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Conservatorio Statale "Santa Cecila" di Roma anno scolastico 2019/2020

Disciplina: Semiografia della musica contemporanea

Docente Prof. Maria Palmulli

Elaborato dello studente Maccari Ugo [II° anno - Biennio Composizione]

...la possibilità (in breve) di una Semiografia musicale


contemporanea

Premessa

Alfabetica, adiastematica, chironomica, diastematica, dasiana ecc... L'odierno concetto di

semiografia musicale (riguardante ovviamente la musica di matrice occidentale)[...] conseguenza

ineluttabile dell'abbandono di una tradizione orale, limite certo ad una montante necessità di

"precisione significativa"[...] è il risultato di continui mutamenti del mondo sonoro, di ciò che è

stata l'eredità "significa" del passato e di una profonda riflessione sul rapporto, appunto, fra

segno e idea compositiva.

Detto questo, possiamo quindi affermare che la semiografia musicale è: la disciplina che studia il

fenomeno della rappresentazione del suono attraverso il simbolo, contestualizzandolo,

all'occorrenza, all'interno di un sistema di riferimento costituito; disciplina fondamentale per

indagare le ragioni che hanno portato in maniera sistematica, a partire dal dopo guerra[...] con la

modernità l'evoluzione (o involuzione?) del progetto compositivo necessita di mezzi

rappresentativi adeguati[...] ad integrare nel contesto notazionale segni non impiegati in

precedenza.
...la possibilità

Già nei primi decenni del XX° secolo con l'avanzata delle avanguardie, tutti i codici precostituiti ed

istituzionalizzati vengono messi in forte discussione, la notazione musicale stessa non ne fa

eccezione. La condivisione, nessuna arte esclusa, della crisi linguistica incombente prepara

l'avvento di un mondo dove le nuove parole d'ordine sono sperimentare e reinventare.

Puntillismo, alea, musica concreta, ecco i termini chiave, i principi eversivi provocatori ed

alternativi, motori di una rinnovata ricerca comunicativa, avanguardia dell'inarrestabile proliferare

dei nuovi segni-simbolo.

Del resto come poteva il vecchio sistema di notazione rappresentare con inadeguati segni-simbolo,

la concezione estetico tecnica, per giunta in itinere, di "libera interpretazione" di "azione teatrale"

di "suono elettroacustico".

Lo stesso concetto di partitura viene messo in discussione, poiché la rappresentazione grafico-

simbolica non pretende di servire da base o da memoria per l'interpretazione, ma vuol essere

unicamente il risultato scritto, nato prima o dopo l'interpretazione - esecuzione.

Il grafismo artistico diviene egli stesso mezzo, atto a veicolare suggestione creativa, in quello che

dovrebbe essere chiamato , non più semplice esecutore, ma senza dubbio meta-esecutore poiché

interpretare il segno è un modo per stabilire una relazione tra il sensibile e il sovrasensibile...beh

si...in un certo senso: la finalità universale del fare musica.


In effetti se analizzati da questo semplice punto di vista, le tecniche puntillistiche, le texture

sperimentate da Luigi Nono in Polifonica - Monidia - Ritmica; i "giocosi" processi aleatori

investigati da John Cage; gli agglomerati sonori, la spersonalizzazione intervallare , lo

sdoganamento del rumore e della sonorità ambientale, dovuti al geniale utilizzo della neonata

elettronica da parte di Karlheinz Stockhausen; certe forme ossessive di iperdeterminismo tanto

care Pierre Boulez, gli approcci immanenti dei cosidetti Spettrali Gerard Grisey e Hugue Dufourt;

le polifonie meccanicoquantistiche prima e l'ipertrofismo ritmico poi di Gyorgy Ligeti e tutto ciò

che è stato prodotto in questo incredibile periodo che abbraccia i primi 90 anni del secolo

ventesimo (ciò che poi viene a seguire magari sarà motivo di altra riflessione), anche se

apparentemente così differenti e differenziati, sono il prodotto di un unica forza creatice

innovativa, forza che, dopo il profondo nero degli anni guerrieri, si è manifestata in tutta la sua

dirompente novità freschezza e libertà, ed è compito della disciplina semiografica musicale,

attraverso la ricerca e la decriptazione del segno-simbolo, mai come in questa "musica"

importante, per ricomporre la frattura che si è incomprensibilmente, ed aggiungo ingiustamente,

generata fra Compositore ed ascoltatore.

Ripeto mai, come nel periodo preso in considerazione, l'atto creativo è stato teso a (ri)stabilire

una relazione tra il sensibile e il sovrasensibile, a ricongiungere l'uomo a Dio.


CONCLUSIONE

Beh...ecco dopo queste 3 pagine dove spero che l'idea sia venuta fuori forte e chiara in sede di

esame dialogato avrei parlato del compositore americano Geroge Crumb e del suo lavoro :

Makrokosmo I° libro, il lavoro è suddiviso in 4 libri, cdell'opera Makrokosmos che porta come

sottotitolo "Twelve fantasy pieces after the Zodiac" (1972) proprio a sostegno della mia tesi.

[seguono foto di alcuni dei dodici "fogli simbolo"]


...bene come si può notare al di la del mero fatto musicale quello che più "appare" è la "sfacciata"

simbologia: l'occhio - il segno della pace - la spirale. Tutto ciò a rinnovare come le avanguardie

guardano al simbolo ed al suono...con "occhio colmo di spirito".

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