Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PSICOLOGIA GENERALE
1
Presentazione del Corso
OBIETTIVI FORMATIVI
1. Parte generale
• Acquisire una panoramica chiara ed attuale delle
conoscenze di base della Psicologia Generale: i
fondamenti storici, epistemologici e metodologici
della disciplina, nonché i temi che tradizionalmente
ne costituiscono l’oggetto di indagine.
2. Parte monografica
• Acquisire conoscenze critiche ed adeguate sugli
sviluppi più recenti della ricerca sui processi
decisionali
2
Testi di riferimento
3
Modalità di valutazione
• Prova scritta consistente in tre quesiti a risposta
aperta + prova orale.
• Criteri di valutazione: la padronanza dei
contenuti, del linguaggio tecnico, le capacità
espositive e logico-argomentative, nonché la
capacità di rielaborare in modo appropriato gli
argomenti.
4
Ricevimento studenti
5
Psicologia Generale: perché?
6
MANIFESTO DEGLI STUDI
7
La psicologia scientifica: origini della disciplina
9
Psicologia: quali definizioni?
• Psicologia → secondo numerosi autori è la
scienza del comportamento (cfr. Eysenck, 2006);
• Psicologia → lo studio della mente e del
comportamento (Sternberg, 1995)
comprendere come noi pensiamo, sentiamo, ci
comportiamo, interagiamo con gli altri e persino
comprendiamo noi stessi.
10
E ancora…
• Psicologia → la scienza che utilizza le evidenze
introspettive e comportamentali per comprendere i
processi interni che portano le persone a pensare e
comportarsi in un certo modo nei diversi contesti
della vita quotidiana (Eysenck, 2006)
11
Il paradosso della psicologia
• L’uomo è contemporaneamente oggetto e
soggetto.
12
Studio della mente
↓
Processi cognitivi: processi di acquisizione,
organizzazione, elaborazione, uso delle conoscenze.
I principali processi cognitivi sono:
Percezione, Attenzione, Memoria, Apprendimento,
Pensiero*, Linguaggio.
La motivazione e le emozioni sono cruciali in tutti i
predetti processi.
*Categorizzazione, Ragionamento, Soluzione di
problemi, Giudizio, Decisione.
13
Percezione
Attenzione
Acquisizione Apprendimento
Organizzazione Memoria
Pensiero
Categorizzazione, Ragionamento,
Sol. di problemi, Giudizio, Decisione
Elaborazione
Uso Linguaggio e
delle conoscenze Comportamento
delle conoscenze.
Definizioni dei principali processi
cognitivi
16
Pensiero - Categorie e concetti
- Rappresentazione delle
conoscenze
- Ragionamento
- Soluzione di problemi
- Giudizio
- Decisione
Il perché di un comportamento;
perché individui differenti agiscono
in modi differenti.
Ricerca della stimolazione in
Emozioni funzione dello stato interno
dell’organismo (“fame di stimoli”)
Ipotesi= è un enunciato che anticipa la natura delle relazioni tra due o più fatti; è
una risposta provvisoria.
19
Presupposti fondamentali del metodo
scientifico in psicologia
20
Metodi descrittivi
21
Metodi sperimentali
L’esperimento
22
Variabili
Una variabile è qualsiasi caratteristica (fisica o psichica)
che può assumere valori diversi in un dato intervallo.
Una variabile, quindi, è qualsiasi caratteristica che,
almeno teoricamente, può essere misurata.
Le variabili possono essere distinte in base a:
• il livello di misurabilità;
• l’oggetto a cui sono associate;
• il ruolo che assumono nella ricerca.
23
Variabili quantitative e qualitative
Per quanto riguarda il livello di misurabilità, le
variabili si distinguono in:
• Qualitative: si riferiscono a categorie e che
vengono rilevate su scale categoriali (p.e. il
colore degli occhi degli individui).
• Quantitative: rappresentano una grandezza e
vengono rilevate su scale numeriche (p.e.
l’altezza degli individui)
24
Variabili continue e discrete
Per quanto riguarda il livello di misurabilità, le variabili si
distinguono in continue e discrete.
Si dice continua una variabile che, in teoria, può assumere qualsiasi
valore della serie numerica compresa tra due punteggi.
L’altezza di una persona, ad esempio, può essere di 160 cm, 161
cm, ma anche di 161,23 cm.
Una variabile è discreta, invece, quando non può assumere
qualunque valore tra due punteggi. Ad esempio, il numero di
figli di una famiglia può essere 3 o 4, ma non 3,25.
25
Variabili comportamentali, organismiche o soggettive
26
Variabili indipendenti, dipendenti, intervenienti.
27
Variabili indipendenti manipolate e non manipolate
• Variabili manipolate→ in situazione sperimentale, vengono
controllate e modificate attivamente dallo sperimentatore (p.e.
quantità di cibo somministrata, intensità della luce, etc.)
• Variabili non manipolate → in situazione sperimentale, non
possono essere controllate a piacere dallo sperimentatore. Si tratta
prevalentemente di variabili organismiche, quali il genere, l’età, il
livello di istruzione, etc.
Per studiare gli effetti di tali variabili, il ricercatore può soltanto
dividere i soggetti in base a queste caratteristiche.
