecc.

~
sillogismo
,

54

(jo\orM(7iJ.g

solecismo

ecc.

Spasmo, ma-

rasmo ed

altri

hanno diversa derivazione. Salvo alcune

forme popolari, come spasimo, cristianesimo, in cui evitato l'incontro di sm, quei suffissi si mantengono nel linguaggio colto. Il suffismo ismo poi entr tanto nella
consuetudine moderna, che
parole per indicare
il

si

applica ad ogni specie


e.

di
,

sistema, p.

egoismo, pessimismo

ottimismo, dottrinarismo, ecc.


latino

TH2 TA

suffisso

di

semita, ecc.

di nomi maschili, laddove il suffisso nomi femminili, come Jiasta, cicuta, meta, La forma latina dei nomi greci in rrig ta,

come
liano,

nsLpc/.TYtg

pirata, a^lYiv/tg athleta


ttCjTTig

Tzoirixrig

poeta,

spriixiTTjg

eremita,
e.

idiota,

tale pure in ita-

p.

ya/W|3v:Tvig

anacoreta, -Xavvirv^g pianeta,

eccettuati alcuni nomi propri! come slGloldvprig idolatra, Aulete Poiiorcete, ecc. Alcuni di questi divennero femminili anche in latino, p.
e.

charta

xaTCcnilTng
y.yjy.rCtg

cataptdta

aap^^aplxrig margarita, /aprvjg e in italiano "/.oiiXiTTig


,

cometa,
holetus.
tivi

agata, cfluMTivrig matita, T^wzTyjg


declinazione in
o
,

trota.

Qualcuno

pass nelle

come
i

|3wXjr/:g

questo genere appartengono pure

sostan-

in -ista derivati
y.t^api(jxrig

da

verbi

in

/?w,

come

70'pi7T/ig

sofista,

citarista,

cJvri^ywvfaT/yg antagonista,
il

In italiano ^anxiGvr^g battista.

suffisso si

applica anche

come umanista, dentista, flautista, sicch non pi indizio d'origine greca. Anche i Latini avevano cominciato ad usarne in qualche parola, come
a parole nostrali,
computista, Donatista, ecc.
trovasi per esempio in y.paT/ip cratere, yoipccATCip clistere. Qualche nome pass gi in lacarattere,
Y^jjixrip

THP

tino alla

prima declinazione, come 7xofrr,p stater, it. stadera ; anche y.poc-.iip usavasi nel femminile cratera (1). (Il latino presiyter, donde la storpiatura italiana prete,

(1) Prisciano Y, 4 in mullis videmus commutatione terrainationis genera quoque esse conversa, ut /.purrtp haec cratera.

non appartiene a questa


preshyteros nps^^uxspog).

55

classe

ma

abbreviato

da

THPION
dicastero,

p. e. p.v(7Triptov

lo pi Tiene assorbita la i e

mysterium. In italiano per diciamo mistero, ^v^oLmpiov


^oclvYpiGv

In pochi nomi rimane


salterio,

battistero. noip^riTripiov cimitero, ^of.nxiar'fipiov il suffisso integro, come in


sferisterio,
ecc.

(7^aipi7zrptoy
:

orchestra, noCkaidupa palestra, (poivsuffisso solo apparente nei nomi '^'cpa fenestra. (Questo latini magistra e ministra doye la s appartiene ai e comparativi magis minus).
p)(y]7zp/x
,

2TPA

ET trovasi p. e. in AGO AN0O INGO;


:

Ipnrig

erpete, zanrjg

tappeto.

Kva^rog cyathus,

axav3og acan,

thus, vaKi'u^og hyacintus,

AH2:

nomi patronimici, come

Xa^piv^og lahyrinthus. Pelides IXsXs/^Vyg

'Arpslng Atrides, MCkTid^Tig tutti alla terza declinazione.

Miltiades, passano quasi

EIAH2:
roide,

si

formano aggettivi come tjvspoEiHg astesferoide,


y.v/.losL'/ig

^mtposMg
ecc.

cicloide,

ecc. Si

formarono anche derivati moderni, come aneroide, alcaloide,

Arr irr Xrr: Xa^?


nazione,
Il

falange,

(7'^jy sfinge, [X'nvuy^

meninge; Grtlvy^ pass anticamente nella prima


spelunca. tardo suffisso

decli-

femminile iGda

{ty.]o()

proprio

ve-

ramente dei temi gutturali, come ^pf,77cx. tracia, (pom7(7oc fenicia; ma poi si us anche in altri nomi come (jAlt^aa Nel tardo latino ([xskiz) ape, ^o^GilKJfjoi (P(K7tkt) regina.
troviamo
nissa
,

prophetissa,
Nelle

ecc.

femminile anche di
chessa,

diaconissa pythoromanze si us come suffisso lingue nomi non greci, come contessa, dw
ahhatissa,
,

O^
clope,

baronessa, ecc. Q.m (xvoi'^ miope,


:

vdpco^ idrope

xuxXo'^

ci-

ecc.

AN
XztyriV

IN

HN

AINA:

nuicHv

peana,

sl(ptg

del/ino,
ecc.

lichene, olvjol iena,

^id^pipof.ivoL

gangrena,

A 102
suffisso

56

come
(xiJ,oi^odog

aggettivale,

ambeo

imeneo. y.opu(paiog corifeo, vpvaioq I nomi comuni in n ed T^ della


lo

prima declinazione

pi pochi conservarono la passarono per desinenza greca, e solo nel linguaggio colto, come epitome^ cramhe, anagnostes, pyrites. La stessa variet dura in
in
italiano.

a; ben

Escono in a
e

le

parole entrate nell'uso volgare,


d' arti

come

ino)(jn

epoca, UTTO^yjzv? ipoteca, crvvayc^yr' synagoga,


i

dsGKGTrjg

despota

nomi

e di

scienze

come

ypaiJ.iJ.O(.zr/.in

grammatica,
ritengono
e

prjVopr/.Ti

retorica, ^oi>OT/yi

mu-

sica,
colto,

ecc.

quelle appartenenti al linguaggio

anagrafe, nG7vpo(pin apostrofe, o:i>aypa(pri numerale Pentecoste, nzvxYn epitome. L'aggettivo smroiJ.ri ritenne la forma greca; Y^oirri, del linguaggio liturgico la quale conservata comunemente anche dai nomi proprii,

come

come Ismene, Dindimene, Euripide, Tucidide, cuni maschili, come gi osservammo nei nomi

ecc.

Alrriq,

in

passarono al femminile, p. e. sWvJg erma, y.a'kaiJArrjg calamita, ed altri fecero il passaggio inverso, come iJ.a(7Xi)rCi
mastice, ^Isyixov/i flemmone.

come vestis, come mens, gens. In greco pochissimi nomi, come [xfiTig), passa in at, come
TI
in latino

o rimane inalterato

sitis,

si

perde nel nomin.


dioecesis,

(salvo

hasis,
le

thesis,

syntaxis

eclipsis,

ecc.

In italiano

parole dotte ritengono


rifrasi,
se,

estasi,

ecc.,

p.

e.

base,

si, come tesi, genesi, diocesi, penella pronuncia popolare si diventa fase, dose. Poesis pass nella prima

deci, poesia,

come

A NT E NT ONT:
tivo sigmatico

oap^aig, vny.pi7tg. in latino il nominativo

conserva n, come anians,

sigmatico tenens; in greco nel nomina-

penso
e.

vocale.

si perdette nt, col prolungamento di comneir asigmatico si perdette la t allungando la Cos si riconoscono come greci i nominativi as
,

Atlas ''ArXag, adamas a^ol.[J^ag, elephas slicpag, e p. quelli in on come archon apy^^v, iorizon Gpt(^0)V, chamaeleon y^aixaikicv in italiano elefante, diamante, oriz',

-57zonte, camaleonte. Fanno eccezione i due nomi latinizzati draco S/saxwv e leo licv, che nei casi obliqui perdettero
la
t,

In italiano abpd}iovrog draconis, liovrog leonis.


la

biamo

doppia forma

drago e dragone.

Fra

nomi

ampliati in nt da TrXazoug si form placenta. Dei nomi geografici in ani cent alcuni furono latinizzati, e la forma
italiana deriva dalla latina

come 'Ay.p(xya.vr Agrigentum ImouvrSipontum Siponto, oloug Soluntum Girgenti, la forma greca, come Tapavz conserva Solunto; qualcuno Tarentum Taranto^ Hydrous divenne Otranto, Trapezus
,

Trehisonda, Selinus Selinunte.

AG
greco
in
,

in latino

lungo

come rapax
,

come

in

ahax

tridace^

thorax ^6pa^

aj3a| (abacus) torace. Alauz passato in latino

rapacis ; c thridax ^pla^

tempi antichissimi prese questo suffisso, Aiax, Aiace. 12 KO in greco diminutivo, come ^ikhy-og obeliscus,
basiliscus,
lentiscus,
aors/s/fTZog

^a(jCkl(7Y.oq

asteriscus

in latino

no, p.

e.

turMscus.

AGUS AGA AGUM


tino
;

con non appartengono al la-

pocKV}

quindi sono greci abacus aj3a?, sandar aca cav^acome fw^^ax&g amaracum Cos iacus
o:[iapcx.Kov.
,

iliacus ysvs^X^axog fu applicato anche a cardiacus. Questo per }{ocp^t(xxGg qualche parola latina, come apacus, comitiacus. si riconoscono greci, prima perch molti ritengono n nel nominativo poi perch i latini
,

zodiacus

genethliacus

iliocY.g

ON MON MON
il

gen. pepon^ Xzycy

hanno onis ; ninov mv^^v sindon, canon, alcyon Ancona ^Ayzcv, Crotona yvwjULWv gnomon, ayov agon. alla deci. archiprima K/30TWV passarono pyiTy.x(\f
hanno
inis
,

laddove
,

greci

zavwv

tecton,

alla seconda,
sg

Dei neutri in genus;


i

architectus. - i latini hanno

il

nomin. us come

greci ritennero os

come enog

ntog pathos. U-layog pelagus fu

epos, (xilog melos, latinizzato: tus,^\jog,

pat nei casi obliqui il rotacismo (turis) I neutri in i sono tutti derivati. Nei

come crus, rus. nomi latini i

58

'

mutata in e, come mare; cos in italiano da iiiki diciamo mele. Il maggior numero fu preso dai Greci, ma sono nomi stranieri anche per questi, come xo'/x/j. eummi,
cinnahari, divani sinapi, (^rfp^spi zingiberi; solo ninep'. piper perdette la i finale. In italiano non conservano alcuna regola, e ne abbiamo fatto gomma,
yavvoc^api

cinabro, senape, pepe. Di senape divani troviamo in latino sinapis fem. e sinape neutro. L^origine greca delle parole si riconosce altres nella

formazione dei composti. Nei composti greci, quando

il

primo componente ha
alla

il

tema

in consonante, o appartiene

declinazione
0,

in o,

troviamo fra due componenti la

come xzpax-o-T/.noq, dsvdpo-xnog; alcune volte anche nella declinazione a, come dpo-lytov. All'opposto in latino come gi abbiamo osservato, predomina la vovocale
cale
p.
e.
i.

Cos la vocale o

ci

dar indizio di parola greca,

in

orologio, (^poHytoy, androgino ypyuvog, ecc.

poi come composti greci quelli formati da senza dubbio greche, come p. e. con preposizioni: parole
Si rivelano

epistola mixoJi, peri-odo nepiGog, ana-logia av^Xc/y/a, dia-logo dcaloyog, pro-logo npoko'^iog , ecc.; quelli col

tema ysvsg come Diogene


l'analogia di estraneo,

AtoyivTjg, Origene 'OptyivYig', gli ossitoni passano spesso nella seconda declinazione seguendo

consentaneo come

oiJ.GysvTig

geneo

con ixzpoyvj'fig eterogeneo; quelli Ijbyo,


,

omocome tau-

maturgo ^av[j.<xToupyg dramaturgo ^pap.cKTOvp''/ig, e con SL^sg come asteroide drepost^-g sferoide (J'fatposi-cg. Havvi per fino dall'antichit un certo numero di voci ibride, come monoculus, archisacerdos pseudo-magister, ecc., in italiano abbiamo agnocasto, bigamia, bisil,

clavicembalo {clavis-KV[j,po(.'koy), semitono, semidiametro, pellagra, planisfero, burocrazia, gazometro,


labo,

terminologia, sociologia, ecc. Tra le formazioni ibride vanno

pure annoverate

le

derivazioni di parole greche con suffissi latini e italiani,

come

electuarium

da

IxXstXTOV,

hehdomadarius

da

59

^
,

fanale da cpoLvg, i^^opAq ergastulum da ipya^v/ipiov maiorana da amaracus, da pocx^r} ragazzo. Noteremo finalmente come indizio di derivazione greca
i

femminili della

declinazione in

o,

che

in latino sono

pochissimi (alvus, humus, ecc.) e in greco sono pi merosi; p. e. i composti di d^Jg, periodus, exodus,

nu-

me-

thodus, synodus, gli aggettivi che sottintendono un sostantivo femminile, come dtak^/.rog dialectus (yXwjo'a),
iaiJ.srpog

diametrus

(y^^a/XjULvi),

cos

poi

^((p^oyyog

dipMhongus, nllv^ogpUnthus, a^v77og ahyssus, vTLorog antidotus, anoaTpo'pGg apostrophus, aTO[xog atomus, napoiypacpog
xajOjSao-og

paragraphus,
carhasus
,

j3/j3Xog hihlos,

nanvpog papyrus,
za^srog
cathetus,

^uiig

hyssus

a(7<paXTog aspJiaUus, ecc. In tutti questi prevalse Tanalogia dei nomi in o, sicch in italiano presero il genere maschile.

Ad

alterare le parole

greche per cui

contribu
il

molto

anche

quell'intuito etimologico,
stranieri

cerca
lingua.

propria

da y'kuy.vppi(^a dula da aixvyoilrj mandere ; in accidia da (XKTtstoc ad accidere, in electarium da v/Xbvatov ad electus, in aurichacmn da pdyoCkY.og ad aurum, in oleum da a cauda o l'iatov ad olere, in caduceus da KapvxsLOV in in amolum da a molere, cadere, parochia da aij.v'kov a parochus (ndpo)(og), in ramolaccio noLpordoL siipixopLay.o(. a ramo, in millefoglie da [j.rjl'pv'k'koy a mille, in ?a^tovaro da electarium IxXsf/trov, a ?a^ife. Se ahdomen veramente contratto da adipomen, evidente T etimosi>

somiglianza Cos per esempio nel formare liquiritia si raccost la parola a liquidus ; in aman-

una

popolo nei vocaboli o un' analogia con la

logia di abdere che influ sulla sua forma. Alcuni furono accostati a preposizioni latine, come '^ig ab-sis ^viov ob-sonium. Anche nei nomi proprii le false etimologie
,

sono frequenti; p. e. diede Proserpina rifeUsp7e(p6vin rito a proserpere, Avjrw Latona a latere, in Pollux da
noXucuXfig influ
?W:i?,

ecc.

Ancora pi facile far mutar genere e declinazione ad una parola straniera per false analogie con la propria lingua. Di ci siamo venuti recando via via esempi in buon numero. Qui ne aggiungeremo alcuni altri. Era molto ovvio per il popolo prendere un neutro plurale

per un femminile della prima declinazione. Cosi molti neutri plurali greci sono in italiano femminili e
singolari:
tol

[XEiicopa

la meteora,

za

Gp'^jiy,

Forgia,

toc

ypovr/.a.

la cronaca,
toc
;

za

(j-ylta

la scheggia,

(3rj3Xa

la

bibbia,

Koy)(yha

la

conchiglia, r
,

(xiJ.iJ.O)vtay.a

r ammoniaca poi varii nomi di piante e frutta che l'analogia italiana ridusse al femminile, come }iiy6piov la cicoria, l'anguria, ^i^dviov la sizania.

yyovpiov Divennero maschili to p^ao-^v^f/a il blasfema, toc ^sit. il boia. Altri provennero dall'accusativo singolare, come

Ancona "Ayzwv, placenta


tliera

Tilay.ovg,

nu'u^r^p,

ed

altri gi

recati sopra.

siringa (jvpiy^, panParecchi muta-

rono declinazione senza motivo apparente, come da noj^ig

pausa
y.Tipg

da alps7tg eresia
cera. altro errore

da

vnKpt(7ig

ipocrisia

da

quello di prendere per composti due parole separate indicanti un concetto solo. Gi anticamente abbiamo Areopagiis per ''Apstog nolyog^ Dio-

Un

fu

scuri per Aig y.ovpor, poi dia


pYiOV poi xc)(^wy in

7:oc7'j)v si

un in diapason,

^dpf'japov

in

reubarbarum, rabarbaro, did

diacodion, i'fAXyXiog natdsta in enciclopedia. Dall'Indice appariranno pi particolarmente le varie


le

alterazioni a cui

singole

recheremo per saggio alcuni


sistono in omissioni

parole furono soggette. Qui esempi di quelle che con-

aggiunte e trasposizioni di lettere: da baco bom-bacius ^op^^vy-iog, bigatto da Aferesi: bom-bycatus, ^u.^v'^, buccia da Io-buccio \o^6g, risi,

pola da spv7mslag riso da pv^a, zotico per idiotico o secondo altri per esotico. k\V aferesi d'una semplice
vocale contribu spesso l'articolo, la cui vocale fu confusa con la vocale iniziale della parola; p. e. V amandola


divenne la mandola,
matita, ecc.

61

la gaggia,

V acacia

V amatita
da

la

Apocope: automa da (JXOLGiq, epa da 'nnap.


Sincope:
idolatria
,

ayro/iarov; catasta

koctoc-

da sl^ololotTpia, (cfr. eroicomico parola da parabola nao7.^okr, per eroicocomico) trementina da terebentina da dragante xpoL-^id-^av^a ^ da xoXa^og, jj^sca da persica, cetra rspi^iv^og, colpo da chitarra madia da magida ecc. Protesi: amalgama da [j.d'kayiJ.a, fromba da rombo, smania da mania. Epentesi : abbiamo gi notato la ^ fra due consonanti qui aggiungeremo la m innanzi a labiale, che rende verisimile da derivazione di strambo da arpa^og poi l'inserzione della r, come mandorla da amygdala, schema pi spesso nella desinenza sto letro da cxsXsTog balaustro, celeste, (cfr. cilestro) come da (3aXau(7Toy
,

ly/auoTov inchiostro, Xr/ucrixoy ligustro. Metatesi: coccodrillo da xpoKsilog panariccio da ramolaccio. napovv)(^ioVj t.pp.opiOLy.ia
,

Fra

le

parole
e per

scientifico

sono formate

che si vanno coniando nel linguaggio nominare le scoperte nuove, non tutte secondo l'analogia pi corretta; anzi non

poche rivelano l'imperizia dei loro autori. Per esempio la parola telegramma pecca contra la regola, che i verbi
e
i

sostantivi verbali composti con altre parole che

non

siano preposizioni, non rimangono inalterati, ma formano un verbo derivato. Perci se dicesi anagramma, epi-

gramma, programma,
posizioni,

perch vdi ini

npo

sono

pre-

non
il
,

avverbio e

TYjlsypacpic

pu dire telegramma perch tyX verbo composto non sarebbe rrjlsypdfpc ma donde il sostantivo telegrafema. Le parole
si

indicanti malattie infiammatorie ora

si

troncano in

ite,

come

artrite,

encefalite,

meningite, laddove,
dicevasi artritide.
Il

essendo

sostantivi

dentali,

sarebbe pi corretto derivarle dai casi

obliqui,

come un tempo

composto

piroscafo,
,

62

scafo a fuoco non d la giusta idea della nave mossa dal vapore, e perci i Greci, che hanno il

vi

non l'accettarono , ma senso naturale della loro lingua sostituirono triJ^nloiov nave a vapore. Abbiamo dato
,

un saggio
straniero,

di

cos fatti errori

ed anomalie perch

il

let-

tore intenda

qual

sia la

sorte

d'una

lingua in paese

non per attaccare un' inutile briga con l' uso, quem penes arhitrium est et ius et norma loquendi.

Le mutazioni d'accento che dovevano patire le parole greche entrando in latino si riconoscono agevolmente ponendo a riscontro le leggi dell' accentuazione latina con
quelle della greca.

Ancorch quelle

leggi,

come notammo

sopra,

non siano

rimaste sempre le stesse, noi porremo a fondamento quelle che prevalsero nel massimo fiore della lingua, tenendo
conto all'occasione di quelle che valevano in tempi pi antichi e delle altre seguite nella corrotta latinit e nel

predominio della favella popolare. Lasciando ora la distinzione fra accento acuto e
conflesso,

cir-

che non di grande importanza per la nostra d'accentuazione nelle due lingue si ricerca, le regole possono riassumere cos:
nelle parole greche 1' accento pu cadere sulle tre ultime sillabe; ma perch possa stare sulla terzultima necessario che Tultima sia breve:
in latino

Taccento non pu cadere sull'ultima

sil-

laba,

salvo in poche parole tronche.

Nelle parole di pi
s
;

sillabe la

penultima lunga chiama Taccento sopra di


di

la

breve lo respinge sulla terzultima.

queste leggi fondam.entali s'intende quali parole greche potessero conservare il proprio accento passando in latino e quali dovessero alterarlo per
adattarsi alla natura di questa, lingua. Potevano conservare l'accento:
a)
le

Dal paragone

parole bisillabe con l'accento sulla penultima,

^
fosse

63

esso acuto
^u'fVYj

o circonflesso
acpapoc

come

^wv/y

zona

^w'C

theca^

claphne,

h)

le parole polisillabe

sphaera; con l'accento

acuto o cir,

come npofriTcg propheta nloivriTYig planetes, AiOfXTiOrig Biomedes, 'ApiGTBi'rg Aristides 'k^rivai Athenae, Alyotiov Aegaeum, Movaaiog Musaeus, Aapslog Darius:
conflesso sulla penultima lunga,
,

parole polisillabe con l'accento sulla terzultima quando avessero breye e l'ultima e la penultima
e)

le

sillaba,

come ^d^rvlog dactyus, ayyskog angelus, [xo^og methodus, aro/xog atomus, UpLy.og Prodicus. Dovettero mutar posto all'accento; a) tutte le parole con Taccento sull'ultima sillaba.
I

bisillabi lo

trasportarono sulla prima, come y^opg cJio-

chorda, noiJ.nri pompa, ^Yi ode, lo:n^i,6 Sappilo, Klsi6 Clio; polisillabi lo trasportarono sulla penultima se questa era lunga per natura o per posizione,
rus, ypp^Ti

come

noiTiTTig

poeta,

d^y.YjTYig

athleta,

mipazY^g pirata,

IsikYjVg Silenus, xt^apt^TTig citharista, 'Ayj^lsvg Achilles; lo rimandarono sulla terzultima se la penultima

era

breve,

come
,

ImixoX'/i
(XGV(7rA'/

epistola,

ImxoixYi

epitome,
Pericles,

iilGyYi

ecloga
le

musica,

Ylspii'kYig

[jA<7T0'i:rig

Themis to e les ;

parole parossitone con la penultima breve, li) che rimandarono l'accento sulla terzultima, come xpaY-^la
'

tragoedia, xco/aw^j'a comoedia, 'EXsvvy Helena, ApiGxoxng


Aristoteles,
[J^avpocypag

mandragora, Rv^aypocg Py-

thagoras

e) le parole proparossitone con la penultima lunga o per natura o per posizione, che trasportarono l'accento

sopra questa sillaba; come

^sarpov theatrum,

(7v<77Yj(xc

sy stema, ^\)paiJ.^og dithyramhus, tals/izog dialectus,


nc/.nvpog

papyrus, MsvsXaog Menelaus. Nel periodo pi antico le dette leggi non erano ancora fissate cos stabilmente che possano dar norma a
,

determinare

le

mutazioni di

accento di tutte

le

parole

64
entrate fino dai primi tempi in latino. E gi stato dimostrato che l'accento non rimaneva di necessit sulla

terzultima,

penultima quando era lunga, ma poteva stare anche sulla e che questa non era l'ultimo confine dell'accento, il quale trovavasi anche sulla quartultima. Il

principio che la vocale accentata

non pu sparire dalla

parola applicato alle forme latine sincopate dimostra che amasse, scripse, insti, balneum, non potevano abbreviarsi

solo

da amavisse scripsisse iussisti, balineum, ma da amavisse, scripsisse, iussisti, bdlineum. I gram,


,

matici poi attestano che le enclitiche bisillabe unite alla parola precedente perdevano il loro accento anche se la
vocale della prima
nanti,
p.
e.

sillaba fosse seguita

da

due conso-

all'ultima sillaba

dextrvorsmn, siquando, prinde. Kispetto i grammatici sono concordi nell' attesillaba,


,

stare che le parole tronche e sincopate ritenevano l'ac-

cento sull'ultima
prodic,
illice,
illic,

Prisciano
cupit,

citando

appunto

istic

aitdit,

fumt per produce,

istice, audivit,

ciipivit,

omnium placet artium


,

scriptorihus

fumavit, aggiunge: idque qui de accentu

scripserunt (1). Adunque dicevasi ancora al tempo di Prisciano Maecens Arpinds nostrs cuis, e solo pi
tardi l'aborrimento

del

latino per l'accento sull'ultima

sillaba valse a ritirarlo

Che l'antica

anche in queste parole. pronunzia popolare siasi mantenuta in

molte parole quasi latente, anche quando opposte leggi furono stabilite nel linguaggio urbano, lo provano le

forme italiane

desti,

festi, sorto,

trenta, quaranta, ecc.,


triginta,

sincopate da ddisti,

fcisti,
i

surrectus,

qua-

drdginta. avrebbero

Ne

credo che

osato

poeti di tempi ancor buoni abbreviare la penultima sillaba di din

dcrunt, stterunt, se questa non fosse stata una pronunzia


gi nota,

donde abbiamo

italiano

diedero,

stettero.

(1)

Vedi Prisciano, 4, 4, 22}

7,

12, 60; 12, 6, i7.

65

anche
nell' ammettere

L'italiano conviene poi col latino l'accento sull'ultima sillaba nelle

parole tronche. D'altra parte le leggi stesse dominanti nell'accentuazione latina valsero a modificare l'accento di parole stranelle quali, come osservammo, il senso etimologico non aiutava e la quantit non era ben sentita. Le cause principali onde alcune parole entrando nelTantico latino si discostarono dalle leggi pi comuni delniere,

l'accentuazione latina furono:


a)
cos

la tendenza

che una penultima


vocale finale,
si

ad abbreviare vocale avanti a vocale, lunga od un dittongo davanti


riguardava come breve.
Ci spiega

alla la

forma platea per Klarsta (non essendo verosimile che entrasse in latino la forma ionica nlarioi), la quale si mantenne nel linguaggio volgare parallela alla forma pi corretta platea usata nel tempo classico. E come i La-

tini dicevano doleum, linteum, calceus, atireus, tinea, vinea, cos ^otkocvEiov divenne bdlineum, yuvar/.eiov gynceum, jo^iioL chrea, e cos Epeus, Selucia, Aleos,

Fhilippeos
h)

la durata irrazionale delle consonanti

m,

n,

s,

le

quali unite ad altre nei gruppi ne, nt, nd, mp, rg, rn, spesso non fanno posizione. Nei comici abbondano
gli

esempi di sillaba breve nelle parole Jiunc, liane, Jiine, interim, intus, hahent, dinde, suhinde, prinde, xtemplo. Anche dai classici fu mantenuta breve la vocale finale
davanti a parola che cominciasse con certi gruppi di confinale non vieta la sinalefe della vocale sonanti e la

precedente colla iniziale della parola che segue. Perci i Eomani potevano ritenere l'accento greco in t alavi ov

tdlentum, mantenendo breve la penultima

(cfr.

Plauto,

Mil g 1061);
e)'

la varia ed incerta pronunzia delle doppie


si

che
la

fino

ad Ennio non
tt,

scrivevano, specialmente

II,

ss, ee,

pp,

davanti alle quali troviamo mantenuta breve

sillaba. Perci
5

Plauto poteva dire Philippus (Trin. 955).

Zambaldi, Le parole greche.

La
coi

conoscenza pi intima
i

del greco,

la

famigliarit

greche ebbero per effetto che i poeti dell'et classica conservarono pi fedelmente la quantit greca. La vocale rimase lunga anche
Greci,
viaggi,
le

scuole

davanti

a vocale, come
navci./.u7,

rp

der,

MfVc'Xas Menede, yio^da chora, Mv^s^a

Ma;^awy Machdon, Medea, nkoLXzia

plata

panacea

2r/eioy

Sigum

(jnoiJ^mg

spondus, KXsiw Clio, Aapsioc Barius, ileyelo: elegia, IsksvyiEioc Seleucia, 'hvxioyzia Antiochia, BacfXsiog Basiliiis, rj(^og edus, alata aulaa, Xletpatsvg Piraus,

Udyyaioy Pangaum
gola latina,

(1).
e.

Ma

nei derivati prevale la re-

onde
e

neadae con

da Ahstac Aenas abbiamo Aep. breve. L'analogia col latino mantenne breve

Va
in

qualunque fosse la quantit sua 6, 2, 10 scrive: hoc etiam sciengreco. omnis nominati vus in a desinens corripitur, dum, quod sit Graecos apud productus ut Lydia quamvis Syria Phrygia;, Italia, Hispania, unde accentus quoque cum tempore mutatur. In paucis tamen inveniuntur potae
finale

del nominativo

Prisciano

graecis servare morem graecum e cita nel IV della Tehaide e il Nemea nel

il

Tegea

di Stazio

VI con a

lunga.

Lo

stesso ripete

7,

2,

5.
,

Nell'et classica fu adottata una pronunzia che divenne poi tradizionale nelle scuole anche quando il crinell'accento.

stianesimo scriveva parole alterate nella quantit e quindi La convenzione adottata dalla classe colta,
attestata concordemente dai grammatici,

fu che

le

pa-

greche, quando pronunziavano con le stesse lettere che avevano nella loro lingua, ne conservavano pure l'accento quando invece venivano alterate con desinenza
role
si
;

declinazione latina avevano l'accento richiesto dall'ac-

centuazione latina.

Cosi Diomede:

de

acc.

p.
si

433:
isdem

sane graeca verba graecis accentibus

efFerimus

(1)

Vedi L. MUer. De re metrica potarum latinorum,

p.

247.

litteris

67
.

Quindi
,

pronuntiaverimus

conservavasi

l'ac-

cento sull'ultima in

Themist, Callisto, Thean, Bid (1). E Servio Comm. in Donat. hos Arcades quoniam latina declinatio est, prior syllaba ha;

Thyds, Nais

bebit acutum, id est tertia a fine quando autem dimedia quoniam declinatio graeca cimus hos Arcdas est . E Prisciano de acc. 3, 15 notatur autem plerumque quae i vocalem longam babent ante yocalem, ut
, ,

Papia, quemadmodum unum verbum fio, i ante o pruductum habet . Prisciano prosolum quod babilmente chiama lunga la i, non perch da poeti fosse seusata per lunga, ma solo perch aveva l' accento
philosophia,
,

guendo la tendenza popolare


dice:

di ritenere per

cale accentata e brevi le altre.


latina

Del pari,

lunga la vo3, 14, egli

quaedam propria

nomina nominativum

singularem a terminantia in paenultima syllaba accentum servant, quamquam nonnulla vocalem ante vocalem habere videntur quae alia differentiae causa, alia solo usu In producta sunt ut Catilina Yerania Stephania Catilina havvi forse una ragione etimologica, per cui la penultima lunga di natura: il che non altrettanto
, ,

Verania e Stephania. Per questa tradizione non era tanto salda, che molti non la violassero, ed anche nella pronunzia delle parole
probabile in
greche, per quanto fosse diffusa la cognizione della lingua, non durasse l'incertezza medesima che nelle parole straaltre lingue. A proposito delle quali accentus in integris dictionibus observantur; in peregrinis autem verbis et in barbaris nomi-

niere introdotte

da

dice

Diomede:

nibus,

maxime

in interiectionibus, nulli certi sunt, in bis

enim maxime accentuum lex certa esse non potest, cum sit absurdum a turbato tenoris exigere rationem . E

(1)

accent.

Vedi (Sergio) explanationes in Donatum. - Cledonii ars, de accent.

Mar. Victor, de

Sergio in Donat.

nuUum barbarum nomen


nec interiectio

autem debemus quod verbum aliquod peregrinum certuni poterunt accentum tenere. Nam in
de acc.

Scire

vel

barbaricis nominibus nulla sui

ratione

sunt,

sed

quali

volumus, sane non aspero, proferamus accentu . Distin-

guendo poi
aggiunge:
esse

le

parole greche

da quelle
1,

graeca autem

suis

di altre lingue accentibus pronuntianda


5,

noscamus . Quintiliano d'accento delle parole greche:


d'accento) saepius in graecis

24 nota

l'incertezza
gli

id

(ci sono

errori

quem

accidit, ut Atreus, nobis iuvenibus doctissimi senes acuta prima dicere

nominibus

solebant,

ut necessario secunda gravis esset, item Nerei Tereique . i doctissimi senes seguivano la tendenza ciceroniana di dar forma latina alle parole d'altre lingue,

laddove col tempo prevalse la scuola varroniana che voleva conservata e rispettata la forma greca. A questi
errori
e

a tutte

l'autore delle

Sergio, il e che qui riportiamo in nota, perch conservano ancora una certa importanza per la tradizione della scuola gi

le incertezze tenta di porre un termine Explanationes in Donatiim attribuite a quale ne tratta con maggior diligenza di tutti

molto turbata e confusa

(1).

(1)

usum prosodae quum plurimum


nisi

Vedi Keil, Gramm. Lat., IV, 526 Superest estendere quem circa graeca nomina habere debeamus; in qua re
:

erretur, via

forte qui eo

tamen est amovendi erroris brevissima, demersus imperitiae est, ut in graeca nostraque

id convenit/dispicere,

lingua toni simul et clinatus discrimen ignoret. Nam cum primis latinum merum sit nomen an merum grae-

cum an etiam

inter

utrumque comraune

quorum de

singulis suo

ordine explicabimus. Mera latina appellanda sunt quibus nec origo, nec declinatio a Graecia est nec uUum adeo cum peregrinis com-

mercium, ut Cato, aquila, quae quo accentu efferenda sint superiora declarant, cavenduraque hoc unum , ne quem graecorum nominum similitudo a praescriptis regulis deducat, ut si quis dicat cuspidis acuens quamvis brevem paenultimam, eo in fraudem inductus, quod

quorundam

simile est graecorum,

ut Phyllidos

Aulidos, quae in

-69 Nel periodo cristiano s'aggiungono altre cause per le quali l'accento greco non segue in tutto le dette regole del tono latino. Le due lingue si trovano in uno stadio ulteriore della loro evoluzione e i mutamenti toccano in
particolar modo la quantit. Il processo dell' abbreviazione delle lunghe non incominciato tardi ma si pu

notare come continuo.

Gi nel tempo classico


o

troviamo
nominativi

abbreviata la
in or e

del perfetto che era lunga,

come venimus,
dei
;

dedimus, scripsimus, putavimus. La

tor era lunga, come nei casi obliqui cos pure dei in o e nominativi della quella prima persona nel

paenultirna

brevi acuuntur
,

cum

potius cuspidis
,

Tlgridis

Isidis

Thtidis

Thymbridis

Dphnidis

quasi cssidis prima acuta


,

proferendum sit, quia brevis est paenultirna graeca. Graeca autem mera sunt quae et graeco fonte manant et ita per casus numerosque clinantur, ut nunquam ab origine sua ne litterae quidem unius commutatione decedant. Haec in carminibus potarum passim reperiuntur, ut in his Vergilii quorum alter Acharnn et fatidicae Mants , quae omnia, ut a graeca declinatione mutata non sunt, ita a graeco tono corrumpi non debent quare
;

Acharnn, Mants, Orph flexa ultima legenda sunt, Palls autem et AUect eadem ultima acuta quorum neutrum in latinis fieri solet nominibus. Item cum legimus nec longe Cissea durum et
,

liquidumque per aera lapsae et Epytiden vocat Cissa aera quamvis contra regulam latinam tamen quia graeca sunt, paenultima acuta pronuntiare debemus. Sic et in his creber utraque manu pulsat versatque Dareta Dodonaeosque lebetas Dreta et lbetas per se legere debemus, quamvis utrobique natura longa est paenultima; sed quia graeca sunt germana, latinorum accentuum lege se liberant. Communia vero sunt quae ab alterutro orta sermone in alterius declinationem concedunt, idque fit modis

Epytfden

nam aut latina declinantur in graeca, ut Scipiadas, Memmiadas, aut graeca de stirpe sua degenerant et latine declinantur ut aeris in campis latis et Evandrum petimus . Latina quae
duobus;
,

graecae declinationis colorem duxerunt graecum quoque retinent accentum; quare ut Miltides Asclepides, ita Lucides et Memmides Scipides acuta quamvis brevi paenultima proferuntur. At quae radicem ducunt a Graecia et iugo latinarum declinationum

70

da Ennio e da Era lunga a del

presente indicativo dei verbi, che fino Plauto comincia ad essere usata breve.

nominativo singolare, com' nelle reliquie dell'antico saturnio lunga pure nel neutro plurale nell' imperativo,
,

nelle

preposizioni

nelle

forme

pronominali

composte,

succedunt, bifariam deducta ambiguas tonorum vias secuatur. Atque ideo aetheris et aeris, quia origine graeca sunt, graecae quoque prosodiae formam apte recipiunt, ut aris aetheris sic dicantur
latine

clinatione

paenultima acuta, quasi graece aspo? at.^ipo?; quia autem defacta sunt latina, impune ritu nostro prima syllaba
'

acuuntur, quia brevis est paenultima, ut sit eris aetheris, quasi nseris sseris. Similiter Simoentis Thermodontis proparoxytona sunt si ad Graecos respicias qui sic faciunt 2t/;.VTo; 0p//5ovTos; paroxytona autem si ad nostram redigas regulam, quo modo dicimus sapientis audientis sic Simoentis Thermodontis. Eadem ratione
,

Eundrum tyrnnum, quasi amandum Britannum, paenultima acuta quia positione longa est, proferimus, latinum secuti praeceptum et rursus in isdem nominibus tertiam ab ultima acuere absurdum non est et ita enuntiare Eandrum tyrnnum ut Graeci EDavopov
;

Tupavvov dicunt
recti

... In quibusdam nominibus licet videre plerosque ut casus ambiguo tenore deceptos mendose oblicos proferre acuunt et Euandri casa in syllabam primam tyranni patrico qui a Graecis potius quam mediam nullam secuti rationem. Nani neque
,
,

ea nomina, cum casu isto sunt, aliter quam paenultima acuta prferuntur Evopou Tuoawou dicentibus neque rursum a nobis , quia Idem in paenultima positione longa semper acuenda nobis est
,
. .
.

dativo ablativoque casu

servandum

est, ut

cum apud Vergilium

le-

Aracyntho et qua fieri ferro liquidare potest electro item Centauro invehitur magno et Sergesto Mnestiqno et classemque sub ipsa Antandro . Haec omnia nomina Aracyntho elctro Centauro Sergesto Antandro paenultima acuta proferuntur, quam recto et accusativo casu possunt acutam tertiam ab ultima habere. Sed in recto atque accusa-

gimus

Amphion Dircaeus

in Actaeo

tivo casu

solet

quidam error plerosque obtinere qui

in his verbis

Cassandra futuris ora et huc casta Sibylla imperite proparoxytona faciunt Cassandra et Sibylla, cum id sinant nec latina praecepta, quia est penultima positione longa neque adeo graeca cum sint paroxytona Ka^ffv^pa li^lla.-^ quoniam ubi longa est ultima in graecis tertiam a se acutam esse non patitur.

tum etiam
))

fatis aperit

p.
e.

7f

Lunga era
la e nell'in-

antea, interea,

eapropter.

finito.

Era pur lunga

la vocale nelle sillabe finali di legar,

amer, sequerer, fuat, det, soet, velit, ecc. come si vede nei comici (1). Pi evidente appare questo processo di abbreviazione nei composti e nei derivati , p. e. auro aurifera

cubare cubiculum^ merere meritum^ ecc. Tutto

il

corso della lingua adunque una progressiva abbreviazione delle lunghe, ed anche se le forme letterarie rimasero immobili,

quel progresso non

si

arrest

mai

nella,

favella popolare,
dere, rispndere
I
,

come

lo

mostrano
ecc.

le

forme italiane ri,

pendere

da ridere

responde're,

pendere. poeti, che primi attinsero a quella fonte gi nel tempo classico usarono abbreviate le forme dderunt,
stterunt,

meruerunt
le

e simili.
,

tanto lingue vanno abbreviandosi che rimane maggiore efficacia va prendendo l' accento solo dominatore e il pi forte elemento sensibile della parola, e cos prevale via via la tendenza di riguardare

Ma

quanto pi

come lunga la vocale tonica e brevi le altre. Cosi vocali lunghe radicali spostandosi l'accento si abbreviano, come mles e moestus, pus io e pusillus, scribere e conscribillent, iuro e deiero peiero ; e si perde anche la posizione in offa e o fella
,

mamma

mamilla

farris

farina e nei composti aperio, omitto ecc. Nei primi secoli dell'era nostra questo procedimento era gi molto
avanzato, e i poeti cristiani, tuttoch conservando le forme classiche tendessero anche a mantenere la quantit,

abbreviarono molte vocali atone, come


pervolaturus, sacramentum,
e

in

creatura,
in

contra, frustra, supra, ecc.


;

in feralem,

temulentus, tenebamur, verecundus

feriturus, petiturus ; socordia ; u in ablutum, rubigo, ecc. e allungarono alcune brevi toniche, come tinca, gula, centurio, ecc. Lo

o in locusta, controversia, morosus,

(1) Cfr.

Ritschl Proleg. Trin. 176, 182.

altri poeti

72

In

stesso fecero nelle parole greche.


cristiani

Prudenzio

negli

troviamo abbreviate vocali atone in

allphylus iXko^vkGg^ dzymon aCvixov, hldsphemus ^Xolg-accanto a hlasphmia ^la^cpTjpJoc^ herillum (3-/i(prj[J,Gg^
pvklou^ remus epri^Sj^,
cppiyri7ig^

enrgima svspyvjjuia, phrnesis pardcUtus HapazXy^TGg, idolum sidckov ido,

latria 10001010.10 loc^

trigonus zpiyuvGg^

per

converso

allungata

la tonica in Asclepiddes
^

'AdKlrintoirjg,

chd-

Hermine 'EpiXiuTj, cildmide ylap.vg '/pi(J\i'x^ trattate da loro Altre voci sono piidla r^idloL (1). greche in vario modo e con libert maggiore. Prudenzio usa
risma
haeresin
Disc.

(Amartig.)

ed

hereses

Pugna), allunga

Va atona

(Praef. cath. e Conc. di smaragdinus, catho-

Fr. Pugna) ecc. liciwi (Apoth. 3) e tJioraca ^(Jpc/Ma (Pat. Alla met del terzo secolo la vocale tonica era ormai

considerata per lunga e le atone per brevi; e la prevalenza dell'accento sulla quantit fu tanta, che si abbre-

viarono non solamente vocali lunghe

ma

anche dittonghi,

come

Yet in

Eugenia
iiOL

Gi nell'antico
suffisso
sto

Eijyiysia, Alexandria 'kls^avpsia. il latino, com abbiamo notato sopra fu per l'accento abbreviato in ea come
,

pldtea

nlazsic/,

cl-rea
,

yopziay

halineuni

gynceum
accadde
cristiani

yjvcir/.stoy

Seiicla

IsEvzsLa.

Tanto pi
nei
etis,

^alc/.vslov, ci

nell'oscurarsi

della

quantit,
stog

sicch

poeti

troviamo

il

suffisso

riprodotto con

per

esemi^o JSfa^dreits, epicureus, giconius, pherccratitis, ecc.

Queste considerazioni generali sulle leggi delP accento che ne produssero lo spostamento a nel valgono spiegare pi dei casi il tono che le parole
latino e sulle cause

greche hanno in italiano.

Per quanto riguarda l'accento dei

bisillabi

la

semplicissima.

L'italiano,

come

il

latino,

alieno

regola dal

(1)

III,

Schuchardt, Vocalisiiius des 333 - L. Mailer, de re metr.

p.

Vulgrlateins 313-364.

I,

p.

17"^,

227

73

porre l'accento suirultima sillaba, e lo ammette soltanto nelle parole troncate. Perci tutti i bisillabi greci che

avevano l'accento sulla

penultima

lo

conservarono, per

esempio |3aVg base, }Jij.oc clima, Kvzpov centro, }ii(7ztg cisti, Kpiatg crisi, xv^og cubo, Aa(pvri Dafne, pa[xcK

drama,

(p(X(7tg

fase,

Tiinkog peplo, ay/icp^OL scisma,

^i[j.(x.

tema, xvnog tipo, ^vpGog tirso, cp^taig tisi, ^pvog trono, (^r^^og zelo. Quelli che avevano l'accento sull'ultima sillaba lo trasportarono sulla penultima, p. cera KXsdo Clio xu^w-cg chimo
LYipg
,

e.
,

xapnog carpo,
"/hpog
cloro
,

'/pp^Ti

corda,

ode,

oc[X(p6

eco, ylavxg glauco, tjuog istmo, pleura, no[J.7iin pompa, pv^[j.Gg ritmo, Saffo, ^al[XGg salmo, (jKonog scopo, gkoIt scuola,
Y/^od

Tsvpcx.

(jn(x.(Tixg

spasmo,

(jxoa stoa,

Gxokrt stola, (iipof/i strofe,

Tocp7g tarso,

G(7[j.ri

usma.

nella penultima,

o pi sillabe, che hanno a breve prendono l'accento sulla terzultima, in qualunque posto esse lo abbiano in greco, p. e. dy.po-

Le parole

di tre

(3arr3g

acrohate

r^anri

agape,

ixoipaY.ov

amaraco

v^poiiavrig andromane, (xvoqpc/.(^ri anagrafe, noGTOixrig apostata, ^Oikdaiiov balsamo, y.i(^o\og cefalo, sixcpamg

enfasi, ivolaj/i enallage, snr/pacpTi epigrafe, vnsp^azv


iperbato,
\Xiyj:cjr macchina, [j.avcoixg maniaco, \kovoLj6g monaco, wxsavog oceano, prpavg orfano, (jyXXajSyi 5//nroikog pelaba, (jaxpdnTig satrapo, opyavov organo talo, nikayog pelago, ^aXajULog talamo; i nomi proprii kyjxxn Agata, Al-ai^cddrig Alcibiade, kvpoijAyr Andromaca, 'Api(7VG(pocvrjg Aristofane, Kapvsd^Tjg Cameade, Aavao'g Banao, Aiaig Eaco, 'Exarvy Ecate, ''InnGKpdvYig
,
'

'

Ippocrate, 'Icozparv^g Isocrate,

'Oaxvj Itaca,

flyj'yao'og

Pegaso, ^evGmvYjg Senofane, 2wzparyyg Socrate, Itigpdsg Sporadi, Irpocodsg Strofadi, so^avvyg Teofane, TtixGKpdxYg Timocrate, ecc., tutti i nomi dentali, come ^xag decade, laixndg lampada, [XGvdg monade, vo]Ut,ag

nomade

hjiintdg

olimpiade

xpidg

triade

Apvdsg

Driadi, vdeg ladi, Asyzag Leucade,

NaVa&g Naiadi,

- 74 Pleiadi. Nei composti di ypafog e (pocyog il trasporto dell'accento sulla terzultima sillaba fa scompailiioieg

rire la

distinzione fra
in greco
i

il

significato

attivo

il

passivo.

E noto che
e

composti

di

un tema nominale
;

uno verbale mutano significato secondo 1' accento proparossitoni hanno valore passivo, gli ossitoni attivo. Per esempio yjipQyp(X(poi^ il manoscritto, laddove /posarebbe chi scrive a mano, l'amanuense. Per riyp(X(pog
di
i

spettare questa regola


ficato

dovremmo adunque
coreografo,

dire in signi-

attivo,

calligrafo,

poligrafo, steno-

grafo,

tachigrafo,
i

mantenne, e

ecc. ma questa distinzione non si composti attivi calligrafo, comediografo,

coreografo, fotografo,

litografo, stenografo,

telegrafo,
dif-

come pure antropofago, entomofago, sarcofago non


rografo
,

feriscono nell'accento dai composti passivi autografo chi-

olografo,

ecc.

Pochissime

parole

hanno
tra

l'accento sopra

Va

breve

della

penultima

sillaba;

queste fiala usata per lunga dai poeti cristiani in virt dell'accento (1) Areopago formato dalle due parole separate ^'Apsiog Tiayog, ambedue col proprio accento; teriaca
;

o triaca, ^rtptaKa,

specie di farmaco, di cui Venezia fa-

commercio in Oriente, finalmente qualche nome proprio non greco che ha pronunzia variabile, come
ceva grande

Sam osata.
Le parole con a lunga nella penultima sillaba per lo pi hanno l'accento su questa, p. e. of.p'/jotxpog archidtro,
[xslG-paixa

melodrama,
i

nolv-^iaixcK politeama,

nstpar/ig pirata, ^iaxpov teatro, cosmorama, composti di


opaiJ.a,
si

diorama,

ecc.

l'accento sulla

La parola diapason, che terzultima, come abbiamo


Tiaccv,
I

pronunzia con

osservato, for-

mata
sicale

dalle
di

due parole dia

che l'intervallo mu-

ottava.

nomi

proprii sogliono avere l'accento


e. i

sopra

Va lunga

della penultima sillaba, p.

composti

(1;

Cfr. Diez

Gramm.

der roman. Sprachen,

I,

p. 472.

75

di lag, 'A7yj(7tXaog Agesilao, 'kpy^i.'kaog Archelao, Kpixokaog Critolao, ^CkokoLog Filolao, MsvsXaog Menelao; Arato AoittavG$ poi 'Aix(ptapo:o; Amfiarao ^'Apoizog Luciano, liapvaag Parnaso, llplanog Priapo. Alcuni per si pronunziano comunemente con l' accento greco sulla terzultima, come (papcrcxXog Far salo lw[X(poog
,

Stimfalo e

Zeusidamo,

composti dorici con aiJ.og, Archidamo laddove i composti della forma ^ri'ftog, per
,

Caridemo, hanno l'accento sulla il ritiro dell'accento in Demade Pi strano penultima. non che corrisponde ne al tono greco n al Anixd^Tig, ma fu ritratto latino, per l'apparente analogia con gli
esempio Aristodemo,
altri

nomi

in

ade che hanno a breve, quali sono Alci-'


ecc.
s

biade,

Cameade,

Le parole che hanno


angelo,
nere,
'

nella penultima ritirano l'ac(X(paipS(7Lg

cento sulla terzultima, come


s(priixpGg

aferesi,
etere,

oiyys'ko;

effimero,

al'^ip ipog

T[(xpiv^c7ig parentesi,

^ivs(7ig ge7vy^e(7ig sintesi, ecc. I nomi


,

proprii 'Avp'pcg Androgeo ApiGXGxi\r,g Aristotele, 'Ylkivn


in
Tig

'AvpopAH
Elena,

Andromeda,
omogeneo,

ecc. Gli aggettivi

log

come

ho<7y.sking
i

isoscele,

/j.o'/VYg

hspGysvTig eterogeneo,

composti di ysvsg, come AioyivTig


,

Diogene,
idrogene.

'EpiJ.oyivrig
I

Ermogene e i moderni ossigene, medii conservano Taccento presenti participii


, , , ,

comune greco-latino come }iOizri)(OTj[j,syog catecumeno '^atv6p.ivoy fenomeno napo:hspyovixs'uoy energumeno ma alcuni femminili mantengono \zik6i},zvol paralipomeni, l'accento greco, come Ava^uouvin Anadiomne. I nomi proprii in (j^vrig hanno la penultima atona, come AtiDemostene KaXXco-^svyjg Callistene 'E^aro[j.oar'^syrg Eratostene 7^i)/ng ; quelli in iiivTig comunemente l'hanno Teracome tonica, KXsofJisvy?g Cleomene, SspoiixivYg nome non Boristene ecc. il Anche mene, greco paros'

sitono.

Un

ricordo dell'accento

'

greco

si

mantiene
i

nella

storpiatura popolare cadrega per Y.ci^poi. Hanno l'accento sulla z della penultima sillaba

nomi

terminati
in
ioL

76

come

j'^sa

idea

Asy/o^sa

Leucotea

Ns/xsa Nemea,

\OL7io(.

Pasitea

come

y^olipa ciolera,

'[[jpoc

alcune parole in era ; Himera. Tutte queste ri-

tennero l'accento greco. Idea, parola filosofica, fu introdotta in latino quando gi si rispettava l'accento delle
voci greche. Al tempo di Cicerone era appena nota, ed formae sunt, quas Graeci ideas egli la definisce Top. 7 vocant . Cholera usato da Plinio e da Celso gli altri
;

sono nomi proprii, nei quali l'accento originario


tiene pi facilmente.

si

man-

Portano l'accento sulla

della pe-

nultima sillaba anche alcune parole in eto, come jta^srog cateto, 'lansTg Giapeto, credo per analogia con le parole italiane vigneto,

amuleto, ecc.
y;

Le parole che hanno

nella penultima sillaba

con-

servano quasi tutte l'accento latino. Qui appartengono molti sostantivi verbali in //.a, come j3Xa(7'j^ry|Ua blasfema,
ioidrj[j.c(.

diadema
/

oldrjp.a

edema

EiJ.^Xrip.a
o'yoTv:/;.^

emblema,
sistema;
molti

v^\Jlj:r,iia

entimema,
ta,

koItiIj.ol

poema,

(ma fisima con


in TTig,
priVCig
cp'/iTYjg

per e ritiene l'accento

greco);

latino

come

Xlo.topy.riTrig

Poliorcete, va)(fj)-

anacoreta, i'^lrrg atleta, nlaWtTTjg pianeta, npoprofeta, molti nomi proprii in [jM^'Cg e p.YiVTj, come

'

Archimede, Ato[j.rirjg Diomede, rayyp.yj^y^g Ganimede, Ay.tjMvY} Alcmene, i\iv^up:rivri Dindimene, come 'Api^v^rjixog Ismene; molti in dfi[J.og Ijir/iVTi Aristodemo Caridemo Ev^v^YiiJ.Gg EutiX.aptriiJ.og
'kp-/iu:ri^rtg
, , ,

demo,

ecc.

