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*Concetti
(Significante = espressione / Significato = contenuto) (La parola cane comprende il significante (l’insieme di suoni: /k/
/a/ /n/ /e/) e il significato)
(Langue vs parole, Sausurre. Langue = sistema / parole = processo) – (Sistema vs processo, Hjelmslev)
Oggetti di senso
- La semiotica si occupa di tutto ciò che è dotato di senso e scommette sulla sua intelligibilità
- - Ciò che è dotato di senso è individuato e studiato dalla semiotica in quanto testo
Etimologia: testo viene dal latino textum, participio passato del verbo texere. La notizia di testo contiene in sé, per
etimologia, i concetti di tessuto, trama, ordito, intreccio.
“Per testo si intende sia una catena di enunciati legati da vincoli di coerenza, sia gruppi di enunciati emessi
contemporaneamente sulla base di più sistemi semiotici” (Umberto Eco)
“Testo è tutto ciò che è circoscritto da limiti che lo definiscono come una totalità relativamente autonoma e
rendono possibile la sua organizzazione strutturale” (Jean-Marie Floch)
Un testo è coerente non quando è ripetitivo, ma quando vi sono ripetizioni di unità di contenuto (isotopie)
1) Definizione chiara dei limiti, per cui si riesce a opporre il testo a ciò che sta fuori dal testo
2) Scomponibilità del testo in unità discrete
3) Articolazione e organizzazione di queste unità secondo criteri oggettivabili (*se un testo vuole esprimere un
significato, lo ripete)
- In rapporto al senso comune, alcune cose ci appaiono più testi di altre cose (*guardando un libro, capiamo
dove finisce in base all’ultima pagina)
È un’operazione di SMONTAGGIO, di SCOMPOSIZIONE di un testo in elementi pertinenti ai più piccoli del testo e più
generali
Cosa si cerca quando si fa questo lavoro di smontaggio? Si cercano le regole che il testo segue e il sistema entro cui
le regole sono inserite. Lo strutturalismo ci ha insegnato che le regole non stanno mai da sole, ma sono sempre
inserite in un sistema di relazioni
(24/09/2020)
(*Quando analizziamo a livello superficiale, analizziamo qualcosa di particolare; quando analizziamo a livello
profondo, spieghiamo lo specifico articolando in modo che possa essere applicabile al genere)
(*Concreto = qualcosa che si PUO’ percepire con almeno uno dei cinque sensi / Astratto = fa riferimento a
un’esperienza che non può essere percepibile con almeno uno dei cinque sensi)
Che differenza c’è tra i tempi verbali e gli aspetti temporali? (*la chiede all’esame)
Tempi verbali (passato, presente, futuro) / Aspetti temporali (guardare il tempo che scorre come un processo:
Pierino sta mangiando la mela. L’azione è in corso) (*Aspetti temporali: modi diversi di guardare e descrivere azioni
ed eventi che si svolgono nel tempo)
Sta per mangiare = aspetto incoativo / aspettualizzazione incoativa (*si oppone a terminativo)
Ogni mattina mi sveglio alle 7 = aspetto iterativo / aspettualizzazione iterativa (*si oppone a singolativo: un fatto
singolo)
Aspetto puntuale / aspettualizzazione puntuale = quando l’azione è considerata come un momento puntuale
(*Pierino mangia la mela: sia puntuale che singolativo)
Attori
Annunci-stampa
- Il visual = l’immagine
- La headline (titolo) = è la scritta più grossa, più visibile di tutte, quella che i non addetti ai lavori chiamano
spesso slogan / Claim = è la frase pronunciata (l’equivalente della headline scritta)
Visual e headline assieme sono i principali responsabili del significato complessivo di un annuncio e della sua
efficacia comunicativa
Il livello figurativo
(*Nel compito d’esame, nell’analisi di un’immagine non va descritto a monosillabi, ma all’allargato. Esempio: c’è un
sole, non va detto “Sole”, ma “Sole all’alba”)
Il linguaggio plastico dei testi visivi è simbolico o semi-simbolico. Un formante plastico può rimandare a un contenuto
in due modi:
Simbolismo
Esempio: color oro nelle pitture sacre medievali = per convenzione rimandava alla dimensione del sacro, del divino
A una unità del piano dell’espressione corrisponde una unità del piano del contenuto per CONVEZIONE o perché il
testo istituisce tale relazione uno a uno.
