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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO

Corso Tecnologie dell’informazione applicata ai processi aziendali.

Il sistema di misurazione
delle prestazioni aziendali

Simone.cavalli@unibg.it

Bergamo, Febbraio 2008


Corso Tecnologie dell’informazione applicata ai processi aziendali
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO

Il sistema di misurazione delle


prestazioni aziendali

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Gli indicatori aziendali

Gli indicatori sono informazioni critiche, sintetiche, significative e prioritarie che permettono di misurare
l’andamento aziendale nei suoi più svariati aspetti.
! Sono informazioni critiche, in quanto su di esse il management opera le proprie scelte;
! Sono informazioni sintetiche, perché espresse da una variabile semplice o composta (es. tempo,
fatturato x addetto, etc.);
! Sono significative, in quando ben rappresentano i fenomeni aziendali alle quali si riferiscono;
! Sono prioritarie, per la loro natura irrinunciabile nei cicli di pianificazione e controllo a tutti i livelli
aziendali (strategico, direzionale, operativo);
! Permettono di misurare l’andamento aziendale in quanto sono rappresentate da variabili
quantitativeo qualitative comunque confrontabili (lead time del ciclo ordine-consegna di oggi
rispetto a ieri, o di Alfa rispetto a Beta).
Ad ogni indicatore è associata la variabile che ne dà la misura (lead time -> tempo).
Grazie ad essi, il management può non solo misurare i fenomeni aziendali nel tempo (FY2002 vs.
FY2003) e nello spazio (nei confronti della concorrenza, del settore, etc.), ma può pianificare e
programmare le attività aziendali (definendo obiettivi misurabili nel breve e medio periodo),
misurare gli scostamenti (gap) tra obiettivi attesi e risultati ottenuti, e intraprendere le azioni
necessarie per correggere i gap, ovvero può gestire con metodo (pianificazione -> controllo ->
correzioni tempestive) l’azienda o la parte di essa di cui è responsabile.

Un buon sistema di indicatori a misura delle prestazioni permette la rilevazione tempestiva di criticità
che altrimenti, con la sola contabilità, potrebbero essere rilevate troppo tardi.
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Gli indicatori come strumento di rilevazione delle performance

Le performance non possono essere osservate solo da un punto di vista


economico-finanziario.

I dati contabili solo in parte rilevano la dimensione strategica della gestione e


solo nel medio-lungo periodo.

Infatti alcuni aspetti strategici importanti come la qualità del prodotto, del
servizio, la rapidità della consegna, il time to market, la customer satisfaction,
non hanno impatto immediato sulle rilevazioni contabili.

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Le performance come profili di risultato e come trend

Sono due gli aspetti con i quali possiamo osservare, dal punto di vista
strategico, le performance aziendali:
! Come profili di risultato (non esclusivamente di natura economico-
finanziaria). Questo primo aspetto porta ad identificare un sistema di
misure di efficacia, efficienza ed economicità che, sulla base degli indirizzi
strategici e degli obiettivi prestabiliti, sia in grado di rilevare la capacità
dell’impresa di gestire le variabili critiche che stanno alla base del
vantaggio competitivo.
! Come Trend. L’aspetto temporale conduce ad una visione prospettica
che parte dai risultati conseguiti e si focalizza sulle condizioni di gestione
che si proiettano nel futuro e che costituiscono i presupposti per il
mantenimento e il miglioramento delle performance.

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Individuazione delle variabili chiave per il successo

Il sistema di controllo di gestione che punta al successo dell’impresa deve


individuare i parametri e gli obiettivi, e i relativi indicatori, che scaturiscono
dall’analisi della sequenza:

fattori critici di successo

aree critiche di gestione

variabili chiave

In tal modo si può creare il giusto collegamento tra la responsabilità di gestione


e le variabili critiche che sta alla base del successo del sistema di gestione.

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Concetto di successo dell’impresa

I risultati conseguiti per il successo di una generica impresa sono di tre tipologie:
! Risultati economico-finanziari. Determinati ricorrendo ai noti indicatori
ricavabili dai dati della contabilità generale ed analitica (indicatori di
economicità, redditività, di solidità patrimoniale, di liquidità).
! Risultati competitivi. Si possono esprimere riferendosi ad opportuni
indicatori che misurino il “peso” dell’impresa nell’ambito del sistema
competitivo in cui opera.
! Risultati sociali. Riguardano il livello di soddisfazione dei partecipanti
(lavoratori dipendenti, proprietari del capitale di rischio) e il grado di fiducia
che l’impresa acquisisce nei confronti degli stakeholders, dei finanziatori,
degli esponenti politici, delle organizzazioni di categoria, delle pubbliche
amministrazioni.

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Il sistema di misurazione delle performance

Le performance sono numerose e differenziate.


Alcune hanno carattere generale e quindi sono riscontrabili in tutti i processi, ad
esempio le prestazioni in termini di costo, tempo, qualità e valore; altre invece
sono tipiche di processi specifici, come ad esempio le prestazioni di produttività,
versatilità e flessibilità nell’ambito dei processi produttivi.

La misurazione delle performance delle attività e dei processi aziendali richiede


la definizione di un sistema di indicatori che permetta di rappresentare, in un
quadro unitario e prospettico, la capacità dell’impresa di perseguire i propri
obiettivi di breve, medio e lungo periodo.

Non si tratta di un sistema di misure che colgono solamente i risultati


conseguiti, quindi secondo una prospettiva di analisi statica, ma che è anche in
grado di evidenziare la capacità dell’impresa di adattarsi alle mutazioni
dell’ambiente esterno, secondo una prospettiva di analisi dinamica.

