PROGETTO 1 – I suoni del silenzio In questo primo progetto vengono proposti semplici esercizi di ascolto attento e di esplorazione delle caratteristiche dei suoni, partendo prima di tutto dal comprendere la musica e le sue relazioni (in sintesi capire come funzionano i suoni, come essi divengono idee musicali e come queste idee, grazie alla tecnica, possono strutturare il tempo). Agli allievi vengono proposte svariate attività , iniziando dall’ascolto del silenzio fino ad arrivare alla creazione di un paesaggio immaginario. All’insegnante poi viene dato il compito di seguire gli allievi nell’esplorazione delle caratteristiche dei suoni , grazie anche a diverse attività come la n°5 (che è improntata sull’introduzione del concetto di stile) e alla n° 6 (in cui si chiede di strutturare i suoni in un contesto essenzialmente musicale). L’insegnante, inoltre, proporrà l’ascolto di due brani per rendere bene l’idea sul da farsi : “Visage” di L.Berio e “Journey into Space” di T.Wishart.
PROGETTO 2 – La musica del vento
In questo secondo progetto si viene a creare un avvicinamento ai suoni naturali, con i suoi specifici colori. In realtà i suoni della natura, a differenza di come si possa pensare, non hanno molto in comune con i suoni della musica; quest’ultima si avvicina alla natura soprattutto dal punto di vista della texture, quindi della trama musicale. La natura, infatti, possiede i suoi ritmi regolari e nessuno di essi è esattamente simile alla musica. Nonostante questo però, i musicisti non si sono fermati a far riferimento a idee melodiche naturali. Agli allievi, questa volta, sono state proposte attività di registrazione di suoni derivanti prima dal vento, poi dall’acqua e infine al canto degli uccelli. In particolare, nell’attività 3 viene chiesto di riprodurre quest’ultimo canto su uno strumento musicale, cercando di rispettare la struttura ritmica e ricostruendo la sequenza melodica ; il tutto alla fine inventando un brano musicale basato per esempio sulla ripetizione della stessa idea con gruppi diversi di strumenti. All’insegnante spetta aiutare gli allievi in questo lavoro; utilizzare infatti idee sonore tratte dalla natura per costruire musica non è affatto facile, in quanto le altezze dei suoni naturali raramente corrispondono a quelle prodotte dagli strumenti tradizionali e le sequenze ritmiche sono spesso molto irregolari. E’ necessario, quindi, che gli allievi dividano i frammenti ritmici, riportando le altezze alle note più vicine. L’insegnate, inoltre, può far conoscere ai suoi allievi , dei compositori che hanno imitato o simulato il canto degli uccelli o i suoni della natura. Olivier Messiaen, ad esempio, non imita i canti degli uccelli per ottenere una semplice “atmosfera” , ma trae dai loro motivi il materiale melodico e ritmico di base.
