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STEFANIA SALVAGGIO
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INDICE
LA VALUTAZIONE 3
LE FASI DEL PROCESSO 7
GLI OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE 14
RUOLI E SOGGETTI COINVOLTI 22
CONCLUSIONI 23
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA 25
SCHEDE DI VALUTAZIONE APPENDICE (FILE A PARTE)
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LA VALUTAZIONE
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In questo nostro percorso non possiamo di certo trascurare teorie derivanti dal
costruttivismo, come quelle proposte da Lev Vygotsky e Jean Piaget, che sottolineano il ruolo
attivo dell'apprendimento e la costruzione del proprio sapere. Applicato alla valutazione delle
risorse umane, questo suggerisce che i dipendenti dovrebbero essere coinvolti in modo attivo nel
processo di valutazione e sviluppo. L'apprendimento non dovrebbe essere un processo passivo,
ma un'esperienza attiva in cui i dipendenti contribuiscono alla costruzione delle proprie
competenze.
Non meno importante è la teoria dell'autodeterminazione di Deci e Ryan nella quale si
sottolinea l'importanza della motivazione intrinseca. Secondo il loro approccio la valutazione
delle risorse umane dovrebbe cercare di promuovere una motivazione intrinseca tra i dipendenti,
in cui si sentano guidati dal desiderio di crescita e di raggiungimento degli obiettivi personali;
invece di puntare solo su incentivi esterni, la valutazione dovrebbe considerare come favorire
l'autonomia, la competenza e la relazione sociale tra i dipendenti.
Altro concetto, che, nel campo dell'educazione e della pedagogia, assume un ruolo cruciale
e centrale, è l'etica. La valutazione delle risorse umane dovrebbe anch'essa essere guidata da
principi etici. Qui possiamo attingere alla teoria dell'etica della cura di Carol Gilligan, quest’ultima
può essere applicata per assicurare alla valutazione valori come equità, rispetto e benessere dei
dipendenti; la valutazione dovrebbe anche essere inclusiva, tenendo conto delle differenze
culturali, di genere e sociali tra i dipendenti. Nello specifico la Gilligan ha notato che la
tradizionale teoria dell'etica, spesso basata su principi di giustizia e diritti, tendeva a trascurare
l'importanza delle relazioni personali e della cura. La sua teoria enfatizza che le decisioni etiche
non dovrebbero essere basate solo su principi astratti, ma dovrebbero tener conto delle relazioni
e delle esigenze degli individui coinvolti. Applicata alla valutazione delle risorse umane, questa
prospettiva offre diverse considerazioni fondamentali come la necessità della cura e compassione
intrinseca all’interno di questo processo . Questo significa che i responsabili delle risorse umane
e i dirigenti dovrebbero considerare il benessere e le esigenze dei dipendenti durante il processo
di valutazione. La valutazione non dovrebbe essere una semplice analisi dei numeri, ma dovrebbe
tenere conto del contesto personale e professionale dei dipendenti.
Lei, proseguendo, sottolinea l'importanza dell'etica della relazione, ciò significa
considerare come le decisioni influenzino le relazioni tra le persone, questo implica che le
decisioni prese durante il processo di valutazione dovrebbero promuovere un clima di fiducia e
rispetto tra dipendenti e responsabili delle risorse umane.
Inoltre l'etica della cura mette in luce l'importanza di una valutazione equa. Questo
significa che i criteri e i metodi di valutazione dovrebbero essere trasparenti e non discriminatori.
Dovrebbero considerare le differenze individuali e culturali tra i dipendenti, assicurando che la
valutazione sia equa per tutti insieme ad una responsabilità attenta nel prendere decisioni.
È pressoché arduo, se non vano, cercare o disporre di un unico e onnicomprensivo
strumento per la valutazione dei processi imprenditoriali, capace di ritrarli nella loro intricata
diversità. In un ambiente sempre più agguerrito e mutevole, raggiungere e conservare livelli
notevoli di efficienza organizzativa rappresenta una sfida, ma non è più adeguato. Necessita di
investire in risorse irripetibili che effettivamente possono fare la differenza. Non soltanto
misurare la performance d'impresa, bensì anticiparla a lungo termine diviene la vera missione.
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In questo caso la valutazione delle risorse coinvolge la valutazione di diversi aspetti, tra cui:
• Quantità: la misurazione della quantità di una risorsa disponibile, ad esempio il numero di
dipendenti o l'ammontare dei finanziamenti disponibili.