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Requisiti del sistema di misurazione delle performance

Il sistema di misurazione e controllo deve avere dei requisiti che gli conferiscono la
capacità di guidare l’impresa verso il conseguimento degli obiettivi di breve, medio
e lungo periodo, in condizioni di efficienza statica e dinamica.
Le principali caratteristiche che questi requisiti devono avere sono quattro:
1. Completezza. Il sistema è completo perché misura tutte le componenti nelle quali si
può suddividere il concetto di valore creato dall’impresa.
2. Rilevanza. Il sistema è rilevante perché è strettamente legato ai processi decisionali
dell’impresa. Gli indicatori sono rilevanti se supportano le decisioni nelle aree
critiche di gestione, nelle quali si collocano i fenomeni che maggiormente incidono
sulle performance. Devono fornire informazioni riguardo all’individuazione delle
alternative di scelta e alla comprensione dei legami esistenti tra le decisioni prese e
il raggiungimento degli obiettivi
• Legato al concetto di rilevanza c’è quello di selettività, poiché l’esistenza di troppe variabili
da monitorare crea un sistema difficile da gestire. E’ opportuno, invece, concentrare
l’attenzione su quelle ritenute più funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Al
livello base di attività si possono individuare tre categorie base di indicatori, ossia quelli di
efficienza (divisi a loro volta in due gruppi, di produttività e di costo), di qualità, di tempo. Se
dall’attività si sale di grado e si giunge al livello di processo o di macro-processo, le tre
categorie devono essere integrate da altre grandezze, per monitorare meglio l’operato
aziendale lungo le tre dimensioni di misurazione del successo aziendale (sociale,
competitiva ed economico-finanziaria).
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Requisiti del sistema di misurazione delle performance (segue)

(Segue) Le principali caratteristiche che questi requisiti devono avere sono


quattro:
3. Flessibilità. Il sistema è flessibile perché si modifica in funzione delle
esigenze, variabili, della misurazione. Negli odierni contesti produttivi,
dominati da condizioni di forte dinamismo e complessità dell’ambiente
esterno e delle strategie d’impresa, i fattori critici di successo e i parametri
di misurazione possono cambiare anche in tempi non lunghi.
4. Comprensibilità. Il sistema è comprensibile perché è in grado di
diffondersi all’interno dell’organizzazione con un linguaggio ed un livello di
dettaglio adeguato alle esigenze degli utenti. In tal modo tutta
l’organizzazione ha la consapevolezza degli obiettivi di performance, delle
variabili critiche che la determinano e dei risultati prodotti da tutte le attività
ed i processi realizzati nell’impresa.

Altre caratteristiche degne di nota sono: la tempestività (capacità di produrre e


trasmettere informazioni nei tempi più opportuni rispetto ai processi decisionali), la
frequenza (cadenza temporale delle misurazioni), la coerenza organizzativa (stretto
riferimento degli indicatori alla struttura organizzativa, ai ruoli, alla ripartizione delle
responsabilità).
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Classificazione delle performance

Esiste una pluralità di performance e di relativi parametri che le rappresentano:

Criteri Misure di performance


Quantitative Ê
Oggettivitˆ
Qualitative Ê
Monetarie Ê
Valore
Non monetarie Ê
Finali Ê
Intermedie Ê
Completezza
Globali Ê
Frammentarie Ê
Previste Ê
Momento della misurazione
Conseguite Ê
Di breve periodo Ê
Orizzonte temporale considerato
Di medio/lungo periodo
Di flessibilitˆ Ê
Modificabilitˆ
Di elasticitˆ Ê
Strategiche Ê
Rilevanza
Operative Ê
Per il controllo Ê
Scopo Per il miglioramento continuo
Per l'apprendimento organizzativo

La pluralità delle performance e delle relative misure rende la progettazione del sistema di misurazione complessa
e delicata, perché di volta in volta deve essere riferita alla specifica realtà aziendale, agli obiettivi perseguiti, alle
esigenze degli utilizzatori. Di contro, proporre delle soluzioni precostituite spesso rende la misurazione inefficace,
genera attriti organizzativi e comportamenti non coerenti che, perciò, sono economicamente controproducenti.
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Tipologie di performance aziendale: aspetti significativi

Vanno tenuti in stretta considerazione alcuni aspetti significativi:


! la performance economica è il risultato dell’interazione di tutta una
serie di prestazioni e rendimenti che non sempre sono posti in relazione
diretta, ma con rapporti di causa-effetto spesso distanti tra loro sia in
termini di tempo che di spazio;
! la performance economica è il risultato di condizioni di efficacia e di
efficienza dell’azienda, quindi va gestita e migliorata lavorando su tali
condizioni;
! le prestazioni che determinano la performance economica non
necessariamente sono rappresentabili o rilevabili attraverso
parametri monetari, ma devono essere misurate utilizzando parametri
quantitativi e qualitativi; inoltre, quanto più la misura esprime e rappresenta
le esigenze dell’utilizzatore, tanto più efficaci ed efficienti saranno la
gestione e il miglioramento della performance;
! in una prospettiva temporale limitata la performance economica può
essere il risultato di prestazioni di sola efficacia o di sola efficienza.