PROGETTO 3 – Oggetti sonori
Nel terzo progetto vengono esplorate le differenti caratteristiche dei suoni prodotto da semplici oggetti quotidiani. Agli allievi vengono proposte varie attività alcune delle quali incentrate prima di tutto sul ricercare e raccogliere oggetti, poi di registrare dei suoni prodotti da telefoni cellulari, trillo di un telefono, ecc ; in quest’ultima attività gli allievi dovranno poi cercare di costruire dei veri e propri “collage sonori” e cercare il modo migliore per collegare i frammenti musicali tra loro. Proseguendo con le varie attività, verrà in seguito chiesto di costruire degli strumenti nuovi con dei materiali raccolti, dimenticando quindi di aver mai visto prima uno strumento! Dopo la costruzione, verrà chiesto loro di inventare dei brani per questi strumenti. All’insegnante, in riferimento alla prima attività proposta, toccherà seguire gli allievi nella selezione e nella classificazione dei suoni trovati; in seguito nella seconda attività proposta l’insegnante deve stimolare gli allievi ad analizzare i suoni registrati in modo da individuare e imitare le loro caratteristiche specifiche. Non bisogna, inoltre, dimenticare quanto sia importante dare un titolo alle composizioni finali : esso, infatti, unifica tutte le sensazioni ricevute dallo stimolo iniziale; l’insegnante ricorderà agli allievi quanto però il titolo non debba rappresentare una traduzione di un contenuto in una storia sonora, ma esso dovrebbe simboleggiare il processo che ha trasformato l’ispirazione in un’idea musicale. PROGETTO 4 – Le dita ci ispirano In questo quarto progetto vengono esposte le varie attività in base alle categorie di strumenti, o in alcuni casi nello specifico degli strumenti stessi; questo perché spesso sono gli stessi strumenti a ispirare le idee musicali non solo per la qualità dei suoni che producono, ma anche per le caratteristiche costruttive dello strumento stesso. Le attività che vengono proposte agli allievi, sono quindi riguardanti singoli strumenti (come la chitarra) o famiglie di strumenti ( a tastiera, famiglia degli archi, a percussione). La prima attività concerne la chitarra e in particolare il suo modo di sviluppare vari tipi di accordi. La seconda e la quarta attività si concentrano sugli strumenti a tastiera : anche qui sperimentare come la mano si appoggia naturalmente sui tasti creando figure musicali e quindi creare pezzi basati sulle posizioni della mano oppure adoperando gli armonici ottenuti dall’abbassamento dei tasti in modo delicato in modo da sollevare gli smorzatori dalle corde. Nella terza e quinta attività vengono proposti gli strumenti ad arco: in particolare spostare le dita su e giù per la tastiera creando un brano utilizzando questo effetto del glissando, oppure utilizzando varie tecniche dell’arco. L’ultima attività (n°6) vengono esposti gli strumenti a percussione; gli allievi possono raccogliere un buon numero di strumenti percussivi e decidere come disporli; a seconda della disposizione e della quantità di strumenti, si possono improvvisare pezzi musicali. In questo progetto viene spiegato, anche attraverso svariati esempi, come l’insegnante debba collaborare lavorando con gli allievi sull’esplorazione, individuale o di gruppo, delle caratteristiche tecniche dei diversi strumenti e sulle tecniche strumentali meno comuni, per stimolare gli allievi poi ad adoperare il diverso materiale utilizzabile per la composizione. Parte II – Idee musicali PROGETTO 5 – Punti In questo quinto progetto vengono proposte agli allievi delle attività afferenti ad una piccola, nonché minuscola particella musicale : essi dovranno in quasi tutte le attività proposte scegliere una qualsiasi nota, attribuendone ad essa una caratteristica riconoscibile (come la durata, la dinamica, l’articolazione, ecc). In un'unica attività viene proposto di prendere strumenti con timbri contrastanti, di inventare brevi figure che abbiano tratti decisi, e di far suonare queste figure simultaneamente a tutti gli strumenti; a questo punto, dopo aver realizzato la sovrapposizione senza distruggere le caratteristiche di ogni singola figura, basterò cominciare ad esplorare i modi per sviluppare un gesto musicale, affinché esso diventi un brano musicale finito e compiuto. All’insegnante è affidato il compito di seguire gli allievi in questa costruzione; in particolare vediamo come due note possano creare una certa idea musicale a seconda degli strumenti che li suonano, o anche da una certa dinamica scelta. Inoltre all’insegnante spetta indicare la funziona del “gesto” musicale e del timbro che spesso viene tralasciata dagli studenti.
PROGETTO 6 – Un “deposito” di melodie
Il sesto progetto presentato dall’autore ci spiega come ognuno di noi conserva nella memoria una serie di idee melodiche, un po' come succede nel linguaggio parlato quotidianamente. Agli allievi questa volta spetta, sulla base di filastrocche o versi di poesie presentati, scegliere uno di questi e provare a canticchiarlo sulla prima melodia che gli viene in mente; dopodichè spetterà loro creare dei piccoli accompagnamenti dati o dal battito delle mani o con strumenti a percussione. Come la memoria di ricorda idee melodiche, anche le mani “ricordano” i più comuni gruppi di note. Sicuramente l’insegnante ci farà capire come non sia difficile creare questi piccoli accompagnamenti musicali; questo è dovuto anche dal fatto che nel corso del nostro tempo, tante sono state le melodie ascoltate, ecco perché non risulta complicato l’invenzione di nuove melodie. In ogni caso, dalle piccole idee musicale possono crescere nuove strutture musicali.