• Qualità: la valutazione delle caratteristiche qualitative di una risorsa, ad esempio le
competenze o l'esperienza dei dipendenti.
• Rilevanza: la valutazione dell'importanza di una risorsa per il raggiungimento degli
obiettivi dell'organizzazione o del progetto.
• Disponibilità: la valutazione della disponibilità di una risorsa nel momento in cui è
necessaria, ad esempio la disponibilità di determinati materiali o attrezzature.
• Costo: la valutazione dei costi associati all'acquisizione o all'utilizzo di una risorsa.
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Nel contesto della gestione delle risorse umane, i dati possono riguardare varie aree, come
le prestazioni dei dipendenti, le competenze, gli obiettivi personali e organizzativi, e persino il
coinvolgimento dei dipendenti. Per raccogliere dati accurati, sono necessari vari metodi. Ad
esempio, la teoria della “Misurazione del 360 gradi” suggerisce l'utilizzo di feedback da parte di
supervisori, colleghi, dipendenti stessi e, in alcuni casi, clienti o partner commerciali. Questo
metodo permette di ottenere una visione completa delle prestazioni di un individuo da diverse
prospettive.
La raccolta di dati e informazioni dovrebbe essere un processo sistematico e continuo. Un
altro autore rilevante in questo contesto è Edgar Schein, noto per il suo lavoro sulla “Cultura
Organizzativa”. Schein sottolinea l’importanza della raccolta di dati nel contesto di cambiamenti
organizzativi. La raccolta di dati può aiutare a identificare le aree in cui sono necessari
cambiamenti e può fornire feedback per migliorare la cultura aziendale e la gestione delle risorse
umane. È altresì importante sottolineare che la raccolta di dati dovrebbe essere supportata da un
ambiente in cui i dipendenti si sentano a proprio agio nel fornire informazioni sincere e aperte.
La teoria della "Psicologia Organizzativa" di Kurt Lewin ci insegna che il clima organizzativo ha
un impatto diretto sul comportamento dei dipendenti. Un ambiente di lavoro che promuove la
trasparenza e la fiducia favorirà la raccolta di dati più efficace.
La raccolta di dati e informazioni nelle fasi del processo di valutazione delle risorse umane
è un passo cruciale che richiede una base scientifica e metodi accurati. Questi dati sono
fondamentali per prendere decisioni informate e sviluppare strategie di sviluppo per migliorare
le prestazioni delle risorse umane e, di conseguenza, il successo dell’organizzazione. Gli autori e
le teorie citati offrono una guida preziosa per comprendere l’importanza di questa fase e per
garantire che la raccolta di dati sia efficace e significativa.
Una volta raccolti i dati risulta necessaria la relativa Analisi. Dopo aver pianificato gli
obiettivi della valutazione e raccolto una serie di informazioni, giunge il momento di dar vita a
una comprensione approfondita delle prestazioni dei dipendenti e delle dinamiche organizzative.
Ma cosa significa davvero analizzare i dati? E quali sono i punti chiave da considerare?
L'analisi dei dati implica la revisione critica delle informazioni raccolte per individuare
tendenze, modelli e aspetti significativi. Questo passaggio richiede una certa dose di rigore
analitico e la capacità di interpretare i dati in modo coerente. Qui possiamo attingere alla teoria
del “Behavioral Psychology” di B.F. Skinner, che sottolinea l’importanza di osservare e analizzare
il comportamento umano in modo sistematico. Nella valutazione delle risorse umane, ciò implica
l’osservazione e l’analisi sistematica del comportamento dei dipendenti per identificare le cause
sottostanti delle prestazioni.
Un altro aspetto fondamentale dell’analisi dei dati è il confronto delle prestazioni dei
dipendenti rispetto agli obiettivi prefissati. Questo richiama l’importanza della “Management by
Objectives” (MBO), una teoria sviluppata da Peter Drucker. L’analisi dei dati dovrebbe valutare
quanto i dipendenti abbiano raggiunto gli obiettivi stabiliti e se esistono discrepanze significative.
Inoltre, l’analisi dei dati dovrebbe identificare punti di forza e debolezza sia a livello individuale
che di gruppo. Qui possiamo fare riferimento alla “Teoria della Leadership” di Kurt Lewin, che
enfatizza il ruolo della leadership nella guida delle prestazioni dei dipendenti. L’analisi dovrebbe
rivelare quali competenze e comportamenti sono particolarmente efficaci e quali aree richiedono
miglioramenti.
