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John Paynter – Suono e Struttura

Parte I – Suoni nella musica


PROGETTO 1 – I suoni del silenzio
In questo primo progetto vengono proposti semplici esercizi di ascolto attento e di
esplorazione delle caratteristiche dei suoni, partendo prima di tutto dal
comprendere la musica e le sue relazioni (in sintesi capire come funzionano i suoni,
come essi divengono idee musicali e come queste idee, grazie alla tecnica, possono
strutturare il tempo).
Agli allievi vengono proposte svariate attività , iniziando dall’ascolto del silenzio fino
ad arrivare alla creazione di un paesaggio immaginario.
All’insegnante poi viene dato il compito di seguire gli allievi nell’esplorazione delle
caratteristiche dei suoni , grazie anche a diverse attività come la n°5 (che è
improntata sull’introduzione del concetto di stile) e alla n° 6 (in cui si chiede di
strutturare i suoni in un contesto essenzialmente musicale).
L’insegnante, inoltre, proporrà l’ascolto di due brani per rendere bene l’idea sul da
farsi : “Visage” di L.Berio e “Journey into Space” di T.Wishart.

PROGETTO 2 – La musica del vento


In questo secondo progetto si viene a creare un avvicinamento ai suoni naturali, con
i suoi specifici colori.
In realtà i suoni della natura, a differenza di come si possa pensare, non hanno
molto in comune con i suoni della musica; quest’ultima si avvicina alla natura
soprattutto dal punto di vista della texture, quindi della trama musicale.
La natura, infatti, possiede i suoi ritmi regolari e nessuno di essi è esattamente
simile alla musica.
Nonostante questo però, i musicisti non si sono fermati a far riferimento a idee
melodiche naturali.
Agli allievi, questa volta, sono state proposte attività di registrazione di suoni
derivanti prima dal vento, poi dall’acqua e infine al canto degli uccelli.
In particolare, nell’attività 3 viene chiesto di riprodurre quest’ultimo canto su uno
strumento musicale, cercando di rispettare la struttura ritmica e ricostruendo la
sequenza melodica ; il tutto alla fine inventando un brano musicale basato per
esempio sulla ripetizione della stessa idea con gruppi diversi di strumenti.
All’insegnante spetta aiutare gli allievi in questo lavoro; utilizzare infatti idee sonore
tratte dalla natura per costruire musica non è affatto facile, in quanto le altezze dei
suoni naturali raramente corrispondono a quelle prodotte dagli strumenti
tradizionali e le sequenze ritmiche sono spesso molto irregolari.
E’ necessario, quindi, che gli allievi dividano i frammenti ritmici, riportando le altezze
alle note più vicine.
L’insegnate, inoltre, può far conoscere ai suoi allievi , dei compositori che hanno
imitato o simulato il canto degli uccelli o i suoni della natura.
Olivier Messiaen, ad esempio, non imita i canti degli uccelli per ottenere una
semplice “atmosfera” , ma trae dai loro motivi il materiale melodico e ritmico di
base.

