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La situazione di crisi tra Cina comunista e Usa durerà fino al 71-72, soprattutto per la controversia tra

l'Urss e la Cina sul finire degli anni 50. I cinesi puntano ad ottenere la copertura nucleare da parte dei
sovietici. questa controversia, di natura territoriale, natura ideologica, due interpretazione dell'ideologia
marxista-leninista, si è nutrita degli attriti che negli anni avevano separato la dirigenza comunista russa
da quella cinese, ad esempio il disinteresse dei russi verso il movimento comunista cinese degli anni 30,
o il ricnoscimento da parte dell'Urss del governo nazionalista cinese per riprendersi i territori giapponesi
in manciuria. Mao però guarda a Stalin come una guida, anche se i dissapori con l'Urss crebbero
soprattutto dopo la morte di Stalin, nel 53. Questi screzi si manifestarono su un punto in particolare, non
solo quello economico, ma la mancanza di cooperazione tecnologica promessa dai sovietici per la
costruzione della bomba atomica cinese. Nel corso degli anni 50 si firmano accordi, ad esempio nel 555,
sulla cooperazione per lo sviluppo pacifico dell'energia atomica. Inizialmente i sovietici concordano con
pechino la cooperazione tecnologica per sviluppare in comune l'arma atomica, anche se il controllo
dellarma atomica cinese andava inglobato nel sistema di difesa sovietico. Gli accordi del 57 avviano una
collaborazione, ma non si realizzeranno, poichè la politica internazionale cinese è la riunificazione dei
territori persi a causa dell'imperialismo occidentale. L'Urss non tollera che nel mondo comunista vi sia un
polo alternativo a quello sovietico, come potenza, con cui dover condividere la leadership. Questo
motivo apre la crisi tra Mosca e Pechino, che si manifesta pubblicamente nel 56, quando Chrusceev
pronuncia il rapportol 20 congresso del partito comunista sovietico, in cui indica le linee guida del
socialismo e demolisce la figura di Stalin. Proprio questo attacco a Stalin non piacere ai cinesi, perchè di
questa demolizione della sua ideologia e della sua figura non sono stati consultati prima. I cinesi perciò
non discutono le opinioni, ma Chruseev si arroghi il diritto per tutti i comunisti cos'era bene e cos'era
male, relegando gli altri partiti comunisti al ruolo di secondo piano.I cinesi contestano questo rapporto
esaltando l'operato di Stalina stampa, depositando fiori sulla tomba dell'ex dittatore. Il secondo
momento di questa crisi appare qualche anno più tardi, quando la Cina ha ormai abbandonato l'Urss,
rinunciando a qualsiasi cooperazione economica, sociale e militare ha intro un altro modello di sviluppo,
alternativo all'Urss, chiamandolo il grande balzo in avanti, proponendo al mondo comunista un nuovo
modello di sviluppo. Fù però un fallimento, non decollò e fu costoso in termini sociali ed economici. Nel
1961, nel 22° congresso del partito comunista sovietico, in cui pubblicamente si constata che non vi è
compattezza su 2 punti tra i partiti comunisti, il primo riguardava ancora la destalinizzazione, i cinesi
sostengono il loro punto di vista, per cui Stalin rimane una fiura centrale del socialismo. Il secondo punto
riguarda l'Albania, dopo la seconda guerra mondiale infatti in tutta la penisola balcanica dominava il
comunismo, tuttavia la nascita dei partiti comunisti non fa diminuire gli scontri nazionali già presenti
prima della guerra. L'Albania rinasce nel 45 sotto la guida di Ender Hoxha ha smesso di guardare al
Kosovo annesso alla Serbia durante le guerre balcaniche e torna ad essere inglobato nella Yugoslavia
dopo la seconda guerra mondiale. I rapporti tra di essa e l'Albania sono quindi inficiati dal problema. Altri
contrasti riguardano la Macedonia, in cui vivevano albanesi, slavi greci, serbi,armeni, mosaico di identità
e religioni diverse. Alla fine della guerra si presenta l'oocasione di risolvere i contrasti, data dall'ideologia
internazionalista comunista, in cui lo scontro è riportato allo scontro classe operaia e borghesia.
