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PAUL KLEE

• studia musica (violino) e solo alla fine dell’800 inizia a dedicarsi alla pittura, aderendo al
movimento pittorico fondato da Kandinskij e studiando all’Accademia delle Belle Arti;

• attraversò tutti i gruppi, e i momenti salienti, dell’Avanguardia ma, vista la sua personalità
sacrale e silenziosa, volle rimanere un artista autonomo, isolato e felice.

• Si reca a Parigi e, nel 1912, entrò in contatto con Delaunay e i cubisti con i quali compì un
vero e proprio “viaggio nel colore”.

Viaggio in Tunisia del 1914: rimane colpito dalla luce e dai colori (CUPOLE ROSSE E
BIANCHE)

• Acquerelli;
• Stesure dense e pastose dell’olio;
• Colori accostanti in scala, ma anche in
contrasto;
• Forme geometriche che descrivono
paesaggi.

Egli vuole dimostrare che le cose potevano essere rappresentate anche in maniera diversa dalla
concezione spaziale di Kandinskij. Egli non elimina tutti i riferimenti (come fa Kandinskij) perché
vuole dimostrare che l’astrazione rappresenta un vero e proprio modo di vedere le cose e di
rappresentarle.

Klee:

• Vuole rappresentare sia una realtà soggettiva (emozioni, stati d’animo- non tangibile) che
una realtà oggettiva visibile a tutti gli uomini.
• Partecipa in maniera più realista al movimento di Kandinskij.
Secondo Klee, inoltre, il dipinto deve far incontrare la realtà con le emozioni: è una sorta di dialogo
che si crea nell’ambito dell’astrattismo.

Evidente è l’analogia con la musica:

• L’astrazione mantenne costante questo motivo interiore che procede per accostamenti,
contrappunti, armonie e dissonanze.

STRADA PEINCIPALE E STRADE SECONDARIE

• Colori brillanti africani;

• Riflette qui il suo pensiero;

• Rigore geometriche;

• Variegate e molteplici tecniche e


maniere per raccontare infiniti mondi,
drammatici o pacificati, inquieti o
dinamici.

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