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3 La filosofia del tempo nello Spettralismo

3.1 Lo specchio mobile dell'inudibile


Un elemento a sé stante è l'importanza e l'uso del tempo da un punto di vista filosofico all'interno dello Spettralismo: i
compositori infatti, dopo aver assimilato le grandi scuole del passato, riuscirono ad elaborare una poetica peculiare,
portatrice di significati ed evocazioni.

Non meno importante nel contesto della musica spettrale è l’uso del tempo concepito in una visione filosofica che ha
orientato i suoi compositori verso una poetica densa di significati e di rimandi evocativi.

Per poter riassumere questo tipo di speculazioni indagate dagli spettralisti è necessario fare un passo indietro, nel
rapporto tra creazione e virtualità di un oggetto artistico: la teoria dell'immagine di Gilles Deleuze -che si rifà a sua volta
al pensiero di Bergson- si trova alla base degli studi sulla forma musicale, in quanto l'immagine stessa come schermo
artificiale ha la stessa funzione della rappresentazione di un sonogramma.

Per poter inquadrare questi concetti esplorati dallo spettralismo è necessario ricondursi alla teoria dell’immagine di Gilles
Deleuze (e al pensiero di Henri Bergson) che è all’origine della ricerca sulla forma musicale,

Secondo il compositore francese Gerard Grisey, il quale si occupo molto di queste


tematiche nel corso della sua vita, la musica non deve piu essere considerata come
un oggetto fisso e determinato, ma come una realta che brulica di vita interna.

Utilizzando appunto la rappresentazione tramite sonogramma, si va a creare un legame


stretto e concreto con la dimensione temporale in cui poter lavorare, e non sarebbe
possibile farlo senza l'aiuto dell'elaboratore. In particolare, Grisey denisce nei suoi
saggi il suono come lo specchio mobile dell'inudibile, proprio per porre in primo
piano l'importanza dell'oggetto sonoro come portatore di significati, e l'ambiguità
che essi stessi comportano.

Il termine sintesi differenziale elaborato da Grisey permette di descrivere la musica


Spettrale come una forma compositiva dinamica e in continuo sviluppo, recuperando
da Bergson l'idea di spettro (in questo caso dell'immagine) dalle mille sfumature
che è la metafora del flusso interno della coscienza, ora la transitorietà del divenire
sonoro.

Continuando verso una direzione prettamente musicale, Grisey assegna all'oggetto


sonoro delle soglie che riguardano la virtualità qualitativa: partendo dai processi di
acustica e psicoacustica, egli cerca di sfruttare a vantaggio del compositore fenomeni
come quello dei battimenti o delle interferenze parametriche riguardanti timbro e
dinamica, perché questi elementi possono confluire verso un costrutto armonioso o
dinamico.

Il molteplice significato musica-immagine-tempo elaborato da Grisey e dagli spettralisti,


coinvolge anche la struttura ritmica che viene considerata come l'ossatura
o una cornice dentro la quale l'opera sonora si sviluppa; la periodicità è la metafora
dell'evolversi della vita, che non può svilupparsi senza la presenza del caos e le tensioni
dell'organismo.
Da questo punto di vista il pensiero di Grisey ha molto in comune con quello di Deleuze.

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