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Le misure degli indicatori

Le misure degli indicatori si possono riassumere in:


! Misure di costo. Una prima e fondamentale indicazione sull’efficienza dei
processi si può ottenere misurando i costi necessari allo svolgimento delle singole
attività e dei processi nel loro complesso. Un sistema di controllo soddisfacente
(benché non privo di critiche) per garantire al management una visione di medio-
lungo periodo è l’Activity-Based Costing (ABC).
! Misure di tempo. Il fattore tempo ha assunto una straordinaria importanza come
fattore di competizione. Essendo una grandezza misurabile e diretta (non come i
costi che possono avere delle attribuzioni arbitrarie), c’è una grande diffusione delle
misure di tempo nella gestione aziendale. Le misure principali delle performance di
tempo sono i “lead time”, cioè i tempi effettivi di esecuzione del processo. Altre
misure di tempo possono essere: time to market; tasso di introduzione di nuovi
prodotti; time to order; tasso di rotazione delle scorte.
! Misure di qualità. Le misure della qualità di esecuzione del processo sono le più
variegate e complesse da analizzare. Per un’interpretazione corretta del sistema di
misure è utile distinguere la qualità prodotta (o qualità dei processi) dalla qualità
percepita. La qualità prodotta consiste nell’oggettiva validità ed efficacia dei modi di
svolgimento del processo e del suo output, mentre la qualità percepita può essere
definita come la conformità dell’offerta rispetto alle attese del cliente.
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Principali tipologie di indicatori

Esistono diverse tipologie di indicatori riconducibili ad altrettanti modelli. Quelli


che prenderemo in esame sono:
! Critical Success Factors (CSF), utilizzato per definire le aree critiche di
business e definire gli indicatori strategici;
! Key Performance Indicators (KPI), per individuare le prestazioni critiche
dei processi aziendali, è orientato al controllo operativo;
! Management Accounting, per costruire l’infrastruttura degli indicatori
economici-patrimoniali per il controllo direzionale;
! Balanced Scorecard (BSC), sintesi dei metodi precedenti.

Nell’utilizzo dei budget aziendali, strumenti principe per il controllo direzionale di un’azienda, è
buona norma non utilizzare solo indicatori di natura economico-patrimoniale (spesso derivati dallo
schema del Conto Economico del codice civile), ma anche indicatori la cui misura è non contabile
(per es. numero di automobili prodotte nel trimestre).

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Tipologie di indicatori: posizionamento

Dalla figura sottostante si può notare che i metodi del Management Accounting e dei KPI sono fra loro
complementari. Il metodo dei CSF ha un’applicabilità molto ampia, per la sua soggettività e flessibilità.
Infine, il metodo della Balance Scorecard è posizionato all’intersezione fra KPI e Management
Accounting a riprova della sua completezza.

Controllo
strategico

CSF
BSC

ABC
KPI
Management
Controllo
Accounting
direzionale
Indicatori finanziari Indicatori fisici

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Metodo dei Critical Success Factor (CSF)

Il metodo dei Critical Success Factors (CSF) è un metodo semplice ed economico per scegliere le
informazioni prioritarie.
I Critical Success Factors sono aree di eccellenza, quindi sono definiti come “quelle poche aree
determinanti dove l’azienda deve funzionare perfettamente per avere successo nel business”
[Rockart].
In quanto aree di eccellenza, i CSF sono diversi dagli obiettivi aziendali che possono, in realtà, non
fare riferimento esplicito alle aree di eccellenza:
! gli obiettivi definiscono in termini ampi e qualitativi i risultati da conseguire e possono essere
anche qualificati e tempificati;
! i CSF indicano le aree in cui è necessario eccellere per raggiungere i risultati prefissati per ogni
obiettivo.
In questo senso, i CSF posso essere considerati come “mezzi” per raggiungere i “fini” definiti
dagli obiettivi.
Un sistema informativo direzionale orientato ai CSF controlla gli indicatori che misurano il
conseguimento dei CSF stessi.

C’è una chiara differenza tra obiettivi aziendali, traguardi e CFS: gli obiettivi sono i risultati da
conseguire (ad esempio, essere leader in un dato segmento di mercato), i traguardi sono
quantificazioni temporali degli obiettivi (ad esempio, ottenere una quota di mercato del 20% nel
primo trimestre), mentre i CSF sono un supporto per la loro realizzazione, poiché indicano le aree
dove eccellere per raggiungere i traguardi prefissati per ogni obiettivo.
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Metodo dei CSF (segue)

In un’azienda, i CSF esistono a diversi livelli gerarchici. A livello aziendale i CSF abbracciano
l’intera gamma dei fattori competitivi dell’azienda stessa. A livello di funzione, i CSF si riferiscono ai
processi gestiti da ciascuna funzione aziendale e alla sua interazione con altre funzioni aziendali. A
livello di singolo dirigente, i CSF riguardano fondamentalmente e responsabilità del dirigente stesso e
prescindono dagli altri fattori competitivi dell’azienda. Se consideriamo ad esempio, la gerarchia dei
CSF in una generica azienda automobilistica, possiamo semplificare il tutto con la tabella sottostante:

Livello CSF
Azienda • Rapporti con la stampa
• Rete concessionari
• Sicurezza delle vetture
• Affidabilità del prodotto
Funzione: produzione • Servizio post-vendita
• Costi del processo
• Qualità del prodotto
• Rispetto dell’ambiente
Ruolo: responsabile certificazione qualità • Immagine verso le altre funzioni aziend.
• Professionalità dei tecnici
• Certificazione processo
• Tecnologia del controllo
•Costo della certificazione

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Valore aggiunto dei CSF nella gestione aziendale

Con l’analisi dei CFS si raggiungono, in sostanza, i seguenti obiettivi:


• creare i presupposti per realizzare la correlazione tra le scelte
strategiche, le attività operative e il sistema di controllo;
• conferire al sistema un grado di apertura verso l’esterno,
indispensabile in chiave strategica;
• sviluppare una cultura manageriale, in tutti i livelli e soggetti, sulle
aree di gestione che determinano il successo o l’insuccesso
dell’impresa,
• estendere gli strumenti di rilevazione anche a parametri ed
indicatori non monetari.

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CSF: obiettivo: le informazioni che servono ai dirigenti

Quali indicatori scegliere? Il metodo ha come primo obiettivo quello di


selezionare le informazioni che veramente servono ai dirigenti (metodo top-
down).

