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scrittura di questo paradigma tecnologico: perch da essi si generano nuovi criteri di selezione del materiale
sonoro. Il suono esperito come brulichio di elementi, nel suo grezzo pullulare di micro- movimenti, ci che
nasce da uno strumento capace di avvicinare loreccho allinfinitamente piccolo. Ma questo avvicinarci al
suono modifica loggetto stesso di osservazione. Paradossalmente dunque, adattando alla musica quanto ha
scritto Davidson sul linguaggio, potremmo dire che non c prima un suono e poi noi che lascoltiamo, ma
viene prima lascolto e poi il suono, perch lascolto il dispositivo che, inaugurando un approccio di
selezione del materiale, per ci stesso lo pone in essere (non esistendo linguisticamente al di fuori di
quello).
In tale prospettiva la parte conclusiva del libro affronta la discussione sul suono a partire dalla sua analisi
effettuata via software: unanalisi che si sottrae alla partitura e si fa responsabile di quel tremendo gioco che
crea, nel momento stesso in cui seleziona la sua materia: lanalisi scrive Delalande dipender sempre da
una volontaria seleziona di tratti (p. 188).
Proprio per questa problematica che pesa sullo sfondo, va rilevato che lapproccio allAcusmografo e ai
sonogrami forse la parte pi naif del libro. Delalande ha voluto lasciare emergere proprio la prospettiva
giocosa, euristica, esplorativa e assolutamente non accademica della questione. Ed certamente un lato
accattivante. Tuttavia il caso di segnalare ai lettori che esiste tutta una letteratura che si occupata proprio
dellanalisi assistita dal computer nei suoi aspetti tecnici e soprattutto problematici. Prima fra tutte quella
dellamericano Robert Cogan con il suo New Images of Musical Sound, Harvard University Press, 1984 e il
successivo The Sound of Song. A Picture Book of Music for Voice, PCI, Cambridge, 1999. Specie nel
volume dell84, Cogan si pone proprio il problema di istituire un approccio meno soft, meno occasionale e
naif alla lettura dei sonogrammi. Mi permetto su questo di rimandare ad un mio contributo di qualche anno
fa, LAnalisi sonoriale in Robert Cogan, Spectrum, 4, Gennaio 2003 (pag. 20-28).
Aggiungerei infine (come elemento di discussione) che il suono diventa anche il punto di partenza di una
teoria musicale aurorale, come quella indicata in Wayne Slawson nel suo Sound Color (University of
California Press, 1985), identificando di fatto il Suono come luogo di incontro di differenti percorsi del
sapere, dalle tecniche compositive, alla percezione, allacustica, alla psicoacustica, alla psicologia. Il libro di
Delalande dunque una grande opportunit per iniziare una ridefinizione della teoria musicale stessa, alla
luce di una dis-posizione verso il Mondo che trova nel suono il suo essenziale e irrinunciabile punto di
accesso.
Antonio Grande