(cfr.

sopra

gli

abbreviati in

dfX[j,Gg)

mo-

derni composti di XYj'krj, p. e. cardiocele, idrocele, ecc. finalmente le parole Arpoc^Ttrog alfabeto, y^oorr/og corego,
vno^riKri ipoteca, YpriVTi Irene, nc/.poXrXog parallelo, ecc. e i nomi proprii Fa"OiJ,r,pog Omero, ^A^rivad Atene,
lYiVg

Galeno, Istkrr^g Sileno, Xzpp'uriGQg Chcrsoneso, WEXonv'jTi^jog Peloponneso, ecc.

Non hanno
le

l'accento sulla

v:

della

penultima sillaba
dicesi,

parole

comuni nei

spYiixog secoli

eremo
cristiani

^loUriGig

divenute
greco.

serbando l'accento

In

77
Par adito
la
ig
Vi

che si us parallelo a Paracleto, UapdalriTog, fu prima abbreviata in i. Di sostantivi verbali in

derivati

da verbi

in

ico

alcuni

hanno l'accento

sulla

v:

della penultima, come l'^ri^Timg esegesi, zara^^pv^o-ig catacresi ecc. , altri ritengono l'accento greco al pari di
7iapay.Bvzri(7ig paracentesi altre parole che hanno con per analogia

diocesi, p.

e.

probabilmente
s

nella penul-

tima,

come

diatesi, genesi,

ecc.

Anche

il

recente
le

comfoglie)

posto filossera (da ^vllov

^Ttpc)^

inaridire

suolsi pronunziare sdrucciolo. della penultima sillaba di regola La


p.
e.

non ha accento

s^oog esodo

(l^o^og metodo

nspioSog periodo

(jvvoog sinodo, ^apmovog baritono, [lovroyog monotono,


t(7G)[povGg
7ro;(vi

isocrono

v/koy/i

egloga

iniToiin

epitome

epoca, va-aolog discolo, dsunGTYjg despota, cApo-

nohg

acropoli, [j/rirpnoktg metropoli, va^rpo^ri strofe, (7y)[povog sincrono, anoGzpoffi apostrofe,


(7tpo(pri

anay.(/xol-

catastrofe, ecc.

nomi proprii Aiaypag Dia-

gora, Uv^aypocg Pitagora,'K.pv(76(7ToiJ.Gg Crisostomo, ecc. Nei composti scompare la sopradetta distinzione fra attivi
e passivi.

Conservano la forma e
per
es.

il

significato

greco

composti con preposizioni,


(kvY.^oxGV aneddoto,

avaXoyog

analogo,

TrooToXog apostolo, ivTtGZGv anti-

doto,

Ma

diaarofJiog atomo, xc/.ralGyGg catalogo, ^talGyGg logo, noGkGyGg prologo, e la parola ^sxaXoyog decalogo. i composti di un tema nominale e d'uno verbale con
significato

attivo

non

si

distinguono pi dalla forma che


e.

avrebbero come passivi; p.

^iG\6yGg biologo, (pv(7iGlyGg fisiologo, Givo-X^Gg enologo, aspG-r^pGg aero foro, (PG)(j(pGpGg fosforo, pEG-fpGg reoforo, nvpG-(pGpGg piroforo,
flebotomo, juisrpo-vofxog metronomo, o:ypGVG[iGg

^).j3cTO|ULog

agronomo, aorpovo/xog astronomo, otxovojULog economo, ecc. Di questi composti soltanto semaforo (jrj[j,azGpog suolsi pronunziare parossitono. Al contrario le parole (^CkG(70'og
sono (pillG^Gg filologo e simili, bench attive, hanno che in come anche quelle greco, proparossitone
filosofo,

78

primo Telemento verbale e secondo il nominale (XoXoyog z= (fik(v Xyov e non a Xsycov cpikov). Le sole parole dove la o della penultima sillaba prende
alcune volte l'accento sono quelle terminate in one, certo per analogia con l'accento del maggior numero di parole

hanno questa desinenza p. e. ahivdv alyv^ixov- gnomone, 'Ep[j.t6vrj Ermione, khicv Esione, 'A[X(^iKzvovg Anfi^ioni. Al contrario o si mantiene atona in altri nomi in one, come 'A|U!,a?v Amatone,
italiane che
;

cione

'

xavojv k'^^aiJjj.voV Agamennone, YizpGZCfovTi Persefone, canone, (7lv^6v sindone, nei composti di cotiledone zotd-

Anche embrione sp^^ovoy e dragone dpayiO)y, hanno Taccento sulla o; il primo perch non deriva gi da nome in cv o vn, ma da un nome della seconda, assimilato ai nomi in one; il secondo perch gi 'ii^pvoy, in latino divenne draconis e non dracontis. La parola automa ha poi l'accento sulla o perch troncata da OLmo\MX(jV ritenne T accento suo anche perduta l'ultima
Xyy^ov, ecc.

sillaba,

tanto pi che divenne simile alle parole assioma,

diploma e simili. Maggior variet d'accento mostrano le parole che hanno w nella penultima. La la vocale che pi facilmente si abbrevia e ammette l'accento sulla terzultima
sillaba.
si conserva sopra i^ir}rr,q idiota, vpcog nei col suffisso [xo.y come sostantivi piloro, nvlopog aroma, hiscroma, assioma, (i^tCK>[j.a (^his-y^p(^[J.c(.) apWjUia

lunga

eroe,

dixap-/.tvc)ixoc carcinoma, y.z<'^ak^p.a cefaoma, dlnluiJ.a ploma, ylavy,o)aa glaucoma; ma si abbrevia in [j.sTsopy.

meteora,
la

nlrj'^cpv.

plttora, toij.utcijm sintomo, che prese

forma d'un nome della seconda, seguendo l'analogia dei composti di roao, come atomo. Conservarono lunga la accentata le parole in one come aycv agone e nomi i proprii ''Acvtg ivp^JV androne, ry^wv tifone,
,
,

Adone, 'Aya^wv Agatone, Ayzwv Ancona, XsipcV Chirone, svxodOv Beucalione, Uap'^zv^v Partenone, WXdTwv Platone. Fa eccezione anemone [veiKvn). Conser-

79

~
:

vano l'accento sulla penultima i nomi proprii in Scpog Apollodoro, Artemidoro, Atenodoro, Diodoro, Isidoro, Metrodoro, Polidoro,
e

Teodoro, quelli composti di cSg


pot^^ig

7^ come incog epodo,

citaredo, (7vi>aycj/i sinagoga, ri{xay(yg


dicesi

rapsodo, ytapug demagogo ; pure


,

comunemente avaycayrl

andgoge

TrapaYwyvJ

pasulla

rdgoge.

Per contrario abbreviarono Tw, portando l'accento


terzultima sillaba,
i

composti di

(pcavvf,

come

-np^cpcvog

emifono,

iJ.ay.p6(C(^vog

fono, G[x6cpcVog
(pcovog

macrdfono, [xeyakcpcyog megaldomofono, vipcpcvog onirdfono, rvjXeantifona, che


ritenne

telfono

l'accento

greco

ixiytpcii'^

del neutro plurale avrr^wva, responsorii, i composti di ^ip e ky vista, come ix^lvco^ amhliope, ^VGC^p disope, periope, di guisa micrope, [xvc'p miope,
nEpic^nri
si

che

hnr

confondono coi composti di o^ voce, come KaXCalliope. Idrope ha in greco la doppia forma
e

vpoTzog

v^ponog.
i

Abbreviano la w anche
trigono,

composti di y^v/a come digono,

tetragono, pentagono, esagono, poligono, ecc.

Trigono trovasi gi abbreviato nei poeti cristiani. come l'w atona i composti di
av^pconog
,

Hanno

agriantropo,
santropo.
I

(piloiv^ponog filantropo,

[xiaocv^pcnog

yptdv^pQnog mi-

sostantivi verbali in

ig

derivati
,

usano abbreviare quasi tutti


iayv()7tg

da verbi in ow si come yyilcGig anchilosi,


(plyocrig

diagnosi,

(pliJ.0!)7ig

fimosi,
viy.po(jig

flogosi

lxsTa[j.Gp(p(ii<7ig

credo per con Pochi conecc. sintesi, analisi, parentesi, analogia come apoteosi no^cdig servano la lunga ematdsi

metamorfosi,

necrosi,

OiiixoTC7ig,

neurdsi

vsvpc<7tg.

Alcuni non hanno accento universalmente


la pronunzia varia, soto creosdto

stabilito,

ma

come

in dj^oto e a^dto afcoTov, cred-

Z|0(M(70ot(5V,

composti di zwXov come

dicolo,
I

tricolo,

isocolo ^r/wXov, xpUcSkov, hT-lov, ecc.

nomi

proprii conservano generalmente

Yo lunga, come

80

khcnog Esopo, Aizckot Etli 'A/sXwog Achei 00 Pattlo. riazTwXog Idolo usato breve fino dai poeti cristiani. La maggior parte delle parole che hanno i breve sulla
penultima sillaba
ipocrita.
p.
e.

si

Cos tutti

pronuziano sdrucciole, come vno'/.pii:riq i numerosi aggettivi col suffisso iy.o,

y.po^axiY.6q acrobatico, iyoclvTfag analitico,

iva-

roixtyig

anatomico, apxnxog artico, xa^oXr/og cattolico, K0LV(7rty.g caustico, KBpo(iJ.iy.6g ceramico, vlnpf/.6g chieKv/lixg ciclico,
riv/:h

rico,

inVig

epico,

ixrpr/.g,

metrico,

apLLrj7iy.6g aritmetico, ^aaLltx' basilica, KptriKYi critica,

y^povvm cronaca,
U7.rj

etica, Tiok\Jx/:Ci

polemica, noli-

Tutti
[iolig

politica, npa7.xiyri pratica, prjTGpty.ri retorica, ecc. i come <^tg abside, sostantivi dentali in td, vd
,

bolide,

v^ap^^nlg

carotide, ylaiivg clamide, y^pv-

callig crisalide,
i

(^rjp.ptg

nomi

proprii

''Apv[JAg

Artemide

ecc. efemeride, atytg egida Calcide XaXx/g


,
,

XpvfjTitg

Criseide, 'Y^^nzpl^zg Esperidi, Yjvp.Evtdsg


quelli in
,

Eume-

nidi,

Sktg Tetide come pure


,

i^Tig
,

menide

Euripide

Tucidide
li'^og
,

Dercillida

come EpiLeonida ; i
bibliofilo,

composti di (Dikog e
crisolito.

come

"^E(py6(ptlog gcorgofilo

ap6\og ypiGolog Edipo Oitnovg pronunziato variamente. Cosi


,

^t^Xt(ptlog aerolito

di nlovg.

pure varia la pronunzia di periplo nspinlovg composto Adamantino a^ap^avvivog per lo pi si pronuncia parossitono, per analogia con le parole italiane I nomi in io conservarono l'accento terminate in ino.

sulla terzultima,

come ivj^iov assenzio, npooiiJAov proemio,


(jCpaLpiar/jptov

yyovpLOi anguria,
'/iptov

sferisterio,

e questi in

mantennero Taccento
,

allo stesso posto

anche quando
,

come dr/.a<7Tcptoi> dicastero perdettero la t mistero e i composti di come


G'apa,

p.vfjxripiov

riiJA7(patpLoy

emiin la,

sfero, plani-c^palptov planisfero. un ordine particolare formato dai

Ma

nomi

che offrono la maggiore variet d'accento, e in questi si applica principalmente quella legge sopra detta, che le

81

o nei parole, le quali entrano nell'uso popolare latino, il fiore del o a Varrone classicismo, dopo tempi precedenti

sono sdrucciole, quelle invece che rimasero nella classe colta e nel linguaggio scientifico conservano l'accento greco sulla penultima. Alcune delle parole popolari si ricono-

scono anche dalla alterazione della forma, come nausea


voLDdia^

storia i7Topta,
T(x

chiesa zYykraia^

seppia

(yrinia,

hihhia

jSi^X/a.

Le prime due parole entrarono


latino
;

assai di

buon^ora in

probabilmente fino dal tempo di Fabio Pittore chiesa e bibbia furono parole volgari dei Cristiani. Del pari dovettero essere note ai Latini fino
Jiistdria

doveva
:

dirsi

da Ennio e Nevio

le parole

zpaycta tragoedia,

y.(p.(^la

comoedia, aix^poata ambrosia e quelle geografiche 'kyixua Acaia, 'kpv.ot.hla Arcadia, Aiolia Eolia, hixcAia Etolia,

Magnesia. Noi pronunziamo brevi in italiano antonomasia avro(xpzYjpla, Urania tenia raivtoc, Opavia Mesopotamia vofiaGia, formazione come MsaoTiGTaiiia, alcuni nomi di nuova Nei ecc. Micronesia Polinesia, composti di noilcx. la
Mayvrt^lcx.

molte altre, come arteria

fu assorbita dal dittongo,

di guisa che diciamo epopea,

farmacopea, prosopopea. Al contrario abbiamo conservate parossitone scientifiche, le quali anche dai Latini, secondo
cento greco
i'^cvia
p.
e.

le

parole
testi1'

le

monianze gi recate dei grammatici, conservarono


;

ac-

y.a(Ji^ia

agonia, o:ypovop.ia

acampsia agronomia,

cpuvicx.

afonia,
alle-

ak'krjyopia

goria, yaloyla analogia, vapyja anarchia, vcaoi^loL anatomia, iu(iJ.akia anomalia, anonlrj'^la apoplessia,

piJvoKpazla aristocrazia, dpixovioL armonia, xa/s^/a cachessia, Kc/.vmyopla categoria, rjiXGUpaTioc democrazia, eucaristia (piXo(70(pia. riixiTtlrjyia emiplegia EV)(^apt7rta
, ,

IsLrovpytoc liturgia, [xelc^ia melodia, 7ipo7(i(x. prosodia, Gvp.(p(vta sinfonia (colla forma popolare zamfilosofia,

pogna,
scienze
6

cio

sampdnja)

^sc)pta

teoria,

tutti

nomi

delle
^

composti
Zaimbaldi
,

con loyla,

come

cptkoloyla

filologia

Le parole greche.

82

Bioloyia teologia, (pap[j.aio\oyio(. farmacologia, ecc. Per analogia con questi nomi greci si pronunziano parossitoni anche molti nomi geografici, come Albania (Strabene, 11,500), Boniania, Rumelia, Anatolia. Epifania prese
l'accento per analogia con queste parole, derivi dal singolare snKpoivEtoc o InKpavi'a^
plur.

tuttoch

non

ma

dal neutro

r mcpavEca o nfocvia, che cos gli scrittori ecclesiastici chiamarono quella festa, e l'uso popolare ne fece

a ragione befana. La parola gaggia conserva Taccento greco, bench ritirato nella forma latina acacia (xax/a).

Le parole che hanno lunga nella penultima per lo pi hanno l'accento sopra di essa, come 'Acppo^irrj Afroi

dite,

ipiJ.a(pp6zog ermafrodito,

peonayiZTjg areopagita,
,

napoLGirog parasita, prj[JAring eremita, Ar//vv3 Egina encee tutte le malattie terminate in ite, come artrite
,

meningite, pleurite, pneumonite, ecc., ma l'abbreviano y.ivLxo'j aconito e i composti di vvAf, come ^kpifalite,

arvvAog Aristonico, 'AvdpGyLy.og Andronico^ 'EXXavr/og Ellanico, certamente per analogia coi sopradetti aggettivi
in ly.g,

come cinico, oceanico, ecc. L'y breve della penultima sillaba


,

si

mantiene atono

in (y.v(xlv<7ig analisi, ay.i:vlog dattilo,


TI

Ahyylog, Eschilo,
ovopM^ nelle forme

olvnovg polipo
:'j(J)vvp.og

ecc.

nei composti di

anonimo, iJ.fJvvp.og omonimo, (Tdvwvk/xoc: forma popolare Girolamo 'hpcvvixog. nome In qualche proprio, come Odrisi, prende comunemente Taccento. Cos pure in coriza, dove forse la z fa sentire la sua natura di consonante doppia e forma podotte,

sinonimo

ecc., e nella

sizione.

La

lunga conserva l'accento in

ot<7vlov

asilo,

^omvpov ndnvpog papiro, "A^v^og Abido, Ks^e ma non in ancora yy.vpo(. y.vp(/. Y^pmpoL Corcira dove V fu mutata in o breve fino da tempi antichissimi. Il dittongo c/.i della penultima ritiene l'accento. Pochi
hutiro,
,
,

nomi comuni con ai sulla penultima si usano in italiano, come <xx[}.0'G(^oiipa atmosfera, (xix(j^(G^aLVCK anfesibena, dl^ocia altea, matxa dieta, xpinaiov trofeo; per lo pi

(X[JLOt^(x.iGg

83

sono forme aggettivali in atog, spesso sostantivate, p.

ameheo,

y.Qpv(pa,lGg

corifeo,

vpvaiov imeneo,

X(paXa/a cefalea, 'A^yfvajov Ateneo, nv^ipmog pigmeo, molti nomi proprii, p. e. kh^aiog Alceo, 'hpiGTalog Aristeo, Myocipa Megera , Movaoiiog Museo, Tirteo UiocTaia Platea, TiiJ.af.og Timeo,
pv^poiiog eritreo,

Tvpraiog

Xtp.aipoc

Chimera.
il

Eitiene l'accento anche

dittongo av, non pur nella

sua forma originaria, come spo-varrjg aeronauta, xsvravpog centauro, ma anche nella contratta, come j3oyy.ivxaupog bucintoro, ^Tjaavpg tesoro. Il dittongo SI nella penultima sillaba,

sopra, diventato gi in latino ora e ora i. ventato e esso ritiene di regola l'accento, p.

come fu detto Dove die.

nyaiov

apogeo, yopdog coreo, ywaiifisiov gineceo, uyistWi igiene, Xyzsiov liceo, (jnovEiog spondeo, 'A^sjog Alfeo, XatpcAsyJlsia Becelea vsia. Cheronea Kv^ripsiu Citerea
, , ,

Aotor/sta Laodicea, Aivstag Enea, 'Hpay.lsccx. Eraclea MoLvnvziOi Mantinea, M'Csol Medea, Hev'^e(7\eiol Pen,

tesilea.

Il

mantenere l'accento dovuto probabilmente


i

al fatto che

nei tardi secoli,

Latini riprodussero spesso, e principalmente e come trovasi diae speciae ,r con ae,

e gli avverbi praecipuae,

mirificae

(1)
,

cos

scrivevasi
,

mausolaeum, aJphaeus,
iperboreo, ritira
latini

gynaecaeum

'Al^iiog, yvvotrAEiov, ecc. Solo in

per ii(/x>(7(Skmv qualche aggettivo, come


cogli

T accento per analogia

aggettivi

extraneus, consentaneus, ecc. Dove diventato i esso mantiene per lo pi l'accento davanti a consonante, come 'AXzsj'^vjg Alcide, 'ATpsirjg

Atride, ExXs/^vjg Euclide, ''Enstpog Epiro, Ev'^sivog Eusino, napa(si7og paradiso, UrjlBioYjg elide, (jancpstpog zaffiro, TOf.netDg tapino. Nondimeno qualche nome proprio fu abbreviato e. Eraclito credo per p.

'Hpa'xXsirog

(1)

Vedi Schuchardt,

o. e. I,

243 segg.

- 84 analogia con Democrito


separabile nella
storia
altri 'Ovoixaipizog, ed

Artiixpirog della filosofia,


,

suo compagno incon Onomacrito

nomi con

breve nella penultima;

poi su qualche patronimico, come 'Epa/kelai Eraclidi, Iperide. Aristide 'Apt<7TSirjg si pronunzia in
'YnepEtSrjg

due modi. Divenne poi breve nei composti


alcaloide,
simili.

di stsg,
,

come
,

asteroide,

encefaloide, oficleide

sferoide

Nel maggiore numero di nomi uscenti in rimane sopra i, p. e. vzina^eia antipatia


dinastia,
elegia,

hol l'accento
,

vvo(.(7Tcioc

sXsysta hipypAa energia, r/>ivy.hognai^ziOL enciclopedia, sl^^Ktlolavpsi'X idolatria, 'Hr/svtoc


Ifigenia,
[xc/cvreta

Aa^oa/x^^a Laodamia,

u.a^iv.a

negromanzia,

ofj.oLo-n'y.^er/.

magia, vExpoomiopatia, mpinzsia

peripezia, noltzsta .polizia, npoY^jZsta profezia, (7V[J.nd^sLa simpatia. Ma non pochi ritirarono l'accento, prin-

cipalmente per

l'analogia

esempio

'Als^ocvpsta

coi nomi Alessandria

latini

in

ia,

per

'A/xsXsta

Amelia,

lialapsia
Filadelfia.
la

Calauria,

Euysvsja

Eugenia,

ci

contribu certamente

OtXa^sXfpsja per alcune voci

doppia scrittura che usavasi in greco. P. e. trovasi scritto 'Axaryj^aj^a e 'Axaov^^aj^, onde pi facilmente in

Accadmia. Alcune che nella forma dotta conservano l'accento sulla /, lo ritirano nella forma popolare, come Xfravcja litania e litclnia (confronta Dante nel verso: Che fanno le litane in cpiesto mondo). Dal nome Theocleia la u divenuta i scomparve
latino e in italiano venne
in

Thecla.
L'abbreviazione della
i

tocc poi per analogia a tutti


cristiani di Ba^ilstog

Gi nei primi secoli si fece Basilins, di ^apdog Ddrius, Mentre Eraclea conserv Taccento
in SLO.

nomi

di cjdvsiog adonuis.

sulla

penultima,

il

nome Eraclio
genio. nEiov
,

pure composti di cxocome microscopio, telescopio. Archivio lo mantenne perch crebbe d'una sillaba colla inserzione di v
In italiano pronunziamo brevi
i

lo

ritrasse sulla terzultima; cosi

Eu-

-85 da ip^iloy, ma telonio monio, mercimonio. I nomi che hanno


pochissimi
7SU7tg enfiteusi,
rikr'Jih'j

lo ritrasse,

come matri-

il

dittongo su sulla penultima sono

e conseryano l'accento su di esso,

come

iix(pv-

'Ehif^lg Eleusi.

Meritano invece parti-

colare attenzione
dei
sulla

quali
e,

nel

i nomi proprii terminati in siig, alcuni comune uso italiano prendono Taccento
,

come 'Arpsug Atreo

lJ.cVvg

Idemeneo, Ttsvg questi Pireo, che mantiene l'accento per Vai della penulIipc/Acvg:

Tideo.

lo'Eps/^sug Eretteo Non va annoverato tra


,

tima sillaba,
tira sulla

ma

penultima, come

maggior numero lo ri<^iyevg Fineo, NvjXsyg Neleo,


il

Nrjpsvg Nereo, lirjlsg Peleo, Ilsv^sug Penteo, Usp^svg Perseo, lipop^Yj^sug Prometeo, Up'jTsvg Proteo. Che pur nei Latini fosse varia la pronunzia lo attesta Quintiliano nel passo sopra citato 1, 5, 24, ove dice che da giovane intese vecchi dottissimi dire Atreus con Taccento
sulla terzultima,
'

laddove al suo tempo conservavasi l'ac-

cento greco

Ar p su g.

questo accento sull'ultima sillaba confuse insieme le parole derivanti dai due suffissi atog ed evg, di guisa che non era pi chiaro se dovessero pronunziarsi in una
o due sillabe
di che vedi il passo di Mario Vittorino recato sopra a proposito del dittongo v, a pag. 50. II dittongo ot della penultima sillaba conserva sempre
:

Ma

come in l'accnto sulla e che lo rappresenta in italiano di e ne' meteci, composti perieci, [jJzotKOi pi'^, nzploiY.ot
,

ecc. idppoioL diarrea, vdpppoiocidrorrea, zppoic/. otorrea, Sta solo in apparenza sulla penultima nei composti di noiio)

che hanno perduta la i; cos diciamo epopea per

epodi

peia, farmacopea, melopea, prosopopea, ecc. Il dittongo ou della penultima sillaba mantenne
regola l'accento,

come

in

'Api^ov<70c Aretusa, 'Apy.rovpog


,

Arturo,

eunuco -ojioxzl'JLnUovpog Epicuro, zxjvovyog Ma seguito da voxxsa ipotenusa, Siracusa. lupaKovaai l esso nel in o breve, a mutarsi tendeva linguaggio volgare


p.
e.

86

pronunziando
'

Ev^ouXog Euhoo, Kls^ovlog Cleoholo, ed anche u si ritrae generalmente l'accento, per

esempio \pt7z^oulog Aristbuo, Spa^v^oulog Trasihulo. Nella unione della parola .iog v.oxjpoi l'accento della

prima smorz quello della seconda, sicch diciamo Dioscuri.


secoli cristiani

Nella parola acolito, y.-/.o).ov?iog, usata nei primi sicch rimase in itaoy si attenu in v
, ,

liano
'

breve.
il

Finalmente
hnvioi.1

dittongo vi

si

mantenne lungo, come

in

Arpie. Se la vocale breve della penultima sillaba seguita da due o pi consonanti la sillaba diventa lunga per posizione ed ha l'accento, fosse essa ossitona come fj.a,

paipAg marasmo,

nkzo'jy.dixg

pleonasmo,

7Xpa}iL7[j.6g

ostracismo, ovvero proparossitona, come y.^opvog coturno, lev^pc/.p.fGg ditirambo, mpiGXog aoristo, l't^^pyov
targo,

cento

altri.

Alessandro e U.AovTapy^og Plutarco, Wi^av^pog Se la parola viene alterata verso la fine,

l'accento

non muta posto, come Gua^iJ.og spasmo e spasimo. Solo formano eccezione alcuni nomi geografici col
nt,

sufisso

che ritennero l'accento sulla terzultima, come

Taranto, Lepanto, ed anche Otranto che pur deriva dal dittongo ou seguito da vr, Hydruntos. Le consonanti raddoppiate fanno pure posizione, come
quelle che derivano per lo pi dall'assimilazione d'una prima consonante con la seconda, p. e. (7'JyTa|(g sintassi,

anoKdlv^ig apocalissi, Ar/unrog Egitto, dialsxvog dialetto ecc. d[lrjiJ.u.a dilemma, inr/pc/.iiiJ.a epigramma, in si fanno esse che scrivono Quelle greco pur doppie posizione, come nolvyluTZog poliglotta, p.o}.o776g mo,

losso,
in

xpj77^),).oc

cristaUo,
ritenere

origine potevano

^l^vXa sibilla. Queste per Taccento sulla terzultima.

e. sembra che i vecchi Eomani dicessero Philippus. La parola popolare g aro foto, y.oipv'w}lov, rimase propa-

P.

rossitona con

una

sola

/.

Rispetto

alla posizione

della

muta

e liquida

anche in

87

queste parole ha riconferma la legge, che la muta tenue od aspirata lascia breve la vocale molto pi facilmente
della media.

Cos p.

e.

tutti

composti di

mangono
lJ,BTpGv

parossitoni,

come

y^poifiJ.srpGw

pxoov ricronometro, ioi-

diametro, nolviJ.srpGV poUmetro, ^spixiJ.STpov teri composti di ipa e vdcop tengono per lo pi Taccento sulla penultima, p. e. pog diedro, tetraedro zpUpog triedro noXvspog poTsipas^pog liedro, ecc. e in clessidra. Cattedra, y.oc^ip7., ritrae l'accento, ma la metatesi popolare cadrga ossitona. Cosi

mometro; laddove
,

sono proparossitoni CaricleXapmlrtg, Empedocle 'Efj.nsecc. ladooTlng, Pericle Usptrig, Sofocle lo'^O/tHg dove sono ossitone podagra chiragra nBtpdnoolypa ecc. Ritengono l'accento sulla vocale breve davanti
, ,

^IpcA,

YSkEondxpy, Cleopatra, slclGl&.TpYjg idolatra, (pocpixpa faretra. I composti di llrpGV ritengono o rigettano l'accento secondo la vocale che precede. E facile appoggiare l'accento sulla sillaba ca di decalitro, ma non
sulla i di decilitro

tr

che suolsi pronunziare parassitono. ricerca s'intende che nella massima parte questa le parole greche ritengono in italiano quell'accento che
,

Da

avrebbero applicando alle loro quantit le regole delFaccentuazione latina, e solo un piccolo numero, dove la quantit fu alterata nell'uso popolare in tempi antichissimi,

come ancora, od avea


la parola

gi

perduto

il

suo

valore

entr in Italia, si diparte da quella regola generale, o ritenendo l'accento greco o seguendo

quando

l'analogia di altre parole italiane.

89

m.

INDICE
Abbreviature
derivali
:

e. ra.

composto moderno

I.

m.

latino medievale.

e.

ibr.

composto ibrido

vb. verbo o verbale.

deriv.

acanthus Verg. ed. 3, 45. Il nome Abaco, a|3a?, tavoletta spalmata di formato dalla rad. ac arena o di farina, in cui si facecome acacia. vano calcoli aritmetici e si diseAcaro 9 t xapf, sorta d'insetto, gnavano figure. Abacus Pers. 1
,
,

132. vb. abacare.

Arist.

ft.

a. 5, 31.

Abate, jSjSas siriaco, abba padre, poi Acattolico, e. m. di /a&oAtx? con titolo d'onore. Pass in occidente priv. non cattolico. dal Nuovo Testamento. Derivati Accademia, 'Ax.a5v7/xta e 'AxaS//Aia, accademia Oic. )e or. \ 43. Era abazia, bada, abaziale, badiale. un ginnasio a sei stadi da Atene, AbissO) ajSucTffos (-j3u(77? senza fondo); dalla parte nord-est in luogo parola presa dai Cristiani per
,
,

indicare

l'

inferno dei

dannati.
e. 3.

ameno

e sacro all' eroe ateniese

Abrotano^ jSpTovov, nome di pianta. Abrotonus Lucr. 4, 123. Abroto-

Abyssus Tert. De bapt.

num
Abside^

Akademos, dove Platone insegn la sua filosofia e dopo di lui i suoi discepoli. Quindi accademia
signific pure la scuola e la dottrina di Platone, e i suoi seguaci furono detti Accademici. Acceggia, uccello di becco lungo.

Hor. ep.
<fi5,

2,

1,14.

absis Plin, 2, 63, absida [sa. or. 15, 8, 7. Significa curvatura, vlta, forma arcuata che congiunge (tt-tw) due cose. In architettura il termine semicircolare d'un portico, d'un tem-

Alcuni derivano questo nome da V.Y. punta, altri dal lat. acies. Si trovano le forme medievali acacia,
accia.

pio, ecc. che congiunge le due pareti parallele. Acacia^ xaxta, acacia Cels. 6, 6; Plin. 20, 109. Pianta spinosa, e perci ebbe il nome dal rad. ac, che si trova in acre, acuto, aceto, ecc. Cresceva specialmente in

Accidia, -y.-rMioc (non curanza) ace dia Vulg. Sirac. 29, 6. Accidia Isid.Sen^. 2, 37, 2. Cicerone l'us

Acciaga,

Egitto, sicch Linneo la

nomin
po-

mimosa

nilotica.

Una forma

Agg. accidioso. aphye ed apua Plin. 31, 95. Da apjuca venne poi acciuga. La sardella fu cibo popolare a Roma ancor prima di
'^-zj,

in greco.

polare della stessa parola gaggia. Acanto, axv2ro$ e uav.v'^x (spino)

Plauto.

Acefalo, -xs^/o; (senza

testa), ace-

90
phali, Isid. or. 5, 39, 39, erano una setta eretica. AcinO) 5:>(.tvoi, acinus e acinum Cic. C. M. 15. In Dion. il basilico selvatico; cfr. Plin. 21, 174.11 nome dalla radice ac (cfr. acacia).

vedi adipe. StavTov sorta di

Addome,
Adianto,

pianta
Plin.

{capillusVeneris). 21, 100.

Adiantum

Adipe,

ati'f oc,

adeps Lucil. 4, 35.

Secondo Fick originale latino. Acolito 9 /.).ou&05, acoluthos Cypr. ep.7. Dal significato generale di
satellite nel

^el tardo latino anche aleps. Che adeps derivi da alufx dimostrato dal Benfey
II,

122, e

am-

linguaggio cristiano prese quello particolare di chi serve messa, eguale a ceroferarius.

messo dal Curtius, p. 166, dal Vanicek, p. 81 1 dal Weise, p. 329. Da adeps deriva adipomen donde l'it. addome, agg. addo-

Aconito^

xvtTdv,

aconitum Verg.
^

minale.

(Max MUer KZ
il

V, 152

Acoro

georg._^2,

152.

acorum

e anopo-j Cels. 3, 21. IT)?; sorta di pianta.


u/.opoi

acorus e
Plin.

25,

passaggio di l organico in d, e perci adeps, e, uX-i'fx sarebbero parole comuni, non quello derivato da questo ).

non ammette

Acrobata: /po-|3aTiw significa camagg. adiposo. minare in punta di piedi. Gli Adito, a-jTov, im-penetrabile, adyantichi chiamavano cos anche il tum Lucr. 1, 737, la parte pi camminare dello struzzo e delriposta del tempio, inaccessibile
l'oca, Diod. Sic. 2,50; Lue. Icarom. 10. Usavasi anche per salire in cima, Polyaen. 4, 3, 23. Ora dicesi
ai profani. Caes. 6, e. 3, 105 in occultis et reconditis templi, quae

acrobate
Vitr. 10,
1

chi

balla
l'agg.

sulla corda,

Pi comune

acrobatico.

Graeci aura appellant. ( Non si confonda con adito, lat. aditus da ad-ire ingresso).
, ,
,

genus ma- AdoniO , koj^rciOi agg. di WSovig chinarum scansorium. adonius Serv. de ?netr, Hor. 468, 23. la chiusa della strofa safAcromatico , e. m. di '/.rMu-y. con fica, che pare denominata dal ripriv. significa senza colore. Dicesi di lente o cannocchiale. Deriv. tornello d'un antico inno ad Aacromatismo. done, w Tv 'A^wviv. Acropoli, /.o-7to>t5, citt alta o parte Aere, vip, aer Plaut. Asin. 99; Cic. della citt posta in alto e per lo Acad. 1, 7, 26 aer, utimur enim pi fortificata, acropolis Iscr. pr latino. Cfr. nat. d. 2, 36, 91. Acrostico, /.|5--Txov, componimento (rad. ar spirare), agg. aereo xiz|00j3aT/.v

poetico, in cui le lettere iniziali


di ciascun verso

pioi

aerius, Lucr.

1,

2;

aeronauta

formano un nome

o un verso. Cic. div. 2, 54, 111, tum vero ea qy.ae y.po'jTr/J; dicitur, quum deinceps ex primis versuurn litleris aliquid connectitur, ut in quibusdam Ennianis: Q. En-

areonauta, e. m. da -np e vuTv;,navigatore per l'aria; agg. areoiiautico. Aereostato e areostato


e. m. da r,p e la rad. c-tk, oggetto che sta sospeso in aria, pallone

nius

fecit.

c/:/.po':r:iyio-J

Or. Sib.

1 ,

17.

Acustico,

xouT-rw;,

che appartiene

volante, agg. areostatico. Areolito m. da Hp e /tS'o,- pietra aerea, cio che cade dall'aria. Aeriforme
e. e.

Piut. Audit. 2, agg. dal verbo zouw udire. (Arist. Eth. 1,


all'udito.
13, 19 significa che ode volentieri). Acustica dicesi ora la dottrina fisica del suono.

ibr.
f/j

da

r,p

forma.

Afa,

accensione, quindi calore


-/jioc,

soffocante.

Afelio, e. m. da ito dal sole. Indica il

distante

punto in cui

Adamantino,
oi<j.y.;

Sa^xvTcvo,-

agg.

di

(cfr.

diamante) adaman-

tinus Lucr. 2, 447.

un pianeta alla massima distanza dal sole (Galli. Sagg. 19). Aferesi, ^-tpsati (il toglier via)

aphaeresis' Ch'dria. 278, 15, K. Significa l'omissione d'una o pi lettere in principio di parola come badia per abadia, fante per infante
,

9(

nastico, e quindi pass a significare lo sforzo, l'ansiet, la trepidazione, cfr. Dem. 1 8, 33. Ora indica la lotta suprema fra la vita e la

morte.

Da agonia deriva
;

il

verbo

agoniare (ywvicv) che si pronunAforismOj f-'opicfj.i (de-finizione) zia agognare da ywvi^w agonizaphorismus Jul. Rufin. de fig. seni. 14. Breve proposizione che zare. riassume il concetto fondamen- Agronomo, y/3o-v//o,-, abitatore ed tale di una cosa. anche amministratore di campi. Nell'antica Atene era 1' amminiAfrodisiaco, ypo5tffta/.9, agg. da

Aphrodite (Venere) equivale a venereo aphrodisiacum metrum


,

Mar. Victor,

art. gr. 2, 6, 7, pa-

stratore dei terreni dello Stato e l'uficio suo dice vasi agronomia. Ora questa l'agricoltura razioAlii,
nale. ed interiezione di dolore, ai Ov. Met. 10, 215. Le interiezioni latine erano ah, au, io, hei, heu-, gli eruditi s'accordano a riguardare ai come interiezione greca.

gine 86, 34, K. aphrodisiaca una pietra preziosa in Plin. 37, 148. Afte, y&, aphthae Marc. Emp. 11;
pustole in bocca.

A^ape,

.y.Tzri amore, agape Tert. de ieiun. adv. psych. e. 17 l'amore del prossimo. Poi il banchetto cristiano, cos detto perch vi si chiamavano i poveri per dar

Alabastro, ;/3a7T/3os, alabaster e alabasirum Plin. 13, 19. Pi

comunemente
alabastrite;

la_

pietra dicevasi

loro l'elemosina; Tertul., Apolog.,

Agiata, xTyj?, specie di pietra preziosa, achates Plin. 37, 5. Deriv. agatoso, agatato.
Agrio, il Perion de ling. gali., p. 45, lo derivada odzkoq fausto, prospero, frane, aise , quindi comodo ( cfr.
'Afx^paio;

36, 60 huic {onychem) lapidem aliqui alabastritem vocant. Alabastrum era una scattola da unguenti. Deriv.
Pliri.

alabastrino, alabastraio.

Alcaico, ).xatkv alcaicun Diom. 509 32 K , metro nominato dal poeta Alceo.
, ,

Ambrogio).

Il

Mnage Alchimia,
fra

l'arte

di far l'oro.

La

da oHum,
cile,

altri dal got. azts, fa-

comodo; agio o aggio per soprassoldo la stessa parola. Deriv.

parola araba al-ktmtd non ha una radice nell'arabo, e il Mahn


varie etimologie antepone quella dal greco x^/^* succo., U' more. Altri la crede voce egizia, perch in Egitto gi sotto i Romani esercitavasi una chimica magica, a cui si rannod poi la alchimia degli Arabi. xruxzXa, da cui noi abbiamo formato chimica, si trova in Suida.

agiato, agiatezza, disagio, ecc. A^nocasto, sembra parola ibrida formata di a^vos, che il nome greco di e castus. Gli anq^uesta pianta tichi lo poneano in relazione con

l'agg. yvs, casto, e attribuivano a questa pianta la virt di conservare la purezza. Aqnos Plin,

Agognare, vedi agonia. Agone, '/wv agon Plin.


,

Alcione, >zuwv^ alcyon Pacuv. trag. 393 Rbb. Agg. alcionio )>/.yvcw? alcyoneus Plin. 32, 86. ep. 4, 22, 1, certame. Deriv. agonista, agoAletoscopio, e. m. dalle parole stromento da venistico, agonale (da cui la piazza :ri?ili (7X07TSIOV Navona in Roma, antico circo dere al vero, cio con lenti che
24, 9, 38.
,

agonale).

Agonia,

agonia Y\x\g. Lue. 22, 44. In greco sinonimo di /cv, poi anche d'esercizio ginywvta,

alla

ingrandiscono le immagini fino grandezza naturale e con distacco delle figure.


Xy^vjTos,

Alfabeto,

parola compo-

92
delle due prime letsta coi tere a (alpha), h {beta). Non si trova che nei secoli cristiani ; alphabetum Tert. haer. 50. AlC6j ).u/.i'; e ),ux/5, salsa^ Xuxt^v, salsa di pesce, donde halec, Cat. r. r. 58.

nomi

vb. ambasciare.

(Ambasciata per

legazione ha origine diversa; ved. Diez. p. 18 sg.). Ambrosia, cctx^pocix, fem. dell'aggettivo
il
;

^w-j3/57i9;

immortale. Era

cibo degli di e dei cavalli divini ambrosia Lucr. 6, 976. Agg.

Allegoria

allegoria. Quint. 8, 6, Ai z= inversio Agg. allegorico, a-nyopui, allegoricus Arnob. 5, p. 183. vb. Allegorizzare. Allopatia^ e. m. di allo-'xs.ioi.. Sistema di medicina, che usa rij

yXi-ri/opiv.

'

ambrosio; nome propr. Ambrosio e Ambrogio.

Amen,

avv. affermativo ebraico, ritenuto dagli scrittori greci cristiani e da questi trasmesso ai

quali producono altri effetti da. quelli della malattia. L'opposto omeopatia. Agg. allopai

medi

amen Latini; //./; v chr. 2, 11, 16.


,

Aug. doctr.

tico.

Aloe, /o'y/, aloe Cels, 1, 3. Parola di forma semitica (sanscr. agaru).


Il migliore veniva dall'Arabia. Altea^ /Sata, pianta malvacea, al\

thaeaVVm. 20, 222. Amadriade, /j-uSpuiti^ ninfa boschereccia, hamadryas Prop. 1, 20,
32.

j '

'

Amalgama,
ij.o.ccQ^'j
j

iJ.i.ict.yiJ.y.,

sost.

verb. da
\

rammollimento. Propr. l'unione di un metallo con mercurio; malagrna Cels. 5, 17, 2. vb. amalgamare. Amido, K-/y.j).ov, comp. da /atj)./?, molino con priv. Significa non maAmanite; /xaviraj in Nicandro cinato, cio sostanza ricavata dal (presso Athen. 2, 61) sono funghi; frumento senza macinarlo. In Aprobabilmente agg. da 'A/y-av; che una diramazione del monte ristoph. Acharn. 1057 una fo; |

-/as^u^to;, agg, vb. da essere ebbro , con priv. Gli antichi attribuivano a questa pietra la virt di attirare i vapori del vino e di liberare dalla ubbriachezza. Amethystus Ovid. a. a. 9, 81. Cfr. Plin. 37, 9, 40. Il femminile italiano sottintende pietra. Agg. ametistino. Amianto, -//tavros, agg. vb. da priv. Significa incon//cai'vw con taminato. In Dioscor. la pietra, che gli antichi filavano e ne facevano pi che altro salviette e pezzuole. Amiantus Plin. 36, 139.

Ametista,
/AiS-uc),

Tauro in Cilicia. Amaraco, u'j.dpuy.o; (-ov). amaracus


{-um) Catull.
61
,

caccia di fior di farina. e amulura Cat. r. r. 87


lurn.

Amylum

amo-

7.
,

Amaranto,
!j.y.poi.vjo)

agg. vb. da Ammi, a//'., sorta di pianta, ami e o:,v.apavTo; amium Plin. 20, 163. con a priv. significa inche non appassisce; Ammoniaca, ij,ij.o-nx-/.v, agg. di 'A//corruttibile amarantus Tib. 3, 4, 3'. Agg. /v.wv, perch questo sale trovavasi amarantino. nell'oasi di Giove Ammone. Am,

Amatita, v. matita. Amaurosi, fj.ujpo)(7ii

moniacum
,

Cels.

5,5;

agg.

am-

accecamento, indebolimento (del nervo ottico).


'AvS^pw-oy/cjT-^aTt'a,

moniacale.

Amnestia

Amnistia,

u- [j.-jr^aiia. di-

Agg. amaiirotco. Ambascia, Erich nell'


zoyu-Hcc ^
il

417 la deriva da

non poter parlare, come

effetto

dell'agoscia; poi /z/^aaiK, da cui sarebbe venuta la forma pop. lat. amphdsia. Il Caix (p. 67) riferisce amb-a^cm a^mh-asciare ad anxiare.

menticanza, cio il non ricordar pi le colpe. Amnestia Vopisc. Aur. 39, 4. Vb. amnistiare. Amorfo, a-fj.op'fOs, senza forma determinata.

Ampelografia,

e.

m.

ij.no-ypocfix^

descrizione delle

viti.

Ainpolla,am^M/^, Plaut. Stich. 228,


dim. di

93
le lettere di un'altra disposte di-

amphora,

gr.

y.ix(fQpzvc,.

versamente. P. es. della parola (Contro questa etimologa, sosteRoma sarebbero anagrammi ranuta dal Corssen e dal Dietrich, ^no am,or y orma, m,ora ; agg. lo Zeyss crede ampolla formato da olla, KZ. 17,414). Come poi anagrammatico. nelle ampolline serbavansi gli Analfabeta9 e. m. In greco v' lo unguenti, il belletto, ecc. cos fino agg. v-afi^-ziro^ {Epigr. adesp.), dall'antichit l'ampolla (gr. >>ixu' privo dell alfabeto. Dicesi di chi non sa leggere e scrivere. S'os) signific l'abuso di ornamenti e di artifizi principalmente nel Analis9 va->u(7t5, ri-soluzione, cio parlare e nello scrivere, e ancora decomposizione di cosa composta, diciamo stile ampolloso. Deriv. Aristot. Anal. prim. 1, 45 la Ampollosit, ampolliera. decomposizione di un concetto Anabattista 9 v-|37m7T/5;, ri-batcomplesso nei concetti semplici.
, ,

tezzatore; antica setta cristiana. Anbaptismus in S. Agostino,

Deriv. analtico, va^uTwg, analylicus Boeth. de interpr. ed. pr.


2,

enarr. in psalm. 38.

post

init.

Deriv.

analizzare,

Anacoluto 9
,

in-conseanacoluthurn Serv. ad guente Virg. Aen. 3, 541. figura, e


v-azAouSov
,

analista.

Analogia 9

spesso anche

difetto del discorso,

quando un periodo non continua


nella costruzione rispondente al suo principio.

proporzione, corrispondenza in un dato rapVarr. 1. 1. 8, porto; analogia 32 comparalo proportiove analogo, vc^oyo?, analogus agg. Varr. 1. 1. 10, 37. Deriv. analo-jo.-oyi'x
,

Anacoreta

ritirato gico. k'ialoyiAi 9 va-xw/svjTyjs analogicus Geli. anachoreta Sulp. Ser. Dial. 1 4, \Q, 9 =. proportionatus; ana18. Agg. anacoretico. logismo. Anacreontica, genere di poesia no- Anapest09 va-Trat^To?, piede metrico dal Lo minata poeta Anacreonte. composto di due brevi e una agg. gr. vaxpvTitos; anacreonlunga, anapaestus Ci. Tusc. 2, teum {metrum) Diom. 520, 21 K. 16, 137; agg. anapestico, va-TratAnacronismo 9 a'ja-y^ponaixq tras(TTtxs anapaesticus Diom. 504, 30 porto, e quindi errore di tempo;
,

parola della tarda grecit; sost.

Anarchia

K.^

v-apx''

mancanza

di

da va-xpove^w. Anafora9 va-^opa, la fig.


deriv.

ret. della ripetizione. Anaphora Plin. 7 160; agg. anaforico, vayoptxj, naphoricus, termine di medicina in Firmic. 3, 13. Anaglif09 v-y>u'^o$, scolpito in rilievo, cio bassorilievo; anaglyphus Juv. 14, 62.
,

governo, poi anche disobbedienza all'autorit; agg. anarchico. Anatenia9 va-^s/za, sost. vb. da vasospendere, quindi esporre anathema Tert. de ieiun. e. 1 uomo scomunicato ed esposto per vergogna. Vb. anatemizzare. Anatolia9 va-To).v5, levata del sole o d'un astro levante.
TiS-vj/At,

in vista,
,

Anagogia, v-avwy/?, elevazione, ana- Anatomia, va-To/j-.ta, il tagliare le membra, anatomia Cael. Aur. goge Hieron. inlsai. 1,1,3. Senso
profondo, solitamente mistico, di
acut. 1, 8, 57. Deriv. anatomico,

uno

scrittore

di

un passo. Agg.

anagogico, vaycoyaj. Anagrafe 9 va-ypaip/; [de-scriptio) registro catalogo agg. anagra, ,

nco.

anatomista, anatomizusano altres le forme notomia, notomizzare, notomista. Anca, incerto se da v^^, piega, curdal germ. anhe, curvavatura,
vaTO//ex;;

zare.

Si

Anagrammo9

ot.-ii.~'/paiiiiot.j

trasporto

d lettere; poi parola

formata con

tura e nuca. Pesto registra ancus, qui aduncum hrachium habet ut

94

Serviva per gli spettacoli di gladiatori fiere e naumachie. Il primo di C. Scribonius Curius^ nell'anno 50 a. C. ed era formato di due teatri giranti, che si univano in un anfiteatro solo. Il primo costruito in pietra del tempo d'Augusto; lo eresse Statilius Taurus.

exporrigi nonpossit. Nel portogh. anco, ayjtos, il gomito. Ancona^ yxcv, curvatura, gomito (del lido), anche nicchia destinata

Ancona

all'immagine di un santo. anconetta corr. da swv immagine. Ancora, yxu^a, ancora Naev. com. fr. 52 Rbb. Deriv. ancorare, au^
, ,

coragfifio.

Androgino,

vo^-yuvo,-

(maschio-

Anflzioni, /i^t-xTuovi; deputati delle citt greche che si univano in

femmina), androgynus Lucil. sat. 30, 77 hermaphroditus. Androne, vSowv, nella casa greca

M=

comune

consiglio. Amphictyones Cic. invent. 2, 23. Deriv. anflzionio, anflzionico, anflzlonla.


a/x^opi^^

opposta

era la sala per gli uomini (avop;g), al gineceo. Andron in Vitr. 150, 20 corridoio fra due pareti di case o di giardini.
in-edito, agg. v priv. Agg.
di san-

Anfora,

Aneddoto^ v-/.-Sotov, vb. da K-iSo/xi con


aneddotico.

com. 124. E parola abbreviata da ap.fifopvji;^ che si porta da due parti cio vaso a doppio manico. Angelo, cf.yy-.loi, propr. nunzio, an,

amphora Naev.

gelus Tert. de idol. e. 7., agg. angelico, yy-:).tx;, angelicus Tert.

Anemia^

^j-oafxia^

mancanza
2,

gue, Aristot. pari. an.

7; agg.

ad Mari. Angheria,
ayya.pQi, sti di

e. 3.
.yyapziy.
,

l'ufficio

degli

anemico.

Anemone)
21, 64.

vs^uojv/j,

anemone

'Pm,

tutto l'antico
v-at7Sr/:7ta,

Anestesia,
lit,

in-sensibi-

Aneto,

Plat. Phileh. 34 a. vyjS-ov, specie di pianta, anethum Verg. ed. 2, 48.


-jipi^/j.u
,

Aneurisma,
viup'jvw,

sost. vb.

da

impero persiano. E poich questi potevano requisire e imporre alle popolazioni tutto quello che faceva bisogno al loro servizio, angaria prese il significato di prestazione gratuita e

messaggeri a cavallo postazione in stazione per

dilatare, la dilatazione
;

d' un'arteria

aneurisma Veget,
,

2, 30,

agg. anenrsmatico.

Anfesibena, K;Uj?i(7-|3tva che cammina da due parti, genere di serpe p. 21 i). che va avanti e indietro amphis- Anice, avtcrov, anisum Cat. r. r. 121, haena Lucan. 9, 719. (Cfr. la forma pop. anisi). Deriv. anisetta, anacino. Anfibio, /^-'^i-j^tov (^wov), animale che vive in due parti, cio in ac- Anodino, a.-J-'J>Q'rio-j (int. tfpii.ot.y.o'i) in terra; amphibium Isid. farmaco che toglie il dolore. qua 12, 6, 3. Anomalia, v-o)//a/ta, in-eguaglianza, anomalia Varr. l. 1. 9, 1,1; agg. Anfibologia, '/yt.^^/iytV. por /j.-frioanomalo anomalos lo-j.oyix, ambiguit, amphihologia (.-^o}//.ao: Acron. ad Hor. a. p. 449. agg. Diom. 327, 1 K.
,
;
,

pel principe. Angaria Hermog. Dig. 50, 4, 18, 21. Anguria, c/.yyopio-j\ plur. yyoupia. curvare, cfr. Vanicek (rad. gur

forzata

anflbologieo.

Anonimo,
amphithealitt.

y-wvu//o,-

senza nome,
inst.

Anfiteatro,

v.ij.-j^i-'biv.Tpo-j,

anonym,us
8.

Cassiod.

div.

trum Vitruv.

30, 12 R. Nel teatro greco il giro dei sedili {^iurpov) occupavano circa tre quinti di cerchio, e di rimpettoera la scena.

Ansima, ansimare, vedi asma.


Antagonista,
rio
vT-aywviTT?,

avversa-

Invece nell' anfiteatro romano i sedili occupavano un'intera olisse.

una gara; antagonista Hier, vit. EU. extr. Astratto antain

gonismo.

Antartico^ vT-apxrtx? opposto all'artico, antarcticus Hygin. astr.

95
minatio; antonomasia Quint. 8,
6, 29, agg. antononiastico.

1,6; vedi artico. Antenna 9 antenna, Verg. Aen.