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L’obiettivo finale dell’analisi dei dati è quello di trarre conclusioni informative per
prendere decisioni informate. Questo passaggio è strettamente collegato alla teoria del “Decision
Making” di Herbert Simon, che si concentra sul processo decisionale razionale. L’analisi dei dati
dovrebbe fornire una base solida per l’identificazione di piani di sviluppo individuali e per
l’adozione di misure correttive quando necessario.
In conclusione, l’analisi dei dati raccolti rappresenta il punto in cui le informazioni raccolte
prendono vita, consentendo all’organizzazione di comprenderne appieno l’importanza. Gli autori
e le teorie menzionati offrono un contesto utile per affrontare questa fase in modo efficace e
garantire che i risultati dell’analisi siano utilizzati per migliorare le prestazioni delle risorse umane
e il successo complessivo dell’organizzazione.
Proseguendo nelle fasi della valutazione troviamo Feedback e Comunicazione. Questa fase
non riguarda solo il trasferimento di informazioni, ma è anche un momento di interazione e
dialogo tra i dipendenti e i responsabili delle risorse umane. Ma perché questa fase è così
fondamentale e come può influenzare positivamente il miglioramento delle prestazioni e lo
sviluppo dei dipendenti?
Per cominciare, il feedback rappresenta uno strumento di comunicazione prezioso. Qui
possiamo attingere al lavoro di Carl Rogers, psicologo umanistico, che ha sviluppato la “Teoria
dell'Approccio Centrato sulla Persona”. Rogers sottolinea l’importanza di una comunicazione
aperta e empatica per favorire la crescita personale. Nel contesto delle risorse umane, un feedback
ben strutturato e positivo può contribuire a creare un clima di fiducia e supporto tra dipendenti
e responsabili. Questo rende più probabile che i dipendenti accettino il feedback in modo
costruttivo e siano più aperti al cambiamento.
Un altro aspetto chiave del feedback è la sua capacità di individuare le aree di miglioramento.
Attraverso il feedback, i dipendenti possono ricevere informazioni sulle loro prestazioni,
riconoscere i loro punti di forza e identificare le aree che richiedono un intervento. Questo è
correlato alla teoria del “Self-Efficacy” sviluppata da Albert Bandura, che sottolinea come la
percezione delle proprie capacità influenzi il comportamento. Fornendo un feedback costruttivo
e supportando i dipendenti nel migliorare le proprie abilità, si può aumentare la loro autostima e
la loro fiducia nel loro potenziale.
La comunicazione è altrettanto cruciale. Un’efficace comunicazione durante la fase di
valutazione delle risorse umane implica un dialogo aperto tra i dipendenti e i responsabili delle
risorse umane. Questo può essere collegato alla teoria della “Comunicazione Organizzativa” di
Marshall McLuhan, che mette in luce l’importanza del medium di comunicazione e del processo
di scambio delle informazioni. Un canale di comunicazione aperto e bidirezionale è fondamentale
per garantire che i messaggi siano trasmessi in modo chiaro e compreso in maniera adeguata.
Questa fase non solo fornisce un’opportunità per valutare le prestazioni, ma anche per
costruire un rapporto di fiducia, individuare le aree di miglioramento e sostenere lo sviluppo dei
dipendenti; contribuendo al successo dell’organizzazione, promuovendo una cultura di
miglioramento continuo e una comunicazione aperta tra i membri del team e i responsabili delle
risorse umane.
Proseguendo oltre andiamo verso altri orizzonti, quelli della Pianificazione dello Sviluppo
e dell’Apprendimento; fase fondamentale perché collega direttamente la valutazione alle azioni
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Analizziamoli insieme.
“Flessibilità: Un processo, per contribuire efficacemente alla creazione del valore
d’impresa, deve essere flessibile, deve potersi adattare di volta in volta alle esigenze del sistema.
Capacità di reazione: Un processo è capace di reagire quando è in grado di modificare il
suo assetto e i suoi tempi di risposta in presenza di una criticità, così come di sfruttare
un’opportunità interna o esterna al sistema e trasformarla in una risorsa per l’azienda.