PROGETTO 7 – Sviluppare le idee
Come suggerito dal titolo, questo Progetto si preoccupa dello sviluppo delle idee musicali, decidendo la dimensione, la durata e la modalità di sviluppo dello stesso brano musicale compiuto. Per gli allievi vengono scelte delle attività appunto basate sulla scelta di una breve idea che poi venga elaborata dandole un carattere sempre più particolare. Vengono, poi, suggeriti dei punti di partenza ( nello specifico parole o brevi frasi) che però non stimolino gli allievi a creare delle storie sui punti di partenza scelti. In sostanza in questo progetto si cerca, senza dare regole , di far scoprire agli allievi come sia possibile l’improvvisazione in quanto essa non si può insegnare, ma è semplicemente qualcosa da fare. Lo scopo dell’insegnante sarà quindi partire dall’improvvisazione per arrivare ai primi stadi della composizione , stadi in cui è importante scoprire cosa si può ottenere con i materiali musicali e come e perché alcune strutture musicali ci appaiono più riuscite di altre. Inoltre, partendo da una qualsiasi cosa che può stimolare l’immaginazione musicale, possiamo derivarne un idea musicale. L’insegnante dovrà anche far capire che l’idea musicale può anche nascere creando prima il titolo di un brano musicale, e che la musica non debba divenire per forza una descrizione di esso, anzi, il titolo ha semplicemente la funzione di mettere in moto il pensiero musicale. PROGETTO 8 – Re-inventare la grammatica L’idea musicale o meglio il processo compositivo, oltre che partendo da una piccola frase melodica, può anche partire con una visione globale delle strutture del brano musicale: in questo caso si tratterà di “inventare” la grammatica del linguaggio. Agli allievi vengono fatti alcuni esempi su come costruire un brano musicale, attraverso delle metafore: ad esempio come una piramide ( costruita con singoli blocchi); oppure come delle formazioni geologiche (con strati orizzontali e verticali); oppure inventare un pezzo su un vulcano (ricordando sempre di non imitare il suono o la potenza di esso, ma che abbia la formazione di un vulcano); oppure come un delta di un fiume; oppure come se stessimo chiusi in un auto ed esclusi quindi dal resto del mondo; oppure attraverso il titolo ‘160 km all’ora’; oppure basato sull’haiku, ovvero su un genere poetico breve giapponese composto da 17 sillabe. All’insegnante spetterà questa volta ribadire il concetto che non bisogna creare un brano sulle piramidi, o su un vulcano, ma sottolineare come essi possano rappresentare un punto di partenza per il pensiero musicale. Inoltre, il compito di un artista è sicuramente quello di esplorare nuove possibilità formali, ecco perché agli allievi vengono fatti diversi esempi nelle attività proposte. Parte III – Pensare e realizzare PROGETTO 9 – Con le orecchie aperte La tradizione a volte ci impedisce di pensare o agire in un altro modo alle cose; questo perché nella maggior parte dei casi sono i preconcetti a fare da padrone, infatti spesso non riusciamo ad esempio, ad immaginare come uno strumento possa suonare in un altro modo rispetto a quello che ci è stato indotto ad ascoltare. E’ per questo che agli allievi spetterà, questa volta, il compito di prendere il proprio strumento o aggregarlo con altri (tipo il quartetto d’archi) e creare con essi un suono o dei suoni completamente nuovi ed insoliti. All’insegnante ora spetterà prendere delle decisioni: valutare se effettivamente nel processo compositivo sia stato fatto uno sviluppo di idee coerente, che ci sia un’unica linea che porti avanti il discorso. Bisogna, però, far comprendere agli allievi che la creazione di un brano che adoperi “suoni inaspettati”, non conformi ai precedenti, richiedono più attenzione del solito. Certo avendo ereditato dal passato una musica così integra e dall’abile inventiva, sarà molto difficile creare un nuovo brano che non abbia questi canoni. Inoltre, è