Si devono coinvolgere i dirigenti attraverso le interviste ai manager.

Le informazioni sono ricavate indirettamente, dalle priorità dei manager,


chiedendo loro in quali aree pensano di dover eccellere per avere
successo.

Il metodo dei CSF si basa sulla derivazione delle informazioni dalle priorità del manager.

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CSF: possibili tipologie

La tabella raggruppa possibili tipologie di CSF:

Tipo CSF Descrizione Esempi

Struttura del Rispecchiano le aree di eccellenza comuni a • Aziende di consulenza: “qualità del
settore di tutte le aziende che operano in un dato personale”
attività settore • Vendor di computer: costo

Fattori • Rispecchiano la situazione competitiva • Compagnie aeree che perseguono


competitivi dell’azienda nell’ambito del suo settore strategie di differenziazione: qualità del
• Possono riferirsi alla strategia competitiva servizio e gestione del viaggiatore
dell’azienda, alla sua posizione specifica abituale (frequent flyer program)
nel settore, alla sua collocazione • Compagnie che perseguono una
geografica strategia di costo: politica tariffaria,
convenzioni con aziende

Fattori Rispecchiano vincoli esterni all’azienda che • Rispetto delle norme ecologiche
ambientali condizionano il successo aziendale • Certificazione dei prodotti

Fattori Si riferiscono al superamento di una • Recupero dell’immagine


temporali situazione contingente, specifica della • Successo di una fusione o acquisizione
particolare azienda

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CSF: definizione degli indicatori

Per giungere alla definizione degli indicatori si procede come segue:

Step 1. Identificazione.
Pre-definizione dei CSF relativi all’area aziendale analizzata. In questo caso si usano
tabelle quali:
Area aziendale CSF Individuati Tipo CSF Commenti

La lista preliminare dei CSF è uno strumento utile perché riduce i tempi di intervista, in
quanto focalizza l’intervista direttamente sulle possibili aree di eccellenza. Non è detto
che i manager abbiano capacità di sintesi.
Da dove provengono i CSF preliminari? Dal settore, dal mercato/concorrenza, dai fattori
ambientali e da quelli fattori temporali.

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CSF: definizione degli indicatori (segue)

Step 2. Definizione degli indicatori tramite intervista.


Sottopasso A) la definizione delle proprietà degli indicatori è ottenuta tramite le interviste. In altre
parole, i manager intervistati validano i CSF preliminari e ne individuano degli altri, definendone
i relativi indicatori.
Sottopasso B) I CSF devono essere misurati da una serie di indicatori di prestazioni. L’analista
chiede al manager quali sono gli indicatori che meglio qualificano i CSF che egli ritiene
essenziali. La metrica va definita durante l’intervista stessa.
Sottopasso C) Alle interviste, segue un lavoro di raffinamento e documentazione dei requisiti. Quello
che si ottiene (output) è una tabella delle proprietà degli indicatori:

Descrizione indicatore Metrica indicatore Fonti dati Motivazione

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CSF: definizione degli indicatori (segue)


Passo 2, Intervista. Esempio di output dopo le interviste al management.

Indicatori Metrica Fonte


CSF Motivazione
(consuntivo) (consuntivo) (consuntivo)
Costi Costo unitario Euro ERP Fattore determinante per la
competitività del processo di
produzione

Qualità Difetti rilevati in Numero Misura del livello di qualità


produzione oggettivo

Giudizio clienti Scala qualitativa Interviste Misura livello qualità percepito

Confronto con la Scala qualitativa Test e interviste Indica i gap effettivi


concorrenza

Confronto con Scala qualitativa Test Misura dei miglioramenti ottenuti


produzioni passate

Rispetto Rifiuti prodotti Tonnellate Rilevazioni Immagine ecologica dell’azienda


ambiente ad hoc

Consumo energia Kilowatt Certificazione dell’efficienza


elettrica energetica

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CSF: definizione degli indicatori (segue)

Step 3. Verifica della robustezza degli indicatori.


La robustezza è una proprietà qualitativa e soggettiva degli indicatori, e ha lo scopo di assicurare la
realizzabilità e la utilizzabilità pratica degli indicatori selezionati con le interviste.
I criteri di giudizio sono:
! Facilità di comprensione. Proporzionale all’intuitività dell’algoritmo con cui l’indicatore è
calcolato.
! Costo dell’informazione. Costo totale di produzione di un indicatore, come somma di costi e
tempi (informatici e di personale).
! Significatività. Contributo (in termini percentuali) dell’indicatore alla misurazione del CSF
corrispondente (non tutti gli ind. “centrano” il CSF).
! Frequenza. Ovvero periodicità con cui l’indicatore è aggiornato.
! Strutturazione. Valutazione in termini relativi della determinatezza delle informazioni (gli indici
sono misurabili e univoci o meno?).
Il tutto dev’essere riassunto in una tabella per meglio inquadrare il giudizio complessivo. La robustezza
è data dalla media dei valori attribuiti ai singoli criteri.
La robustezza è un giudizio complessivo sulla qualità dell’indicatore scelto. Gli indicatori non
robusti, in quanto incomprensibili, costosi da calcolare o poco significativi, vanno scartati o modificati;
qualora molti indicatori non risultino robusti, occorre ripetere le interviste.

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CSF: definizione degli indicatori (segue)

Step 3, robustezza: esempio di valutazione della robustezza dei CSF. I valori


vanno da 1 a 5: più bassa è la robustezza, migliore è l’indicatore.

