Sei sulla pagina 1di 7

DALL'ANARCHIA MILITARE ALLA

TETRARCHIA
L’anarchia militare

La fine della dinastia dei Severi aprì un periodo di crisi profonda dell’impero romano,
chiamato dagli storici “epoca dell’anarchia militare". In cinquant’anni si successero oltre una
trentina di principi, molti dei quali morirono per congiure ordinate dai soldati. Si parla, infatti,
di “crisi del III secolo”, caratterizzata da instabilità politica, incursioni barbariche e difficoltà
economiche. Possiamo elencare tre tipi di crisi:

1. politico-militare. La continua alternanza di imperatori rendeva difficile una gestione


ordinata dello Stato. Il primo di loro, Massimino il Trace, infatti, era privo di
esperienza politica e amministrativa. Si accentuarono le incursioni dall’estero,
accompagnate da ribellioni e disgregazione interna all’impero.
2. spirituale e di valori Furono molte le inquietudini religiose e le persecuzioni
anticristiane, in particolare sotto il principato di Decio, con pesanti ripercussioni di
ordine sociale
3. economico-demografica. Alla crisi economica si aggiunsero le spese militari dello
Stato,costretto ad accrescere il carico fiscale dei ceti produttivi, e non si arrestano
l’aumento dei prezzi e la svalutazione della moneta.Si diffusero epidemie e
pestilenze, il cui contagio era facilitato dagli spostamenti delle truppe, causando forti
crisi demografiche.

La tetrarchia

La riorganizzazione dell’impero

Diocleziano, proclamato imperatore nel 284 d.C., seppe risollevare le sorti di Roma. Egli
attuò un nuovo sistema di organizzazione politica ed amministrativa: associò al potere
Massimiano, che governò la parte dell’Occidente,con capitale Milano e tenne a sé il governo
dell’Oriente, con capitale Nicomedia. Istituì due Cesari, collaboratori e successori degli
Augusti. Tale forma politica è definita tetrarchia(governo di quattro).Roma,inoltre, perse il
suo ruolo di capitale.

Autoritarismo di Diocleziano

Il governo di Diocleziano fu caratterizzato da un forte autoritarismo , tanto che fu sostituito


l’appellativo di princeps(il primo) con quello di dominus(il padrone). Gli storici parlano di un
passaggio dal “principato” al “dominato” e di una trasformazione dei cittadini romani in
sudditi. Il senato fu esautorato da ogni potere e si verificarono violente incursioni contro i
cristiani, poiché Diocleziano, “protetto da Giove”, dava al suo potere caratteri teocratici e non
poteva mostrare alcuna tolleranza verso la religione cristiana.

Le riforme
In età tetrarchica, l’esercito venne profondamente rinnovato e le violente invasioni portarono
a reclutamenti massicci, con l’obbligo per i figli dei veterani di prendere il posto del padre. La
riforma fiscale stabilì un’imposta sul reddito agricolo e venne realizzato un censimento dei
sudditi. Per facilitare il conteggio delle tasse ed evitare episodi di evasione fiscale, i figli
furono obbligati a continuare il mestiere dei padri, azzerando la mobilità sociale. Lo Stato
fissò un calmiere per i prezzi di merci e servizi essenziali con l’edictum de pretiis( editto dei
prezzi) per contrastare l’inflazione, ma l’effetto fu l’incremento del mercato nero .

La fine della tetrarchia

Quando nel 305d.C. i due Augusti abdicarono, ci fu una sanguinosa guerra civile. La
tetrarchia fallì perché i figli dei tetrarchi non accettarono l’esclusione dalla successione
imperiale: in particolare Costantino e Massenzio.

L’ERA DI COSTANTINO
Situazione critica

Il precedente ordinamento tetrarchico porta crisi e scompiglio nell’impero ma al punto di


rottura si arriva quando, dopo la morte di Costanzo Cloro nel 306 d.C. le legioni stanziate in
Britannia nominano imperatore Costantino, mentre a Roma, fu proclamato imperatore
Massenzio, inutile dire che ciò portò a una situazione di instabilità che finì nello scontro nel
312 d.C., con la battaglia di Ponte Milvio.