3,

Antracite, v&paxtTi? (v?), terra carbonica agg. di av&pai, carbone.


;

549. Secondo Keller (Jahrb. f. Phil. 1877, p. 125) da -jx-ccra/xivr, distesa, part. perf. pass, di valo crede Tei'vw. Il Weise, p. 64,

Antro,
44.

avTpov,

antrumYerg.
v^p^oTzo-fyoi
,

g. 4,

Antropofago,

man-

come transenna. Il originale Zeyss (KZ. 14, 415) lo crede sin^copato da antetenna come antestari da antetestar
,

giatore d'uomini'^ antropophagus Plin. 4, 88. Antropologia, v^/jwTro-^oyta, scien-

Anticattolico, e m. di vTt-xa&o>ix?, contrario al cattolicismo.


Anticristo, vTt-xptTTos, antichristus Mot. Bern. 69, 88. Dai Cristiani

za che ha per oggetto 1' uomo. Nell'antico greco v' solo l'agg. v^pMTzoyoi, che parla d'uomini, Arist. eth. 4, 8, antropologo, e il
vb. ccvpo)uooyio>, parlare

umana-

mente.
Antropomorf(>,v&pw7T-/Ao/3yo5,Plut.
di forma umana; astr. antropomorOsmo, sistema teologico che

Antidoto,

fu identificato al demonio. kvri-Sorov (-05) agg. yb. di vri-SiSofii, dato contro, cio

contraveleno

antidotum

-us

Cels. 5, 23. Geli. 17, 16, 6.

rappresentava gli di in forma umana. S. Agostino ricorda una

setta eretica degli anthropomorAntfona, vTt-j?wvog, che risponde come al suono; antic. l'accompagnaphitae^ che figuravano dio mento a distanza di ottava; poi uomo. responsorio, canto alternato; an- Aorta, opTV7 Arist. hist. anim. 1,16. tiphona Isid. Orig. 6, 19. Deriv. Apatia, -7r3-s<a, mancanza d'afieal 6, 19. Deriv. antifonale antifozioni, indifferenza al piacere e nario. dolore; apathia Geli. 19, 12, 10. Deriv. Apatico, apatista, apatistico. Antifrasi, -n-t^padiz frase opposta al senso in cui usata, anliphra- Apocalisse, .-Ko--/.i.l^^ic scoprimento, sis Charis. 276, 13 K. Agg. antirivelazione apqcalypsis Tert. de
, ;

frastico.

pudic.

Antilogia, -jri-oyix, contra-dizione, contesa di parole.

il titolo di uno scritto mistico di S. Giovanni.


e.

19.

Apocope,
casa

TTo-xoTTV, il

tagliar via;

fig.

Antinomia,
di leggi,

vri-vof^ix

ripugnanza
7, 7,
1
.

antinomia Quint.
,

gramm. quando una parola perde la sua ultima parte, come ca* per
apocope e ; Cath. 263, 12 K.

Antipatia

antipathia =- discordia rerum, Plin. 20, 28; antipatico. 59, 37, agg. Antipodi,vTt-7ro5!?, opposti ai piedi, cio che abitano in due punti della terra diametralmente oppo,

vTt-Tra&sia

apocopa Prob.

Apocrifo,

n-xpu'^o?, nascosto, poi suppositizio, non genuino; apode pud.., e. 10. Tert. cryphus

antipodes Sali. hist. 1, 63. Antistrofe, vrt-drpo'fv^, strofa che risponde ad un'altra precedente ; antistropha come fig^ ret. Aquila
sti;

di Apodittico, TTo-SstxTtxg, capace provare, agg. da uoSsc'xvu/xt, apodicticus Geli. 17, 5, 'zzzcertissimus. Apodosi, aTT-^oTt;, proposizione che Rom. de fig. seni. 35. risponde alla protasi; apodosis Donat. ad Terent. Andr. 1, 5, 44 Antitesi, u-nl-^zsi^, contrapposizione, K antithesis Charis. 279 1 6 agg. Apoftegma, aT:-f^zy,aoc, detto breve
,

antitetico.

Antologia,

k-i'^o-lo-iia.^

flori-legio;

anthologia Plin. 21, 13.

Antonomasia,

vr-ovofiusia,

pro-no-

29. Apogeo, iT-ysios e aTT-yato;, lontano dalla terra; Tiyatov SiscisrYifiK la


1,

e arguto Cic. Off.

apophthegma Cat.

in

96
distanza massima d' un pianeta dalla terra. Cfr. Plut. fac. orb. lun. 20. Trasl. il punto pi alto. In Plin. 2, 114, apogeus
il

e. ibr.

Appoggio 5

di

ad

TtSiov;

vento che spira da terra.

Ipografo, it-ypayovjcosa trascritta, copia; apographon Plin. 35, 125


exemplar. Apollinare, e Apollineo, agg. da 'AttXwv. Apolline Apollinaria Apul. herb. 74 apollineus Ovid. Met. 1, 473.
,
;

vedi podio; vb. appoggiare. Arcade, pxa^, propr. abitante d'Arcadia. Arcas Verg. ed. 10, 32. Poi membro d'un' Accademia romana e seguace di quella scuola
letteraria.

=::

Arcaico, pxcx, vetusto sost. arcaismo; ora per lo pi significa frasi, parole o forme antiquate.
;

Arcangelo,

px-yytoi\ capo degli

Apologia,

->^o'ja.,

difesa;

apo-

angeli, archangelus Valer. 19.

Tert.

adv.

Hier. adv. Rufin. 2, 4. logia Deriv. apologetico, jzoloyrtrv/.i, apologeticum Lact. 5, 4, 3; apologista, apologizzare.

Arcavolo,

e. ibr. di p^-avolo, avolo primitivo, padre del bisavolo.


,

Archeologia
trina

pxaio-).oyc

antic.

Apologo,

u7i6-loyoi^ favola,

apologus

Plaut. Stick. 538.

narrazione di storie antiche, Plat. Hipp. mai. 285 a; ora la dotdell'antichit


;

Apoplessia, no-nUiiu, colpo, sost. vb. di TTOTT/vTa-w colpire; apoplexia. Oros, 7, 15, agg. apoplettico,
,

archeologo,

apyaio) yoi oio in antichit, agg.

archeologico,

kpyjj.ioloyvf.oc,'
, tipo primiarchetypus Lucil.

a-!io-KiTrA-T:i/.i,apoplecticus\x\.Y\vm. math. 3, 14, 8.

Archetipo,
9, 60

pxJ-TUTio?
;

tivo, originale

ApOSiopesi,
ffiwTxac-)
,

7ro-c7WTr/:7is,

sost. vb. di

M.
xp^-tarpoi,

reticenza
Tio-^TaT/;,-,

aposiopesis
2,
si

Archiatro,

capo-medico

Serv.

ad Verg. Aen.
che

100.

Apostata,

distacca,

ribelle, apostata Tert. adv. desertor divinae 5, 11

Marc.
legis-^

archiatros Cod. Theod. 12,3, 1. Archiginnasio /j^t yu/zvacrtov , archigi/mnasium, lezione incerta
,

in

una

iscrizione.

Ora prendesi

astr. apostasia, r^onrcciia^ apostasia Salv. de guh. D. 6, p. 128; vb. apostatare.

per Universit di studi.

Archimandrita, kpxi-/j-ci-JopizYi, capo dei monaci; archimandrita Sidon.


ep. 8,

Apostema,

Ti-Tr/^^ua,

ahs-cessus

14; vedi inandra.


px'-fxTwv

Plin. 30, 38, Suppurationes

quae Architetto,

capo-mastro,

Graeci apostemata vocant. Apostolo, iz-aroo^ di-missus, inviato apostolus Modest. Dig. 50,
;

106; agg. apostolico, Tio^ToIt/.$, apostoliciis Tert. de ieiun. adv, psych. e. 10.
16,

Plaut. Mil. 901 , ar919. Deriv. architettonico, xpyi-rc./.ro-jvKg ^ architectonicus Vitr. 218, 29. Deriv. lat. architettura architectura Cic.
archiiectus
chitecto ib.
,

Off.

1,

42, 151.
ibr.

Apostrofe,

-o~r;tpo'f/i ^ a-verso, oratio aversa, cio il rivolgere ad altri il discorso apostrophe Quint. 4, 1, 69. Deriv. apostro;

Architraye, comp.
trave principale.

up^i-trave^

Archiyio,

upyyio-j,

residenza d'un

fare, apostrofatura.

Apostrofo, un-arpofo; (;,), apostrophus Donat. 372 9 K. Apoteosi, -o-2rio)crt?, divinizzazione,


,

magistrato, reggia; archium e archimim Mei. 3, 8 extr. Tert. opol. 19:= tabularium, tablinum.
Deriv. archivista.

Arci,

apotheosis Tert. apol. 34.

Appio,

umo-j, mela appia ed anche ravano selvatico. Deriv. appliioio,

in itaor.pyi, primo, precipuo liano divenne prefisso superlativo, come in arcibeato, arcicontento, e trovasi in molti composti ibridi,
;

appiollna.

come arciconfraternit, arcicon-

97
solo, arcidiavolo, arciduca, arcispedale, ecc.

Aristocraza, p

sto -xp scria,

governo

degli ottimati; agg. aristocratico,

pt^TOxpaTtxs. Arcidiacono) pxt-^taxovo?, capo-diaarchidiaconus Hier. ad Aristolcliia , aristolgia, astrocono Pamm. ep. 61, 4. logia, piaxo'/.oxio!., che rende ottimo il parto, specie di pianta; Arcipelago, e. m. di py_i--:ziloiyoc aristolochia Cic. de div. 1, 10, 16. mare principale. Arciprete, pxt-Trps^jSuTspos, capo Aritmetica, pi^^fx-nrim, arte del numerare ( cipi^/j.(,)) aritmethice Videgli anziani o preti; archypretruv. 4, 2. shyter Hieron. ep. 4 ad rust. ArcvescOYO, p/t-sTri^rzoTcos, arche- Armonia, py.ovix, harmonia Lucr. 3, 131 B. Deriv. armonico, p/xopiscopus Cod. Just. 1 1,7; vedi
,
,
;

vescovo.
apxw, essere a capo ; archon Cic. fat, 9 19; magistrato ateniese. Areometro, e. m. di pat;, raro, e fiirpo-j^ misura^ strumento che misura la densit dei liquidi. Areopago, ocpzi.o?-nyoq, colle di Marte, sede dell'antico tribunale ateniese, areopagos Cic. nat. d. 2, 29, 74. Deriv. areopagita, ptio-

vtx5,

harmonicus Varr.

1.

1.

10,

Arconte,

px^^;, partic. di

30, 64; armonioso, armonica come sost. uno strumento musicale; antic. la teoria armonica, p^xovtxT,

harmonice Ytr.

110, 14

ar-

monio, sorta di strumento, vb. armonizzare. Arnica , v:rxpfM/.-n agg. da mapo), sternutare, perch l'odore provoca lo sternuto. Perci si usa anche come tabacco.
,

TtayiTvj;

membro dell'Areopago, Aroma,


2.
,

areopagites {-t) Cic. off. 1 , 22 75; areopagltico, pstonaytTtzs, areopagiticus Sidon. ep. 9, 9. AreostatO, vedi aereostato. Argano, secondo Ferrari da pyx-m
nella

apw//a, aroma Col. 12,20, Deriv. aromatico, ap&)//aTx5 aromaticus Spart. Hadr. 19; aromatizzare, pw//.aTttw, aromatizo Eccl. 24, 20 vulg.
,

Arpa,

apTtv),

falce.

Lo strumento mu-

forma ergta.

Il

Mnage

lo

deriva da opyo-^jov. Argilla, apyloi


Caes. b. g.
argilloso.
5,

sicale avrebbe avuto questo nome per la sua curvatura simile alla

upytloi, argilla

43; agg. argillaceo,


navigatori

Argonauti,

pyo-vo:i)rai,

sulla nave Argo nella spedizione alla Colchide per la ricerca del vello d'oro; argonautae Val. Flac. U 353. da pa acc. di artp, dalAria,
l'

Ma contro l'origine greca di questo vocabolo sta il verso di Venanzio, Fort. Carm.l, 8,63 Romanusque lyra^ plaudat Uhi harbarus harpa dov' indicato come strufalce.
,

mento barbarico; poi l'aspirazione conservata nella forma francese harpe. Perci il Diez lo crede d'origine germanica (/iar/?^, harpa). Deriv. arpeggio, arpeggiare.

gr. 2, 92.

agg. aerea. (Cfr. Schneider lat. Diez W. v. aere). Deriv.

Arpie,

apnutat, predatrici,

arioso, arieggiare. Aringa, derivasi comunemente da halec allec, pesce salato e salsa di pesce, e questo da k).uxv. Cfr.
alice.

favolosi; 209.

mostri arpyiae Verg. Aen. 3,

Arra, ppa^uv, parola fenicia presa


dai Greci e passata a Roma dalle colonie della Magna Grecia arrhabo Plaut. Mil. 957, arrha Inscr. in Eckel doctr. numm. Vili, p. 316.
; ,

Aristarco,

'Api'yra.pxoi

dottissimo

critico alessandrino, quindi ogni critico. Cic. fam. 3, 1 1 hinc Aristarchosvocamus alienorum seri-

ptorum
partem.

censores,

edam

in

bonam

Arritmia, p-pu^rix^ mancanza di ritmo arrhythmia Mar. Vict.


art. gr. 1, 10, 13; agg. arritmlco.

Zambldi

Le parole greche.

98Arsenico 9 p^vny-v e ppivuv , via'senicum e arrhenicum rile; Plin. 6, 98. Deriv. arsenicale, arftcuicato.

25, 82; agg. asmatico, 7&//aTtx5, asthmaticus Plin. 26, 34.

Asparago,

anipoi.yoi

asparagus

Arteiuone, artimone, prs/Awv, specie di vela, artemo Lucil. 26, 98 M. Artemisia, prcy-i^tx, specie di pianartemisia Plin. 25, 73. Arteria , pzrtplx arteria Cornif.
ta,
,

Cat. v.v. 6, 3, 5, sparagna Theod. Prisc. 1, 5. Aspide, cciniq^ aspis Cic. fin. 2, 18 coluber.

Assa^^iare, assaggio, vedi saggio. Assenzio, i/tv3tov, absinthum Plaut.


Trin. 935.

12; agg. arterioso. Artico, pxTtx;, agg. di apxrog, orsa, costellazione polare ; arcticus Hyrhet. 3,

Assioma,

5tw/xa, sost. vb.


;

di |tw,

gin. astr.
lis.

1,6

=
,

septentriona-

Artritide, p^png

malattia
)
;

delle

articolazioni ( ap^px Cael. Aur. chron. 5,


artritico Cic.
,

arthritis

2,

p^piTr/.^

28; agg. arthriticus

agg. assiomatico, ^tw/z-ariz,. Asterisco, 7T|3i7X05, piccolo astro, segno critico a figura di stella; asteriscus Svet. fr. 107, pag. 137,
10.

principio, enunciato pul. dogm, Plat. 3;

axioma A-

ad fam, 9, 23. Asteroide, 7T-;poct^>7?, che ha l'aArturo, proupo;, arcturus Piaut. spetto di stella. Rud. proL 71. Stella di Boote. Astragalo , h.i-.p.'jxlo'i o.stragalus Vitr. 79, 11. Asaro, v.^xpo-j sorfa d'erba; asa,
,

rum

Plin. 12, 47.


,

Astro
agg. di
nifj
,

u7zpo-j
^

astruin Cic. Tusc.

Ascetico

7Zv;Tx.5

25.

esercitare. Dicevansi dai Cristiani

quelli che flagellavano il corpo per penitenza e mortificazione. Sost. asceta, 7zv;T/ig, fem. lat. ascetria^ rA-h-zpKx., Julian. epit. nov.
e.

Astrolabio, ^Tpo-j.i^oi; stromento astronomico ricordato da Tolomeo.

Astrologo , ^rpo-yoi astrologus Enn. trag. 275 V. Deriv. astrolo,

115; astr. ascetismo.

Ascite, !7xtTv;5, idropisia del basso ventre; ascites Cael. Aur. chron. 3, 8, 102; agg. ascitico. Asclepiatleo, xa/irtmiozio-j, sorta di verso; asclepiadeum Diom. 508, 5 K. Asfalto, a7-^a/To,-, asphaltus Pelagon. vet. 26, p. 88 =z bitumen; asg. asfaltico.
Asfissia,
^0), y.-r^-^vltu,

'jTpoj.oyici^ astrologia Cic. or. 16; astrologico, .7Tpo).o-/t/.i astrologicus Boeth. Cons. 2, pros. 7 vb. astrologare.

gia,
1
,

Astronomo,

^rpo-j/j.oc,

astronomus
astronomia

Firmic. niath.

0, 13; astr. astro,

nomia
Sen.
cid.

7zpo-jo/j.iu

ep. 95;
,

agg. astronomico,

'jrpq-^ofj.L-/,i

astronomicus Chal-

2'im. 2.
'ASr/^vat^v,

che

il

sost. vb. da (7-^umoversi del sangue,

Ateneo,

Athenaeum Lam-

con priv. cessa/ione del polso;


RGir. asOttico.

Sev. 35. Significa o prid. Alex. istituto ateniese o luogo dedicato

sorta di pianta, (isphodelus Col. 9, 4, 3. Asilo, -7u/ov, luogo non depredato, quindi inviolabile asylum Cic. ^err. 2, 1, 33.

Asfodelo,

7^fj>o?

ad Athena (Minerva). Ad Atene T'AS^v^vatov era durante l'impero

un

istituto d'istr-uzione superiore.


il

Adriano, che

vero fondatore

Asindeto,

non congiunto, congiunzione; asyndeton Donat. 399 8 K = dis-7v-=Tov,

mancanza

di

dell'istruzione pubblica in Roma (perch se da Augusto in poi professori illustri ebbero stipendi dallo Stato, la scuola in se rimase istituzione privata) cre
,

solutio, dissolutum.

anche a

Roma un
di

istituto simile

Asma,

a7&//, anelito,

asthma Plin.

col

nome

Athenaeum, dove

in-

99

aulico, ahliMi^ aulicus Svet. Dosegnavasi grammatica retorica, mit. 4. filosofia e giurisprudenza. Vedi Aurei. Vict. Caes. 14. Aura, aupa, aura Enn. trag. 30 Rbb. contr. ra. Da attra, mediante la Ateo, a-3-ios, senza dio, atheos forma derivato auritium ( donde Minuc. Fel. 8, 2 Halm. Deriv. ateismo, ateista, ateistico. Arezzo) sembra formato Orezzo, luogo fresco e ombroso, e dalla Atlante, 'Ar/a;, personaggio favoforma fem. con la protesi di b loso che dicevasi sostenesse il cielo sulle spalle. Atlas Verg. Brezza, da cui ribrezzo. Aen. 4, 246, coelum qui vertice Austero, auffT/jp^, austerus Cic. Pis. 29; astr. austerit. fulcit. Ora usasi per una serie di carte geografiche ; agg. atlantico Autentico, u&svTtx^, agg. da auroattributo di un oceano, atlantivTvj,-, che fa da se (Vanic, p.73); de monog. Tert. authenticus cum 7nare Cic. Somn. Scip. 6. e. 11. Deriv. autenticit, autentiAtleta, 3-/>3Tv]5, lottatore, athleta care. Cic. Ttisc. 2, 73 agg. atletico
,

athleticus Cels. 1,1. Atmosfera, e. m. di r/^s e ntfoCipa., sfera vaporosa sinon. di aria 5 agg. atoiosferico. Atomo, u-Toixoi, indivisibile. Secon&zyjTtx^,
;

Autobiografia,
ypccfix,
;

e.

m.

di

uTo.|3to-

do Democrito

60, 40. Justin. 2, 6; autochthon Ampel. 8, 2. scritto da vidua. Appresso indic pure una Autografo -ypafoi s, di propria mano, autographus particella di tempo, di cui si calcol anche la durata Svet. Aug. 71 Deriv. autograflco, secondo autografia, autografare. Papias: /ior hahet atomos XXII
,
.

le particelle minie indivisibili della materia, onde sarebbero formate tutte le cose; atomus Plin. 12, 62. Come sost. CQ. fin. 1, 17, ille atomos quas appellai, idest corpora indi-

descrizione della propria vita agg. autobiograflco. agg. che Autocrata, aTCj-xparv^s impera da se, regnante assoluto. Deriv. autocrazia, auToxparsea, au;

me

tocratico.

Autoctono, auT-x&wv, della terra stessa, indigeno. Cfr. Demosth.

ci l'italiano pop. attimo. Deriv. atomista, atomistica,


milia.

Da

Automa,

uT-//aT05, di

proprio im-

atomismo come sistema filosofico. Atono, a-Tovos agg. non disteso,


,

pulso, (agg. vb. di tomatus Vitr. 9, 9

/A-:-/Aa-a),

au-

Sch.

Deriv.

automatico.
ayro-v/zos, che si regge da se, indipendente; astr. autonomia, auTOvo/Ata. Autopsia, auT-oii^t'a, (Luc. dea Syr. 1), l'atto di vedere coi propri occhi. Azimo, X'Cujj.oi, senza lievito (da ?u/Av) lievito, con priv.) azymus sine fermento. Scribon. 133 Azoto, a-^wTOv ( Hesych. jSi'wTOv. Altri per legge a^w'''), elemento

lento, gram. senza accento astr. atonia, rovia. Atrofia, -Tpoytoc, difetto di nutri;

Autonomo,

zione

med. tisichezza, atrophia


1
1 .

Prisc. 2,
fizzare.

Deriv. atroflco, atro-

Atticismo,

ax'zuiQ[j.ij propriet del parlare attico; atticismus Diom. 440, 23 K. Ora significa la schietta venust dello stile, simile a

quella degli scrittori attici.

dell'aria che, separato


lo respira.

dall'ossi-

Attimo, vedi Atomo. Aula, u>.>?, propr. cortile, poi corte reale; aula Cic. fam. 15, 4; agg.

geno, non conserva la vita a chi

100

pap- Baia, per burla incerto se dal Pare vocagr. |3at5, piccolo, tenue, o dal ma nelle parole frane, baie.^ bacca, cosa minima, dal prov. bada. Cfr. Diez, p. infantili, che nascono spontanee 46 sg. dappertutto, la derivazione semBalaustro, /SaiauaTtov, fiore del mepre incerta. lagrano selvatico sembra parola Baccanale, festa allegra e sfrenata aramea. (Cfr. Lw, Aram. Pflanin onore di Ba/.^oc. Bacchanal zennamen Lips. 1881 p. 364) Plaut. Aul. 3, 1, 3 il luogo di balaustium Col. 10, 297. Poi si convegno delle Baccanti agg. chiam cos la colonnina del pabacchanalis e bacchanalia feste di Bacco; o dallo stesso bacchanal rapetto per la sua forma simile a quel fiore. Quindi balaustrata, colla perdita della consonante finale o da una forma aggettivale parapetto a colonnine. \Sitn3i (bacchanus?) venne baccano. Balena, ^a) atva, balaena Plaut. Rud. 545; deriv. baleniere, baleniera. Baccante, partic. di bacchari (j3axcelebrare le orgie di Ba/^'s. Baleno, il Diez lo deriva da ^ilzxSv) Come sost. femm. e corrisponde /xvov, dardo [^iltiJ.-nTr,^ fulmine), bench osservi che la forma itaalle antiche Bacchae. liana dovrebbe essere balenno. servo Baccello, bacciocco, jSazv^/o?, Lo Schuchardt (Romania 1875, p. evirato di Cibele; poi uomo effeminato; baceolus Svet. Aug. 253) lo riferisce alla radice di 87 = stultus. Lo Schuchardt KZ. ballare, trovandovi il significato di barcollare. Il Caix ( Saggio !^t , 450 lo crede identico a baccello
Babbo,
TraTTTzos,

vecchio, nonno,
1.
j

pus, Varr. 1. bolo derivato

6, 3.

in senso proprio, da bacca, e lo identifica e baggeo , baggiano ,

p. 103, 187. Studi,

p.7)

lo

deriva

significando baggiana la bacca appena sgusciata. Baco, Im. bacius abbreviato da


;

da un tema lucin, da cui sono ancor vive in Toscana le parole


baluginare, balecenare questo arco baleno.
,

ecc.

Da

bombacius; agg. di f^/j-^vl cfr. Balestra e balista, sost. derivato da |3a/).o) machina da scagliare bambagia. Deriv. bacherozzo. Dallo stesso bombyx (Prop. 2, 8, lo), proiettili; ballistra Martyr. 173, deriv bombycatus balista Trin. 668. Deriv. badonde bi1 lestrare, balestriere, ecc. g-atto. Da bombycius con la stessa perdita della sillaba iniziale Ballare e ballo, alcuni lo derivano da /3aA).w gettare; ballare in pare derivato biscio, biscia, serAugust. Serm. 215 davidico more pente acquatico, simile a verme (Caix, p. 11). Il Diez lo rifeballare et saltare. AH' opposto il risce ad un germ. bizo animale Wackernagel [Altfranz. Lieder, mordace; ma questo non il sip. 236) Io trae da balla, palla, gnificato primo di biscia. Dalla perch il giuoco della palla era forma [bom^hucius deriva l'aret. unito anticamente a canti e danze. boccio e l'ital. bozzolo, involucro In quanto poi a palla v' chi la del baco. Dal dirnin. [bom) bycuriferisce a |3a/).w o -K'o) balzare, lus venne bisbellone, bigolonc ma pi comunemente riguarinetto fanullone. C. m, bacolodata d'origine germanica [palla^
, ;

gia, bacologo, bacologico.

balla).

Baj^no,

|?a)-aviov,

balineum

bai-

neum

Balneare, vedi bagno.

Plaut. Pers. 90 ; agg. balneare. Deriv, bagnare, bagnaiuolo.

Balsamo, i5).aa/j!,(3y, balsamum Verg. G. 2, 119. Plin. 12, 111 uni ter-


rarum Judaeae concessum
balsamico.
;

101

|3aT?,

agg.

Base,
63.

basis Cic. Verr.

2,2,

Bambagia

j5a/A^)ctoy,

bambagie, gr. gr. antic. jS/AjSu^, baco, (cfr. baco), lat.volg. hambis; agg.

med.

bambagino, ^of^^xj/.Lvoi^ bombycinus Mart. 8, 68, 7. Bambino, bamboccio, bambolo, bimbo, ^xfM^ocli (^cifJ.^o:iv(>i e |3//.j3a/t^&),

il Basilica, ^scr:iki-/.-n nome d'un portico (croi) d'Atene, dove l'arconte re (/SacrJsus) teneva i suoi giudizi. Poi furono chiamati cos gli splendidi edifizi greci e romani che, ad imitazione

= regia.

Era

balbettare); bambalio Cic. Phil. 2, 36, 90 balbettante. De-

Baratro

bambinesco, bambinaia, ecc. voragine pro^ipx'^pov fonda. In Atene un precipizio dietro l'acropoli ove gettavansi i baraihrum Plaut. condannati Bacch. 148. Barattare, Baratto: fra le etimoriv.
,

del portico regio d'Atene, servivano alle riunioni dei tribunali, dei consigli, e come borse di commercio; basilica Cic. Verr. 2,5, 58. Da Costantino in poi furono ridotti ad uso di chiese cristiane ; e quindi basilica prese il significato di tempio. Basilico, |?K<7i/t/.v, regio-, specie di

logie proposte la pi verisimile il greco TtprTstv, negoziare, e poi frodare con trufferie e gher-

pianta detta regia per la sua bellezza e il grato odore. Basilisco, ^xfji'j/.oi, specie di rettile; basiliscus Lucan. 9, 726. BaStagio, ^a^Tae, facchino (/Sa^ra^oj, portare). In lat. bdstaga, Cod. Just. 12, 58, 3, significa il servizio ob-

minelle, con una modificazione simile a quella della voce lirpie,; vedi ladro. Il che non farebbe

al commercio greco del bligatorio di trasporti per lo Stato. medio evo. Barbaro, ^apjSapo?, straniero, propr. Basto: forse era parola popolare il cui linguaggio non s' intende. latina, connessa al gr. |3a7T^w,

onore

latina balbus; barbarus Naev. Com. 68. Deriv. barbarle, barbarla e barbaries Cic. fin, 15; barbarico, |3ap(3aptx?, barbaricusVdiUi. Gas.

La parola corrispondente

portare, e vorrebbe dire sostegno, appoggio. Dalla stessa fonte verrebbe bastone ( Diez , p. 58), e

barismus Cornif. rhet. 4, 17 = rusticus sermo. Barca, forse sinc. da barica e questo da jSKpu, specie di zattera egizia (Herod. 2, 41), poi piccola barca da carico ; baris Prop. 3,
11,

619; barbarismo, ^ap^xpi'7u.i,bar-

bastardo, propr. portatore di l3asto, cio mulo, e quindi figlio illegittimo ( Caix, Studi p. 8 sg.). In molti luoghi dell'Alta Italia
dicesi

ancora mulo
TraTa^ffitv,
|5a7TTic7//,-

il

figlio ille-

gittimo.

Batassare,

scuotere.
,

Battesimo,

baptismus Tert.
KTt'^w,

immersione; de bapt. e. 6.

44; barca

Isid.

19,
di

1,

19. (11

Wackernagel
germ.

deriva

barca dal
corteccia;
,

barkr., fatto

vedi Haupts-Zeitschr. IX 573 ). Deriv. barcaiuolo, barcarola, barcheggiare, ecc.

Deriv. battesimale, battezzare, /3aimmergere; baptizo Tert. de monog. e. 8; battistero, /SarrTi(iTy;pov, baptisterium Plin. ep. 5,
6, 25-

= Baritono, [3apu-Tovo5, di suono grave; barytonus Macr. de diff. 4, Befana, vedi Epifania. 1. Deriv, baritonale. Belletta, il Blanc (Vocab. Dani.) Barometro, e. m. di ^xp^i^sTpov suppone che derivi da tt/j^?, che ha lo stesso significato. misura della gravit, stromento che misura la pressione atmosfe - Berillo, j^vjpXo;, nome indiano (virica; agg. barometrico. drya) di pietra preziosa, beryl,

Nome pr. Battista, panxiiTrn , battista Sedul. de op. Pasch. 2, 1 43 battezzatore.

102
lus Prop.

dal suo colore rossigno,


nati
1

4,7,9. Deriv.

brillare

Troppo?.

(berillare), brillante. Berretta, affine a birro

Da questo mantello furono nomibirri.

rivano anche parrucca, perch le donne romane portavano parBestemmia, ^a^'^/^uta, hlasphemia Tert. de idol. e. 14. Notisi la rucche bionde. Ma pi verisiforma popolare hiastema mile che sia alterato da pilucca^ vb. derivato da pilus). bestemmiare. Bisante, pu^avrtos, bizantino specie Biasciare, vedi bleso. di moneta. Biasimo, ficca fr,<j.oi^ ingiurioso ; hlasphemus Prudent. perict. 1 75. Biscia, vedi baco. Sost. in Tert. resur. carn. 26. Biscroma, e. ^ibr. da bis-xp^i^oc^ vedi croma. la nota che dura un Deriv. biasimare, biasimevole. Bibbia, ,5t,3/ia, libri. Il neutro plur. quarto di croma. bihlia sacra divenne in ital. fem. Bisillabo, e. ibr. da bi-'rM.x^og usasi per disillabo. sing. Bibliofilo, e. m. da ^ip-io-^ e ytO.o,-, Bisso, /5UC775, cotone; byssus Apul. met. 11, 3. amante di libri.
;

veste di , materia pelosa; vedi birro.

(Da

Trupp,-

alcuni de-

-,

antic. ^.[ilw--/py.oo; scrittore di libri; ora versato nella dottrina dei libri , che dicesi bbliogratia, ffuo-jca.'jix. Bibliomane, e. m. di |3t,3/to-//.av/i,-, pazzo per i libri ; astr. biblio-

Bibliografo,

Blasfema, /3)i<^'f/;/j'-a, agg. plur. neutr. Cfr. biasimo e bestemmia.


Bleso, /3).a(7,-, contorto, balbo; blaesus Ov. a. a. 3, 294. (Il Bugge, KZ. 18, 433 lo considera come
originale latino ). Forse da un derivato blaesare venne biasciare,
biascicare,

mana.
Biblioteca,
2.

libri; hihliotheca Cc.

ripostiglio di fam. 1, 28, Deriv. bibliotecario.


f^fkio-'^ry.-n

bi-yiy.oi dopbigamo, marito due donne. Cfr. digamia. significa sciocco, e da bliteus probabilmente bizzocco, bizzocchero. Bigatto, vedi baco. Bigio. Fra varie etimologie propo- Boato, da boare, j?5av, mandare un suono. (Secondo l'Aufrecht, KZ, ste dagli eruditi le due verisimili 1, 190 boare parola originale risalgono al greco. L'una bys,

Bigamia,
di

e.

ibr.

da

pie nozze; agg.

Blito, biedone, bietolone, jS)tTov , specie d' erba insipida; blituni Plaut. Pseud. 815. Quindi l'agg. bliteus Plaut. Truc. 4, 4, 1, che

seus di bisso,
htjcius, di seta,

i^jtt,-

l'altra

da

^y.^yol (cfr.

homlatina). ham- Boga, specie

bagia). Per l'omissione della prima sillaba cfr. baco. La parola


bjsseus

non
si

attestata,

laddove

bombycius
Biografo,
vite.

trova.
scrittore
di

Bimbo, vedi bambino.


^lo-ypx'^oi,

Deriv. biografia, |3to-7payta,


e.
,

pesce, /5a^, |3w?, 11, 53. Fest. bocas a boando appellatur. Boia, jSita, agg. neutr. plur. stringhe di cuoio bovino da serrare il collo; boia Plaut. Capi. 888. Papias bogia, torques daynnatorum. Poi indic la persona che

di

box Plin. 32,

biografico.

strozza.

Biologia,

m. da

|3to-),ovta,

scienza

della vita cio dei fenomeni e delle leggi della vita fisica. Lo scienziato dicesi biologo. Birro, TTupp,-, birrus edict. Diocl. 7, 42 ; altrove byrrus , byrrhus , byrrum ; collare di materia pelosa, col cappuccio , detto cos

di fungo; |3w).tr/;?, specie boletus Plaut, Curc.b, 2, 14. Bolide, i?o>.[5, proiettile (^Ao), scagliare) poi meteora; bolis Plin.

Boleto,

2, 96.

Bomba, da

[^//j3o5,
;

romore sordo

e
;

voce onomatopeica profondo bombus Enn. ine. lib. 59 V. Dalla

stessa origine bombarda, bo, rimbombare, ecc.

105
p. 124).

rimbom,*

Deriv. bottino, bottglia.


-9-/5X/?,

Bottega,

deposito,

ma-

vento settentrionale gazzino; apotheca Cic. Yatin.', borcas Nep. Milt. 2, 4. Dalla for magazzino di vino. Plin. 14, 94 ma contratta ^oppx^ viene borra, ne prova l'esistenza in Roma alla borras Prud. psych. 887. Deriv. fine del secondo secolo a. Cr. boreale burrasca ( Deriv. bottegaio. boreasca), burrascoso. Alcuni derivano da Braccio f^px^wi brachium Plaut. MiL 26. Im. bracium. Deriv. bracborea anche boria, altri proponciale bracciante, ecc. gono vaporea ed altri finalmente il germ. burjan, inalzare. Dalla Brachilogia, ^pxyy-oyx, brevi-lometatesi di un agg. borearius y quenza; brachylogia Rutil. Lup. de fig. seni. 2, 8. robearius, il Mnage deriva rovaio. Brago, secondo Mnage da [^poe.yi, Borgo, Trujsyo,-, torre, fortificazione riportato da Esichio, che significa burgus Yeget. Milit. 4, \ 0. L'agg. padule, maremma. suo sarebbe l'antico borgese^ bur- Branchia, ^p(.yx^^-, organi dei pesci branchae Col. 8, 17, 12. gensis. Forse la pronunzia dura

Borea,

^op7.i^

g in borghese^ borghesia, dovuta all'infl usso del germ. burg.


della

Deriv

borgata

borghese

bor-

ghesia, ecc.

BraTO, derivavasi da ^px^uov, premio al vincitore d' una gara divenuto nella bassa latinit brabium e bracium ( vedi l' inno a
,

Borsa,

Boria, vedi borea. tS^cTa, byrsa graece, latine corium, Beda 265, 5 K. Da questo viene bozzacchione ( per borsacchione), cosa floscia come una borsa, quindi susina flaccida. Bosforo , /3(r-7Topo5 passaggio da bue qualsiasi stretto canale di mare; ora lo stretto di Costantinopoli; bosphorus e bosporus
,

San Francesco di Tommaso da Capua), Ora il maggior numero


dei filologi esclude questa etimologia, bench la forma spagnuola e portoghese bravio parrebbe confermarla. Si ricorre al latino pravus^ al cimbrico braw spaventare,
al germ. rato rozzo, fiero ; Grimm. cita altres lo slavo pravo, buono,

Propert.

?,

9,

Bosso,

TTu^o;,

genuino. Brefotrofio, ppi-jo-Tpo-^zov dove si nutrono bambini buxus Enn. ann, 268
60.

luogo
trovasi

V. Portato in Italia dalle colonie greche, diede il nome a Buxentum (nu^ou,), fondata dai Messinesi sulla costa di Lucania nel 467 a. Cr. La scatola di bosso 7Tu?i5, e da TTu^t^a buxida^ bussila, derivano poi bossolo, bussola, bussolotto, bussolante, ecc.

Botanica, jSoravwa, agg. di

jSoTavv;,

negli scrittori greci cristiani per ricovero di trovatelli. Brezza, vedi aura. Brillare, brillante, vedi berillo. Brio. 11 Diaz reca due etimologie possibili, una da ^pivM^ essere vigoroso, l'altra dall'antico irlandese brig forza, vita. Ancor pi vicino parrebbemi |3puo) , il

germogliare rigoglioso delle piante. Agg. brioso. Brocca: Il Ferrari d per etimoloherbarium. Botro, ^^poiy cavit in cui stagna gia up/ous che ha lo stesso sierba, pianta-^ agg. botanico, |3oTavjxs, botanicum Isid. 4, 10, 4

l'acqua.

gnificato.

Botte, trovasi nel greco ^ounq o Bronchi, ^pyxtx, bronchia Cael. Aur. acut. 2, 28, 147. 11 sing. ^Tt5, fiasco, ma anche in parecchie lingue nordiche. Perci la bronchus usato per bronchite in Theod. Prisc. 2, 7. Deriv. derivazione incerta. Butte sta in un docum. dell'anno 564 ( Marini, bronchiale, bronchite.


Brontolare 9
^povrri
il

104

Diez lo deriva da famoso il cavallo di Alessandro M. tuonare. Il Bucolico, /?ou/.o),t/?, agg. di j3oux)o5 pastore di buoi; bucolicus paCaix (p. 13) per lo ricongiunge a 'i[m)brottolare rimbrottare y storale, Col. 7, 1. Il fem. bucolica sottintende poesia. ch'egli derivai da. repr abitar e. Sost. brontolio, brontolone. Buffalo, j3o/3a)o,-, bubalos Plin. 8, Bronzo le etimologie proposte sono: 38 ; bufalus Ven. Fort. carm. 7, tuono,
/Spovrw,
,
:

obrussa) epiteto dell'oro provato al fuoco. 11 bronzo


I

o^pxt^ov (lat.

4, 21.

quando

avrebbe avuto questo nome perch appena fuso somiglia all'oro; 2) hrunitius da bruno
(Muratori)
;
;

Secondo Hehn pag. 411, sarebbe stato portato in occidente dall' Aracosia circa 1* anno 600
,

3) dall' inglese hrass dal pers. buring' o piring' rame. (Dozy). In tanta discordanza di opinioni v' posto anche per un' altra etimologia. BpovTv; significa tuono, e nell'antico teatro ^po-j-ziio-j dicevasi un

rame

4)

I di Erodoto 7, j3E5 uypioi sono probabilmente i buffali. Del resto il bubalus era veramente una bestia africana che apparve

a.

Cr.

26,

in

Roma

nel circo al
(

tempo

di

bacino di bronzo entro al quale si agitavano sassi per produrre l'effetto del tuono. B^covrEtov da25, 81. rebbe il latino brontiura e poi Buio, -TZ'jppi, burrus, e da questo la forma aggettivale burreus. Fest. bronthmi, e poteva indicare qualsiasi bacino e campana, e poi il burrv/m antiqui quod nos dicimetallo di cui era formata. Samus rufum. Dal rosso scuro il rebbe la metonimia inversa a significato sarebbe passato ad oscuro. Cfr. Diez, p. 94. quella che usiamo noi allorch diciamo i sacri bronzi per cam- Bulbo, j3o/,35, bulbus, Cat. r. r. 8. pane. Deriv. bronzino, bronzista, Bulimo, -io-j-M/j.oi, fame da bue, cio abbronzare, abbronzire. morbosa; bulimus Veget. 5, 37; astr. bulimia, ^ovIl/j.lcc. Per aferesi Bruco, j?.c5vx55, b7^uc lius Prnd. hamart. 229. limo, consunzione di stomaco. Bubbone, j'5j,5ojv, gianduia dell'in- Buratto, specie di drappo rado e guine; negli scrittori di medicina trasparente, nominato dal suo cola stessa gianduia enfiata. Dalla lore rossigno , mppg , burrus. forma buba, che trovasi p. es. in Cfr. buio. In altri casi il colore diede nome alla stoffa. Deriv. buspagn. e port. venne il dimin. bubbola. rattino, fantoccio di cenci, buratil Diez Buccia, fem. di buccio tella, sacchetto di stamigna per lo crede abbreviato da lobuccio, abburattare la farina. e questo da y.o^^ o j.o-; scorza. Burrasca, vedi borea. II Caix, p. 13, lo riferisce a ^re- Burro, sincop. da butirro, v. putiiim, che sembra avere signi- Burrone, accresc. di borro o boficato pi tardi anche buccia delle tro, fosso scavato da un torrente; frutta. secondo Muratori da ('B&oos, j3o.,

Friedlnder, Sittengesch. 2, 402). Il popolo poi applic questo nome al bue selvatico per l'assonanza con bos. Buglossa, j3oJ-7>w770,-, a lingua di bue, specie d'erba, buglossos Plin.

Domiziano

Buccintoro,

Bussola, dimin. di Tru^t^; vedi bosso ch a prora aveva la figura di e pisside. un bue centauro. Busta e busto. Nel lat. med. busta e bustola sono sinonimi di arca, Bucefalo, j^^j-xi-^a/oc, che ha testa da bue. Cos dicevasi una razza e derivano probabilmente da budi cavalli tessali, tra i xida TTu^i'cz acc. di ti^IU (cfr. pisquali

^.ou-y.ivrxvpog specie di barca, detta cos certamente per,

pio-j,

fossa. Cfr. botro.

Busto sarebbe la schile e indicherebbe


side).
il

105

colla significazione.
sto,

forma matorso u-

Comp. imbu-

trambusto, trambustare.
,

mano come un
1.

recipiente, (cfr.

m. arca,

it.

casso, capsus, ingl.

cheste).

La derivazione da bustum,

Butirro, ^o-rvpov, cacio di bue; 15. ( Secondo butyrum Cels. 4


Plin. 28, 9 parola scitica).

cadavere abbruciato, non conviene

O
Cacare
Sai.
,

xaxa&) e xa//w

caco Hor.

rotto da
fisso

y.xSi^iisi

xx//.t2,

con suf-

1,8,

38.

Sembra derivato

aggettivale,

cadmia Plin.

x.a/./a. So34, 2. stengono la derivazione dal greco Calamita, /.xlv.jj.iTrti, derivato da xail Fick 55 2, 48, e il Corssen /a/zo?, canna. In greco era il nome 1, d'una rana verde e piccola che 2, 733 N.; la credono parola comune alle due lingue Curtius vive fra i canneti. CalamitesVm. 32, 10, 42. Questa parola fu trasp. 139. Weise, p. 26. Vanicek, portata a significare l'ago map. 102. Cachessia, xax-ii, mal-essere, agnetico applicato alla navigazione, forse perch lo si chiudeva in bito malaticcio; cachexia Cael. una capsula piena d'acqua fissanAur. chron. 3, 6, 80 = tisi. Agg. dolo sopra un pernio e sopra un cachettico, e da questo scaclilccio. pezzetto di sughero. (Cfr. Diez, Cacofonia, xxo-y wvia, cattivo suono, p. 98). Alla derivazione diretta da

dalla parola infantile


;

nelle lingue romanze contrasta il suffisso ita, rarissimo in esse per oggetti materiali. delle prime penne. Calandra, x^avSpa, parola che si trova nei tardi scrittori greci per Cadrega, alterazione popolare di cattedra. una specie d'allodola. Altri volle senza necessit derivarlo da xPCaduceo, xvpuxiiov (dor. xapu/.stov), agg. di xvipul, araldo; era una ^pm, uccello simile al calandrino che vive nei burroni [xccp^cu). verga d'alloro o d'ulivo con due serpi attortigliati, portata dagli Calare, xa^aw, allentare, chalare araldi ed attribuivasi anche a Vitr. 26 1, 12; calare C. 1. L 4, Mercurio come araldo degli di. 2021. Calata, calia, minuzzoli di oro che si staccano nel lavorarlo, Calafato , xa) ^jar/j; e calafatare , e rappresentano ci ch'esso cala. xa/a-^aTiiv, derivasi comunemente dall'arabo qalafa^ saldare le fesQuindi usasi di cosa consunta e sure della nave. Non sappiamo se vieta. l'Occidente abbia preso questa Calce, yxi'S, caloo Cai r. r. 18. Che voce dai Greci. L'Engelmann per sia parola derivata dal greco, olla vuol derivata da calefactare. tre che dalla forma, pare verisimile anche da questo, che i RoCalamaio, calamarus, agg. da xamani impararono dai Greci la calamus, penna. Signific lot-ix-oi.^ fabbricazione in pietra. (Cfr. Leo poi un arnese da riporre le penne, theca calamaria Suet. Claud. 35. Meyer KZ. V, 386). Deriv. calcaCalamandrea o Calamandrina , reo, calcina, calcinare, calcinaccio.

Cactus,

Strab. 13, p. 618. xxTos, cactus Plin. 21, 97. Da questo cacchioni , spuntoni

calamus

specie di pianta, da x^/^^^'-^P^^? quercia bassa, querciuola, cala-

mandrea

Calamnaria, specie

Plin. 14, 112. di pietra, cor-

Calcedonia, specie di pietra dura, agg. da Ra)>xv)5wv, citt di Bitinia. Calcografia, e. m. yaXM-'ip<x'^iQt. stampa in rame.
,

106

Caldeo

x^^^^^O'

>

chaldaeus

Cic.

camerata.

Camera prese

poi

il si-

divin.

1,1-

astrologo.

gnificato di erario pubblico,

donde

Caleidoscopio, e. m. da xc-eiSo-s-aoTTstov, stromento da osservare belle


(xxu) figure
i'-iS-o),

mento. C.

camerale, incamerare, incameraibr. anti-camera.


/.a^w-ivo;,

Camino,

caminus

Lueil.,

Cala: vedi calare.


Calice,
prire,
y.l^l

(dei fiori, rad. cai, co-

nascondere), calyx Plin.

Susp., 4, M. Cammeo: tra varie etimologie di questa difficile parola il Diez pro-

21, 121.

Calli^ralla, i- ypx'fi il bello scrivere disegnare, Plut. Pyth. or. 7. Trovasi usato anche per bello
stile.

Callgrafo,
ma

agg. calligra-

pone timidamente il greco x////, cosa intagliata da cui sarebbe venuto il dimin. rom. commatulum e da questo una forma francese camaeu. l Littr ricorre a
,

nco.

x.aw.tov,

officina,

da

xa//.-vw,

lavo-

Calma, propr.
neolatino), e

la tranquillit dell'aria, ha la forma d'un sost. vb. non suffisso greco (perch

rare.

Camomilla,
sta a terra

xx/j-xi- /j-nlo-j
,

mela che chamomilla Theod.


,

accennerebbe a yx>y.w, allentare; ma regolarmente dovrebbe essere yl-niJ.cf.. E pi verisimile che sia tutt'uno con xaii/xa,
sost. vb. di zai'w, ardere; e in effetto calma nello spagnuolo e nel

Prisc,

4,

1.

Canape,
r.r.
1,

xavva^St,-,

cannabis Varr.,
a zenzaliera,

23, 6.

Canap,
i^/.'Jyjrjri)

xwvwTrtov, letto

r.

prov. indica l'ardore meridiano. Bench sia raro au riprodotto con al, per frequente l'inverso, p. e. auto ed alto ; qui pu aver influito l'analogia di calor. Agg. calmo vb. calmare. Calomelano, e. m. di /a/v /jAcc-j bel nero. Vuoisi che lo scopritore avvertisse questa sostanza dal mutato colore d'una polvere.
,

4,

zanzara), conopeum Varr., r. 2, 10, 8; conopium Prop., 10, 45, M.


,

Cancrena,

yayy/satva

(7/5ao), -/patvw

rodere), gangraena Lucil, in Non., 2, 375. Canestro, xzva7T|2ov, canistrumY arr., l. l. 5, 120. Serviva per pane,
frutta, fiori.

Canna, xawK Pollux

Calotta

y.QcTZ'cpx,

probab. per caloitra, da specie di copertura della

testa, calyptra Fest.

Camaleonte, xa,v.at-Awv, leone basso, chamaeleon Ovid. Mg<. 15, 441.

molto antichi dal nome borgata di Canne. Deriv. cannella, detta cos perch arrotolata come la canna, cannone, cannoniera, ecc.

10, 184, canna Vitr. 169, 19. L'esistenza di questa parola in Italia attestata per

tempi
della

Cambiare
tare,

e cangiare, xa/ATi-rw, volcambiare e cambire ApuL, 17:=: permutare de mag. cfr.


,

Canone,

zavwv, norma, regola,


1, filo

canon

Vitr. 261,

a piombo. Deriv.
,

canonico

xavovfxs

canonicus
,

cansare.

Vitr. 6, 2 regolare. Canonizzare


,

Camelo,

Excamelus Varr. 1.1., xavovc'^o), canonizo Ambros. 5, 20, 100. Fu noto ai Romani plan. symb. VII, p. 158, Mai. Cacanoninonizzazione canonica nella guerra africana di Cesare contro il re Juba {beli, afr., 68). calo, ecc. Il nome trovasi per fino da LuCausare, xa//.7iTw, campsare Enn. cilio nel composto pantherocaAnn. 334 V = flectere iter, navi/.a//v;)>(55,
, ,

melv.s. gando praeterire. Camera, y-uaipa, tetto a vlta, camera Cantaride, xavS^apt,-, cantharis

Cic.

Lucil., Susp., 41 1 camara Plin., 16, 06. Deriv. cameriere e cameriera [camerarius, cameraria),
;

fam. 9, 21, 3. Cantaro, y.a-j^xpoi, specie di bicchiere antico, cantharus Plaut. Asin.
,


5, 2, 56.

107
laconie della citt di Karyai che faceano particolari danze nella festa di Artemis, detta Karyatis, dal famoso tempio che aveva in

Deriv. canterano, credenza da tenere bicchieri ed altri


vasi.

Canto, Cantone, fra le etimologie proposte havvi pure xav&?, l'anquella citt. I graziosi atteggiamenti di quelle fanciulle furono golo ed il cerchio dell'occhio; poi anche il cerchione della ruota. spesso imitati in marmo nelle Il lat. canthus ha statue che si dissero cariatidi. quest'ultimo sie Quintiliano 1 5 la Cariddi xxpv^Si; gnificato Charyhdis Cic. dice parola africana o spagnuola. PhU. 2, 27. In Prud., Cath. 6, 107 Altre etimologie sono da lingue vorago. germaniche. Carisma, y.pizii.a., sost. da x^p'C^^^&at, charisma donare far piacere Caos, x^os, materia confusa e indiTert. de bapt., e. 20 == donum. gesta, chaos Varr l. ;. 5, 19 vuoto interminabile. Carota, /.ouwt/i, caryota Varr. r. r. 2 1 27. Caparra: vedi arra, di cui ha lo stesso significato. Probabilmente Carotidi, /.aporlSt?, arterie della te parola ibrida, composta da cape sta, che gonfiandosi cagionano sonno e stordimento (xapo^, xapoiarrham, frase che doveva usarsi nel pigliare formale impegno, e poi ed anche apoplessia. c7t,') sostantivata. Deriv. accaparrare. Carpo, aaprzi, parte della mano vi'
, ,
,

Cappa,

xaTTTra,

lettera dell'alfabeto,
1

Cina ai polsi.

cappa,

Auson idylL
^xTznxpi?^

2,

Carta,
229.

Cappero,
rono
lU,

cappars Plaut. Cure. 90. Al tempo di Plauto gi usavansi nelle vivande; ma fu-

coltivati in Italia solo pi tardi ai tempi di Columella (r. r.

107).
x/jpaTtov,

Carato,
usata

come peso

specie di caruba (Freyt. Ili, 427);

charta Enn. ann. incartare scartare, cartaceo, cartello, cartoccio, accharta e ecc. Da cartocciare quapellis si form scartabello derno, libro. Deriv. scartabellare. Cos carta e fascio si composero in scartafaccio (Caix, p. 147).
yAp'^-ni
,

Deriv.

poi la ventiquattresima parte di un'oncia d'oro. Cerates Metrol.


script. Kat., p.

100, 2.

Carattere, yy-pa-Kx-np^ impronta (xapa(770j imprimere), character Varr.


r.r. 3,2, 17. Deriv. caratterizzare,
xapscxT/jpt'C'-'),

xapov, specie d'erba, careum Col. 12, 51, 2. Casamatta, il Mnage lo deriva da xa7//aTa plur. di x^T^u-a fessura, chasSen. qu. nat. 1, 14, 1 hiatus.

Carri,

ma Ma

il

Mahn

crede che casamatta

caratteristico, /apv.Axri-

pi<7rix.~.