Indicatore Facilità Costo Significatività Frequenza Strutturazione Robustezza

Costo unitario 1 2 2 1 1 1,4


diretto
Difetti 2 1 2 2 2 1,8
riscontrati in
produzione
Giudizio dei 1 4 1 3 3 2,4
clienti
… … … … … … …

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CSF: definizione degli indicatori (segue)

Step 4. Rifinitura dei requisiti (in un’ottica di implementazione nel sistema informativo).
La rifinitura dei requisiti è l’attività svolta dal gruppo di lavoro, finalizzata a produrre gli output conclusivi
dell’analisi CSF, che saranno input alle successive fasi di implementazione del sistema informativo a
supporto del management (che può essere sofisticato - modulo SAP - o un file di Microsoft Excel).
I principali output per un sistema di misurazione direzionale sono:
! Ambito di azione e obiettivi generali del sistema (nel caso l’analisi abbia mandato di realizzare
un nuovo sistema);
! Lista dei CSF, condivisa dai dirigenti, che definisce gli obiettivi del sistema informativo
direzionale da realizzare;
! Descrizione delle proprietà degli indicatori utilizzati per misurare i CSF (proprietà:
contenuti, processi aggregazione e trasformazione degli input da eseguire per il calcolo degli
indicatori, descrizione delle dimensioni di analisi)
! Mappa di utilizzo delle informazioni e flusso del processo
! Lista, normalizzata e controllata, delle fonti dei dati in input agli indicatori (da cui la lista dei
sistemi che forniscono i dati in input);
! Funzionalità di presentazione e distribuzione delle informazioni (per es. tracciato pagina Web
che presenta i CSF)

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CSF: esempi

I CFS e le relative variabili chiave possono essere della natura più diversa.

AREA CRITICA DI
CFS VARIABILE CHIAVE
GESTIONE
Prezzo Produzione Costo di prodotto o
servizio
Tempestivitˆ delle consegne Magazzino e spedizioni Rapiditˆ evasione ordini
Puntualitˆ delle consegne Produzione / Spedizioni Capacitˆ di
programmazione
Qualitˆ del servizio Produzione/erogazione Investimenti in qualitˆ
servizio Capacitˆ di analisi del
mercato
Assistenza post-vendita Servizio di assistenza tecnica Costo assistenza
Capacitˆ di gestire i picchi di Reti di sub-fornitori Elasticitˆ produttiva
domanda
Scarsa dipendenza dalle Logistica produzione Liquiditˆ investita in
banche Commerciale circolante
Immagine di alta Gestione del personale Capacitˆ di creare
professionalitˆ patrimonio umano
Fonte: Adattamento da A.BUBBIO, Il controllo strategico, 1991, p.209

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CSF: esempi

I CFS e le relative variabili chiave possono essere della natura più diversa.

Tipologia
CFS generici CFS specifici
azienda
Design Aspetto estetico
Produzione
arredamenti per Servizio Personalizzazione
bar,ristoranti.. Conformitˆ alle specifiche tecniche e
Qualitˆ
funzionali
Commercio Prezzo Allineato a quello del mercato
all'ingrosso di Assortimento
prodotti igienici e Soddisfazione del
Completezza ordine consegnato
sanitari cliente
Consulenza sul tipo di prodotto da usare
Materiali
Produzione Qualitˆ Design
componenti per
Funzionalitˆ
mezzi di trasporto
Servizio Personalizzazione materiali, accessori..
Ampiezza copertura oraria
Controlli pediatrici
Servizio Attrezzature dedicate
Asilo nido privato Professionalitˆ e qualitˆ de l metodo di
insegnamento
Attrezzature sicure e qualitˆ de ll'ambiente
Sicurezza
Qualitˆ de ll'alimentazione
Fonte: Riccardo Silvi, op. cit.

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I Key Performance Indicator (KPI)

I Key Performance Indicators [KPI] sono una serie di indicatori


quali/quantitativi che misurano i risultati aziendali conseguiti, con
riferimento ad aspetti fondamentali come il conseguimento di una determinata
quota di mercato, il raggiungimento di un certo standard qualitativo, le
prestazioni di efficienza, il livello di servizio, il grado di fedeltà della clientela nel
riacquisto.
In un ambiente competitivo com’è quello attuale, il sistema di misurazione delle
performance deve comprendere una gamma molto ampia di prestazioni dei
business process: per questo motivo i KPI sono focalizzati principalmente sui
processi.
Dal punto di vista dei KPI, il processo gestionale è un insieme di attività che,
utilizzando tutta una serie di risorse, produce un output in risposta a richieste di
servizio. L’obiettivo è quello di misurare l’intera gamma di prestazioni di
un processo, che nel loro insieme deve quantificare il valore dell’output
del processo per il cliente.
Meglio il KPI è scelto e misurato, migliore può essere il controllo dei
miglioramenti e la regolazione degli obiettivi.
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I Key Performance Indicator (KPI)

I KPI sono un insieme di indicatori che misurano:


! Le prestazioni di efficienza. Gli indicatori misurano la produttività e i costi unitari
con cui sono ottenuti gli output per i clienti del processo. La misurazione
dell’efficienza è l’obiettivo primario dei tradizionali sistemi di controllo di gestione,
che calcolano margine e costi totali delle attività e dei prodotti.
! Il livello di servizio. Gli indicatori misurano i tempi di risposta alle richieste del
cliente e la flessibilità del fornitore. Ad esempio, il time to market, il lead time, la
percentuale di modifiche accettate, il livello globale di servizio percepito dal cliente.
! La qualità dei processi aziendali. Gli indicatori misurano la conformità degli output
alle attese del cliente. Indicatori tipici sono le percentuali di scarti e resi o il livello di
immagine.
Nell’ottica KPI, il processo gestionale è un insieme di attività che produce un output in
risposta a richieste di servizio, utilizzando una serie di risorse.