PROGETTO 3 – Oggetti sonori


Nel terzo progetto vengono esplorate le differenti caratteristiche dei suoni prodotto
da semplici oggetti quotidiani.
Agli allievi vengono proposte varie attività alcune delle quali incentrate prima di
tutto sul ricercare e raccogliere oggetti, poi di registrare dei suoni prodotti da
telefoni cellulari, trillo di un telefono, ecc ; in quest’ultima attività gli allievi
dovranno poi cercare di costruire dei veri e propri “collage sonori” e cercare il modo
migliore per collegare i frammenti musicali tra loro.
Proseguendo con le varie attività, verrà in seguito chiesto di costruire degli
strumenti nuovi con dei materiali raccolti, dimenticando quindi di aver mai visto
prima uno strumento! Dopo la costruzione, verrà chiesto loro di inventare dei brani
per questi strumenti.
All’insegnante, in riferimento alla prima attività proposta, toccherà seguire gli allievi
nella selezione e nella classificazione dei suoni trovati; in seguito nella seconda
attività proposta l’insegnante deve stimolare gli allievi ad analizzare i suoni registrati
in modo da individuare e imitare le loro caratteristiche specifiche.
Non bisogna, inoltre, dimenticare quanto sia importante dare un titolo alle
composizioni finali : esso, infatti, unifica tutte le sensazioni ricevute dallo stimolo
iniziale; l’insegnante ricorderà agli allievi quanto però il titolo non debba
rappresentare una traduzione di un contenuto in una storia sonora, ma esso
dovrebbe simboleggiare il processo che ha trasformato l’ispirazione in un’idea
musicale.
PROGETTO 4 – Le dita ci ispirano
In questo quarto progetto vengono esposte le varie attività in base alle categorie di
strumenti, o in alcuni casi nello specifico degli strumenti stessi; questo perché
spesso sono gli stessi strumenti a ispirare le idee musicali non solo per la qualità dei
suoni che producono, ma anche per le caratteristiche costruttive dello strumento
stesso.
Le attività che vengono proposte agli allievi, sono quindi riguardanti singoli
strumenti (come la chitarra) o famiglie di strumenti ( a tastiera, famiglia degli archi,
a percussione).
La prima attività concerne la chitarra e in particolare il suo modo di sviluppare vari
tipi di accordi.
La seconda e la quarta attività si concentrano sugli strumenti a tastiera : anche qui
sperimentare come la mano si appoggia naturalmente sui tasti creando figure
musicali e quindi creare pezzi basati sulle posizioni della mano oppure adoperando
gli armonici ottenuti dall’abbassamento dei tasti in modo delicato in modo da
sollevare gli smorzatori dalle corde.
Nella terza e quinta attività vengono proposti gli strumenti ad arco: in particolare
spostare le dita su e giù per la tastiera creando un brano utilizzando questo effetto
del glissando, oppure utilizzando varie tecniche dell’arco.
L’ultima attività (n°6) vengono esposti gli strumenti a percussione; gli allievi possono
raccogliere un buon numero di strumenti percussivi e decidere come disporli; a
seconda della disposizione e della quantità di strumenti, si possono improvvisare
pezzi musicali.
In questo progetto viene spiegato, anche attraverso svariati esempi, come
l’insegnante debba collaborare lavorando con gli allievi sull’esplorazione, individuale
o di gruppo, delle caratteristiche tecniche dei diversi strumenti e sulle tecniche
strumentali meno comuni, per stimolare gli allievi poi ad adoperare il diverso
materiale utilizzabile per la composizione.
Parte II – Idee musicali
PROGETTO 5 – Punti
In questo quinto progetto vengono proposte agli allievi delle attività afferenti ad una
piccola, nonché minuscola particella musicale : essi dovranno in quasi tutte le
attività proposte scegliere una qualsiasi nota, attribuendone ad essa una
caratteristica riconoscibile (come la durata, la dinamica, l’articolazione, ecc).
In un'unica attività viene proposto di prendere strumenti con timbri contrastanti, di
inventare brevi figure che abbiano tratti decisi, e di far suonare queste figure
simultaneamente a tutti gli strumenti; a questo punto, dopo aver realizzato la
sovrapposizione senza distruggere le caratteristiche di ogni singola figura, basterò
cominciare ad esplorare i modi per sviluppare un gesto musicale, affinché esso
diventi un brano musicale finito e compiuto.
All’insegnante è affidato il compito di seguire gli allievi in questa costruzione; in
particolare vediamo come due note possano creare una certa idea musicale a
seconda degli strumenti che li suonano, o anche da una certa dinamica scelta.
Inoltre all’insegnante spetta indicare la funziona del “gesto” musicale e del timbro
che spesso viene tralasciata dagli studenti.