Caravella : dimin. da y.ipx^o; sorta di granchio marino; carabusPln. 9, 97; carata, piccola barca, Isid, 19, 1, 26, e da questo car abela.

indichi casa rude, incompiuta, e questa significazione di matto ricorre anche in carro matto. 11 Wedgood deriva matta da matar, uccidere, e in questo caso sarebbe la casa del macello. Cassia, /.a^ta, casia Plaut. Cure. 101.
-aActcc-jov,

Carcinoma ,
19, 118

y.(/.p/.ijfj)iJ.ot. ,

Cat. r. r. 157, 4

= cancer.

carcinoma Castagna,

castanea Verg.

Cardarao, xa/scz/zov, cardamuTu Plin.

nasturtium (Apul.
f.y.pl.it.^ixo-),

4, 20).

Cardamomo,

mum

car damo -

Plin. 12, 50.


,

82. Fu portata in Italia da Sardes nella Lidia (Plin. 15, 93). Plauto la conobbe sotto il nome di nux mollusca, poi fu detta nux calva, e finalmente il nome

ed.

Cardiaco

, y.cipix/.i agg. di xccp^Coc^ cuore, cardiacus Cic. divin. 1 38, 81, malato di cuore.

greco la vinse sugli altri. Castoro, xxaxMp, da cui l'agg. xacastoreum Lucr. 6 794 , Gxpiov
,

Cariatidi,

yscpuscriSa,

propr. vergini

castoreo.

108
,

Cataclisma 9 xxT-x/D5/y.a, sost. vb. Catastrofe, xarx-yrpoipvj propr. eclistere. da xxrx-Mzoi. Hippocr. versione, catastropha Sidon. ep. Ora si usa per 1' antico xaraJ-xu5, 17.
(7^0,-,

inondazione.

Catacomba, catacumha Greg. ep. il Weise p. 371 cita l'iden', 30. tico xaTa/.u/Aj3/3. Il Bellermann ammette un y.oi.'zv.xijfio-). Altri lo crede un composto ibrido di Kxra-tumba,
che vorrebbe dire alle tombe. Diez, p. 117, conghiettura che sia un composto di catar (guardare) e tumba, sicch vorrebbe dire tomba da guardare, da visitare, e ci perch conteneva corpi di santi. In simil modo sarebbero
il

Catechesi, xaT-vixy;7t5, istruzione dei catecumeni, catecliesis Hier. ep.


61, 4. Deriv. catechizzare,
?jtv,
/.cx.-zrtyi-

catechizo Tert. de idol. e. 10. catechismo , xaTnx^'y/ji.?, catechismus August. de fid. et op. 13; catechista y.txT/jyirT/.i, catechista Hier.
ep. 50, 1 , catecumeno, /.a.T^xofi.=voi, part. pres. del vb. xar/j^sw, istruire nella religione, catechumenos Tert. ep. 69.

Il

Categoria, generale
;

catafalco e cataletto , cio palco e letto da guardare. Catacresi, xaT-xpv;c7f?, abuso, poi fig. ret. catachresis Caris. 273, 1 K. Catalessi, /.aT-/v;];t,- , l'occupare, il cogliere 5 medie. V irrigidirsi e divenire insensibile catalepsis Cael. Aur. acut, 2, 10, 56, agg.

composti

accusa, poi in predicato d'un soggetto, cathegoria Macr. Sat. 7, agg. categorico, y-xT-rr/opi/.;^ 3, 2 categoricus Sidon. ep. 9, 9, che appartiene al predicato. Cateto, x&-T05 V7, agg. yb. di xa&t/7// calare, intendesi linea calata
xaT-/;yopt,
il

catalettico,
xara/vi^tg,

zara/vj-Tt/.,-.
,

guaggio metrico
verso

catalessi

(Nel lin da

da un punto; cathetusyv.l'^Q. Cattedra, -m-pa, sedile a spalliera, cathedra Hor. Sat. 1, 10, 91.
Cattolico, xa3--o/tx5, agg. di ycc^olo-j, universale, cathoUcus Plin. 1, epit. II. nr. 15. Deriv. cattolicismo,
cattolicit.

cessazione, ed indica un un membro di esso non

compiuto). Catalogo, /aT-).oyo:, indice, enumerazione, catalogus Macrob. Sat.


5,

Caustico,

Catapecchia, forse strato da Snida,


Ta:iiJ.ViOi

15. Deriv, catalogare. xaraTiv;'^, regixarx-v/; r TT-;-

xaucTTJzc, agg. da xat'w, ardere, bruciare, causticus Plin. 20 90.


y.y.^jr/.pLov,

Cauterio,

mezzo per bru;

^u/a l'i TOu uoa-jtv , pali piantati in acqua 5 sarebbe adunque una capanna lacustre. Cataplasma, xaTa-7r),a7/jia, sost. vb. di xKTaTr/x770), ungere, spalmare, in-

tonacare; cataplasma Cat. ad


fil.

M.

ciare ( cfr. caustico ) cauterum Plin. 22, 102. Deriv. cauterizzare, cauterizo y.y.-j-:r,piv.t^fji. Cedola, =:scedula; vedi scheda. Cedro, yiopoi cedrus Vitr. 58, 19; Hor. ep. 2, 3, 331 La forma latina citrus, donde abbiamo ci-

p. 78, 7.
/.y.zci--irr,g
^

trato

Catapulta,

macchina da

scagliare dardi ed altri proiettili, catapulta Plaut. Pers. 28.

citrico citriuolo. Il Diez deriva cedro da citrus, spiegando la mutazione in e per l' incerta
,
,

quantit

dell't;

ma non

v'

bi-

Cataratta xara-o^xT/;? e xaTapoaxr/;?, caduta d'acqua, cataracta 6 catarc<(?5Liv.27,28, 10;Plin 10,126. Catarro, xara/s-zsoug, propr. deflusso,

catarrhus Marc.

mp.

5.

Catartico, y.^^apruS, purgativo. Catasta, xaT-Tmcrtg, suggesto, palco

a Roma la forma greca. Deriv. cedrino, cedrato. Cefalea, xEya).ai, agg. di y.ivy.lr testa, cephalaea Plin. 20, 135= dolor capitis inveteratus. Nello stesso senso anche cefalalgia, Xi^aX-a)//ta.

sogno

se fino

da Orazio usavasi

da spettacoli, catasta Tibull. 2,


3, 60.

Cefalo,

x^a).05,

pesce notissimo con

Deriv. accatastare.

gran

testa

{y-i-jo.-^).

109

cuUo
la port dal Ponto in Italia nell'anno 74 a. Cr. ( Hehn p. 346
xa'P^f^^^^^/ caerefolium,

Celidonia, yiSovtx, specie d'erba, chelidonia Plin. 25, 89.

sgg-^Cembalo^ xu/A(3a>oy, specie di stromento di rame, a forma di bacino Cerfoglio,

semicircolare
2, 618.

cymhalum Lucr.

Plin. 19,17j.

Composto con claviSf tadivenne clavicembalo. Cenno, probab. abbreviato da cinsto,

Cerotto,

cinnus^ riccio, capelli arricciati, e questo da /.tV.twog. Il cenno sarebbe dunque propriamente l'on-

xvjpwTv, agg. vb. di x/jpw, incerare, cerotum Orib. Bern. 10, ceratum. 14 Cerusico, corr. di chirurgo. Cesta, xi!7Tv5, cista Att. trag. 528,

deggiar dei capelli per effetto del crollare il capo. Deriv. accenno, accennare. Cenobio, y.oa-^io-^, luogo di vita comune, coenobium Hieron. ep.
22, 36. Deriv. cenobita.

4,

dim. cestella , cistella Plaut., Cic. 1, 3. Della stessa origine


cisterna.

Cetaceo, agg. da x^to;, balena, pesce cane, cetus Plaut. Aul. 373, plur. cete Verg. Aen. 5, 822. Cetra, xt&pa, cithara Lucr. 2 28.
,

Cenotaflo, xsvo-ra'^tov.sepolcro vuoto, quindi monumento onorario, cenotaphium Ulp. Dig. 11, 7, 6, 1. Centauro, xavraupo?, nome d'un antico popolo della Tessaglia che stava molto a cavallo, dal che provenne la favola dei mostri met uomini e met cavalli centaurus in Cic. Arat. 203 il no;

Deriv. citarista,
rista Cic.

xiSapisTv^s, citha-

Yerr. 2 , 1 , 20, 53 , citarlzzare e citareggiare, xt&apt^eiv, citharizo Nep. Epam. i, 2.

Chiasmo,

che x'^'/'-s ^g- gi'amm. indicavasi con la lettera x, chia-

me d'una costellazione. Centro, xsvrpov. pungiglione, poi quol punto dove sta fissa la punta del
compasso nel tirare un cerchio, centrum Vitr. 26, 8. Deriv. centrale, comp. eccentrico, fuor di
centro, gr.
xsvTpo-TteTyj'?,
t/.-y.z-j-zpo:,

accentrare,
e.

accentramento, centripeto,

m.

centrlfugfo, e. ibr.

Cera,

cera, Plaut. Pseud. 33. in cero. Deriv. cerato, ceroso, cereria, cfr. cerotto. 11 senso di colore del viso pare derivato dai ritratti in cera, tanto usati dagli antichi. Aver buona cera sarebbe adunque anzi tutto avere un ritratto con un bel colorito. Ceramica, xEpa/xstxv7, arte di fare stoviglie; xpa/A05 terra da stoviglie.
x/jp,,

smus Gramm. vet. 108, 2. Cliicco, xtxxo5, involucro del grano, ciccum e ciccus, Plaut. Rud. 580. Chierico, xX/jptxs, clericus Hieron. Chieep. 60, 10, agg. di clero. rica il femminile e sottintende tonsura. Deriv, chieresia, chiericato, chercuto, cfr. clero. Clliesa, IxxJy/fTta, adunanza; le riunioni dei cristiani ebbero lo stesso nome delle antiche assemblee popolari; ecclesia Plin. ep.\0, 110. dim. chiesuola.
Chilo,
5,
yyili
,

La forma maschile greca dura

chylus

= sucus VegetX'^'^ /xipoc.

37.

Chilogramma, e. m. di x^'^ta ypy.ixixa.xa. mille grammi. Cos chilolitro x^'^'a

Chimera,
mostro

Cerasta,

xspaTTvj;

di serpe, cerastes Prop. 27.

cornuto, specie 3 (4), 22,

poi un spirante fuoco, con la parte superiore di leone, l'inferiore di serpe e il mezzo di capra; chimaera Lucr. 5, 902. Ora si usa per idea fantastica. Agg. chimex'^>'-p='

)tTpa e

chilometro

capra;

rico.

Chimica,

x^F-'-^'^'.

vedi Alchimie.
Ser.

Ceresa,

l'albero, KEpduiov il frutto (cirlegia e ciliegia.), cerasus Varr. r. r. 1, 39, 2 Ebbe il nome dalla citt di K^pccsou^ j Luy-ipaioq

Chimo,

x^A'-?,

chymus

Samm.

48, 90, liquido dello stomaco.

Chiocciola, dim. daxox^t'a^, lumaca,


cochlea Plaut, Poen. 5^3,

no

Chioma, x//vj, coma Enn. ann. 352. Cimitero, xoifXYT^piov luogo di riposo, deriv. da y.oi/xM/xa.i, dormire, Chira^ra, X''p-7pa morbo articolare della mano (x-'p). chyragra riposare, coemeterium Tert. anim.
Hor. ep.
1,
1,

31.
,

manoChirografo , X''p - vp? v scritto, chirographum Cic. i4. 2,


20. Deriv. chlrografario.

Cinabro,

/.rrjx^xpi^

cinnahari Lucil.

Chiromanzia)
zione che
si

divinafaceva osservando la
yupo-/j.avTcioc,

me. 138, M. Cinedo, xtv-at^o;, cinaedus Plaut. Men. 514.


concani cio della caccia, cynegetica Grat. Falisc. Cinico, XUVIX5, cynicus Plaut. Pers. 1 23 R. I Cinici erano una scuola
Cineg'eticajX.uv-yjy/yTtxy], l'arte di

mano

(xi(p).

durre

Chirurgo,

yvp-oupy;,
,

con la mano

Operatore chirurgus Cels. 7


xtipo\>p-j-doi.,

praef. astr. chirurgia,

chirurgia Cic.
chirurgico,

Att, 4, 3,

3.

Agg.

di filosofi; astr. cinismo,

y.wi'jij.,

yupo-op-ji-zM.

cynismus Cassiod.

hist. eccl. 7, 2.
,

Chitarra,
28.

/tS^apa,

cithara Lucr. 2,
crupa?

Cinnamomo,

mum

n^'i%i.'j^iJ.o'i

cinnamo-

Cels. 3, 4,

Ciacco, secondo Mnage da


cruj^a/.o:,

maialesco.
-/u^upiov,

Ciborio,
egizio
21.

ciborium Hor.

specie di bicchiere oc?. 2 , 7


,

Cinocefalo, xuvo-x^)>5;, con la testa di cane, specie di scimia, cynocephalus Cic. ad Att. 6, 1, 25. Cinoglossa, xuv-7).o)cr7ov, a lingua
di cane, specie di pianta, cynoglossos Plin. 25, 81. Cipero, -A-Tz-fipoi, specie di giunco, cyperos Petr. 127, 9. Secondo Plin. 12, 109, veniva da Cipro da cui

Ciclo,

cyclus Isid. 3, 36; agg. ciclico /.ux).(/.; cyclicus Hor. ej9. 2, 3, 136. Deriv. ciclone, cicloide,
zv/./o?,
,

Ciclope,

circolare. dall'occhio rotondo. Mome d'una razza d'uomini favolosa, che credevasi avere un sol occhio in mezzo alla fronte.
xux).o-2t^v7;
x/.).-)j^,

di

forma

prendeva

il

nome.

Cfr. pico.

V Odissea

lib.

IX. Agg. ciclo-

Cipresso, xu7ra|Ot7cog, cupressus Eun. ann. 267. L'albero d'origine semitica (Renan, hist. gn. des lang. Sem, p. 192. Benfey W. ), ma il

nome

greco accenna all'isola di


tcrcrog vedi Mlzur Kunde der indog.

Cicoria, y.iyupiQ-j, cicorum Plin. 20, 73. Dagli antichi si usava in medicina e traevasi dall'Egitto. Cg-no, xu/.vo,-, cycnus Lucr. 3, 7. Cilicio, xtcV-tov, cilicium^ agg. che sottintende textum slragulum,
,

Cipro. Pel suffisso


lers Beitr.

Spr. 2, 290. Ciprio, xwpto5, dell'isola di Cipro, cyprius Cic. Bom. 20. Ciro , porco secondo Ferrari da
,

panno

peli di capra. Varr. r. r. 2 fin. Cic. Verr. 3, 38.


V.
,

di Cilicia fatto di

yoTpOi.

Cisterna, vedi cesia.


Citiso, xOTt705, cytisus e cytisum Verg. ed. 1, 78, Varr. r.r. 2, 1,
17. Conosciuto in Italia fino da Teocrito (10, 30) ma a Roma, perquanto pare, solo dopo Catone.

Ciliegia,

Cercsa.
,

Cilindro
r.r.

xv/tvpo,-

cylindrus Cat.

129. agg. cslindrico.


x'J/y.a,

Cima,

il

germoglio pi alto
Lucil. ine.
\(5Q,

del cavolo,

cyma

M. Quindi ogni punto culminante.


Deriv. cimiero. piccola onda; cymatium Vitr. 81, -i^^uovolo. Cimelio, /it///i).iov, oggetto riposto, (xc>.aj, giacere riposto) quindi da riporre, prezioso.
/.u/j^anov,

Ciurma, x>.iU!r//.a, sost. vb. di x/c^w, il comando del capo dei rematori,
celeuma Mart. 3, 67, 4. xs/ua/za divenne poi cleusma, chusma chiurma, (sicil. ciurma. Dal significato
)

Cimasa,

di

comando dovette poi passare a

quello delle persone comandate. Deriv. cluruiaglia, ciurmare, in-

Ili

clorotico, clorosi, cloruro,

cantare con parole ed atti mistici, deriva dai significato che forse dei gesti convenzionali del capo rematori ; quindi ciurmerla, ciur-

comp.
vedi

cloroformio.

Cocca, piccola nave


Conca.

concAt!,

madore. Clamide, x^^/^'^s specie di mantello, chlamys Plaut. Pseud. 735.


Classe,

Coccige, xxxu?, estremit inferiore della colonna vertebrale, propr.


osso d cuculo.

Pott {Et. Forsch. 2, 376) e lo Schweizer (K.Z. 11, 77) riferiscono il latino classis ad una forma dorica v.lu'jiq ion. xX/jcrt?, sost. di xa/sw chiaqaare, e sarebbe
il
,

Cocciniglia,
xxxog,

da xxxtvo5, agg. di colore scarlatto, coccinus

Petr. Sat. 28.

la

chiamata sotto
Il
il

le

armi
p.

cfr.

classicum).

Curtius
(

139 ne

Coccio, dalla forma aggettivale concheus, vedi conca. Altri lo deriva da y.oyli-<^i, chiocciola. Cocco, XXX05, coccus (-um) Hor.
Sat. 2, 6, 102.

dubita, e cos

Mommsen
R. G.
1, il

che
81).

prima
11

l'aflFermava
1,

Coccodrillo,
volta a

Corssen

496,
la

p. 12, il

Weise

Tuchndler, credono parola

^po-AStog , crocodilus Cic. n. d. 2, 48. Fu veduto la prima

Roma

nei giuochi dati

originale latina. ClaYicembale, vedi Cembalo. Clero, x/v5/50s, sorte, eredit, parte assegnata. Vuoisi che cos fosse chiamata la parte eletta del po-

dall 'edile curule M. Emilio Scauro l'anno 58 a. Cr. Plin. 8, 96. Cofano, y.r^^i-joq, cophinus Coli. 11, 3, 51. Serviva per giardinieri e

polo assegnata a Dio, come presso gli Ebrei la trib sacerdotale di Levi. Clerus Tert. Monog. 12.
Deriv. clericale, clericalismo, cfr. chierico.

maestri di casa. Coglione, coleus, testicolo, Cic. fam. 9. 22 da ^oUi, fodero. Colra, xo^ipa, forse da xok-hy bile,
indica flusso di bile, diarrea; choleva Cels. 2, 13. Deriv. coleroso,
colerico,
e.

Clessidra,

acqua

x/sj^-u^pa, che racchiude clepsydra Cic. de or. 3 , 34, 138, orologio ad acqua. Fu introdotta a Roma da Scipione Nasica l'anno 159 a. Gr., Plin. 7, 215.
,

m.

anticolerico.

Colica,

xw).ixv

(v505),

agg. di xw>ov,

intestino, malattia intestinale, colice in Cels. 5, 25, 12 il rimedio di quella malattia. Colla, x/>a, glutine. Deriv. incollare.

Clima,

x)-t>a, inclinazione, sost. vb. di xXt'vo; clima Serv. ad Verg. geo. 246. Deriv. acclimare.
/.hy.ccxTripi-/.i,

Climaterico,
x/i/AaxTvip,

agg. da

anno scalare (z>t>a?, nell'antica medicina ogni settimo anno della vita, che giudicavasi pericoloso; climactericus Plin. ep. 2, 20. 40. Clinica, x>tvixv7, l'arte per chi sta a letto (x>iV/)); clinice Plin. 29, 4;
scala)
;

Collirio, y.oXvpiov^ unguento per gli occhi collyrium Hor. Sat. 1 5, 30. Colosso, xo/ocrffo; C0^055U5 Plin. 24, 41. Deriv. colosseo, xo^osaatos colossale, colossaeus e colosseus,
,

Colpo,

Plin. 34, 39, l'usa di statue. x^a'^o;, schiaffo, colaphus Piaut. Pers. 293, R. Deriv. colpire. 11 Gaix, p. 67, deriva anche ac,

coppare per accolpare


colpi.

finire a

clinico,

x).tvtx;, il
,

medico curante,

Mart.

30.
yl-^oxr.p,

Coma,
annaffiatore, sost.

-/Mf-oc,

sonno profondo.

Clistere,

da

x),u5w, clyster Cels.

y.wzYipio))

1,27 lo stromento,
i

Comedia,

lofio;

clyste-

canto del xw//05 comitiva baccante, comoedia Plaut. Pseud. 1081. Comediografo,
zw//-w5ia,

rium Scribon.

14.

di mixM^Lo-yp'foi, scrittore

Cloro, x^^p?, verde pallido. Ora nome d'un corpo semplice. Deriv.

die,'Prob. cathol. 38, 17 K; diante.

comecome-

112

Cometa,
deriv.

y.oiirtT/ii,

chiomato (astro),
vedi Gtiioma; co2, 5.

da

x//v7,

metes Cic. n. d.

Comico,
588.

y-o/j.ui,

agg. di

xw/^og, (cfr.

Cornice) y-op^vi^, piccola corona, corons Mart. 10, 1, 1. Coro , xopi chorus Naev. com. 75, Rbb. Deriv. corale, corista.
Corografia,
del
x<^p-yp^'f^^^

comedia); comicus Plaut.

Poen.

descrizione

paese,

chorogrofia

Pomp.

Conca ,
Plaut.

x-yx'!

conchiglia

concha

Rud. 297.
/.oyyyio-j,

Conchiglia,

dimin. di x'/X'?,
6,

conckylium Lucr.
concliiglacco.

1072, agg.

Cosmetico, /0(7/jtv5Ttx?, agg. da xo^/zm, adornare. I Romani avevano il cosmeta, yoap.YiTrr? cameriere ad,

Mela;^

Lact. ad Stat. Theb.2, 44.

Conia, burla, celia, forse da st/.vta, piccole immagini, figurine grottesche, od anche smorfie del viso per imitare e canzonare qualcuno.

detto all'abbigliamento. Cosmo, xsr/Aog^ mondo, agg. cosmico, yo'jfMy.^ cosmicus Mart. 7, 41

z= mundanus, cosmopolita. Comp. Cosmografia, yop//.o-ypxfia descri,

Cono,

XWV05,

conus Lucr. 4, 427, B

agg. conico, xwvtxs, conicus Vitr.


236, 22.

zione del mondo cosmographia Cassiod. div. lect. 25; cosmografo,


,

y.Q'jlj.oypi.'^oi^

cosmographus Myth.
}

Coppa, incerto

se dal gr.

xuttv^

o se

lat.

3, 6,

35

agg. cosmografico

ambedue derivino da una rad. comune, donde anche il sanscr.

cosmorama, e. m. yozij.'pv.iJ.oi., veduta del mondo, cosmogonia, xo-

(7^(/,o-7ovta, generazione e formazione hipas. del mondo, cosmopolita, yontj.oCorallo, y.opxiov, corallium Ovd. Met. 15, 416. Agg. corallino, /.o-KolTr^i, cittadino del mondo, agg. cosmopolitico. pdM-Jo;^ corallinus Anthol. L.989, 13, M. Cotogno, xuowvi'a, cotonia (-ea), Cat. r. r. 7, anche xuSwvtov, cydoneum Corda, -/.opH, budella, corda di buPlin. 15, 37 e Creta insula advedella, chorda Lucr. 2, 412. (I cta. Deriv. cotognata. composti accordare, concordare, discordare, non sono formati da Coturno, xSropvos, specie di calzare, cothurnus Liv. Andr. trag. in Tecorda, ma da corcordis^ cuore). rent. Maur. 9, 5. Era usato dagli Coreo, yopiioi, piede metrico, choreus Cic. or. 63, 212. attori tragici e cos indic poi anche la tragedia. Coreografo, e. m. di -/opno-ypiooi,
1

scrittore di balli; coreografla. Cranio, xpavtcv; craniologia, e. m. Coriambo, xopiv.ij.poi, piede metrico, xpav[&-/oyta, dottrina del cranio. choriambus Auson. ep. 10 37, Crapula, x^atTra/vj crapula Plaut.
, ,

Parola derivata secondo Curtius, p. 68 e Vanicek, p. 148; comune secondo Corssen coriandrum Plauto 2, 143 /.opiciv-jo-j Pseud. 814, R. Crasi, xp57t5, mescolanza, Gramm. fusione di due vocaboli in uno. Corifeo, y.opvjcdoc, che sta in cima, a capo, agg. da/(3pu5j4, corphaeus Medie, qualit speciale del sangue. Cic. n.d.i, 1^1, 59 rr princeps. Cratere, y.pxHp, vaso grande per mescere il vino, crater Cic. Att. Corimbo, y.p^jfj.po;, grappolo d'edera, corijmbus \erg.ecl.3, 3 2, 8, 2. Ora significa la bocca dei vulcani, che nella forma soCorintio, y.opOj^'.o;, agg. di Corinto, ora agg. di un ordine architetmiglia all'antico cratere. tonico, corinthius Cic. Orai. 2, 65. Creosoto, e. m. di zpa; (To'j^j), che salva la carne, olio volatile che Coriza, z-ipu^a, coryza Cael. Aur. acut. 2, 17, 101 =r destillatio, piconserva a lungo le carni. tuita. Cresima, xp''^^F^7 unzione, sost. vb.
agg. coriambico, xopiay.li/.i, choriambicus Sidon. ep. 9, 13. Coriandolo, dimin. da coriandro,
,

Pseud.

12,

82.

'.

di
x/5'^5

113

Ttx/7,

chrsma Tert. de bapt.

7; vb. cresimare.

giudice d'arte. Fem. critica, xptarte di giudicare, vb. critie. m. da X|5y7rTo-ya/Aos, nozze nascoste. Specie di si che piante riproducono in modo

Crestomaza, xP'^^to-/^^'', apprendimento di cose utili. Cos dicevansi i libri in cui erano raccolti
gli squarci tori.

care.

Crittogama,
dalle

pi belli di varii scrit-

ignoto

non apparente.
,

Cripta, xpuTTTa, antic. andito coperto; ora la cappella sotterranea d'una


chiesa. Cfr. grotta.

Crisalide, xp^^a'^t?, il verme color d'oro (xp^^) prima che si tra-

vb. deriv. da x/jra/ov, (cfr. fischiare da fistula), crotalum Scip. in MsLCrob.Sat. V, lU Croco, y.fjxoi e y.pM'j^ crocus e cro-

Crocchiare

castagnetta, nacchera

muti in
Crisi,

farfalla.

giudizio, decisione, sost. da xpi'-vw. In medie, indica il momento in cui la malattia si rix/5t5t5,

solve per la morte o per la guarigione. Ora usasi per qualdifficile o politico o siasi stato finanziario o d'altra specie che ha bisogno d'essere risoluto. Cfr.
critico.

2, 416, Varr. r. r.\y 85; agg. croceo, Xjoixsos, croceus Verg. geo. 1 , 56. Croma, '/.pSiJ.a^ genere di tono musicale, chroma Vitr. Ili, 18. Ora

cum, Lucr.

significa la durata

quarto
tico,
1.15,

di

battuta

agg.

d'un mezzo croma-

xpo/xcf.riy.';,

chromaticus Vitr.

19.

Crisma, vedi Cresima.


Crisolito, xf.vs-hj'oi, pietra aurea, chrysolithus Prop. 2, \Q, 44.

Cromolitografia, e. m. di xp^F-'^li^oi-ypafix^ stampa sulla pietra, a


colori; agg. cromolitograflco.

Cronaca, xpovux, agg. plur. da xpV05


,

Crisostomo y^pao-axoiJ.Oi bocca d'oro, eloquente.


,

con

la

tempo

significa

storica

che segue

narrazione l'ordine del

Crstallo,x/5U7Ta.og, crystallus (-um)^ Prop. 4, 3, 52; Verg. co;). 30. Deriv. cristallino, y.pvjru'.voi; , crystallinus ^Qw.de ir 3, 40, 2, cri-

stallizzare,
stalli.

e.

m.

Gristallografla,

la descrizione

o scienza dei cri-

tempo. Cronico, xpo'-'ws, agg. da /pvos, tempo, chronicus Geli. 17, 21. Cronografia, xpovo-vpy''a, descrizione dei tempi, annali, cronografo, xpovo-y/jK'^o?, annalista, chro-

nogrophus Sidon.
x/5tcrT,-,

ep. 8, 6.

Cristo,

unto, agg. vb. di xptw, Christus Vulg. 2, Macch.1,


,

10. Deriv. cristiano, xp'^^'''' christianus Tac. ann. 15, 44 cristianesimo, xpicrTtavt5-/^.(3,-, christianismus Tert. adv. Marc. 4, 33,
,

Cronologia, yoo-io-lo-jioL, antic. calcolo del tempo; ora la dottrina dei tempi e delle date. Chi tratta questa materia cronologo. Cronometro, xpov-/^.T/3ov, strumento da misurare il tempo orologio
;

cristianit, cristianizzare, /pt^ttavt^M, christianizo Tert.


1,

esattissimo.

adv. Marc.

Cubo,
4, 5.

xu^o?,

dado, elibus Vitr.

10,

21.

agg. cubico, xu^txs, cubicus

Criterio, xpiT^piov, mezzo o norma per giudicare (xpivitv). Critico, xptTtx,-, agg. da x/ji'vw, come
crisi, criticus Cic.

Vitr. 104, 13.

Caccliiaio, yoyUpiov, dimin. di xox>^a?, chiocciola, cochlear Petron.


Sat. 33.

fam.

9,

10, 1,

Zambaldi, Le parole greche.

114

Dardo, secondo alcuni da ^p-j /3aTo$, lancia, ma pi comunemente da una parola germ. tari,
ingl. dart.

mon-^ demonico, monicus Tert. de


nologia,
nit.
e.

Sai/j.ovtx.i,

spect.

dae9 ; demodivi-

m. dottrina delle

Dattero, Sxru^os, dactylus Plin 13, 46. In italiano dattilo il piede metrico composto d'una lunga e due brevi. Dattiloteca, a/Tu^'-o-Sr/jx/^, ripostiglio e raccolta di anelli da si-

Desco = disco. Poi si chiam cos la mensa circolare; vedi disco.


Desinare, alcuni lo derivano da ouTTVitv, devenuto dinar, disnary il che mostrerebbe che entrasse nelle lingue neolatine dalla Provenza. Il Diez propone decoenare^ etimologia che non senza difcolt,

Deca

gillo; dactyliotheca Plin. 37, 11. e Decade, 5s/.a;, decina, de-

cas

Tert. praescr. haer. 49. Nei


dieci,

ma pur

verisimile.

composti deca vale


goli
,

come Despota,

in decagono, ^sx-vovo^ a dieci an-

decagonus Boeth. geom. p 422; decalogo hy.i-loyoi i dieci comandamenti, decalogus Tert. de anim. 37; decasillabo, ot/.ct.-a>.lufioi

di dieci sillabe,
p.

decosylla;

signore, padrone. Deriv. despotico, o^ttotjxc; despotismo. Deuteronomio, oiD-tapo-v/Mo-^, seconda legge. il titolo del quinto libro di Mos nella traduzione dei Settanta.
oe<77it/;?,

111,31 K dccamerone le dieci giornate [rif-ipcc.) del Boccaccio. Delfino, Stlfii, delphinus Att. trag. 404. Forse il delfino entr a Roma

hus Mar. Vict.

Diabete,

ota-p/jTV/i, SOSt.

da

ta-jSatvw

passare; sifone per cui passa l'acqua, diahetes Cai r. r.3, 10, 2. Nei medici greci la malattia

che porta ancora questo


agg. diabetico. Diabolico, vedi Diavolo.

nome

col culto d'Apollo, cio poco dopo la cacciata dei re. Era creduto per antiche leggende amante della musica e amico degli uomini. Alla vigilia del sacrificio ad ApoUo era portato in processione per la citt dai Quindicemviri. Delta, Una, lettera dell' alfabeto, poi fino dal tempo di Erodoto la terra compresa fra i due rami del Nilo e il mare, che raffigura-

Diacodio,

t xwtwv,
)

di piipaveri

(per mezzo succo di papaveri,

diacodion Plin. 20, 200. Diacono, 5cax?iv5-, servo, ministro, diaconus Tert. de hapt e. 17.
Tievv.

diaconia,

iv./.o'ju.

Diadema,

tao/;//, sost.

vb. di^ta-^w,

legare intorno, cingere, diadema Cat. or. p.28, 13. L'uso del dia-

dema venne dalla Persia. Diafano, oi trasparente. Diaframma, ^l-'fpv.yiJ.u, tramezzo fra due spazi, comunemente il muscolo che separa il torace dalDemagogo, ov;//-avwvr, capopopolo; astr. demagogia, ^/i/y.aywyiaj l'addome agg. demagogico, ^nij.ayjy/'./.c. Diagnosi, tayvwcru, distinzione, in Democrazia, -niio-y.pv.Tiy., governo particolareil riconoscere una mapopolai-e; agg. democratico,
/.pv.-u/.i,.

va appunto un A; Belt Mei. '<?, 7, 14. Ora indicali paese compreso fra due rami di un fiume qualsiasi e il mare.

o/;//o-

lattia;

agg. diagnostico,

Diagonale, agg. da
ylij.wi^

tavv&)7Ttxc. ^lu e ywvta che

Dmone,

(spirito,

ente su-

periore)

daemon Apul. de deo

attraversa gli angoli, diogonalis disterminus. Vitr. 213, 2tS

Socr. 13. Deiiv. demonio, Sutf/.-jio-j, daemonium Manil, 2, 938 dae-

Diagridio, oiaz^tov, diagrydium Cael. Aur. acM^. 1, 17, 179.

1i5
Dialettica;
Sta-isxTtxv^,

SiScT/.oc'Xoi
,

propr. l'arte

maestro, didascalicus
5t5xTix?,

del conversare e discutere, dialectica {-e) Quintil. 1,10, 42. Agg.

Auson.

ep. 17.

Didattico,

che appartiene

masch.

dialettico, Sta^sxrtx.^, dialecticus Ci,. Fin. 2,6, 17.


StX-:xToc,

all'istruzione, agg. di StSaerxw, in-

Dialetto,

(la parlata) dialectus Svet. Tib.Z6;agg. dialettale.


Sidc-loyoi,

Dialogo,

conversazione,

segnare. Dieresi, Staipzsi?, distinzione, diaeresis Prob. 363 , 21 K , separazione di sillabe.


Diesis, ^t2<rt5, sost. vb. di St-i-/)/xi, dividere, in musica un quarto di tono cio la divisione di un se,

dialogus, Cic. or. 44. Deriv. dialogico, dialogizzare, dialogismo. Diamante, kSx/xag, in-domabile; antic. ferro ed acciaio durissimo; da Teofrasto in poi il diamante, adamas Verg. Aen. 6, 552; agg.

mitono,
Dieta,
Cic.

diesis Vitr.

HI, 23
vita, diaeta

adamantino,
tinus Lucr.

5a//.vTtvo?,

adaman-

2,

447.

Diametro,

trasversale, sottinteso linea (vpa/^/"']}, diametros dimetiens. Deriv. Vitr. 79, 7 diametrale, diametralmente , sicSiA-y.trpoi,

dietetico, diaeteticus Cael. Aur. chron. 2, 12, 145. (Non si confonda con dieta nel senso di assemSicitxvxui
,

StatTa, Att. 4,

regime di

3,3; agg.

ch due cose opposte diametralmente sono collocate ai due punti estremi d'un diametro. Diapason, ^t7rac;&jv, letteralm. per tutte (le corde dell'ettacordo) cio la distanza di ottava. Ora si usa

Difterite, deriv. da Si^Srpa, membrana; malattia che produce membrane, specialmente nella bocca e nella faringe; agg. difterico. Digamia, Si-yx/xix, propr. le seconde nozze, digamia Tert. monog. 6, agg. digamo, iyxy.oc, digamus Tert. monog. 8.

blea politica, che deriva da dies).

comunemente per estensione


voce.

di

Digamma,
doppio

5i--//7.aa
,

e^

^i-ya/x/xov,

gamma

antica

lettera

Diarrea^ StAp-poia, flusso, diarrhoea Cael. Aur. chron. acut. 2, 19, 192. DiasprO) '^Tzf^, iaspis Verg Aen.
4, 261.

dell'alfabeto, cui indicavasi con

due r uno sovrapposto

F ; digamma e digamnon Att. 9, 9; 4. Quint. 1. 4, 7,

all'altro, Cic.

Diastole^ Six-aro).r distensione, il contrario di sistole, agg. dlastaitico, SicirciltiAi, dicesi


il

Dilemma, S-rtij.txx, doppio lemma, dilemma Serv. ad Verg. Aen. 2,


675; vedi

movio con-

lemma.
,

Diuainica, Su-jx/ja-kt, dottrina delle potenze (uva^ast^). Deriv. dinamico dinamismo, c. m. Diatonico, oia-rovtx?, diatonicus frjvxf/.t/.i, Plin. 36, 172, nome d'una scala dinamometro, strumento per mimusicale. surare la forza. Diatriba, otz-rpt^, propr. tratte- Dinamite, deriv. mod. da vufj.i^ nimento, diatriba in Geli. 1, 26, potenza, indica una sostanza e1 scuola filosofica. Quindi dissplodente di gran potenza. sertazione; ora scrittura violenta. Dinasta, ouvajrv;?, il potente, chi ha il potere nello Stato; dynasta Diavolo, Si'^oloi calunniatore Cic. Att. 2, 9, 1 astr. dinastia, diaboluSf in senso cristiano Tert. de idol.c. 5. Deriv. diabolico, SixuvaTTta, la magistratura supredi cosa ristretta tratta che si distende.
, , , ;

mento

^oh/.i,
1 1,

diabolicus Paul. Noi. 29,


,

ma

dello Stato; agg. dinastico.


(5t-otxv;7j;,

diavoleto, davolio, diavolerio.

Diocesi,
sost.

tribunale. Dicastero, Sr/.ao'zrpiov Ora in generale ufficio pubblico,

amministrazione, Poi indic la circoscrizione amministrativa.


vb.
di
tiofxw.

ministero.

Dioecesis Cic. fam. 3, 8, 4; agg.


,

Didascalico

5t5ac7x),,-

agg.

di

diocesano.

fl6

che prot-ouprtziAi Diottrica) iompiA-r,, agg. di oi-n- Diuretico, Vitr. muove rorina (oupov), agg. da 8iT/5, tra-guardo, dioptra 205, 19. Ora la parte dell'ottica oupio/xxi. di che tratta delle propriet della Dodecasillabo, owts/.-(jy>^3o; dodici sillabe luce rifratta; agg. lottrico. duodecasyllabus Mar. Vict.p. 161, 3 K. Diploma, SmMfxu, SOSt. vb. di otrt/o), addoppiare, indica una carta pie- Doga, ^oyjn, recipiente doga Vogata in due, cio aperta, una letpisc. Aurei. 48, 2. Ora s dicono tera patente, un passaporto, ecc. doghe le assi curve di legno ond' composta la botte. ' diploma Cic. fam. 6, 12, 3. Deriv. diplomatico, diplomazia. Dogma e Domma, //j(.a, decreto sost. vb. di ^oxsTv, dogma Laber. Disagio, vedi agio. com. 17; Cic. Acad. 2, 43, 132. Disarmonia, e. m. di 'rj7-y.p;j.o-jiu; Poi la definizione d' una verit agg. digarmonico.
, , , ,

Disastro,
stella,

e.

m.

di

ou^-a^-ri'.&v,

cattiva

cjuindi per maligno influsso agg. disastroso.

sventura accaduta d'una stella;

cilio.

religiosa deliberata da un ConDerv. dogmatico dogmaticus Auson. idyll. 17, 16; dog,

matizzare
circolare, d
,

Disco,

oiaxoq,

discus Plaut. Most.


piatto

ep. 57, 8 estr.

152. ?]ra

un

Dorico,
2, 2.
^

dogmatizo August. dogmatismo. doricus Plin. 6, Mpv/.i


,
,

metallo o di pietra molto pesante, che gli antichi si esercitavano a gara a gettare in alto. In S. Agostino e in Apuleio anche un piatto da mangiarvi.
Cfr.

Dose,

iii, il dare, la sommistrazione, poi la porzione di farmaco che si d in una volta. Lue.

obd.

4.

desco.
07/.0J.0
,

Dragante,
di

Discolo,

carattere dif-

ficile, scontento. Discrasia, contrario di /;.y.ou:, alterazione degli umori; cfr. crasi. Disillabo, oi-c7J//a,3&^-, di due sillabe, disyllahus Quint. 1, 5, 31. Disorganizzare, vedi organo. Dispepsia, v7-7T'itz, digestione difficile,

di/spepsa Cat.
,

r. 7\
,

127,

1.

Dissenteria,

ou7 evrc^ota

disordine
Plin. 28,

Tpay-a/.av&a, spini di capro, specie d pianta, tragacan^ tha Plin. 13, 115; fioriva specialmente a Creta. Poi indic la gomma che ne stilla. In Apuleio trovasi gi la forma traganthes. Drago e Dragone, jsizojv, draco Enn. trag. 314. Drama e Dramma, opy.ij.rx azione, sost. vb. di opi'j). drama Auson. ep. 18, 15; agg. dramatico
,

intestinale dysenteria dissenterico. j28,* agg.


stichus
Col.

Distico, c-7TtxOi, di due versi, di-

Dom. 482, 15 K; comp. dramaturgo, vpu;j.y.r-ovp-/i, compositore di drajOa/y.aTtx;


,

dramaiiciis

2,9,

16.

Comunee

mente indica un esametro

un

Dramma,
e

mi; dramaturgia, draniaturgico. nome d' un peso ^pv-'/jj-h,


,

pentametro dattilico. Ditirambo, ot-^-jpxiJ.^oc, nome d'un


canto bacchico, dithi/rambus Cic. de or. 3, 48, 185; agg. ditirambico,
i'-jpxij.^f/.i
,
I
I

d'una moneta, drachma chuma, Plaut. Pseud. 88.


Drastico,
5pv.7rv/.c,

dra-

efficace,

tivo, agg.

da

po), si

operasottintende

dithyrambiciis
1.

farmaco,
rp.

{fup/^a-Ao-j

opsf.zti/.v

Eu-

Cic. opt. gen.

1,

Dittamo, oi/.-vx'j.-jO': {-um) Cic. n.' d. 2,


vasi

-ov

50, 126.

dictamus Trae-

fon. 1185) Driadi, op-jf-c, deriv. da op'jc, quercia ninfe degli alberi dryades
,
,

da Creta e da Cipro. Dittongo, i'^^ojjoi, doppio suono, 25 K. diphthongus Prob. 219


,

Verg. geo.

],

].

Dromedario,
3,
i

vb. dittongare.

C. I. L. 93, gr. poui corridore, dromas Liv.37, 40, 12.

dromedarius

117

Taccus. 5ouxa da SoO?, o al nom. titolo dato dai Bizantini al comandante militare d' una provincia. Deriv. duchessa, ducato, duchea, ducale.
5oj/.a5,

Bnca^ Questa forma della parola latina dux^ condottiero, che in


italiano divent duce (ven. doge) non pu spiegarsi altrimenti che derivandola dalla forma greca

che essa dovette prendere a Bisanzio. Pu corrispondere o al-

Diilia, 5ou>-ta, servit, teol. culto degli Angeli.

E
Ebano)
sjSsvo?,

117: Sola

num.

ehenus Verg. geo. 2, India ngrum feri ebe-

9 la giusta disposizione del discorso,

Deriv. ebanista.

nomus
riv.

economo,
Cod. Just.

otxov/xos,
1,

oeco-

3, 33. 11

Deoeco-

Ebdomadario^ agg. deriv. da |35oil numero sette, la setti[xxi, mana.


EbreOj e^paroi, forma d'agg. greco, hebraeus Tac. hist. 5, 2. Deriv.
ebraico, hehraicus Lactant.
417.
di

economico,

ox'jvo/jitx;,

nomicus Quint. 7,

10,

eco-

nomista, economizzare.

Ecumenico,
otxou/^v/7
,

menicus

ouov/mvix, agg. da terra abitata , oecuche appartiene alla terra


la

Ecatombe,
cento de jSvj
j3ot/j,

har/j.^-n

sacrificio

(Ixarv)

buoi

(^/j.

Altri cre-

suffisso

aggettivale,

per
e

sottinteso

S'unta, sacrificio,

indicherebbe un
to vittime.
sg.).

sacrificio di cen-

abitata, Eckel Doctr. Nura. Ili , p. 336, 372, Comunemente attributo dei Concilii della Chiesa universale. Edema, oiS-ri^u, gonfiezza, sost. vb.

Cfr. Vanicek p. 229 Poi signific un sacrificio di pi vittime, anche se erano molto meno di cento; hacatombe Varr. in Non. 131, 19. Eccentrico, vedi centro. Ecclesiastico , izx).-/3JtTTx; agg. da hariicc ecclesiasticus Tert. pud, 22. Cfr. Chiesa. Eclettico, sx-)>cXTxo,-, agg. da y.-Uyoj, scegliere fuori. Cos furono detti i filosofi che sceglievano le dottrine da altre scuole e ne componevano un sistema misto. Astr.

da olSio'j ^Sg- edematico. Efebo, if-Yj^o adolescente, ephebus Tert, Andr. 51.

Effemeride, l^-vj/xsp tV giornale, commentarli Cic. ephemeris


, ,

Quint. 18, 57.

Effimero,
giorno.

kf--riJLtpo;,

che

dura un

Eforo, i'f-opoi, sorvegliante, ephorus Cic. leg. 3, 7, 16,

Egemonia,

v^ys/zovta,

comando,

di-

eclettismo.

Eclissi, x-;,cn|/j;, deficienza, sost. vb. da sx->st7Tw , eclipsis Cornif.


rhet. 3, 22, 36.

rezione suprema, principalmente in guerra. Egida, atyt,-, propr. uragano; poi il terribile scudo di Giove, che scuotendosi produceva tuoni, fulmini e tenebre Gli antichi deri-

vavano questa parola da

Ktyt's,

Eclittica,

agg. da sxXsittw, cfr. eclissi. Plin. 2, ic, 13 medii latitudinum articuli, quae vocant ediptica scilicet quia ibi contingere eclipses solent. Serv. ad Verg. Aen. 10, 2l6 sol cursus agit per eclipticam lineam. Eco, yi//J), echo Att. trag. 572 Rbb. vb. echeggiare.
Ix-^stTTTJxv;,
,

pelle di capra, favoleggiando che Giove nella guerra coi Giganti si fosse fatto lo scudo con la pelle della capra amaltea , che l'avea nutrito bambino.

Egloga,

ix.).07v,

scelta, poi

squar-

cio scelto da uno scrittore, ecloga' Varr. in Charis. 120, 18 K. Ora

Economia,

significa il genere virgiliano di poesia pastorale. governo della famiglia, oeconomia Quint. 1,8, Elastico, agg. derivato da klx<jr-/i,
oho-vo/j.{x,

118

sost. da /auv&), spingere. Indica gli oggetti, le cui molecole ripi-

gliano per propria spinta la loro posizione naturale alterata per compressione, distensione, ecc. Elaterio^ i/arZ/ptov, dal tema di Holv&), mezzo per spingere fuori. In
,

'EXexwv, catena di monti in Beozia, sede delle Muse. Helicon Verg. Aen. 10, 163. Agg. eliconio. Eiso, ;j>u5tov, salita, luogo dei

Elicona,

medicina un purgante. Anche il succo del cocomero selvatico. elephas ed eU' Elefante, Di'^as al loro paese. Hellas Mela 2, 3. phantus Lucr. 6, 1112. Plaut. Mil. 25. Probabilmente fu cono- Elleboro, tul^opoi, pianta con cui helleborus curavasi la pazzia sciuto dai Romani nelle guerre di Pirro. Dapprima dicevasi luca (-um) Plaut. Pseud. 1185, Cat. r. r. 157, 12. bos, bue lucano. (Plaut. e Naev. beli. pun. f)\ ine. 11). Fu veduto Ellenico, kll-m-Ai agg. di "E/iyjy
,

563. Elysium beati Odyss. 4 Verg. Aen, 6, 538. gira-sole, Elitropio, Tilio-rpruov helotropium Varr. r. r 46. Eliade, 'E)M, nome dato dai Greci
,
, .

in Roma la prima volta nel trionfo di M. Curio Dentato (Senec. brev. mt. 13, 3, cfr. 13, 8). Agg. elefantino.
,

greco. Deriv. ellenista, I/)./3vi7t-4-, ellenismo, DJvjvjt/z?, hellenismus Diomed. 440, 22 K, ellenizzare,
Ellissi, sl~hA<iii omissione, ellipais Quint. 8, 6, 21 agg. ellittico,
;

Elefantasi,

sk^avTta^t,-

malattia

della pelle, per cui diventa rugosa come quella dell'elefante; elephantiasis Plin. 20, 144. Elegia, li /Eia, componimento in
distici dattilici, elegia Ovid,
-',

Ehninti,
vermi. Elogio,
i

DutvSrsg,

ti-elniintico,

vermi; e. m. anrimedio contro i


lode
,

am

3; ag-g. elegaco, iliyiu/.i elegiacus Diom. 507, 1 K.


9,
,
j

yio-j.

iscrizione

sepolcrale,

Elemosina,

s/iv-j^y-o^jw; compassione, Tert. de idol. 22 eleemosyna ci che si d ai poveri per com-

Beuerl.

eulogium Placid, g. elogium Plaut. Mere.

409. Altri, fra i quali il Curtius, [Accad. bav. 1864), derivano questa

passione. Deriv. elemosinare, eie-

parola da kUyzXov

nome che

gli

mosniere.
'iUyxoi, prova, controllo,! quindi registro; elenchus fu anche nome di perle grosse e bislunghe, Plin. y, 113. Elettrico, agg. da rtlzy.Tpo^^, ambra,

antichi davano al distico formato

Elenco,

d'un esametro e d'un pentametro dattilico, e in questa forma si

componevano le iscrizioni
tra
le

funebri,

la quale strofinata sviluppa l'elettrico. Deriv. elettricit, elettrizzare, ecc.

celeberrime quelle di Simonide. Il Delbriick K Z. V, 275 ammette una forma eloc-iunij


quali
parallela ad eloquium, con cui avea gi identificato il Doederlein Synonym. IV, 1 1 Il Vanicek p. 775, lo riferisce direttamente ad una rad. lag. donde
l'
.

Elettuario,
sxkt'/w, leccare,

To-j,

agg. vb. da electarium Cael.

Aur. chron. 1, 4, 112. Forma popolare italiana lattovaro. Eliaco, v^/ta/,-, solare, attrib. del
levare e tramontare dei pianeti in dato posizioni rispetto al sole.

/syoj,

l'/oz,

Emblema,
|3aA).w;

zi^-p.-ny-oc,

loquor ecc. cosa gettata

entro, inserita, sost. vb. di i//quindi rilievo riportato,

Elice,

uii ed

(i>icr7W;,

DtV.v], cosa contorta helice, la voluta nel gu-

figurine e ornamenti dei vasi. In Lucil. ine. 34 M, emblema la-

scio della chiocciola, Cic. de univ. 9, 27 H e B; h<dix specie di edera, Plin. 16, 105.

voro di musaico. Agg. emblematico.

Embrione,

>.-j2/5uov,

che germoglia

119
In italiano pass forma dei nomi in one.

dentro.

nella
/xm

tura antica d'incorporare il colore con la cera e poi fissarlo


col

Emetico, I/zcti/.,- agg. mezzo per vomitare


,
_

da

emeticus

Apul. herb. 35.

encausticus xauiTTw?, 122. Cfr. inchiostro.

calore} agg. encaustico, yPlin. 35,

GMI9

i/Mt, mezzo, corrisponde al Encefalite, deriv. da yyAfaog, cersemi latino e si usa in varii comvello, infiammazione cerebrale.

posti

Enciclica,
fl/^ii-xuxXog

Emiciclo^
118.

hemicydus

semicerchio, Ambros. in Psalm.


,

da
fica

l'/xu/itoj

lettera, deriv. circolare. Ora signiparticolarmente le circolari

sottint.

del Pontefice

Romano.

dolore di Enciclopedia, hy/.^ho^ nociBua, prEmicrania, YlfXl-CpCiVKX. mezza testa, hemicrania Cael pr. coltura generale. Deriv. en-

Aur. chron.

1,

1,

4.

Emiplegia,

6K. ^ Emisfero, hf/.t-vfxipiov, mezza sfera, hemisphaerium Naev. in Varr. Encomio


l.

colpo a met della persona; agg. emiplegico.


vi^t-nlnyCa,

ciclopedico enciclopedista. Enclitico, y-x).iTtx?, agg. da iyxJ.tvw inclinare, encliticus Prisc. 14,
,

l.

7,

2,

7; agg. emisferico.

Emistichio, rfjn-a'rixtov, mezzo verso hemistichium Svet. Yit. Lu- Endecasillabo, vsxa-ffu)ij3o?, di undici sillabe can. p. 51, 8 R. hendecasyllabus in Catull. 12, 10 il verso faEmorragia, cdixop-payiK^ eruzione di sangue lecio. haemorrhagia Plin. 23, 132. Endemico, agg. deriv. da iv-or,iJiOi, che sta nel popolo indigeno corso di Emorroide, ul/j.o-p-poi sangue, haemorrhois Amm. 30 presente. Dicesi di malattie pro6, o; agg. emorroidale. prie di certi paesi. sost. da Endica, h-^m-n, deposito di merci. Empiastro, if^Tzdarpov Endivia, svtujSov, gloss. geop. 12, >x-Tzly.'7iM, spalmare, emplastrum Cat. r. r. 39, 1. 1, l,intubus,F\m. 20,8, 29. La da forma italiana deve derivare da derivata forma e/x-n:uEmpireo,
,
,

encom,ium, , ly^f-i^iov , Quint. 7, 2, 33. Deriv. encomiare, encomiastico.

Cos fu detta la sfera del fuoco, il pi alto dei cieli. Empirico, h/^nsipiMi, sperimentale, agg. da Ifi-nzipia, empiricus Cic. Acad. 2, 39, 122; sost. empiripoi infocato.

una forma aggettivale intubia o


intybia^ sottint. herba. Endogeno, h^o-yzvra, nato dentro, interiore.