L'ideologia comunista internazionalista sembrava perciò a tutti il rimedio per superare i contrasti
nazionali nei balcani. Tito in particolare immagina di risolvere i contrasti nazionali attraverso la
costruzione di una federazione balcanica, alla quale avrebbero partecipato gli stati tra loro in guerra per
il controllo della regione storica macedone. Al suo interno doveva esserci l'Albania, la Bulgaria, la Grecia.
Idea simile all'integrazione europea. Tito tra il 46 e il 47 la Yugoslavia stringe accordi sia militari sia
economici per creare un'unione doganale con Albania, Bulgaria per poter arrivare alla federazione,
inoltre sostiene ed incoraggia la fazione comunista durante la guerra civile in Grecia che si svolgeva nel
frattempo. Essendo la Jugoslavia il più grande di questi paesi, sarebbe stata Belgrado la guida della
Federazione. Stalin reagirà male, perchè la penisola balcanica è sempre stato il trampolino della Russia
verso il mediterraneo, e sarebbe stata ostacolata da questa nascita della federazione. Inoltre Stalin non
tollera gli aiuti ai comunisti greci, perchè ritiene che lo scontro tra forza sostenute da inglesi e americani
e da forze sostenute da Tito possa creare problemi all'Urss. La Grecia non è importante per la Russia,
quindi Stalin sostiene gli oppositori della Federazione balcanica, i bulgari ad esempio non vogliono
entrarci, così come gli albanesi, dato che i serbi avranno il peso determinante. Stalin tocca quindi le
vecchie rivalità. Il progetto viene sabotato dai bulgari e da questo viene lo scisma jugolsavo del 1948, Tito
viene scomunicato dal partito comunista sovietico. Lentamente la Jugoslavia scivolerà nel campo
occidentale, senza mai aderirvi però. Lo scisma ha un'altra conseguenza, gli albanesi contrari alla
federazione stringono i rapporti con l'Urss ormai nemica degli Jugoslavi e sono pronti ad ospitare una
base di sottomarini con missili nucleari a Valona, pochi km dalla Puglia. Inoltre gli albanesi riprendono la
battaglia nazionale. Lo scisma verrà in parte ricomposto dopo la morte di Stalin, già dal 55 vi sono segni
manifesti di questa ricomposizione, si riprendono le relazioni. Questo è visto male dagli albanesi, che
erano ormai diventati avamposto sovietico nel mediterraneo, ma dopo la ricomposizione temono che le
loro ragioni nazionali vengano sacrificate dai russi. L'Albania rompe quindi con l'Urss platealmente,
espelle i sottomarini russi da Valona, e poichè trovarono il sostegno della Repubblica popolare cinese,
avendo bisogno della protezione di una potenza. Questo allineamento durerà almeno fino alla fine degli
anni 70, attraverso il rifornimento di armi e cibo da parte della Cina. I cinesi perciò sono già nel
mediterraneo, avevano già sostenute le lotte anticolonialiste in nordafrica, come il fronte di liberazione
nazionale algerino. Già nel 50 sostengono l'Egitto di Nasser. c'è anche un legame politico, che si crea
nell'aprile 55, quando nasce il movimento dei non allineati, conferenza di Bandung, paesi che di fronte
alla spaccatura est- ovest, vogliono perseguire un'altra via. Le parole d'ordine di questo movimento sono
la decolonizzazione, l'anti-imperialismo, l'equità dei rapporti nord-sud. Tra di essi vi è la Cina, l'India, la
Jugoslavia, l'Egitto di Nasser. La Cina fa politica in questo movimento, che la porta quindi già nel
mediterraneo negli anni '50. L'Albania si orienta verso il comunismo cinese, quello Maoista, diventano i
portavoce dell'idea comunista nella versione maoista, che nasceranno poi anche negli altri paesi europei,
finanziati dai cinesi. Dopo il 61-62 si guastano ancora di più i rapporti, includendo l'impero rsso tra le
potenze imperialiste che avevano strappato territori in terra cinese. Con la caduta di Crescheev
peggioreranno i rapporti, perchè Breznev controlla ancora di più i satelliti. Breznev è noto per la teoria
della sovranità illimitata, che pronuncerà in un discorso dopo la crisi di Praga del 68. La Cecoslovacchia
dal 48 si era orientata verso il modello sovietico e tale è rimasto fino a quando le condizioni sociali ed
economiche hanno spinto un gruppo di comunisti a riformare il socialismo imposto dall'Urss, guidati da
Dubcek, slovacco, che contestava il sistema economico politico della Cecoslovacchia reclamando una