PROGETTO 6 – Un “deposito” di melodie


Il sesto progetto presentato dall’autore ci spiega come ognuno di noi conserva nella
memoria una serie di idee melodiche, un po' come succede nel linguaggio parlato
quotidianamente.
Agli allievi questa volta spetta, sulla base di filastrocche o versi di poesie presentati,
scegliere uno di questi e provare a canticchiarlo sulla prima melodia che gli viene in
mente; dopodichè spetterà loro creare dei piccoli accompagnamenti dati o dal
battito delle mani o con strumenti a percussione.
Come la memoria di ricorda idee melodiche, anche le mani “ricordano” i più comuni
gruppi di note.
Sicuramente l’insegnante ci farà capire come non sia difficile creare questi piccoli
accompagnamenti musicali; questo è dovuto anche dal fatto che nel corso del
nostro tempo, tante sono state le melodie ascoltate, ecco perché non risulta
complicato l’invenzione di nuove melodie.
In ogni caso, dalle piccole idee musicale possono crescere nuove strutture musicali.

PROGETTO 7 – Sviluppare le idee


Come suggerito dal titolo, questo Progetto si preoccupa dello sviluppo delle idee
musicali, decidendo la dimensione, la durata e la modalità di sviluppo dello stesso
brano musicale compiuto.
Per gli allievi vengono scelte delle attività appunto basate sulla scelta di una breve
idea che poi venga elaborata dandole un carattere sempre più particolare.
Vengono, poi, suggeriti dei punti di partenza ( nello specifico parole o brevi frasi)
che però non stimolino gli allievi a creare delle storie sui punti di partenza scelti.
In sostanza in questo progetto si cerca, senza dare regole , di far scoprire agli allievi
come sia possibile l’improvvisazione in quanto essa non si può insegnare, ma è
semplicemente qualcosa da fare.
Lo scopo dell’insegnante sarà quindi partire dall’improvvisazione per arrivare ai
primi stadi della composizione , stadi in cui è importante scoprire cosa si può
ottenere con i materiali musicali e come e perché alcune strutture musicali ci
appaiono più riuscite di altre.
Inoltre, partendo da una qualsiasi cosa che può stimolare l’immaginazione musicale,
possiamo derivarne un idea musicale.
L’insegnante dovrà anche far capire che l’idea musicale può anche nascere creando
prima il titolo di un brano musicale, e che la musica non debba divenire per forza
una descrizione di esso, anzi, il titolo ha semplicemente la funzione di mettere in
moto il pensiero musicale.
PROGETTO 8 – Re-inventare la grammatica
L’idea musicale o meglio il processo compositivo, oltre che partendo da una piccola
frase melodica, può anche partire con una visione globale delle strutture del brano
musicale: in questo caso si tratterà di “inventare” la grammatica del linguaggio.
Agli allievi vengono fatti alcuni esempi su come costruire un brano musicale,
attraverso delle metafore: ad esempio come una piramide ( costruita con singoli
blocchi); oppure come delle formazioni geologiche (con strati orizzontali e verticali);
oppure inventare un pezzo su un vulcano (ricordando sempre di non imitare il suono
o la potenza di esso, ma che abbia la formazione di un vulcano); oppure come un
delta di un fiume; oppure come se stessimo chiusi in un auto ed esclusi quindi dal
resto del mondo; oppure attraverso il titolo ‘160 km all’ora’; oppure basato
sull’haiku, ovvero su un genere poetico breve giapponese composto da 17 sillabe.
All’insegnante spetterà questa volta ribadire il concetto che non bisogna creare un
brano sulle piramidi, o su un vulcano, ma sottolineare come essi possano
rappresentare un punto di partenza per il pensiero musicale.
Inoltre, il compito di un artista è sicuramente quello di esplorare nuove possibilità
formali, ecco perché agli allievi vengono fatti diversi esempi nelle attività proposte.
Parte III – Pensare e realizzare
PROGETTO 9 – Con le orecchie aperte
La tradizione a volte ci impedisce di pensare o agire in un altro modo alle cose;
questo perché nella maggior parte dei casi sono i preconcetti a fare da padrone,
infatti spesso non riusciamo ad esempio, ad immaginare come uno strumento possa
suonare in un altro modo rispetto a quello che ci è stato indotto ad ascoltare.
E’ per questo che agli allievi spetterà, questa volta, il compito di prendere il proprio
strumento o aggregarlo con altri (tipo il quartetto d’archi) e creare con essi un suono
o dei suoni completamente nuovi ed insoliti.
All’insegnante ora spetterà prendere delle decisioni: valutare se effettivamente nel
processo compositivo sia stato fatto uno sviluppo di idee coerente, che ci sia
un’unica linea che porti avanti il discorso.
Bisogna, però, far comprendere agli allievi che la creazione di un brano che adoperi
“suoni inaspettati”, non conformi ai precedenti, richiedono più attenzione del solito.
Certo avendo ereditato dal passato una musica così integra e dall’abile inventiva,