Energia, h-ipynu
Hieron.
ep. 50;

smo.
piazza di

efficacia, energia agg. energico.


^

com- Energumeno, iv'zpyoy.zvoi partic. Emporio, e/A-rr/stov, di v-spyio, operare dentro, enermercio, deriv. da t/j-nopoi mera daemone correpius cante, emporium Naev. beli. pun. gumenus

74 agg. emporetlco /j.T:op-/xiy.g^ commerciale, emporeticus Plin.


; ,

Sulpic. Sev. dial.

1,

20, 9.

Enfasi,
9,

13, 36.

2,

emphasis Quint. 64 ^ pondus significatio;


V-<?<7'5,
,

Enallage, h-anay/i, scambio, poi


;

agg. enfatico, s/jiyanxos. fig. gramm. enallage CI. Sacerd. Enfiteusi, im-pianta//.-yTU(Tt$ , art. gramm. 1, 88. gione, poi il diritto d usufruire concorun fondo altrui, con l'obbligo di Enarmonico, h-ocpfi'jioi dante, specie d'intervallo musipagare un canone e migliorarlo con piantagioni. I Romani precale, enarmonius Macrob. Somn. sero la parola dai Greci d'oriente; Scip. 2, 4, 13. Encausto, ey-xauTTov, agg. vb. da emphiteusis Cod. lust. 4, 66, 1 enflteuta, s/AijjtTsuTigs, emphiteuta y-xatoj in-urerej metodo di pit,

Cod.
lust. ihid.

f20

sTrtx^,

lust., ibid.'^ enateutico, ;//-! Cod. juTsuTtx^ , emphyteuticus


|

Epico,

agg. di
1,

stto;,
1.

epicus

Cic. opt. gen. or.

Epicureo,
sost, vb. di
avi-ral-?

Enigma,
To//aj,

arvr//y.,

del

tzi-m^iio;, agg. seguace filo sofo Epicuro. Deriv. ep icu-

significare oscuramente,

rei 8 mo."

ludere; agg. enigmatico,


Ttxg.

tv(y//av

Epidemia,

km-o-o/uoc,

nola, ed anche ella, iella, klhio specie d'erba, inula Hor. Sat. 2)
8, 51.

giorno in un luogo; poi malattia che si diffonde in unpaggf^ >*"


^

propr.il sog-

apidomieo.

Epidermide,

m-Sipy.ii, lo strato

su-

Enologia,

e. m. di oho-lo'/v.^ dottrina del vino. (Ateneo, 2, 40 ha il verbo ov^oyiw, parlare di vino). Deriv. enologo, enologico.

perficiale della
1.

pelle

epidermis

yeget.3, 61, Epifania, t. iirtyavsta o

Enorme,
Enterite
,

vedi noima.
deriv.

TK^vta, sottint. hfA, la festa dell'apparizione di Cristo, epiphania 21, 2,

Amm.

mod. da svrs^ca, inintestini, significa infiammazione intestinale; agg. da I'vt^/z, enterico, SVTOtZ,.
v-&u//-///a,
,

Nella pronunzia popolare divent befana, che indic poi anche un fantoccio di strega usato
4.
,

r-

nel giorno dell'Epifania. da Epifonema, 7rt-vojv/;,ua esclamaconsiderare v-3-u,uoD//at enthyzione, epiphonema Senec. conU\ 7nem.a Lucil. 9, 45 M z:= conimen1, praef, 23 Burs,; agg. eplfonetatio lico. agg. entmematico. Entomologia, e. m. hzoij.o-lo-^io^, dot- Epigastrio, -vjiizpio-j agg. sopra trina degli insetti il ventre. entomologo, -ciUom o io gico-:Epigoni, nati dopo, discendenti.

Entimema,

sost. vb.
,

Entusiasmo,
ne divina;
enthusiastae

v,^ou77,v.

ispirazio

(IvS-ousfa^oj

da

sv-rsog,
;

ispirato); entusiasta, v&ojcrta^Tv^j

Cod. lust. 1, ,5, 5 sono una setta eretica. Deriv. en,

tusiastico, entusiastare

entusia

^smare^
Eolici)^"
tci/t/.'?,

dei Sette a discendenti dei successori d'Alessandro. Significa ancora discendenti degeneri, successori indegni. pigrafe, i7zi--^pu.or, iscrizione. Deriv. epigraOa, epigrafico, epigiansta.
i

Comunemente

figli

Tebe; poi anche

'aoUcus Quint. 1, 4 Eoo, r/^ioi, orientale, agg. da -^w,-, aurora; eous Verg. g. 1, 221, 288. Epa, YtTzcip, fegato, hepar Plin. 32, 149. In italiano sinonimo di pancia. Ma si riferiscono al fegato l'agg. epatico, -hTiczc/.;, hepaticus Plin. 26, 39, e la malattia
epatite.

Epigramma, epigramma

lTd-/py.ij.p.o(.

iscrizione,
epi-

Cic. Verr. 2, 4, 57;agg.


raypaij.iJ.x'zvArji

epigrammatico

grammaticus Spart. Rei. 5, 9. La brevit necessaria dell'iscrizione costrinse a chiudere un


pensiero arguto ed efficace in poche parole e molto significative; da ci il senso moderno di

Epentesi,

n-h-^tau, inserzione, epenthesis Donat. 396, 3 K. Usasi per indicare 1' introduzione di

qualche lettera in una parola, p. e. spasimo per spasmo, Epesegesi, 7z-i%T,yT,^ii spiegazione aggiunta epexegesis Serv. ad Verg. Aen. 1, 12. Epicedio, i-i-ArfitXo-j ^ canto funebre, agg. di A-r.^oi, epicedion Stat. Silv. 2 praef.; agg. epiccdico.
,

questa parola. Epilessia, int-Uirx assalto di mal caduco, epilepsia Cael. kuv.chron. 1 4, 60. agg. epilettico -mkmzmi epilepticus. Auct. fr. iur. anteiust. p.38 Mai. Epilogo, sTTi-^oyo,- discorso che vien dopo, conclusione, perorazione; epilogus Cic. de or. 2, 69. vedi veEpiscopale, episcopio:
,

msetta. In italiano pass fra i nomi in ia; haeresis Laber. Mim. 36 Rbb =5ecia,- agg. eretico tjOSTtx? seguace d' una setta religiosa,

Episodio^ iTC-stff^tov, aggiunta ad una cosa principale. Nell'antica tragedia dove il coro era dapprima la cosa principale, furono
detti episodi i dialoghi fra l'uno e l'altro coro.

inseriti

Epistilio^ m-aruAtov sopra colonna, architrave, epistylium Varr. r r.


3, 5.

haereticusTQvi. de bapt. 15. Deriv. ereticale. Comp. eresiarca oclptsidi setta, haeresiarcha t-py/i capo Sidon. ep. 7, 6.

Epstola^

epistula Plaut. Trin. Ili. Deriv. epistolare, epistolario.


Tiii-zol-f]^

epistola ed

eccitamento p&^fs/j.i da IpSt^w. Ergastolo, ergastulum Cic. Gluent. 8, derivazione ibrida da ipya.'jx-^pio-j
,
,

Eretismo

sost. vb.

Epistrofe^ sTzmpo'frt riversione, ret. epistrophe Jul. Rufin.c?^


sent. 16.

fig. fig.

Epitaflo,

phium

ln.iT(.'jioi sepolcrale, epitaiscrizione funebre Inscr. Il pi antico esempio che resta in Italia l'iscrizione di sul sepolcro L. Scipione Barbato, console nell'anno 298 a. Cr.

laboratorio, fabbrica, officina. Ipiro ed IptUn specie d'erba, erice Plin. 24, 64. Erinni, 'Eptvus? divinit punitrici,

Erica,

furie,

Erinnys Verg. Aen.


iptTTtx? litigioso,

Orell. 4518.

Eristico,

2, 337 agg. da

Epitalamio, T:&a>://.tov, inno che si cantava davanti alla camera nu- Eritreo, p^j'^pcdo^ rosseggiante, erythraeus Col. 7,2. Ora nome del ziale, epithalamium Quint. 9, 3,
Epiteto,
talamo; agg. epitalamico. aggiunto, agg. vb. da sTrt-Tt&yjy.t epithelon Quint. 3, 3 20; vb. epitetare.
7ti-&Tov
,

zpiz. Eristici erano detti i filosofi della scuola megarese, perch disputavano e si esercitavano nella dialettica.

16. Cfr.

golfo persico.

Erma:
teste

Epitome,

7rt-To/xv7

compendio, epi-

i Greci dicevano ipi^-xi le che uscivano da una base quadrangolare o da una colonna. Le usavano nelle strade e da-

toma

Cic. Att. 12, 5, 3; vb. epito-

vanti alle case.

Avevano

il

nome

interpre{pix-n^no tare\agg. ermeneutico py.rivzvzug. epico. da ermetico, Erelbo, ps/2o<;, caligine sotterranea; Ermeticamente, avv. la parte pi profonda dell'Orco; usasi col verbo chiudere, ed inErebus Cic n. <^. 3, 17. dicava propriamente il chiudere a fuoco un vaso, come usavasi Eremo, ermo, if>r,,uiOi solitario, eremus Tert. idol. 5. Deriv. eremita nell'alchimia, detta appunto arte ermetica o mercuriale da Hermes kp-ofj.iTri eremita Sulp. Sev. rfia^ 1, 17, 1. Come agg. usasi romito. (Mercurio) suo protettore. ErmeDeriv. eremitico. ticamente equivale adunque a chimicamente. Ora indica chiEresia, odpzaiq scelta, quindi partito,

punto di fermata quindi tempo segnalato da qualche avvenimento memorabile. Epodo, zn-oSi verso minore che vien dopo un verso maggiore, epodus Quint. 10, 1, 96; agg. epodico 7r5w5tx5. Eponimo, krto')vv[j.o? che trae il nome o d il nome a qualche cosa. Ad Atene 1' arconte da cui denominavasi l'anno. Epopea, Tvo-rzouu fattura d'un poe, ;

mare. Epoca, u-oxh

da Hermes, Mercurio, che i Pelasgi, nei loro primi e rozzi tentativi di scultura, rappresentavano senza mani e senza piedi. Poi si scolpirono cos anche altri di. In Italia si usavano special-

mente come termini o pietre di hermae Cic. leg. 2,26, 65. Ermafrodito, kpii.-at^phixoi di doppio sesso, hermaphroditus Titin. 112 Rbb. Ermeneutica, pfXYi-jivrvKr arte inconfine;
,

ma

terpretativa

122

dere in qualsiasi modo un recipiente a tenuta d'aria. Eroe* >?pw;, heros Catull. 64, 23; feram. eroina ripo-j-n heroine Prop. semidea. Deriv. eroico 1 13, 31 vvpwi/; heroicus Cic. n. d. 3, 28; e
,

Esofago, anim. 2,

o70-fxyoi
3,

Arist.

pari,
il

condotto che porta cibo nello stomaco.


,

Esorcismo
(degli

ll-opy.isiii

scongiuro

roicamentev9pwuJ5^e?rojceMacrob. Saturn.b, 14; eroismo. Eroicomico, per eroico-comico l'unione dei due aggettivi rpmx<;
,

xw//tx;.

Erotico,
pw5

Mm. epwTt/,- amoroso agg. di amore, eroticus Geli. 19, 9. Esperidi, 'E77TS/5105, figlie di Hesperis
,

spiriti maligni), exorciTert. de cor. mil. i. Deriv. esorcizzare elop/.^M exorcizo Ulp. dig. iOj 13, 1, 3; esorcista slopy.i(STr,? exorcista Cod. J ust. 1 , 3, 6. Esoterico, ijwTsptx; interiore. Esotico, s^&JTtxs forestiero, exoticus Plaut. 236, Plin. 13, 24.

smus

Erpete,

epTry?? (cfr. /57rw


;

serpeggiare)

morbo serpeggiante herpes Lucil.


in Non. 2, 375.

di Atlante, custodivano ne' giardini posti all' estremo occidente le mele d'oro che G (Terra)

ES, pu corrispondere ad s? sei, Il fuori h dentro. Da II sei abbiamo alcuni composti come i
,

aveva donato ad Hera (Giunone) quando spos Giove. Hesperis significa occidentale. Hesperides
Cic.^n.rf.3,
17.

tre seguenti

Esaedro,

klt^o-j

a sei faccie, hexa:

Estasi,

edrum
Esagono,
:

Chalcid

Tim.

p. 53.

s?vwvov

exagonum gulum
Esametro,

di sei Col. 5, 2, \Q

= angoli, sexan'misure;
j

stare fuor di se, ecstasis Tert. anim. 45; agg. estatico Z7Txrtx5,
x-(TTa7i5 lo
ali'^-oxiy.r,

Estetica,
a-iojj.ai

agg.

da

ah'^-

ia//.-:Tpov

di sei

nome

di

versi

hexametrum

Lucil.5a.6,

39M.

Esantema, i-av2rr)//.a efflorescenza, exanthema Marc. Emp. 9.


Esarca,
che sta a capo, prefetto nome dei governatori bizantini, ea7rc/itt5J usti n. nov. 133.
'Iapx?
,

sentire; la dottrina del sentimento e di ci che fa impressione sui sensi. Ora s'intende la teoria del bello. Estro, oTazpoi tafano, oestrus Verg.
geo. 3, 148. All'effetto che produce il morso del tafano fu poi rassomigliato il furore poetico, l'eccitamento dei sensi nell'amore ecc. agg. estroso.

Deriv. esarcato, circoscrizione d'un esarca. Escara, '^yipoi. crosta, esciara Cael. Aur. chron. o, 1 extr. agg. esca4.

Etere, od^r.p, aether Enn. ann. 520 V. agg. etereo oi.l'r,pioi aetherius
Host. bell.istr. lib. 1. Eteroclito, irep-x^tTos d' altra declinazione, parola che s' inflette in modo diverso dalla regola generale, heteroclitus Charis.l 23.
,

rotico.

Esedra,

l-iopa sedile esterno, semicerchio nel portico con sedili. Nelle case salotto da conversare, exedra Varr. r. r. 3, 5.
el-vi/vjTtj

Esegesi,

spiegazione, agg.

Eterodosso, h^.p-Solo^ d'altra opinione, particolarmente in religione, di altra fede; astr. eterodossia.

exegetice l'arte 426, 16 K. Esergo, Il ip-jo^i fuor d'opera, dicesi lo spazio della medaglia sotto il campo delle figure dove sta un motto o una data , fuori della
l-ny-nriM;,

esegetico

di spiegare,

Diom.

Eterogeneo,
nere.

htpo-yvjr.g d' altro

ge-

Etesii,

rappresentazione principale 000^ uscita. Titolo del seEsodo, condo libro di Mos, che contiene
l'uscita dall'Egitto.

propr. venti che spideterminati tempi dell'anno (70^-); pi particolarmente venti di nord-est che spirano per qualche settimana dopo levata la
T/i7tat

rano

in

canicola; etesiae Cic. Att.

6, 7.

Etica,
h^iy-n
,

123
poi anche
1,
il

morale; agg. da
carattere
,

v^o^;

silenzio di voto, eu-

costume
Acad.
p.

ehica Cic.
ethicus
di

phemia Claud. Sacerd. art.gram.


156; agg. eufemico.
s'^yj/z-ta/zs

1,7; etico

y).9fy,5

Sen.rhetContr.2, 12, 8. Etico ed etticO) I/t^s malato


petto; sost. etisia.

Eufemismo,
lj.iioij.a.1,

sost.

da

eyvj-

etymologia Quint. 1 , 6, 28 veriloquium, nominum interpretatio'-, etimologo Eufonia, e-^wvta buon suono, agg. eufonico. rvfxolyoi etymologus Varr. L l. 6, 39; etimologico tu/aoo'/x; ety- Eugenio, e-yvstos bennato, nobile, eugeneus Cat. r. r. 6. mologicus Geli. 1, 18, 1; vb. etimologizzare. Enmenidi, E/zsvtSss benevole, appellativo delle Erinni placate; Etnografia, e. m. l'Ss-jo-ypoi.fx descricfr. Erinni. zione delle stirpi; agg. etnograflco; etnologia k^fvooyia. scienza delle Eunuco, svoOxos custode del letto; servo evirato degli orientali, custirpi. stode delle donne, eunuchus Ter. Etologia, h'^Q-loyix descrizione dei
Tu^ao->oyta,

Etimologia^

dir parole di buon augurio poi l'indicare cosa di cattivo significato con una parola o frase che l'attenui.
significa
;

caratteri. formazione di hOo-noux caratteri , ethopoeia Rutil. Lup. de fig. sent. 21 Etra, aXrpa. cielo sereno, aethra Naev.in Varr. ^ LI, 81. Ettacordo, tm-xopSo^ che ha sette

EtOpea,

Eun. 167. Eupatoria, tnxropix erba giulia,


eupatoria Plin. 25, 56. zup^^/jLi, eurhythmiaYtr. 12, 9; agg. euritmico. Euro, s.Zpoi vento di sud-est, eurus

Euritmia,

tivo del mar Nero, Euxinus Ov. mus., 120. Trist. 4, 4, 55. Ettagono, irtr-vovos di sette angoli, Evangelio, z-ayyhov che reca heptagonus Vitr. 190, 19. buona novella, evangelium Tert. Etto, nei moderni composti corride idol. 9. Deriv. evangelico eaysponde ad Ixarv cento, p. e. ettolitro cento litri y>tx5 evangelicusTev. adv.Marc. ettogramma cento grammi. 39; evangelizzare euayye/i^w evan,

corde, heptachordus

Boet.

inst.

Yerg.Aen. 1, 108. Eusino, u-?stvo5 ospitale

appella-

Eucaristia,

zhxoLpisxia gratitudine, eucharistia Tert. de cor. 3; in Cyprian. ep. 10 il sacramento;

gelizo
6, 77.

zha.yy-li'jfni

Matth. 11,5, evangelista evangelista Prud. cath~


grido

agg. eucaristico.

ETO,

suot

bacchico

euoe

Eufemia, ^.u-^niJ-ioL di buon significato, buon nome, acclamazione.

Plaut. A/m..836.

F
Fagiano, ^astavs uccello del fiume Phasis. phasianus Suet. Yit.. 13. Dalle regioni del Phasis fu portato in Egitto al tempo di Toglia, anche parti delle dita, phalanx Caes. h. g. 1 24, 5. Deriv.
,

falaustero.

Fallo, (fcUi simbolo della genelomeo Euergete. Al tempo di razione, phallus 5, 28; agg. fallico aclf/.i. Augusto era in Roma fra le delizie della tavola. Colum. 8, 10. Fal, corr. di yavj lanterna, fiacPetron. 93.
cola.
(f(i.<s-filoi,

Fagiuolo,

phaselus Verg, Fanale, deriv. ibr. d fxvi. geo. 1, 227, poi phaseolus. Fanfaluca, 7to//^Au| propr. favilla o frasca che bruciata si leva ia Falange, f>ay? ordine di batta-

124
gine settentrionale.
terpreta
II

aria ; quindi ciancia , bagattella e burla.; pompholyx Plin.34, 128. Fanfulla pare abbreviato da fanfaluca.

Diez lo indi

come una corruzione

Fantasia, favrccGia immaginazione, sost. da yavra^w, phantasia Petr. 38 extr. )eriv. fantasilco, fantasticare, fantastichera, fantasfare,

vasculum. amante Filantropo, yt).-av&pw7to5 degli uomini, philanthroposai^Qce


di lappola Plin. 24, 19, 11 6. Deriv. filantropia fxv^poj:ia. philanthropia Ulp. Di^. 50,14,2; filantropico
yt).av&pw7rtx5.

fantasioso.

Fantasma, ^avra^aa immagine,


da
27,
(i>xv'T(.>:o},pliantasma
1;

sost.

Plin. ep.7,
'^av-

comp. fantasmagoria

Filippica, int. orazione, invettiva smille a quelle di Demostene contro Filippo re di Macedonia,
(^.m-KiMi-jGi.orationesphilippicae.

raccolta di fantasmi, contrapposto a cose vere.


rx^fx-ayopiu

Faretra, fxpirpx, pharetra Liv. Audr. in Terent. Maur. 1937. Faringe, fpuy^ le fauci. Filodramatico, e. m. di ^aoamante del drama. Farmaco, -fAp/j-x/.o-^ rimedio e anche Spy./j.oiri/.6c^
,

Fillossera, e. m. di yu/iov-i/jp^? che dissecca le foglie nome d'un animaletto.

veleno. Deriv. farmacia fy.p/j.'x/.-.i'v. propr. il dare e l'usare un far-

maco

Filologia, fo'oyot. propr. amor del conversare (Plat.) poi sino-

farmaceutico

'^pac/za/suTt/.;

nimo

di

letteratura,

philologio

pharmnceuticus Cael. Aur. chron. 5, 10, 126; comp. farmacopea


yapy.axo-7roa'a fattura di

Cic. Att. 2, 17; filologo fiW.oyoi philologus Cic. Att. 13, 12; filolo-

farmaci.

gico

V.oloyi-A~.

Farneticare, vedi frenetico. Filomela, '-^Q-p-ilfi figlia di Pandione e sorella di Procne muFaro, *a/5o; isoletta presso Alessandria d'Egitto, che Alessandro un o secondo tata in usignuolo alla costa mediante una diga. un' altra versione in rondine. Ivi era il fanale del porto, e cos Quindi in latino philomela vale fa detto poi ogni altro fanale di anche usignuolo, Verg. ^. 4, 5M. Con io scambio di l in n divent costa; pharus Cod. Theod. 14,9,3. Filomena. Fase, ^v.'jii apparenza. Le fasi della luna e dei pianeti sono i varii Filosofia, '^.o-GQ'^ix amor del sa,
,

aspetti sotto cui ci appariscono.

Febo,

Jucente) appellativo di Apollo, Phoehus Verg. Aen. 3,251


i?oc(3o;
;

agg. febeo.

pere, philosophia Cic. off. 2, Z; fllosofo '^iofo; philosophus Cic. Tusc. 5, 3. Deriv. filosofico, filosofale, filosofare, pihilosophari Cic.

Fenice,

-^oi-ni

uccello favoloso degli

n.d,\,

3.
'^t/o-Ts/vt/c;,-

Egizi, (Ilerod. 2, 73); significa anche palma; phoenix Plin. 29, 56; Manil. in Plin. 10, 4.

Filotecnico,
'^A-Tiyyoi

deriv.

da

amante delle arti. Filtro, (fu-po-j mezzo per eccitare


l'timore, philtrum Ov. a. a. 2, 105. Finestra, -^av^^Tpa deriv. da yxtvw, luogo che d luce, fenestra Plaut Mil. 379 R. Altri la crede voce latina da fen. Vanicek p. 579, Curtius Hamburg. Vortrag p.3.
2,

Fenicii,
2,

Phoenices Cic. n. d. Poeni, da cui l'agg. punico. 11 paese Fencia, <4>'5fv(zta, Phoenicin Cic.
'^otvixt?,

4!.

La forma latina

Phil. 11, 13 extr.

Fenomeno,
part.
di

'jaiyfj-vjo-j

apparente,

fxtvofj.xi,

phaenomenon Fionda, ^yjvw;, funda


2,

Theod. Prisc.

2, 7.

47.

Fiala, yta/v), phiala Plin. 3:^, 12, 55. Fiasco: alcuni lo derivano dal gr.
^/aTxstov, lat.

difficolt

(Curtius p. nella f e

Plaut. Epid. 247 trova

phlasca

Isid.

Orig.

possibilit versa. Cfr.

ammette la d'una etimologia diCorssen


102.
1,

16.1,

Pick

ZO^ 6. Altri la crede parola d'ori-

KZ. XXII,

125

infiammazione, tumore, phlegFisarmonica) e. m. di 'j^j(sa'a.piiovi/.-fi mone Plin. 20, 24. strumento a mantice. uTtxa cose naturali, physica Foca, f f'V-vj, phoca Verg. geo. 4, 395. Fisica^ f Cic. or, 34 fisico ^uutx^ physicus Fogna, vedi sifone; vb. fognare.
;

Cic. div. 2,59.

Fondaco, dalla forma arabica foncosa gonfiata, sost. bolla, vescica, phi/9, 35, 54.

Fsima,
vb.di

fVTrifia.

doq,

albergo
le

fuado),

per
x.tov

loro

per merci

sema

Plin.

Significa

dal greco

na.vSo/.o-j

mercanti e e fondoq O forse TravSi

anche un mucchio d'alga. Il Caix lo deriva da fisare e vorrebbe dire fissazione; lo crede formato con r analogia di fantasima. Ma n per la forma n per il significato parmi che si abbia a dubitare dell'origine greca e ricorrere ad una formazione tanto singolare. Fisiocratrici, e. m. da yujjg e xparo? dominio della natura indica i seguaci d'una scuola che ammettevano la natura come unica
,

albergo.

Fonetico, ycdwjTtxs che appartiene al suono, alla voce, alla parola, agg. da f(rv/i. Fonologa, e. m. di ^ wvo-/ovia, dottrina dei suoni della lingua. Forziere, il Ferrari lo crede un derivato da fopriov carico; ma pi comunemente lo si deriva da
^

forza.

Fosforo,

fonte di ricchezza e perci anzi tutto l'agricoltura. Fisiologa, 'fj<7iQ-).oyC'/. ant. studio della natura in generale; ora lo studio dei corpi vivi e delle loro

che porta luce. 20 la stella del mattino. Ora indica un corpo che al contatto dell'ossigeno diventa luminoso; poi anche zolfanello. Deriv. fosorico,
fo'y-'fpoi,

Phosphorus in

Cic. n. d. 2,

funzioni
2, 16:

fisiologo organiche (fwsio-joi physiologus Fulg. myth.


; ,

Fotografia,

fosforescente, fosforescenza. e. m. di (f^no-ypxyix,

agg. fisiologico ^uTtoAoyt/.,-, physiologicus Tert. ad nat. 2, 4. Fisonomia, ^usio-yjoy.ia, forma rara per fU7io-yvo)/j.ov(oc, scienza di giudicare gli uomini dal loro corpo e principalmente dai tratti del viso; agg fisionomico yujtoyvw/xix^

pittura o disegno a luce, fotografo, fotografico, fotografare.

Frase,

'fp^cr^
1;

locuzione,

phrasis

physiognomicusF\x\g. coni. Yerg.


p. 139 M, Deriv. fisononilsta. Flebotomo, 'flt^o-^ixoi taglia vene, phlebotomus per lancetta Cael.

vb. fraseggiare; comp. fraseologia, raccolta di locuzioni. Fratta, ypaxTvj, (Du Cange) siepe, da fpi'ZTO) chiudere, otturare. Frenetico, fpz^r,Ti-/. e 'fpfjiTi-/.i, da e fpzvXrii, malattia di spifpiv/)ni rito, (fpv;-'), frenesia. Deriv. con farneticametatesi farneticare mento, farnetlcberia.

Quint. 8,

Aur. acut. 2,19,21,


Yeget.Veter.
1, 19.

iper

salasso
la

Ora indica

persona che punge

la vena; astr.

fehotomiix fXi^o-ro'j.tx phlebotomia Cael. A\ir.acut.2, 18, 104.

Frenologia, e. m. opi-^o-oyix, da studio delle fprr^, anima, spirito; qualit e tendenze dello spirito dalla forma del cranio e delle
sue sporgenze; frenologo.

Flemma,

da corr. Froniba e frombola, rombo. La fionda ebbe questo mata, nome dalla forma romboidale In medie, muscosit nel corpo della reticella dove posavasi il umano che credevasi prodotta da
f ^sy/za, propr. cosa infiamsost. vb. di fiyo) bruciare.

infiammazione.
la

Poi la tardit e affetto da quel male. Usasi anche in senso buono per calma, pazienza. Agg.
lentezza
di

chi

aemmatico

(fzy/xxztxi.

Flemmone,

fUyfj.ov/i

deriv. da fUyo

Da questo nome della fionda s'intende come rombo significhi altres il ronzio della fionda, e da questo altre specie di suoni. Fuco, fi>-/.o;, pianta marina da cui traevasi il belletto rosso fucus
sasso.
,

Plaut.

126
'

^fyyos
,

Most.

215.

Veramente
che

Fungo,
I

fungus

Plaut.

parola
i

semitica,

pass in

Bacch. 283. Deriv. fungaia, fongoso, funghire.

latino probabilmente attraverso Greci. Cfr. Tuchhndler, p. 21.

Plaut. fr. 21, anche gammarus. Gaggia, vedi acacia. Gala, r etimologia pi verisimile Gamma, vw> terza lettera dell'alfabeto greco; poi prima nota xa/a, cose belle, proposta dal della scala musicale, e quindi Perion. Altri propone /a/ktv, orscala. nare, e nel medio ornarsi, pavoneggiarsi; ma l da li non si Gancio, alcuni lo derivano da xa/^Per \i:, adunco, spagn. gaucho. spiega facilmente. Meno probanon facile il passaggio da jps a bili sono due altre etimologie, eh pi facile sarebbe quello da una dall'arabico chalaah^ veste d'onore regalata da un principe; sincop. pi di /.xiJ.-Kloc, ricurvo l'altra dal germ. geilt, fasto, orcamplos; vb. agganciare.
;
,

goglio, Deriv. galante, galanteria.

Ganghero,
X/^",
/.pi/.oc,

in

Galazza, tina usata dai conciapelli,

che ha
b
TT

forma aggettivale

di calathus,

Esichio trovasi zaylo stesso significato, Tati pxii'j vb. agganenfiagione d'un'
7, 6.

/Muoi, cesta, recipiente, da cui calatia. Galbano, x^/;?a;/;, specie di pianta, galbanum Cels. 3, 21, ';?,5.

gherare.

Ganglio,
osso;

'/a/y/tov,

articolazione; specialmente sopra

ganglion Cels.

Gala, alcuni

Gangrena, vedi cancrena. pesce-cane, per una certa somi- Gargarismo, lap-jLpi'Jij.v.^ sost. da /7.p'j(xpi'i'A parola onomatopeica glianza di forma con questo animale altri da /' vocabolo rigargarisma Theod. Priscian 1
la
ya//;,
,

derivano da

'5,

portato da Esichio col significato d' una specie di galleria ( U^pu^ dooi ) a cui poteva essere rassomigliata una nave. Muratori la deriva dall'arabo chalaia o chalion. diali A alveare e poi nave galera grande. Deriv. galeone
,

15;

vb.

gargarizzare,
4,
-^,
1
;

yapya/si^'j),

gargarizo Cels.

gargari-

zatio Plin. 23, 8, 80.

Garofano ogarofolo,
propr. phjllon
(

xapj-'fu>)ov,

foglia di Plin. 12,

noce ) cargo30 ex India


,

galeazza, galeotta, galeotto, galleria. V'ha chi deriva galeotta di-

advehitur odoris causa. Gastralgia, e. m. y:<7rp-).yiy.


lore di ventre.

do-

rettamente da ys^-rwT/]?, pesce spa- Gastrica, agg. derivato da ya7Tr,p, ventre e stomaco, indica malatda, e invero trovansi descritte
galee collo sperone. Gallio, v/t5v, specie di pianta, galion Plin. 27, 81. Gamba, trovasi in Veget. vet. T-), 19, nel significato di giuntura del piede delle bestie. Nello spagnuolo
tia

d'indigestione; gastrite, in;

fiammazione dello stomaco gastro-enterite, infiammazione dello stomaco e degli intestini (evrspa);
gastricismo.

Gastronomia,

y^arpo-vc/^ta,

regime

antico camba.

La forma camba,

piega, curvatura, (cfv. camurus, curvo) ha grande affinit col greco


y.ct/j.ixr,

che ha lo stesso significato, masch. gambo. Deriv. gambale gambiera.


,

Gambero

x/7.^ua/io;

cammams

dello stomaco, gastronomo. (Trovasi anche gastrologia che il titolo d'un poema di Archestrato). Gatto, /y.TTa, catta Mart. 13, 69. Mentre il gatto selvatico {felis), era noto ai Romani in tempi

antichissimi

il

gatto domestico,

127
ricordato da Cicerone n. d. 1, 36, pare che siasi portato molto tardi in Roma. Esso trovasi in alcune pitture murali di Caere e di Tarquinia ; al mezzod solo in alcuni vasi di Taranto .(Lenor-

stot. Metaph. 2, 2 agg. geodetico. Geografia, yto-ypxf(<x descrizione della terra, geographia Cic. Att. 2, 4, 3; geografo, yswy/sayos, geographus Amm. 22, 15, 4; agg. geograflco, yswypa^ixs, geographcus Amm. 23, 6, 13. mant, Grande Grece j, 97 sgg.). Fra i Romani ricordato da Pal- Geologia, e. m. yw-)>oyia studio della terra, cio della sua formaladio 4, 9, 4, circa alla met del zione e struttura fisica; geologo, secolo. Forse la cura re quarto geologico. ligiosa degli Egiziani per la conservazione di questa bestia (Diod. Geometria, yz^-ixi-rpia^ misura della terra, geometria Cic. de or. 1, 1, 83) ne rese difficile l'esportazione. D' altra parte i Romani 42, 18 /; geometra, ysw/ATpyjs, geO' metra Cic. Acad. 2, 7, 22; geonon ne sentivano gran bisogno, servendosi della donnola e della metrico, yzdiixtrpi-AQii geometricus martora per pigliare i topi. Del Cic. fin. 1, 6. 20; geometrizzare. resto il Pictet crede che il lat. Georgico, ysw/syix,-, agricolo, agg. di ycw/syia, agricoltura sia catus e derivi direttamente georgica, e dal siriaco gat. Secondo lui il yewpytxa, sono cose agricole
,

gatto delle regioni dell'Alto Nilo e dell'Abissinia sarebbe passato in Arabia donde l'avrebbero preso
i

quindi^ un
tura.

trattato
titolo

il
;

d'un

d' agricolpoema di

Romani.
ibr. di

Virgilio e. m. georgolllo, dell'agricoltura.

amante

Oazometro , comp.
XVII}, e
gas.

rola inventata dal chimico olandese van Helmont nel secolo


/xirpov^

gas (pa- Geranio, yipx^to-j, dimin. di ypxvoi, gru. Poi specie di pianta, gera-'

nion Plin. 26,

11, 68.

misuratore del Gerarca, hp-xpxni, capo dei sacerdoti. L'ufficio suo hp-apxix, ge-

Oelosia,
Alt.

rarchia; agg. gerarchico, Upxpxi^i. zelotypia Cic 8, 1; geloso, C^).tu7to?, Geroglifico, ispo-y^u'^txs, agg. comp. da hpi, sacro e ymo) scolpire, zelotypus Petron. frag. trag. 45 Burm.= aemulus; vb. ingelosire. ed indica i segni della scrittura
C/)^o-TU7rta,

10,

sacerdotale degli Egiziani; hierov^vj->cyta, studio delle glyphicus Amm. 17, 4, 8. generazioni e famiglie, genealogia Vulg. 1 Esdr. 2, 62; agg. Gesso, yu'^o,-, gijpsum Cat. r. r. 39, genealogico, yzvexoytxi;. Genesi, yivz^ii, generazione, na- Gheppio, specie d'uccello di rapina, scita, genesis Petron. 39, 8. O aiyuy{j'p, yuTT?, avoltoio

Genealogia 9

Genetliaco,

da ytTTtog, (Caix p.26). Anticamente astro v-/i, Giacinto, ua/.v&o?, hyacinthus Verg. era detto che genetliaco quello ed. 3, 63. presiedeva alla nascita d'una per- Giamlbo, toLixZo^^ piede metrico comsona genethliacus Varr. fr in posto d'una breve e d'una lunga, August. civ. dei 22, 28. Ora si iambus CatuU. 40, 2. Indica alusa per giorno natalizio, la cui tres un genere di poesia in quel festa gli antichi chiamavano -ri metro organo dell' invettiva e yV&).ta. della contumelia che prorompe Gengiovo, vedi zenzero. dall'ira. Genia, Pasqualino lo deriva da /-:- Gigante, yiy? yt'yavTo;, gigas Cic. Via, generazione Senect. 2; agg. gigantesco; comp, divisione Geodesia , ys&j-SatTia gigantomachia, ytyavTo-//.axi, la della terra o d'una regione, Aribattaglia dei giganti contro Giove.
v-:v&kax?, agg.

(Diez)

nascita.

128

y)aux$, cilestro,

gigantomachia Ampel.
8,
14.

lib.

mem. Glauco,
coma,

glaucus

Verg. Aen.

Gineceo, yuvaaeiov, luogo della casa riservato alle donne (vuvat/.i;) gynaeceum Plaut. Most. 755. Dal nome yuvsctx.ss e /.paro;, formasi il

12, 885. Deriv. glauylK'MO/xu , sost. vb. di y>au-

xw, cataratta verde dell' occhio, glaucoma Plaut. Mi7. 148. Glicerina, deriv. da y^uxspg, dolce,

composto

giiiecocraiia,

yjvxi/.o/.p.-

T?K Plut. Lijc. 14,

potere o go, ,

verno delle donne. Con fix-jiu formasi ginccoiiianla /^rjii.uo/j.a.-Jicc Athen XI, 464 d, follia per le donne. I moderni dicono ginecologia, quella parte della medicina che tratta delle funzioni fisiche
femminili.

materia zuccherina. Glittica, yl-oTzxu-n, l'arte d'incidere. Glossa, y>wc77, lingua, poi parola frase oscura che abbisogna di
spiegazione, e quindi la spiegazione stessa, la nota; glossa Varr. l. l. 7, 2, 10; glossario, raccolta
di glosse, glossarium, Geli. 18, 7; glossatore, glossografo.

Ginnasio,

vvy.va7wv, luogo d' esercizi (yu/y-v^w, esercitare) gymna-

190; agg. ginnasiale. Gfr. ginnastica. Ginnastica, vj/'.vacTfzv;, l'arte di esercitare (v'j'/v^w) il corpo ginnastico yv/v.vaffTt/; , gymnasticus
; ,

sium Plaut. Epid.

Glottologia, e. m. y/WTT(3-).oyt, scienza della lingua, linguistica. Gnomico , yvw/jtt/s sentenzioso


,

Plaut. 7iM(^. '296; ginnasta, yu^vamaestro di ginnastica. c/T-4-, Ginnico, yj/zvtz;, ginnastico, ggmniciis Cic. Tusc. 2, 26, 62.

Vitr. 10, 18; gnomologla, yvoy.o-'j.oyix, raccolta di sentenze. Gnomo, specie di spiriti. La parola risale a Paracelso, e forse deriva

agg. di

yvoj//v5,

gnomicus

da

yvw//wv, conoscitore.

Gnomone,
solare.^

yvw//&>v, indice, gnomon Vitr. 25, 21, indice dell'orologio

Giro, yyf'f5;, curvatura, cerchio, ggrus Catull. 66, 6. Deriv. girare, aggirare, giramento, girandola. Fra le etimologie proposte per ghirlanda, havvi pure r^poi, cfr.
Dip^z,

Gnostici, yvo)7Ttx5t, agg. da yvw, conoscere; setta eretica che pre-

tendeva di conoscere tutto in ma-

p.2I0.

scorpA.
cismo.

teria di re\g\oi\Q\, gnostici Tert. Il sistema dicesi gnostiil latino gibbus , avrebbe dato gibbo. Gobbo, non pu spiegarsi altrimenti che da una forma popolare gubbus. E invero
,

Giubileo,

io-j^MOi, agg. derivato dall'ebraico iobel, specie di tromba con cui annunziavasi la gioia del cinquantesimo anno, (anno sacro, nel quale si rimettevano i

Gobbo,

debiti, le servit, ecc.). iubilaeus Levit. 25, 28 vulg. giubilo, ha la

nel

latino medioevale
,

troviamo

gybbus

stessa origine.

corrispondente al xu^c, greco. Potrebbe anche venire da

Giuggiola,
15,

altra forma di zj^.^Sa, cym^tu'jov, zizyphui Plin. A-j^^py., forma popolare latina ba, barca, dalla convessit del iuiuba. Pi vicina al greco la suo fondo. forma zizzola. L'albero conosciuto Goffo, forse da xo)-vc, sordo, e poi

47,

dai Romani nella Siria, fu piantato nel campo romano da Sestio Papirio (che poi fu console nel-

ottuso, stolto.

Gogna,
xv/;,

il

Mnage

lo deriva
;

da

y-

l'anno 36 di Cr.) negli ultimi tempi d'Augusto; appresso fu


portato in
Italia,
uo-^u/j-o^
,

laccio da imp-ccare il Diez lo crede piuttosto una abbrevia-

Giusquiamo,
porci,
:-^3,

fava

da
2,

hyosciamus i'um) Cels.

7.

zione di vergogna. A me pare che il senso corrisponderebbe pi ad agonia^ ywvia, con 1' accento ritirato e l'aferesi tanto frequente dell'a iniziale. Cfr. agognare.

(xolfo,

129

seno. In un antico /.>-a,gossario trovasi la forma dialettale y.looi; vedi Ducange, gloss. graec. Deriv. ingolfare.
x.ij.ij.i
,

Graffio

Ooinina,

cummi
r.

gummii
Gondola,

Cat. r.

69, 2.

cummis E nome
,

1 o segno fatto ) parola con la ypoL^fic, o stiletto da scalfire e da scrivere: 2) materia con cui si fanno matite per disegnare.
,

d'origine egizia; agg. gommoso. xvou, specie di bicchiere, quindi barchette. E parola persiana. In latino il Manage cita

Grafico, vpr">'-.-, agg. di yp'ju scrivere, disegnare, grophicus Plaut. Pseud. 519. Graiima, ypy.p.ii.v., come peso era

anticamente la ventiquattresima
parte di un'oncia.
ypja.p.iJ.v.-.iv.-ri

arte lettegondus spiegato con scyphus^ pa- Grammatica, raria, agg. da ypcijj.ixoLxv. lettere; tera, e uno Scoliastadi Giovenale, Sat. 5 grammatica Cic. fin. 3,2, 5; gramgenus navis quae gon:

deia diciiur. Deriv. gondoliere.

matico,
ticale;

vpKv.aaTix,-,

graniniaticus

GrOnga

yo'f/-j\r,

gondola, specie di tumore, rapa rotonda {yoyyjyoi ro-

Cornif. rhet.Aj 12, 17;

gramma-

tondo). QonorresLfyoJ-p-potx scolo di seme,

gonorrhosa Cael, Aur.


18,

acut. 3,

c.m. grammatologla, dottrina grammaticale. Granciporro, vedi porro. Grascia^ ayopAaLv.^ propr. cose in
vendita comestibili al mercato. 11 Caix propone invece il lat. med.
,

178.
zovT,-

Oonzo,
Aen.
t

5,

stanga, contus Verg. 208. L'assibilazione della

si

pu spiegare con una forma

granea, grano e granaio, attraverso alla forma francese granchi (p. 28).

aggettivale conteus o contius. (Cfr. il venez. palo, il tose, pinolo

Greco,

ypai/.^,

graecus Plaut.

A-

per

uomo

golfo e scimunito).
xu,?-:pvav

sin. 1, 3, 47; grecizzare, ypyuiM,


ti-

Gorernare,

reggere
,

il

mone

della nave,

gubernare Enn.

graecisso Plaut. grecismo.

Men.

prol. 7 R.

ann. 472; governo guhernium Laber. in Geli. 16, 7. ( U greco xu/3e|5vo5 una tarda forma per governatore, gubernay.ujS/svyjT/!; tor pilota Cic. Senect. 6. gubernio-onis, Isid. Orig. 3, 19, 1). Graffio, ypxfuov stroraento da scaldisefire, e quindi da scrivere o gnare, stiletto, graphium Ovid.
,
,

Grifo e Grifone, ypi/'p, animale favoloso, quadrupede alato, gryps Verg. ecl.S, 27; ipur. gryphes.
gryllus Plin. 29, Grillo, ypfAlo: 138. Deriv. grilletto.
,

Grongo, vy/pc?, specie d'anguilla di mare, conger Plaut. Mil. 760


Grotta,
/f/VTiTa
,

crypla Varr. Sat.


-jo-

11,23(11 Diez,non potendo spiegare il significato di uncino, inclina a ritenere questa parola
1,

am.

L36; agg. grottesco. Grotto, e agrotto, alterato da


y./5(jTa>o?,

Men.

d'origine germanica da hrapfo grafe krafo ). Deriv. graillare


,

specied'uccelloacquatico; onocrotalus Plin. 10, 74.

namento, grafliatura.

ladi,

bx5zi,

costellazione che sorge

quando incomincia
chi derivavano

la stagione delle pioggie, e perci gli anti-

nome da
si

Ctv,

comunemente il piovere. Ora per


etimologia da
,

antepone

l'

us.

maiale, perch rappresenterebbe una mandra di giovani maiali. Z. XIX, 10). (Cfr. Savelsberg, hyades Cic. n. d. 2, 43, 111. Ialino, ua^tvoj, agg. di yio;, specie di quarzo verdastro.

Zamb VLDi

La parole greche.

i30

Ibi, '$1^, uccello egizio, ibis Cic. n. d. \, 36, 101. Ibrido, agg. che vien derivato comunemente da u/3p(?, violenza e

anche stupro, e indicherebbe un animale nato da genitori d'ordine diverso, appunto perch il loro accoppiamento fosse riguardato come una violenza alla natura; hybridaPm. 8,53, 79. (O.Mller
Fest. p. 33, 14 lo deriva dallo spagn. iher , rj/j-io-joi una (3o,- xs
Tizpo-j.

Idiota^ SiwTvj^ uomo privato, poi profano ad una cosa, imperito ; anche plebeo, Sost. da tho^ proprio, privato; idiota Lucil. 26, 32 M; idiotismo, iSiorL:j/j.i, il parlare del volgo, idiotismus Senec. contr.2, 3, 21. Cfr. zotico. Idolo, si^M/ov immagine, idolum
Plin. ep. 7, 27, 5; vb. idolatrare;

comp, idolatra,

ad

l Weise, p. 23 crede che trico. h e y siano stati aggiunti dai grammatici per avvicinare la for- Idra, ypv. serpe d'acqua ma ad t^pii e spiegarla con una hydra Lucr.5, 27.

ziSMlo-rp/n adoratore di idoli, idololatres Tert. deidol. 1; idolatria, Etw/o-zarpita, idolatria Tert. ibid. Agg. idola(-^wp),

parola nota).

Icneumone,
Cic. n.

indagatore, nome d'un animale che cerca le icneurnon uova di coccodrillo


lyjjvji^w
,

Idrargirio, b^jp-p-ppo; propr. argento liquido quindi mercurio


^ ,

(:4.

preparato, hydrargyrus Plin. 33, L'italiano deriva dalla forma

d.

33,

101.
,

aggettivale bopupypzo;.

Icnografla,

t^'^o-ypccfioc

pianta

di

un

edilzio, ichnographia 23; agg. icnografico.


-J./.o-jo-'/px-^iy.,

Vitr. 11,

IconograJaa,
di
ritratti

pittura iconograpliia JNot. Bern. 29, 29. Agg. icoMOgraflco. Dallo stesso zI/m-j composto con x/w rompere, si form il composto iconoclasta, il/.o-jo-y.ly.nTric
, ,

Idraulico, agg. formato da uSojp acqua, e aj/ojv canale, condotto. Quindi r idraulica propr. la scienza di condurre l'acqua mediante canali o condotti. Per gli
antichi
/tg,

bpot.vM/.6i

agg. di uopau-

organo ad acqua. In Vitruvio

fiachinae hydraidicae sono quelle che portavano l'acqua in alto o

setta religiosa che rifiutava il culto delle immagini e le distruggeva, jcosiologia, zi/.o-jo-).o-/iy., spie-

gazione delle immagini. Da s/.wv viene altres ancona o anconeta, immagine offerta ex voto.
Idea,
cie,
ta, forma, apparenza, speidea Senec. ep. 58, 18. Deriv. ideare, ideale, idealismo, ideali-

per organi o per orologi. Idrocele, bopo-y.-O.ri tumore acquoso, V/drocele Mart. 12, 83, 3.

Idrodinamica,
va//5,

e.

dottrina

m. da Owp e dinamica dei

uli-

quidi.

Idrofobia, hpo--^o^Ax paura o ribrezzo dell'acqua, hydrophobia Cael. Aur. acut. 3, 9, 98; idrofobo,
lopoo^oi^
'

sta, idealit.

Comp.

ideologia, ideo-

hydrophobus Plin. 29,


m.
jp5-vv-4-,

logo, ideologico.

99.

Idillio, j//t5v, figurina, bozzetto,

Idrogeno,
si

e.

corpoche
sepa-

dimin. di cT^jo^^ quindi una breve e graziosa scenetta pastorale in versi; idijllum ed edijUium Lucil. 19, 38 M. Agg. idillico. Idioma, ttow.a, cosa propria, particolare, sost. vb, da foj, e questo da ioioc proprio; idioma Cha9 K, ci che caratteris._254,
ristico nell'espressione.

ottiene dall'acqua randone l'ossigeno.


e.

{\jSo)p)

m. bSpo-ypcc^ic, deIdrografia, scrizione delle acque d' una regione. Agg. idrografico. Idromele, bop-y.-li bevanda mista Pn. d'acqua e mele, Jti/dromeli ^
14,

113.
e.

Idrometro,

m.

'jp-y.-.rpo-j^

mi-

Idiosincrasia, ?oi5-7j'/-z^ca7ia, temperamento proprio e particolare.

suratore d'acqua. La dottrina dicesi idrometra; agg. idrometrico.

131

la forma aggettivale imeneo, xj/mzIdrope, ^Sp-c^'^ d'aspetto acquoso, jxiog, hymenaeus Plaut. Gas. 667, hydrops Hor. carm. '2,2, 13 idroin significato di nozze. pico, bSpouu^, hydropicus Hor. ep. I, 2, 34; idropisia, O^pwTttfft;, Impiastro, vedi empiastro. hydropisis Plin. 20, 43. Inchiostro, s/xaucrTos, agg. vb. da sv-xai'w in-urere, dicevasi cos una Idrostatica, agg. da u^po-crraT-/?? bilancia d'acqua, Proci, dottrina specie d'inchiostro rosso con cui dell' equilibrio dei liquidi firmavano g' imperatori greci; agg. masch. idrostatico. encaustus Plin. 35, 149. Cfr. encausto. Idroterapia, vSpo-Sfzpxix-Ja^ cura di
;
;

acqua; agg. idroterapico. Indaco, vi5uov indiano, indicmn Iena, liaiva, cos detta per somiPlin. 3'\ 46, il succo d' un' erba indiana per tingere. glianza alla scrofa, 5?, hyaena Ovid. met. !b, 40J. Probabilmen- Inno, C/Avo?, canto religioso, hymte fu veduta a Roma nel circo nus Sen. fr. 88; deriv. inneggiare. insieme ad altre bestie africane cos denoloziol^
fino dall'anno 169 a. Cr. Ieratico hpcccixi sacerdotale, agg.
,

Iodio,

violetto,

minato dal vapore violetto che


Ionico
sviluppa nel volatilizzare. iwvtxc, ionicus Horat epod. 2, 54; twvjxv era nome anche di
,

da hpxr-iLx, sacerdozio, hyeraticus Plin. 13, l, religioso. lerofante, hpo-yavTvjg che mostra le cose sacre, capo dei misteri
eleusini che dimostrava
;

sacri

simboli hierophanta Arnob. 5, I misteri eleusini s'introdussero a Roma sotto Claudio e poi sotto Adriano. Igea, uytEia sanit, come dea era
25.
figlia di Esculapio: 34, 8, 19.

un metro poetico, ionicum Serg. 454, 1 K. Iota, nome greco della lettera i: s'usa in italiano per indicare una cosa minima, un nonnulla, comunemente in frasi negative, per
es.
riv.

senza mutare un iota


,

De-

Hygea

Plin.

Igiene, hyiim^ agg. femm. sottinteso arte o scienza della sanit. Deriv igienico, igienista.

iotacismo, twTaxtr7//.; pronunzia sbagliata della i iotacismus K. Poi signific la Donat. 393,
1

maniera moderna di pronunziare

come

le lettere

/?,

e varii dit-

Igrometro,
trico.

e.

hyp-iJ.zrpo-i

misu-

tonghi.

ratore dell'umidit; agg. igrome-

hlarus Plaut. Mil. Ilare, t^ap^ 1199; poi pass anche alla terza
,

Ipallage, hn-aC/layn permutazione, fg. del discorso, hypallage Serv. ad Verg. Aen. 1 9.
,

Iperbato, vmp^xT'j trapasso, agg. vb. da imzp^xhoy fig. gram. che declinazione, hilaris, (cfr. Lachconsiste in una trasposizione di mann ad Lucr. 2, 1122,1 donde parole, hj/perbaton Quint. 8, 6, hilaritas, ilarit. Per l'origine 62 verborum concinna transgreca di questa parola cfr. Sergressio vio ad Verg. ed. 5, 69. Tuchh.

esilarare, Plin. 16, 25, 40.


p.

22; vb.
,

ex-liilarare

Ilota
3.

Ec/wT,- erano i servi dello Stato a Sparta, HelotasNep. Paus.

Iperbole, b^zip^oH esagerazione, hyperbole Senec. Benef. 7, 13. Deriv. iperbolico, h-rz-.p^oliy.i, hyIperperholicus Sinod. ep. 7,
'i?;

boleggiare. usa di persona soggetta e trattata duramente. Ipercritica, e. m. {)Tzzp--/.pi-u-A-f] critica esagerata. Imene, uiJ.r,v, inno nuziale che si cantava conducendo la sposa a Iperestesia, e. m. uTrsp-at^s-zj^isc sensibilit eccessiva. casa dello sposo, liymen Plaut.
si
,

Ora

Cas. 668.

Lo

stesso significato ha

Ipertrofia,

e.

m.

hnzp-zpoolv., nutri-

132 -^

zione eccessiva

sviluppo eccesdell*
'^tto^O''-

sivo d'un organo.