chiaro che i nostri allievi debbano conoscere le grandi opere della storia musicale e continuare a comprenderle, ma sarà certo che sarà più complicato aprirsi a nuovi campi musicali. Un compositore olandese ha richiesto ai suoi musicisti di quartetto d’archi di adoperare quasi esclusivamente armonici naturali creando così praticamente un nuovo strumento musicale che ha una sonorità molto differente da quella del classico quartetto d’archi. Ecco quindi che in questo progetto viene chiesto ai ragazzi di affrontare da soli il problema della creazione di una “nuova musica” e di cercare di farli comprendere se questi nuovi mondi sonori siano stati pienamente sfruttati, e che essi possano progredire verso una “corretta” conclusione. Per creare un buon brano di questo genere la prima cosa da fare è stabilire di che mondo sonoro vogliamo trattare e a quel punto analizzare in che momento dare importanza a effetti progressivi e regressivi. Inoltre, da non sottovalutare, è sicuramente l’aspetto stilistico: lo scopo è sicuramente quello di cercare nuove strade espressive tentando di superare la tradizione. I compositore che rinnovano linguaggio, hanno la responsabilità di rendere chiaro il nuovo significato, dall’interno della musica stessa. PROGETTO 10 – Unità e varietà: dalle dodici battute alle dodici note La musica e quindi ogni brano musicale deve avere la propria identità ecco perché i compositori devono fissare una serie di limitazioni secondo le quali il pezzo possa strutturarsi e controllare attentamente che tali limiti non vengano oltrepassati. Nella prima attività, dato un incipit musicale, viene chiesto agli allievi se è possibile sviluppare questa idea cercando di non ripeterla troppe volte ma che fissi bene il concetto; in seguito di inventare un altro incipit che possa dare origine a melodie piuttosto estese. Nella seconda attività viene chiesto, prendendo spunto da una frase come ostinato, di ripeterla in un primo momento senza variarla, dando ad un altro strumento una melodia lunga; in seguito adoperando lo stesso ostinato, gli allievi dovranno cercare di creare un nuovo brano che però introduca un nuovo elemento di varietà trasportando l’ostinato ad un’altezza diversa. Infine, creare nuovi ostinati e creare nuovi brani che abbiano ostinato sia sopra che sotto. Nelle seguenti attività viene chiesto, tramite accordi prima consonanti poi dissonanti, di creare brani che abbiano prima accordi consonanti e poi dissonanti, creando quindi una tensione. Dunque nelle seguenti attività verrà chiesto loro di creare brani su diversi tipi di accordi. Interessante è l’attività 6 in cui viene proposto il giro di blues di 12 battute, in cui di solito un cantante di blues può improvvisare a lungo su queste armonie; ma non solo le note hanno uno schema tradizionale, poiché anche nelle parole c’è uno schema : ogni strofa ha tre versi e il secondo è una ripetizione del primo. Agli allievi viene appunto chiesto di creare una melodia su questa serie di accordi completamente nuova. Seguiranno altre attività basate sull’invenzione di diversi brani, a cui vengono affidati anche dei titoli e ciò che dovranno fare. Il compito dell’insegnante è sicuramente quello di proporre queste attività come esplorazione generale sulla melodia, sull’accompagnamento, sull’uso degli ostinati, sul giro di blues e sulla musica atonale e dodecafonica. Nella prima attività proposto l’insegnate cerca di far comprendere ai ragazzi che le idee vanno sperimentate direttamente sugli strumenti musicali e che non per forza se un’idea è complicata è interessante anzi. Inoltre creare troppe ripetizioni potrebbe essere noioso per l’ascoltatore e anche creare molti spunti melodici non aiuterebbe l’ascoltatore a condurre il filo del discorso. PROGETTO 11 – Start? Stop L’inizio e la fine di un brano musicale sono sicuramente momenti cruciali: il primo infatti suscita le nostre aspettative e ci dà una