Obiettivo.
Gli indicatori KPI sono finalizzati a misurare l’intera gamma di prestazioni di un
processo, che nel loro insieme devono quantificare il valore dell’output del
processo per il cliente.
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I Key Performance Indicator (KPI)

Queste misure di prestazione verso il cliente possono essere integrate da altri


indicatori che aggiungono informazioni sul contesto in cui le prestazioni stesse
sono state fornite. Tali indicatori possono riguardare i volumi in input e in
output, come il volume e l’assortimento degli ordini dei clienti o il numero e
l’assortimento dei prodotti in output.
! Inoltre, in alcuni casi è rilevante caratterizzare il profilo dell’input con opportuni
indicatori di qualità e di servizio, dal momento che può condizionare in modo
decisivo le prestazioni del processo. Ad esempio, per un’azienda di software sono
molto rilevanti le modalità di formulazione delle domande da parte dei clienti: sono
allora indicatori tipici la qualità di queste richieste, misurata attraverso la loro
completezza e correttezza, e il sevizio al fornitore, misurato tramite la puntualità nei
rapporti tra cliente e fornitore.

Naturalmente l’insieme degli indicatori è specifico per ogni processo e cambia,


per lo stesso processo, da azienda ad azienda; inoltre, non in tutti i processi è
presente la gamma completa degli indicatori.

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Approccio per identificare i KPI

Con il metodo KPI si seleziona un insieme globale di informazioni che deve essere in
grado di valutare le prestazioni competitive del processo sotto tutti gli aspetti, pur
mantenendosi di numerosità ridotta.
Un semplice approccio per individuare i KPI di un processo è rappresentato dal seguente
schema:

EFFICIENZA

Risorse
impegnate nel
processo

SERVIZIO Volumi di input e output QUALITA’

Al centro del triangolo si indicano le principali risorse impegnate nel processo e i volumi di
input e output e poi, per ognuno dei vertici, vengono annotati gli indici relativi agli input,
alle risorse e agli output.

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Aree KPI Metrica Fonte

Esempio 1. costo unitario per disegno e


attività elementare
costo totale e diretto delle ore
tipiche di attività elementare
rilevazione fogli ore
dei progettisti
2. competitività dei costi indici vari stima interna e
benchmarking su
Efficienza
Applicando questo approccio a un campione di aziende

generico processo di progettazione, ad 3. efficienza operativa avanzamento effettivo dei project management

esempio di un’azienda manifatturiera, si progetti rispetto all’avanzamento


a costo
ottengono i seguenti KPI: 4. modifiche in fase di n° di modifiche per ogni project management
prototipazione prototipo
5. difettosità prodotti e prototipi difetti di laboratorio suddivisi verbali collaudo,
Qualità per causale di difettosità, sistemi di laboratorio
componente, ecc.
6. soddisfazione clienti interni punteggio (per es. da 1 a 10) interviste a clienti
campione
7. time to market (TTM) - tempo di risposta alle richieste - rilevazione ad hoc
di preventivo - project management
- intervallo tra ideazione e
commercializzazione
Servizio 8. TTM rispetto alla TTM interno/TTM miglior rilevazione interna,
concorrenza concorrente benchmarking
9. innovatività n° nuovi progetti per anno project management
10. puntualità ritardo percentuale medio nel project management
rilascio dei progetti
11. saturazione progettisti risorse impegnate/risorse totali project management
Risorse e fogli presenze
12. mix personale distribuzione qualifiche paghe
13. nuovi sviluppi impegno in tempo-uomo sui project management
nuovi progetti e portafoglio ordini
Volumi
14. modifica ed evoluzione impegno i tempo-uomo sui project management
prodotto progetti di modifica

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KPI: categorie

Il metodo del KPI ha lo scopo di fornire una visione globale delle prestazioni, in quanto include
prestazioni sia di efficienza che di efficacia. La lista degli indicatori va tarata sia a livello di processo
che a livello di azienda.

KPI

Indicatori conoscitivi Indicatori competitivi Indicatori di input

Input
Efficienza Qualità al cliente Servizio al cliente Qualità input
Output
Costo unit. output Difetti non conf. Durata processo Servizio di input
Risorse
Produttività Reclami clienti Puntualità
HR
Impianti Tasso di utilizzo Altri Flessibilità
Scorte
Altri Altri
Spazio
Altri
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KPI: esempio proprietà indicatori (azienda trasporti auto)

Famiglia KPI Note su trasformazione e Fonte


Metrica
KPI (consuntivi) aggregazione (consuntivo)
Costi Saturazione parcheggi % N. Posti occupati / Registrazioni parcheggi
N. posti disponibili
Utilizzo autotreni % Ore utilizzo / ore disponibili Libro matricolare autotreni

Efficienza routing % Km con carico / Libro matricolare autotreni


autotreni Km percorsi

Costo unitario trasporto % Costi totali trasporto / Elaborazione complessa da


automobili trasportate ERP e vari

Qualità Errori di consegna Numero Consegne errate / ERP - Distribuzione


consegne totali

Danni Numero Totalizzazione auto ERP - Distribuzione


danneggiate
Servizio Tempo consegna Ore Tempo medio, mediano, ERP - Distribuzione
massimo ritiro-consegna

Puntualità nelle Numero Indice ritardo (N. e %) Ordini, bolle consegna


consegne

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KPI: metodo

Il metodo dei KPI è concettualmente analogo a quello dei CSF, perché anche in questo
caso c’è un approccio indiretto alle esigenze informative: infatti, al manager non è
chiesto quali sono le informazioni necessarie, perché esse si ricavano da un’analisi dei
processi gestionali.