Ippogrrifo, mostro favoloso ginato dai poeti.

imma-

Ipocondria, malattia
Spioi

(sotto la cartilagine) parte dell'addome che sta sotto la cartilagine del petto; agg. iiiocondriaCO, 'j7:oyo;>Spty./.;. Ipocrita u-o-/piTvi,-, propr. attore
,

Ippoiiane, l-no-iJ.ccTr.i, appassionato per i cavalli; astr. pponiania.

Ippopotamo, ir.-KO-iirx/j.oi hyppopotamus Mei. 1,9,3. Fu veduto per la prima volta a Roma
,

dramatico, hypocrita Svet. Ner. 21 quindi uno che sostiene un carattere o una parte non sua
; ;

ipocrisia,

b-y.pt'zu.
l-o-'j'X'jTpio-j

nei giuochi dati dall'edile curule M. Emilio Scauro l'anno 58 a. C. Ipsilon, y tenue, cos detto perche il segno di questa lettera usavasi anche pel digamma, cio

Ipogastrio,
tre.

basso ven-

Ipogeo,
Ipoteca,
56, 2.

u---jxt.oi

sotterraneo, h;/151, 25, la cantina.

per una semplice aspirazione. Iride, ''-pu arcobaleno, iris Cat. r. r. V. 107, 1. Deriv. iridescente, iridesccsz.n;.

pogaeum Vitr.

'jTHO-xrry.r,

COSa
Cic.

sottoposta,

pegno, hypotheca

Fani.

13,

Deriv. ipotecare, ipoiecari. Ipotenusa, O-o-Titvou^a linea sottesa, hypotenusa gromat. vet. p. 190, 11.

dissimulazione Ironia, i'.pwiix propr. il mostrarsi da meno di quello che uno quindi la simulata ignoranza di Socrate ; finalmente la dissimulazione unita a derisione, ironia Cic. de
,
,

or. 2, 67, 270. Agg. ironico, Ipotesi, -'j--^i-ni supposizione. I spwLatini lo sci'ivono in greco, p. e. ironicus Fulg. nytk. 1, Ji/.;, Cic. Top. 21; Quint. 3, a Agg. prae/: 25 M. ipotetico, 'jr.o-hi-v/.; condizionale, liso, t7o; eguale, entra nei composti. hypotheticus Cassiod. ds Syllog. 7-/.',.Q-j Isocolo pari-membre p. 542. isocolon Rutil. Lup. de flg. Ssnt. IpotipOSi, iTiO-TJTZO'^ii, sost. Vb di
!

jr.rj.z-j-o)

raffigurare,

come

fig.

ret. la

descrizione al vivo di

una
IPPO,

cosa.

)5 = (ixaequatum membris. di tempo Isocrono, t7-/pov^,gualo deriv. isocronismo.


,
;

e-

cavallo; si usa l'agcTr-5--, gettivo ippico, ?.--'./&:, attinente


ai cavalli.

Trovasi come componente in molti nomi proprii, come Ippoersue 'lKno--/.prrrri fonte Isotermico, e. m. da iipfj.i caldo, di calore eguale. del cavallo, secondo la favola, fatta sorgere dall' unghia djl cavallo Issopo, v-70~c,-j ( -0,- ) hyssopum 4, 8. Pegaso. Ipparco "l-irap/o, ( coi-US) Cels. 2, 21 mandante la cavalleria). Ipyo- Isterico, 'j77ipi/.; uterino, agg. di crate, 'iT-o/.pirr,;, Ippodamia, 1-jG-ipx utero, hystericus Mart.
,
,
,

Isoscele, ^o-'j/.zU di gambe eguali (triangolo che ha due lati eguali), isosceles Auson. praef. ad edylL p. 205, 23 B.

-oov.fj.z'.x

Ippolito, Mtt-/utjj
tn-o-xaT-rav^v,

ecc.

11, 7, li. Sost. isterismo.

poi in varii altri nomi,

come:

Istmo,
i

72r;/5--

(-(7-3--//-C''.-,

dalla rad.

Ippocastano.

pianta a cui attribuivasi la propriet di guarire i cavalli.

passo, passaggio ), isthnius Prop. 3, 21, 1; agg. istmico. Istologia, e, m. Tvo.iy.iy. dottrina
dei tessuti. [storia, vedi storia.

di ire

Ippocentauro, t--i-/.ivr.up5,- mezzo cavallo e mozzo uomo, hyppocentaurus Cic. Tusc.


i
,

Ippodromo,

37, 90. Istrice, \j^-zpii a peli di maiale, ovvero a peli ritti (Vanicek, p. luogo dove corrono cavalli, circo, hyppo400), hystrix Plin. 8, 1 25. dromus Plaut. Bacch. 431. Italia, 'ira/i'a forma greca. Inircizo-opfMo:,


dico dapprima
al

133

una piccola regione bergk, iiher den Namen Italien, Freib. u. Tiibing. 1881. mezzod fra il Silaro ed il Lao. Secondo il Cocchia (il santo no- Itterizia, da wTEpo,-, icterus Plin. me d'Italia, N. Antol. 15 sett. 30, 11, 29, uccellino giallo. Avis icterus vocatur a colore ; quae si 1882) una colonia sannitica scesa ad occuparla le avrebbe dato il spectetur^ sanari id malum tradunt et avem mori. La forma nome di Yitelio, per ricordare la sua discendenza dal toro Sannita. italiana dovrebbe provenire da I Greci avrebbero trasformato un aggettivo ictericia che ha il Yitelio in Italia e ne avrebbero ecolore dell' icterus-, agg. itterico,
steso
il

significato al continente,

l/.rtpiy.g,

contrapponendo Italia all'isola di Ittiolojjia, Sicilia. Cfr. anche B. Heistertrina dei

ictericus Juv. 6, 564. e. m. ix^vo-loyix , dotpesci.

Labaro

, la^xp-j V insegna di Costantino, labarum Symm. 1, 487. Sull'origine di questa parola v' molta oscurit, cfr. Du Gange.

Laico, xi/.i popolare agg di ).a,popolo poi conlrapposto a sacerdote laicus Tert. exhort. ad
;
; ;

castit. 7.

Probabilmente

voce barbara.

Lampada,
Dalla viene

'^ay-i.;

Labirinto, ).5c,3u/3tv.9-o5(>aF^p-'--'S''2) propr. gli avvolgimenti sotterranei delle caverne e dello miniere; poi
i

F'dVit. Men.

fiaccola, lampas 842. Deriv. lampadario.

forma

popolare lampana
,

labirinti d'Egitto e di Creta; finalmente in senso traslato qualsiasi

allampastato trasparente. Dallo

colla stesso
sost.

pelle

lamp

si

form poi

il

tema lampo

cosa o discorso avviluppato; lahyrinthus Verg. Aen. 5, 5H8. Lacca, luogo fondo, probabilmente da >a/.zo; fosso, buco, oda /a/.// fossa. Laconico, >ax.wvtx.o',' di Laconia, laconicus Hor. Carm. ?, 18, 7. Ri-

da cai lampione, lampante, lampeggiare, allampare, ecc. Lanterna, Ix/xr^rr^p {lampterna) lanterna Plaut. Am. prol. 149 Ir. Deriv. lanternrio lanlernarius Inscr. Regni INeap. 3710.

mase

nell'uso italiano col signi-

Lapato,

l.ny.xjo-j

specie d' erba, la1

ficato di breviloquente , essendo decantata la breviloquenza degli

pat'iur.t {'Us) Lucil. 4,

M.

Lappare,

/c^ttt^iv

leccare, bere avi-

damente. Laringe, Hp-/?. Deriv. laringite infiammazione della laringe, comp. significa breviloquenza. laringotomia j.c<p'jyyo-zo/j.ix taglio Ladro, eLaclrone,/T|5ts mercenario, della laringe, laringotomia Cael. principalmente soldato; poi ladro: Aur. acut. 3, 4, 39. trapasso di significato che contiene un giudizio storico sui Lasca, il Mnage e con lui il Diez da tvy.h/.oi barbio, specie di pesce. mercenari; latro Plaut. r)iil. 74; 11 Caix p. 118 dal germ. 5C0, un cfr. Varr. 1. 1. 7, 52 latrones diati qui conducehontur: ea enini merpesce di fiume, con agglutinazione
Spartani. Sost. laconismo /a/.ove(T/z; laconismiis Cic. Fam. 2, 25,
ces Graecis dicitur luzpo-j. Dalla forma latina latro, latronis venne ladrone. Deriv. latrocinio latrocinium servizio militare; poi banda di malfattori e brigantaggio: Plaut. in Non. 2, 508, Cic.
Catil. 2, 1; ria, ecc.

dell'articolo.

Lastra, probab. per piastra


piastra.

vedi

ladronesco, ladrone-

cave di /a-ro/y-cac tagli pietra , lantumiae Plaut. Poen. 817, poi usato a Siracusa come prigioni. LattOTaro: vedi elettuario.

Latomie,

134

d'

Laudano,
12, 73.

)aavov,

ladanum
3,

Plia.

Leonino, nome
ne' suoi

un verso rimato

Secondo Herod.
/-npx

112

voce arabica.

membri (p. e. contra vim mortis non est rnedicanen in


hortis).

Lebbra,

(Un-M pelare, sguleprae Plin. 24, 8, 33; lepra ycribon.250. Leccare, il Diez nega che questo verbo derivi da ^st'^w, perch in
sciare)
,

Partendo

dalla

forma

italiano

sarebbe

licare,

la

prima volta che apparisce questa parola in Isidoro, ha Ve [lecato?^, non licator). Perci lo deriva dal germ. lecchon, e solo al valacco
concede 1' origine greca. A pare che il Diez dia troppa importanza ad una vocale atona che facilmente si muta; per esempio il venez. dice licar ne
li^ei

me

francese di rime leonime, che la consonanza di due parole nelle due ultime sillabe (in francese la tonica , che l'ultima, e la precedente) il Wackernagel deriva leonino da imw/.'.o (e questo da ktog liscio) nome che corrisponderebbe a quello della nostra rima piana. Il Diez per crede che leonime sia mutazione eufonica di leoninus, e si usasse ad indicare la rima latina che con-

suona

in

due

sillabe.

certo

mancano esempi
e latino
,

di

ri-

Leopardo,

non solo come dS/lto-j ma anche quando edylliu'm tonico, come spesso nel suffisso
prodotto con quando atono
,

eu>!

per

sto;;
).Iij.<u

cfr.

Lemma,
che
di
si

pag. 49. assunto soggetto,


,

da /wy e TipSoc o -KupouyiiJeopardiisLamprid. Heliog. 21, 1, leopardalis Paul. Diac. p. 33, 14. Bench si trovi ricordato solo da questi tardi scrittori verisimile che
li-napSoi unito
,

sia stato

veduto a

Roma

con

le

sost. vb. di /x///3avo), ep. 4, 27, o. Quindi

lemma

Plin.

altre

169

a.

bestie del circo nell' anno Cr. 1 Romani le chiama-

proposizione

ammette a dimostrazione

vano

hestiae (Liv. 44, 48) e bestiae

un problema.

Leone,

>wv, ieo Plaut. Vidid.fr. Conosciuto nelle probabilmente fu portato a guerre africane Roma da M. Fulvio nell'anno 186
,

senza africanae distinguerle molto l'una dall'altra.


Lessico, )-':c/5v,agg. di /j?f; vocabolo, quindi /s^txv f^ipXov libro di vo-

a.

Cr. (Liv. 39, 22i.

Essendo stato

il leone conosciuto dai popoli europei fino da tempi antichissimi (e perci da credere che i Romani l'avessero dimenticato fino a che lo rividero in Africa}, il

comp. lessicografia, lessicografo, lessicografico. Da ).i'iii anche lessigrafia, modo di scrivere


;

caboli

le parole.

Letargo, H^apyoz^ leihargus Lucr.


Deriv. letargia lrla.pyi(x. lethargia Cael. Aur. acut. \,Q^ 49; agg. letargico ).r;^ap7jz&5 lethargicus Hor. sat. 2, 30. 3_, Libeccio, ).tj' libico, vento da ovestsud-ovest anche africus libs Senec. nat. quaest. 5, 16, 5.
,

3, 405.

Pauli

vuol

dimostrare

che

Ieo

derivata, ma comune dalla rad. liv. Ma in questo caso la forma latina avrebbe conservato la V fra le due vocali e

non

parola

sarebbe

con
hi
(1,

Ilvo. N vi si rimedia la radice hi squarciare, proposta da L. Meier (K. Z. 385) o

Liceo,

ginnasio in Atene tempio di Apollo liceo, dove insegn Aristotele; agg. li/'j/^iov
il

presso
ceale.

guadagnare proposta dal Pictet


423)

perch sarebbe htus o Lichene, tiyyr^ Plin. 26, 2 Uchenas una forma simile a questa. Leo graeco nomine appellavere, latine menta gram. pass in latino dalla classe dei nomi in vt ().ssvr-o,-) a quella dei Lieo, , >uajo; appellativo di Bacco nomi in v (leon-is). che scioglie (j.vv.) le cure.

J35

Ligustro,

>r/uaTtxv (ligure) ligustiCol. 12, 59, 5. Lince, >ii-/?, lynx Verg. ed. 8, 3. Fu veduta a Roma la prima volta

Litotrizia

cum

ne' giuochi di
a. Cr.

ed ebbe

il

Pompeo l'anno 55 nome gallico di

varius Plin.8, 84, e il nome di lynx trovasi la prima volta nei poeti del tempo d'Augusto. Anche Plinio l'usa soltanto delle specie

chamo. Il popolo per altro la chiam lupo cerviero, lupus cer-^

comp. ibrid. da >t&o; e tero tritum^ frangere pietre. Cos si dice un'operazione sulla pietra della vescica. Litro, da lirpc*. libbra. Liturgia,). 5 tT-oupyt un servizio pubblico. Dai cristiani prese il significato di servizio divino. Liturg:o
,

ztrovpyog liturgus

Cod. Theod.

11,

24, 6; liturgico Utrovp-yiy.q.

Lobo

africane etiopiche e indiane. Da comunemente derivasi lyncea


lonza, la qual

r estremit inferiore )o(25 dell'orecchio esterno, parti sporgenti degli organi, come del cervello, del fegato. Deriv. lobato.
,

forma accenna ad Logaritmo, e. m. dicevo? rapporto e pt3-//5 numero, indica il nuuna pronunzia popolare luncea. mero che sta in un rapporto con Il Wackernagel per antepone altro numero. Ora significa l'el'etimologia /evTEto?, agg. di )iwv, e vorrebbe dire a forma di sponente che deve prendere un numero costante, preso a base leone . d'un sistema, per produrre un Linfa, il Saalfeld la riguarda come altro numero; agg. logartmico. un riflesso di vj/y-fi (cfr. Yarr. ^. 1. 1, 87. Mommsen TJnterit. Dial. Loggia, molti derivano questa parola da '/.oyiiov Weise lo nega, yiv, la parte p. 256); ma il
anzitutto
di

per
,

la

gran diversit

significato acqua e vv/j.'fn

essendo
dea.

lympha
pazza

una

Lipomania,

e.

m.

)jTr/:-/;.avtK

malinconica; agg. lipemaniaco. Lipsanoteca, e. m. di Uid/x-jo-^^-^/.-n deposito di avanzi d'antichit.


,

Liquirizia e ligorizia, -/v/.-p-pi^x radice dolce pianta d' onde si trae un succo dolce, glycyrrhiza Logismografia,
Plin. II, 284.

anteriore della scena. Ma il Diez tiene l'etimologia dal germ.lav.ba o laubja, lat. med. laubia da cui loggia (cfr. cambiare e cangiare). Deriv. alloggio, alloggiare, alloggiamento. Logica, loyv/.Yj agg. da Uyoi ragione, l'arte di ragionare, logica Isid. 2, 22, 1 agg. masch. logico.
;

e.

m.

di

>ovt7//.5
i

cal-

Lira, l'jpo(. stromento a corde, lyra Hor. carm. 1,60,10; agg. lrico Mpiy.i lyricus Hor. carm. 1, 1, 35. Liscio, incerto se dal greco >ic77;, che ha lo stesso significato, o dal

colo, l'arte di scrivere agg. logismograflco.

conti;

Logogrifo
yp~i'fo<;

e. m. di lya parola e cosa intricata, specie d'inin cui con le lettere dovinello
, ,

componenti una parola se ne formano altre che si debbono gerra. Usi (oggi leise) piano, mite. indovinare da una definizione. Litania, Inxvzix preghiera, litania Cod.Just. 1, 5, 3, 1. Logomacliia loyo-ij.r/.yi(/, battaglia
,

Litargirio, h^-upyvpzoi, agg. di lithargyros Plin. 26, 101 spuma

contesa di parole. Lonza, vedi lince.

argenti.

Loppa
loT.i

il

Mnage

lo

deriva da

Litografia, e. m. di It^o-ypo'fix scrittura o disegno a pietra. Litografo,


litoi^rafico.

scorza, buccia; agg. lopposo. Loto, /6JT,- specie di pianta. Ictus Cic. fam. 7, 20, 1 ; comp. lotofagi

Litologia,

e.

m.

li'o-lo^iv.

dottrina

delle pietre.

Litotomia,
tre.

h^o-70fj.ix il tagliar pie-

mangiatori di loto, popolo favoloso nell'Odissea IX, 82-104, lotophagi Ovid. Rem. am.
^wTo-'^ayot

789.

f36

M
Maccheroni
,

alcuni

lo

derivano

l'arte degl' incanti;

magia Apul.
/j.xyixc

dalla parola greca

definita da Esichio per una vivanda di orzo in brodo. Il nome, che siij.-x/.y.pix

Apol. p. 450; agg. magico magicus Verg. ed. 8, 66.

Magnete,

y-y.-prii

iJ.yprr.ii

pietra di

accenna ad gnifica beatitudine una vivanda prelibata. Altri deriva da Macco, minestra di fava ridotta in pasta. Per fra macco e maccarone convien sempre ammettere la forma di mezzo r/iaccaria. Agg. niaccSjercnico. Macchina, y-rr/_y.->, machina Piaut. Mil.S'. Deriv. inacchinaie, mac,

Magnesia, magnes Lucr. 6, 908, Deriv. magnetico magnetizzare, magnetismo, magnetizzazione. Lo stesso nome nel magnesio e nella magnesia. Mago, y-y.yoi. I Magi erano la casta
,

chinare, iiacchi:i!sia,Kiacc2i5uisjno, macchiiiazionc. La pronunzia po-

polare macina prese un significato speciale. Deriv. suacuarc.


Dall' agg. y/iachineus cigno.

venne

ma-

Mace,

scorza di pianta iny.y./.so diana, onacii- Plin. 12, :-)2, ex India adceiHur. Macello, Varrone LI. 4, 35. deriva macollum.mQvcdito, i carni, dal gv. (j.yy.io-j chiusa, ricinto, e osserva Jones hostia horlorum et castelli iJ.y./.'joji vocant. Invece Donato ad Terent. Eun. 2, 2, 26 deriva macellum a mactandis
:
-

sacerdotale dei Persiani maqus Cic div. J, 23. Maiorana: trasform. di anaracus; vedi nmaraco. Malachite, fu detta da /j.yj-y.yr, malva forse per il bel colore verde di questo minerale. Malinconia, vedi melanconia. Malta, y.y/'^y propr. mistura di cera e pece, ^naltha Lucil. 27, 38 M. La malta di calce in Plin. 66,
,
,

24, 3H-. Da malta si volle spiegare anche smalto, ma questo pii probabilmente deriva dal germ.^me^ 2o.n (oggi schmelzen) fondere. Mrilvavischio, comp. ibr. di malva

e i'oiscuni^ gr.

("St^xag.

Mandorla,
5, 10.

cv/j'/oa/-/?,

Fu

detta

'pecoribiis.

Weise p.4o2 segue Grassraann e il Vanicek p. (i83 seguono Donato (cfr. anche Ascoli K. Z. XVII, 334). Mactare starebbe in relazione con
Il

amygdala Col. prima nux graeca.

V^arrone;

il

Plinio 15, 90 dubita che si trovasse in Italia al tempo di Catone.

Mandra

Altri ricorrono alla impastare; civ. madia. Macigno: Vdi maccUina.


Ij-'i-yr,^ l>.y.yj)ij.y.i.

rad. mrt/j

Madia, y-y.yi;, acc. >j.y.-n'.Qy., rad. m.ag. domare, impastare niaqis Plin.
,

ricinto , special/j.y-jopy. pel bestiame , mandra in Mart. 5, 22, 7 giumenti attaccati al carro , e poi anche i mulattieri e custodi del treno. In generale turba di gente vile. Deriv.
,

mente

33,

146.

Madrigale, vedi maadra. Magari, /J.y./.y.pi0i VOC. /j.y/.y.pit, gr. mod. /j.y./.y.pi beato felice. Come forma desiderativa significa me
,
,

manih*iano mandriale, che poi divenne madrigale nel senso di canto pastorale. Mandra signific
,

sia per poi anche monastero sia perch i moluogo chiuso naci per umilt si chiamassero beato se, ecc. In Giulio (o Cielo) cos; donde archimandrita il capo del monastero d'Alcamo gi passato in senso py'.acc-jophr^i archimandrita Sidon.ep. 8, 14. avversativo macara se dolesseti anche se tu ti dolessi. Mandola, sembra corruzione di it. Magia, /j.y.yiiu propr. la dottrina e Kx-j^o'jpy. pandra e sarebbe
, ,

<(

il

culto

dei

magi persiani; poi

dalla

forma francese mandare

137

stridere coi denti, sgreIn Esiodo Sicut. 389 v' Il Bral. Etym.lat. li.T.'-j'.v/Quyi. p. 383 non crede all' origine greca e l' ammette derivato da mandere. A masticare il Grimm
li.y.'7'zv./Ji.r^

strumento
corde;
cfr.

musicale pandra.

quattro

tolare.

Mandragora, ij.xvop7.yQp7.i specie di erba, mandragora Gol. 10, ^0. Mangano, ..avyxvov. Mania //.xvt'a pazzia mania CaeL Aur. acut. 3, 12, 107. Con l'accento
,
,

ritirato e la protesi di s diviene

smania. Agg. manaco. Corap. con ZO//.O) guardare, curare, mani-

comio ospitale

di matti.

Manna,

micas concussu elisas mannam vo Camus. Mantica, /j-cc-jn/.- arte del divinare,
rad.
//.ocv

y.awa

manna

Plin 12, 62

[Mythol. \0'Q) riferisce masca come tale che divora i strega bambini. Da masca poi inserendo r sarebbe venuto mascra e quindi maschera. Altri invece riferiscono maschera a j3a(7/3c , che si trova
,

in F]sichio.

Ma

|3d7xa

avrebbe

il

significato di jSaTzavt'a,

mania

di

follia,

dal furore dell'i-

biasimare ed anche malia. Altre etimologie sono il germ. mascd

rete e l'arab. mascharat risata. spirazione divina; mantice Mart. Mastice, y.a.'jzix-n resina degli alberi, cap. 1, 6. mastiche Plin. 12, 72. Marasmo, //.y-pa^/i^ languore, sost. da ft.sipot.ho) estinguere, consumare. Mastodonte, e. m.da //.ctt^s mammella e oovT dente animale fosMargarita o margherita, //scpyapiTvj,sile i cui denti molari hanno la pietra preziosa margarita Cic. Yerr. 4, 1 1 corona con certe protuberanze simili a mammella. Marmo, fjApuxpo^ (rad. mar scin:

marmar Enn. ann. 377. Masturbare, [j.(/,'jtpo)izvjm, masturPare che a lipoma non si usasse bari Mart. 9, 42, 7. Deriv. masturbazione. molto prima del secondo secolo. Il primo monumento in marmo Matassa, >j.ir%ly, seta greggia poi che sia ricordato la statua di seta in generale metaxa Lucil. Ennio sul sepolcro degli Scipioni 3, 44 M. {Cic. Arch. 22). Le cave di Lucca Matematica, y.a5v7'/.aT(/.-/3 agg. da //.ae di Carrara non si conoscevano "r^ij.y.-zx insegnamenti mathema^ ancora e il marmo importavasi tice Senec. ep.H8, 23, matematico dall'Attica e dalle isole greche. mathemalicus Cic. ^v.3'/;//aTtz5 Tusc. 1,17, 40. Marsupio, /xxp^-uo-j borsa, marsupium Plaut. Men. 2, 51. Deriv, Matita, at//.aTiTvj; pietra sanguigna
tillare)
, , ,

Martire,

(da u/uLd sangue) propr. lapis rosso, haematites Plin. 36, 129. /j.prup testimonio, martyr Tert. ad mart. \. Deriv. martrio Matto, tra varie etimologie si e martoro, jj.apTJpio'j martyr iuni propose anche !J.raioz che ha lo Tert. de pud. 22; comp. martiroma la forma stesso significato
j

marsupiale.

logio.

Mascalzone, forse
Xa/ti^wv;
y.rrj

/j.x'j/./]

capzi-j

il partic. //k7 ascella, e /^ta^xaalzar le ascelle, dicevasi

dei beoni che ridevano sganghe-

ratamente a braccia alzate. Maschera, vedi masticare. ignota Massa, //^a pasta massa Plaut. Mausoleo iia-onoiiio- ^ sottinteso Mil. 1065; nella forma maschile monumento. E aggettivo /ji'j?/j.x del nome Mausolo che fu prinmasso, ammasso, vb. ammassare. Masticare, /Aa^rd^w, mastico Apul. cipe di Caria negli anni 377-353 herb. 79. Altri lo derivano da a. C. La moglie Artemisia gli
[J.C/.-Z-..
, ,
,

spiegata abbastanza, perch si aspetterebbe mateo o m.az20. In Petronio sat. 41 si trova matus o mattus per ubma forse sinonimo di briaco madidus o identico ad una forma
;

non

138

eresse un monumento che divenne una dello sette meraviglie.

Melanite- deriva da

sepolcrale fu poi detto mausoleo. Meandro, /j.y.ix-jSpoi propr. fiume dell'Asia Minore, molto noto per le sue tortuosit. Poi signific qualsiasi fiume o via tortuosa;

Perci ogni bel

monumento

//p.v, nero, specie di pietra nera. albicocca d'ArMeliaca, pusvta/.-/: ,

meander
Meccanica,
te delle

Cic. Pis. 22, 53.


iJ.r,yxvv/.r.,

agg. da li-nyjx-yh stromento, macchina, propr. l'ar-

macchine
ij:r,-/y.-ny.;^

masch. mec-

menia, armeniaca Coli, 11, 2. Melico, fxzhxi;, agg. da /Jis/o,' canto, melicus ^Lncv. 5, 335, musicale; melica la lirica cantata. Melissa, /ji^^oc, l' ape (da ///t, miele). Poi melissa indic il fiore prediletto dell'ape, che i Greci dicevano fJzj.i's\j}jo-j, e ///tTTatva, 1 Latini opiastrum,. Cfr. Varr. r.
,

'mechanicus LuoM.inc. tOOiM. Deriv. nicccanismo,


canico,
ixfixivLiij.y.^

r. 3, 16, 10; Colum. 9, 8, 4. Q; Plin 2, 14. /;.

13;Verg.

inechanisma

Cassiod.

var.

1,

45.

Meco,
trui,

>j-oiy;,

amante

di

donna

al-

moeclius Piaut. 2?acc/?. 918. Meconio irr^/^vio'^^ succo di papavero (//v:/.o)v, papavero), ^neconion Piin. 20,202. Poi per somiglianza di colore le feccie del neonato.
,

melodia Mart. ii..wiy. modulano. Deriv. 905 melodico, jj.i'j'aoia:, e melodioso. Melodrania, e melodramma; e. m.
Melodia,
Co.p. 9,

di
j
I

ij.i'j.oi

orA/j.y.,

drama

cantato;

agg. melodramatico.

'

Melone, anche
19,

//-^^^^v,

melo Pali.

frr,'j.o~i~o)-j,

4. 9; nelopepo Plin.

Medaglia, metaltea
tivale
di

forma aggetmetallo, /j.i-rclo-j 'jNel XII secolo indicava una piccola moneta. (Altri deriva questa pa,
.

67. Cfr. popone.


ij.o--oux

Melopea,
i

di canto; 3, 9.

composizione melopoeia Fulg. myth.


furente
,

da medius, media Us; Guill. iJrito ohulus dicitur raedalia, i.


1-ola
:

Menade,
Meninge,
il

//aiva,-

(//aivo/^at

e.

rnedielas

nummi ma
;

se fosse
;

esser folle) baccante Catull. 63, 23.


jj-rrn^/i

maenas

vera questa etimologia, la forma


italiana sarebbe

pelle, poi in parti-

colare la
2, 2, 9.

messagliaome.

membrana che avvolge

diaglio. Cfr. Diez, p. 270 medaglione, mcclaglere.

Deriv.

Medica,
il

//^j/.v:,

nome
\,

di

r. r.

agg. di Media. Era un'erba, medica, Varr. 12. Fu cominciata a col-

tivare

nel

tempo

fra

Catone e

Varrone.
Mefite,
iJ-ifi-'.;., propr. puzzo di esa lazioni d'acque sulfuree o corrotte; mephitis YQvg.Aen. 7, 84;

meninga Theod. Prisc. Deriv. meningite, l'infammazione di quella membrana. Menta, yi-^^n, menta Cat. r.r 119. Piin. anche mintha e smintha. Mesopotamia, Mi^onozy.y.ix interliuv'iale, sottint, terra; in particolare la regione fra il Tigri e
cervello,
,

l'Eufrate.

Mestola,

agg. montico.

mistula Gloss. /unr-'Ar, Philox. propr. un pezzo di pane incavato a forma di cucchiaio.
, ,

Megera, Mi/a-pa, una delle Furie; Metacarpo, /j-iza-y-upruov parte della Megaera Yerg. Aen^ 12, 815. mano che sta dopo il carpo fino Mela //vj/ov; cfr. mpione. La forma alle dita. Cfr. carpo. latina originale malum. Quindi Metafisica, l. /j-i^. r ov^i/J., titolo
i

corap. ibr. mei-arancio, melaiJ.iUy-yyj.ix 18, 7;

g;rauo.

Melanconia,
lanconico,
licus Cic.

atra-bile,

melanclioUa Geli.
Tusc.

iJ..yjyo'.ny.q,

agg. memelaucho-

d'un' opera di Aristotele che veniva dopo la fisica. Poi dal contenuto di quell'opera indic la dottrina del soprasensibile. Masch. meian$ico. Deriv. metaflsicare, mctaflgichcria.

\,

33, 80.

f39

Metafora;

iJ.ixy.'^or3x

traslato,

meta-

pliora Quint.

6, 4; agg. metaforico, /x&raf opiy.;. In lat. v' l'avv. metaphorice , Acron. ad Horat, ep. 1 20, i vb. metaforiz8,
, .

Vitr. 103, 10; agg. metrico, //smetricus Plin. 1 1, 219; fem. metrica, dottrina dei versi; comp. metrologia, dottrina delle misure e dei pesi.
-zpiMi,

zare.

Metronomo,
/j.i7x>loj,

//.it,oo-v/>io?,

antic.

ma-

Metallo 9

mstallum Verg.

geo. 2, 165; agg. metallico, //.iTatmetallicus Plin. 34, 173; x;, comp. metallurgia , lavoro dei metalli ; agg. metallurgico. Metamorfosi, rj.i7x-/j.f)fo7ti trasformazione, (sost. vb. di /j.trx-fj.opuw, trasformare) Quint. 4, 1, 77.

gistrato che vegliava sui pesi e sulle misure. Ora significa un apparecchio d'orologeria che batte
il

Metropoli,

tempo automaticamente. >j.-rrp-nohg, citt madre,

mdamorphosis
trasfiga-

Metaplasmo,

iJ.nu.-7z).v.niJ.^

razione di parole, metaplasmus, Quint. 1, cS, 14.

detta cos rispetto alle sue colonie, poi capitale d'uno Stato, metropolis Cod. Theod. 13, 3, 11. Deriv. metropolita, /j.r,rpo-n:Qlizr,i , il vescovo della capitale, metropolila Ven. Fort. Carm.'^ 4, 20;

Metatarso, e. m. di //.ira e raoT;, Miagro , ii.^xypoi myagros Plin. dopo il tarso, parte del piede fra
il

agg. metropolitano. specie


,

d'erba
,

27, 106.

tarso e le

falangi. Cfr. tarso.

Miasma
vb.

iJlxnixx
fj.ixh'j)

infezione

sost.

trasposizione, metathesis Prob. 264, 15 K. Metempsicosi, //ir-s/y.-lux'-'J^t^ animazione trasportata, cio trasmigrazione delie anime in altri corpi, metempsychosis Tert, de
[j.fz-'^i'jii
,

Metatesi,

da

insudiciare,

infet-

anim. 34. Meteora, /j.iT-ir.ypo; sospeso

in aria,

tar'; agg. miasmatico. Miccia, y-v?a stoppino della lucerna, niyxa Plin. 13, 51. Dalla mutazione di xn e il Diez crede che questo nome sia entrato in italiano dal francese, dove appunto X diventa c/i, come laxus,

neutro piar, r /xiriopx, i corpi celesti, le nubi, le procelle, ecc., agg. meteorico, conip. meteorologia,
iJiZTZ'jpo-loyix,

lache.

Microcosmo,
in piccolo, 22, 2.

/M/.p-y.oafj.oi, il

mondo
Isid. 3,

microcosmus

dottrina delle

meteore; meteorologo, /j.irzpto-).- Microscopio, e. m. iJ.vApQ-T/.oiziXo-j, stromento da osservare gli ogyo:, meteorologico, iJ.irto>pooyi-/.i. getti piccoli; agg. microscopico, Metodo, //Sr-c3005, methodus Vitr. sost. microscopia. 7, 5; agg. metodico, methodicus Tert. de anim. 6, fem. inetti o dice Millefoglie, iJ.r)Q^'^^A\o-j, a foglie di melo, melophyllum Apul. herb. Quint. I, 9, 1; metodica, la dottrina del metodo; metodista, setta 88, millefolium Plin. 25, 4V, mili religiosa; e. mod. metodologia. folium Plin. 24, 152.

Metonimia,

denomi- Mimo, /^c/jLo,-, specie di farsa, mimus Laber. mim. 11 Rbb.; agg. metonymia Fast. p. 153, 21; agg. Metonimico, mimico, f/.ifj.u:, mimicus Cic. de or. 2, 59, femm. mimica, nome fj.iro^rjfiLu;^ melonymicus Eucher.
ij.i'7-w\>/ux
,

nazione trasportata,

in genes.

\ ,

6.

dell'arte;
ypx'fog,

comp.inimografo,

//t//o-

Metopa, fAiTTryj, propr. spazio due fori, Vitr. 90, 30, metopa
dove

tra inter denticulos et trigh/phos, intervallo fra i triglifi del fregio dorico,
si

pongono
misura,

gli

orna-

menti.

Metro,

[xixpo-i

metrum

scrittore di mimi, mimographus C. 1 L. 2, 4092. Mina, /Jtva, valore di cento dram87. me, mina Plaut. Pseud. Anche l'antico mezzo staio. (Mina nel senso di scavo sotterraneo parola italica da minare,

uo
menare
niera).
;

1,

deriv.

minerale
ibr. di

mi-

8, 6;

comp. mitologa,

v.y.9ro-).o.

Vta.

Mineralogia, comp,
rale e //o;,

mine-

iiitografla , //uS^-yc.^yta , scrittura di miti; mitografo, //.vS-fs;

Poi

dottrina dei minerali; agg. mineralogico. Minotauro, /y.tv';>-Taupo^- toro d Minos, minotaurus C. I. L. 4, 2331.

ypyos

mitcgraflco.
yirpx,

Mitra,
testa,

benda intorno alla mitra Afr. 37 Rbb. Deriv.


ii-i>r,ixo-jv/.r,

mitrato.

Miope,
occhi,

iJ.'j-f^'b

che pocchiude
di

gli

Mnemonica,
cordare

arte di ri-

corto

monicimi Cornif. rhet. 3, 30. Moccio, da muceus, forma aggettivale di mucus, muco. Cfr. muco. Mirabella, alterato da mirabolano e applicato al frutto; vedi mira- Mogio, yoipi stolto, poi tardo,
probi. 31,
ixjfjiiziy..

vista, IO, 2; astr.

Aristot.

[wi-f^p-w)

memore), mne-

miopia,

bolasso.

Mirabolano,

wpo-fj/j.-jo-?

fnyrobo-

Gij9.

Plaut. Trin. inebetito, morus In italiano pass forse at-

lanum
susino.

Piin. 12,
/^.'>>ta

lUO, specie di

traverso

lo spagnuolo rnurcio donde morjo, nojo, mogio.

Miria

diecimila; entra nei


raod.

composti

miragraHima

uirsameiro, ecc.

Molosso, yoAor^^c, paese Molossi in Epiro, razza di cani, molossus Lucr. 5, 1052. Anche

del

dei

Miriade,
poi

/^upia?,

decina di migliaia,

una gran quantit


y-'JptV-'/,

myrias
Mirice,

indefinita, Intorpr. Irenaei 1, 24, 0.

''

myrica Verg. ed.

4,2.

Mirra,

y--^pp,

murra

un piede metrico. Monaco, u.o-juxi solitario, rnonacms Rutil. Nam. ], 441; m.onacba Hieron. ep. 39, 4. Deriv.
monacare, monacale, monacliismf>, iionacazione.

Plaut. Asin.

929, poi Yiiyrrha. Mirride, y-'^pi^k., specie di geranio, myrrhis e rmjriis Piin. 26, 10?^. Mirto y.-uprog, murtus, Cat. r. r. S,
,

Monade,
1

yo-ju:^

unit, prese poi

il

2,

/A-jp-rov

30b. Da murtum viene mortella Piin. 15, 119 dice del mirto:

muriimi Yerg.

geo.

1 ,
\

significato di unit semplice, indivisibile, monas Tert. adv. Val. 37.

Monarca
!
\

yrj'.pyr.i

che

governa
,

graecumque

ei

nomen

re^nanet

solo; mosarciiia, yo-jy.pyjv. n ardila, Capitol. JMax. et


14, 4.

moBalb.
y.o-jc.p-

quo peregrina esse opparet. Fu ]Ortato in Italia col culto d'Afrodite e nel 300 a. Cr. n'era gi
pieno
il

Deriv. monarchico,
nioiiarcaCo.
/7.ovy.77/pfov,

xtxi?,

Monastero,

luogo di

Lazio (Theophr.
3).
,w.t7-avSrr,o)7:5,-,

hist.
I ;

vita solitaria,

monasterium Au-

plani. 5, 8,

Misantropo,
^y.vS-o'/j-ia,

odiatore
^v.t-

gust. in Joa traci. 97, 4; agg. mosastico, //ovaT-rtx;, monastichus

d'uomini. Deriv. misantropa,


Jisisantrojico.

Cassiod.

hist.

trip.

10, 2.
/^.vo,,

Mistero,

monodia Isid. 6, 19, 6. Monogamia, u.o-;o-yo(.[j.u, connubio steri con una sola persona, monogamysticus Att. trag. 6i)7. Deriv misticismo. mia Tert. de ieiun. adv. psych. Mito, //.:,^5; favola; agg. mitico, 1. monogamo, [j.o-j'jv.yoi monoyj'vA; mythicus Macrob. Sat. gamus Tevtde 7nonog.S.
,

culto segreto di anticiie divinit naturali, e specialmente quello di Cerere ad Eleusi. I misteri furono introdotti anche a Roma nel primo secolo di Cr. mysterhim Caocil. Stat. 223. Deriv. ii^sterjoso. Mistico, //urrtzi,- relativo ai miuj^rr^^-stov,
,

Monocolo, e. ibr. da di un occhio solo

oculus

monoculus.
ad

Firmic. mathes 8, 19.

Monocordo

iJ.o'j-yopooi

una

corda, m^onochordus Acron. ad Horat. ep. 2, 3, 216. canto a solo, Monodia y.o/.-ow.ot.
,

.,

14i

Monografia, scritto che tratta

e.

m.

//ovo

- ypa^ia

Mortella, vedi mirto.

u soggetto Mosaico, agg. da Musa, gr. /Jtoy^cto,-, musivus Inscr. Orell. 3323. speciale. Monogramma, [j.Q'J--^pxiJ.tj.x un Mota, alterato da malta (mauta),
d'
,

intreccio di pi lettere unite in una cifra sola , monogramma Paul. Noi. in natal. XI .S. Felic.

Macco,

Monolite /j.ow-h^oi masso di pietra in un pezzo solo, monolithus Laber. com. 39, Rbb. Monologo, antic. trovasi fj-ovo-lyo:, attivo, che discorre solo. Ora si prende passivamente pel discorso di una persona con s stessa;
,

usasi per fango. Cfr. malta. fj.'J/.oi, materia viscosa, moc17. Del ^'^ cio, mucus Catull resto se mucus parola derivata , dovette entrare molto presto in latino , dove 1' aggettivo niucius divenne fino da tempi antichis-

astr. nionologia,

^ovo /oyta.

simi anche nome di famiglia. Deriv. muccoso, mucido, mucillaggine. Da mucus proviene anche moccolo, propr. ci che cola dalle
candele.

Monomachia monomachia
,

duello, Cassiod. var,3, 24 certamen singulare. Monomania e. m. iJ-a^o-'j-yMoi. pazzia particolare ad un solo ordine
//5vo-//.axia

Mulo,

d'idee; agg.
niaiiiaco.

monomaae
,

o [j.ylQi, asino da Hesych. -jo^j lu oy_ti(x.v 7i-/A7r&^(/.v(5u,-). Dal Ponto, che pare essere stata la sua patria {liiad.
iJxt/jM
(

monta.

mono-

tavolino Monopodio, ijmoitio-j con un piede solo, monopodium


Liv. 39. 6, 7.

2, 852) fu portato probabilmente dai Focesi nelle loro stazioni occidentali dei Mediterraneo (Velia.

Monopolio,
gio di

fj.ovo-Tzoho'j^

il

privile-

vendere solo una cosa, biali di Plauto, \i.Q.mulo inscirnonopolium Svet. Tib. 3J e 71: tior, Cist. 4, 2, 12; Aul 3, 5. 2l. m,onopolium nominaturus prius veniam postulami quod sibi verbo Murena, //-vpatv a, specie d'anguilla di mare, muraena Plaut. Aul. peregrino utendum esset. Deriv. 396. Il nome pi antico di questo monopolista. Monosllabo, v.o-jo-a-y.'x^oc, d' una pesce fiuta, tt) wt/^, Varr r, r. 2, sola sillaba, monosillahus Quint. 6, 2. La qualit migliore pesca9, 4, 42.

ecc. Cfr. Sardegna Marsiglia Hehn. p. 515) La diffusione del mulo in tempi molto antichi provata anche dai modi prover, ,

vasi nello stretto di Sicilia.


e.

Monoteismo,

da //vo^ e Muse, Moucxi. Musae Cic. n. d.3, 21. 3-$, dottrina religiosa che ammette un solo dio, monoteista, Museo, //'juov tempio e luogo sa-

m.

deriv.

Monotono,

cro alle Muse, musaeura Varr. d un :o-Joi, che r.r.3, 5, 9. tuono solo; poi uniforme. Ora Musica musica Cic. de [j.oMGCAr, indica l' uniformit noiosa. Sost. or. 3, 33; masch. musico, //.ouTt/.,-, musicus Pacuv. 1 J4. Deriv. musimonotonia, ij.o'jo-xovv..
monoteistico.
,

Morchia,

u-pyo

amurca
194. (Cfr

amurga^ Y erg. geo.

feccia dell'olio,
.

care.

Mustacchio,
fxxjfjTO'.^,

Corssen 2, 162). Morfologia, e. m. da y.opf^^ forma,


cali;

dottrina delle forme grammatiagg. morfologico.


,

Morocomio
matto e

e.

m.

di

//wp; stolto,

y.o//sw,

guardare, curare,

indica l'ospedale dei matti.

dimin. di jW.u7Ta/.tov (dorico per //aira?, il labbro superiore, poi i peli che vi spuntano. (In varii dialetti della Italia superiore, mustag ritiene l'antico significato del greco /^<7Ta?, cio di bocca e della regione del viso intorno ad essa).
,

142

N
Nafta
,

va'y),&,

bitume liquido, naph235.

antica gramanzia da cui scara-

iha Pln.

^,
il

manzia.
fiu-

Naade,

vaia?,
vao)

ninfa di fonte o
fluire

Nemesi,

v/xsis,

la giustizia divina

me
Xano
,

dell'acqua)
,

Naias Verg
vavo,,

ecl.Q, 2l.

parola

uomo piccolo infantile nana bambino,


et Helv.

che punisce. Nenia, (v/;vta), canto funebre, nenia V\2i\\t Pseud. 1278; rri^iu non dalla
attestato
,

ma

vuoisi

ammettere

nanus Laber.
Geli. 17,
13.

Ginn, in

Narciso,
ed.
2,

vacxt77(3-:,

narcissus Verg.

perch Cic. de leg. 2, 24 dice che nenia voce greca. NEO, vo5 nuovo; si formano composti come neocattolico, ncoellenico, neologia, neologismo, e ibr. neolatino, neonato, ecc. Neolto, vi-'juT&c piantato di recente. Negli scrittori cristiani il nuovo convertito, neophitus Tert. adv. haer. 41.
^-npiuitz

48.
v^ozoTt/;, agg. de vapo),

Narcotico,

irrigidire, agghiadare.

Nardo, v^^/^o^--, nardus Lucv. 2, S\\ Naumachia, v-yu-^a/ta, battaglia


navale,

naumachia

Lucil. 14,

l(J

M. A Roma il primo spettacolo d'una naumachia fu dato da Ce- Nereidi,


sai

figlie

di

Kereo,

44.

Nausea, ^y.-j7iy.^ mal di mare, deriv. da yv:^: nave, nausea Plaut. Mere. 375. Doriv. iiaut^earo, nauseabondo.

ninfe marine. Nereides Serv. ad Vgv^. Aen. 1, 500. mespilum Plin. Nespola.
lo, 84, nespolo [j-in-x-r, nespilus Plin, ibid. Catonis aevo non fuit. Fu portato in Italia nell'et im-

Nautico,
vy-j,-

vauT(/.&c navale, agg. di nave, nauticus Cic. Att. 13,

periale.

'21; fem. nautica, vaJT'.x/;, arte del navigare. Nebbia, nebula. Che questo nome latino sia ti'atlo da vz-^t) lo sostiene il Georges (vedi Bursian

Nettare, -ji^rrup bevanda degli di, nectar Lucr. 2, 848; agg. nettareo ^f/.Tv.pzoi nectareus Ovid. met. 7,
707.

Neyralgia,
nei'voso.

e.

m,

jvipy.l-/tcf.

dolore

Jahresber. 1874-75 p. 159), ma contestato da Curtius, Vanicek,

Fick, Weise. Nccrolog-ia, e. m. di v-Y.5-;,5yi discorso dei morti, elogio funebre;


agg. necrologico.

Nicchio, dattero di mare, lat. mytulus o mutulus Cat. r. r. 158, derivato dal gr. /Jival, dim. ///jtVxo?; nicchia 1' incavo a forma di
conchiglia. Deriv. rannicchiare.

Nichetto
,

niccolino, dimin.

di

Necropoli,

v-:/ci-/.o;.(c

citt

dei

onice, V.

morti, cimitero.

Necroscopia ,

v-Y-^-^xo-ta

l'esame

Ninfa, -rjfj.'^r,, nympha Liv. Andr. Od. 16; agg. ninfea, vu///^aia specie
di pianta,

d'un morto; agg necroscopico. Necrosi, -ji/.pozn mortificazione, cio3 il morire d'una parte del corpo, necrosis Cael. Aur. chron.
1,

ninfeo

tana

25, 75; o -^'JiJ.'joo-j fono grotta sacra alle ninfe,


-rj

nytnphaea Plin.

ij.-jxio-j

nymphaeun
Ninfomania,
e.

Plin. 35, 151.

4,

125.
vxc-//.xvtu-

m.

jjy.'^o-fj.x-nufarore

Negromante,
dai morti
li
,

divinatore
i

uterino.

che evoca

morti e

Nitro,

interroga; astr. negromanzia, v;z/i5y.&cvTta, necromantea Lactan.


16.

2,

Da questo una forma

pop.

Cael. in Cic. Deriv. nitrico, nitrato, nitroso, nitrite, nitrogeno. Nolo, vKuJ&v prezzo del trasporto
virpo-j^

nytrum

fam.8,

14, 14.


per nave {jx^),

143

vjtoj ritorno in dolore. Malattia prodotta dallo stare lontano dal paese nativo.

naulum

luven.

Nostalgia, era. di
patria
e
uyoi

8, 97. Dei'iv. nolpggio, noleggiare.

Nomade, vo/z-as propr. pastore, numida Fast. p. 173. Norma, yjo)pi/j.n, agg. femm, nota, Noto,
conosciuta, solita (sottint. misura, via, regola, metodo), norma Lucr. 4, 512. Deriv. normale, enorme,

VTO?

vento di mezzod, notus

Verg Aen.6, 355.' Numismatica, agg. da ^oixi'^ixxTot. monete correnti. (Dalla forma
jouy./jiOi

enormit, enormczza.

Nosocomio,
riv.

^o'70AOfMiXo-j

ospitale, de-

mus

fu preso il latino Plaut. Pseud. 81 ).

num-

da

voioAoixi'j

curare ammalati,
lust. 1,2, 19.

nosocomium Cod.

O
Oasi, oy.7ti probab. la parola copta ouahe. oasis Ulp. Dig. 48, 22, 7,5. Obelisco, o',3Xi5; dim. di ^zi
spiedo, obeliscus Plin.36, 64.

Oligarchia,

o)vj-xpyj.x

governo

di

pochi; agg. oligarchico

okvj'j.pY,iv.c,.

Olimpiade,

omij.-kix-

celebrazione

de' giuochi in Olimpia. Poi lo spazio di quattro anni che cor-

Obolo,

^oloi

sesto di Andr 369.

un

moneta che valeva dramma, obulus Ter.

revano dall'una olympias Plin. 2, pico e olimpiaco

all'

altra festa;

8, 6; agg.
/uv.rrtK/i,-.

olim-

Obrussa, o^puiv-j prova a fuoco del- Olimpo, "0/u,aTco,- monte di Tessaglia, creduto sede degli di poi l'oro, obrussa Cic. Brut. 1\. il cielo; Oceano, &ixiav;, oceanus Enn. ann. Olympus Nqv'^. ed. 6, 8o 418. Deriv. oceanico, oceanino. agg. olimpio l'j'j.Tuoi olympius Liv. 24, 21, agg. di Giove. governo '/)o-y.pcKrLx Oclocrazia, della plebaglia, Poi. 6, 4, 6. Olio, iXxio-j^ oleum Plaut. Poen. 201. La forma latina dovuta probaOde, )- canto, ode oda Anth. Lat. bilmente ad un'etimologia popo763,' 13. lare da olere. Odo, iXo-j luogo per cantare, edifizio in Atene per spettacoli Oliva, ilxix^ oliva Plaut. Cure. 90. Fu portata dalla Magna Grecia musicali, odeum Vitr. 122, 4. circa al tempo dei Tarquinii (cfr. Odontalgia, e. m. ovT-a/yia dolore Fenestella in Plin. lo, 1). Gi la di denti agg odoiitalgico. forma oliva indica grande antiOlcleide, e. m. di S-fti serpe e x/st's chit come pure 1' influsso di chiave, strumento musicale d'otolere. Il Fick 2, 26 la vorrebbe tone a chiavi , di forma serpentina. parola originale; ma stanno per la derivazione Curtius 361 VaOftalmia, f^x/jXx malattia dell'ocoftalmico nicek 82, Benfey 2, 120, Diefenchio (9fa>/x5), agg. bach 1,36, Mommsen St. Rom. 1, 'fxff.ui ophthalmicus Mart. 8,
; ;

74,

= oculista.

Oib, pare l'esclamazione

greca la crede abotjSot. Muratori per a heu breviazione delle parole bone deus . Oleandro, corr. da poSo-Siv^po-j albero a rose rhododendros{-on)
Plin. 16, 79. Fu trasportato dalla Siria nelFet imperiale.

191, Hehn 99,513. Deriv. olivcto, olivastro. Olocausto, /xKVTTov arso tutto intero (da oloi e /.aiw) sacrifizio in cui si abbruciava tutta la vit-

tima

holocaustum
i-y/saspos

Prudent.

apoth. 537.

Olografo,
intero.

Dicesi di

un

scritto tutto atto scritto

ili

tutto dall'autore, come p. es. un senza negare per che questo stesso provenga dal basso lat. testamento; holographus Hieron. holcas. adv. Ruf, 3, 5. Omelia, y-ioc. propr. conversazione, Orchestra, px-arpx luogo nel teatro dove danzava il coro {pyjo/j.oi.i poi discorso popolare , homilia Isid.6, 8,2. danzare) , orchestra Varr. Sat. Mm.fr. 561. Omeopatia ed miopatia, e. m. bixoio-it'iti'x patimento eguale. Si- Orchite, deriv. da opyj?^ infiammazione dei testicoli. stema di medicina che cura le malattie con rimedi che ne pro- Oreadi, ptiStg ninfe montanine vocano i sintomi e gli effetti; (opoi monte), oreades Verg. Aen.

agg, onieopalico.

2, 502.
d'

Omogeneo,
Omologo,

/zo-viv/^^-

una

stessa

Orfano,
se^ni.
Tpi'f'j^

p^^-x-j;,

famiglia.; astr. omogeneit.


riQiJ.-loyoc, consonante, Doriv. omologare, spondente. omologazione. Omonimo, /j.-orjju.oi che ha comune il nome. Dicesi di due parole che hanno origine e significato

2, 4, 3,
si

orphanus Ambros. Migne. Comp. con


p'fa-JO-'zpofs.lQ-j

orfanotfoflo

luogo dove
2, 17.

nutrono gli orfani, orphanotrophium Cod. lust. 1,


,

diverso, riso biada (oryza) e 7'iso

ma

forma identica,
il

p. e.