sarà molto difficile creare un nuovo brano che non abbia questi canoni.
Inoltre, è chiaro che i nostri allievi debbano conoscere le grandi opere della storia
musicale e continuare a comprenderle, ma sarà certo che sarà più complicato aprirsi
a nuovi campi musicali.
Un compositore olandese ha richiesto ai suoi musicisti di quartetto d’archi di
adoperare quasi esclusivamente armonici naturali creando così praticamente un
nuovo strumento musicale che ha una sonorità molto differente da quella del
classico quartetto d’archi.
Ecco quindi che in questo progetto viene chiesto ai ragazzi di affrontare da soli il
problema della creazione di una “nuova musica” e di cercare di farli comprendere se
questi nuovi mondi sonori siano stati pienamente sfruttati, e che essi possano
progredire verso una “corretta” conclusione.
Per creare un buon brano di questo genere la prima cosa da fare è stabilire di che
mondo sonoro vogliamo trattare e a quel punto analizzare in che momento dare
importanza a effetti progressivi e regressivi. Inoltre, da non sottovalutare, è
sicuramente l’aspetto stilistico: lo scopo è sicuramente quello di cercare nuove
strade espressive tentando di superare la tradizione. I compositore che rinnovano
linguaggio, hanno la responsabilità di rendere chiaro il nuovo significato, dall’interno
della musica stessa.
PROGETTO 10 – Unità e varietà: dalle dodici battute alle dodici note
La musica e quindi ogni brano musicale deve avere la propria identità ecco perché i
compositori devono fissare una serie di limitazioni secondo le quali il pezzo possa
strutturarsi e controllare attentamente che tali limiti non vengano oltrepassati.
Nella prima attività, dato un incipit musicale, viene chiesto agli allievi se è possibile
sviluppare questa idea cercando di non ripeterla troppe volte ma che fissi bene il
concetto; in seguito di inventare un altro incipit che possa dare origine a melodie
piuttosto estese.
Nella seconda attività viene chiesto, prendendo spunto da una frase come ostinato,
di ripeterla in un primo momento senza variarla, dando ad un altro strumento una
melodia lunga; in seguito adoperando lo stesso ostinato, gli allievi dovranno cercare
di creare un nuovo brano che però introduca un nuovo elemento di varietà
trasportando l’ostinato ad un’altezza diversa. Infine, creare nuovi ostinati e creare
nuovi brani che abbiano ostinato sia sopra che sotto.
Nelle seguenti attività viene chiesto, tramite accordi prima consonanti poi
dissonanti, di creare brani che abbiano prima accordi consonanti e poi dissonanti,
creando quindi una tensione.
Dunque nelle seguenti attività verrà chiesto loro di creare brani su diversi tipi di
accordi.
Interessante è l’attività 6 in cui viene proposto il giro di blues di 12 battute, in cui di
solito un cantante di blues può improvvisare a lungo su queste armonie; ma non
solo le note hanno uno schema tradizionale, poiché anche nelle parole c’è uno
schema : ogni strofa ha tre versi e il secondo è una ripetizione del primo. Agli allievi
viene appunto chiesto di creare una melodia su questa serie di accordi
completamente nuova.
Seguiranno altre attività basate sull’invenzione di diversi brani, a cui vengono
affidati anche dei titoli e ciò che dovranno fare.
Il compito dell’insegnante è sicuramente quello di proporre queste attività come
esplorazione generale sulla melodia, sull’accompagnamento, sull’uso degli ostinati,
sul giro di blues e sulla musica atonale e dodecafonica.
Nella prima attività proposto l’insegnate cerca di far comprendere ai ragazzi che le
idee vanno sperimentate direttamente sugli strumenti musicali e che non per forza
se un’idea è complicata è interessante anzi. Inoltre creare troppe ripetizioni
potrebbe essere noioso per l’ascoltatore e anche creare molti spunti melodici non
aiuterebbe l’ascoltatore a condurre il filo del discorso.
PROGETTO 11 – Start? Stop
L’inizio e la fine di un brano musicale sono sicuramente momenti cruciali: il primo
infatti suscita le nostre aspettative e ci dà una prima idea delle intenzioni del
compositore, la seconda ci fa capire se le nostre aspettative sono state soddisfatte.
Un bravo compositore è sicuramente colui che riesce a far intendere la fine del
brano anche quando è solo a metà percorso.
Nella prima attività proposta agli allievi viene chiesto di loro procurarsi diversi
strumenti dalle qualità fortemente contrastanti; in seguito di far creare loro un
pezzo con un’idea annunciata dal primo strumento, poi ripetuta dagli altri
strumentisti che a turno la estendono e modificano per raggiungere ad una
sorprendente conclusione.
Nella seconda attività, data un’immagine, viene proposto di creare un brano solo
guardando l’immagine e affidando a ciò che si guarda determinati aspetti.