Ad esempio, se si vuole studiare se il genere influenza il
rendimento scolastico, il ricercatore può dividere i soggetti
secondo il genere (maschi vs. femmine), rilevare il rendimento
scolastico all’interno di ciascun gruppo e verificare se tra i 2
gruppi vi sono differenze significative nel rendimento scolastico.
28
Stimolo e risposta
29
Condizioni sperimentali
30
Quando si conduce un esperimento bisogna avere almeno due condizioni
sperimentali.
31
Disegno con 2 condizioni sperimentali
Trattamento Post-test
33
Esempio. Ricerca di Zajonc (1968) sulla mera esposizione.
Ipotesi: la familiarità di uno stimolo (variabile indipendente)
determina un aumento della sua piacevolezza (variabile
dipendente).
34
Anche la variabile dipendente deve essere
operazionalizzata, ovvero deve essere tradotta in una
definizione operativa, per poter essere utilizzata.
35
Le procedure di controllo
36
Esperimento di controllo
L’esperimento di controllo serve a stabilire che la modifiche
rilevate nella variabile dipendente siano dovute alla variabile
indipendente. Esso consiste nell’utilizzare un secondo
campione di soggetti (gruppo di controllo) che è omogeneo a
quello utilizzato per condurre l’esperimento (gruppo sperimentale).
Il gruppo di controllo serve come frame di riferimento
(termine di paragone) per verificare gli effetti della variabile
indipendente: se abbiamo due gruppi (gr. sperimentale vs. gr.
di controllo) che differiscono solo per una variabile indipendente,
allora è possibile attribuire a questa variabile le differenze trovate
tra i due gruppi rispetto alla variabile dipendente.
37
Controllo sperimentale
Serve a controllare i possibili effetti di disturbo della ricerca.
Il vantaggio del laboratorio sta nel fatto che questo permette di mantenere
costante l’ambiente in cui si svolge la ricerca. In questo modo si elimina
l’ambiente come fattore di disturbo.
38
La strumentazione
La scelta dello strumento di misura dipende dal tipo di variabile che
si vuole studiare. Per scegliere è possibile fare riferimento alla letteratura
(studi pre-esitenti)
39
La ripetizione della ricerca
Consiste nel ripetere la ricerca, per aumentarne
l’affidabilità.
Si distinguono due tipi di ripetizione:
- La ripetizione esatta, che consiste nel ripete la
ricerca nel modo più simile all’originale,
- La ripetizione sistematica, che consiste nel ripetere
la ricerca apportando delle modifiche (ad es.,
strumenti, soggetti, contesto).
E’ importante modificare un solo aspetto alla volta,
per evitare effetti di confusione.
40
Controllo attraverso la selezione
e l’assegnazione dei soggetti
Quando si conduce una ricerca, difficilmente è possibile esaminare tutti i
casi disponibili, ovvero tutta la popolazione.
Generalmente è possibile esaminare soltanto una parte di essa, ovvero un
campione.
La scelta dei soggetti (campione) garantisce la possibilità di generalizzare
i risultati alla popolazione el’equivalenza dei gruppi.
Affinché sia possibile estendere i risultati ottenuti dal campione all’intera
popolazione, il campione deve essere rappresentativo della popolazione
oggetto di indagine, deve cioè rispecchiare le caratteristiche della
popolazione.
In generale, più numeroso è il campione maggiore sarà la probabilità che
sia rappresentativo.
41
Popolazione e campione
• La popolazione, o universo, è costituita da tutti gli elementi
esistenti.
42
Procedure di campionamento
Esistono varie procedure di campionamento che possono
essere raggruppate in due tipologie:
• Campionamenti probabilistici: prevedono che ogni elemento
abbia la stessa probabilità di essere scelto. Questi tipi di
campionamento mirano ad ottenere campioni
rappresentativi della popolazione rispetto alle sue
caratteristiche essenziali.
• Campionamenti non probabilistici: si hanno quando gli
elementi della popolazione non hanno la stessa probabilità
di essere estratti. In questo caso si mira a costruire
campioni rappresentatitivi di categorie di variabili che
interessano il ricercatore.
43
L’assegnazione dei soggetti
Una volta scelto il campione bisogna assegnare i soggetti alle
varie condizioni.
44
Il pareggiamento
Si utilizza questo metodo quando il campione è
piccolo e le variabili da controllare sono tante.
Il procedimento per pareggiare un campione consiste
nel disporre in ordine crescente o decrescente i
soggetti in base alla variabile ritenuta influente (ad
es., l’età); si formano delle coppie (ad es., i due più
giovani); si assegnano casualmente ai gruppi i due
membri della coppia.
In alcuni casi, può essere necessario esaminare i
soggetti prima di effettuare l’assegnazione.
45
L’appaiamento
46
Esempio. Campione di 80 soggetti (40 sperimentale, 40 controllo).
Variabili da controllare: genere, età, livello di istruzione della
famiglia.
– fare il possibile perché sia evitato un cattivo uso delle ricerche, delle teorie su cui
si basano e delle tecniche che utilizzano... ecc.
(cfr. www.aipass.org)
51