Costantino uomo

Costantino era un ottimo condottiero, un abile generale, un grande stratega, un uomo che
faceva della sua forza e del suo carisma le prime armi a suo favore, era un uomo duro,
forgiato sui campi di battaglia, che senza paura ha raccolto l’eredità paterna diventando una
figura leggendaria, importante per lui fu anche la figura della madre Elena.

La battaglia del ponte Milvio

Per arrivare a Roma Costantino deve attraversare il Tevere, ma la situazione non è delle
migliori, il 27/10/312 d.C. ha la notizia che Massenzio ha radunato l’esercito, chiamando
soldati anche da altre parti dell’impero, sono costretti ad attraversare il Ponte Milvio, dove
Massenzio gli sta aspettando.

Il piano di quest’ultimo è semplice e efficace, allentare un perno nel momento giusto, in


modo tale che il ponte crollasse portandosi con sé l’esercito di Costantino.

È il 28 ottobre quando i due eserciti iniziano a combattere, il piano di Massenzio viene


sventato quasi subito e gli si ritorce contro, è la fine per sé e per il suo esercito, Costantino è
libero di marciare su Roma.
1 Impero 1 Imperatore 1 Dio

Ora che ha conquistato l’impero d’Occidente non gli resta che conquistare quello d’Oriente,
a capo di questo ci sono Daria e Licinio, Costantino decide di allearsi con quest’ultimo
dandogli in sposa sua sorella, e con l’Editto di Milano dividono l’impero in due, a Costantino
l’occidente e a Licinio l’oriente, con questo Editto Costantino propone anche una legge per la
tolleranza di tutte le religioni nell’impero.

Licinio rispetta la sua parte di accordo ma presto, la presenza di un altro uomo con cui
condividere il potere diventa un ostacolo per il disegno di impero immaginato da Costantino.

Quest’ultimo infatti aveva un piano ben preciso: riunificare l’impero sotto un unico imperatore
e un unico dio.

Ben presto Costantino è portato a scontrarsi con le istituzioni romane, tanto che si arriva a
progettare una congiura, successivamente sventata da Costantino stesso.

Costantino e Licinio arrivano allo scontro e nel 324 d.C. Costantino trionfa innalzando uno
stendardo cristiano.

Costantino: imperatore cristiano

Seppur si pensa che Costantino si sia fatto battezzare solo in punto di morte abbiamo
testimonianza della sua fede in Dio. Tutto è iniziato quando prima della battaglia di Ponte
Milvio ha collocato il monogramma cristiano sugli scudi dei suoi soldati, e successivamente,
dopo essere divenuto imperatore d’occidente rischia la morte rifiutando di compiere un
sacrificio in pubblico.

Favoreggia le comunità cristiane costruendo edifici, esonerandole dal pagamento delle tasse
e accogliendo alla sua tavole vescovi e altre personalità illustri del cristianesimo.

Inoltre è il primo imperatore a combattere innalzando uno stendardo cristiano ed è suo il


merito se la religione cristiana è la più diffusa nel mondo occidentale.

La politica di Costantino

Costantino diede inizio a quello che venne chiamato “cesaropapismo”, una forma di autorità
in cui l’imperatore era anche capo della chiesa.

Nel 325 d.C. Costantino presenzia al concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico cristiano,
punto principale era quello di contrastare l’eresia ariana.

Sul fronte militare abolisce il corpo dei pretoriani e rafforza la cavalleria mentre sul fronte
economico continua le pressioni fiscali.

Capitale dell’impero diventa Costantinopoli, attuale Istanbul dove fa costruire la basilica di


Santa Sofia.

Post Costantino
Alla morte di Costantino (337d.c.) gli succede Costanzo II che associa al trono Giuliano, tra
i due c’è una forte rivalità ma alla morte del primo e Giuliano si ritrova a capo dell’impero da
solo, di lui si sa principalmente che cerca di restaurare la cultura pagana, dopo la morte di
Giuliano l’impero torna a dividersi.