Simbolismi cromatici
Alcune correlazioni simboliche tipiche (stereotipate) di oggi: rosso = aggressività, passione… / giallo = sole, calore,
estate… / verde = natura, purezza…
Simbolismi eidetici
Esempi di semi-simbolismo
Rime
Simbolismo e semi-simbolismo
Il linguaggio plastico dei testi visivi è simbolico o semi-simbolico. Un formante plastico può rimandare a un contenuto
in due modi:
Simbolismo
Esempio: color oro nelle pitture sacre medievali = per convenzione rimandava alla dimensione del sacro, del divino
A una unità del piano dell’espressione corrisponde una unità del piano del contenuto per CONVEZIONE o perché il
testo istituisce tale relazione uno a uno.
Simbolismi cromatici
Alcune correlazioni simboliche tipiche (stereotipate) di oggi: rosso = aggressività, passione… / giallo = sole, calore,
estate… / verde = natura, purezza…
*La colomba è simbolo figurativo della pace / Il bianco è simbolo plastico della purezza
- Per analizzare un testo visivo occorre innanzitutto descriverlo con le parole della nostra lingua
- È quella che maria pia pozzato chiama descrizione densa, un passo necessario e imprescindibile per fare l’analisi
semiotica di un testo visivo, ma non sufficiente
- Tre dei sette colori di base dello spettro sono chiamati colori primari o fondamentali: giallo, blu, rosso
- Colori secondari: arancione, verde, viola
- Colori terziari: rosso-arancio, giallo-arancio, giallo-verde, verde-azzurro, blu-viola (=indaco); rosso-viola,
rosso-verde (=marrone)
- Nero e bianco sono non colori
Nero e bianco
- Il nero può essere definito come l’impressione visiva che si sperimenta quando nessuna luce visibile
raggiunge l’occhio
- Questo in contrasto con il bianco, che combina tutti i colori della luce che stimolano in maniera uguale i tre
tipi di recettori sensibili ai colori
- I pigmenti che assorbono la luce piuttosto che rifletterla, danno luogo al nero. Un pigmento nero tuttavia
risulta una combinazione di diversi pigmenti che insieme assorbono tutta la luce, di ogni colore
Due definizioni di nero: il nero è la mancanza di radiazioni cromatiche che arrivano all’occhio o una combinazione di
pigmenti colorati con tutti i colori primari
I colori complementari
Ogni coppia di complementari è formata da un primario e dal secondario ottenuto dalla mescolanza degli altri due
primari. Per sapere qual è il complementare del colore primario giallo, mischiate gli altri due primari, il rosso e il blu:
ottenete il viola, che è il complementare del giallo
Tinta o tonalità
- La tinta o tonalità è la qualità che distingue tra loro i colori in base alla loro lunghezza d’onda nello spettro
solare
Luminosità
- La luminosità è la capacità delle tinte di riflette la luce. L’intensità della luce bianca è la qualità che fa
apparire all’occhio umano un colore più o meno luminoso
- Aggiungendo bianco, la luminosità di una tinta si alza, aggiungendo nero la luminosità si abbassa
- Gradi diversi di luminosità della stessa tinta producono il contrasto chiaroscurale
- Si dicono saturi i colori che hanno la massima purezza perché nello spettro della luce corrispondono a
radiazioni monocromatiche
- Se accostiamo tra loro due tinte sature, esse producono il massimo contrasto e un effetto di irradiazione che
si attenua passando dai colori primari a quelli secondari
- A livello percettivo, una tinta non satura appare mescolata al grigio o alla tinta complementare
Calore
- I colori della gamma verde-blu (a sinistra della ruota dei colori) sono detti freddi, quelli rosso-arancio (a
destra della ruota) caldi
La descrizione del livello plastico Qi di seguito trovate un elenco di categorie (=contrasti, opposizioni) eidetiche,