Organo, opyx-jo-j strumento organimi Vitr. 9, 15. Deriv. organico in Non. opyv.viy.i organicus Cat.fr.
75, 9 (== musicale),
op-javCio)
,

ridere

organizzare
,

(risus).

organismo
.

organista,
,

Onice, oyj'i unghia, poi qualit di quarzo che ha il colore e la trasparenza dell'unghia umana; ont/x
Catull. G6, 82.

disorganizzare

Orgasmo,
SOSt.

op/acru--

concitamento

da

pyr,^

pyxtvo).

Orgia,

Onomastico, ^v&ax^Tt/.j, agg. da nominare. E attributo vo/j.y.^o)

opy-y- neutr. plur. feste del culto di Bacco, ot'-gia Catull. 64, 260; agg. orgiastico cpytacrTtx;.

una persona porta il nome. Onomatopea, o^ouc^.to-tzoucc formazione di nomi, agg. onomaioieico dicesi di parola il cui suono imita la cosa significata come
,

del cui

giorno

dedicato al santo di

Oricalco, opc(-yx).zoi rame di monte, orichalcum poi metallo misto


,

Gc. off

^i,

23, 92.

Orizzonte,
di
pitoi^

piio)v

sottint.

limitante, partic. cerchio che li-

mita

la vista, Vitr. 135, 24;

agg.

homba,

fischio.

orizzontale.

Ontologia,

e. m. da ovt ente, la dottrina dell'ente. Deriv. oniologico, ontologismo, ontologista.

Orma, mutato da usma


vedi usma.

'j/j.^

odore;

Ormeggiare,

pidio

Opale,

o-vX/Lo- specie di pietra preziosa, opalus Plin.37, 6, 21.


C7TC0V

in luogo sicuro

{op/j.oc)

gettar l'ancora cio in un

Oppio,

di papavero, opiiun Plin. 20, 199. Ora, '"'pu stagione, tempo, ora, hora

succo

Aquil.
gli

1.

Romani conobbero
,

r ora in

Sicilia

dove trovarono
,

nella prima orologi solari guerra punica. Ora, contraz. poetica di oAira, vedi anra. Orca, specie di nave. Il Nerucci la deriva da /x5. Il Caix p. 130 crede che sia dal germ. holchum,

porto o rada; ormeggio, ormegglamento. Ornitologia, opvi^o-lr,yh. dottrina ornitologo pMtodegli uccelli )(>/o?; agg. ornitologico. Orografia, e. m. po-ypafix descrizione dei monti; agg. orografico.
,

Orologio,
Varr.
di

>po'/iGv

horologium

r. r. 3, 5, 17. L'orologio solare, noto ai Greci fino dai tempi

Anassimandro

Anassimene

intorno all'anno 500 a. Cr. fu conosciuto dai Romani in Sicilia

145

Ossitono, ?u-Tovo5 di suono acuto. Osteologia, e. m. oVrso-^oyta dottrina delle ossa; agg. osteologico. sina a Roma e Io fiss in una co- Ostico, w!7Tx.<5? urtante, agg. da w&w frequent. c-Wri^w, osticusMB,rc. lonna vicino ai rostri (Plin. 7, 212). Emp. 15. Il Mnage deriva ostico da asTTs secco donde affr/s? Oroscopo, po-axnoi che osserva le

durante la prima guerra punica. Il console M. Valerio Messala port il primo orologio da Mes-

ore, principalmente quella della nascita; horoscopus Manil. 3, 190. Ortodosso, p^-Soioi che ha rette opinioni, poi seguace della vera
fede,

orthodoxus CodAust

1, I,

2,

2; astr. ortodossa /jS-o Sott'a. L'opposto eterodosso. Ortoepia, pS^o-sTrsta retta pronunzia. Ortografia, p^o-ypxfix lo scrivere rettamente , orthographia Lucil.
lib.

aspro. Ostrica, ocrpuMv. In lat. ostrea da 57T(5ov Plaut. Rud. 297. Erano ricercate dai ghiottoni fino dal tempo di Plauto. Pi tardi Sergio Orata guadagn tesori con la coltivazione delle ostriche, Plin. 9, 168. Da sTpaxt'^w venne ostra-

cismo

'JTpa/.iv/j.?.

Ortopedia,

IX, Agg. ortografico. e. m. opo-T:xihix educazione diritta, regime per far crescere diritti i bambini; agg. ortopedico.
tit.

Otoiatria, e. m. uro-iaTpzix medicina dell'orecchio.

Ottacordo, y.xx-xopSoi strumento con otto corde, octachordos Vitr.


10, 13.

Ottagono,

Orza, corda che legasi

al

capo

si-

nistro dell'antenna; p^ixi (Hesych.) ed p^ia? era la parte inferiore dell* albero di nave; vb. orzare.

Arx-y moi ad otto angoli, octagonos Vitr. 25, 4. Ottica, TCTtxy? agg. da u vedere, '
la dottrina della visione, la parte della fisica che tratta della luce; optice Vitr. 4, 1
.

Ossigeno,
di
acidi.

e. m.|u-vv>75

generatore

Ozono,

ossido
plice.

form pure combinazione dell'ossigeno con un corpo sem^ si

Da

che

la

parola mal derivata da o^wv odoroso , olezzante partic. di o^w. l'ossigeno che posto in certe condizioni acquista un odore.
,

Pacchia, il Du Gange registra Paleografia, e. m. Tca^ato-y/sa^ia scrittura antica: paleografo, paleograpachOy porcus saginatus. Questo fico. a Tra^j? risale probabilmente grasso. Deriv. pacchiare, pacchc- Paleontologia, e. m. di nulocio-o-nornne, paccbinco.
loyltx.

Pachidermo,

nxx'j-Bip/j.oi

di

grossa

dottrina degli esseri antichi; paleontologo, paleontologico.

pelle, ordine di animali, Arist. Paletnologia, e. m. di Ti>at-s&vooyia. dottrina delle razze antiche; gen. anim. 5, 3. paletnologo, paletnologico. Paggio, Ttat^t'ov ragazzino , piccolo servo. In questo senso il nome Palingenesi, e. m. Kxhv-yysvig riprovenne dai Bizantini. generazione.

Palafreno, probabilmente com- Palinodia, 7raXtv-w5ta ripetizione dei canto, poi cantare sulla stessa posto ibrido da napA veredus cavallo aggiunto. melodia il contrario della prima Palanca, vedi placca. volta, quindi ritrattazione palinodia Amm. 18, 5, 4. Palestra, nalaiarpu luogo per loty
;

tare

{nodib)

palaestra

Plaut.

Bacch. 66.
^0
Zaaibaldi
,

Palinsesto, 7Ta>t>-<fv3ffT05 di nuovo, agg. vb. di

raschiato
faw,

libro

Le parole greche.


di cui raschiavasi la

J46

se

prima
5.

scrit-

Pantano, incerto

da

nxr-^fj.x,

sost.

tura per scrivervi altra cosa, palimpsestos Catull, 22,

vb.di TTarw, ci che si calpesta, da pollo, lat.^tt^5, pappa e poltiglia.

Fnlladio, Pallade

Tia/XaStov dirairi. di Pallas,


,

Athena Minerva. Cos Panteismo, e. m. derivato da ttcvchiamavansi le piccole statue di &C5 sistema filosofico secondo il
quale l'universo
(7tv)

questa dea e specialmente quella a Troia, che proteggeva la citt. Quindi prese il significato di
tutela, difesa.

dio (^sj);
4,

panteista, pantelstico.

Pantera,

-mv^-np^

panthera Lucr.

Panacea,

T^av-/sta

che

guarisce

num
186

tutto, specie d'erba,panacea Lucil.

1009. In Plauto l'agg. pantherigenus,. Epid. 18 Non sappiamo per se la pantera sia stata

duh.fr. ^ M. Paiiariccio e patereccio, -rap-ovuxtov che sta presso l'unghia tumore


,

veduta a
a.

Roma prima

dell'

anno

panaricium Apul./<?r&. 42. Pandemonio, comp. formato da


,

all'estremit delie dita

Cr. in cui ebbe luogo il primo spettacolo di bestie feroci (Liv. 44, 18). Pi tardi fu indicata

anche con
izpooq

gli altri

nomi

greci

pardus Plin.8,
1,

Milton,

nav-oat/y-vKsv

luogo dove

pardalis Curt. 5,

63, npSan 21.


hp^j

radunano tutti i demonii. Pantheon, Trav-Ssov sottinteso Pandette, r.v.-j-^i/.Tr,q che comprende tempio dedicato a tutti gli
tutto, raccolta di scritti, di leggi,

di,

cio a tutti

dodici di maggiori;
TravTO-ypa'^os,

Pandora,

pandectes Charis. 194, 20 K. k7.vo&U|Ssc strumento musicale, Specie di liuto a tre corde
ecc.,

pantheum

Plin. 36, 15, 24.


tutto.

Pantografo, e. ai. di strumento che scrive

usato dagli Assiri (Poli. 4, 60;, pandura Varr. l ^.8,33, 61; cfr, luandla Ha diversa origine il nome Pandora, Wu-jo^.x. moglie favolosa di Epiraeteo, dal cui vaso scosi diffusero sulla terra tutti pei'to i mali. Panegirico, :tu-jr,-fjpui agg. di navv,yu(jii

Pantomima,
dramatica con ballo
TtavTo/At/;.wj

naw-iJ.i/j.o^

azione

tutta rappresentata e gesti, pantomimus

Piin. 7, 184;
ep. 29, 11.

agg. pantomimico pantomimicus Sen.

Papa

folla di gente, quindi festa solenne o spettacolo a cui tutti accorrono. Discorso panegirico quello che si tiene in qualche solennit lo per pi laudativo paneyyricus Cic. or. 1 Quint. 2 Pape, interiezione nu-Kcd^ papae Plaut. Pseud. 365, babae ibid. 10, 1 zmzlaudatio. L'oratore dicesi
, ;
1

parola infantile che Cos poi furono chiamati i vecchi ed i sacerdoti. Ved. Prudent. peristeph. 11, 127. In Giovenale 7, 653 nel senso di educatore, maestro. Deriv. papale, papato, papismo, ecc.
,

TraTTTras

significa padre.

panegirista

Ttuvrr/vfAaTr.i

o.sto-S'i-don, epi^tri-:^- '-'"^

panegy^"

353.

Panico

"jPapiro,
,*

-arcupo,-,

papyvus Catull.

35,

2 papiraceo papyraceus agg. timore. Plin. 2S, 11,47. questa specie di turbamenti ad; Parabola, Tzr/.pufior, confronto, simiopera del dio Pane, llav, da cui/ litudine, parabola Sen. ep. 59, 6.
,
__^

Tiravwv

sottinteso tst/xa Gli antichi attribuivano

^.^.J'agg. 7Tavt/5,^

^.,_.,.,-.,-

Paiiof affi.1^" c7'Tii.'"Trav4y>a^^^ vedui a di tutto, cio dove si vede ogni


specie di cose.

-'-"''^^T

Negli scrittori di matematica una sezione conica. Deriv. parabolico Tiapaj^o/ixc; parabolano. Cfr.
parola.

Pantalone, nomignolo dato


veneravano.

ai

Ve-

Paracentesi,

7ra/>a-xVT/5<3t

puntura,

neziani, dal santo Uavra/wv ch'esci

paroj'entesi Plin. 25, 144. Paracleto o paraclito, i^c^pa.-Am'i

147

Trapa-Aoyw/xs

invocato, agg. vb. di TTa(5a-x)iw, paracletus Tert. de ieiun. adv. phych. 13.

Paralogismo,
sbagliato
,

calcolo
j

deduzione falsa
Trapa-vu/A^o,
[j/xfYi),

agg.

paralogistico.

Paradigma
^ii7//.a

paradimma,

rra/sa-

Paraninfo,

cosa
vb.

mostrata, esempio,

so la sposa

che sta preschi conduceva

da SzUw/xi, paradigma la sposa al mRnio, paranymphus de anim. 43. Augnat civ dei 6, 9. Paradiso, izoLpiUirso^ parco, quindi Parasito, Trapa-utros chi mangia luogo delizioso paradisus Tert. presso altri alla mensa altrui, de monog. 16} agg. paradisiaco parasitus Naev. com 60; agg. parasitico parasiticus Plaut. Capi. TzocpxSei'sicc^i paradisiacus Alcim.
sost.

Tert.

Avit. 1,298.

4, 69.

che contro Pardo, 7Tp5o5, pardus Plin.8, (:3; cfr. pantera. l'opinione inaspettato e quindi strano, paradoxum Cic. titolo Parelio, nap-ZiUoi un secondo sole. d' un' opera. Deriv. paradossale, Fenomeno di riflessione per cui paradossare. apparisce un altro sole accanto al vero parelion Sen. nat. qu. 1 Parafrasi, Tra/sa-^p^crts l'esporre am11,2. pliando e dilucidando, paraphrasis Quint. 1,9, 2. Deriv. parafra- Parentesi, Trap-v-Sscrts frapposizione cosa stico, parafrasare. aggiunta in mezzo parentiesis in Rutil. Lup./?^. seni. 1, 17 Paragog'e, tta.p-oL-jwj-h ad-duzione, l'intromissione d'una lettera. aggiunta in fine di parola, 'paragoge Diom. 523, 19 K. agg. pa- Parisillabo, comp. ibr. pari-<ixjlragogico. Ix^oij parola d'un numero pari di

Paradosso,

Trap-^olov
,

Paragone, comp.
il

di nap e ycv, della pietra sulla quale si prova l'oro; poi in generale

sillabe.

nome

Parlare, vedi parola. Parletico, corr. da paralitico.

Parnaso, napvaTs monte della Focide sacro ad Apollo e alle Muse, Parnasus Verg. ed. 10, 11. vb. paragrafare. Isid. 1 , 20, 8 Parodia uap. w^ia canto parallelo od altro che lo imita, poi che ne Paralipomeni, Ko.^T.-Xtiv.ii.viv. cose omesse e quindi restanti, avanzi, imita la forma mutando il concon-fronto.

Paragrafo, Tiapa-y/oa^os ad-scritto, segno grammaticale,para^ra^/it{5


;

'paralipomena Hieron. ap. 53, 8. Paralisi, nv.p-l-o'sie, dissoluzione, rilassamento, paralysis Vitr. 193,

tenuto

di

solito

dal serio allo

2\=nervorum

resolutio; agg paralitico TxxpxlvTiMi paralyticus Petr. Sat. 131 j vb. paralizzare.

scherzo; parodia Ascon. ad Cic. Verr. 1, 10, 29 replica; agg pavb. parodiare rodico 7TKp-w5tx5

gr.

TlOCp-OlSio),

Parallasse ,''E7rap-ana?js|differenza.
Indica la differente posizione di un astro veduto dalla superficie o dal centro della terra. Parallelo, Trap-a^/j/os l'uno accanto

Parola, sincop. da parabola (parabla, paraula) cfr. parabola, che


dal
di similitudine significato dal fino principio del medio evo a quello di sentenza,

pass

aW aMvo, par allelus

117,7. Deriv. parallelismo, comp. paral-

Niv.

lelepipedo Kv.pol-fil-ziziizih-J solido a facce parallele , parallelepipedum Chalcid. Tim. p.l8; parallelogrammo 7iapaX)-/3).-7p//./jio5 a linee
^a.r3i\ee,parallelogrammv,sGrow.-

vet.p.249,9.

Da parola venne Parlare (parolare, parabolare. Gap. Car. Calv. nostri seniores parabolaverunt simul et consideravcruntj. Deriv. parolaio , parlala, parlamento, parlamentare, parlamentario, ecc. Paronomasia, ri%p-o^)oit.v.ilv. leggera mo4ificazione di vocabolo, fig. ret.
detto, vocabolo.

148che unisce due parole poco differenti , come fare e disfare,


di
riv.

pasteggiare, impasto, Impau^^/mx, patimento, sost. di Tia patire.

stare.

Roma

Toma.
jta/j-o^usr/xs

Patema,
irritazione,

Parossismo,

vb.

esacerbaziene, in medie, il momento in cui la febbre al col-

mo.
ParOSSitonO, Tta/s-ol-rovos quasi OSsitono , parola che ha 1' accento acuto sulla penultima sillaba. Parrocchia, izup-ouia, propr. l'abitare dappresso, e dicevasi l'abitazione in paese forestiero. Poi
signific la coabitazione, il vicinato; quindi paroecia in S. Agostino ep. 261, 51 la circoscri-

Patereccio, vedi Panariecio. Patetico, TraS-vjTws commovente, /)atheticus MaiQvob.Sat.rr 2, 1. Patologia, e. m. 7ix^o-loyia^ dottrina delle malattie. (La forma antica era Tzx^ooyu/j). Agg. patologico,

Patriarca, Tzurpi-xpx-rn capostipite d'una famiglia o gente, patriarcha Tert. ad nal. 2, 10. Deriv.
,

zione

d'

mente detta

un vescovo, posterior- Patriota, Trar^twT/i? paese. Prima si us la


,

patriarcale, patriarcato. dello


bestie, poi

stesso

diocesi.

Per

forma

di cose e di

italiana dovrebbe essere pareca, nella stessa guisa che in francese paroisse. L'anomalia si pu spiegare in due modi: o che oi sia divenuto o come in diocesi
(cos vuole il Diez, p. 307), o che parrocchia venga direttamente da -nxpoxoi, che ha diversa etimologia; e veramente parochia trovasi in Hieron. ep. 51, 2 per circoscrizione di un paro^hus. Deriv. parrocchiale parrocchiano. Parroco, -ndpoxoi, fornitore, specialmente chi forniva i viveri
oiovAvsti,
,

anche

di

uomini.

Patrizzare,

-rtarpt^w,

patrisso Plaut.

Pseud

442.

Patronimico, -Kxrp-owpM-j^ nome derivato da quello del padre (p.


e.

da

tronimicum Donat. 373, 23 K Pausa, TicciJuti cessazione, pausa Plaut Pers 878; contratto posa, vb. posare, comp. riposo, riposare.

Atride == figlio di Atreo),

pa-

Peana,
Cic.

de

-atav, canto giulivo, or. 59, 251.

paean

all'esercito

in

marcia

{Tzxpixo

somministrare); parochus in Cic. ad Ait. 13, 2, 2 albergatore, in Hor. iS^ 1, 5, 45 il padrone di casa che d un pranzo. Nei tempi
cristiani

fu

detta

parochus

la

Pedagogo, rtato-avw/'s, chi conduce o dirige i fanciulli. Prima dicevasi lo schiavo che conduceva a scuola i figli, poi il precettore; paedagoyus Plaut. Bacch. IrS; astr. pedagoga, Trat^aywyta; ora la dottrina del metodo nell'educazione. Agg. pedagogico, -hxiSu'/oytx,-.

persona che distribuiva l'elemopoveri; poi signific chiunque avesse cura 'd'anime.
sina
ai

partic. di un verbo paedare, forma romana del greco -rrattiutv, educare. 11 primo signiPartenone, naps-svwv, tempio della ficato dunque di maestro eduVergine Athena, {Ttap^bjoi vergicatore. (Il Mahn crede che sia ne). Il pi famoso quello sulla derivato da paedagogus, ma vien acropoli d'Atene. confutato dal Diez, p 310) Deriv. Pasqua, ebr pesach passaggio uscita (dall'Egitto), 7Ta7xa, pasrha pedanteria, pedantesco. Tev.de hapt. 19. Deriv. pasquale, Pederasta, Trat^-s/ja^Tv^?, amatore di fanciulli. Deriv. Pederastia, t: iSzPasquino. Pasta, Tr7r/5, pasta Marc. Emp. 1. pacyria-j pederastico, rrat^i^ac-Ttzs,

Pedante,

Diez lo deriva d^pastus, donde paslilluSy pastillum, pastiglia. De11

Pegaso,
favole.

Ur.yxio:,

cavallo alato delle


Cic.

Pegasus

Quint 80

i49
agg. pegaseo, pegaseus CatuU. 55,
24.

alto,

quindi nel

tempio
^

il

pul-

pito.
v:\xyoi

Pelago 9

Pericardio, nspt-xApSto? che intorno al cuore; la membrana che lo avvolge. L'infiammazione PelicaaO) 7rj).s)tvoi pelicanus Hiedi questa dicesi pericardite. roa.brev.in psalm. 101. Pellagra 9 e ibr. di pelle-iypx, se- Perielio, e. m. Tcspe-vj^to; intorno al sole. Dicesi il punto in cui un condo 1' analogia di TzoSAypix. e

mare,

pelagus

Piauxt.Pers.ilS.

X^ip-xypoc.

pianeta trovasi pi vicino al sole.

Pena,
8, 3.

poena Leg. XII Tab. Periferia, Tz&pi-fptia. linea che gira Da poena venne punire [poeintorno, p^rip^ma Mart. Gap. 8,
Trotwi,

nire, Cic. rep. 3, 9, 15), punizione, penitenza, poenitentia Liv. 31 , 32, penale, penalit, penitenziere, penitenziario.

8>7.

Perifrasi, izepi'fpxvii circon-locuzione, periphrasis Suet. gram. 4.


Deriv. perifrastico, perifrasare.

PENTE >

cinque, entra in composti come pentagono, Trvraywvos di cinque angoli, pentagonus Grom. vet. p. 106, 24 pentametro, nvjrd'fjierpov di cinque misure, specie di verso, pentameter Quint. 9, 4, 98: pentapoli, Tt^vrTzolii unione di cinque citt pentapolis Solin, 35 pentateuco TTVT-Tuxo9 Opera in cinque volumi pentateuchus Tert. adv.
TrvTs,
r

Perigeo,

e.

m. mpi-yaioi, intorno

alla terra. Dicesi il punto in cui un pianeta pi vicino alla terra.

sottinteso T:epi-/j.zrpQ?^ linea che gira intorno, perimetros Vitr. WQ^ 27; agg. perimetrico. Perineo, izsp'vzo?, perineos Cael. Aur. chron. 5, 3, 59.

Perimetro,
ypxa/j.ri,

Periodo, TZipi-oSo? circuito, periodus Quint. 9, 4, 14. Deriv. periodico, TTspioStxj, periodicus Piin. 20, 15 detto della febbre; periodare.

Marc. 1, 10 i cinque libri di Mos; pentasillabo, tzvtx.<7).Xoc^o


cinque sillabe, pentasyllabus Mail. Theod. de metris, 2. Pentecoste 9 usvTvjxoaT/j cinquantesima (giornata dopo pasqua), pi3ntecoste Tert. de idol. 14. Peonia 9 Tratwv^ del paese dei Peoni in Macedonia, specie di pianta, paeonia Plin. 25, ^9. Pepe, TtTTspt, piper Hor Sat. 2, 8, 49; agg. peperino, specie di marmo. Peplo, TrTrXov, e nnlog , peplum Plaut. Merc.prol, 67,peplus Manli. 5, 393.

di

Periostio, TTept-TTtov, membrana che sta intorno alle ossa, periosteum Cael. Aur. chron. 5, i, 5.

Peripatetico,
Tzzpi-Kxxoi

Trept-TTar/jTtxcJs agg. di dissero passeggio. Si peripatetici i seguaci di Aristotele dal costume del maestro di passeggiare nel Liceo facendo lezione nel pomeriggio. Peripezia, Trspt-TrTsta caso, acciden,

te.

Periplo,
zione.

TTEp^TT/ous

circum-navigacon,

Pepsina,
stione

sost. deriv.
(TTfjffw,

da

Tr^-t^

dige-

Perispomeno,

Trspi-ffirc/zevov

digerire), sostanza che facilita la digestione. Pergamena, uspya/jtyjwi , carta di Pergamo, citt di Frigia e capitale del regno degli Attalidi,2?er-

tratto, partic. di irspi-uTtaw

spomenon Macrob.
Peristaltico,
TreptiTTsXXw,

c?e diff.

peri' 4, 1.
di

Trspi-ffra^Ttx,-,

agg

contrarre; dicesi il moto di contrazione degli inte-

gamena Pergamo,

Not. Bern. 38, 4. Ttipya/xo^, propr. la citta-

stini.

della di Troia; poi d'ogni altra


citt Jndic

Peristilio, Trept-erru/tov colonnato in giro ((TTi^os colonna), peristulium


Vitr. 14, 9, 6.

appresso ogni luogo

Peritoneo
no,
utpt-z^jxiov

f50

^
consonante iniziale
disteso.

steso intordistesa intorno ai visceri; peritonaeum Cael. Aur. acut.3, 11, 142. L'infiammazione di essa peritonite. Perla fra le etimologie tentate

membrana

lastra, lastrico, lastricare, lastricato. Piatto, risale certamente aTriarus,

largo,

piattola. platino.

Deriv. pattaio Della stessa origine


,

pillula,

(che sono pirula^ piccola pera, Piazza, pronunzia popolare di platea, vedi platea. Deriv. piazzale, perna, conchiglia, herul, piazzaiuolo. siriaco), il Grimm, propose il ger'm. herala, alterato da /5/;pu/" Pietra, nirpci rupe, petra Plaut. 5cc/i. 23. Deriv. agg. petreo, ueberillo, di guisa che sarebbe /o,-, da fonte greca. Non credo per TpcxXos, petraeus Plin. 20, 92, petroso. che a sostenere questa etimologia occorra passare pel tedesco, se la Pigmeo KDy/xoaoi, nome d'un popronuncia popolare di ,3/-p//o,polo favoloso di nani all'estremo dovette esser brulus brula mezzod. Significa lungo quanto
, ,

perula.

un pugno
-F.pii,

(ttuv/a/;).

Piloro, TTuz-op,-, portinaio, anche Non. 3, 163; Plin. 10, 100. Le meato inferiore del ventricolo, galUnae rusticae di Varrone r. r. pylorus Cael. Aur. chron. 2, 1, 10. 3, 9, 7 sembrano essere state per- Pinacoteca 7rtvazo-&-//xv5, luogo dove si ripongono i nici, il che vorrebbe dire che fino quadri (Titvaxsi). da quel tempo le pernici si al- Pinna ttiwk o Triva, pina Cic. fin. levavano in Italia. 3, 19. 63. Il Vanicek per la tiene come parola latina, per pitna. Persa, erba maiorana, il Mnage la deriva da tt^sc^wv o np7ov aglio. Comp. bipenne, (hi pinnis) hipenPernice

perdix

Varr. in

Persica

-acp^f/.v^

frutto persiano,
11,
1^.

persicum Plin. 15,

Pesca, sincope di persica. Petalo, 7TTa/ov petalum Isid. oriq.


19, 2i.

nis Verg. Aen. 1, 135. Pira, mp rogo, pyra (da nup fuoco) Verg. Aen. 6, 215.
1

Piramide,
n.d.2y

r.xtpof.ijli^

pyrams

Cic.

18, 47. Deriv.

piramidale,

piramidare. Petecchia, -tTra/tov, e T^irz/Ax, bollettino da attaccare con pece Pirata, Triparv;?, sost. da T.iipu.o, che arrischia avventuriere (-('tra), etcheUa pittacium Laber. pirata mim.Q\ Rbb. Ora significa una Cic. Rose. Am.oO. Deriv, piratico,
,

Pirite, T.upTr,;, pyrites Plin. 36, 138. Pezza, l'etimologia pi verosimile da TT^x, piede, orlo, lembo. Piromanzia, 7tupo-/aKVTita divinazione dal fuoco, pyromantia Isid. Piaga, -rz'i.Tiyri colpo plana Cic. Yerr.l, 51. 8, 9, 13. Pianeta, Tr/awir/j?, viaggiatore, er- Propo, 7ru/5-wT:;, d'aspetto igneo, rante, quindi le stelle erranti pyropus Lucr. 2, 803. contrapposte alle fisse, planetes Piroscafo, e. m. Ttvpo3b, barca Geli. 14, 11, 12. Deriv. planetario. a fuoco. Cos pure dicesi pirofregata pirocorvetta, ecc. Piastra, lamina di metallo, da /j.ncir:rpo-j^ (cfr. eiiipastro), pasPirotecnico, e. m. 7ivpo-Tiyviy.i resato a significare materie dure. lativo all' arte del fuoco. Usasi Da plastron, vennero poi piadei fuochi artificiali.
,
,

nialattia in cui la pelle coperta di maccliie rosse, quasi di brandelli attaccati ad essa; agg, petecchiale.

TizipuTi/.; piraticus Cic. Verr. 2, 5, 28; pirateria, pirateggiare. Pirico, agg, deriv. da Tzvp fuoco.
,

strone,

piastrello,

perduta

la

Pisside,

Trulla,

propr. scatola

di

-^ 151
bosso, pyxis Cic. cfr bosso.
Cael. 25,
,

Planisfero, comp. ibr. di planus e (jfopx^ proiezione della sfera terrestre sopra un piano. Pistacchio 9 TTtffTaxtoy pistacium Plin. 13, 51. Fu trasportato dalla Plastica, Tzlx7TiA-/}, arte di formare Plin. 34, 35; agg. Siria e piantato la prima volta {Kl'x'iao), plastice in Italia da Lucio Vitellio, legato plastico, TT^aijTtx;, plasticus Vitr. di Tiberio nel suo podere ad 8, 13. Dal sost. plasma derivano Alba; Plin. ibid. plasmare, plasmatore. Pitagorico, agg. da Pitagora, Uu^a- Platano, -n-Xaravo^, (rad. n\a.r, donde Kxrg ampio, largo), platanus ypui.
61.

Pitonessa, altra forma


derivata
Tir.
(slU^'j^ov
;

di

Pizia,
iNot.

Cat.r.
tica;

pythonissa

il

n51; 7r).aTavog forma atnome greco comune


Dovrebbe adunque
es-

Grut

p,

CLXXIV;
cosa

Pitocco,

TTTwxs

vedi pizlo. povero. Deriv. pi-

7r>.aTavt7To?.

toccheria.

Pittima,
sta,

nl.z/j.<x,

sovrappo;

coperta; medie, fomento epithema Scribon. 160. Pinolo, il Flecchia (A. G. 2, 316), lo raccosta a piron che in varie regioni dell'Alta Italia usasi per forchetta, e deriva dal neogr. -kusucchiello, f.oviov^ come TzzXpoq cavicchio. Ma il Caix (p. 134) sostiene la derivazione da epigrus, o epiurus che nel basso latino significa cavicchio.

sere stato conosciuto dai Romani per mezzo di Ateniesi Piin. 12, 6 , umbrae gratta ex alieno pentita orbe.

Platea^

%\oLxtioL

larga, sottint. via.

sostantivato ital. largo), platea Plaut. Trin. 840. Deriv. plateale. Ritirato l'accento, da platea venne la forma popolare piazza. Platino, vedi piatto.
(Cfr. l'aggettivo

Platonico^
tone.

7T).aTwvtx?,

agg. di Pla-

Ora

si

usa comunemente

come

Pizio,

pythius Hor. Od. 1, 16, 5, appellativo di Apollo. Pizia, IluSia, pythia Cic. div. 1, 19 la sacerdotessa d'Apollo a Delfo.
TTu&ios,

secondo
tone.

attributo dell'amore ideale la teoria di Platone. Pla-

tonismo, sistema filosofico di Pla-

Pleiadi,

Placca,

u/xa, tavola, lastra. Dalla stessa radice, e forse derivato da Tr^a^, il lat. planca, tavola e l'it. palanca, palo diviso per lungo e che serve a fare il palancato o chiuso a difesa delle
-n/al, acc.

Tzlzichq^ figlie di Pleione e di Atlante, divenute secondo la favola una costellazione di sette stelle nel segno del toro. Il loro sorgere recava l'estate, il loro

tramonto l'inverno, quindi per


gli

porte; quindi spalancare, per togliere o sfondare il palancato II Littr deriva palanca da yaMyyta o ^).ayyat, bastoni rotondi.

antichi il principio e la fine della navigazione. Perci il Lo-

Placenta,
Plagio,

Tr^a/ous-oOvTo?,
1

placenta

Cat. r. r. 76,

TT^ayto; sbieco, storto; quindi sleale, insidioso. In lat. piagium furto d' uomini il fare
,

beck deriva il loro nome da uJ-w, navigare. Ma il Voss riferisce questo nome a Trs>o//at, versori; il Pott e il Savelsberg lo identificarono a TXiziaSzi colombe , e quest'ultima interpretazione
,

pi generalmente

accettata.
sost.

Pleonasmo,
v^w
,

-nrXeovaff/x?,
,

da

Tr).o-

schiavo un libero o sottrarre ad


schiavo. Ulp. dig. 17, 2, ital. il furto letterario. Planimetria, e. ibr. da planus e
altri lo

soverchiare
fig.

pleonasmus
seni 45; agg.

51,

1.

In

Aquil. Rom. de pleonastico.

Pletora,
e.sser

TrXyj&ojpa

sost.

da

-k-Zi^o

fjLirpov^

misura

di superficie piana.

Planimetro lo strumento tale misura.

per

pieno, plethora, ISot. Tir. Kopp. p. 282, agg. pletorico. Plettro, 7T><ixT|5ov stroraento da

~
battere (TrXviuffw), n. d. 2, 59.

i52

ra, agg. di tzXe/io guerra.

plectrum

Cic.

Ora

si

usa per controversia. Pleura, nUupa lato, costa. Ora si Poliandria, TroXu-avS/s^a, connubio di donna con pi uomini (av^ps,-), dicono pleure due membrane del e la loro infiammazione Poliantea, Ttoivu-avarsta, propr. agg. petto fem. molto fiorente. Ora usasi peipleurite Tzvjpiti^ pleuriiis Vitr. raccolta di molte cose. 24. 15. Plinto, 7z).tv&oc mattone. Signific Policlinico , e. m. ospitale ove sono riunite pi cliniche vedi; clinica. poi il zoccolo quadrato sotto la colonna plinthus Vitr. 4, 7. Policromia, e. m. da -rzoiu-xpst/xcr. Plutocraza, Kou-ro-y.px'ricx. dominio pluralit di colori; agg. policro della ricchezza, governo dei ricmo. chi. Poliedro, e. m.d7ro/u-lpa, corpo di Pneumatico, jiviv^-umg agg. da pi faccio.
,
:
,

r:-j-j/j.x

soffio,

pneumaticus

Vitr.
ttvu-

Poligamia,

-///ia,

pluralit di

237, 6.

Pnenmonia,
Mvisc,

pneumonite,

(da TTvi'J^uwv respiratore, polmone) malattia polmonare.

connubi, spec. dell'uomo con pi donne, polygamia UQV.expos.in Ter.praef. agg. poligamo. di molte Poliglotto, TTO/u-v/ojTTo?
,

Podagra,

-KoS-.ypx

lare dei piedi Catull. 71, 2.

morbo articolingue. (tt^,-), podagra Polgono, r,ol-/^yfO'i di molti an10. goli, polygonum Censor. 8,
,

Podio,

TT^jov,

(da ~oS- piede) Torlo


il

Polgrafo,'
grafico.

T.ov-ypxfo? chi scrive di

dell'arena,

primo gradino del

molte cose. Deriv. poligrafla, polidi molte varii me-

Polimetro, 7io/u-//.t|5o,misure. Ora poesia in gio, pogginolo, poggiare, appoggio,


appoggiare.
tri
;

teatro, poi ogni sporgenza o parte sollevata d'un edifizio, donde pog-

agg. pollraetrico.
e.

Poema,
sost.

-oir^fj-u
Ttotio),

componimento, Polinesia,
Plaut. Asin.

m.

di

tt^/'j-v^j^o;,

plu-

da

poema

ralit di isole.

174.

Polipo,
TTToiVt;

7To/y-7T5u;

Poesia,
Poeta,

composizione, poe-

pMypus

molti piedi, Plaut. Aul. 196. L'o indi

sis Lucil. 9, 40.


Tioi-n-crii^

Mommsen,

(gr. VOlg. -o/^r/is, cfr. St. 1, 931) com-

Rom

dica che la forma latina fu presa dalla dorica tio.'j-ov^, e perci probabilmente dai Dori di Taranto

positore, poeta Plaut. Mil. 211. Deriv. poetico, -rrot/iT'./;, poeticus Cato ad M. fil. p. 83, 2 fem. poetica, Tzoi-nrty., r arte del poetare,
;

o di Sicilia. Agg. polfposo. Polisillabo, 7ro>u-7u>/a,3o? di pi sillabe, polysyllahus Prisc. de ac^


cent.
^

40.
tto/j-ijvSstov

poetica tare, poetessa.

Cic,

Tusc.

1,

1,

';

poe- Polisindeto,
capo

pi

Poggia, corda che legavasi


destro dell'antenna.
I

al

Greci dicecorde legate tacolo vario, teatro per ogni speai capi inferiori della vela. Procie di rappresentazioni. babilmente poggia il plur. di- Politecnico, e. m.Gli antichi hanmin. ixQia.. no Tzo'j^-nyjog^ TToXu-Tx'-'iK, pluralit di arti. Ora istituto dove si Poggio, poggi uolo, vedi podio. Poledro, probabilmente da -wJ.tinsegnano pi arti. Sio-j, (e forse -u).(Bpto-j) dimin. di Politeismo, deriv. da rzo/-^eo;, di TTi/os cavallo giovano. Cfr. Diez molti di, sistema religioso che

congiunzioni, agg. vb. di <7uy-5w, polysi/ndeton Donat. 399, 4 K. Politeama, e. m. TzoXv-Bocy.x a spet-

vano

TzStc^ piedi, le

1, p.

327.
TxoUf^.i/.r,,

ammette pi
arte della guer-

di; politeista.

Polemica,

Politico

TTO>tTtxcJ,',

agg. da

-rtXi;

153
staio, politcus Cael. in Cic. fam. 1 . Fem. politica TroXmxv^ l'arte di governo.
,

silypum significa anche sepolcro

8.

Polizia^ -oUr-ix stato, costituzione,

in Fab retti. Inscr. 750, n.573. Postema, vedi apostema. Prammatico, Kpoc/i/.oLrv/.i relativo
alla pratica degli affari (TTpy/iara)

governo

politia Tert.

ad Mart.
per7rv5u//.v,

3. Deriv. poliziesco, poliziotto.

Polmone,

izlt-iiw

ionico

pulmo
Polo,

Cic. n. d. 2, 55. Deriv. pol-

pragmaticus Cic. Att. 1, 20, 1. Il femm. sostantivato prammatica indica la costumanza di rito.
Pratico, jzpa.-ATty.q atto ad operare, agg. da -Kpxisu; femm. sostantivato pratica.

monare, polmonea, polmonite.


polus Att. trag. 678. Poi fu tradotto con uer^^a;. Deriv. po-K/.oi,

lare, polarit, polarizzare. Polpo^ sincope di polipo.

Presbiopia, e. m. nps^^u-onix la vista da vecchio, formato secondo


l'analogia di miopia. La persona che ha questa vista dicesi presbite, Tzp&aprrii vecchio, e
il

Pompa,

7ro/ATc>7

accompagno, proces-

sione, pompa Plaut. Mil. 67. Deriv.

pomposo, pompegr^iare. Il Mnage deriva da tto/ativ anche pompa nel senso di macchina da spingere
acqua,
avanti.
dall' atto dello

difetto

presbitismo.

Prete,

spingere

Ponto,
399.

TTvTo;

msLVQ.pontus Att. trag.


ttsttwv

Popone
dolce,

pepone,

maturo,

Tr^scr/Surspos pi vecchio, pre^ sbyter Tert. de bapt. 17. Nelle comunit cristiane i pi vecchi avevano uffici sacerdotali. Deriv. pretesco, pretino, presbitero, presbiteriano.

specie di cocomero, pepo, melopepo Plin. 19, 65. Fu portato a Roma dalla Campania;

poi

Prezzemolo,

num

7rcTpo-j).tvov,

petroseli-

da cui petrosemolo, pret'semolo.


Plin. 20, lf8,
npiy.Tzi^/xi

Hehn p.275. Porfido, Txopfupoui purpureo, antic. questa specie di marmo dicevasi
Kopfrjpir-fi,

Priapismo,
Priapo
,

deriv. dal dio

priapismos Cael.

Aur.

acut.', 18, 178.

porphirites Plin. 36, 53.

Prisma

upiV/Aa

Traevasi dall'Egitto, cominciando dai tempi di Claudio.

gare), poi

segmento (Trpt^w seun corpo geometrico;


cosa proposta,

agg. prismatico.

Pornografia,

Tzop-jo-ypxfix

lo scri-

Problema,
sost.

Kp-p:r,ij.a.

vere intorno a cortigiane, quindi scritti osceni; TTopvoypaoo? in Athen. 13, 567 b. Poro, Tzpoi meato, passaggio, porus Plin. 20,21,84; poi i pori nella
pelle degli animali, Isid.
80. Deriv. poroso, porosit.

vb. di Tzpofillf^^ problema Sen. contr. 1, 3, ' -rr^ quaestio; agg.

\U

^,

Porpora,

-nopfpa^ purpura Plaut. Stick. 376. Deriv. purpureo viop-

fvpEog purpureus Liv. Andr. 43, porporino, porporato.


vola), Tz&youpoi specie di

Od.

problematico npop.-fiiMxmi problematicus Cael Aur. chron. 3, 3, 46. Proboscide, TTpo^ouxig proboscis Varr. . men. 490=:manus. Proclitita, Trpoz).eTtxv5 che s' inclina in avanti (7Tpo-x>tvw), parola che s' unisce strettamente a quella che segue cfr. enclitica.
, ;

Porro, (o granciporro o grancegranchio marino, cancer pagurus Plin. 9,


97.

Proda, vedi prora. Prodromo, Tip-Spofxoi pre-cursore,

prodromus
Proemio,
or. 3, S()

Cic. ad Att. 1, 12.

npo-oLy-ioy

pre-ludio,

{ot/^-n

canto epico)
TravTt'./uTTos

Posa, posare, vedi pausa.


Posilipo,

= exor-dium.

prooemium

Cic.

de

che fa cessare

gli affanni. Cos poi si dissero ville e luoghi di delizie, in cui


si

Profeta, npof-riTrt; chi predice, propheta lui. Caes. Strab tv. fr. in
Fest. p. 229, 10.
Tzporfrirzict.

Deriv. profeza

cercava riposo dalle cure. Pau'

prophetia Tert. de ieiun.


profetare
9

154

adv.psych. U, profetico Trpof/jTw^ propheticus Tert. de pud. 21;


profetizzare
Trpo^/jTt^o),

Prosoda,

Tzpoa-wSix ac-centus,
;

pro-

prophetizo Vulg. Matth. 26, 65. Profilassi, 7Tpo-'^u).a?tg pre-cauzione, cura intesa a prevenire una malattia agg. proniattico. Programma, Kp--jpa.ixiiv. manifesto, programma Cod. Just. 1, 14, 3. cose Prolegomeni Tzpo-ityiJ.fjx
^
,

sodia Varr. la Geli. 18, 12, 8 agg. prosodiaco npoa'^Sixxi prosodiacus Mart. Gap. w. Prosopografla, TrpoffMTro-ypayta descrizione di persone. Prosopopea, npoacmo-KoUx personificazione, prosopopoeia Quint. 1 8, 3 /?c<a persmarum inductio.

Protagonista, Trpwr-aywvtTT/? primo attore. Aveva questo nome perch le rappresentazioni dramatiche erano a concorso (ycv) e garegprolepsis Charis.280, 1 K. giavasi per il premio. Prologo, -p-oyo^ discorso che preProtasi, u/2-Ta7t,' cede, prologus Ter. Andr. 5. proposizione, gramm. la prima parte del pePronao, -rrci-vao? avan-tempio, atrio,
dette innanzi, prefazione. Prolessi, TTp-vjft,' anticipazione,

pronaus

Vitr. 94, 13.

riodo.

Pronostico, Trp^-yvwTTix,- presciente, prognosticus Isid. 4, 10, 1, prognoslicum indizio del futuro Cic. de divin. 1, 8, 13.

Proteo, UpMTixji antico dio marino che trasmutavasi in tutte le forme; Proteus Hor. Ep. 1, 1,90. e. m. ibr. proteiforme.
Protesi,
thesis
7Tp-&75

Propedeutica,

7rp5-7iat5-:uT(//5

istru-

zione preparatoria; agg. masch. propedeutico. Propileo, Trpo-TTJ/afov anti-porta,

propylaeum
Propinare,
,

Cic.

o/f. 2,

17,

60.

Dom. 443, 1 il preporre lettera a una parola. Proto, npwTo; vale primo, ora direttore dei lavoranti. Entra nei
una
composti protomartire, protomedico, protonotario, prototipo, ecc. protologia la scienza delle verit prime.

premessa, pro-

-Kpa-rd-jw

bere avanti ad
;

uno particolarmente all' ospite prima di porgergli il bicchiere


propinare Plaut.
Propizio,
vanti
,

Stich.

420
in a-

Ttpo-niTr,;

inclinato
,

Protocollo,

npoz-y.o'oi)

propr.

il

quindi pronto

disposto,

Altri jjropitius Plaut. Trin 836. crede che sia termine augurale

prospere pro-p-ius advolans (cfr. Ascoli KZ. XVI, Magazin di Hugo, VI, 132). 211, Vanicek p. 467). Il Weise p. 59 sostiene l'origine greca, Prugna, npoCi/j-vov^ prunum, Plin. 15, 13. derivato dal greco secondo perch se fosse parola latina, Lobeck, Hehn, Saalfeld, Ruge. pr sarebbe lungo, di che trovasi un solo esempio in Giovenale. Secondo il Weise p 80 voce latina, prono l'albero, prunus. Propontide, -po-izo-nii avan-mare, nome del mar di Marmara che PSEUDO, ^'--oo falso, nei composti sta prima del .mar Nero; propseudograna '|iu5o->pa'^t scrittura
, ,

romano,

foglio incollato sui rotoli di papiro, contenente la data e il nome dell'autore. Poi signific il nome riportato nei registri notarili ^vedi Tychsen nel Civil.

falsa pseudolatria ^^vjSo-ocrpzix pontis CatuU. 4, 8. culto falso, pseudonimo ^zuSProra, np'ytpx, prora Lucil. 20, 12; mutata la r in c?,"/liven ne proda. wvu/zov nome falso, ecc. Proscenio, npo-^/.-rrno-j anti-scena Psicologia, ^uxo-J.oyiu dottrina dell'anima. Deriv. psicologico, psicoproscaeniumPani.Poen.prol. 17. psicologismo. Da 'pux'n logista, Proselito, Tipo'j-Yi/.ur; sopravvenuto, quindi passato da una ^religione proviene 1' agg. psichico ifo^w,ad aL\ivai,proselytus Cic. pr Flacc. psychicus Tert. de pudic. 21. 28. Deriv. proseiiisiuo. Punire, vedi pena.
,

if>^

psu/^a sost. vb. di

R
Rabarbaro,
pa.

barbarum
dalla

(o pov)^ip^xpov, reuIsid. 17, 7, 40. Veniva

Reuma,
rere,

rheuma

pia scorcatarro Hieron. ep.

costa
(cfr.

settentrionale

del
2, 2,

Ponto
118 b).

Lennis, Synopsis

Rachte o rachitide, paxins malattia


Rafano,
6,
1.

122, 1; agg. reumatico psu/iarex; rheumaticus Plin. 29, 142; reumatizzare psvfj-xri^M rheumatizo Theod.Prisc. 1, 10; reumatismo

della spina dorsale (pax'*)Cat. r pa'f avo?, raphanus


pxyckSsg

r.

rheumatismus Plin. 22, Rezzo, vedi aura. Ribrezzo, vedi aura.

46.

Ragade,
ture,

fenditure

crepapix^i

Rinoceronte, piv.xspw? col corno sul naso, rhinoceros Curt. 8, 9, 16, mostrato a Roma da Pompeo l'anno 55 a. Cr. (Plin. 8, 71). Di anche servo, cos all'opposto ranome era noto anche prima (cfr. gazzo da servo pass a signifiLucil. sat. 3, 9 Miill.) care fanciullo. Ragno, dal latino aranea Plaut. Riposo, riposare, vedi pausa.
o mantello cencioso , poi servo, e come itat; e puer significavano
Stich.

rhagades Plin. 23, 87. Ragazzo, propr. chi porta la

Rima, vedi Rimbombo,

ritmo. vedi bomba.

2,2, 24. L'etimologia di Risipola, pMni-Tizlai enfiagione rossa della pelle (lpu^-7rs>, cfr. Vaaranea fra le pi contestate. nicek p 502, 821). Secondo Corssen 1,6 4, Vanicek 54, Lachmann ad Lucr. 3, 383, Riso, pu^a, oryza Hor. sat. 2, 3, 155. Gli antichi lo usavano solo aranea derivato dal gr. /sx-'^)
secondo
Fick,

Weise

p.

75

nella medicina.

La

coltivazione

fu introdotta in Italia dagli Arabi Tuchhandler 5 voce latina. Restano in dubbio Curtius p.34l (Hehn p.440sg.) e loh Schmidt Vokalism. 2, 343. Ritmo, pu&//-? sost. da pu scorrere, di raRamolaccio^ p/zopaxta specie rhythmus Varr. in Diom. 513, 1 K. fano, armoracia Colum. 12, 9. Agg. ritmico pv^fiu? rhythmicus Cic. de or. 3, 49, 190, fem sostanRannicchiare, vedi ncchio. tivato ritmica pufjLtx-^ 1' arte o Ranno, pAi^vo^rhamnos Col 10, 373. dottrina del ritmo Rapsodia, p^m^Ix canto epico, rharhythmica Mart. cap. 9, 969. Da ritmo popsodia ISep. Dion. 6, 4; rapsodo trebbe venire anche rima, perch versus rhythmici dicevansi anche Refe, pa'f/g cucitura. (Havvi per i versi rimati della anche il germ. reif striscia, fetpoesia popolare. Ma la forma presenta non tuccia, a cui potrebbesi riferire). Regoliza, metatesi di Icgorlzia; piccole difficolt, laddove il germ. vedi liquirizia. rim, numero, molto pii vicino.
,

Resina,

germanica per indicare una cosa schiettamente paesana. noso, resinaceo. Ritorno, ritornare, vedi torno. Retore, pr/Twp oratore, rhetor mae- Rombo, p/Aj3o5 fig. geometrica e stro di retorica Cc.de or. 1, 18; sorta di pesce rhombus Hor. sat. 1,2, 16. Deriv. romboide po/jijSoagg. retorico, p-mopi-A^ rhetoricus
,

py)Tiv/5, resina Plaut. Mere. 139, Plin. 14, 120, resina condire musta vulgare ei ( Italiae ) est provincisque flnitimis. Agg. resi-

Italia

Rimane per a spiegare come in si pigliasse una parola

de or. 1 , 29; fem sostantivato retorica , pvjToptxv; 1' arte del parlare, rhetorica Cic./n. 2, 6.
Cic.

tiSr,i

rhomboides Gromat.

vet. p.

341 , 7; romboidale. Nel significato di suono vedi Tromba,

Romito, vedi Ronca, il verbo


(sost.

156

la rosa pass dall' Asia Minore in Grecia e di l in Italia. Per

latino

runcare

runcus?) venne probabilmente da pyyxo? rostro, come pi tardi r uncina pialla da puxKvvj. Ronchizzare, per russare, da py/oi che ha lo stesso significato, rhoncus Mart. 3, 82, 30. Trovasi pure ronchare, ronchismus. Rosa, la derivano da pov Hehn
p 527, Vanicek Fremdwrter 45, Pott,2, 817, KZ. 5,528. E invero

passaggio di e? in 5 molto strano, sicch la credono parola latina il Saalfeld Ind. Vili, il Corssen 1,311 e Beitr. 506, Leo
il

Meyer KZ.

15, 12,

il

Sonne KZ.
Curtius
,

12, 367, Weise p.2l. Il 352 lo trae da poUa.

poSlof.

come Clausus da Claudius.


Royaio, vedi borea.

Sbato, 7a32aTov, sabbatum Hor. sai. 1,9,69. Sacco, ffax./.o?, saccus Plaut. Capi. 90.
Deriv. saccoccia, saccliegg^io, saccheggiare prop. ilporre nel sacco. Saffico, axTzfi/.-j agg. di Saffo, specie
,

Macrob. 5a^.
posto con
w5i
19.

2, 10; salmista.
hri

Com(|/)./ji-

salmodia
ep.

108, Deriv.salmodiare, salmeggiare. e Salpare sarpare, crede si daea?-

psalmodia Hieron.

harpagare, e

di

459 Saggio,

metro 22 K.
lldyio-j

sapphicum Serg.

rampicone
8?,

questo da .p-!za.yri harpaga hist. 4 fr. significherebbe adunque stac,

peso, il pesare, exagium Edict. L. Turcii Aproniaui praef. Urb. a. 362, a. Cr. (in

il

Gruter. 647, 6) sub exagio pecora vendere, vendere a peso; vb. saggiare.

barca togliendo il ramcon cui il barcaiuolo la tiene ferma alla riva. Muratori cita puramente pizi^zi-j strappare;
care
la

pone
a

salpare
,

sarebbe pi vicino
loipniti-j.

il

composto

Sagoma, cra/w/za contrappeso, sa- Sambaca aaii^^ri specie coma Vitr.239, 15. sambuca Plaut. Stick. 38 Salamandra, 7a).a//avopa, salaman- Sampogna, vedi sinfonia.
dra Piin. io, 188. Sulla origine orientale di questa parola vedi il Westermann Monatshefte 3 serie, n. 28, p. 395. Salir, secondo Saalfeld 71 e Ruge p. 11 dal gr. 'lciloi. Il Curtius, il

d'
1 .

arpa,

Sandalo, ravoa/tov, sandalium Ter. Eun. 1028. Per somiglianza di forma dicesi cos anche una specie di piccolo barchetto.

Sandracca,

aav5pxvj,

sandaraca

Vilruv. 176, 24.