maggiore apertura e trasparenza e una maggiore considerazione della questione nazionale. Ritorna
infatti nel 68 la questione nazionale, Dubcek vuole riformare quel sistema oppressivo. Questo tentativo
della Cecoslovacchia di riformare il sistema politico, si scontrò con l'Urss e condusse alla repressione
della primavera di Praga, 1 agosto 1968 da parte delle truppe del patto di Varsavia. Lo slogan delle
riforme è la creazione di un comunismo dal volto umano. Dubcek ottiene tuttavia un mutamento
importante per la Cecoslovacchia, una modifica costituzionale che permette la nascita del
bicameralismo, tutti i regimi comunisti avevano solo la camera del popolo, in Cecoslovacchia c'era anche
la camera delle nazionalità, in cui i deputati rappresentavano i gruppi nazionali. La dottrina di Breznev
sostiene che un paese dove è stato ormai radicato il sistema comunista non può tornare indietro rispetto
alle scelte compiute, perchè metterebbe a rischio le conquiste dei lavori, legittima quindi l'intervento per
reprimere la primavera di Praga. Questa dottrina viene definita fascista dai cinesi e contro l'intervento
sovietico in Cecoslovacchia li paragonano ai nazisti, Approfittano quindi della paura che semina
l'invasione sovietica, ad esempio la Romania, la Jugoslavia, la Grecia, perciò i cinesi applicano il
containment in europa contro l'Urss, allacciano cioè rapporti economici con Romania e Jugoslavia,
riconoscono la dittatura dei colonnelli in Grecia, presente dal colpo di stato del 1967. Questo allarga
sempre di più i dissidi tra Mosca e Pechino fino a giungere a piccoli scontri militari, dato che nel
frattempo la Cina si è dotata dell'arma atomica. Ad esempio gli scontri sul fiume Ussuri, ma i cinesi
constatano che dal 1969 lungo il confine tra Cina e Urss i sovietici schierano i missili nucleari. I cinesi
cercano perciò l'amicizia dei nemici dell'Urss, cioè gli Usa. I rapporti sono pessimi per tutti gli anni '50,
dato che la guerra di Corea ha lasciato il segno, ma anche le dimostrazioni cinesi contro Taiwan. Nel
corso degli anni '60 si avvia un percorso difficile di riavvicinamento, individuano l'opportunità di un
dialogo, che per gli Usa significa staccare la Cina dal mondo sovietico. Inoltre negli anni 60 gli Usa sono
segnati dal conflitto vietnamita, avviato da Kennedy che voleva risolverla come Cuba. Kennedy verrà
ucciso nel 63 e il successore Johnson proseguì la sua politica. Gli Usa non pensarono mai di trattare con il
nord Vietnam, era convinti che perdendo il controllo del sud Vietnam avrebbero perso il controllo
sull'asia. Impiegarono perciò un gran numero di soldati, reintroducendo la leva obbligatoria. Si scopre
inoltre che l'intervento in guerra degli Usa nel 64 contro il Vietnam del nord è basato su un falso, cioè la
decisione presa dal senato è basata su un incidente secondo la quale navi americane erano state
attaccate da navi del Vetnam del nord. Il numero di morti americani fu alto e condizionò l'opinione
pubblica americana, così come quella occidentale che condannava moralmente le operazioni
statunitensi. L'opinione pubblica americana in piena rivoluzione del 68, ha un ruolo fondamentale, anche
per smascherare le bugie dell'amministrazione pubblica americana. Nel'68 torna al potere Nixon, cioè i
repubblicani, che ha un programma di politica internazionale volto ad uscire dalla guerra del Vietnam,
una exit stategy, gli Usa deve uscire dal conflitto e far combattere il 2 Vietnam, e arrivare ad una pace
con onore, che si ispira al modello di De Gaulle in Algeria,la descrive Kissinger. Nixon sa bene che questo
programma di disimpegno deve essere sostenuto a livello internazionale, e in asia conta l'appoggio della
Repubblica popolare cinese. Il dialogo con la Cina era un punto del programma di Nixon. Si apre perciò la
possibilità del dialogo. Kissinger organizza un viaggio segreto in Cina, non ci sono relazioni ufficiali tra Usa
e Cina, perciò scelgono il Pakistan, alleato cinese contro l'India, e alleato americano in funzione anti-
sovietica. La missione è denominata in codice Marco Polo, Kissinger si recò a Pechino nel luglio '71,
avendo come risultato l'invito a Nixon a visitare la Cina. Questa visita di nixon avviene nel febbraio del
72, per la prima volta nella storia, e intrattiene colloqui con Mao e il ministro degli esteri Zhou Enlai.