L’obiettivo di questo progetto è quello di approfondire le diverse strategie
attraverso cui un brano musicale acquista, alla fine, un carattere conclusivo e
riconoscibile. Sappiamo, infatti, che la musica è naturalmente l’oggetto intero, cioè
la forma continua, creata trasformando con attenzione i suoi elementi e progettata
per condurre l’ascoltatore verso quel momento cruciale in cui gli ultimi suoni si
spengono.
Nella prima attività proposta bisogna prima di tutto capire se gli strumenti scelti
sono adatti e se sono tanti o pochi; cinque strumentisti sono normalmente un buon
numero per questa attività. Ovviamente più strumenti ci saranno, più a lungo durerà
il brano. Ecco perché diventa importante sperimentare quali strumenti scegliere e
cosa affidargli.
La seconda attività da invece la possibilità di sviluppare l’idea, tenendo conto di ogni
aspetto dell’immagine proposta e di tutto ciò che ne possiamo dedurre dai suoi
elementi.
PROGETTO 12 – Per caso
Le idee musicali possono essere organizzate in tantissimi modi, ma in questo
progetto esploreremo come esse “per caso” possono essere sviluppate ed
organizzate.
Agli allievi viene presentato il “chimes” strumento giapponese; i ragazzi dovranno
costruirne alcuni con materiali diversi e cercare di realizzare un’improvvisazione di
gruppo con ben quattro chimes da tenere in mano.
Viene poi chiesto di cercare materiali con cui produrre suoni che non possano essere
controllati se non in modo limitato.
Altra attività proposta sarà quella di tracciare l’orizzonte che si vede da una finestra
e di cercare gli strumenti adeguati per eseguire l’andamento scritto.
L’insegnate cercare di invogliare nei ragazzi la possibilità che una composizione
indeterminata è un po’ come un gioco con le carte: c’è uno schema conosciuto
all’interno del quale i giocatori possono operare, ci sono elementi stabiliti che
vengono riordinati e ridisposti in funzione delle scelte e delle capacità dei giocatori e
i particolari interni della forma cambiano ogni qual volta il gioco verrà cambiato.
PROGETTO 13 – Una struttura classica
Lo studio di questo progetto prende in esame uno dei modelli che controllano i
processi di tensione ed eccitazione di un brano musicale.
Agli allievi vengono proposte svariate attività, ad esempio la prima in cui viene
chiesto di prendere dei frammenti di un qualsiasi testo e di leggerlo secondo le
direttive date dal “direttore”.
A differenza della musica, i suoni fatti dalle parole vengono già esercitati
frequentemente nel linguaggio parlato, e quindi si può apprezzare la loro musicalità
sin da subito.
Si può esplorare, con questo tipo di esercizi, i suoni del testo scelto anche in base
alla loro intensità (più forte o più piano). Lo stesso esercizio può essere fatto in base
anche alla velocità con cui viene letto il testo. Ovviamente ogni singola parola può
essere modificata a livello di intensità o dinamica, creando quindi una vera e propria
texture musicale.
Una volta fissati i punti di questo esercizio si potrà proseguire con l’indicare una
durata massima delle composizioni.
Lo scopo del Progetto in questione, consiste quindi nel far osservare agli allievi come
si può strutturare un brano e come la maggior parte della musica sia strutturata
secondo i criteri visti sopra. Creare dei brani musicali con frammenti di testo, con lo
scoprire non solo i suoni delle parole, ma i suoni dentro le parole.
Agli allievi viene fatto ascoltare e viene spiegato il “Sound Patterns 3” di B. Rands,
una straordinaria opera vocale dove vengono messi in atto gli esercizi spiegati
appunto in questo progetto.
PROGETTO 14 – Figure in un paesaggio sonoro
In questo progetto viene spiegato come un’idea non deve per forza essere ampliata
o trasformata, ma a volte può essere tutta d’un pezzo senza perdere la sua funzione
all’interno di una struttura che si svolge nel tempo.
Come primo esercizio, agli allievi viene fatto ascoltare un brano di Olivier Messiaen,
e trarre da esse le prime impressioni, riuscendo ad entrare dentro il mondo di suoni
che il compositore ha creato. In seguito, viene chiesto di ricordare il maggior
numero di particolari possibili. Come ultimo esercizio, viene chiesto agli alunni di
creare un brano, non imitativo di quello precedentemente ascoltato, ma che abbia
idee e forme simili ad esso.
All’insegnante spetta quindi il compito di dare fin da subito l’ascolto del brano di
Messiaen, preferibilmente dando pochissime informazioni; in seguito l’insegnante
dovrà sottolineare la natura delle idee musicali e i loro meccanismi di
funzionamento all’interno di questa forma.
Dopo che gli allievi avranno creato il brano, l’insegnante discuterà se le loro idee
musicali siano sufficientemente solide da reggersi come semplici “dichiarazioni”, se i
loro silenzi sono troppo lunghi o troppo brevi rispetto alle idee inventate.