prima idea delle intenzioni del compositore, la seconda ci fa capire se le nostre aspettative sono state soddisfatte. Un bravo compositore è sicuramente colui che riesce a far intendere la fine del brano anche quando è solo a metà percorso. Nella prima attività proposta agli allievi viene chiesto di loro procurarsi diversi strumenti dalle qualità fortemente contrastanti; in seguito di far creare loro un pezzo con un’idea annunciata dal primo strumento, poi ripetuta dagli altri strumentisti che a turno la estendono e modificano per raggiungere ad una sorprendente conclusione. Nella seconda attività, data un’immagine, viene proposto di creare un brano solo guardando l’immagine e affidando a ciò che si guarda determinati aspetti. L’obiettivo di questo progetto è quello di approfondire le diverse strategie attraverso cui un brano musicale acquista, alla fine, un carattere conclusivo e riconoscibile. Sappiamo, infatti, che la musica è naturalmente l’oggetto intero, cioè la forma continua, creata trasformando con attenzione i suoi elementi e progettata per condurre l’ascoltatore verso quel momento cruciale in cui gli ultimi suoni si spengono. Nella prima attività proposta bisogna prima di tutto capire se gli strumenti scelti sono adatti e se sono tanti o pochi; cinque strumentisti sono normalmente un buon numero per questa attività. Ovviamente più strumenti ci saranno, più a lungo durerà il brano. Ecco perché diventa importante sperimentare quali strumenti scegliere e cosa affidargli. La seconda attività da invece la possibilità di sviluppare l’idea, tenendo conto di ogni aspetto dell’immagine proposta e di tutto ciò che ne possiamo dedurre dai suoi elementi. PROGETTO 12 – Per caso Le idee musicali possono essere organizzate in tantissimi modi, ma in questo progetto esploreremo come esse “per caso” possono essere sviluppate ed organizzate. Agli allievi viene presentato il “chimes” strumento giapponese; i ragazzi dovranno costruirne alcuni con materiali diversi e cercare di realizzare un’improvvisazione di gruppo con ben quattro chimes da tenere in mano. Viene poi chiesto di cercare materiali con cui produrre suoni che non possano essere controllati se non in modo limitato. Altra attività proposta sarà quella di tracciare l’orizzonte che si vede da una finestra e di cercare gli strumenti adeguati per eseguire l’andamento scritto. L’insegnate cercare di invogliare nei ragazzi la possibilità che una composizione indeterminata è un po’ come un gioco con le carte: c’è uno schema conosciuto all’interno del quale i giocatori possono operare, ci sono elementi stabiliti che vengono riordinati e ridisposti in funzione delle scelte e delle capacità dei giocatori e i particolari interni della forma cambiano ogni qual volta il gioco verrà cambiato. PROGETTO 13 – Una struttura classica Lo studio di questo progetto prende in esame uno dei modelli che controllano i processi di tensione ed eccitazione di un brano musicale. Agli allievi vengono proposte svariate attività, ad esempio la prima in cui viene chiesto di prendere dei frammenti di un qualsiasi testo e di leggerlo secondo le direttive date dal “direttore”. A differenza della musica, i suoni fatti dalle parole vengono già esercitati frequentemente nel linguaggio parlato, e quindi si può apprezzare la loro musicalità sin da subito. Si può esplorare, con questo tipo di esercizi, i suoni del testo scelto anche in base alla loro intensità (più forte o più piano). Lo stesso esercizio può essere fatto in base anche alla velocità con cui viene letto il testo. Ovviamente ogni singola parola può essere modificata a livello di intensità o dinamica, creando quindi una vera e propria texture musicale. Una volta fissati i punti di questo esercizio si potrà proseguire con l’indicare una durata massima delle composizioni. Lo scopo del Progetto in questione, consiste quindi nel far osservare agli allievi come si può strutturare un