,

Vanicek, il Weise riferiscono Sanna, cczwa; smoi'fa contorsione del viso mostrando i denti, sanna ambedue le parole a una radice comune sval che in latino prese Pers. 1,62.
il

suffisso ivus.
<Ty7//a

Sarcasmo,
di a^TTw,

cot.py.oi.QiJ.oz

sost.
,

da

ffapxdJ^w

Salma,
peso,

carico del giumento,


vb.
1.

sost.

sagma

Veget. 3, 59, Dalla forma

Deriv. saimeria.

dilaniare le carni sarcasmos Charis. 276, 2bK =:exacerbato; agg. sarcastico aapxadTixj.
vapy.o-tfdyoi

di

mezzo sauma Sarcofago,


le

che consuma

soma, da cui somaro, somiere, assomare. Salmo, 'iK//^.; suono, sost. da ia/Jw, psalmus fQYi.adv. Prax. 1 1. Dallo stesso verbo deriva salterio fa)-

provenne

carni, sepolcro, sarcophagus Plin. 2, 210. Sardonia, e sardonico, ascpovu? onice, sarda, specie di pietra preziosa sardonyx Plin. 37, 86. Sardonico, attrib. del riso forzato,

Tv^ptov

"psalterium Corn.

Scip, in

157
aapScanoi yXon gr. in Cic.

bocchetto, trasl. inciampo (quindi


la frase, pietra di scandalo) scan-

fam.

7,

26.

La forma
che
il

5iv05

pi antica aapRais (Accad. dei Lin-

cei V, p. 54) riferisce alla divinit

orientale Sandan o Sardan. La leggenda facea morire questo dio Scarabeo e scarafaggio, a^apx^otXoi scarabaeus Plin. 11 99. Da questo sul rogo (cfr. Sardanapalo ed Er;
,

dalum Tert. Marc. 3, 1. Deriv. scandalizzare ajtavSuU^o scandalizo Tert. de idol. 7 scandaloso.

viene altres scarabocchio passato a significare macchia d'inchiostro come sgorbio da scorpio. Scartabello, vedi carta. ai Greci doveva parere orribile. Scena, jx/jw:, scaena Naev. com. 17. Deriv. scenico ffxvjvtxs scenicus Sarte, gr. med. lip-zio-j attrezzi di Ter. Hec. 8 sceneggiare comp. marineria, \iptiov Ducange, ^a/oscenografia T^^stv armare una nave. (7y.-/)-Jo-ypccfix propr. Satana e Satanasso, aot.zxvoLi voce pittura di scene , quindi scenoin 1 1 Vitr. Tert. 27 adumhraebr. oppositore , nemico , graphia de fug. et pers. 2. tio, forma; scenografo a/.-/vo-ypafO] scenografico (xxvjvoyioa^txs; scenario. Satiro, lirMpoi compagno di Bacco, Satyrus Lucr. 4, 578. Deriv. sati- Scettico, ffxsTCTtxs che riflette e inrico aocmpui satyricus Plin. 19, daga sottilmente, agg. da crxuTO/Aat; 4, 19; satlriasi uaTu/sc'affts satyriapoi miscredente, in quanto vuol sis Cael. Aur. acut 3, 18, 175 (Saesaminare i misteri della fede. Deriv scetticismo. tira ha origine latina, da satura^ e da questo 1' agg. satirico nel Scettro, ffxvjTiT/sov arnese d'appoggio, senso moderno). bastone, sceptrum Pacuv. 217. Satrapo, sarpin-/)^ governatore di Sclieda, (^x^S-n lista di carta, sost. da axi.S fendere, scheda Plin. 13, provincia nell' impero persiano, 77. Deriv. schedario. Dal dimin. Ksatrapnan, satrapa {satrapes, schedula, in cui la pronunzia posatrapi) Terent. Heaut. 452. Dalla polare omise l'aspirazione, venne superbia e dal fasto di quei gocedola. vernatori pervenne il significato
; ; ,

cole suirOeta) e le vittime umane che si sacrificavano a lui per celebrarne la fine si gettavano sul rogo sorridenti, ma d'un riso che

italiano di chi fa il grande, l'autorevole, e presume di s. Deriv. satrapla. Sanro, tra varie etimologie il Die-

Scheggia,
;

ax^Sia, sost. da a/iS fendere, dividere, schidiae Vitr. 180, 17 vb. scheggiare. Scheletro, ^xs/st; disseccato, sce-

fenbach KZ.

12,

79 propone

<sca>poi

letus,

Apul.
,

rfe

mag.6\.
figura
,

per apoi di Siria. Scafo, ffx'^05 (j/a^vj corpo incavato, barca (axarr Scavare) scapha Plaut.

Schema

^x'^fioc

schaema

Rud.

163.
<Txa>y3v5 zoppicante, ineobliquo, scalenus Auson.

Scaleno,
guale,

Rbb. Deriv. schenoatlco, ffx^yoiarix?, schematicus Mot. Bern. 29, 24 ; schematismo, ff^/J/^aTiff/A,-, sost. da (Tx/j/jtaTi^M figurare,
INaev. trag. 35

maniera figurata

di parlare, sche-

praef.ad

edyll. 13.

triangolo che ha suguali.

dicesi del tutti i lati di-

Ora

maticus Quint. 1, 8, 14. Schisto, axta-ci fesso, agg. vb.


ffxt?w.

di schisios Plin. 19, 101, rocsottili.


,

Scalmo

scarmo,

axaXy-;

caviglia

cia che si fende a strati

a cui si lega il remo, scalmus Cic de or. 1, 38, 178. Scamonea, sx.(x/x[jovix specie d' erba e succo che se ne ricava, scam-

Schizzo,

(syihoz

improvviso

fatto

in fretta, schedius Ulp.

dig. 14,

monia

Sciamito,
fili,

Cic. dir? 1, 10, 16.


ffxc4v5a>ov

gr. med. iK-{xnoi a sei stoffa di seta, poi i/inoi.


tsxtaStxs,

Scandalo)

trappola, tra-

Sciatico,

agg.

da

itixiov

158
coscia, ischiadicus, Plin. 23. 53} sciaiicus sofferente alle coscie , Plin. Val. 2; 37, fem. sciatica, sottinteso, malattia. Scilla, ffxta specie di cipolla, Scilla o squilla in Lucil. 4, 6, specie
di

^tvaTrt,

Senape,

Pseiid. 8,
aiva7Tt(T//s,

sinapi{s), Plaut Deriv. senapismo, sinapismus Cael. Aur.


17.

chron.'S, 8, 112. Senopia e sinopia, specie di terra

Scilla riproduce pure 2xO/>a, mostro descritto nell' Odissea, lib.

gambero,

(cfr. il

venez. schilla);

color rosso, atvwTcfa, sinopis Vitr.7, 7. Sepa, specie di lucertola, 5j;, seps
di

Plin. 20, 12.

naviganti Seppia, cr/iTrta, sepia Plaut. Rud. 659. nello stretto di Sicilia, dirimSerico cr//pu?, propr. del paese dei petto a Cariddi. fra la Scizia la Cina e Seri Sciinia) simiay pare derivato da l'India. Il prodotto principale del naso schiacciato. Il Vaaii^-cj coi paese era la seta, e perci serico nicek, p. 975 congiunge smia a smilis, quasi fosse denominata signific di seta] sericus Hor. carm. I, 28, 9. dall'istinto d'imitazione ma con un segno di dubbio. L' conviene Serpillo, lp7ruX>ov, specie d'erba da
XII,

che

divorava

con ae/x?, non con similis. Scirro, a-Aifipoi ogni corpo duro,
agg.
!7Xl/jpc.
(^yj'y/j.x

condire, serpillum, Cat. r.r. 73.

Da questo venne anche


serniollino.

la

forma
specie

Scisma 9

cosa divisa, sepa-

Sesamo o sisam,
,

nhicf-iio-i,

rata, sost. vb,


(TXt7/aaTv.;

da

t^c^w,

schisma

Tert. praescr. 5; agg. scismatico,


,

schismaticus August.
1
1
,

di pianta sesamun PI. Poen. 319, Plin. 19, 96 sesima ab Indis venit.

quaest. in Matlh.

Sesta,
altri

Scoglio, ffx7T).05, scopulus Enn. ann. 223. Scoiattolo, dim. di T/.iovpog, sciurus Varr. LI. 8, 68, probab. dalla

secondo ?uc7Tv, squadra o cazzuola da muratori, agg.

vb. di ?uw levigare; masch. sesto, ^U7T5, si disse anche il colonnato col suolo levigato, xystus Cic.
si confonda con che risale a sistere). infiammazione Sfacelo, n'y-xAiloi delle parti carnose, cancrena. Il Caix, p. 154 ricorre senza necessit a sfracellare, che risale a flagellare, e spiega sfacelo con la falsa etimologia da sfasciare. Sfera, oa^apot. palla, sphaera Enn.

pronuncia popolare scurius.

Att. 1, 8,

2.

(Non

Scombro, <7Mij.^pog specie di scomber Plaut Capt.Sb.


Scopo,
5-X5TI5

pesce,

sesto, ordine,

meta. Scordio, sxpSio-j, specie d' erba, scordion Plin. 25, 63. Scoria, W|Cia, scoria Plin. 33, 69. Scorpione, i-Aop-nU-j scorpio Cat.
^

Dom.

19

mira, scopus

Suet.

\r. 158

Scorpio, diede origine anche a sg:orbio, che pass a si].

in Gm.de or.?,, 40,*162, lat.^^obus. Deriv. sferico, a'^at^jtx^, sphae-

gnificare macchia d' inchiostro. (Cfr. scarabeo). Scuola, c7xo>v5 ozio, riposo, tempo libero, specialmente dagli affari pubblici, poi occupazione letteraria, trattenimento scientifico, sd ola Cic. 2 use. 1, 4. Deriv. scolastico , scholasticus '^'/^olot.iTVMi Varr. fr. Tac. or. 35 scolare, sco,
;

ricus Macrob.

Somn.

Scip. 2,

14,

31; sfericit, sferoide, (r-^aipoit^/js, a figura di sfera, sphaeroides


Vitr, 206,
1
;

sferoidale, sferisterio,

cr'^atptc7TV57iov,

luogo da giuocarc a
Plin. ep. 2,

palla, sphaeristerium,
17.
12.
Tiity?,

Sfinge,
337.

sphinx Plaut. Poen.


,

laresca.

Sfintere
^ihvr^
,

af lyxxp
,

sost.

da

fsfiyy^

Sedano o sciano,
Apul. herb.
8.

selinon

stringere

chron.

2,

sphincter Cael. Aur. I, U. Cosi dice vasi an-

159

ret. syllepsis Donat. 397, 23 K. che un fermaglio che le donne Sillogismo av-oyia/j.i, com-puto, portavano al braccio sinistro Plaut Men. 3, 3, 4. La forma pospecie di ragionamento, syllo,

polare latina era spinter.

gismus
stico
,

Geli.

1 ,

2.

Deriv.
,

sillogi-

Sfragistica,
yi's,

^'^paycTTi/yj

sigillo, usasi
7xt/x|3?,

agg. di ^^paper lo studio

archeologico dei

sigilli.

syllogisticus Quint. 5, 10, 6; sillogizzare, <yu>Arist. Boeth. AO'jittiv , syllogizo


rj'jlloyirszubi

Sghembo,
picante
,

(Hesyeh) zopaccoscia.
Il

che

s'

Diez

preferisce

Siluro, ailovpo, specie di pesce, silurus Lucil fr. 4, 7 M. Simbolo, au/z-^o^oy contrassegno, bliquo, sghembo). symbolum, Plaut Pseud. 648. Deriv. simbolico, (ju/x|3oXtx?, symboSgorbio, vedi scorpione. licus Charis. Sibarita, abitante di Sibari, SjSapt?, 160, 21 K; fem. citt antica sulla costa lucana, arte o dottrina dei simbolica molto voluttuosa agg. sibaritico. simboli; simbolismo, simbolegSibilla, crt^ua, probabilmente pagiare. rola dei Greci d'Italia, ma adot- Simmetria, nv^u.-i^^-cpioc, com-misura,
,

il germ. slimh, sbieco, perch pi vicino di significato. Sghimbescio dev' essere formato da sghembo con un'altra parola. (Per hescio cfr.il frane. 6m^5, o-

anal. post. 1, 9, p. 350. Silografia, e. m. |u>o-vpa'^ia, stampa su forme di legno (?u^ov); agg.
silograflco.

tata dagli altri, perch trovasi in Aristofane e in Platone Phaedr. p. 244. Sibylla, Verg. Aen. 3,

zione,

symmetria

Vitr.

12, 14;

agg. simmetrico.

445, agg. sibillino, sibyllinus Cic. n. d. 2, 3 extr.


.

Simpatia, ^vfjL-r.'Snix, com-passione, sympathia Varr in Non. 458,


24.

Deriv.

simpatico,

simpatiz-

zare. Sicomoro, avK-ixopoi, comp. di fico e moro, sycomorus Cels. 5, 18, 21 Simposio, <7u//-7Tfftov, il bere inSidro, oiy.tpv., specie di bevanda di sieme, convito, banchetto, symfrutta, sicera Hieron eiJ.b'2, 1. posium Apul. Apol 57; agg. simSifilide, titolo dato dal Fracastoro al suo poema sulle malattie veneree. L'etimologia ignota, ma l'aspetto della parola greco.

poslaco.

amore altri dall' arab. es-siflon di c!i>vuoi.-/fj.x transazione, conche sono i due pianeti Venere e tratto. Mercurio. Sincope, <7^jy-y.on-n, l'abbreviare taSifone, atfwv, corpo forato, tubo, gliando nei Gramm. il togliere una sillaba in mezzo di parola; sipho Lucil. 22, 3 M. Da questo il Mnage fa derivare fogna; la syncope Charis, 278, 1 8 K. forma intermedia sarebbe sipho- Sincretismo, ^uy-zp/iTtc^/x;, unione nia. di pi parti. Secondo Plut. de Sillaba, ffuX-^a|3v? comprensione, frair. am. 19, il nome verrebbe dai Cretesi, KpvjTcs. Poi sistema syllaba Plaut. Bacch. 433; agg. sillabico syllahicus a^AlupiMi neoplatonico in cui erano fuse Prisc. de acc p. 528, 22 K; masch. pi dottrine diverse. sillabo, (Tu>/ai3o$, syllahus regi- Sincrono, ruy-xpovo?, con-temporastro, August. conf. 13, 15 = inneo, synchronus Hieron. praef. dex. in 12 prop/i. Deriv. sincronismo, sincronisti^O, Sillessi, ^v^-J^jf 5 comprensione, fig.
5

Sinagoga, ^uv-ayo'/vj', riunione, sindgoge Tert. de fug. et pers. 6. Sinalefe^T'jv-a^ot'^v), fusione (comun. Letteralmente au-fUi, vorrebbe di due vocali in una sillaba), sydire canna porcina. Alcuni la denaloephe Quint. 9, 4, 109. rivano da avfji-'fio, unirsi in SinallagmatiCO, 7Uva>>a7//.aTcy.5, agg.

Sindaco,

160
I

il

auv-Stx.os avvocato, syndicus Gai. dig. 3, 4, 1,1; attore, avvocato del fisco, di societ o Deriv. sindacare, sindacollegi

nione di pi concetti e quindi processo logico opposto alla


,

analisi. Deriv. sintetico, (Ttv-SsTexos, sintetizzare.


| i

calo, sindacale.

Sintomo,

ffu/A-TtTw//a,

cosa che coin-

Sinderesi, crjv-Tv=p/,pt,- osservazione, poi rimorso di coscienza. La parola fu cominciata ad usare pi'obabilraente nel secolo XVI.

cide, accidente,
fjU'j.Tzroyij.a.ruoi

symptoma, Ori-

bas.Bern.6, 25; agg. sintomatico,


Sione, corr. da sifone. Sipario, aij>apo-j (-05) vela, supparum Man il. 5, 48 poi tenda del
;

La

rf

t corrisponde alla pronunzia moderna. Sindone, (ti-jcv stoffa fine dell' India, sindon Mart. 4, 19, 12. Da sindone derivano le forme po-

per

teatro, cons. 6,

siparmm
1

(Il

Cic. de prov. Tuchndler la crede


^

polari zendado, zendale.

Sineddoche,

auv-i/.-oxv,

il

com-

voce ibr. sub t^poi il Pauli la deriva dalla rad. osca spa). Sirene, '^uprrjn, sirenes Cic./?n. 5,

18. prendere insieme, fig. ret. per cui una cosa viene indicata com- Sirima, coda d' una strofa, apixa. strascico, syrma Valer. 1. prendendola in un' altra p. e. la parte pel tutto; synecdoche Quint. Siringa, '::~^[a-/1 canna, sytHnx Ovid.
;

niet. 1,

691. vb. siringare.

Sinedrio,

fj-rj-ipio-j

il

sedere in-

sieme, seduta d'un consiglio, di un'assemblea, ecc. synedrium Arnob. in psalm. 103. Sineresl, ^uv- t'osai,-, contrazione,

Sirio, 'yiipioi canicola, sirius Verg. geo. 4, 4l'5. Sirte, 7:pTt,-,5//r<wPlin.37, 10, 67. Sisaro, '^iaa.po-j specie d'erba, siser Ysirv. 1.1.8, 48.

Sinfonia, 'i^jy.-^'jyjia. con-sonanza, con cento, symphonia Cc. Verr.


,

Sisma,

7',7^u,-

scuotimento, agg.
,

2,

3, 41,

105; agg. sinfonico.

Una

forma popolare

,^

\
\
\

^i

sanipogna aduSinodo, a-j-ooi convegno nanza, synodus Amm. lo, 7, '7; Sistema, aJam/Mx cosa composta, rasy stema Mart. Gap. 9, 947 ^.gg ^iuodale. tio, disciplina, ars.; agg. sistemaSinonimo, cruv-ojyu//o,', che ha egual tico, tj-jaTrifLccTu? nome; poi fu detto di due parole systematicus che indicano la stessa cosa; sy^Mar.Vict.p.57, 2 K. de Front, 327. cru7To//j nonymum contrazione, agg. elog. p. Sistole,
,

di questa parola o zanii)og;na.

sismico, relativo alle scosse. Entra nei composti mod. sismografo stromento che segna le scosse sismografia, sismologia, dottrina delle scosse terrestri.
,

Deriv. sinonimia,

cr'jvwyj/;,ta,

syno-l
l

sistaltico

!7U7Ta),T(x;

systalticus

''--nymia

Aq Rom. de
-

sinonimico
Sinottico,

seni. 38; -------'.-'-''-"fig.

(7JV-0-TIXS, agg. da ^v&yu-, sguardo complessivo, compendio.

Ora

si

usa, come

attr-ibuto

di

Mart. 9, 994. E il movimento opposto a diastole. Sistro, f7trcTpov stromento da scuotere (ffscw), sonaglio di rame o bronzo, sistrum Verg. Aen. 8,
696.

tavole storiche, statistiche, ecc. in cui sono riuniti pi dati. Sintassi, ^jv-ra'^t;, co-ordinazione

Cfjstruzione, sost vb. di Ta77w,6'?/ntaxis INot. Tir. Kopp. p. 337; agg.


sintaitico, ffuJTa/.Tws.

Smania, vedi mania. Smeraldo, iixipocyQOi smaragdus Lucr. if, 805. Provenne dall'India;
,

sanscr. marahata.

Smeriglio,

'sij.xjpi^

of>.ipig,

(^/jiaw,

Sintesi,
sis

7Jv-&-5tc

com-posizione,
oggetti, synthe44.

riunione di

pii

Stat. sylv>. 4, 9,

Poi riu-

fregare), specie di metallo che ridotto in polvere serve a pulire i metalli.

161
Plin. 32, 36. Deriv. spasmodico, spasimare. Spatola, vedi spada. Spelonca, sTty^^uy?, spelunca Lucr.
1,

Smorfia; forse da /^op^>^, alterazione della forma. Socco, 5U)c;<o? specie di calzare, soccus Cic. Rabir. post. 10. Usavasi dagli attori comici , e per ci indica pure la comedia. Sofisma^ (7fi<Ty.x trovato prudente o scaltro, sophisma Sen. ep. 45.
Sofista^ fTOfiuTYii savio, maestro, sophista Lucil. 15, 13; agg. sofistico, in Geli. ffoyt(7Ttx$, sophisticus Tiro 7, 3, 35; scosti care, soflstlctaeria. Solecismo, aoioiy^iaiJ.<i. Gli antichi
.

348.
(jnp/ia

Sperma,

seme

sperma

Sulp. Serv. chron. 1, 11; agg. spermatico, amp/xaru^f spermaticus Cael. Am. cwif. 3, 18, 180.

Spilanto, pare composto da

a-Kiloi

macchia
chiato.

e vS^og fiore, fiore

mac-

derivano questa parola da Soloi, citt di Cilicia e colonia degli Ateniesi, dove gli abitanti, dimenticata la purezza della patria fa-

Spira, 'jnzxpu, spira Enn. Ann. 501. agg. spirale.

Spitamo,

ffTitS-a/Avj

spanna.

Spondeo, cmovMoi piede metrico,


cos detto perch usato nei canti religiosi delle libazioni {aTtovSal)^ spondeus Cic. on 64, 216, anche

vella

parlavano

commettendo

molti errori. Significa modo errato, principalmente nell'unione delle parole; soloecismus Lucil.
9,

Soma,

2 M. vedi salma.

spondaco, sTiov^ta/s Diom. 495, 21 K. Un'altra forma aggettivale italiana spondaico.

Sporadico,

crTropa^txs

disseminato.

Sonco,

spongia Cat. r. r. 13, 3; agg. spugnoso. Sorite, sopdzYii^ deriv. da sMp? S(|nilla, C7xt.a specie di gambero, Scilla cfr. mucchio, specie d'argomentazione, ; squilla Lucil. 4, 6
syxoi specie d'erba, grispignolo, sonchos Plin. 22, 88.

Spngna,

^Tcov/ta,

sorites Cic. div. 2, 4, 11. Spada, anidri, spatha Col. 12, 42, 3. Dimin. spatola, spaiula Apic.
4, 3.

Scilla.

Stadera
Hieron
deraio

^raT/jp

pesatore

stater

Da

spatula per sincope venne

spalla. Deriv. spallina, spalliera, spalles^giare. and) Spadone , anaSoiv evirato


(

Stadio, arStov, stadium Lucil.

8, 13.

strappare),

mim. 6 Rbb.

spado

Pubi.

Syr.

Stalagmite, deriv. da oxa.yi.Uj gocciatura, materie calcari accumulate sul suolo delle caverne dalle goccie dell'acqua che stilla attraverso le roccie. Stalattite, concrezioni calcari simili alla stalagmite, ma pendenti. Statica, cTTaTtxv?, antic. l'arte di pesare ; ora la dottrina dell' equi librio dei corpi (dalla rad. rra,

Spa^O, vedi sparto. Spalla, vedi spada.


Sparagio, vedi aspargo. Sparare, anaprTw fendere, squarciare.

Sparlo, T7tpo5, genere di pesce, sparus Cels 2, 18. La forma itastare). liana viene dal dimin. sparulus. Stearico, agg. di u-ciap sego; la materia dicesi stearina. Sparto, andpToy, specie d'erba, di cui si facevano corde, spartum Stefano, ar^avos corona, divenne Cat. r. r, 1 35 , 3. Dovette essere nome proprio. noto ai Romani fino dalla seconda Stemma, 'sxiij.fxx corona, sost. vb. di iTT^w cingere, stemma Sen. guerra punica, Liv. 22, 20, Plin. 19, 26. Gi Pacuvio conosce oghenef. 3, 28. getti di sparto, 251, 385. Stenografia, e. m. arsvo-y/sa^ia scrit.

Spasimo

e spasmo, ruaff/As stiramento, da (TTraw tirare, spasmus

tura ristretta; stenografo, Stenograflco.

Zambaldi

Le parole greche.

162

stramberia, strambotto
specie di poesia che probabilmente violava qualche regola o la giusta misura del verso. F. Pasqualino spiega invece: ut innuatur deflexio a vera signifcatone in malam partem accepta. Neil* uso comune ora significa errore
, ,

Stentoreo, agg. di Stentore, personaggio omerico che aveva fortissima voce, 11. V, 785, stentoreus Arnob. 2, p.97. STEREO, axzpzi solido, eatra nei
composti, stereoscopio, ':xzpzo-'^y.ocui si vedono rziio-j, strumento su in rilievo immagini piane, agg. stereoscopico: stereometria aTipiodi corpi solidi, asTpia, misura agg. stereometrico, axzpioi/.trpiy.i: stereotipo, e. m. a tipo fsso, cio

sproposito.

Strangolare,

ffrpayyaXaw , vb. da tjxpxyyxU laccio, strangulo Cael. in Cic./m. 8, 15.


sxpoLzriynixo:
,

forma tipografica
deriv.

fssa,
:

stereotipia

solida; stereografa ,
solidi,*

Stratagemma,
Att. 4,
2.

propr.

l'arte di

disegnare

agg.

atto di strategia {axpocr-rtyio), condurre esercito), stratagema Cic.


2,

stereograflco.

Strategia, arpaT/j/ia, modo ed arte Sterno, crT-ipv^v, petto. di condurre eserciti strategia Stetoscopio, e. ra. ^.zr;^o aMTtiXov, Plin. 4, 40; agg. strategico, ffrpastrumento per esaminare il petto. Yvoniin. strat. Tr/'//.g, slrategicus Stimmate, nxi/ixv.-zx punture, marpraef. lib. 'i. chi, sost. vb. di arCCo) pungere; poi i segni delle cinqae piaghe. Strega, vedi strige. Stoico, (7Twf/.i,-, filosofo della c^toz o Stricnina, estratto dello axpyyoi di morella, pianta velenosa. portico. Hos era detta la scuola Zenone, il quale aveva insegnato Strige, 77pi? o TTpi'v?, uccello notnella celebre 7To -Kouilri d'Atene, turno, barbagianni ( crpiy-rp^^w, Stoicismo il sistema. stridere), sirix Plin. 11, 39, 95. Su questo animale correvano molStola, c-To/vi vestito, costume, stola te superstizioni, raccolte da Ovid. soprabito lungo, Enn. trag. 134. Poi indic il vestito femminile. Fast.Q, 133. Gi-ande caput, stantes oculi rostra Stomaco, <:xixoL-/pz. stomachus LuCanilies pennis, apta rapiiiae cil. 4, 21 M. L'agg. stomachico diNocte unguibus haniu.s inest. venta per eufonia stomatico, che volani puerosque petunt nutricls veramente sarebbe agg. di 'yr/j-x, Et vitiant cunis corpora egentes, bocca; vb. stomacare. rapta suis. Carpare dicunlur Et plelactenlia viscera rostris, Stoppa, cTTJTrTiv;, sluppa Lucr. 6,
,
,

8ya. Deriv. stoppino, stoppare. Storace, balsamo che si trae dallo cTjpa?, storax Solin, 33, 10.

num

poto sanguine gullur habent.

Storia,

b-ropi'a,

propr. investiga-

zione, historia Plaut. Bacch. 158Deriv. storico, (jroptz;, histovicus Cic. Brut.'', 286; istoriare, comp. istoriografo, l'jropt.oypu.voi scrittore di storie, historiographus Capitol. Gord. iun. 21, 4; istoriografla,
l-~op'.o--jpv.'iioi.'^

Da queste superstizioni s' intende come dallo strige abbia avuto origine la strega, che appunto rapiva i bambini e ne succhiava il sangue. Striga Apul.
met. 5. Deriv. stregare, stregone, stregoneria.

Strofa,

(jTps^v;

torcimento, conver-

Istoriograllco,

hTOpl'j-jp'X'jVM^.

sione, probabilmente la conversione del coro al termine della strofa per tornare al suo posto

Strambo,

'^zpot.^i contorto, losco, strabus Varr. sat. men. 344, straho Lucil. sat. 21, 8 (ffTp,8wv). Deriv. strabuzzare cTpacjSi^w

M
,

cantando l'antistrofa. Cfr. Atilius, p. 295 K. stropha Phaedr. 1,14;

Strombola,

stravolgere gli occhi, strabismo,

agg. stronco, uTpo-^t/.s. arnese da scagliare sassi, ruota idraulica, poi per la

forma anche panello da ardere


viene

163
;

dicina che assicura

da

Struzzo^ (TTpou&twv, struthio Capitol. Gord. 3, extr. In Plaut. Pers. 2, 2, 17 passer marinus. Stroppa, (jrpfoi cinghia o corda StuolO} <7T>o?, spedizione, specialmente marittima, flotta, quindi contorta, struppus Liv. Andr. Od. ti. In Isid. ortg. 19, 4, sono le le persone che fanno parte d'una strisce di pelle o di lino che lespedizione, stolus, Cod. Theod. 13,
vorticoso, 117, una specie a chiocciola.
,

urp/M^oi^ paleo, vento ecc. stromhus Plin. 32.

un tappo.

un coperchio,

di conchiglia

gavano il remo al caviglio. Deriv. stroppare, stroppolo, propr. cor-

5. 7.

T
Talamo,
^ufioi, propr. stanza interna della casa; poi camera nuziale, thalamus CatuU. 61, 188.

Teatro,

^sar/sov,

luogo di spettacoli
,

theathrum spectare ) Naev. com. 71 agg. teatrale


( &A-o/jLsci,
;

Talento^ TsJ^avTov, bilancia, poi un Teca, &r]xv3 ripostiglio (Ti-&v;-/At peso e una somma di denaro porre), theca Varr. r.r. 1,48, 1. corrispondente a quello talen- Tecnico, txvx? relativo all'arte, tum Plaut. Cure. 64. Dal signifiagg. di TSXVV2 arte, technicus Quint. cato di peso provenne nelle lin2, 13, 15, maestro d'arte. Deriv. tecnicismo tecnologia gue moderne quello d' inclinacomp. tecnologico Texvo-^o'/ia tsx^ozione, voglia. Da quello di denaro venne l'altro d'ingegno, quasi di ^oytxs. tesoro che uno porta in se. Teda, il Saalfeld e il Fleckeisen,
, ;

Tallo,

cUi,

gambo

verde,

ramo-

(Jahrb.

f.

Phil.

90, 11),

la

de-

scello, thallus Col.

TapinO)

TaTretv?

11,3, 58. umile, ( rad. tap\

disteso a terra; vb. tapinare. Tappeto, TaTTvj,-, tapete Plaut. 5ic/i. 378, (rad. tapy distendere, spiegare). Deriv. tappezzare, tappezziere, tappezzeria. Tarso, raps^, la parte piatta del piede fra il calcagno e le dita. Tartaro, ruprapoi luogo oscuro e profondo negli abissi della terra,

rivano da ^5 SocSi. Il Tuchhndler, p. 26 incerto. 11 Corssen 1, 372, 2, 1012, il Pick 7, 105, il Weise, p. 81, la credono parola
latina.

TELE,

T^/,

avv. lontano, entra nei


;

composti moderni telefono, t>5>6fovoi, che suona o parla da lonTokz-ypi(fOi^

tano, agg. telefonico: telegrafo, che scrive da lontano,

telegrafla, telegrafico, telegrafista,


TTctov,

Tartarus Lucr. 3, 1025; Txprapov tartarum in tempi pi tardi la


scoria delle botti.

telegramma; telescopio, Tyj^s-txxostromento per guardare da

Tattica, TaxTix^ arte dell'ordinare, agg. di Tffffw; masch. tattico, tx-

lontano; agg. telescopico. Tellina, -czlio-n specie di conchiglia marina, lat. mitulus.

Telonio, rsi-wvstov e

Taumaturgo,

s-au/jiar-oup'/?

opera-

tore di meraviglie, antic. prestigiatore; pi tardi santo miracoloso. Tautologia, TauTO-/oyia, il dire la stessa cosa, ripetizione, tautologia Aquil. Rem. de fig. Sent. 39.
\\

tsXoviov, propr. lo appalto delle imposte, quindi

ufficio di riscossione,

dogana,

te-

loneum [-ium) Tert. trfoM2. Tema, &s/*, cosa posta o proposta, sost. vb. da S-s (Ti&yj/At), thema Seu;
contr. 3, 20; agg. tematico, Ss/^aTtX^?.

Zadibaldi

Le parole greche.

Temolo,

164

TIX5 , theoreticus Fulg. myth, s= contemplativus. thymallus Ambros. Henaem 5, 2. Teniaj -ratyta benda del capo, tae- Terapia, ^pandu servizio, coltura, cura di ammalati; agg. terapeunia, Enn. trag. 69 V; quindi ogni

&/A>/05, specie di pesce,

lunga e stretta, nastro, fettuccia, e finalmente una specie di verme. TEO5 2r;, dio. Deriv. teista che ammette Dio; teismo, sistema teostriscia

tico, .S^yjpausuTtxg;
S/jaTTuTtx/j
,

fem. terapeutica,
il

l'arte

modo

di

curare.

Teriaca

triaca^

s-vj^iax,

cose re-

specialmente velenose. Poi mezzo contro i morsi di serpi velenose; theriaca Scribon. 163 Teodoro, Timoteo, Fioteo, ecc. e nei seguenti composti: Terme, thermae Cic. Yerr. 2, 2, 35, 86 l'agg. fem. plur. '^tpjj.oi.i, Teocrazia, ^to-y.puTiu, signoria di calde (int. aquae). Erano i bagni Dio, poi governo sacerdotale agg. teocratico: teodicea, e. m. zo-Sicaldi, che i Greci significavano col neutro plur. 'ipi^. (int. vSara, xaia dottrina della giustizia teoacque) agg. termale. logica poi di Dio e de' suoi atcaldo, entra nei tributi; teofania, &io-yavta feste TERMO, '^tpiiM a Delfi in cui mostravansi le composti moderni termometro, misura del calore, ^ipij.-ixzxpo-j immagini degli di. Nei Cristiani la festa dell'apparizione di Critermologia agg. termometrico dottrina del calore; sto: teogonia, &-:o-yovta genera"btpiJ.Q-lo'jiv. zione degli di; agg. teogonie; termoscopio agg. termologico strumento per osteologia, ^co-loyici dottrina della iip/j.G-!7y.oriiXo-^ servare il calore agg. termosco divinit, iheologia Varr. in Aupico: termo-dinamica, &ip//o-5uvagust. ciu. dei 16, 5; teologo, zoijMYi dottrina degli effetti mecca/'/os, theologus Cic. n. (i. 3, 21 nici del calore: termidoro, &sp53; teologico, ^loio-jui, tieologicus Amm. 16, 5, 5; teosofa, ^toy.o-jpo-j datore di caldo, il mese co'^ia sinonimo di teologia. d'agosto nel calendario della reTeod[olite5 strumento che misura pubblica francese. l'angolo di due visuali riportan- Tesi, &^5t5 posizione, quindi il dolo all'orizzonte. La prima parte proporre, thesis Sen. rhet. con(3-*3|5ta,)

lative a bestie feroci

entra logico che ammette Dio nei nomi proprii Teollio, Teodato,
5

trov. prooem.zzz propositum. composto da&sa-o/xat, guardare; la seconda oscura; chi ci Tesoro, ^vj^aups, thesaurus Naev. trova Si via, altri Ut^oi lunin Geli 1, 24, 2. Deriv. tesoriere, tesoreria. go. N l'una, ne l'altra derivazione soddisfacente. Teurgia, S'so-spyta, ^loop-^ia. operazione divina, poi specie di magia, Teorema) S'swp/j/Aa, cosa osservata, sost. vb. da ^zupio), quindi il rievocazione di spiriti theurgia sultamento d'una ricerca scienAugust, civ. dei 10, 10; teurgo,
,
I

del

tifica,

regola, precetto, Geli. 17, 19, 3.

theorema

zovpyi,

theurgus ih

= esorcista

Teoria^ ^^opix^ osservazione, quindi cognizione e trattazione scientitheoria fica, opposto a pratica Hieron. in Esech. 12, 40 cogitatio, nodo. Deriv. teorico, Sriopi;

agg. teurgico, ^sc^ jo/t/c, theurgicus ib. 10, 9. Tessera, v'ha chi lo deriva da rsaapa, quattro, e indicherebbe il
l'etimologia incerta, p. 26 ). Il Vanicek, p. 274, lo trae da tensera, cosa
;

dado
(

ma

cfr.

Weise,

X5,

theoricus Mythogr.

lat. 3,

1 1

22-=.contem]plativus^ fem. teorica, ^ibtpvA-fi, theorica Hieron. ep. 30, 1

= contemplotio

che si scuote. Tetano, rhocvoi tensione rigida

,rad.

; teoretico, ^io)p-n-

ra stendere, tetanus Scribon. 101

165
acut. 2, 15, 93; e. m. tipografia, TTRA9 riTrocpoc. quattro, entra nei TUTTO -7|5a(pta, scrittura a tipi, tipocomposti; tetracordo, nrpaxop^o?, strumento a quattro corde , tegrafo, tipografico. trachordos Varr. Sat. men. 458: Tiranno, Tupawog, principe assoluto, tyrannus Plaut. Pseud. 703. Detetragono, Tsrpa-ywvos a quattro riv. tirannico, Tupawt/.s, lyranniangoli , tetragonus Grom. vet. cus Cie.leg. 1, 15, 42; tirannide, 219, 2; tetrametro, rc.rpx-iic.rpov verso di quattro metri, tetrameTupavvt',, tyrannis Cic. Att. 14, 9, ter Diom. 506, 28 K; tetrarea, 2; tirannia, rupx-jvia: tiranneggiarzrp-pxn'i
clies
,

propr.
d'

signore

quarta parte
Cic.

un paese,

della tetrar-

Att. 2, 9, 1 ; astr. tetetrasillabo , rzrpx-avX/aj2o5 di quattro sillabe, tetrasyllabus Frsc.de acc. p. 126, 19 K; tetralogia, nrpx-loyicx. il complesso

tirannicida, e. ibr. re, rvpxvvii^o) da Tupavvo? e caedo, e cos tirannicidio.


:

trarchia;

di quattro drami, poi opera composta di quattro parti, ecc.

Tiade,

9-y5

furiosa

baccante

thyas Not. Bern. 45, 65. Tiara, rtapa, cappello orientale, tiara specialmente persiano Plaut. Pers. 463. Tiaso, ^i70i^ riunione in onore d'un dio, specialmente di Bacco, thiasus CatuU. 63, 28. Tifo, vedi tufo.
,

Tirso, verga bacchica circondata d'edera e foglie di vite, che terminava in un cavicchio di fico, thyrsus Att. trag. 239 Rbb. Dalla pronunzia popolare thursus o tursus venne torso, col significato generale di fusto di pianta vestito all' estremit di foglie e fiori, come quello del cavolo. Tisana, TrTwayv?, ptisana Varr, Sat>

men. 318.
Tisi, f^tryii consunzione (y&i'vw, consumare), phthisis Cels. 3, 22,
Vitr. 24. 15; agg. tisico, f'^iaiKi, phthisicus Vitr. 60, 20. Titani, TtTavsg, antichi di figli di Uranos e Gea (Terra), immaginati come grandissimi e fortissimi. Perci titanico usasi per

Tifone Tu^wv vortice procelloso typhon Plin.2, 131.


, ,

Tigre, riypiz, tigris Varr. 1. 1. 5, 20, lOO. Una tigre fu donata da Augusto in Samo da un'ambasciata indiana l'anno 18 a. Cr. (Diom. 54, 9). A Roma fu veduta la pri-

enorme, smisurato.

Tomba,
Tomo,

tu/ajSo?,

tumba Prud. pe'


(re/*,

ma

risleph. 11,9.
T/Ao;

volta

r anno

12 a. Gr. (^Plin.

sezione

taglia-

8, 65),

re), parte di un'opera. perch prima non si pot prenderla viva (VarrJ. Z. 5, 100). Tonno, ^Ovvos, thynnus Lucil. 1, Gli Ateniesi per ne aveano ri34 M. cevuta una molto prima da Se- Tono, Tvog, tonus Caecin. in Sen. leuco (Athen.l3, quaest. nat, 2, ^6 agg. tonico. p.590)._
;

Timiama,
sost. vb.

^u/Aia/^a

aroma, incenso,
abbruciare,
18,

da

Brv/xKku

Deriv. tonalit, tonicit, intonare, intonazione, stonare, stonatura,


ecc.

thymiama
timo.

Cels. 5,
(-0"),

di

Topazio,
9-U/A05

rizx>;o;^

topazus Plin. 37,

Timo,

thymus {-um),
,

107.

Timpano,

Topica, romm, agg. da r-no^ luOgO, la dottrina dei luoghi o argoPlaut. Poen. 1306. Deriv. timpamenti oratorii, topice Boeth. in nista. Cic. top. 1, p. 276, 37 B. La forma italiana per deriva pi proTipo 9 TUTtos , impronta battuta babilmente dal neutro plur. ro[rTz-rm, battere), forma, modello, titolo di un' opera -nui, topica typus Cic. Att, 1, 10, 3; agg. tidi Cicerone. pico, TUTTtxs, typicus Cael. Aur.
Yerg.ecl.b, 77.
Tu/ATiavov

tympanum,


Topografia)
di luoghi,
izo-ypckfog,

f66

rpuTtavov,
(rpyTrav).

To:ro-yp'^ia

descrizione

Trapano,
perforare
sulla

topographia Serv. ad Verg. Aen.]^ 159; topografo, to-

stromento da Probabilmente

topografico. Torace, &wpa? difesa del petto, corazza, thorax Verg. Aen. 10, 337.
significa toracico.

forma italiana influ l'etimologia popolare da tra, trans. Deriv. trapanare. Per aferesi anche pannare, bucare, forare (Caix,
131).

Ora

il

petto stesso. Agg.

Trapezio,

rpaTr^tov,

dim. di
;

TpTis^a

Torneo, tomeamento, vedi torno. Torno, rpvo;^ tornus Verg. geo^ 2, 45y. Dalla pronunzia francese [tour] venne turno. Deriv. lornare, propr. volgerecome iltorno^

'

tavola a quattro gambe poi fig. geom. a quattro lati con due lati paralleli, Aristot. ^ro&/. 15, 4; trapezion Grom. vet. p. 290

4r
. ..>

ritorno, ritornare, torneo, dalle Traumatico^ Tpau/zaTtxg relativo i "^ 'i ,> -" svolte ui s>vuii dei cavalli in t^utjai'J giuo t^j^^^^^^ questo giuuferjtajT^i^ j^^^^w^^^-^ CO cavalleresco, torneare, tornea- Treccia, incerto se da Tpt'xa acc. di mento. ^p'i capello, o da rpiy^a. avv. di tre, -rpta perch occorrono tre Torre, t^o^j,- e rup^t?, turris Att. capi a fare la treccia (cfr. trina trag. 408 Rbb. La derivazione da trinus). Comp. in-treccio, inper non h fuor d'ogni dubbio; trecciare. vedi Fick 451: Lottner. K Z. VII, 178. Treggea, confetti varii , -.p.rriii.v., tragema Plin. 13, 48. Torso, vedi tirso, Tossico, Tr4(/v, agg. di T^^v, arco. Trementina, TspsjStv&tvv; agg. fem. da
| \ \ ' I

Dicevasi T&?w&y O7.p;j.a.y.ov il veleno con cui tingevansi le freccio, toxicum Plaut. Mere. 492. sincop.
attossicamento. tossicologia, dottrina dei veleni.

rEpi^iv^oi terebinto, terebinthinus Cels. 5, 6.


^prrj-oyjx canto funebre; agg. trenoclico. TRI , rpi- tre, entra nei composti: trigamia -rpt-ya/zta terze nozze, tHgamia Hieron. adv. lovin. 1, 37;

Trenodia,

tosco;

comp. attossicare,

Trachea,
y.p7-np(u.

-'.a/sra scabra, sottinteso Cos dicesi il canale del-,

trigamo

-zpiyx/j.oi

trigamus ihid.,

respirazione per la natura scabra della sua superfcie a nodi. Dagli antichi era rassomigliata ad un' arteria. Agg. tracheale,
la

comp.

m. tracheotomia,

taglio

della trachea.

Tragedia, rpay-uSiu, canto del capro. In origine coro bacchico intorno al capro che sacrificavasi a Bacco, tragoedia Plaut. Cure.

viene l'agg. traPlaut. tragieus Pers. 465; iragodo -zpy.ywji attore tragico, tragoedus Plaut. Poen.
Tpc/.y^.c

591.

Da

gico,

rpayjxi,-

24: triglifo Tpi'v^jyo; a tre incavi, fregio della colonna dorica, triglyphus Vitr. 13, 19: trigono -rptyorjoi a tre angoli trigonus Manli. 2, 276: trigonometria, misura dei triangoli, agg. trigonometrico: trimetro rpi/j-irpoi verso di tre metri, princip. giambico, trimeter Hor. ep. 2, 3, 252: tripode rpino^Ji a tre piedi, tripus Lucr. 1, 739; trisillabo trisyllahus zpi'yjla.^oq Yarr. LI. 9,52, 91: trittongo rpl,

f'^oyyo;

tre

suoni

unione di
di tre, tri-

tre vocali.

.572:

comp. tragediografo,

rpuyr,Sio-

Triade,
nit.

rpt.: il

numero
tribas

yp'y-'fo:

scrittore di tragedie, tra-

goediographus Serv. Verg.


8,

ecL

Tribade,

tragicomedla, Tpa/5xw//c;ta, genere draraatico misto di tragico e comico, tragicomoedia


Plaut.

10;

rpt^s^,-

Phaedr.4, 15
di pianta a tre punte,
1

frietrix.
r
,

Tribolo, spinosa

pinole i specie

poi

ferro
.

Amph.proL 59

tribulus Verg. geo

64.

167

albero o ad un kit tragA4&.

Trichina,

rpixivo^ capillare,

agg. di

^pi% capello, trichinus Varr. sai,

armi dei nemici sospese ad un palo; tropaeum


di

men. b9=:ienuis. Cos si denomin un animaletto per la sua Troglio, Tpau/5 tartaglione. Troglodita, Tp&)y).o-5uTy!s abitante piccolezza.
Triclinio, zpuhvov a tre sof, sala da pranzo a tre sof, triclinium Naev. com. 81 Tridace, ^ptoa? specie d'erba. Triglia, TpOjlfi. Dai Romani dicevasi muUus, Varr. 3, 7; ma pi tardi il nome popolare dovette essere
. 1

caverne.

Tronfio,
cfr.

Diez lo deriva da rpj^, Ma il Caix p. 40 la crede forma abbreviata di tronfiato ch'egli riporta a trans-inil

truffa.

flare.

'^pvoi sedile, thronus Plin. 63 solium. Trinacria, Tpiva/.pta e Tptva/.ia a tre Tropo, TpTzog svolta, quindi traslato tropus Quint. 9, 1, 4; agg. punte, antico nome della Sicilia. tropico TpoTTiz? figurato; poi anTrionfO) ^piu/j-^o? canto e processione in onore di Bacco. Pare che il circolo solstiziale dove il che il grido triumpe dei canti sole si volta tropicus Manil. 3, di Bacco sia passato nel canto 614. dei Fratelli Arvali,C. I. L. 1,28, Trota, Tpw/.T/js divoratore, sost. da triumphus. Del resto gli eruditi rpojyw, specie di pesce, trucia Isid. non sono d' accordo sull' etimologia di questa parola. Il Pick 2, Truffa, incerto se da rpu'jj? boria, 42 crede rp{xfj.^oi sia per zpixfj.TZ'zog dall' antico frane, trufle fasto, e questo da rpfj.t^og rad. trap. Il bitorzolo e buffoneria. Deriy. trufWeise p. 18 trova in pt il nufare, trufferia, truffaldino e forse

Trono,
35,

frigia.

tre e in la/^^og la rad. iap in ia//.^og e oi'^pa.jj.^Oi. Il Dntzer KZ. XV, 48 vi trova la rad. &op saltare e quindi ^piu/x^og sarebbe per pua-ix^oq. Altri ricorrono a S-ptov foglia di fico. Tripode, rpi-Troy? a tre piedi, tripus Lucr. 1 , 739. Tritone, Tphorj antico dio marino.
I

mero come

tronQo.

Tnfo, Tu^o5 fumo vapore, esalazione, poi trasl. superbia, typhus Arnob. 2, 43. Quindi stufo per stufato, soffocato dal puzzo (ex-tufare^ cfr. il frane, touff'er) e quindi nauseato sazio, r-fog indica aldella mente tres^ quello stupore che prodotto dal fumo e quindi
,

Tritoni

si

raffiguravano

poi

si

spiega

il

nome

della malattia

met uomini e met pesci, e con tifo, accompagnata spesso da inla tromba che suonavano in torpidimento intellettuale e delimare agli ordini di Nettuno. rio. Deriv. tifoide, tifoidea (febbre) TU'vo-5t/ig che ha l'aspetto di tifo Trocheo, Tpo^aio; corrente, rapido, poi nome d' un piede metrico, Turibolo, composto di Suog nella trochaeus Cic. de or. 3, 47, 182; forma latina tus, turis soggetta
agg. trocaico rpo^a'/; trochaicus
al

rotacismo

Quint.9,4, 140. Trofeo, rpnatov segno del luogo dove i nemici fuggivano [rpoizr, fuga). I primi trofei erano le

|3/).w

(vedi pag. 41) e gettare, arnese per gettare

fumo

d'incenso.

Turno, vedi torno.

168

XJ CItO) vedi oliva.

Usma,
e
il

Urano,
Musa.

olpa-jg cielo

dio Cielo.

'[

Deriv. Urania celeste,

nome d'una

o'7///3 odore, quindi la traccia delle bestie seguita dai cani. Con la mutazione di 5 in r (cfr.

uranografla descrizione del cielo, agg. uranogradco uranoscopio, e. m. olipuvo-T/.o-iXo-j strumento per osservare il cielo; uranoscopia, l'osservazione del cielo. Uretra, op--/px canale dell'urina, urethra Cael Aur. chron. 5, 4, QQ. Deriv.ureirale. Da oupt- l'agg. urei

Poi

comp.
;

pag. 41). diviene orma.

olipvyo-'/pufiy.

Utopia, e. m. di oh TTco,- senza luogo. Paese immaginario per cui Tomaso Moro compose una sua
legislazione e di godicesi uto pia qualsiasi progetto fantastico e inapplicabile.
teoria
di

verno.

Da questo ora

tco; cfr. dinreiico,

Vangelo, vedi evangelio. Velocigrafo, e. m. ibr. stromento da


scrivere rapidamente.

Mem.
p-

Immag.
Iru-a-Ao-noi

del

M. Evo
,

386.
,

VeseoTO

ispettore

epi'

Veronica,

Berenice Catull. 66. Alcuni credono che la S. Veronica della leggenda meBiprM/.a.
[-y.r,)

scopus Tert de bapt. 17. ISei primi tempi cristiani era il sopraintendente d' una piccola comunit
cristiana.

dievale

sia

vera (con

(stxwv)

una storpiatura di vera immagine

Deriv.

vescovile,

di Cristo. Cfr., Graf.

Roma

vescovado, episcopio, episcopale

nelle

Zaffiro,
119.

a-ufcipoi,

sapphirusPn. 37,

del discorso,

Zampogna,

Zappa, mento da scavare

vedi sinfonia. probab. da a/unurn


{^/.iznrj).

Zigoma,
stroDeriv.

zappare, zappatore. Zefiro, i^-fjpog vento di nord-nordovest, zephyrus Lucr. 5, 7, 36 favonius. Zelo, i-nU;^ selus Vitr. 156, 10; cfr.
gelosia.

annexio. cosa che congiunge, sost. vb. da ^uy- in architett. architrave, in medie, clavicola. Ora le due ossa laterali
15
^u'/w/za

K = ligatio,

zeugma Donat. 395

della faccia, le cui eminenze uniscono all'osso frontale.

si

Zendado,
'li.('^tpii^

v.

Deriv. zelare, zelante. sindone.


Cty-

Zenzero, zenzovero, gengiovo,

zingiheri Plin. 17, 27. Zeta, irixx lettera dell'alfabeto, zeta

Zimbello, il diminutivo di cymbalum, z,y.j3a/ov (vedi cembalo). Nel lat. med dicevasi cymhellum la campanella che chiamava i monaci a refettorio. Quindi l'uccello di richiamo.
Zio, zia,
^sto; Sst'a,

thius Isid. orig.

Auson, techn. de
significa fine alla zeta.

Ut.

monos.

nella frase dalV a

9,6. Zizania,
biade,

^tCvov lolio,

zzanion
efjp.

plur.

erbaccia fra zizania

Zeugma,

^eS/z-ia

cosa compiuta,

fig.

August.

119, 19.

Zizzola, vedi giuggiola.


,

169

culto degli animali

Zodiaco, ?w5tax5 (int. xux/05) agg. da ^cJtov animaletto il cerchio delle costellazioni che rappresentano animali; agg zodiacale.

m.

?wo-T(3,u(a

zootomia e. anatomia degli ani:

mali.

Zotico, il Mnage esotico , exoticus

lo
,

deriva da
la

ma

z non

Zona^

fascia, cinto, Pers. 155.


^ojyvj

zona

Plaiit.

corrisponde mai ad a? ed pi verisimile che provenga da idio-

Zoo, ^wov animale, entra nei com-

ticus, dioticuSf zoticus. Cfr, idiota posti: zoologia e. m. ^ws-zoye'a dot- Zucca, secondo Mnage da otxua. trina degli animali, zoologo, zooDiez manifesta il dubbio che sia abbreviato e trasposto da culogico : zoofito ^wo-^uTv animaliche hanno aspetto e modi di cuzza (cuzucca , zucca) e questo piante zooiatria e. ra. ^wo-^ar/ista poi corruzione di cucurbita.
:

0>s^ L^ -'^
(

INDICE

I.

Degl'influssi greci che lasciarono tracce in italiano

pag.

II.

Le trasformazioni

delle parole greche entrate in italiano.

27

III.

Indice

89

PC

1582 G7Z3 1883

Zambaldi, Francesco Le parole greche dell'uso italiano 2. ed.

Due Date Bookmark

Robarts Library
DUE DATE:
Nov. 11,1993

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