Teodosio e medioevo
La morte di Costantino, nel 337 d.c., pose fine al lungo periodo di stabilità politica, Dai suoi
tre figli salì al potere Costanzo II , che associò al trono prima il cugino Costanzo Gallo e poi il
fratello di questi, Giuliano.

Giuliano e la restaurazione del paganesimo


Giuliano era un uomo colto e raffinato soprannominato l’Apostata, cioè “quello che rinnega”,
poiché rinnegò il Cristianesimo a favore della religione pagana.
Giuliano tentò, vanamente, la restaurazione della cultura e della religione pagana, pur
nell’ottica di una diffusa tolleranza religiosa. Giuliano morì durante una spedizione militare.

La sconfitta di Valente ad Adrianopoli


Le incursioni dei nemici lungo i confini dell’impero si intensificarono. Particolarmente
pericolosi erano i Visigoti e gli Ostrogoti.
I fratelli Valentiniano e Valente divenuti imperatori rispettivamente d’Occidente e d’Oriente
dovettero respingere le invasioni gotiche.
Nel 378 d.c. Valente subì una terribile sconfitta ad Adrianopoli contro i Visigoti.

Teodosio e la fine dell’unità imperiale


Dopo il disastro di Adrianopoli, l'Augusto, d’Occidente Graziano si fece affiancare come
imperatore d’Oriente dal generale spagnolo Teodosio.
Quest’ultimo è ricordato in particolare per due eventi:
l’editto di Tessalonica del 380d.c., con il quale stabilì che il cristianesimo era la religione di
stato , e la divisione dell’impero alla sua morte tra i figli Arcadio e Onorio.
L’impero d’Occidente fu logorato dalle invasioni barbariche, culminate nel sacco di Roma a
opera dei Visigoti e dei Vandali e dalle terribili incursioni degli Unni.
Per circa vent’anni si susseguirono imperatori imposti da generali di origine barbarica.
L’ultimo fu Romolo Augustolo che nel 476 d.c. venne deposto da Odoacre.
Inizia così il Medioevo.

Il medioevo
La fase storica che va dalla caduta dell'Impero d'Occidente 476 alla scoperta dell'America
1492 è detta Medioevo. e cioè età di mezzo. Si definisce Alto Medioevo l'epoca fino all'anno
mille Basso Medioevo quella successiva.

I regni romano-germanici
il territorio ormai decaduto vide la formazione di alcuni regni romano barbarici. Si trattava di
strutture politiche composite, nate in seguito all'insediamento nelle vecchie province
Imperiali di quelle popolazioni germaniche che i romani definivano barbare. Per cui vi furono
frequenti modifiche territoriali che avviarono un lento ma inesorabile processo di
trasformazione dell'Europa, in cui i popoli si differenziano sempre più per lingua, cultura,
tradizioni, e religione, costruendo nel corso dei secoli una propria identità nazionale. il
papato insieme con il ruolo di guida spirituale della cristianità iniziò ad assumere un sempre
crescente ruolo politico. i popoli che costituirono i più importanti regni romano barbarici
furono:
-i Vandali, nell'Africa
- i Franchi, nella Gallia centrale settentrionale
- i Visigoti, nella Gallia meridionale e in Spagna
-Gli Svevi, nel nord della penisola iberica
-I Burgundi, nella Valle del Rodano e in una parte dell'attuale Svizzera
- gli Ostrogoti, nella regione illirica e in Dalmazia, e in seguito in Italia
- gli Angli e i Sassoni, in Britannia