Passi tipici:
1. Analisi dei processi. Gli analisti definiscono un primo elenco delle key
performance.
2. Lista e profilo dei KPI. Vedi tabella esempio pagina precedente.
3. Verifica KPI. Gli analisti selezionano i KPI esaminando la loro robustezza e la
copertura dei CSF.
4. Griglia della robustezza degli indicatori.
5. Griglia KPI/CSF.

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Copertura dei CSF da parte dei KPI

Una volta identificati i CSF con i loro indicatori ed i processi con i loro KPI, è possibile
stabilire che relazione esiste tra le prestazioni di ogni processo ed il
raggiungimento di risultati apprezzabili per i CSF: in questo modo si arriva a pesare
l’importanza dei processi rispetto ai CSF, ovvero a definire quali processi sono più
critici per la copertura delle aree CSF e, quindi, per il raggiungimento degli obiettivi di
business.
E’ necessario, allora, valutare in che misura ciascun KPI è correlato ad ogni indicatore,
cioè in che misura le prestazioni di processo incidono sulle metriche dei CSF; sulla base
di queste correlazioni si potrà quindi ponderare l’importanza di ciascun processo nel
raggiungimento dei risultati in ogni area CSF

Lo scopo dell’esame della copertura dei CSF è necessario per verificare la relazione tra
KPI e CSF, poiché in caso contrario i processi sarebbero monitorati attraverso
indicatori non correlati alle aree critiche di successo aziendale.
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Copertura dei CSF da parte dei KPI: esempio

Supponiamo che, applicando il metodo dei CSF, il responsabile della funzione R&D abbia evidenziato
tre aree critiche: i costi di progettazione, la qualità dei progetti e la loro innovatività. Il processo di
sviluppo di nuovi prodotti è monitorato attraverso i KPI elencati nella precedente tabella a pag.33;
si può ora considerare l’incrocio tra CSF e KPI, che viene riportato nella seguente tabella:

CSF
KPI
costi qualitˆ innovativitˆ
costo unitario x Ê Ê
costo rispetto alla concorrenza x Ê Ê
modifiche alla prototipazione Ê x Ê
difettositˆ Ê x Ê
soddisfazione clienti aziendali Ê Ê Ê
TTM Ê Ê x
TTM rispetto alla concorrenza Ê Ê x
innovativitˆ Ê Ê x
rispetto dei tempi programmati x Ê Ê
risorse x Ê Ê
volumi Ê Ê x

Ad ogni CSF corrispondono uno o più KPI, ovvero i fattori critici di successo sono adeguatamente
ricoperti dagli indicatori chiave di performance.

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Management accounting (cenni)

Obiettivo: misurare le prestazioni aziendali in base agli indicatori contabili, utilizzando la


struttura del conto economico e dello stato patrimoniale.

Sistema di budget e reporting (controllo budgetario)


Informazioni trattate: saldi mensili sintetici (anche non contabili)
Funzionalità di supporto al budgeting e
alla elaborazione dei report periodici

Contabilità civilistica Sistema di contabilità Sistema di contabilità


analitica industriale
Singole registrazioni Costi medi di periodo di
Informazioni trattate: attività e processi
Altri sistemi transazioni Parametri: driver

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Metodo della Balanced Scorecard [BSC] (cenni)

La Balanced Scorecard (Kaplan e Norton, 1996) è la sintesi dei metodi precedenti.


La BSC integra le principali innovazioni negli strumenti gestionali, quali: A) l’orientamento al
cliente (caratteristico degli anni ottanta), B) il BPR e la gestione dell’innovazione degli anni novanta;
C) il Management by Objectives (con il quale ha molte sovrapposizioni soprattutto per gli obiettivi
qualitativi di sviluppo aziendale).

La BSC è un sistema di misurazione delle performance (scorecard) basato sul bilanciamento


(balanced) delle varie classi di indicatori, ciascuna orientata ad una specifica prospettiva di
analisi (si tratta di uno schema completo e piuttosto complesso):
• Andamento finanziario
• Cliente
• Processi gestionali interni
• Apprendimento e crescita

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Schema della Balanced Scorecard

“Prospettiva finanziaria”
• Prestazioni di redditività
(ROI, EVA)
• Prestazioni di sviluppo
(tasso crescita vendite,
generazione liquidità)

“Cliente” “Processi gestionali


• Indicatori generici di interni”
risultato (soddisfazione, Visione • Ciclo di innovazione
fedeltà, profittabilità, …) & • Ciclo operativo
• Indicatori della
proposizione di valore
Strategia
(puntualità, velocità di
risposta, …)

“Apprendimento e
crescita”
• Fattore “Sistemi”
• Fattore “Personale”
• Fatt. “Prassi organizzative”

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BSC: concetto e obiettivi

La BSC, come evidenziato dallo schema precedente, ha due particolarità rispetto ad un generico
cruscotto direzionale che, alimentato da un sistematico reporting dei KPI e dei dati di contabilità,
fornisca un insieme equivalente di indicatori:
• Le misure riflettono esplicitamente l’attuazione di una specifica strategia;
• Le misure sono integrate da una catena di causa ed effetto.

A. Prospettiva Finanziaria. È orientata alle misure più familiari all’azionista ed al management, cioè i
risultati economici, patrimoniali e finanziari. Gli indicatori possono essere orientati a quantificare il
valore dell’azienda per l’azionista, oppure a valutare lo sviluppo del business.