Informazione: Un processo efficiente deve essere in grado di reperire tutte le informazioni
necessarie per poter assolvere alla sua funzione e creare allo steso tempo nuovo sapere per
l’azienda.
Velocità di azione: Uno dei primi requisiti all’interno di uno scenario sempre più dinamico
e rapido, è sapersi muovere velocemente ma in modo mirato e strategico. La capacità quindi di
analizzare, decidere e intervenire in modo rapido è essenziale perché un processo sia davvero
efficiente.
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Sara Giustani, Come fare.. la valutazione di un processo aziendale, 2014, WKI
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Zygmunt Bauman, Modernità Liquida, 2021, Laterza
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Dalla tabella possiamo evincere quali possono essere i parametri di valutazione di una
macro competenza che abbiamo eventualmente deciso di valutare e come sono collegati a tutte
le soft skills che oggi vengono portate a sviluppo anche tra i banchi di scuola, ed anche nei piani
di sviluppo dei vari corsi formativi che vengono svolti dalle aziende per i propri dipendenti, in
seguito appunto ad una valutazione delle proprie risorse e quindi di un fabbisogno formativo
emerso. Quest’ultimo è un’ulteriore obiettivo che ci potremmo porre per una reale crescita della
nostra azienda.
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Sara Giustani, Come fare.. la valutazione di un processo aziendale, 2014, WKI
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La valutazione delle competenze prende in esame alcuni criteri che elenchiamo di seguito:
“Intensità/Completezza dell’azione: misura l’intensità dell’intenzione e l’efficacia
dell’azione intrapresa per realizzarla.
Dimensione dell’effetto: tiene conto del numero e della posizione delle persone coinvolte.
Complessità: fa riferimento alla complessità del comportamento, come il numero di
compiti da svolgere, di dati da gestire o le cause.
Dimensione dello sforzo: indica la quantità di sforzo o tempo extra necessario per portare
a temine un compito.”
Da questi quattro criteri possiamo evincere la valutazione delle competenze, quindi per
ognuna andiamo ad analizzare le azioni reali che una persona compie nel suo agire quotidiano,
ma mi piacerebbe portare alla vostra attenzione una delle quattro, ovvero l’intensità dove
possiamo evidenziare Intenzione ed Efficacia, termini che ci portano verso quel desiderio di
lavorare che abbiamo anche sottolineato nelle lezioni del modulo sulla Leadership, quando
abbiamo parlato di Self-Empowerment.
Vorrei darvi una visione pedagogica, e più nello specifico Pedagogico clinica, del termine
intenzionalità, “Attitudine costitutiva del pensiero, sostenuta da un’iniziativa che nasce con il
desiderio di un fine da raggiungere. Percezioni e movimenti trovano significato nelle
intenzionalità che traduce ciò che un soggetto sente dentro di sé. È legata all'affettività, all'estetica
e al movimento ed è parafrasata dalla condotta, osservata con un lavoro sistemico sulle funzioni
e sulle funzionalità.[…] Sostiene iniziative ricche di espressioni, prodigio di impulsi, accoglie il
lavoro di aggiustamento volto a raggiungere con intenzionalità uno scopo fino a sfociare poi nella
creatività. A tal fine mantiene il livello della funzione energetica che consente di confrontarsi con
le diverse situazioni per mezzo di iniziative personali e procedere così con piacere e certezza
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Ibidem
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verso lo sviluppo dei processi di relazione, intessuti di autostima, di motivazione e di tutto ciò
che rende capaci di iniziativa e intenti.”7
Invece per la parola efficacia andiamo a scomodare Albert Bandura; l’autoefficacia,
secondo il noto psicologo canadese, rappresenta il giudizio che ciascuno di noi si dà riguardo alla
propria capacità di portare a termine specifici compiti. Questo concetto si basa sulla possibilità
di raggiungere uno scopo e sulla perseveranza di fronte alle difficoltà. La capacità di
autoriflessione consente di analizzare le esperienze personali, riflettere sui processi di pensiero e
generare nuove capacità di pensiero e azione. D'altra parte, la capacità di autoregolazione
permette di dirigere e motivare se stessi attraverso obiettivi e incentivi, basandosi su standard
interni e rimanendo autonomi rispetto a fattori esterni. L'autoefficacia percepita è il prodotto di
un sistema autoreferenziale e autoregolato che guida il comportamento, orienta il rapporto con
l'ambiente e crea le condizioni per lo sviluppo di nuove esperienze e capacità. In breve,
l'autoefficacia riguarda la convinzione nelle proprie capacità di organizzare e portare a termine
azioni specifiche.