La società germanica
Nella prima fase della Costituzione di questi regni la popolazione germanica mantenne le
proprie strutture sociali e consuetudini. La base dell'aggregazione sociale era infatti il clan,
costituito da gruppi di famiglie. T tra le quali si scatenavano sanguinose vendette, dette
faide. C col tempo si affermò il ricorso a un versamento in denaro detto guidrigildo , come
indennizzo per le offerte su vite. i capi militari esercitavano anche funzioni giudiziarie,
nell'esercito delle quali era consueta la pratica dell'ordalia consistente in durissime prove
fisiche la cui sopportazione o meno era segno dell'innocenza o colpevolezza di chi Vira
sottoposto. D secoli di seminomadismo Fatto di migrazione guerre le genti germaniche
Apprezzarono il concetto di proprietà della terra, Anzi divennero col tempo padroni di vasi
appezzamenti di terreno, andando così a costituire una nuova nobiltà barbarica.
A altra modifica delle tradizioni originarie si ebbe sul versante religioso, poiché da un
originario paganesimo fatto di divinità spesso legata alle forze della natura i popoli germanici
si convertirono in gran parte al cristianesimo Ariano.

La personalità del diritto


nei regni romano barbarici venne spesso praticata la personalità del diritto romani e barbari
Infatti pur Convivendo gli uni a fianco agli altri continuarono a rispettare le proprie
consuetudini giuridiche.

Le leggi Barbariche
col tempo furono così promulgate in forma scritta e in lingua latina, le leggi Romano
Barbariche. la più antica fu Forse il codice di aurico… importante fu anche l'Editto di
Teodorico.

Tra cattolicesimo e arianesimo


la conversione al cristianesimo dei Barbari si avvicinarono per lo più all'arianesimo che è
Costantino aveva fatto condannare Come eresia mentre i romani erano in larga
maggioranza cattolici. ciò provocò momenti di contrasto tra l'aristocrazia germanica Ariana e
le gerarchie della chiesa.
Impero d’Oriente o Bizantino
Le cause di una lunga sopravvivenza
L’impero d’Occidente cadde nel 476 d.c., mentre l’impero d’Oriente continuò a sopravvivere
fino al 1453, quando Costantinopoli fu conquistata dai Turchi.
Le cause della lunga sopravvivenza furono 4:
1. GEOGRAFICHE: La posizione strategica di Costantinopoli non solo era defilata
dalle ondate migratorie delle popolazioni germaniche, ma le garantiva anche il
monopolio assoluto dei commerci con Persia, India e Cina, essendo la città in riva al
Bosforo, e quindi permettendo vie di comunicazioni terrestri e navali.
2. ECONOMICHE: Da questi commerci derivò una forte prosperità economica, da cui
conseguì un notevole incremento demografico.
3. AMMINISTRATIVE: Tale prosperità permise al governo imperiale di contare sul
prelievo fiscale, e con questi fondi reclutare eserciti efficienti, di cui raramente
facevano parte barbari, ma soprattutto gente del posto. Fu inoltre possibile
mantenere un sistema amministrativo centralizzato.
4. POLITICO-RELIGIOSE: L’imperatore esercitava un potere assoluto, convalidato non
solo dal suo ruolo di erede della grandezza di roma, ma anche di difensore della
religione cristiana.
Alla scomparsa della vecchia roma, Costantinopoli poteva vantarsi di essere la nuova roma.
L’impero non si preoccupò di occuparsi dell’occidente come avrebbe dovuto.

Il grandioso progetto di Giustiniano


Giustino, imperatore dal 518-527 d.c., associa il potere a suo nipote Giustiniano, imperatore
dal 527-565., nato in macedonia nel 482 d.c. da una sua sorella.
Per realizzare il suo progetto aveva bisogno di uno stato coeso e unito in ambito religioso,
politico e giuridico.
1. “In che condizioni era l'impero?"
L’impero ereditato era solido e prosperoso, non minacciato dalle incursioni
germaniche e con buoni rapporti commerciali.
2. “Cosa progetta?”
Grazie a tali condizioni, Giustiniano riprende le idee espansionistiche di Giustino,
concependo il progetto di restaurazione dell’impero universale di roma (restauratio
imperii).
3. “Cosa fa per realizzarlo?”
Per raggiungere i suoi obbiettivi Giustiniano si avvale di validi collaboratori, tra cui
Triboniano, il più famoso giurista dell’epoca (autoritario), Narsete e Belisario, generali
di guerra, e della moglio Teodora.