Nixon conclude nel febbraio 72 non un accordo, ma la firma di un comunicato congiunto e il nodo da
sciogliere è Taiwan, il cosiddetto comunicato di Shangai afferma il principio della coesistenza pacifica di 2
sistemi, quello comunista e quella capitalista, e i 2 stati si impegnano a non ricercare alcuna egemonia in
Asia e nel pacifico e fare in modo che nessuno stato avesse tali mire, cioè l'Urss. Inoltre gli americani
dichiarano che esiste una sola Cina, e che Taiwan è parte di essa, anche se confermano l'accordo con
Chan Kay Shek per la difesa. Gli Usa e la Cina ristabiliranno operazioni diplomatiche ricominceranno dal
78. nel 1976 Mao e Zhou Enlai muoiono senza aver risolto il problema economico cinese, e ci sono
gruppi che sperano in una liberalizzazione del sistema, nascono movimenti, come quello di piazza
Tienanmen. Si sviluppa una contesa tra la classe dirigente cinese che verte sulla scelta di un modello che
possa assicurare alla Cina un modello economico, alcuni sono interessati a un'alternativa radicale, guidati
da Den Xiaoping,inizia la seconda rivoluzione della Cina, che consiste nell'apertura al mercato, lenta,
progressiva e controllata. Viene decisa dal comitato centale del partito comunista e ha 2 scopi, garantire
la sussistenza alimentare e trasformare un'economia agricola in industriale, ma ha anche il proposito di
dare alla Cina la sicurezza militare necessaria per svolgere il suo ruolo di grande potenza mondiale e
difendere l'interesse nazionale, cioè recuperare le terre sottratte dall'imperialismo, cioè Macao, la Corea
del sud, Taiwan. Il modello perciò è l'introduzione del mercato nelle zone economiche speciali, cioè
alcuni regioni. Questi cambiamenti economici hanno prodotto cambiamenti sociali e politici, alcuni si
cominciano a chiedere se sia necessario introdurre la libertà personale. Dall'aprile 89 gli studenti
uiversitari chiesero un dialogo con i leader cinesi per discutere questo tema, fino a quando Den Xiaoping
e di far intervenire l'esercito e in poche ore la rivolta di Tienanmen fu sedata. Den Xiaoping sostenne
che alternativa omunista sarebbe stata per la Cina il caos, come stava accadendo nell'Urss. A coloro che
sosteneva che non poteva esserci libertà d'inziativa senza democrazia, Den Xiaoping eneva che non
esisteva alcuna contraddizione tra il regime e il libero mercato. La democrazia e la libertà avrebbe potuto
attentare alla sopravvivenza della Cina. Questo si accompagna al disgelo con l'Urss, Gorbacev non vuole
seguire l'esempio cinese, cioè aprire all'economia di mercato, vorrebbe coniugare la trasformazione
economica con la democrazia, ma fallirà. Il vero disgelo inizia quando i cinesi realizzano che i missili al
confine con la Russia sono stati ritirati. Inoltre i cinesi volevano il disimpegno sovietico in Afghanistan.
Nel 1991 l'Urss si dissolverà e finisce per gli Usa e la Cina l'interesse ad avere relazioni, riaffiorano le
rivalità economiche e commerciali e militari.

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