topologiche, cromatiche
*Quando fate l’analisi, cominciate dallo spazio e dalle linee, poi dai colori
*Tratti semantici = componenti semantiche = semi = unità di contenuto = unità di significato = i concetti (= il campo
semantico dentro il quale sta la parola)
La comunicazione della moda e dei cosmesi detta le regole comunicative mondiali, che cosa va e che cosa non va /
21.30 / 01.24.58
*La prima cosa che decidono per lanciare il profumo sul mercato è il nome. Importante anche la headline
*Dobbiamo cercare se i significati si ripetono per verificare se la nostra analisi è frutto della nostra mente o basata
sull’annuncio stampa in questione
La confezione di profumo è al centro della pagina sinistra e di grandi dimensioni, proprio come la ragazza (la figura al
centro della pagina destra). Sono rime eidetiche che rendono simile la forma complessiva del corpo della ragazza alla
confezione del profumo. Sono rime topologiche (perché la testa della bottiglia è appaiata alla testa della modella,
come il collo per il collo e la parte bassa della confezione per la pancia). La modella ricorda la madonna: per il colore
oro, raffigurante il sacro; per la luce dietro la modella, in particolare dietro la testa che ricorda l’aureola, ma anche
per il fatto che provenga dall’alto e prosegua verso il basso; tiene la boccetta in braccio come se fosse un bambino; il
nome “J’adore”, io adoro, inteso come adoro del sacro; la baseline, che riporta la scritta “Il femminile assoluto”; le
scritte visibili del nome del marchio, che fanno intendere “Dio” (dal francese)
*Il logotipo è “Christian Dior Paris”, scritto in basso sopra il braccio della modella.
Analisi plastica
Analisi figurativa
Le rime eidetiche e quelle cromatiche ci permettono di identificare il profumo con la modella, come se fossero una
cosa sola, la stessa. L’annuncio mette in atto una similitudine visiva talmente forte da suggerirci una
identificazione.
- È ripresentata con un fotomontaggio, l’immagine del
profumo, un po’ più piccolo, ma sempre più grande del
naturale
baseline
*Il 26 novembre prova intermedia: 31 domande a scelta multipla sul manuale di Marmo + la teoria fatta fino al
giorno prima del 26 novembre (*se sbagli vale zero, non toglie alcun punto). A gennaio c’è la 2° parte (2 domande
aperte che fanno media con il primo voto: 1 domanda teorica, 1 analisi)
(20/10/2020)
*Slide su internet dell’analisi della campagna del profumo (che riporta Olivia di Braccio di Ferro)
Chi parla è enunciatore, chi ascolta è enunciatario (come destinatore è destinatario. Le desinenze sono uguali)
Emittente-Enunciatrice / Destinatari-Enunciatari
(21/10/2020)
Teoria dell’enunciazione
Débrayage
Esempio: se dico “Ho freddo”, la verità (se ho freddo o no) lo posso sapere solo io. La verifica indicibile distacca me
da ciò che dico
La persona viene tradotta in attori
Débrayage enunciazionale (*riferito a due persone che comunicano, enunciatore ed enunciatario) ed enunciativo
Ritorno al contesto di enunciazione. Per esempio: quando si passa dal testo di livello uno (*il racconto dentro al
racconto) al livello zero (*l’autore che ha scritto il libro)
La cornice è un dispositivo oggettivante. In queste foto, l’embrayage sono le mani che escono dalla cornice
Fanno parte dell’enunciatore tutti i soggetti dell’azienda, mentre sono marche dell’enunciatario le persone fuori
dall’azienda
Il narratore o voce
Il livello narrativo
Extradiegetico = quando si introduce una storia di primo livello. Il testo simula di essere raccontato in diretta
dall’autore
(*La domanda da porsi): Il narratore racconta una storia che lo vede coinvolto o no?