PROGETTO 15 –Il tempo passa… oltre l’arcobaleno


In questo quindicesimo progetto ci si domanda cos’è che rende buona una melodia;
essa per essere efficace deve soddisfare le aspettative suscitate dalla sua idea
musicale principale. Dunque, saper trattare correttamente il motivo principale è un
elemento essenziale dell’arte di comporre una melodia.
In primo luogo agli allievi vengono dati piccoli spunti su cui costruire una melodia
compiuta.
Questo progetto ci fa capire come forme di melodie autosufficienti non hanno
bisogno di essere ampliate e sviluppate, ma sono complete in se stesse. Queste le
ritroviamo soprattutto nelle canzoni; infatti si parte da un testo, ma la musica non
deve concentrarsi solo ed esclusivamente sulle parole, ma piuttosto bisogna creare
una forma che si regga da sola indipendentemente dall’atmosfera espressa dalle
parole.
PROGETTO 16 – Una fase di passaggio
In questo ultimo progetto di Paynter viene messa in evidenza l’analisi uditiva, ovvero
quanto l’ascolto aiuti a educare l’ascolto creativo.
Agli allievi viene proposto un brano musicale ( A passing phase di N. Parry) costruito
in uno studio di musica elettronica lavorando direttamente con i suoni e servendosi
di un nastro, di un pc, e di un sintetizzatore; gli alunni dovranno annotarsi quale
fosse il progetto del compositore, come funziona la struttura, quali sono le sue
caratteristiche forti, e in particolar modo concentrarsi sui materiali, sulle idee e sulla
struttura usata dal compositore.
Anche in questo caso, come in altri progetti, si nota la presenza della Sezione Aurea
anche se il compositore non l’abbia affatto considerata; lo scopo del compositore
era solo quello di costruire un brano musicale interessante, senza pensare ad un
analisi di questo tipo.
Ovviamente l’atto del “comporre” è anche analitico in quanto esso implica
necessariamente che frammenti di idee vengano collegati tra loro.

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