brano e come la maggior parte della musica sia strutturata secondo i criteri visti sopra. Creare dei brani musicali con frammenti di testo, con lo scoprire non solo i suoni delle parole, ma i suoni dentro le parole. Agli allievi viene fatto ascoltare e viene spiegato il “Sound Patterns 3” di B. Rands, una straordinaria opera vocale dove vengono messi in atto gli esercizi spiegati appunto in questo progetto. PROGETTO 14 – Figure in un paesaggio sonoro In questo progetto viene spiegato come un’idea non deve per forza essere ampliata o trasformata, ma a volte può essere tutta d’un pezzo senza perdere la sua funzione all’interno di una struttura che si svolge nel tempo. Come primo esercizio, agli allievi viene fatto ascoltare un brano di Olivier Messiaen, e trarre da esse le prime impressioni, riuscendo ad entrare dentro il mondo di suoni che il compositore ha creato. In seguito, viene chiesto di ricordare il maggior numero di particolari possibili. Come ultimo esercizio, viene chiesto agli alunni di creare un brano, non imitativo di quello precedentemente ascoltato, ma che abbia idee e forme simili ad esso. All’insegnante spetta quindi il compito di dare fin da subito l’ascolto del brano di Messiaen, preferibilmente dando pochissime informazioni; in seguito l’insegnante dovrà sottolineare la natura delle idee musicali e i loro meccanismi di funzionamento all’interno di questa forma. Dopo che gli allievi avranno creato il brano, l’insegnante discuterà se le loro idee musicali siano sufficientemente solide da reggersi come semplici “dichiarazioni”, se i loro silenzi sono troppo lunghi o troppo brevi rispetto alle idee inventate.
PROGETTO 15 –Il tempo passa… oltre l’arcobaleno
In questo quindicesimo progetto ci si domanda cos’è che rende buona una melodia; essa per essere efficace deve soddisfare le aspettative suscitate dalla sua idea musicale principale. Dunque, saper trattare correttamente il motivo principale è un elemento essenziale dell’arte di comporre una melodia. In primo luogo agli allievi vengono dati piccoli spunti su cui costruire una melodia compiuta. Questo progetto ci fa capire come forme di melodie autosufficienti non hanno bisogno di essere ampliate e sviluppate, ma sono complete in se stesse. Queste le ritroviamo soprattutto nelle canzoni; infatti si parte da un testo, ma la musica non deve concentrarsi solo ed esclusivamente sulle parole, ma piuttosto bisogna creare una forma che si regga da sola indipendentemente dall’atmosfera espressa dalle parole. PROGETTO 16 – Una fase di passaggio In questo ultimo progetto di Paynter viene messa in evidenza l’analisi uditiva, ovvero quanto l’ascolto aiuti a educare l’ascolto creativo. Agli allievi viene proposto un brano musicale ( A passing phase di N. Parry) costruito in uno studio di musica elettronica lavorando direttamente con i suoni e servendosi di un nastro, di un pc, e di un sintetizzatore; gli alunni dovranno annotarsi quale fosse il progetto del compositore, come funziona la struttura, quali sono le sue caratteristiche forti, e in particolar modo concentrarsi sui materiali, sulle idee e sulla struttura usata dal compositore. Anche in questo caso, come in altri progetti, si nota la presenza della Sezione Aurea anche se il compositore non l’abbia affatto considerata; lo scopo del compositore era solo quello di costruire un brano musicale interessante, senza pensare ad un analisi di questo tipo. Ovviamente l’atto del “comporre” è anche analitico in quanto esso implica necessariamente che frammenti di idee vengano collegati tra loro.
Mi sento meglio: Esperienze di applicazione di musica elettronica in musicoterapia per l'educazione dell'orecchio con Ic, dsa, sindrome di Down e autismo
THE HIDDEN SIDE OF THE SOUND - FUZZJ : a new compositivity / IL LATO NASCOSTO DEL SUONO - FUZZJ : una nuova compositività (Bilingual edition English/Italian)
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