Queste due delucidazioni per dirigere la vostra attenzione verso la consapevolezza che
ognuno di Noi sa cosa vuole dalla propria vita, se scegliamo un lavoro, e soprattutto lo scegliamo
con consapevolezza, avremmo scelto ciò che ci piace fare e lo facciamo con tutta la motivazione
intrinseca possibile, e questo viene sicuramente percepito all’esterno, e se in sede di Valutazione
emerge, non esitiamo nemmeno un secondo a creare quel giusto feedback che porta
all’appagamento di quel bisogno personale, che Maslow mette quasi all’apice della sua “Piramide
dei Bisogni”, e risponde al riconoscimento come “Bisogno di stima”.
Ed ecco che come emerge dalla seguente immagine, possiamo entrare, attraverso ciò che
abbiamo sottolineato pocanzi, nella valutazione delle prestazioni aziendali e più specificatamente
nei due profili personale e professionale. Nel profilo personale valuteremo comportamento,
aspettative, punti di forza e punti di debolezza, invece nel profilo professionale le competenze, la
formazione e le esperienze.
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Guido Pesci, Marta Mani, Dizionario di Pedagogia Clinica, Armando Editore, 2022
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Tutto questo porta a diversi modelli di valutazione, che vengono ben sintetizzati nella
successiva tabella, ovvero la Valutazione per risultati, che come possiamo vedere è oggettiva;
quella per comportamenti essere soggettiva; ma noi che vogliamo tendere a valutare l’interezza
andremo ad utilizzare un modello misto. Come analizzato successivamente dall’autrice vedremo
le loro caratteristiche peculiari.
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“Da un lato abbiamo un tipo di valutazione per risultati. In questo caso il focus dell’analisi
è l’attività svolta e l’obiettivo da perseguire. Si tratta quindi di una valutazione oggettiva che si
basa su una variabile tangibile. Dall’altro lato abbiamo invece una valutazione di tipo soggettivo,
che pone il focus sul comportamento messo in atto dalla risorsa umana, in termini più di
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aspettative attese o disattese. Come abbiamo detto però è necessario che gli output di entrambe
le valutazioni vengano successivamente integrati e dalla loro combinazione ha origine la
valutazione finale della prestazione che sarà il prodotto di natura duplice: soggettiva e oggettiva.
Alla fine di questa analisi della struttura della prestazione e dei modelli per una sua efficace
valutazione, è importante ricordare sempre che “ … La valutazione delle prestazioni non è solo
uno “strumento” di allineamento manageriale rispetto agli obiettivi aziendali. È soprattutto un
processo che deve permettere di gestire e sviluppare il capitale umano …””8
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Sara Giustani, Come fare.. la valutazione di un processo aziendale, 2014, WKI
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CONCLUSIONI
Per concludere il mio contributo voglio farlo attraverso un acronimo della parola
“Persona”
PRESTAZIONI
EMPOWERMENT (POTENZIAMENTO)
RICONOSCIMENTO
STIMA DELLE COMPETENZE
OPPORTUNITÀ DI IDENTIFICAZIONE
NUTRIZIONE E SVILUPPO
ACCOUNTABILITY (RESPONSABILIZZAZIONE)
VALORIZZAZIONE
ANALISI DELLE PRESTAZIONI
LEADERSHIP
UTILIZZO COMPETENZE
TRASPARENZA
AUTONOMIA
ZELO NELL'APPRENDIMENTO
IMPEGNATI NEL MIGLIORAMENTO
OBIETTIVI CHIARI
NURTURING (SVILUPPO)
EFFICIENZA
Tutti termini che abbiamo analizzato nel nostro breve ma intenso percorso che
sicuramente ci ha tutti arricchiti e posto difronte ad uno dei termini che ci inseguono per tutta la
nostra vita dal pancione in poi.
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SITOGRAFIA BIBLIOGRAFIA
Sara Giustani, Come fare.. la valutazione di un processo aziendale, 2014, WKI
Guido Pesci, Marta Mani, Dizionario di Pedagogia Clinica, Armando Editore, 2022
Zygmunt Bauman, Modernità Liquida, 2021, Laterza
Google immagini