Teodora
Figlia di un guardiano di orsi del circo e di una donna impegnata nel teatro, seguì le orme
della madre e della sorella che la introdusse negli ambienti del teatro dell’epoca. Danzatrice
e mima, si esibì mostrando tutta la sua bellezza senza veli, e avvicinando persone
importanti. Improvvisamente scappò con Ecebolo, siriano governatore della pentapoli
d’Africa, che la scacciò senza motivo lasciandola vagare per l’oriente. Sostò ad Alessandria
d’Egitto, dove conobbe il patriarca della città e alcuni eremiti e santi del deserto della Libia,
pieno di monasteri tanto da guadagnarsi l’appellativo di deserto dei santi. Tornata a casa
condusse una vita ritirata e casta. Fu fortunata ad incontrare l’imperatore, e nonostante il
disappunto della corte durante il loro matrimonio, alla fine del giorno di pasqua del 527 d.c.
fu incoronata Augusta imperatrice.
Ricoprì un ruolo fondamentale al fianco del marito che si affidò spesso a lei e ai suoi
consigli. Morì il 20 giugno 548 d.c., e Giustiniano continuò ad onorarne la memoria.
Il Procopio di Cesarea è una raccolta di racconti infami sull’imperatrice.

Religione e Politica
In ambito religioso si impegnò contro il paganesimo e contro le eresie, soprattutto quella
monofisita, che condanna nel concilio di costantinopoli nel 536 d.c..
Nella politica interna cercò di riorganizzare la burocrazia imperiale eliminando la corruzione
e limitando l’indipendenza di alcuni funzionari che avevano assunto troppo potere. Tale
comportamento autocratico (potere illimitato) suscitò nel 532 d.c. una rivolta, detta di nika
(vittoria), nel corso di una gara di quadriglie all’ippodromo di Costantinopoli.
Le due diverse fazioni politico-religiose, i verdi ortodossi e gli azzurri monofisiti, misero in
seria difficoltà l’autorità dell’imperatore. Fu l’imperatrice Teodora, opponendosi ai ministri che
consigliavano a Giustiniano di scappare, a convincerlo a mobilitare le truppe del generale
Belisario, che soffocò la rivolta nel sangue. “è meglio morire da imperatore che vivere come
nessuno”. Inoltre l’imperatore attivò un grande programma di lavori pubblici, tra cui la
costruzione della basilica di Santa Sofia.

Corpus Iuris Civilis


Giustiniano operò anche in ambito giuridico, chiedendo a Triboniano il riordino di tutte le
norme del diritto romano. Il corpus iuris civilis, testo più conosciuto dopo la bibbia, è diviso in
volumi.
1. Codice Giustinianeo, del 529 d.c., raccoglie tutte le leggi e gli editti dall’epoca di
Adriano.
2. Digesto o Pandette, sentenze e commenti dei giuristi passati.
3. Istitutiones, manuale di diritto a uso scolastico.
4. Novellae Constitutiones, leggi di Giustiniano.
Con la pubblicazione di queste opere, l’imperatore mette ordine nella legislazione e nella
giurisprudenza romana, afferma non solo la continuità e l’unità dell’impero bizantino e la
tradizione romana, ma anche l’autorità imperiale come unica fonte del diritto.

Opere esterne
Riconquista l’Italia grazie ai generali Belisario e Narsete nella guerra greco-gotica (535-553
d.c.). Nel 554 d.c. emana una prammatica sanzione che sanciva il ricongiungimento
all’impero d’Oriente dell’Italia, divenuta provincia con capitale Ravenna.

Cause del crollo dell’impero


1. dal VI al X sec., si accentua la dimensione greca e orientale dell’impero, che
abbandona l’idea di tornare a essere universale come roma.
2. dal IX al X sec., furono quasi ininterrotte le guerre dei Bizantini contro Arabi e Slavi.
3. dal VIII al IX sec., l’impero fu lacerato dalle lotte iconoclaste, relative alla legittimità
del culto delle immagini sacre. Difficili furono i rapporti tra Bizantini e Papato.

Potrebbero piacerti anche