La metalessi è uno scarto narrativo. Una che legge una storia e entra dentro a far parte di quella storia (*esempio: la
ragazza del bar che entra dentro il fumetto abbandonando la vita reale di carne)
Il successo dell’etichetta storytelling negli Usa risale alla metà degli anni Novanta e risale a diverse discipline
(economia, diritto, giornalismo…)
Si è parlato di narrative turn a partire dal 1995, ma in realtà l’attenzione per lo storytelling negli Usa precede la metà
degli anni Novanta. Perciò alcuni hanno parlato di storytelling revival.
Non c’è comunicazione di prodotto, ma di brand (di marchio) / Dalla brand image alla brand story
Rischi e problemi
*Per avere una storia: ci deve essere un soggetto e deve essere stato privato (o che non ha mai avuto) un oggetto di
valore. Gli oppositori sono il “motore n. 2” delle storie, altrimenti la storia nasce e muore in fretta
Lo storytelling in Italia
*RIPASSO
Un programma narrativo è una successione di stati e trasformazioni relativi a un soggetto e un oggetto di valore. È
ciò che un soggetto VUOLE (desiderio) o deve fare
Ci sono più programmi narrativi gerarchicamente correlati (un programma d’uso serve, insieme ad altri, a costruire il
percorso narrativo). Ogni PN si sviluppa in relazione a un PN contrario, detto anche anti-programma, in cui un anti-
soggetto persegue uno scopo che va contro il soggetto
“leggera e golosa”
Il visual mostra il viso di una modella, posto dall’alto verso il basso (occupa la parte alta dell’annuncio stampa)
entrare dalla cornice. È un caso di Débrayage enunciativo perché gli occhi della modella non guardano direttamente
l’osservatore dell’annuncio stampa, ma guardano davanti a lei.
Le ciglia, estese in secondo piano (dell’occhio sinistro) sembrano mostrare il risultato del prodotto già applicato. Gli
occhi della modella guardano davanti a sé, come se indicassero la direzione che prendono le ciglia e le
accompagnassero visivamente verso l’avanti.
Il non-colore (il bianco) che fa da sfondo all’annuncio-stampa fa risaltare con maggiore rilievo le ciglia della modella.
Una rima eidetica presente nell’annuncio-stampa riguarda il pack-shot (la forma del prodotto) e le ciglia.
La pubblicità per Jean-Marie Floch (Cap. 9, pp. 147-163/ “Capire la semiotica”)
- Referenziale: pretende di dire la verità
- Mitica: presenta il prodotto con l’atmosfera del sogno
- Sostanziale: pretende di presentare la realtà più vera del vero (*non rappresenta la sostanza, ma l’elogio
delle caratteristiche)
- Obliqua: le pubblicità indirette, che si basa sul paradosso
Neghiamo qualcosa, ma per negarlo lo mettiamo al centro dell’attenzione. Esempio: non pensare all’elefante.
Analisi dei discorsi di Bin Laden e Obama (pag. 53 in poi del libro della Cosenza)
- Narrativa (= individuare lo SNC con i 6 attanti. Partire dalle isotopie, trovare le valorizzazioni profonde)
- Enunciazionale (teoria dell’enunciazione
- Passionale
*La ripetizione di un seme non coincide con la ripetizione di una parola. Ci può essere un’isotopia della guerra anche
se nel testo compaiono più volte parole come “difesa”, “attacco”, “collasso”, “contro il terrorismo” (…)
*Consiglio: nell’analisi di un testo, quando trovate un’isotopia cercate se c’è un’opposizione. / Nel dare il nome a una
categoria dell’isotopia, non dare un nome che non si trova dentro il testo. Perché sennò si finisce per dare il
significato che vogliamo al testo e non il reale significato.
*Consiglio: il mondo dei valori è spesso il destinante
*Nei testi verbali (scritti), bisogna sviscerare passaggio per passaggio le persone verbali (in 1° o 3°, verbi al passato o
al presente etc etc…) / Nei testi visivi bisogna vedere la postura, gli occhi, le posizioni delle mani (…)