B. Prospettiva del cliente. Identifica i segmenti di mercato in cui le divisioni aziendali competono e ne
misura le prestazioni (integra le variabili tipiche di un cruscotto gestionale di marketing). Comprende i
seguenti indicatori di efficienza ed efficacia:
• Indici di soddisfazione del cliente;
• Indici sul turnover dei clienti (acquisizione, ritenzione, abbandono);
• Valore dei clienti
• Quote di mercato nei diversi segmenti
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BSC: concetto e obiettivi

C. Prospettiva Processi Gestionali Interni (internal business process).


Identifica i processi interni critici in cui l’azienda deve eccellere.
! Sono tali i processi che permettono alle Business Unit, da una parte, di mettere in campo le
proposizioni di valore che attrarranno e tratteranno i clienti nei segmenti mercato obiettivo e,
dall’altra, a soddisfare le aspettative degli azionisti di eccellenti risultati a bilancio.

La prospettiva processi è quindi: A) selettiva, in quanto considera solo i processi critici per formare il
valore aggiunto al cliente; B) innovativa, in quanto i processi considerati non sono solo quelli esistenti,
anzi, l’approccio metodico della BSC porta a considerare nuovi processi critici, includendo nell’analisi
meccanismi per anticipare la risposta del cliente alle possibili innovazioni del mercato.

Inoltre la prospettiva processi aggiunge alla tradizionale catena del valore il ciclo di innovazione: dalla
definizione dei bisogni potenziali del cliente alla loro effettiva soddisfazione attraverso lo sviluppo del
prodotto/servizio.

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BSC: concetto e obiettivi

C. Prospettiva Processi Gestionali Interni (continua)

Tipologia di processo Macroprocessi

Innovazione 1. Progettazione del prodotto


2. Sviluppo del prodotto
Operazioni 3. Produzione
4. Marketing e vendite
5. Assistenza post vendita

La misurazione di entrambe i cicli è essenziale: il ciclo operativo determina la creazione del valore
a breve termine, mentre il ciclo dell’innovazione determina la creazione del valore nel medio-
lungo periodo.
Gli indicatori nascono da un’analisi top-down delle strategie di ogni singola azienda e ne riflettono
quindi la specificità.
La gran parte degli indicatori per la misura dei due cicli sono KPI.

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BSC: concetto e obiettivi

D. Prospettiva Apprendimento e Crescita (Learning & Growth)

Misura le prestazioni dell’infrastruttura che l’azienda deve costruire per ottenere miglioramenti di lungo
termine.
I tre elementi principali dell’infrastruttura sono:
! il personale;
! i sistemi tecnologici;
! le procedure organizzative.

La gamma degli indicatori della prospettiva è ampia e discrezionale (dipendono dal management).
Alcuni esempi:
! Personale: generici indicatori di risultato (soddisfazione, turnover, addestramento, competenza),
o indicatori diagnostici (allineamento competenze richieste a nuove strategie competitive);
! Prassi organizzative: misure di miglioramento dei processi critici;
! Sistemi: generici indici di risultato (disponibilità di informazione accurate,…).

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BSC: fasi del metodo di analisi

Il metodo di analisi e progettazione si basa su un’analisi top-down della strategia, da cui, attraverso
una serie di fasi, è definita la catena causale degli indicatori.

1. Identificazione delle strategie. Il primo passo consiste nel definire gli obiettivi strategici delle
divisioni coinvolte nel sistema (alla luce delle criticità, dei trend di mercato e delle alternative
strategiche). Per es. produttività, crescita dei ricavi, …

2. Definizione delle azioni strategiche. Il management dell’azienda articola la strategia in una


serie di azioni, applicando un legame di causa-effetto:
– Definendo le misure di prestazione finanziaria (misura del successo o insuccesso della
strategia adottata);
– Definendo le azioni e le misure secondo la prospettiva del cliente, che è un pre-requisito
per ottenere i risultati finanziari;
– Individuando i processi critici per ottenere i risultati sulla dimensione cliente;
– Individuando le azioni necessarie per: sviluppare le infrastrutture necessarie nei processi
critici; per l’efficienza e l’efficacia generale delle operazioni e dell’innovazione

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BSC: fasi del metodo di analisi (continua)

3. Definizione degli indicatori. La mappa delle azioni strategiche fornisce l’input per la definizione
degli indicatori che costituiscono il contenuto finale della BSC.
Si tratta quindi di (step 1) specificare l’obiettivo di ogni azione strategica e (step 2) di indicare,
per ogni obiettivo, due tipi di indicatori:
a) lag indicator (misura del risultato ottenuto);
b) lead indicator (misura del livello della prestazione).

4. Documentazione dei requisiti.

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BSC: fasi del metodo di analisi: definizione degli indicatori


Obiettivo strategico Lag Indicator Lead indicator

Obiettivi finanziari • Ritorno dell’investimento • Ricavi da nuovi prodotti


• Aumento della redditività • Aumento del fatturato
• Portafoglio prodotti più ampio • Costi unitari per attività
• Migliore efficienza

Obiettivi cliente • Quota di mercato • Indice di soddisfazione del


• Aumento soddisfazione del cliente • Tasso di fedeltà cliente
• Nuovi clienti • Tasso nuovi clienti

Obiettivi di processo • Tasso di cross-selling • Ore spese nell’interazione


• Capire i bisogni dei clienti • Avanzamento dello sviluppo nuovi con il cliente
• Sviluppare nuovi prodotti servizi • Puntualità dei progetti
• Vendita incrociata dei prodotti • Reclami sul servizio
• Ottimizzare canali di vendita • Tempo di risposta al cliente
• Max efficienza processi • Costo unitario di transazione lungo le
• Aument. velocità risposta a cliente fasi del processo risposta a cliente

Obiettivi di infrastruttura • Soddisfazione dei dipendenti • Investimenti in formazione


• Sviluppo competenze strategiche • Produttività dei dipendenti • Copertura informatica dei
• Sviluppo applicazioni informatiche nuovi prodotti
(supporto nuovi servizi e efficienza
processi)

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