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Il 1917 fu un anno di svolta per l'intera storia mondiale. In quell'anno infatti, con la Grande
Guerra che impazzava nel cuore dell'Europa, si verificarono due eventi che avrebbero cambiato il
destino della politica internazionale per tutto il XX secolo.
Il primo fu l'ingresso nel conflitto da parte degli Stati Uniti i quali, schieratisi al fianco di
Inghilterra, Francia e Italia, prepararono il terreno per diventare la nuova guida del mondo
occidentale.
Il secondo invece avvenne molto più a est e sancì la nascita della super-potenza che avrebbe
conteso proprio agli USA il ruolo di leader mondiale.
Le premesse
Nel 1917 la Russia era un Paese arretrato e sull'orlo del collasso.
Governata per secoli da dinastie di zar, i sovrani russi dai poteri pressoché assoluti, la Russia era
rimasta una monarchia dai tratti medievali, con sistemi amministrativi e giudiziari
antiquati, un'industria quasi assente, un Parlamento (chiamato Duma) privo di poteri
effettivi e una popolazione numerosa ma povera e legata quasi esclusivamente all'attività
agricola.
La partecipazione alla Prima Guerra Mondiale non fece che peggiorare la situazione poiché oltre
alla fame e agli sforzi per sostentare il numeroso (ma molto male addestrato) esercito, la Russia
continuava a macinare pesanti sconfitte.
Lenin e i bolscevichi
All'inizio i menscevichi erano lo schieramento di maggior peso, poiché le loro posizioni moderate
erano ben accolte anche dalla classe dirigente russa.
Le cose però cambiarono con il ritorno in patria di Vladimir Il'ič Ul'janov, detto Lenin.
Lenin era un carismatico intellettuale che aveva fatto proprie le idee di Karl Marx e che dunque
professava l'avvento di un nuovo ordine comunista, in cui tutto il potere sarebbe andato al popolo
e a i lavoratori, e non più a pochi ricchi e nobili.
Esiliato per le sue idee sovversive, Lenin era un punto di riferimento per coloro che lottavano per
maggiori riforme sociali, specialmente i bolscevichi, i quali infatti prepararono il suo ritorno non
appena la situazione divenne propizia.
Fu un segnale decisivo!
Lenin tornò quindi in Russia nell'aprile 1917 e subito diffuse dieci linee guida (che passeranno alla
storia come "Tesi di Aprile") su cui basare l'operato politico.
Secondo queste tesi, il proletariato (ossia i lavoratori delle fabbriche) dovevano abbattere il
governo provvisorio, ancora in mano ai borghesi "parassiti", dare tutto il potere ai Soviet e porre
fine alla guerra con la Germania. I contadini invece dovevano occupare le terre dei grandi
proprietari terrieri.
In questo decalogo Lenin introdusse anche l'aggettivo "comunista" per definire il nuovo partito
che si sarebbe venuto a creare.
La Rivoluzione d'Ottobre
Lenin fiutò l'occasione e tornato clandestinamente a Pietrogrado, preparò la sua scalata al potere.
Una volta convinti anche i più dubbiosi all'azione, Lenin ed i suoi fedeli organizzarono i Soviet
bolscevichi e il 24 ottobre 1917 scoppiò una nuova rivolta.
La falce e martello, simboli delle classi dei lavoratori, è il il simbolo del comunismo e identificherà
la futura Unione Sovietica
Un nuovo ordine era nato e la Russia, che dal 1922 si chiamerà Unione Sovietica, sarebbe
cambiata per sempre.